[Stml17] [07.01] - Il passato che ritorna..

Silvia Brunati sbrunati a gmail.com
Mer 29 Mar 2017 13:35:47 CEST


Bello! Mi è piaciuto molto. :)

Silvia Br.
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Tenente J.G. Lon Basta
Capo Sicurezza
USS Hope NCC 25122-A
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Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano
occupati. Bertolt Brecht
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Il giorno 29 marzo 2017 12:46, Franco Carretti <ferris.bueller a mail.com> ha
scritto:

> Brano fantastico! Mi è piaciuta particolarmente la prima parte con le
> riflessioni di Rest.
> Bravissima!
>
> *Sent:* Wednesday, March 29, 2017 at 12:44 PM
> *From:* "Ilenia De Battisti" <fulmine791 a gmail.com>
> *To:* "USS Hope" <stml17 a gioco.net>
> *Subject:* [Stml17] [07.01] - Il passato che ritorna..
> Ecco il mio brano,
> spero possa piacervi ^_^
> Buona lettura!
>
>
>
>
>
> *****************************************
>
> Brano: 07.01
>
> Titolo: Il passato che ritorna..
>
> Autore: Tenente junior grade Rest figlio di Retok (Ilenia)
>
> *****************************************
>
>
>
>
>
> USS Hope - Alloggio del tenente junior grade Rest figlio di Retok
>
> DT 23/03/2396 ore 13.00
>
>
> Rest rientrò piuttosto rapidamente in alloggio, osservandosi attorno nella
> più totale solitudine: era trascorsa un’altra mezza giornata a bordo della
> Hope, un’altra mattinata segnata dall’essere nuovamente lì a dover
> confrontarsi con Basta, con il suo essere emotivo. Non serviva essere
> betazoide per capire come la sua presenza sulla nave non piacesse affatto a
> Lon, ne era pienamente consapevole, e la verità era che non era l’unico
> membro dell’equipaggio che avrebbe volentieri stappato una bottiglia di
> spumante se non lo avesse visto tornare. Si portò verso l’armadio prendendo
> alcune candele, doveva meditare: aveva la necessità di dedicarsi un po’ di
> minuti per ritrovare la propria pace mentale e riavvicinarsi alla pratica
> del Kolinahr.
>
> Era consapevole che sarebbe successo, e del resto era uno dei motivi che
> lo avevano portato a rifiutare quell’incarico: in una nave con ufficiali
> tanto emotivi, le peculiarità della sua razza lo facevano risaltare come
> una fastidiosa mosca bianca all’interno del gruppo. Molti avevano
> l’impressione che i vulcaniani fossero privi della capacità di provare
> qualsiasi forma di emozione, ed in fondo alla sua specie quell’idea non
> dispiaceva affatto: in realtà le emozioni erano parte di ogni vulcaniano,
> ciò che li caratterizzava era la loro grande capacità di controllare ogni
> cosa con la propria mente. Se le altre specie si lasciano guidare dal
> cuore, questo non capita a nessun vulcaniano: è la mente che controlla le
> emozioni, non il contrario.
>
>
> Rest si bloccò per un attimo proprio mentre accendeva le candele, un
> pensiero nella sua mente si stava facendo largo, un dubbio che
> difficilmente sarebbe sparito così facilmente.
>
>
> *Se la mente controlla le emozioni, che cosa ci faccio qui sulla Hope?*
>
>
> Si sedette sul tappeto osservando le candele di fronte a sé, ripensando in
> profondo a quell’ultima sera passata su Sol III. Aveva già deciso di
> lasciare la Hope, aveva comunicato la propria intenzione all’ammiraglio
> senza tergiversare, con piena convinzione, consegnando alla donna una lista
> di navi che riteneva più adatte alle proprie peculiarità: la scelta non era
> stata delle più semplici, ma come ogni vulcaniano aveva dato ascolto alla
> pura logica, e le sue considerazioni lo portavano molto lontano da lì. Poi
> si era ritrovato di fronte Xyr, ancora un po’ provata emotivamente dalla
> lettera di Bueller.
