[Stml17] [06.XX - Grhaan - Il bivio]
Maddalena
vampitrill a gmail.com
Mar 14 Mar 2017 14:56:25 CET
Ok, ce l'ho fatta anche io.
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*Punto di Imbarco – Cantieri di Utopia Planitia- 19 Novembre 2395 - Ore
23.51*
**
Non sarebbe riuscita a dormire, lo sapeva già.
Non sarebbe nemmeno valsa la pena di provarci. Così, dopo la cerimonia
delle promozioni e la festa che ne era seguita, aveva evitato sia di
prendere la navetta che l'avrebbe ricondotta in Accademia sia di
ritirarsi a dormire nel piccolo alloggio che ad ognuno di loro era stato
messo a disposizione. Melanne si era diretta invece ad una delle ampie
finestre panoramiche e aveva osservato per un po' la nuova Hope senza
realmente vederla.
L'annuncio della Lennox era stato stupefacente per tutti, non era
necessario essere un telepate per capirlo. Ma non quanto avrebbe dovuto,
almeno non per lei.
Se le avessero chiesto di prevedere una cosa del genere, naturalmente,
non ci sarebbe mai riuscita. Ma dopo averlo sentito, per un momento, le
era parso di averlo sempre saputo.
Il progetto Hope era costato tempo e fatica, nonchè innumerevoli mal di
testa ai suoi responsabili, e, nonostante tutto, sembrava essere
riuscito perfettamente. Era difficile giudicarlo dall'interno, ma se
così non fosse stato dubitava che li avrebbero addirittura premiati
invece che limitarsi a farli diplomare per poi spararli in qualche
sperduto avamposto di comunicazione, probabilmente privo delle più
elementari norme igieniche e di qualsivoglia interesse. Alla luce di un
tale successo, le sarebbe sembrato un po' stupido da parte del comando
lasciar cadere i risultati positivi ottenuti. Dopotutto, se il paziente
risponde bene alla cura prosegui con la terapia, non lo dimetti con
l'indicazione di bere molta acqua e non mettersi nei guai.
Aggrottò la fronte mentre le dita tamburellavano sul corrimano. Come le
era venuto un simile paragone? Nemmeno i pazienti fossero loro...
Scosse leggermente la testa, ricacciando quel pensiero inopportuno da
dove era venuto. L'esperimento sarebbe proseguito, addirittura con loro
nei ruoli di ufficiali superiori. Si trattava di un'occasione che, ad
essere ottimisti, non avrebbero rivisto che tra svariati anni.
La domanda, l'unica a contare davvero, era se lei vi avrebbe partecipato.
Melanne sospirò appena.
Il tempo che aveva passato a bordo della Hope era stato per lei...
destabilizzante, ecco. Probabilmente non era il termine che ci si
sarebbe aspettati, ma lei non possedeva l'allegria e l'irruenza di
Bueller e Luna, né era completamente estranea alle emozioni come
sembravano esserlo Xyr, Rest e persino Tucci. Non l'aveva vissuta nè
come un'avventura meravigliosa, nè unicamente come una possibilità di
crescita professionale.
La verità era che lei aveva avuto paura.
Sempre, in ogni singolo istante, ogni volta che era risuonato un
allarme, che il ponte dell'infermeria le era tremato sotto i piedi, che
avevano rischiato di morire. Fece un rapido calcolo mentale sul numero
di situazioni del genere in cui erano incappati e sospirò depressa.
Praticamente sempre.
E in ogni occasione lei non aveva avvertito l'eccitazione del rischio,
più che altro un'insopprimibile voglia di vomitare e rintanarsi in
qualche angolino.
Ma naturalmente, non l'aveva fatto. Dopotutto, aveva ricevuto il
migliore degli addestramenti e aveva imparato nel corso del tempo ad
essere preparata per ogni eventualità con un piano A, un piano B e
spesso un piano F. Aveva sempre reagito e svolto bene il suo compito,
non di meno era stata spesso terrorizzata.
A darle sicurezza era stato il pensiero che, se fossero sopravvissuti,
la sua prossima assegnazione l'avrebbe portata sotto il comando di
personale anziano ed esperto, che avrebbe potuto insegnarle ciò che a
lei ancora mancava oltre alla pura competenza professionale. La loro
esperienza sulla Hope era stata una specie di rischiosissima gita
scolastica. Ma imparare con degli insegnanti a guidarti è diverso che
farlo in una classe abbandonata a sè stessa.
Era stato quel pensiero a sostenerla. Quello e la presenza di Lon.
Nemmeno i suoi pensieri l'avessero evocato, sentì dei passi e capì che
era lui. Chi altri avrebbe potuto raggiungerla lì, dopotutto, invece che
rimanere a festeggiare? Non si voltò.
“Cos’hai intenzione di fare?” gli chiese subito. Era inutile girarci
intorno. Era chiaro che anche lui ci stava pensando, tutti loro lo
stavano facendo, e nel loro rapporto i giri di parole erano sempre stati
inutili.
Lon scrollò le spalle, senza rispondere. Forse era persino più
preoccupato di quel che lei aveva pensato.“Tu?” le chiese di rimando..
*Eh, no, non puoi girare la cosa in questo modo. /Devi/ dirmi cosa vuoi
fare!*
Nei suoi pensieri la frase assunse un che di lievemente isterico, ma
esternamente si limitò a mollargli un pugno sul braccio, strappandogli
un sorriso. “L’ho chiesto prima io!”
