[Stml17] [Xyr del Clan Clos - 05.07] Antichi Dei

Silvia Bianchini ltcomm.sibi a gmail.com
Gio 12 Gen 2017 10:03:17 CET


Molto bello!
Davvero un ottimo brano!

I Q sono fantastici, ma anche i nostri eroi non sono da meno. Ho apprezzato
molto il soliloquio di Xyr che, come tutti gli altri, sta crescendo a passi
da gigante
Alla via così

Luna


Il 11 gen 2017 16:36, "Maddalena" <vampitrill a gmail.com> ha scritto:

Bellissimo brano, molto divertente!


Il 10/01/2017 10:03, Franco Carretti ha scritto:

Veramente ben fatto ed esilarante... il battibeccare dei due Q è fantastico
:D

Un lavoro da 10!



Sent: Monday, January 09, 2017 at 11:42 PM
From: "Massimo Gallo" <keranydd a gmail.com> <keranydd a gmail.com>
To: "USS Hope" <stml17 a gioco.net> <stml17 a gioco.net>
Subject: [Stml17] [Xyr del Clan Clos - 05.07] Antichi Dei

Sfidando panettoni, pranzi e cene sono riuscito finalmente a scrivere il
pezzo.
Scusate il ritardo ma davvero faccio meno fatica quando lavoro di quando
sono in ferie 😦
Come sempre commenti e critiche sono i benvenuti.
Ciao ciao
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Crellia – Capitale - 9 aprile 2395 - Ore 01:45
Se mai possibile gli occhi di Worrk si spalancarono ancora di più. Il
disgregatore Klingon aveva sortito l'effetto voluto da Ferris.
La stessa espressione sbigottita era impressa sul viso di Dasha.
"Fermatevi subito! Eretici! La collera degli Dei sarà terribile. Divino
Worrk perdona il tuo popolo! Tu che hai assunto le fattezze di uno hykku
delle montagne per dimostrarci quanto il nostro mondo sia ormai pieno di
impurità, ignoranza e avidità.” A queste parole seguì un inchino talmente
profondo che Dasha si ritrovò prostrata a terra.
“Cosa sarebbe questo hykku delle montagne?” chiese un perplesso Bueller
sottovoce.
“Più o meno quello che voi terrestri chiamate maiale.” Gli rispose Quoo che
sembrò essersi materializzato dal nulla accanto a Bueller. “In effetti un
po’ gli somiglia. Dovrò ricordarmelo alla prossima creazione.”
Ferris si voltò verso lo strano addetto alla sicurezza.
“Mi potrebbe ripetere un’altra volta da che pianeta viene lei?”
Nel frattempo  Caytlin si era accovacciata accanto a Dasha e aiutandola ad
alzarsi cercò di calmarla.
“Non ti preoccupare. Noi siamo....ecco.... vediamo.... i Protettori?”
Qin strizzò un occhio da cui sembrò uscire una scintilla.
Dasha la guardò fissa per qualche istante poi spostò lo sguardo verso
Bueller e quella strana arma che usava per minacciare un Dio.
Immediatamente si rigettò a terra prostrandosi ancora di più, ma questa
volta rivolta verso Caytlin.
“Mia Signora!!!!! Siete tornati!!!!!”
Caytlin fu colta di sorpresa.
“Mai mai mai avrei pensato di avere l’onore di incontrare un Protettore
degli Antichi e Meravigliosi Dei che ci salvarono con la loro infinita
bontà ormai 2000 anni fa. Voi che siete i loro baluardi, voi che per anni
avete vegliato sul Tempio del Sapere mantenendo sempre accesa la Sacra
Fiaccola.”
Quuo si avvicinò a Qin.
“Solo per curiosità.... cosa stai combinando?”
“Beh, già ci venerano come Divinità, perchè non dare un po’ di colore alla
cosa. Poi mi piace l’espressione vuota che assume il giovane Capitano
quando non sa cosa sta succedendo. È un mix di barbara ignoranza e
sensualità.”
“Non dico non sia giusto venerarci. Come detto niente di nuovo, anche se
resta sempre piacevole vedere esseri inferiori cercare di leccarci le
estremità. Quello che non capisco è questa storia della Fiaccola, dei
baluardi, dei Protettori. Dove vuoi arrivare? Vuoi cercare di aiutare
quell’umano, vero? Eravamo d’accordo nel non barare.”
“Disse il Q che ha permesso ad una nave di pirati di trovarsi casualmente
in questo sistema e di rispondere ad un messaggio debole ed innocuo come
quello Crelliano..... Mi vuoi dire che tu non ne sai nulla? Che quella nave
stava passando di qui per caso in un sistema che sta per collassare e
sempre per caso ha intercettato un messaggio proveniente da un pianeta? E
che sempre per caso era un pianeta sotto la mia protezione?”
“Ecco..... ma chissà cosa stanno facendo sulla Hope. Cara Q torno
subito.....”


