[Stml17] [06-xx - L’Amor muove il sole e le altre stelle, ma io vado più veloce - Tenente JG Catalunya 'Luna' Jones della Casata di Klaa (Silvia Bi.)]
Silvia Bianchini
ltcomm.sibi a gmail.com
Mar 14 Mar 2017 15:56:45 CET
Potrei scrivere un libro di ricette ;-)
=========================
Tenente JG Catalunya 'Luna' Jones della Casata di 'Klaa
Flight Control Office (CONN)
USS Hope - NCC-25122-A
=========================
"Abbassare il limite di velocità!? Certo... salverebbe delle vite, ma
centinaia di persone arriverebbero in ritardo!"
______________________________
Private comunicator: ltcomm.sibi a gmail.com
Il 14 mar 2017 15:43, "Massimo Gallo" <keranydd a gmail.com> ha scritto:
Solo a me è venuta fame leggendo la ricetta?
Buona la torta e gran bel pezzo.
Poi una nota di merito per i gusti in fatto di razze e donne ;)
Il giorno 14 marzo 2017 15:15, Silvia Bianchini <ltcomm.sibi a gmail.com> ha
scritto:
> E per non essere da meno ecco il mio...
> Imbarco meno scontato di quello che possiate pensare...
>
> Kisses
> Si.Bi.
>
> *****************************************
>
> *Brano: 06-xx*
>
> *Titolo: L’Amor muove il sole e le altre stelle, ma io vado più veloce*
>
> *Autore: Tenente jr. Catalunya “Luna” Jones della Casata di Klaa (aka
> Si.Bi.)*
>
> *****************************************
>
>
>
> *Terra – Arizona – Complesso Flotta Stellare “Amelia Earhart” – Hangar 2*
>
> *19 Novembre 2395 - Ore 23:47*
>
>
>
> Dopo l’annuncio dell’Ammiraglio Lennox la festa aveva perso ogni
> attrattiva e aveva colto la prima occasione per andarsene. Aveva sopportato
> anche un rientro sulla Terra con un ingegnere boliano dalla voglia
> irrefrenabile di raccontarle il perché e il percome dell’uso di una
> moquette in lana arkoliana rispetto ai soliti materiali utilizzati per gli
> interni delle navi della Flotta; non che l’avesse realmente ascoltato. Un
> impulso incessante di liberare il suo armadietto al centro di volo della
> Squadra Rossa l’aveva condotta li e ora Luna stava contemplando la fila di
> navette prototipo di classe Interceptor. Prima di salire sulla Hope non
> avrebbe mai pensato di poter neanche solo comparare una Miranda con la
> gioia di pilotare quei piccoli gioielli di tecnologia federale. E invece…
>
> “Cadetto Jones! Che ci fa qui?”
>
> I suoi pensieri vennero interrotti dalla calda e virile voce del Tenente
> Comandante Marcus, l’istruttore di volo dell’Accademia della Flotta che
> soprintendeva i voli della Squadra Rossa e Collaudatore Capo del progetto
> Interceptor.
>
> Luna si girò sorridendo
>
> “Tenente Jr Jones, adesso, signore” disse indicando i gradi sul colletto
>
> “Lo sapevo… l’Ammiraglio Lennox mi ha informato, volevo solo prenderla in
> giro… le congratulazioni sono d’obbligo ” rispose amabilmente stringendole
> la mano “Allora… stava ammirando le navette? Ha notato quel deflettore
> sotto la carlinga?”
>
> “Sì, quindi i miei appunti hanno convinto i progettisti…”
>
> “Aveva ragione, stabilità del campo di curvatura aumentata e manovrabilità
> con vettori superiori a 90° migliorata del 36%”
>
> “Sono cose che o si fanno o non ci si pensa”
>
> “Ha proprio ragione… non dovrei dirglielo, ma ho chiesto all’Ammiraglio
> Lennox di assegnarla qui come collaudatrice, ma immagino che abbia molte
> opzioni al momento”
>
> “Collaudare queste meraviglie?! Grazie per aver pensato a me Signore…
> solo…” disse Luna sinceramente stupita
>
> “Lo so, lo so… è giovane e talentuosa e i timonieri con queste
> caratteristiche sono molto richiesti. Basta anche un grado inferiore al
> suo, ma un grande talento, per essere messi a pilotare anche le navi
> ammiraglie, cosa che non accade con altri ruoli. Quindi le chiedo solo di
> pensarci, noi saremmo felici di averla qui… La lascio ai suoi pensieri.
