[Stml17] [06.XX - Grhaan - Il bivio]

Ilenia De Battisti fulmine791 a gmail.com
Mar 14 Mar 2017 19:17:06 CET


Bel pezzo ^___^ complimentoni anche a te!

Il giorno 14 marzo 2017 15:45, Franco Carretti <ferris.bueller a mail.com> ha
scritto:

> Bel brano davvero, ma ancora vedo che non scrivi bene il tuo cognome :D
>
> *Sent:* Tuesday, March 14, 2017 at 2:56 PM
> *From:* Maddalena <vampitrill a gmail.com>
> *To:* Hope <stml17 a gioco.net>
> *Subject:* [Stml17] [06.XX - Grhaan - Il bivio]
> Ok, ce l'ho fatta anche io.
>
>
> ............................................
>
> *Punto di Imbarco – Cantieri di Utopia Planitia- 19 Novembre 2395 - Ore
> 23.51*
>
>
>
> Non sarebbe riuscita a dormire, lo sapeva già.
>
> Non sarebbe nemmeno valsa la pena di provarci. Così, dopo la cerimonia
> delle promozioni e la festa che ne era seguita, aveva evitato sia di
> prendere la navetta che l'avrebbe ricondotta in Accademia sia di ritirarsi
> a dormire nel piccolo alloggio che ad ognuno di loro era stato messo a
> disposizione. Melanne si era diretta invece ad una delle ampie finestre
> panoramiche e aveva osservato per un po' la nuova Hope senza realmente
> vederla.
>
>
>
> L'annuncio della Lennox era stato stupefacente per tutti, non era
> necessario essere un telepate per capirlo. Ma non quanto avrebbe dovuto,
> almeno non per lei.
>
> Se le avessero chiesto di prevedere una cosa del genere, naturalmente, non
> ci sarebbe mai riuscita. Ma dopo averlo sentito, per un momento, le era
> parso di averlo sempre saputo.
>
> Il progetto Hope era costato tempo e fatica, nonchè innumerevoli mal di
> testa ai suoi responsabili, e, nonostante tutto, sembrava essere riuscito
> perfettamente. Era difficile giudicarlo dall'interno, ma se così non fosse
> stato dubitava che li avrebbero addirittura premiati invece che limitarsi a
> farli diplomare per poi spararli in qualche sperduto avamposto di
> comunicazione, probabilmente privo delle più elementari norme igieniche e
> di qualsivoglia interesse. Alla luce di un tale successo, le sarebbe
> sembrato un po' stupido da parte del comando lasciar cadere i risultati
> positivi ottenuti. Dopotutto, se il paziente risponde bene alla cura
> prosegui con la terapia, non lo dimetti con l'indicazione di bere molta
> acqua e non mettersi nei guai.
>
> Aggrottò la fronte mentre le dita tamburellavano sul corrimano. Come le
> era venuto un simile paragone? Nemmeno i pazienti fossero loro...
>
> Scosse leggermente la testa, ricacciando quel pensiero inopportuno da dove
> era venuto. L'esperimento sarebbe proseguito, addirittura con loro nei
> ruoli di ufficiali superiori. Si trattava di un'occasione che, ad essere
> ottimisti, non avrebbero rivisto che tra svariati anni.
>
> La domanda, l'unica a contare davvero, era se lei vi avrebbe partecipato.
>
>
>
> Melanne sospirò appena.
>
> Il tempo che aveva passato a bordo della Hope era stato per lei...
> destabilizzante, ecco. Probabilmente non era il termine che ci si sarebbe
> aspettati, ma lei non possedeva l'allegria e l'irruenza di Bueller e Luna,
> né era completamente estranea alle emozioni come sembravano esserlo Xyr,
> Rest e persino Tucci. Non l'aveva vissuta nè come un'avventura
> meravigliosa, nè unicamente come una possibilità di crescita professionale.
>
> La verità era che lei aveva avuto paura.