USS Hope – 9 aprile 2395 - Ore 02:05
“Cosa vuol dire che non possono tornare indietro?”
Xyr era seduta sulla poltrona del Capitano mentre Tucci stava cercando di
spiegare in parole comprensibili che il teletrasporto usato da Bueller e
dall’away team era di sola andata.
“Esattamente quello che ho detto. Non possono tornare usando la stessa
tecnologia.”
“Esattamente Signor Tucci, la stessa tecnologia. Fra 20 minuti una squadra
guidata dal Signor Basta sarà pronta ad assaltare quello che resta di quel
Falco da Guerra. Secondo il piano ideato da Rest con il supporto di Jones e
di Doohan noi dovremmo limitare i danni supportando l’azione con la Hope.
Per fare questo ho bisogno di sapere che Bueller, Caytlin, Rodriguez e i
due della sicurezza di cui non ricordo i nomi, non sono un problema.”
Tucci la guardò vacuo.
“Tucci?”
Lo sguardò dell’Ufficiale Scientifico passò dal vacuo al perso in una
galassia lontana.
Un ripetuto schioccare di dita richiamò la sua attenzione.
“Signor Tucci, quello che il facente funzioni di Primo Ufficiale sta
cercando di ottenere da lei è una spiegazione del perchè dal Falco da
Guerra sono stati in grado di teletrasportarsi sul pianeta e anche di
ritornare. Lei potrebbe obiettare che sono scesi in 5 e uno non ha superato
lo scudo, sono risaliti in 3 e solo 1 sembra non sia perso per lo spazio.
Questo vuol dire che almeno un sopravvissuto c’è quindi si può tornare.
Magari capire come loro ci sono riusciti? Ovviamente utilizzando solo i
sensori passivi come abbiamo fatto fino ad ora. Non vogliamo rovinare la
sorpresa facendogli capire che siamo qui. Giusto?”
Xyr fece un cenno di ringraziamento a Strauss. Lei aveva ancora un sacco di
problemi nel discutere con Tucci. Non era ancora riuscita a entrare nella
testa dell’umano per cercare di capirlo. Odiava dover ripetere le cose più
volte e con Tucci era d’obbligo ripetere le cose più volte. Era sicuramente
un genio, ma era anche estremamente fastidioso.
“Ah ecco. Beh, il Capitano mi aveva chiesto di modificare il suo metodo
basato su un teletrasporto di emergenza utilizzando le comunicazioni. Non
mi aveva detto di pensare ad un metodo alternativo.”
Xyr si iniziò a massaggiare una tempia.
“Tucci, quanto le serve per tirare fuori quei quattro dal pianeta?”
“Quattro? Ma non erano cinque?”
“Sono fortemente tentata di dimenticarmi di Bueller. Ok, cinque. Quanto le
serve?”
“Beh, più che quanto, direi cosa mi serve.”
Tucci riprese a guardare Xyr pensieroso.
L’andoriana fece altrettanto anche se i suoi pensieri erano sempre più
indirizzati al chiudere Tucci in qualche siluro quantico e a premere con un
sorriso il tasto FIRE.
“Tucci, glielo sto per chiedere con il massimo della gentilezza possibile.
COSA DIAVOLO LE SERVE???”
L’ultima frase l’aveva urlata direttamente in viso a Tucci dopo essere
scattata in piedi.
L’umano fece un passo indietro spaventato.
“Mi serve un paradosso di Einstein-Podolsky-Rosen.”
“Beh, poteva dirlo subito. Ha trenta minuti per farmi avere il dettaglio di
cosa le serve per realizzare il suo piano.”
“Trenta minuti? Ma.... mi serviranno giorni solo per trovare i dettagli
tecnici, poi altri giorni per replicare i componenti, poi per fare i
calcoli non so quanto servirà....”
“Ventinove minuti.”
Tucci sbiancò all’ultima frase di Xyr e corse fuori dalla plancia.
Luna si voltò dal timone verso il Primo Ufficiale.
“Un paradosso di Einstein-Podolsky-Rosen? Perchè mi ricorda qualcosa di
impossibile che ho studiato da poco? Aveva a che fare con delle particelle
correlate quantisticamente. Violerebbe parecchie leggi della fisica a
partire dal principio di località.”
Xyr guardò quasi stupita il cadetto Jones.
“Esatto signor Jones. Teletrasporto quantistico. In pratica non è il corpo
ad attraversare lo spazio-tempo dal punto di partenza al punto di arrivo,
ma un’onda che porta l’informazione. Tucci vuole creare qualcosa di
decisamente pericoloso, ma forse qualcosa su quel Falco da Guerra può
aiutarci. Signor Basta, crede di poter modificare il suo piano di assalto
in un più tranquillo piano di spionaggio definiamolo industriale?”
Il capo della sicurezza fece un leggero cenno positivo del capo.
“Cosa ha in mente?”
“Voglio essere sicura di non distruggere qualsiasi cosa sia su quella nave
e che possa tornarci utile per recuperare i nostri colleghi. Appena Tucci
ci porterà l’elenco di quello che gli serve, lei con una squadra scelta lo
accompagnerà su quella nave e cercherete il necessario. Domande?”