Lon non rispose subito, rimanendo in apparente riflessione. In cuor suo
Melanne temeva che avesse già deciso. Deciso di lasciare la Hope. Di
lasciare /lei/.
Tra loro non c'era mai stato niente di romantico, nè mai ci sarebbe
stato. La loro amicizia funzionava proprio dietro a quel limite e
nessuno dei due aveva mai pensato di oltrepassarlo, tanto che entrambi
avevano sempre assecondato le proprie necessità con altre persone. Lei
non aveva mai nemmeno pensato alla possibilità di ottenere
un'assegnazione comune, rassegnandosi al fatto che probabilmente non si
sarebbero rivisti per anni. Ma ora che la possibilità era stata
ventilata, qualcosa era cambiato: era inutile far finta di niente, se
lui avesse deciso di restare lo avrebbe fatto anche lei. E tanti saluti
agli esperti ufficiali superiori che aveva sempre sognato.
Passò qualche attimo di assorto silenzio.
“Non lo so”, rispose lui infine.
Melanne sospirò fissandosi le mani. *Sì, che lo sai.* Lo pensò ma non lo
disse, limitandosi ad affermare ciò di cui tutti e due erano già a
conoscenza.“Hai sempre detto di voler un’assegnazione in prima linea. La
Hope non è certamente quello cui aspiravi”.
“Scherzi? Con Bueller come capitano finiremo nei guai nemmeno un’ora
dopo aver lasciato il cantiere”.
Melanne sorrise.
“Il problema non è lui”, continuò Lon esitando impercettibilmente prima
di aggiungere "ma chi altro deciderà di accettare…”
“Intendi Rest?”
Certo, non aveva valutato l'idea di Rest. Melanne non era sicura che il
vulcaniano avrebbe accettato, ma se lo avesse fatto la sua ambizione li
avrebbe portati a scontrarsi ancora. E una guerra sotterranea fra
ufficiali superiori del tutto inesperti non è il massimo a bordo di una
nave stellare in servizio attivo, per nessuno di quelli coinvolti.
Tuttavia...
“L’universo è pieno di persone ambiziose”, cominciò lentamente, “il
tenente Rest non sarà il primo ne l’ultimo che attraverserà la tua strada”.
Lon rispose con una smorfia infastidita, “posso rimettere al loro posto
persone come lui, l’ho fatto già molte altre volte”.
“Non puoi sempre usare i pugni”.
“Perché no? Funzionano”.
“Sei un ufficiale adesso”.
“Non significa che io indossi i guanti”.
“Ma rischi molto di più di una reprimenda!”
“Sei preoccupata per me?” Le chiese con un sorrisetto provocatorio.
La risposta sincera era /sì/, ma lei non lo disse. “No! Certo!" protestò
invece.
“Non farò nulla di stupido”.
“Ah!” *Questa l'ho già sentita...* aggiunse tra sè e sè con un
sorrisetto mentale. *Come quando hai dato un pugno a Bueller,
immagino...* La sincerità tuttavia non le sembrò la politica migliore in
quel momento. Si limitò a sbuffare. Lon sorrise.
“Sarai a bordo della Hope?” Le chiese a bruciapelo.
Melanne non voleva rispondere. Se gli avesse detto che sarebbe rimasta,
se gli avesse detto di rimanere, lo avrebbe influenzato indebitamente,
forse verso una scelta che avrebbe rimpianto e che avrebbe finito per
compromettere la sua carriera. "Tu?"
“L’ho chiesto prima io stavolta”.
“La Hope è una possibilità intrigante, ce ne sono molte altre, però”.
Una risposta scontata e vaga, l'unica che lei potesse permettersi di dargli.
“Vero”, annuì alla fine Lon senza aggiungere altro e sembrando vagamente
contrariato.
Qualunque sarebbe stata la loro decisione, entrambi avrebbero dovuto
prenderla da soli. Tutti e due lo sapevano. Dopo qualche istante Lon se
ne andò. Lei riportò lo sguardo sulla finestra davanti a loro sulla
nuove Hope al di là di essa.
**
*Terra – Accademia Flotta Stellare - Ufficio Ammiraglio Evelin Lennox -
20 Novembre 2395 - Ore 14:18*
**
Aveva dodici minuti di anticipo rispetto all'appuntamento fissato con la
Lennox, ma il gigantesco boliano che le faceva da assistente la fece
passare comunque.
Fece il suo ingresso in ufficio a passo lievemente rigido, salutò come
dovuto e accettò di prendere posto in una delle due poltroncine di
fronte alla scrivania.
L'ammiraglio le sorrise.
"Allora, dottoressa, ha preso una decisione?"
Melanne annuì. "Sì, Signora."
La Lennox battè appena le palpebre. "Posso sapere qual è?"
L'altra fece scivolare il padd sul piano della scrivania verso di lei.
Non ci furono discussioni, nè richieste di consigli.
L'ammiraglio lesse quanto riportato sul dispositivo e annuì. "Capisco.
Ha altro da comunicarmi?"
"No, nient'altro."
"Allora può andare."
Melanne annuì e la Lennox la osservò alzarsi e lasciare la stanza.
*E due...* pensò.
-------------- parte successiva --------------
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