>
> Nella sua mente, Rest cercò di ricordare ancora il momento in cui la
> giovane andoriana lo raggiunse raccontandogli per filo e per segno la
> lettera con la quale il tenente Ferris declinava l’offerta del proprio
> incarico come facente funzione di capitano. La notizia lo lasciò spiazzato
> e, seppure all’esterno non lo desse a vedere, non potè che constatare di
> aver fatto un errore di valutazione: la sua logica lo aveva portato a
> ritenere l’accettazione dell’incarico da parte di Bueller quasi una
> certezza, toccando il 94,65% delle probabilità, eppure lui aveva rifiutato
> quella ghiotta opportunità.
>
> Xyr gli riportò fedelmente le motivazioni che avevano portato il giovane
> terrestre a prendere la propria decisione: Bueller sembrava ritenere
> fondamentale il progetto Hope per tutelare una serie di ufficiali che,
> privi di questa possibilità, a suo modo di vedere avrebbero finito per
> marcire in qualche sperduta base stellare o in qualche piccolo vascello con
> incarichi secondari. Non era dunque il progetto in sé a non essere
> condiviso dal tenente Ferris, quanto la convinzione che la presenza sua e
> di Xyr fosse indispensabile. In questo frangente, la decisione presa da
> Bueller era da ritenersi il risultato della mente di un uomo calmo e posato
> che aveva analizzato in modo logico la situazione e ne aveva tratto le
> proprie conclusioni, non la scelta di un terrestre che, sulla base delle
> sue considerazioni, era considerabile come un giovane oltre modo irruento
> ed avventato.
>
> Il racconto di Xyr lo lasciò per svariati istanti senza parole, aveva
> sempre avuto la certezza che al 89,78% il tenente Bueller lo ritenesse un
> utile spina nel fianco, buono giusto giusto se vi fosse stato un problema
> tattico da risolvere, ma nulla di più: il suo sistema logico ed anaffettivo
> di risoluzione delle questioni lo poneva in antitesi ai suoi metodi, il che
> avrebbe dovuto tradurre per logica la sua uscita di scena come un fatto del
> tutto positivo: che la sua logica lo avesse portato davvero ad errare nella
> valutazione di quel terrestre?
>
> Bueller aveva pensato prima di tutto ai membri dell'equipaggio e Xyr
> sembrava esserne rimasta toccata, del resto lei non si era preoccupata di
> pensare a cosa sarebbe successo una volta partita, esattamente come lui:
> Rest lo dovette ammettere, l’unico pensiero che aveva fatto sulla Hope era
> che un simile progetto fosse fallimentare per la presenza di ufficiali
> troppo inesperti e fondamentalmente molto emotivi, non si era posto il
> problema di quali ripercussioni vi sarebbero state per gli altri una volta
> che quella porta si fosse chiusa. Xyr era stata chiara nell’affermare che
> vi era un dovere che pesava sugli ufficiali superiori, ed in primis su
> Capitano e Primo ufficiale: prendersi cura del proprio equipaggio. A conti
> fatti il suo ragionamento era piuttosto logico ed avvalorato dai fatti: le
> statistiche di cui era a conoscenza parlavano chiaro, il senso di sicurezza
> aumenta del 76% la coesione dell’equipaggio, e ciò aumenta del 68% le
> possibilità che la nave risulti preparata ad affrontare le avversità. Era
> abbastanza evidente che Xyr ritenesse di aver mancato in quel suo dovere,
> ma lui poteva ritenersi immune da quella critica? Avrebbe potuto citare a
> memoria il nome ed i dati principali di tutti i curriculum dei cadetti con
> cui era stato imbarcato sulla Hope, ma senz’altro non aveva fatto nulla per
> proteggerli dalle sfide che aveva comportato quel progetto. Il compito che
> si era prefissato riguardava unicamente un ragionamento squisitamente
> tattico, in cui ogni membro dell’equipaggio occupava il posto di mera
> pedina, null’altro che qualcosa di sacrificabile all’occorrenza: nel suo
> lavoro non aveva mai preso pienamente in considerazione il fattore emotivo,
> del resto per i vulcaniani era sempre stato un fattore ininfluente, ma per
> le altre razze? L’aver ignorato volutamente un fattore a suo parere così
> irrilevante era un suo ennesimo errore di valutazione?
>
>
> Rest tornò a fissare le candele, doveva ammettere con se stesso più errori
> di valutazione di quanti avesse mai potuto accettare, ma c’era di peggio.