Crellia - Capitale – 9 aprile 2395 - Ore 03:25
Bueller si girò su se stesso un paio di volte con lo sguardo verso l’alto.
"Questa stanza è gigantesca. La Hope ci starebbe comoda dentro."
Rodriguez si sfregò gli occhi infastidito. "Non vogliamo dire qualcosa sui
colori delle pareti?"
"Beh. In effetti...."
"Questo edificio è stato costruito secoli fa sulle rovine del Primo Tempio.
Quando la Sacra Fiaccola si spense e voi Protettori ci lasciaste, i nostri
antenati persero la fede. Il Tempio man mano cadde in rovina. Furono secoli
bui, le popolazioni crebbero, i villaggi divennero paesi, poi città e il
tempio fu inglobato e sepolto. Un centinaio di anni fa scavi per costruire
nuove fondamenta riportarono alla luce una parte completamente sana di
vecchie mura. Nessuna tecnica da noi conosciuta riuscì a scalfire quelle
mura e si gridò al miracolo. Partirono subito delle opere per edificare
questo piccolo contributo alla memoria di Dei dimenticati. Per chiedere
perdono, voi capite. Vi prego di rimanere qui a godervi la magnificienza di
questo nuovo tempio. Spero sia di vostro gradimento. Ho contattato il
Consiglio dei Grandi e ho cominciato a spiegar loro del vostro ritorno.
Vogliono incontrarvi per condurvi alle porte delle vecchie mura.”
Caytlin sorrise a Dasha mentre Bueller e Rodriguez fecero un cenno di
congedo con la testa permettendo alla rappresentante Crelliana di
allontanarsi.
“Questo sarebbe il ringraziamento per averli salvati anni fa? Voi esseri
inferiori....”
Bueller si voltò verso Qin.
“Mi scusi, ma non credo di aver capito.”
La donna si voltò verso il giovane Capitano sorridendo e guardandolo in
modo esageratamente esplicito.
“Vorrei fossimo soli.... ho detto vorrei fossimo soli.... Tutta questa cosa
è nuova per me e la tensione mi fa brutti scherzi. Per fortuna ho lei
vicino Capitano. Posso abbracciarla?”
Bueller deglutì rumorosamente mentre qualche goccia di sudore scese da
sotto il cappello che indossava.
“Ehm... magari dopo... Ma cambiando discorso. Consigliere, giusto una
domanda che mi frulla per la testa da un’oretta. Chi diavolo sono questi
Protettori?”
Caytlin era seduta composta e rilassata in attesa del ritorno di Dasha e
sfoderando il suo più disarmante sorriso spiegò che aveva letto dei
Protettori durante le sue ricerche sugli usi e costumi dei Crelliani. Aveva
provato a citarli quando era stata messa alle strette da Dasha. Non si
aspettava una simile reazione da parte della Crelliana.
“Consigliere, fingersi Dei o semidei non mi sembra sia esattamente
confacente alla Prima Direttiva.”
“Coff coff coff, disse il prode Capitano che puntò un disgregatore
klingoniano in bocca ad un Dio......”
Rodriguez pronunciò la frase quasi sovrappensiero.
Il Capo Operazioni stava osservando curioso alcune pietre preziose
incastonate in una colonna. Per dire la verità ne stava discutendo
sottovoce con Worrk che alternava movimenti con la testa annuendo o negando.
Rodriguez aveva recuperato dei legacci che tenevano le braccia del Ferengi
legate dietro la schiena e dopo qualche minuto di lamentele da parte dello
stesso era riuscito a trovare un bavaglio per far smettere il piccolo
alieno di parlare. Tuttora Worrk non poteva deliziare i presenti con le sue
divine parole.


