[Stml17] [06-xx - L’Amor muove il sole e le altre stelle, ma io vado più veloce - Tenente JG Catalunya 'Luna' Jones della Casata di Klaa (Silvia Bi.)]
Silvia Bianchini
ltcomm.sibi a gmail.com
Mar 14 Mar 2017 15:15:40 CET
E per non essere da meno ecco il mio...
Imbarco meno scontato di quello che possiate pensare...
Kisses
Si.Bi.
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*Brano: 06-xx*
*Titolo: L’Amor muove il sole e le altre stelle, ma io vado più veloce*
*Autore: Tenente jr. Catalunya “Luna” Jones della Casata di Klaa (aka
Si.Bi.)*
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*Terra – Arizona – Complesso Flotta Stellare “Amelia Earhart” – Hangar 2*
*19 Novembre 2395 - Ore 23:47*
Dopo l’annuncio dell’Ammiraglio Lennox la festa aveva perso ogni attrattiva
e aveva colto la prima occasione per andarsene. Aveva sopportato anche un
rientro sulla Terra con un ingegnere boliano dalla voglia irrefrenabile di
raccontarle il perché e il percome dell’uso di una moquette in lana
arkoliana rispetto ai soliti materiali utilizzati per gli interni delle
navi della Flotta; non che l’avesse realmente ascoltato. Un impulso
incessante di liberare il suo armadietto al centro di volo della Squadra
Rossa l’aveva condotta li e ora Luna stava contemplando la fila di navette
prototipo di classe Interceptor. Prima di salire sulla Hope non avrebbe mai
pensato di poter neanche solo comparare una Miranda con la gioia di
pilotare quei piccoli gioielli di tecnologia federale. E invece…
“Cadetto Jones! Che ci fa qui?”
I suoi pensieri vennero interrotti dalla calda e virile voce del Tenente
Comandante Marcus, l’istruttore di volo dell’Accademia della Flotta che
soprintendeva i voli della Squadra Rossa e Collaudatore Capo del progetto
Interceptor.
Luna si girò sorridendo
“Tenente Jr Jones, adesso, signore” disse indicando i gradi sul colletto
“Lo sapevo… l’Ammiraglio Lennox mi ha informato, volevo solo prenderla in
giro… le congratulazioni sono d’obbligo ” rispose amabilmente stringendole
la mano “Allora… stava ammirando le navette? Ha notato quel deflettore
sotto la carlinga?”
“Sì, quindi i miei appunti hanno convinto i progettisti…”
“Aveva ragione, stabilità del campo di curvatura aumentata e manovrabilità
con vettori superiori a 90° migliorata del 36%”
“Sono cose che o si fanno o non ci si pensa”
“Ha proprio ragione… non dovrei dirglielo, ma ho chiesto all’Ammiraglio
Lennox di assegnarla qui come collaudatrice, ma immagino che abbia molte
opzioni al momento”
“Collaudare queste meraviglie?! Grazie per aver pensato a me Signore…
solo…” disse Luna sinceramente stupita
“Lo so, lo so… è giovane e talentuosa e i timonieri con queste
caratteristiche sono molto richiesti. Basta anche un grado inferiore al
suo, ma un grande talento, per essere messi a pilotare anche le navi
ammiraglie, cosa che non accade con altri ruoli. Quindi le chiedo solo di
pensarci, noi saremmo felici di averla qui… La lascio ai suoi pensieri.
Ancora congratulazioni tenente”
*Terra – Arizona – Route 66 – The Old And The New Pub & Grill*
*19 Novembre 2395 - Ore 01:17*
Luna spense la moto antigravitazionale nel parcheggio del pub. Si era
spinta a massima velocità costeggiando il Grand Kanyon, poi era rientrata
nel sistema stradale godendo della pressione dell’aria a 300km/h sul suo
corpo. Un giro a vuoto, così tanto per fare, unicamente per il piacere di
farlo.
Altre moto e veicoli terrestri erano parcheggiati. Il locale era sempre
aperto e lei lo aveva sempre apprezzato da quando vi aveva messo piedi per
la prima volta con i suoi colleghi della Squadra Rossa. La distanza dalla
base non era infatti proibitiva ed era sicuramente caratteristico.