> Aveva cambiato idea quando a chiederglielo era stata Xyr: in questa scelta,
> si era fatto convincere di restare perché la Hope aveva bisogno di loro due
> o più semplicemente perché glielo aveva chiesto Xyr? Un pensiero lo bloccò
> di nuovo, mentre ripensava alle parole della giovane andoriana: chi aveva
> avuto l’idea di mandare proprio Xyr a parlare con lui? Il tenente Ferris..
>
> Nella sua lettera, oltre a citare l’idea che le sue capacità sarebbero
> risultate necessarie negli anni a venire per dare supporto a Xyr, asseriva
> che il rispetto che lui nutriva nel tenente lo avrebbero spinto a
> riesaminare l’idea di accettare l’assegnazione sulla Hope: Bueller non solo
> era già giunto alla conclusione che avrebbe rifiutato l’offerta, ma
> sembrava ben sapere che l’unica persona in grado di fargli cambiare idea
> era proprio Xyr. Ma come era possibile? Come per ogni vulcaniano, non è di
> certo tipico della sua razza dimostrare le proprie preferenze per altre
> persone apertamente: le emozioni sono qualcosa che vanno tenute per sé,
> vanno nascoste al mondo, eppure Bueller sapeva qualcosa.. o quanto meno lo
> aveva intuito. Era stato così disattento da lasciar trasparire qualcosa?
>
>
> Spostò lo sguardo nella stanza, soffermandosi su una delle poche olo-foto
> della sua famiglia, che ritraeva sua madre seduta e suo padre rigidamente
> in piedi alle spalle di lei. Il padre, Retok, continuava ad essere un
> diplomatico di consumata esperienza, mentre la madre proseguiva
> indisturbata la sua carriera da concertista di arpa. La sua infanzia non
> era stata sempre delle migliori, da piccolo era difficile per lui
> comprendere a pieno la disciplina del Kolinahr: la loro costante ricerca di
> raggiungere la piena purificazione da qualsiasi emozione attraverso la
> costante ricerca della logica pura, rendeva il loro metodo educativo
> estremamente freddo e distaccato. Infondo, il loro sistema educativo era
> profondamente logico: se i genitori non sono sempre pronti a risolvere i
> problemi dei figli, essi saranno costretti ad imparare molto in fretta ad
> arrangiarsi da soli, volenti o nolenti, soprattutto se ci si ritrova a
> vivere su un pianeta ostile come Breen. La prima nota dolente nel rapporto
> con suo padre nacque quando aveva 16 anni; la sua decisione di non accedere
> all'Accademia delle Scienze di Vulcano per iscriversi presso l'Accademia di
> Strategia Militare di Zakdorn non fu apprezzata in famiglia: seppure il
> padre ufficialmente non si era mai opposto alla sua decisione, Rest aveva
> sempre saputo che quella non era la scelta che suo padre avrebbe voluto da
> lui. Dopo due anni, si iscrisse all’Accademia della Flotta Stellare, ma i
> rapporti con il padre erano rimasti ancora freddi e distaccati: anche in
> quell’occasione non vi fu un’opposizione dalla sua famiglia, ma era
> piuttosto evidente che non vi erano neppure segni di orgoglio negli occhi
> di suo padre. Giunto alla fine di quel suo percorso, aveva comunicato al
> padre le sue scelte, o almeno gli aveva riferito la sua intenzione di
> proseguire il proprio percorso su di una nave con ufficiali in prevalenza
> della sua razza, motivando logicamente le sue scelte ed ottenendo un seppur
> flebile segno di assenso dal padre. Ma ora le cose erano molto diverse,
> aveva scelto di tornare sulla Hope, cosa che per il momento non gli aveva
> ancora comunicato: sapeva che non si sarebbe opposto, neppure a quella sua
> scelta, ma certamente non avrebbe avuto alcun appoggio. Del resto gli era
> bastato osservare lo sguardo del tenente T’Mant, quando gli comunicò che
> non sarebbe salito su nessuna delle nave selezionate da lui: quel malcelato
> disprezzo per aver fatto una scelta poco logica sarebbe stato difficile da
> eliminare dalla propria mente.