USS Hope – 9 aprile 2395 - Ore 03:30
Da qualche minuto Xyr aveva lasciato la sala tattica e passato a Rest e
Strauss il Comando della Hope.
Tucci aveva portato l’elenco delle sue richieste per il recupero dell’away
team come concordato. Il tutto insieme a una serie infinita di tecnicismi
che le erano risultati incomprensibili per il 60%.
Il restante 40% aveva deciso di non valutarlo perchè era convinta di averlo
capito, ma di ricordare chiaramente fosse stato inserito nei corsi
all’Accademia come Teorico e Virtualmente Impossibile.
Era nuovamente di fronte a dei dilemmi.
Normalmente si rifugiava facilmente dietro ai suoi amati Regolamenti per
trovare le risposte che cercava. Questa volta il primo dilemma rimaneva di
natura etica. Vite senzienti contro Prima Direttiva. Nonostante il tempo e
le discussioni che aveva affrontato facendosi scudo con articoli e commi si
stava rendendo conto che la sua corazza si stava incrinando.
Il secondo dilemma invece era di natura puramente tattica.
Bueller le aveva chiesto di dirigere le operazioni di assalto al Falco da
Guerra.
Scelta corretta da parte del Capitano.
Lei aveva deciso di rinviare l’assalto diretto modificando l’approccio in
un’operazione di mordi e fuggi.
Bueller aveva agito nuovamente di impulso mettendo a repentaglio la propria
vita.
Scelta errata del Capitano.
Tucci era stato categorico. Aveva trovato una via di fuga dal pianeta per
il team, ma gli servivano una serie di attrezzature che sulla Hope non
c’erano. Rodriguez sarebbe stato in grado di procurarne alcune, ma
ovviamente Bueller si era premunito di portarlo con sè togliendolo alla
Hope.
Scelta errata del Capitano.
Rest aveva ipotizzato con una percentuale del 93,2% che se il Falco da
Guerra era riuscito a trovare un mezzo per far risalire i propri uomini,
voleva dire che aveva qualcosa che la Hope non aveva e che l’equipaggio
della Hope non conosceva.
Ora stava a lei dover decidere come muoversi.
Dovevano agire su tre fronti.
Primo fronte. Missione sul Falco da Guerra.
Serviva un team ridotto, ma esperto. Lon Basta li avrebbe guidati. Di lui
aveva imparato a fidarsi. Tucci doveva farne parte. Non potevano
permettersi perdite di tempo o comunicazioni che sarebbero state
intercettate e l’ufficiale scientifico doveva decidere sul posto come
muoversi. Tucci non era tuttavia in grado di muoversi furtivamente sul
Falco da Guerra e Basta avrebbe faticato parecchio a mantenere in vita il
suo team con una mina vagante come Tucci. Jones li avrebbe portati con il
suo B’rel occultato e di conseguenza la Hope avrebbe perso il suo miglior
timoniere.
Secondo fronte. Hope pronta a supportare un’eventuale scontro a fuoco con
il Falco da Guerra.
Senza i migliori uomini ai propri posti la Hope non avrebbe avuto alcuna
possibilità. La Jones avrebbe dovuto essere al timone e non sul B’rel.
Terzo fronte. Il pianeta per recuperare l’away team.
Da un’oretta tutte le comunicazioni dal pianeta erano interrotte. Per
qualche strano motivo lo scudo stava bloccando qualsiasi segnale. Non
potevano sapere se il team fosse vivo o comunicare con loro. Se Bueller
aveva pensato a questa eventualità si era scordato di comunicarlo al resto
della nave.
L’unico modo di avvertirli era di organizzare tutto dalla Hope e mandare
qualcuno sul pianeta a recuperarli con le corrette informazioni. Inoltre
era necessario che sul pianeta ci fosse anche un medico. La dottoressa
Graahn era stata categorica su questo punto. Non potevamo sapere se
qualcuno del team fosse vivo, morto, ferito, malato. Non potevamo sapere
che tipo di tecnologia medica si fosse sviluppata sul pianeta. Era un salto
nel buio e la dottoressa era la persona con la maggior esperienza sulla
nave. Per quanto “esperienza” fosse un termine importante per un
guardiamarina.
Era in effetti la persona giusta per poter prendere decisioni di emergenza
sul campo. Il resto del suo team poteva far fronte a emergenze sulla nave.
Questo voleva dire spostare un altro membro dell’equipaggio dalla Hope e
dirottarlo fuori dalla nave.
Quindi con Capitano, Capo OPS e Consigliere a terra, Timoniere, Capo
Sicurezza, Ufficiale Scientifico in missione sul Falco, sulla Hope
sarebbero restati come Ufficiali superiori solo Rest come tattico, Doohan
in sala macchine, Graahn come Ufficiale Medico ma quest’ultima pronta a
scendere sul pianeta per fare la crocerossina e lei come Primo Ufficiale.
Sul pianeta non avrebbe avuto senso mandare la dottoressa da sola, Doohan
non avrebbe saputo nemmeno trovare la strada per la sala teletrasporto e
Rest era fondamentale in Plancia.
Restavano due opzioni. Strauss o lei ste....