Entrando nel locale il suo istinto la fece subito scansare una coppia di
avventori che si stava azzuffando. La musica alta copriva solo parzialmente
il rumore della rissa. Le scazzottate erano all’ordine del giorno e nessuno
si formalizzava troppo, anzi facevano parte dell’esperienza. Una zona senza
troppe leggi e regolamenti, ma sufficientemente controllata da non destare
la preoccupazioni né delle autorità civili, né della Flotta Stellare. In
nessun altro posto sulla Terra Luna aveva sentito quell’atmosfera da nave
da guerra klingon. L’aveva amato sin dal primo momento ed era diventato il
suo rifugio. Il fatto che fosse pieno di cameriere in abiti discinti e che
il proprietario fosse una andoriana con curve mozzafiato e un atteggiamento
da dura erano la ciliegina sulla torta. Questo prima della Hope,
ovviamente. Sembrava passata un’eternità.
“EHEEEHI! FERMI TUTTI!!!” tuonò Seraht
Ogni movimento si fermò. Un Capo della Flotta rimase con il pugno in
posizione tenendo per il colletto uno ktariano che non fece nemmeno un
tentativo di spostarsi. Quando l’andoriana parlava era il momento di
fermarsi.
“Signore e Signori, Luna della Casata di Klaa è tornata!”
Un boato la accolse e tutti gli habitué si affannarono per andare a
salutarla. Solo dopo qualche minuto riuscì finalmente a sedersi al bancone.
“Allora… Tenente…non è che vai un po’ troppo di corsa… ragazzina?” commentò
Saraht mettendole davanti una birra andoriana della sua riserva personale e
servendosene una anche per sé.
“Naaa… questo è il mio passo normale… come va Seraht?”
“tutto uguale come sempre. Brindiamo al tuo brillante futuro… cosa farai
adesso ? hai già una assegnazione?”
“Forse… mi hanno fatto un paio di proposte. Ma ci sto pensando”
“deve essere una cosa seria se la testa più matta che abbia mai conosciuto
si ferma a pensare”
“Già” rispose laconicamente Luna bevendo un sorso di birra
“Luna non mi saluti neanche più?” disse una voce alle sue spalle. La
riconobbe subito e ogni sua cellula vibrò di eccitazione.
“Non dovresti stare in cucina? Il turno non è ancora finito” commentò
l’andoriana seccamente
“Dai mamma, fammi salutare almeno” rispose la voce
Luna buttò giù la birra in un sorso e si girò.
Senal, figlia di Seraht e di un terrestre, Kwatoko, un nativo americano di
discendenza Navajo, era una delle ragazze più belle che avesse mai visto.
Occhi di un blu talmente scuro da sembrare profondità oceaniche su un viso
perfetto e zigomi alti. Un corpo sinuoso e sensuale di un blu tendente al
violetto. Un fiore di ragazza, di sangue misto come lei, di cui Luna era
innamorata dal primo secondo. Un amore ricambiato, ma mai concretizzato. Un
amore che cercava di dimenticare tra le lenzuola di altre ragazze perché
non sarebbe mai riuscita a fermarsi. La vita che aveva scelto, la sua
passione per il rischio e l’avventura l’avevano sempre attirata lontano.
Una vita di casa sarebbe stata una prigione. Ma ora… che fosse possibile
unire le cose? Collaudare prototipi poteva essere una vita lavorativa
sufficientemente rischiosa e sarebbe potuta restare sulla Terra. Senal
avrebbe potuto aprire il suo ristorante… forse avrebbe potuto funzionare.
“Sei sempre più bella” fu l’unica cosa che riuscì a dire
“lo so!” rispose la facendo l’occhiolino “Mi aspetti? Esco tra un’oretta”
“Si, mi faccio qualche birra nel frattempo”
“perfetto” disse lei allontanandosi continuando a guardala negli occhi.
Luna sostenne lo sguardo fino a che non sparì dietro la porta della cucina.
Dopodiché si girò e trovò a un palmo il viso della andoriana.