>
>
> =^= Tutti gli ufficiali superiori sono richiesti in plancia =^=
>
>
> Il suono dell’interfono interruppe la meditazione di Rest, tutti i
> pensieri che affolavano la sua testa furono rapidamente repressi per
> riassumere la sua maschera priva di ogni empatia: se avesse potuto
> scegliere avrebbe preferito restare lì, ma conosceva i suoi doveri, quindi
> spense le candele, riponendole al loro posto, ed uscì silenziosamente dal
> proprio alloggio.
>
>
>
>
>
> USS Hope - Plancia
>
> DT 23/03/2396 ore 13.30
>
>
> Rest entrò in plancia assieme al tenente Graahn, eseguendo un rapido
> saluto formale e dirigendosi con passo sicuro in direzione della consolle
> tattica. Ad un cenno del capo di Bueller, Xyr procedette ad un piccolo
> riassunto di quanto era capitato solo pochi minuti prima.
>
>
> “Quindi, riassumendo.. abbiamo rilevato un sos inviato da una delle boe di
> emergenza della USS Esperanza NCC-0923, data per dispersa all’incirca
> ottanta anni fa” Xyr sollevò il capo ad osservare i presenti
>
> “Per la precisione,  la sua scomparsa è avvenuta 86 anni fa..” la voce di
> Rest ruppe il silenzio creatosi in plancia “Da quanto riporta il database,
> la USS Esperanza è stata data per dispersa pochi mesi prima dello scoppio
> della rivolta di Ganalda IV, sedata nel sangue dal generale klingon Gorak,
> avversario politico dell’allora cancelliere Azetbur” Rest si fermò leggendo
> in silenzio
>
> “C’è dell’altro, tenente?”
>
> Rest alzò il capo verso Bueller “Solo delle teorie, si fa riferimento ad
> una sorta di antipatia del Capitano della USS Esperanza nei confronti del
> popolo klingon. Stando a quanto riportato nel database, il figlio del
> Capitano era un mercante che si è spinto troppo vicino allo spazio klingon:
> piuttosto di accettare il loro abbordaggio ha tentato la fuga ma il suo
> cargo è andato distrutto, nessun sopravvissuto. Vi sono state delle
> illazioni che la Esperanza abbia avuto a che fare con la rivolta di Ganalda
> IV, ma non vi sono prove a riguardo..”
>
> “E dubito che la Flotta avesse tutto questo interesse a provare un loro
> eventuale coinvolgimento in spazio klingon” concluse Rodriguez
>
> “Resta da capire perché si trovino qui, in questa distesa..”
>
> “Vi è una probabilità del 75,4% che abbiano optato per una simile tattica
> per sfuggire ad eventuali inseguitori.. si tratta di un’area soggetta a
> potenti campi elettromagnetici, che disturbano sia le comunicazioni sia i
> sensori.. quindi diviene decisamente più difficile individuare un vascello
> qui”
>
> “Ne è una riprova il fatto che siamo i primi ad aver captato il loro
> segnale dopo la bellezza di ottant’anni dalla data della loro scomparsa”
> intervenne Caytlin “Evidentemente questi campi magnetici hanno impedito la
> ricezione del segnale fino a che non siamo giunti abbastanza vicini da
> essere a portata”
>
> Bueller annuì tornando ad osservare gli altri “Al momento ci stiamo
> addentrando nella distesa, per individuare il punto da cui parte il segnale
> d’emergenza. Non possiamo viaggiare troppo velocemente a causa dei svariati
> asteroidi che transitano sul nostro percorso ma grazie alle doti del
> tenente Jones dovremmo arrivare tra circa tre ore.”
>
> “Un momento capitano..” la voce della dottoressa Graahn fece voltare tutti
> i presenti “Di che tipo di campi elettromagnetici stiamo parlando? Le
> radiazioni alle quali stiamo andando incontro di che tipologia sarebbero?
> Non mi dite ionizzanti..”