> Ancora congratulazioni tenente”
>
>
>
> *Terra – Arizona – Route 66 – The Old And The New Pub & Grill*
>
> *19 Novembre 2395 - Ore 01:17*
>
>
>
> Luna spense la moto antigravitazionale nel parcheggio del pub. Si era
> spinta a massima velocità costeggiando il Grand Kanyon, poi era rientrata
> nel sistema stradale godendo della pressione dell’aria a 300km/h sul suo
> corpo. Un giro a vuoto, così tanto per fare, unicamente per il piacere di
> farlo.
>
> Altre moto e veicoli terrestri erano parcheggiati. Il locale era sempre
> aperto e lei lo aveva sempre apprezzato da quando vi aveva messo piedi per
> la prima volta con i suoi colleghi della Squadra Rossa. La distanza dalla
> base non era infatti proibitiva ed era sicuramente caratteristico.
>
> Entrando nel locale il suo istinto la fece subito scansare una coppia di
> avventori che si stava azzuffando. La musica alta copriva solo parzialmente
> il rumore della rissa. Le scazzottate erano all’ordine del giorno e nessuno
> si formalizzava troppo, anzi facevano parte dell’esperienza. Una zona senza
> troppe leggi e regolamenti, ma sufficientemente controllata da non destare
> la preoccupazioni né delle autorità civili, né della Flotta Stellare. In
> nessun altro posto sulla Terra Luna aveva sentito quell’atmosfera da nave
> da guerra klingon. L’aveva amato sin dal primo momento ed era diventato il
> suo rifugio. Il fatto che fosse pieno di cameriere in abiti discinti e che
> il proprietario fosse una andoriana con curve mozzafiato e un atteggiamento
> da dura erano la ciliegina sulla torta. Questo prima della Hope,
> ovviamente. Sembrava passata un’eternità.
>
> “EHEEEHI! FERMI TUTTI!!!” tuonò Seraht
>
> Ogni movimento si fermò. Un Capo della Flotta rimase con il pugno in
> posizione tenendo per il colletto uno ktariano che non fece nemmeno un
> tentativo di spostarsi. Quando l’andoriana parlava era il momento di
> fermarsi.
>
> “Signore e Signori, Luna della Casata di Klaa è tornata!”
>
> Un boato la accolse e tutti gli habitué si affannarono per andare a
> salutarla. Solo dopo qualche minuto riuscì finalmente a sedersi al bancone.
>
> “Allora… Tenente…non è che vai un po’ troppo di corsa… ragazzina?”
> commentò Saraht mettendole davanti una birra andoriana della sua riserva
> personale e servendosene una anche per sé.
>
> “Naaa… questo è il mio passo normale… come va Seraht?”
>
> “tutto uguale come sempre. Brindiamo al tuo brillante futuro… cosa farai
> adesso ? hai già una assegnazione?”
>
> “Forse… mi hanno fatto un paio di proposte. Ma ci sto pensando”
>
> “deve essere una cosa seria se la testa più matta che abbia mai conosciuto
> si ferma a pensare”
>
> “Già” rispose laconicamente Luna bevendo un sorso di birra
>
> “Luna non mi saluti neanche più?” disse una voce alle sue spalle. La
> riconobbe subito e ogni sua cellula vibrò di eccitazione.
>
> “Non dovresti stare in cucina? Il turno non è ancora finito” commentò
> l’andoriana seccamente
>
> “Dai mamma, fammi salutare almeno” rispose la voce
>
> Luna buttò giù la birra in un sorso e si girò.
>
> Senal, figlia di Seraht e di un terrestre, Kwatoko, un nativo americano di
> discendenza Navajo, era una delle ragazze più belle che avesse mai visto.
> Occhi di un blu talmente scuro da sembrare profondità oceaniche su un viso
> perfetto e zigomi alti. Un corpo sinuoso e sensuale di un blu tendente al
> violetto. Un fiore di ragazza, di sangue misto come lei, di cui Luna era
> innamorata dal primo secondo. Un amore ricambiato, ma mai concretizzato. Un
> amore che cercava di dimenticare tra le lenzuola di altre ragazze perché
> non sarebbe mai riuscita a fermarsi. La vita che aveva scelto, la sua
> passione per il rischio e l’avventura l’avevano sempre attirata lontano.
> Una vita di casa sarebbe stata una prigione. Ma ora… che fosse possibile
> unire le cose? Collaudare prototipi poteva essere una vita lavorativa
> sufficientemente rischiosa e sarebbe potuta restare sulla Terra. Senal
> avrebbe potuto aprire il suo ristorante… forse avrebbe potuto funzionare.
>
> “Sei sempre più bella” fu l’unica cosa che riuscì a dire
>
> “lo so!” rispose la facendo l’occhiolino “Mi aspetti? Esco tra un’oretta”
>
> “Si, mi faccio qualche birra nel frattempo”
>
> “perfetto” disse lei allontanandosi continuando a guardala negli occhi.
> Luna sostenne lo sguardo fino a che non sparì dietro la porta della cucina.