Il passo di Xyr si bloccò a mezza altezza. Tutto intorno risultò immobile.
Una sola figura sembrava a suo agio in questo fermo immagine.
Q si avvicinò all’andoriana.
“Come possiate pensare a tutte queste cose inutili contemporaneamente con
un cervello primitivo come il vostro, mi ha sempre affascinato. Aveste
anche solo un milionesimo del potere del mio mignolo..... Però, pensandoci
bene.... potrebbe essere interessante provare in effetti....”
Dalla parete emerse il viso di Q sotto le spoglie di Qin.
“Non si bara.....”
Il Q maschio sospirò.
“Non avevi un pianeta di cui occuparti tu?”
“Sono onnipotente come lo sei tu. Posso essere in due posti
contemporaneamente come te. Niente più trucchi. La nostra scommessa non è
ancora conclusa. Non sono convinta che Bueller rinuncerà così facilmente a
salvare questo popolo.”
“Ma io mi sto annoiando. Non possiamo accellerare un po’ i tempi?”
“Concordo con te che questi esseri sono moooolto lenti, ma non tutti
possono essere Q. O meglio tutti potrebbero se noi volessimo, ma noi non
vogliamo, vero? Ora torna con me sul pianeta. Stanno per adorarci e sarà
divertentissimo.”


...ssa.
Xyr proseguì per la sua strada che la conduceva nei suoi alloggi.
Appena Tucci e il team Basta fossero riusciti a capire come riprendersi il
capitano Bueller, lei e Graahn sarebbero scese sul pianeta per avvertire
Bueller e spiegargli cosa fare. Se li avessero trovati ancora vivi.
“Quell’uomo mi farà impazzire. Probabilmente conoscendolo sarà riuscito a
mettersi nei guai e ora sarà in qualche situazione mortale.”


