[Stml17] [06.0X] Tucci Edison - Scelte

Silvia Brunati sbrunati a gmail.com
Gio 16 Mar 2017 12:11:50 CET


Lo sapevo io che Basta aveva un amico! :D

Bel brano.

Silvia Br.

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Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano
occupati. Bertolt Brecht
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Il giorno 16 marzo 2017 08:55, [Krynn] Dalamar <dalamar a krynn.it> ha
scritto:

> Ed ecco qui il brano di Tucci, cosa avrà scelto?
>
> Ciao,
>   Ermes / Tucci
>
>
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> --------------------
> Inizio trasmissione
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>
> [06.0X] Tucci Edison - Scelte
>
>
> Terra – Residenza della famiglia Tucci - 19 Novembre 2395 - Ore 04:00
> ------------------------------------------------------------
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> Edison non riusciva a prendere sonno, non sapeva esattamente perché: da
> giorni
> non riusciva a completare quei test sul teletrasporto tramite laser,
> voleva a
> tutti i costi finalizzare la sua relazione entro la fine del mese. Ma non
> era
> certo fosse quello il motivo. Si alzò e decise di andare a bere un po’ di
> acqua.
> Scese lentamente le scale, non voleva svegliare i suoi. Era tornato a casa
> dei
> propri genitori per qualche giorno, gli mancavano dopo aver trascorso molto
> tempo sulla Hope, e dato che la loro abitazione si trovava vicino
> all’accademia
> aveva preferito stabilirsi da loro piuttosto che negli appartamenti tutti
> uguali
> del convitto dell’accademia.
> Arrivato in cucina prese un bicchiere e lo riempì di acqua, si sedette su
> una
> delle sedie che circondavano l’isola posta al centro della stanza, lasciò
> vagare
> il suo sguardo finché i suoi occhi non si posarono sulle due targhe
> commemorative
> appese al muro, una era la targa della USS Bengasi dove suo padre aveva
> prestato
> servizio, l’altro era un attestato di merito della Avio Space per il
> lavoro di
> ricercatrice della madre.
> “Qualcosa non va?” chiese una voce alle sue spalle.
> Edison fece uno scatto per la sorpresa, rischiando di far cadere il
> bicchiere
> che teneva in mano.
> Una risata. “Non volevo spaventarti, scusa piccolo” sua madre si avvicinò
> e le
> posò una mano sulla spalla.
> “Mamma” sbuffò il neo tenente “Non chiamarmi ‘Piccolo’ non lo sono più da
> quando avevo cinque anni!”
> La donna gli sorrise mentre gli sedeva accanto “Oh ma tu sarai sempre il
> mio
> ‘Piccolo’” con una mano gli sfiorò il viso come per accarezzarlo, ma poi
> ritrasse la mano.
> “Allora, come mai non stai dormendo?”
> “Non lo so”
> “Ancora quella relazione sugli esperimenti che stai facendo in facoltà?”
> “Non lo so”
> “Mmm” la donna fissò il figlio “E la proposta che ti hanno fatto dalla
> Flotta?”
> “No. Sai già cosa ho deciso.”
> “Sei sicuro che non sia quello?”
> Ray ci pensò su un attimo “Non lo so” rispose sospirando.
> Sua madre non disse nulla, aspettò.
> “...e se avessi fatto un errore nella mia scelta?”
> “Non credo proprio, tu hai fatto una scelta di cuore e per una volta hai
> lasciato
> da parte il cervello, stando a quello che mi hai raccontato sulle vicende
> avvenute sulla Hope, hai provato paura, sei rimasto ferito, hai rischiato…”
> “Sì ma ho trovato dei compagni, persone che mi capiscono, amici…”
> “Allora figlio mio, non hai sbagliato a scegliere”
> “No” Edison scosse la testa “Allora deve trattarsi di quei maledetti test”
> esclamò il giovane.
> “Sì” disse la madre, trattenendo una lacrima d’orgoglio e sussurrando un
> ‘Piccolo mio’ senza farsi sentire.
>
>
>
> Terra – Accademia Flotta Stellare - Laboratori - 20 Novembre 2395 - Ore
