[Stml17] [06.XX - Grhaan - Il bivio]
Maddalena
vampitrill a gmail.com
Mar 14 Mar 2017 19:45:09 CET
A questo punto, mi sa che cambio nome XD
Il 14/03/2017 15:45, Franco Carretti ha scritto:
> Bel brano davvero, ma ancora vedo che non scrivi bene il tuo cognome :D
> *Sent:* Tuesday, March 14, 2017 at 2:56 PM
> *From:* Maddalena <vampitrill a gmail.com>
> *To:* Hope <stml17 a gioco.net>
> *Subject:* [Stml17] [06.XX - Grhaan - Il bivio]
> Ok, ce l'ho fatta anche io.
>
>
> ............................................
>
> *Punto di Imbarco – Cantieri di Utopia Planitia- 19 Novembre 2395 -
> Ore 23.51*
>
> **
>
> Non sarebbe riuscita a dormire, lo sapeva già.
>
> Non sarebbe nemmeno valsa la pena di provarci. Così, dopo la cerimonia
> delle promozioni e la festa che ne era seguita, aveva evitato sia di
> prendere la navetta che l'avrebbe ricondotta in Accademia sia di
> ritirarsi a dormire nel piccolo alloggio che ad ognuno di loro era
> stato messo a disposizione. Melanne si era diretta invece ad una delle
> ampie finestre panoramiche e aveva osservato per un po' la nuova Hope
> senza realmente vederla.
>
> L'annuncio della Lennox era stato stupefacente per tutti, non era
> necessario essere un telepate per capirlo. Ma non quanto avrebbe
> dovuto, almeno non per lei.
>
> Se le avessero chiesto di prevedere una cosa del genere, naturalmente,
> non ci sarebbe mai riuscita. Ma dopo averlo sentito, per un momento,
> le era parso di averlo sempre saputo.
>
> Il progetto Hope era costato tempo e fatica, nonchè innumerevoli mal
> di testa ai suoi responsabili, e, nonostante tutto, sembrava essere
> riuscito perfettamente. Era difficile giudicarlo dall'interno, ma se
> così non fosse stato dubitava che li avrebbero addirittura premiati
> invece che limitarsi a farli diplomare per poi spararli in qualche
> sperduto avamposto di comunicazione, probabilmente privo delle più
> elementari norme igieniche e di qualsivoglia interesse. Alla luce di
> un tale successo, le sarebbe sembrato un po' stupido da parte del
> comando lasciar cadere i risultati positivi ottenuti. Dopotutto, se il
> paziente risponde bene alla cura prosegui con la terapia, non lo
> dimetti con l'indicazione di bere molta acqua e non mettersi nei guai.
>
> Aggrottò la fronte mentre le dita tamburellavano sul corrimano. Come
> le era venuto un simile paragone? Nemmeno i pazienti fossero loro...
>
> Scosse leggermente la testa, ricacciando quel pensiero inopportuno da
> dove era venuto. L'esperimento sarebbe proseguito, addirittura con
> loro nei ruoli di ufficiali superiori. Si trattava di un'occasione
> che, ad essere ottimisti, non avrebbero rivisto che tra svariati anni.
>
> La domanda, l'unica a contare davvero, era se lei vi avrebbe partecipato.
>
> Melanne sospirò appena.
>
> Il tempo che aveva passato a bordo della Hope era stato per lei...
> destabilizzante, ecco. Probabilmente non era il termine che ci si
> sarebbe aspettati, ma lei non possedeva l'allegria e l'irruenza di
> Bueller e Luna, né era completamente estranea alle emozioni come
> sembravano esserlo Xyr, Rest e persino Tucci. Non l'aveva vissuta nè
> come un'avventura meravigliosa, nè unicamente come una possibilità di
> crescita professionale.
>
> La verità era che lei aveva avuto paura.