Crellia - Capitale – 9 aprile 2395 - Ore 05:09
“Fiuuuu. Se mangio ancora un grammo di qualcosa posso davvero morire.”
Bueller si stiracchiò sulla sedia che i Crelliani avevano preparato per
loro attorno ad un tavolo riccamente imbandito. Avevano passato l’ultima
ora a ricevere inchini, elogi, regali. Un ricchissimo banchetto si era
materializzato davanti a loro e loro ne avevano approfittato.
Il Consiglio dei Grandi aveva fatto finalmente capolino dopo essersi
defilato all’arrivo del divino Worrk.
In quel caso la povera Dasha era stata lasciata sola ad affrontare la cosa.
Ora che il pericolo sembrava scomparso tutti si stavano pavoneggiando
davanti a loro.
Un gruppo di Crelliani era stato incaricato di preparare il vecchio tempio
per il ritorno dei Protettori.
Dasha si avvicinò a Bueller.
“Magnifico, la strada per il tempio è ora pronta. Volete farci l’onore di
seguirci?”
Il gruppo si incamminò dietro i Crelliani.
L’opulenza della stanza principale ricolpì Ferris. Tutto era esageratamente
imponente e ricco. Non si poteva dire lo stesso della città. Sembrava tutte
le maggiori ricchezze della Capitale fossero state impiegate nel nuovo
tempio.
Dietro un cancello di vetro dalla forma strana si aprì una stanza bianca
con al centro una scala.
“Già i colori del salone principale sfidavano la decenza, ma anche i
cancelli a forma di lettera dell’alfabeto? L’architetto dovrebbe essere
fucilato.”
“Pensavo di essere io, ma Paulo, mi hai appena confermato di non essere
totalmente impazzito. A me quel cancello sembra una grossa q. Consigliere
che ne pensa?”
Caytlin si soffermò un attimo sul cancello.
“A me ricorda moltissimo la khiks risiana. La trentanovesima lettera del
nostro alfabeto principale. Non ricordavo ci fossero lettere comuni nei
nostri alfabeti.”
“Mah, sarà solo un caso. Dove sono gli addetti alla sicurezza? Ah eccoli
lì. Scusate, a voi cosa ricorda questo cancello?”
Gli occhi di Qin sembravano luminosi come due gemme. Bueller ne rimase
folgorato.
“Direi che mi ricordano la perfezione delle cascate ioniche su Lotorn VI,
la potenza di una nuvola Ghjlsa quando implodendo genera un nuovo
microverso, i soli quadrupli sovrapposti che fra un millennio illumineranno
la Via Lattea...”
La Q si fermò un istante a osservare la faccia allibita di Bueller.
“Intendevo che sì, hanno fatto un buon lavoro, credo che i loro Dei possano
sentirsi abbastanza soddifatti del risultato. Tu che ne pensi Quoo?”
Q guardò il cancello.
“È una porta di vetro.”
Bueller sospirò e ritornò accanto a Caytlin.
Il gruppo entrò all’interno della stanza bianca.
Scesero lentamente le scale.
Bueller continuava a rivedere quel simbolo in ogni angolo. Quella strana q
era sui sostegni delle lampade, sui bordi delle porte, sugli intarsi del
mobilio che adornava il corridoio. Gli stessi pomelli delle porte erano
forgiati in quella forma.
Man mano che proseguirono nel corridoio le stanze cominciarono a cambiare
materiale di costruzione.
Quello che all’inizio sembrava un materiale dalla brillantezza eccessiva,
era ora sostituito da un muro di mattoni o argilla o qualsiasi cosa
avessero utilizzato per far stare su quelle pareti.
Sembrava un viaggio nel tempo a ritroso.
L’ultima porta di legno fu aperta direttamente da Dasha che con un inchino
fece segno a Bueller di precederli all’interno.
Il Capitano della Hope non tergiversò e guidò il gruppo.
Alte mura scavate direttamente nella pietra erano le pareti. Il soffitto
naturale era almeno a 15 metri di altezza. Un caldo tepore proveniva dal
pavimento levigato.
Dei graffiti e dei bassorilievi adornavano buona parte della stanza.
Al centro di ogni rappresentazione c’era sempre una figura luminosa, ma
dalle fattezze femminili.
Sulla parete di fondo un’anacronistica stoffa copriva almeno 20 metri
quadri del muro. Disegnata sopra vi era una figura dall’aspetto familiare
che apriva le braccia come ad accogliere e proteggere chi la guardava.
Il viso nella figura ricordava a Bueller qualcuno, ma non riusciva a
focalizzare chi.
Al centro della stanza quattro statue reggevano una grossa fiaccola
anch’essa in pietra.
Le quattro statue rappresentavano la figura già vista nella stoffa in
diversi atteggiamenti: allegra, irosa, sensuale, pensierosa.
Bueller e Rodriguez si avvicinarono per osservare meglio quei visi.
“A te non ricorda qualcuno?”
“Stavo pensando proprio quello. Non riesco a mettere a fuoco però.”
“Nemmeno io. Magari Caytlin può aiutarci. Consigliere potrebbe....”
La rossa Risiana stava muovendo alternativamente la testa prima alle
statue, poi alla stoffa sul muro e infine alla donna della squadra di
sicurezza. Tutto questo per diverse volte.
Bueller si trovò a fare lo stesso percorso.
Statue, stoffa, Qin. Statue, stoffa, Qin.
Statue...
Stoffa...
Qin...
Qualcosa non gli tornava.
La porta alle loro spalle si chiuse con un tonfo lasciando i cinque della
Hope e Worrk all’interno. Un chiavistello completò la cacofonia.
La fiaccola al centro della stanza cominciò a brillare e improvvisamente
Bueller si sentì svenire.


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Ma questa storia dell'idolo è una cosa diffusa o solo tra le donne? F.
Bueller (Xyr - 03.14 - Scacco matto)


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