>
> Sempre, in ogni singolo istante, ogni volta che era risuonato un allarme,
> che il ponte dell'infermeria le era tremato sotto i piedi, che avevano
> rischiato di morire. Fece un rapido calcolo mentale sul numero di
> situazioni del genere in cui erano incappati e sospirò depressa.
> Praticamente sempre.
>
> E in ogni occasione lei non aveva avvertito l'eccitazione del rischio, più
> che altro un'insopprimibile voglia di vomitare e rintanarsi in qualche
> angolino.
>
> Ma naturalmente, non l'aveva fatto. Dopotutto, aveva ricevuto il migliore
> degli addestramenti e aveva imparato nel corso del tempo ad essere
> preparata per ogni eventualità con un piano A, un piano B e spesso un piano
> F. Aveva sempre reagito e svolto bene il suo compito, non di meno era stata
> spesso terrorizzata.
>
> A darle sicurezza era stato il pensiero che, se fossero sopravvissuti, la
> sua prossima assegnazione l'avrebbe portata sotto il comando di personale
> anziano ed esperto, che avrebbe potuto insegnarle ciò che a lei ancora
> mancava oltre alla pura competenza professionale. La loro esperienza sulla
> Hope era stata una specie di rischiosissima gita scolastica. Ma imparare
> con degli insegnanti a guidarti è diverso che farlo in una classe
> abbandonata a sè stessa.
>
> Era stato quel pensiero a sostenerla. Quello e la presenza di Lon.
>
>
>
> Nemmeno i suoi pensieri l'avessero evocato, sentì dei passi e capì che era
> lui. Chi altri avrebbe potuto raggiungerla lì, dopotutto, invece che
> rimanere a festeggiare? Non si voltò.
>
> “Cos’hai intenzione di fare?” gli chiese subito. Era inutile girarci
> intorno. Era chiaro che anche lui ci stava pensando, tutti loro lo stavano
> facendo, e nel loro rapporto i giri di parole erano sempre stati inutili.
>
> Lon scrollò le spalle, senza rispondere. Forse era persino più preoccupato
> di quel che lei aveva pensato.“Tu?” le chiese di rimando..
>
> *Eh, no, non puoi girare la cosa in questo modo. *Devi* dirmi cosa vuoi
> fare!*
>
> Nei suoi pensieri la frase assunse un che di lievemente isterico, ma
> esternamente si limitò a mollargli un pugno sul braccio, strappandogli un
> sorriso. “L’ho chiesto prima io!”
>
> Lon non rispose subito, rimanendo in apparente riflessione. In cuor suo
> Melanne temeva che avesse già deciso. Deciso di lasciare la Hope. Di
> lasciare *lei*.
>
> Tra loro non c'era mai stato niente di romantico, nè mai ci sarebbe stato.
> La loro amicizia funzionava proprio dietro a quel limite e nessuno dei due
> aveva mai pensato di oltrepassarlo, tanto che entrambi avevano sempre
> assecondato le proprie necessità con altre persone. Lei non aveva mai
> nemmeno pensato alla possibilità di ottenere un'assegnazione comune,
> rassegnandosi al fatto che probabilmente non si sarebbero rivisti per anni.
> Ma ora che la possibilità era stata ventilata, qualcosa era cambiato: era
> inutile far finta di niente, se lui avesse deciso di restare lo avrebbe
> fatto anche lei. E tanti saluti agli esperti ufficiali superiori che aveva
> sempre sognato.
>
> Passò qualche attimo di assorto silenzio.
>
>  “Non lo so”, rispose lui infine.
>
> Melanne sospirò fissandosi le mani. *Sì, che lo sai.* Lo pensò ma non lo
> disse, limitandosi ad affermare ciò di cui tutti e due erano già a
> conoscenza.“Hai sempre detto di voler un’assegnazione in prima linea. La
> Hope non è certamente quello cui aspiravi”.
>
> “Scherzi? Con Bueller come capitano finiremo nei guai nemmeno un’ora dopo
> aver lasciato il cantiere”.
>
> Melanne sorrise.