>
> Sempre, in ogni singolo istante, ogni volta che era risuonato un
> allarme, che il ponte dell'infermeria le era tremato sotto i piedi,
> che avevano rischiato di morire. Fece un rapido calcolo mentale sul
> numero di situazioni del genere in cui erano incappati e sospirò
> depressa. Praticamente sempre.
>
> E in ogni occasione lei non aveva avvertito l'eccitazione del rischio,
> più che altro un'insopprimibile voglia di vomitare e rintanarsi in
> qualche angolino.
>
> Ma naturalmente, non l'aveva fatto. Dopotutto, aveva ricevuto il
> migliore degli addestramenti e aveva imparato nel corso del tempo ad
> essere preparata per ogni eventualità con un piano A, un piano B e
> spesso un piano F. Aveva sempre reagito e svolto bene il suo compito,
> non di meno era stata spesso terrorizzata.
>
> A darle sicurezza era stato il pensiero che, se fossero sopravvissuti,
> la sua prossima assegnazione l'avrebbe portata sotto il comando di
> personale anziano ed esperto, che avrebbe potuto insegnarle ciò che a
> lei ancora mancava oltre alla pura competenza professionale. La loro
> esperienza sulla Hope era stata una specie di rischiosissima gita
> scolastica. Ma imparare con degli insegnanti a guidarti è diverso che
> farlo in una classe abbandonata a sè stessa.
>
> Era stato quel pensiero a sostenerla. Quello e la presenza di Lon.
>
> Nemmeno i suoi pensieri l'avessero evocato, sentì dei passi e capì che
> era lui. Chi altri avrebbe potuto raggiungerla lì, dopotutto, invece
> che rimanere a festeggiare? Non si voltò.
>
> “Cos’hai intenzione di fare?” gli chiese subito. Era inutile girarci
> intorno. Era chiaro che anche lui ci stava pensando, tutti loro lo
> stavano facendo, e nel loro rapporto i giri di parole erano sempre
> stati inutili.
>
> Lon scrollò le spalle, senza rispondere. Forse era persino più
> preoccupato di quel che lei aveva pensato.“Tu?” le chiese di rimando..
>
> *Eh, no, non puoi girare la cosa in questo modo. /Devi/ dirmi cosa
> vuoi fare!*
>
> Nei suoi pensieri la frase assunse un che di lievemente isterico, ma
> esternamente si limitò a mollargli un pugno sul braccio, strappandogli
> un sorriso. “L’ho chiesto prima io!”
>
> Lon non rispose subito, rimanendo in apparente riflessione. In cuor
> suo Melanne temeva che avesse già deciso. Deciso di lasciare la Hope.
> Di lasciare /lei/.
>
> Tra loro non c'era mai stato niente di romantico, nè mai ci sarebbe
> stato. La loro amicizia funzionava proprio dietro a quel limite e
> nessuno dei due aveva mai pensato di oltrepassarlo, tanto che entrambi
> avevano sempre assecondato le proprie necessità con altre persone. Lei
> non aveva mai nemmeno pensato alla possibilità di ottenere
> un'assegnazione comune, rassegnandosi al fatto che probabilmente non
> si sarebbero rivisti per anni. Ma ora che la possibilità era stata
> ventilata, qualcosa era cambiato: era inutile far finta di niente, se
> lui avesse deciso di restare lo avrebbe fatto anche lei. E tanti
> saluti agli esperti ufficiali superiori che aveva sempre sognato.
>
> Passò qualche attimo di assorto silenzio.
>
> “Non lo so”, rispose lui infine.
>
> Melanne sospirò fissandosi le mani. *Sì, che lo sai.* Lo pensò ma non
> lo disse, limitandosi ad affermare ciò di cui tutti e due erano già a
> conoscenza.“Hai sempre detto di voler un’assegnazione in prima linea.
> La Hope non è certamente quello cui aspiravi”.
>
> “Scherzi? Con Bueller come capitano finiremo nei guai nemmeno un’ora
> dopo aver lasciato il cantiere”.
>
> Melanne sorrise.