>
> Tucci intervenne prontamente “No dottoressa, si tratta certamente di una
> radiazione non ionizzante. I campi elettro-magnetici di quest’area dello
> spazio si trovano nella regione dello spettro elettromagnetico a lunghezze
> d’onda relativamente grandi e frequenze relativamente basse, di conseguenza
> trasportano una quantità di energia tale da non essere in grado di rompere
> i legami chimici tra molecole”
>
> La dottoressa parve tirare un sospiro di sollievo “Molto bene, una
> radiazione ionizzante sarebbe stata sufficientemente potente per rompere i
> legami del dna, ad ogni modo ci tengo a ricordare a tutti che anche le
> radiazioni non ionizzanti sono pericolose per qualsiasi organismo biologico
> se l’esposizione prosegue per un lungo lasso di tempo.. vi esorto, quindi,
> a soffermarci il minor tempo possibile e poi uscire da quest’area”
>
> “A quali rischi andiamo incontro esattamente?” la domanda di Rodriguez
> anticipò di poco i dubbi di gran parte dell’equipaggio
>
> Graahn sospirò per un attimo “Ovviamente dipende dai tempi di permanenza
> in quest’area, nonché la razza del soggetto.. dato che vi sono razze più
> sensibili o meno a seconda del pianeta di provenienza, ad ogni modo i
> sintomi iniziali potrebbero andare da problematiche psicologiche, come un
> anormale aumento dell'ansia, che può sfociare in depressione o in tendenze
> al suicidio, oppure problemi fisici, come disturbi del sonno, irritabilità,
> nausea e diminuzione della libido: il problema più grave che potremmo avere
> inizialmente è dato dai disturbi circolatori, che già di loro possono
> comportare problematiche più o meno serie, come sensazione di freddo alle
> estremità, gonfiore agli arti inferiori, stanchezza, cianosi, pressione
> alta, mal di testa, vertigini e perdita della memoria” fece una breve pausa
> “Infine, un’esposizione maggiore potrebbe aumentare le probabilità che
> insorga un tumore”
>
> Bueller alzò  il capo “E se polarizzassimo gli scudi?”
>
> “Soluzione fattibile” rispose Doohan “Ma decisamente momentanea, potremo
> allungare il periodo di esposizione sicuro solo di 12 ore.. al massimo di
> una giornata, non di più”
>
> “E non vi sono soluzioni al problema?” Xyr prese la parola tornando a
> guardare la dottoressa
>
> “In caso di emergenza resta sempre l’elettrozina, ma si tratta di una
> soluzione che non durerebbe per molto.. inoltre non credo serva ricordare
> che potrebbe curare gli effetti, ma non può eliminare le radiazioni”.
>
> Bueller annuì osservando la dottoressa “In questo caso cercheremo di
> essere molto rapidi”
>
> “Ma non troppo” la voce di Lon attirò su di sé l’attenzione “Non sappiamo
> nulla di cosa ci stia aspettando, potremmo trovare solo una boa di
> emergenza.. potremmo trovare l’Esperanza.. o potremmo finire diritti dentro
> una trappola” fece una piccola pausa “Siamo in un’area in cui le
> comunicazioni sono impossibili, se dovessimo essere attaccati chi lo
> verrebbe mai a sapere?”
>
> “Devo concordare con l’analisi del tenente Basta” Rest prese la parola
> “Suggerisco di non andare immediatamente sul punto da cui proviene il
> segnale ma di tentare di analizzare l’area con i sensori..”
>
> Bueller annuì “Capisco, c’è altro?”
>
> Rodriguez fece un colpetto di tosse “Io sconsiglierei di avvicinarci
> troppo a prescindere.. anche nel caso in cui vi sia solo una boa o la
> stessa Esperanza”
>
> “Per quale motivo, tenente?” Caytlin osservò il collega
>
> “Molto semplice, quella nave è qui da più di 80 anni.. possiamo ipotizzare
> che sia stata colpita? Bene.. ma se non è così deve esserci qualcosa che
> non le ha permesso di lasciare questa area! Non è che stiamo per andare ad
> impantanarci pure noi?”
>
> Bueller sospirò nuovamente osservando i presenti “Tenente Dohaan, tenente
> Tucci.. mettetevi all’opera, ho bisogno che migliorate il più possibile la
> portata e l’efficienza dei sensori.. tenente Jones, arresti la nave ad una
> distanza di sicurezza dal punto di emissione del segnale d’emergenza”
>
>
>
>
>
> USS Hope - Plancia
>
> DT 23/03/2396 ore 16.00
>
>
> Quasi tutti gli ufficiali superiori erano ancora in plancia, all’infuori
> di Dohaan e Tucci che erano ancora in sala macchine per tentare di
> migliorare l’efficienza dei sensori, e della dottoressa Graahn che era
> andata ad allertare le squadre mediche d’emergenza. Il silenzio regnava
> sovrano, venendo interrotto solo di tanto in tanto da alcuni rapporti
> sull’aumento o sulla diminuzione dei campi elettromagnetici.