>
> “Il problema non è lui”, continuò Lon esitando impercettibilmente prima di
> aggiungere "ma chi altro deciderà di accettare…”
>
> “Intendi Rest?”
>
> Certo, non aveva valutato l'idea di Rest. Melanne non era sicura che il
> vulcaniano avrebbe accettato, ma se lo avesse fatto la sua ambizione li
> avrebbe portati a scontrarsi ancora. E una guerra sotterranea fra
> ufficiali superiori del tutto inesperti non è il massimo a bordo di una
> nave stellare in servizio attivo, per nessuno di quelli coinvolti.
> Tuttavia...
>
> “L’universo è pieno di persone ambiziose”, cominciò lentamente, “il
> tenente Rest non sarà il primo ne l’ultimo che attraverserà la tua strada”.
>
> Lon rispose con una smorfia infastidita, “posso rimettere al loro posto
> persone come lui, l’ho fatto già molte altre volte”.
>
> “Non puoi sempre usare i pugni”.
>
> “Perché no? Funzionano”.
>
> “Sei un ufficiale adesso”.
>
> “Non significa che io indossi i guanti”.
>
> “Ma rischi molto di più di una reprimenda!”
>
> “Sei preoccupata per me?” Le chiese con un sorrisetto provocatorio.
>
> La risposta sincera era *sì*, ma lei non lo disse. “No! Certo!" protestò
> invece.
>
> “Non farò nulla di stupido”.
>
> “Ah!” *Questa l'ho già sentita...* aggiunse tra sè e sè con un sorrisetto
> mentale. *Come quando hai dato un pugno a Bueller, immagino...* La
> sincerità tuttavia non le sembrò la politica migliore in quel momento. Si
> limitò a sbuffare. Lon sorrise.
>
> “Sarai a bordo della Hope?” Le chiese a bruciapelo.
>
> Melanne non voleva rispondere. Se gli avesse detto che sarebbe rimasta, se
> gli avesse detto di rimanere, lo avrebbe influenzato indebitamente, forse
> verso una scelta che avrebbe rimpianto e che avrebbe finito per
> compromettere la sua carriera. "Tu?"
>
> “L’ho chiesto prima io stavolta”.
>
> “La Hope è una possibilità intrigante, ce ne sono molte altre, però”. Una
> risposta scontata e vaga, l'unica che lei potesse permettersi di dargli.
>
> “Vero”, annuì alla fine Lon senza aggiungere altro e sembrando vagamente
> contrariato.
>
> Qualunque sarebbe stata la loro decisione, entrambi avrebbero dovuto
> prenderla da soli. Tutti e due lo sapevano. Dopo qualche istante Lon se ne
> andò. Lei riportò lo sguardo sulla finestra davanti a loro sulla nuove Hope
> al di là di essa.
>
>
>
> *Terra – Accademia Flotta Stellare - Ufficio Ammiraglio Evelin Lennox - 20
> Novembre 2395 - Ore 14:18*
>
>
>
> Aveva dodici minuti di anticipo rispetto all'appuntamento fissato con la
> Lennox, ma il gigantesco boliano che le faceva da assistente la fece
> passare comunque.
>
> Fece il suo ingresso in ufficio a passo lievemente rigido, salutò come
> dovuto e accettò di prendere posto in una delle due poltroncine di fronte
> alla scrivania.
>
> L'ammiraglio le sorrise.
>
>
>
> "Allora, dottoressa, ha preso una decisione?"
>
> Melanne annuì. "Sì, Signora."
>
> La Lennox battè appena le palpebre. "Posso sapere qual è?"
>
> L'altra fece scivolare il padd sul piano della scrivania verso di lei.
>
> Non ci furono discussioni, nè richieste di consigli.
>
> L'ammiraglio lesse quanto riportato sul dispositivo e annuì. "Capisco. Ha
> altro da comunicarmi?"
>
> "No, nient'altro."
>
> "Allora può andare."
>
> Melanne annuì e la Lennox la osservò alzarsi e lasciare la stanza.
>
> *E due...* pensò.
>
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