> Dopodiché si girò e trovò a un palmo il viso della andoriana.
>
> “ragazzina… non è una ragazza come le altre e so che è innamorata. Decidi
> alla svelta quello che vuoi fare nella vita e se non hai intenzione di
> restare è meglio che tu non sia più qui quando finirà di lavorare. Mi piaci
> e so che sei una brava ragazza, sotto sotto, ma sono pronta a usare il mio
> ushaan-tor per rompere la tua testa se la farai soffrire”
>
>
>
> *Terra – L’Avana*
>
> *20 Novembre 2395 - Ore 05:47*
>
>
>
> Una gradevole brezza riempiva di profumo del mare, di palme e orchidee le
> strade deserte de L’Avana costeggiando le case multicolore. Le stesse
> strade che fino a qualche ora prima erano state piene di quella fiumana di
> persone che dai locali ai fuochi in spiaggia si divertiva, mangiando,
> bevendo e ballando le mille varianti della salsa. Ora tutte quelle persone
> o dormivano o erano impegnate nel dolce atto dell’amore. Solo pochi erano
> svegli a quell’ora e quei pochi perlopiù stavano tornando a casa. Gli orari
> lavorativi erano da sempre spostati in avanti in quell’angolo della terra.
>
> Camminando per quelle strade Luna avrebbe dovuto sentirsi a casa: in fondo
> ci aveva passato la sua prima infanzia. Ma nonostante il calore vibrante
> dell’umanità, quei luoghi non erano veramente casa sua. Troppa… felicità?
> Pace? Dietro la patina di vitalità delle serate sulla spiaggia a base di
> sesso e sintalcol, c’era una realtà basata di noiosa routine. Niente a che
> vedere con l’emozione che provava sulle navi stellari. C’era un motivo per
> cui aveva passato buona parte della sua vita su una nave stellare, anche se
> priva di ogni comodità come un vascello klingon.
>
> E allora cosa ci faceva li? Cosa c’era di tanto sbagliato in lei da
> andarsene così… in sella ad una moto a tutta velocità per tornare a San
> Francisco e da li a L’Avana via teletrasporto? Cosa non andava in quella
> prospettiva di una vita lavorativa e sentimentale appagata? In quel momento
> poteva essere con Senal a divertirsi: le andoriane, per quanto lei lo fosse
> solo per metà, sembrano tanto fredde fuori, ma sono molto calde a letto…
> quasi come le klingon. Pensando queste cose sorrise tra sé leggermente a
> disagio. Non era abituata a pensare alle cose: Luna seguiva sempre e
> costantemente il proprio istinto. Seguendolo se ne era andata dal locale,
> aveva preso la moto e guidato per ore fino a e in quel momento le sue gambe
> la stavano portando in una delle vie laterali della città, meno frequentate
> dai turisti, ma non per questo meno suggestive.
>
> Ancora un angolo.
>
> La casa era sempre li: il cancello di legno smaltato di bianco, il
> giardino pieno di orchidee in fiore e il magnifico albero di avocado
> piantato da un antico avo della famiglia di sua nonna oltre trecento anni
> prima. Le pareti esterne di legno fucsia pallido e le tende bianchissime.
> Superato il cancello e il tavolino esterno accanto al forno a induzione di
> plasma (una sostituzione rispetto al tradizionale forno a legna per
> conformarsi alle rigide normative in tema di emissioni voluto dal Governo
> Terrestre) Luna si trovò a bussare alla porta.
>
> Dopo qualche minuto, Marysol della Casata di Klaa apparve da dietro la
> tendina e il volto da stropicciato di sonno, si illuminò di gioia.
>
> “Catalunya! Dios Mios!”
>
> Aprì rapidamente la porta e la tirò dentro casa abbracciandola.
>
> “Cosa ci fai qui? Torni adesso dai festeggiamenti? Pensavo che saresti
> tornata sull’Akesh…ma hai fatto bene vieni siediti” detto questo andò
> subito al replicatore.
>
> “Latte e caffè, 38°” disse mentre tagliava una fetta di torta
> evidentemente non replicata.
>
> “tieni cara, mangia.”
>
> “Wow, hai fatto la torta di sangue de anjonjolì. Devi essere proprio
> contenta!” disse Luna con un sorriso prendendo la forchetta (ndr. trattasi
> di una delle tipiche ricette fusion creolo-klingon ideate da Marysol per
> unire la tradizione alimentare cubana con quella klingon. Nel preparare la
> torta di sangue, Marysol addensa gli ingredienti classici della torta di
> sangue con il boniato –la patata dolce- lo sciroppo di canna da zucchero e
> l’orzata di sesamo. La preparazione di questo dolce, rigorosamente non
> replicato, richiede alcune ore).