>
>
> “Siamo al limitare della distanza di sicurezza” la voce di Luna fece
> voltare tutti i presenti
>
> “Analisi dell’area interessata ed intorno alla nave, non voglio alcuna
> sorpresa”
>
> “La portata dei sensori è stata migliorata dello 0.9% ma resta ancora
> molto al di sotto degli standard” Rest iniziò a digitare alla consolle “Ad
> ogni modo rilevo la fonte del segnale.. si tratta di una boa di emergenza”
>
> “La Esperanza?” chiese Xyr voltandosi verso il tattico
>
> “Non ve n'è traccia alcuna, il che potrebbe essere positivo.. non rilevo
> neppure gli eventuali relitti”
>
> “Pensa che sia stata distrutta?” intervenne Caytlin
>
> “Difficile da dirsi, senza dati è difficile tentare una proiezione delle
> probabilità.. ad ogni modo le ipotesi più solide sono la distruzione della
> Esperanza, una sua cannibalizzazione oppure una sua confisca ed utilizzo
> della stessa.. magari al di fuori dello spazio federale..”
>
> “Potrebbe anche darsi che lo stesso equipaggio abbia mantenuto il
> controllo della nave, trasformandola in una nave generazionale?” chiese
> Caytlin curiosa
>
> Rest annuì “Sì, non posso escluderlo.. anche se rimarrebbe la domanda del
> perché non siano tornati in spazio federale”
>
> Rodriguez fece spallucce “Forse non vogliono essere trovati”
>
> “Se così fosse sarebbe profondamente illogico aver lasciato una boa di
> emergenza attiva. Essa comporta, per sua natura, un aumento del rischio di
> attirare l’attenzione di un vascello federale nell’area” Rest stava ancora
> digitando alla consolle “Signore, dalle analisi devo ritenere che  la boa
> sia stata lanciata compatibilmente in un lasso di tempo che va da 90,34 a
> 76,54 anni fa. Ha impattato con svariate rocce spaziali, ma il nucleo non è
> stato lesionato e dalle scansioni sarei portato a credere che, con una
> probabilità del 89,34%, vi siano state salvate delle informazioni”
>
> “Possiamo scaricare i dati al suo interno?” chiese Bueller
>
> “No, i campi elettromagnetici disturbano i sistemi”
>
> “E tentare un teletrasporto?”
>
> “Da questa distanza no” intervenne Rodriguez “Ma se fossimo un po’ più
> vicini…”
>
> Bueller sbuffò “Rilevate qualche rischio ad avvicinarci?”
>
> Sia Luna che Rest scossero il capo “I sensori non segnalano alcuna
> anomalia spaziale che possa interagire con i sistemi propulsivi, a parte i
> già identificati campi elettromagnetici”
>
> “Molto bene, allora avviciniamoci.. appena presa la boa andiamocene di
> qui” Bueller tornò a sedersi osservando un po’ tutti i membri della
> plancia. Ci vollero alcuni minuti, ma quando vide lo sguardo soddisfatto di
> Paulo che, quasi miracolosamente, aveva recuperato la sonda, si alzò
> “Cadetto Jones, andiamocene di qui.. rotta verso la starbase..” si bloccò
> di colpo sentendo la consolle tattica bippare
>
> “Signore, nave in avvicinamento.. i sensori della nostra nave hanno un
> raggio molto limitato, quindi il vascello deve essere molto vicino alla
> nostra posizione” la voce di Rest fece spalancare gli occhi a tutti gli
> altri presenti
>
> “Vascello? Di che vascello si tratta?” Bueller si avvicinò alla consolle
> tattica
>
> “Sto verificando” Rest digitò rapido alla consolle “Si tratta di un
> vascello federale.. la NCC-0923”
>
> Il resto della plancia si guardò in faccia per poi prorompere tutti “E’ la
> Esperanza!”
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> Ma questa storia dell'idolo è una cosa diffusa o solo tra le donne? F.
> Bueller (Xyr - 03.14 - Scacco matto)
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