[Stml17] R: [Xyr del Clan Clos - 08.09] Agli ordini del Capitano
Maddalena Duci
vampitrill a gmail.com
Dom 12 Nov 2017 11:16:40 CET
Letto anche io, finalmente. Molto molto bello, specialmente l'interazione tra i personaggi. Non ci rimane che chiudere, direi.
----- Messaggio originale -----
Da: "Massimo Gallo" <keranydd a gmail.com>
Inviato: 10/11/2017 15:23
A: "USS Hope" <stml17 a gioco.net>
Oggetto: [Stml17] [Xyr del Clan Clos - 08.09] Agli ordini del Capitano
Nuwe Berria – Cape Jool – 01/08/2396, Ore 13:40
“Corri, corri, corri. Di qua, forza, forza, forza. Muovetevi. Quella sedia non reggerà per molto. Non serve il nostro amico dalle orecchie a punta per confermarvelo in percentuale.”
Luna stava guidando il gruppo per dei corridoi desolati e polverosi alla ricerca di una via di fuga. Xyr chiudeva la fila cercando di punzecchiare Tucci in modo da mantenerlo concentrato e attivo.
La porta alle loro spalle si aprì con un forte colpo.
Chi li stava inseguendo era riuscito a sfondarla.
Luna correndo gettò uno sguardo fuori dalla finestra del corridoio. Erano al secondo piano. Circa dieci metri da terra.
Davanti a loro l’unica via di uscita era una rampa di scale. Dal pianerottolo sentirono delle voci provenire dal piano di sotto.
“Saliamo!”
Luna saltò due scalini alla volta seguita da Doohan la cui forma fisica sembrava sempre al top.
Tucci si bloccò di colpo alla vista delle scale.
“Non ce la posso proprio fare. Sono uno scienziato, io non corro.”
Xyr lo guardò infuriata.
Gli occhi di Tucci si spalancarono sempre di più.
Xyr accennò un sorriso maligno.
Il rossore di Tucci aumentò e per un istante sembrò smettere di respirare.
Si voltò verso le scale che cominciò a fare di corsa superando Doohan e Luna. Xyr lo seguì soddisfatta.
Il terzo piano era esattamente come il secondo. Spazi vuoti, polvere, scrivanie sottosopra.
Xyr si rese immediatamente conto che il gruppo era finito in un vicolo cieco. La parte di muro a 15 metri di fronte a loro era parzialmente crollata impedendo l’accesso alle stanze successive. L’unica via di fuga sembravano le scale da dove erano appena arrivati.
Passi pesanti e veloci dagli scalini sottostanti chiarivano che da lì non si poteva uscire.
Luna si avvicinò di nuovo alle finestre esterne.
Tentò senza fortuna di aprirne una e poi cominciò a picchiare col pugno sul vetro.
“Dannazione!”
Tucci si sporse per vedere fuori. Una quindicina di metri li separavano dal terreno sottostante.
Un rumore di vetri infranti lo destò attirando la sua attenzione.
Xyr aveva appena sfondato una finestra utilizzando una sedia come ariete e ora stava ripulendo veloce i vetri rimanenti attorno al supporto.
Luna la guardò e un ampio sorriso le illuminò il viso.
“Preoccupati....tu mi cominci a piacere.”
Tucci e Doohan le guardarono stupite.
“Ragazzi, non è il momento di fare i gentiluomini e darci la precedenza. Saltate, io e Jones vi seguiremo. Se ci perdiamo di vista il rendez-vous è al Sacarac Pub. Dobbiamo avvertire Bueller.”
Doohan e Tucci guardarono atterriti fuori dalla finestra.
Il timido ingegnere deglutì e si voltò verso Luna.
“Ecco, non è un discorso di precedenza.... è un discorso di pazzia. Siamo al terzo piano. Ci ammazziamo di certo a saltare.”
“Ahhhhhhh....”
La voce terrorizzata di Tucci richiamò l’attenzione di Luna e di James.
Xyr aveva sollevato l’umano di peso e l’aveva appena gettato fuori dalla finestra.
Doohan si avvicinò veloce per vedere che fine avesse fatto il suo compagno.
Circa sei metri sotto di loro, la folta chioma di un albero aveva attutito la caduta di Tucci.
Xyr l’aveva gettato esattamente dove rami e foglie avrebbero impedito all’umano di sfracellarsi a terra.
L’andoriana osservò per un istante Doohan. Il suo viso era tranquillo e lo sguardo deciso. Xyr fece un passo verso il giovane ingegnere.
James non ci pensò un attimo e si gettò fuori dalla finestra.
Luna sorrise.
“Oh sì, potresti essere esattamente il mio tipo.”