> 13:00
> ------------------------------------------------------------
> --------------------
> Anche se aveva dormito poco era arrivato presto al centro di ricerca della
> Flotta.
> Come sempre si era buttato a capofitto nel lavoro, la sua concentrazione lo
> escludeva, letteralmente, dal mondo:stava re-impostando i test dal
> duecentotre
> al duecentoquattordici, ogni volta fallivano il trasferimento dati, doveva
> esserci qualcosa nella matrice di recupero del software che non andava,
> aveva
> scritto lui stesso il programma sicuramente gli era sfuggito qualcosa, o
> quello oppure il cristallo del laser era incrinato.
> “Il cristallo” disse mentre consultava la lista dei componenti “No, non può
> essere è certificato secondo il protocollo SER-142V”
> Lanciò una diagnostica sul dispositivo  e attese i risultati.
> Era passata quasi mezz’ora da quando aveva iniziato la verifica del
> dispositivo
> e nel frattempo aveva riportato alcuni dei suoi appunti nella relazione che
> dava compilando, quando il suo comunicatore personale trillò, premette il
> pulsante non prima che fossero passati almeno venti secondi, se non fosse
> stato
> importante avrebbero richiamato più tardi.
> “Qui Tucci”
> =^= Ehi tenente Tucci =^= la voce calorosa di Lon Basta irruppe tramite il
> comunicatore.
> “Oh tenente, mi dica”
> =^= Ehi te lo ricordi che tra tipo quindici minuti, devi essere
> nell’ufficio
> di Lennox, o ci sei già stato? =^= domandò il betazoide.
> “Mmm perchè dovrei andare dall’ammiraglio?” domandò lo scienziato mentre
> continuava a trascrivere i suoi appunti.
> =^= Ehi Ray!! C’è nessuno in casa? Hanno fissato un colloquio a tutti noi…
> sai
> per confermare, o meno, quella piccola questione del nuovo imbarco… =^=
> Silenzio.
> =^= Edison? Rispondi... =^=
> Silenzio.
> Nel laboratorio l’unico suono che si sentì fu un ‘beep’ a conferma della
> fine
> della diagnostica impostata, ma Edison Tucci non era più lì: stava
> correndo a
> perdifiato lungo i corridoi del centro ricerca in direzione dei
> teletrasporti.
>
>
>
> Terra – Accademia Flotta Stellare - Ufficio Ammiraglio Evelin Lennox -
> 20 Novembre 2395 - Ore 14:00
> ------------------------------------------------------------
> --------------------
> Trafelato era arrivato davanti alla porta dell’ufficio dell’ammiraglio
> Lennox un
> minuto prima del suo appuntamento. Era sudato, scapigliato e in disordine
> *Ottima
> presentazione* pensò tra se. L’assistente della Lennox attese che il
> giovane
> riprendesse fiato e si sistemasse al meglio delle possibilità.
> “Tenente Tucci” disse il boliano “Quando è pronto l’ammiraglio può
> riceverla,
> è pronto?”
> L’agitazione lo stava per raggiungere, ma inspirò ed espirò un paio di
> volte,
> ripetendo mentalmente un piccolo mantra che Basta gli aveva insegnato, e
> l’agitazione iniziò a placarsi fino a quando nella sua mente visualizzò le
> sponde di un lago le cui acque erano perfettamente piatte.
> “Sì, sono pronto andiamo”.
> Al neo tenente Edison Ray Tucci bastarono meno di due minuti per firmare,
> davanti all’ammiraglio Evelin Lennox, l’accettazione della nuova
> assegnazione
> sulla USS Hope NCC 25122-A.
> Quando l’uomo lasciò il suo ufficio, Evelin sorrise guardando il PADD
> firmato
> e la scheda di Tucci che aveva richiamato sul su terminale *Bhe a quanto
> pare
> qualcuno ha fatto progressi, dovremo tenerlo d’occhio ma quel ragazzo è
> promettente* poi aprì l’agenda elettronica *Ora a chi tocca?* pensò mentre
> scorreva l’elenco dell’equipaggio della nuova Hope.
>
>
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> Fine trasmissione
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