“ragazzina… non è una ragazza come le altre e so che è innamorata. Decidi
alla svelta quello che vuoi fare nella vita e se non hai intenzione di
restare è meglio che tu non sia più qui quando finirà di lavorare. Mi piaci
e so che sei una brava ragazza, sotto sotto, ma sono pronta a usare il mio
ushaan-tor per rompere la tua testa se la farai soffrire”
*Terra – L’Avana*
*20 Novembre 2395 - Ore 05:47*
Una gradevole brezza riempiva di profumo del mare, di palme e orchidee le
strade deserte de L’Avana costeggiando le case multicolore. Le stesse
strade che fino a qualche ora prima erano state piene di quella fiumana di
persone che dai locali ai fuochi in spiaggia si divertiva, mangiando,
bevendo e ballando le mille varianti della salsa. Ora tutte quelle persone
o dormivano o erano impegnate nel dolce atto dell’amore. Solo pochi erano
svegli a quell’ora e quei pochi perlopiù stavano tornando a casa. Gli orari
lavorativi erano da sempre spostati in avanti in quell’angolo della terra.
Camminando per quelle strade Luna avrebbe dovuto sentirsi a casa: in fondo
ci aveva passato la sua prima infanzia. Ma nonostante il calore vibrante
dell’umanità, quei luoghi non erano veramente casa sua. Troppa… felicità?
Pace? Dietro la patina di vitalità delle serate sulla spiaggia a base di
sesso e sintalcol, c’era una realtà basata di noiosa routine. Niente a che
vedere con l’emozione che provava sulle navi stellari. C’era un motivo per
cui aveva passato buona parte della sua vita su una nave stellare, anche se
priva di ogni comodità come un vascello klingon.
E allora cosa ci faceva li? Cosa c’era di tanto sbagliato in lei da
andarsene così… in sella ad una moto a tutta velocità per tornare a San
Francisco e da li a L’Avana via teletrasporto? Cosa non andava in quella
prospettiva di una vita lavorativa e sentimentale appagata? In quel momento
poteva essere con Senal a divertirsi: le andoriane, per quanto lei lo fosse
solo per metà, sembrano tanto fredde fuori, ma sono molto calde a letto…
quasi come le klingon. Pensando queste cose sorrise tra sé leggermente a
disagio. Non era abituata a pensare alle cose: Luna seguiva sempre e
costantemente il proprio istinto. Seguendolo se ne era andata dal locale,
aveva preso la moto e guidato per ore fino a e in quel momento le sue gambe
la stavano portando in una delle vie laterali della città, meno frequentate
dai turisti, ma non per questo meno suggestive.
Ancora un angolo.
La casa era sempre li: il cancello di legno smaltato di bianco, il giardino
pieno di orchidee in fiore e il magnifico albero di avocado piantato da un
antico avo della famiglia di sua nonna oltre trecento anni prima. Le pareti
esterne di legno fucsia pallido e le tende bianchissime. Superato il
cancello e il tavolino esterno accanto al forno a induzione di plasma (una
sostituzione rispetto al tradizionale forno a legna per conformarsi alle
rigide normative in tema di emissioni voluto dal Governo Terrestre) Luna si
trovò a bussare alla porta.
Dopo qualche minuto, Marysol della Casata di Klaa apparve da dietro la
tendina e il volto da stropicciato di sonno, si illuminò di gioia.
“Catalunya! Dios Mios!”
Aprì rapidamente la porta e la tirò dentro casa abbracciandola.
“Cosa ci fai qui? Torni adesso dai festeggiamenti? Pensavo che saresti
tornata sull’Akesh…ma hai fatto bene vieni siediti” detto questo andò
subito al replicatore.
“Latte e caffè, 38°” disse mentre tagliava una fetta di torta evidentemente
non replicata.
“tieni cara, mangia.”
“Wow, hai fatto la torta di sangue de anjonjolì. Devi essere proprio
contenta!” disse Luna con un sorriso prendendo la forchetta (ndr. trattasi
di una delle tipiche ricette fusion creolo-klingon ideate da Marysol per
unire la tradizione alimentare cubana con quella klingon. Nel preparare la
torta di sangue, Marysol addensa gli ingredienti classici della torta di
sangue con il boniato –la patata dolce- lo sciroppo di canna da zucchero e
l’orzata di sesamo. La preparazione di questo dolce, rigorosamente non
replicato, richiede alcune ore).
“Ma certo che lo sono! Mia nipote si è diplomata tra le prime del suo corso
ed è un Tenente della flotta stellare!”
“Un Tenente jr” corresse Luna continuando a mangiare.
“è uguale… allora… non mi hai risposto… perché sei qui?”