>
> “Il problema non è lui”, continuò Lon esitando impercettibilmente
> prima di aggiungere "ma chi altro deciderà di accettare…”
>
> “Intendi Rest?”
>
> Certo, non aveva valutato l'idea di Rest. Melanne non era sicura che
> il vulcaniano avrebbe accettato, ma se lo avesse fatto la sua
> ambizione li avrebbe portati a scontrarsi ancora. E una guerra
> sotterranea fra ufficiali superiori del tutto inesperti non è il
> massimo a bordo di una nave stellare in servizio attivo, per nessuno
> di quelli coinvolti. Tuttavia...
>
> “L’universo è pieno di persone ambiziose”, cominciò lentamente, “il
> tenente Rest non sarà il primo ne l’ultimo che attraverserà la tua
> strada”.
>
> Lon rispose con una smorfia infastidita, “posso rimettere al loro
> posto persone come lui, l’ho fatto già molte altre volte”.
>
> “Non puoi sempre usare i pugni”.
>
> “Perché no? Funzionano”.
>
> “Sei un ufficiale adesso”.
>
> “Non significa che io indossi i guanti”.
>
> “Ma rischi molto di più di una reprimenda!”
>
> “Sei preoccupata per me?” Le chiese con un sorrisetto provocatorio.
>
> La risposta sincera era /sì/, ma lei non lo disse. “No! Certo!"
> protestò invece.
>
> “Non farò nulla di stupido”.
>
> “Ah!” *Questa l'ho già sentita...* aggiunse tra sè e sè con un
> sorrisetto mentale. *Come quando hai dato un pugno a Bueller,
> immagino...* La sincerità tuttavia non le sembrò la politica migliore
> in quel momento. Si limitò a sbuffare. Lon sorrise.
>
> “Sarai a bordo della Hope?” Le chiese a bruciapelo.
>
> Melanne non voleva rispondere. Se gli avesse detto che sarebbe
> rimasta, se gli avesse detto di rimanere, lo avrebbe influenzato
> indebitamente, forse verso una scelta che avrebbe rimpianto e che
> avrebbe finito per compromettere la sua carriera. "Tu?"
>
> “L’ho chiesto prima io stavolta”.
>
> “La Hope è una possibilità intrigante, ce ne sono molte altre, però”.
> Una risposta scontata e vaga, l'unica che lei potesse permettersi di
> dargli.
>
> “Vero”, annuì alla fine Lon senza aggiungere altro e sembrando
> vagamente contrariato.
>
> Qualunque sarebbe stata la loro decisione, entrambi avrebbero dovuto
> prenderla da soli. Tutti e due lo sapevano. Dopo qualche istante Lon
> se ne andò. Lei riportò lo sguardo sulla finestra davanti a loro sulla
> nuove Hope al di là di essa.
>
> **
>
> *Terra – Accademia Flotta Stellare - Ufficio Ammiraglio Evelin Lennox
> - 20 Novembre 2395 - Ore 14:18*
>
> **
>
> Aveva dodici minuti di anticipo rispetto all'appuntamento fissato con
> la Lennox, ma il gigantesco boliano che le faceva da assistente la
> fece passare comunque.
>
> Fece il suo ingresso in ufficio a passo lievemente rigido, salutò come
> dovuto e accettò di prendere posto in una delle due poltroncine di
> fronte alla scrivania.
>
> L'ammiraglio le sorrise.
>
> "Allora, dottoressa, ha preso una decisione?"
>
> Melanne annuì. "Sì, Signora."
>
> La Lennox battè appena le palpebre. "Posso sapere qual è?"
>
> L'altra fece scivolare il padd sul piano della scrivania verso di lei.
>
> Non ci furono discussioni, nè richieste di consigli.
>
> L'ammiraglio lesse quanto riportato sul dispositivo e annuì. "Capisco.
> Ha altro da comunicarmi?"
>
> "No, nient'altro."
>
> "Allora può andare."
>
> Melanne annuì e la Lennox la osservò alzarsi e lasciare la stanza.
>
> *E due...* pensò.
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