>
> “Ma certo che lo sono! Mia nipote si è diplomata tra le prime del suo
> corso ed è un Tenente della flotta stellare!”
>
> “Un Tenente jr” corresse Luna continuando a mangiare.
>
> “è uguale… allora… non mi hai risposto… perché sei qui?”
>
> “non lo so… so che dovevo venire a trovarti… nonna…”
>
> “Dimmi cara”
>
> “Non so cosa fare… ho l’opportunità di fare il lavoro che ho sempre voluto
> fare, almeno fino all’anno scorso, e allo stesso tempo di poter frequentare
> una ragazza speciale…”
>
> “Una ragazza?! E chi sarebbe?” interruppe Marysol
>
> “Si chiama Senal, è bellissima e fa la cuoca”
>
> “Sposala! Guarda che sto diventando vecchia e la casata di Klaa reclama
> nipotini”
>
> “Nonna ti prego! Ascoltami… per quanto questa prospettiva di vita sia
> fantastica, sento che qualcosa non va e che il mio futuro è lassù” disse
> indicando il cielo “L’Ammiraglio Lennox mi ha proposto di diventare il
> timoniere di una nuova nave, una nuova Hope… con l’equipaggio della
> vecchia…”
>
> “Come tuo nonno, come tua mamma… avete l’avventura nel sangue. Se sei qui
> è perché vuoi partire e allora vai e se questa ragazza è davvero speciale
> ti aspetterà…o forse no, ma il rischio è quello che ci permette di
> assaporare ogni cosa con più intensità, di vivere la vita al 110%. È quello
> che mi ha conquistata di tuo nonno e a me ha portato bene. È quello che ha
> seguito tua mamma e a lei sfortunatamente no… ma se si fosse accontentata,
> se non avesse seguito il suo cuore e fatto quello che realmente voleva,
> allora avrebbe solo sprecato la sua vita. Vai, io e tuo nonno saremo sempre
> vicini a te. E ora vai a dormire che sembri stanca. Ci penso io a
> svegliarti”
>
>
>
> *Terra - Accademia Flotta Stellare - Ufficio Ammiraglio Evelin Lennox*
>
> *20 Novembre 2395 - Ore 16:00*
>
>
>
> =^=Il Tenente JG Jones è arrivata Ammiraglio... =^=
>
> =^=La faccia entrare =^=
>
> **in perfetto orario… questa ragazza è universalmente conosciuta come una
> casinista, ma è tra le poche persone al mondo che può andare d’accordo sia
> con Bueller che con Xyr… chissà**
>
> Tolta la divisa perfettamente stirata e immacolata, ogni altro particolare
> del giovane tenente, tra cui i capelli ribelli e spettinati, dava
> l’impressione che avesse fatto una corsa sul filo del rasoio per essere lì
> puntuale.
>
> “Prego Tenente, si accomodi”
>
> "Grazie, Ammiraglio... " disse Luna sedendosi e riprendendo fiato
>
> "Vuole un bicchiere d'acqua?"
>
> "Grazie, signore… frizzante se possibile”
>
> L’ammiraglio si alzò e andò verso il replicatore
>
> “Acqua fredda frizzante… allora Tenente ha preso una decisione?” disse
> passando il bicchiere a Luna che lo bevve d’un sorso. Poggiò il bicchiere
>
> “Ho saputo che ci sarebbe una posizione come pilota di collaudo per la
> classe Interceptor”
>
> “Il Comandante Marcus ha la lingua troppo lunga, ma è vero. Quell’incarico
> sembra fatto apposta per lei… quindi immagino che intenda rifiutare la
> proposta”
>
> “No… si sbaglia. Accetto” disse passando il padd di incarico controfirmato
>
> “E quell’altro padd?” disse Evelin indicando il padd che era rimasto in
> mano a Luna
>
> “ehm… delle piccole richieste”
>
> “mi sembra giusto, mi faccia vedere” l’Ammiraglio prese il padd e cominciò
> a leggerlo “… mmm beh certamente potrà portare il suo B’rel, non ho alcuna
> intenzione di passare la prossima settimana a sentire le proteste di suo
> nonno…ah! non posso far imbarcare un prototipo della Flotta, non può
> mettere i piedi in scarpe diverse, ma posso farle avere gli schemi e il
> programma di simulazione olografica delle Interceptor, se nel suo tempo
> libero ha voglia di dedicarsi a tale progetto…” Evelin appoggiò il padd
> sulla scrivania e guardò la giovane divertita “Tenente…gli Ufficiali
> superiori non condividono l’alloggio e non posso metterla nella stessa
> stanza del consigliere Caytlin”
>
> “Ci ho provato…”
>
> “Buona fortuna tenente… ah e veda di non riportarmi la Hope nelle
> condizioni della sua predecessora. Può andare”
>
> =========================
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