“non lo so… so che dovevo venire a trovarti… nonna…”
“Dimmi cara”
“Non so cosa fare… ho l’opportunità di fare il lavoro che ho sempre voluto
fare, almeno fino all’anno scorso, e allo stesso tempo di poter frequentare
una ragazza speciale…”
“Una ragazza?! E chi sarebbe?” interruppe Marysol
“Si chiama Senal, è bellissima e fa la cuoca”
“Sposala! Guarda che sto diventando vecchia e la casata di Klaa reclama
nipotini”
“Nonna ti prego! Ascoltami… per quanto questa prospettiva di vita sia
fantastica, sento che qualcosa non va e che il mio futuro è lassù” disse
indicando il cielo “L’Ammiraglio Lennox mi ha proposto di diventare il
timoniere di una nuova nave, una nuova Hope… con l’equipaggio della
vecchia…”
“Come tuo nonno, come tua mamma… avete l’avventura nel sangue. Se sei qui è
perché vuoi partire e allora vai e se questa ragazza è davvero speciale ti
aspetterà…o forse no, ma il rischio è quello che ci permette di assaporare
ogni cosa con più intensità, di vivere la vita al 110%. È quello che mi ha
conquistata di tuo nonno e a me ha portato bene. È quello che ha seguito
tua mamma e a lei sfortunatamente no… ma se si fosse accontentata, se non
avesse seguito il suo cuore e fatto quello che realmente voleva, allora
avrebbe solo sprecato la sua vita. Vai, io e tuo nonno saremo sempre vicini
a te. E ora vai a dormire che sembri stanca. Ci penso io a svegliarti”
*Terra - Accademia Flotta Stellare - Ufficio Ammiraglio Evelin Lennox*
*20 Novembre 2395 - Ore 16:00*
=^=Il Tenente JG Jones è arrivata Ammiraglio... =^=
=^=La faccia entrare =^=
**in perfetto orario… questa ragazza è universalmente conosciuta come una
casinista, ma è tra le poche persone al mondo che può andare d’accordo sia
con Bueller che con Xyr… chissà**
Tolta la divisa perfettamente stirata e immacolata, ogni altro particolare
del giovane tenente, tra cui i capelli ribelli e spettinati, dava
l’impressione che avesse fatto una corsa sul filo del rasoio per essere lì
puntuale.
“Prego Tenente, si accomodi”
"Grazie, Ammiraglio... " disse Luna sedendosi e riprendendo fiato
"Vuole un bicchiere d'acqua?"
"Grazie, signore… frizzante se possibile”
L’ammiraglio si alzò e andò verso il replicatore
“Acqua fredda frizzante… allora Tenente ha preso una decisione?” disse
passando il bicchiere a Luna che lo bevve d’un sorso. Poggiò il bicchiere
“Ho saputo che ci sarebbe una posizione come pilota di collaudo per la
classe Interceptor”
“Il Comandante Marcus ha la lingua troppo lunga, ma è vero. Quell’incarico
sembra fatto apposta per lei… quindi immagino che intenda rifiutare la
proposta”
“No… si sbaglia. Accetto” disse passando il padd di incarico controfirmato
“E quell’altro padd?” disse Evelin indicando il padd che era rimasto in
mano a Luna
“ehm… delle piccole richieste”
“mi sembra giusto, mi faccia vedere” l’Ammiraglio prese il padd e cominciò
a leggerlo “… mmm beh certamente potrà portare il suo B’rel, non ho alcuna
intenzione di passare la prossima settimana a sentire le proteste di suo
nonno…ah! non posso far imbarcare un prototipo della Flotta, non può
mettere i piedi in scarpe diverse, ma posso farle avere gli schemi e il
programma di simulazione olografica delle Interceptor, se nel suo tempo
libero ha voglia di dedicarsi a tale progetto…” Evelin appoggiò il padd
sulla scrivania e guardò la giovane divertita “Tenente…gli Ufficiali
superiori non condividono l’alloggio e non posso metterla nella stessa
stanza del consigliere Caytlin”
“Ci ho provato…”
“Buona fortuna tenente… ah e veda di non riportarmi la Hope nelle
condizioni della sua predecessora. Può andare”
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Tenente JG Catalunya 'Luna' Jones della Casata di 'Klaa
Flight Control Office (CONN)
USS Hope - NCC-25122-A
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"Abbassare il limite di velocità!? Certo... salverebbe delle vite, ma
centinaia di persone arriverebbero in ritardo!"
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Private comunicator: ltcomm.sibi a gmail.com
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