Le voci dalle scale erano molto forti.
Xyr indicò una scrivania.
Luna colse al volo l’idea e in due afferrarono il tavolo e corsero verso le scale.
Tre umanoidi armati comparvero sulla soglia della porta e subito vennero investiti dalla scrivania che le due donne stavano usando come scudo.
Lo scontro fu parecchio violento e i tre finirono per cadere dalla rampa delle scale con la scrivania a seguirli.
Luna e Xyr corsero indietro verso la finestra rotta e senza pensarci saltarono fuori.
Nuwe Berria – Sacarac Pub – 01/08/2396, Ore 15:50
Bueller, Rodriguez e Marquez erano concentrati nello studiare alcune mappe di interni e appunti sparsi che Isabella aveva raccolto nell’ultimo periodo.
La ragazza era stata molto scrupolosa nei dettagli.
Tempi delle consegne, quantitativi, descrizioni accurate di diversi imballi su cui era riuscita a mettere le mani. C’era materiale a sufficienza per farsi un’idea di massima, ma serviva un esperto per poter mettere insieme tutti i pezzi.
Doveva presentare Isabella a Tucci e vedere se due menti scientifiche potevano arrivare a qualche conclusione.
Nel frattempo Rodriguez lo stava sbalordendo con geniali trovate su come entrare e su come ottenere informazioni o agganci.
Era incredibile.
Non erano su Nuwe Berria da molto tempo, eppure Paulo era già riuscito a crearsi una rete di informatori da fare impressione.
Bueller si prese una nota mentale di fare qualche verifica appena tornati a bordo.
Voleva almeno essere sicuro Rodriguez non si fosse già venduto la Hope in qualche mercato nero.... e non era una battuta.
Rest era seduto in terra e sembrava intento a meditare.
Era uscito provato dalla fusione mentale e stava in qualche modo cercando di recuperare.
Caytlin stava prendendo in giro Melanne sulla sua ipotetica “conoscenza” del Comandante Marquez.
La Dottoressa Graahn era passata da un colorito porpora ad uno cremisi, poi ad uno vermiglio, per poi stabilizzarsi su un vivo rosso fuoco.
Persino Basta aveva cominciato a punzecchiarla.
Nonostante non si ricordassero gli uni degli altri sembravano un gruppo estremamente affiatato.
Bueller guardò l’ora.
Xyr non aveva ancora fatto sapere nulla. Era passato tempo a sufficienza per mandare il segnale alla Hope.
“Marquez!”
D’improvviso la porta dell’appartamento/ufficio si aprì e uno degli uomini di Marquez entrò di corsa.
“Vieni sotto. Ci sono dei tizi che chiedono di te, ma sanno anche chi è il tizio cui Isabella ha rifatto i connotati.”
Bueller sollevò un sopracciglio.
“Ehi. Nessuno ha fatto caso al fatto che prima mi ha baciato?”
Marquez scattò fuori dalla stanza e Bueller a malincuore lo seguì. Basta andò con loro.
Scesero di corsa le scale ed entrarono nel locale.
Ad attenderli c’erano i suoi ufficiali.
Luna e Doohan erano sporchi di fango, foglie e presentavano diverse abrasioni superficiali sul viso e sulle mani, ma stavano già guarendo.
Erano piegati con le braccia appoggiate alle ginocchia nell’atto di riprendere fiato.
Xyr era in piedi e teneva un corpo inerme a spalle.
Bueller e Basta le si fecero incontro, ma Marquez fece segno a tutti di seguirlo.
“Non qui.”
Xyr fece cenno a Bueller che tutto andava bene e li seguì su per le scale.
Appena entrati nella stanza al piano di sopra Bueller aiutò Xyr a togliersi di spalle il corpo.
Era Tucci, respirava, ma sembrava svenuto.
“Cosa è successo?”
“Il Centro Comunicazioni è vuoto. Qualcosa non quadra. Abbiamo provato ad utilizzare l’antenna, ma quella non è un’antenna. Questo pezzo l’abbiamo preso da lì.”
Bueller guardò lo sportello che Xyr teneva in mano. Gli sembrava un grosso pezzo di legno ricoperto di resina grigia. Una resina che sembrava particolarmente simile ai naniti che scorrevano dentro di loro.
Bueller prese il pezzo dalla mano di Xyr e solo allora si accorse che all’andoriana tremava il braccio.
Dalla sua spalla usciva qualcosa. Sembrava un pezzo di legno conficcato.
“Perchè non l’ha tolto? Sta sanguinando? Cosa è successo ai suoi naniti?”
Xyr lo guardò e si massaggiò la spalla sanguinante.
“Dopo che mi hanno sparato ho cominciato a sentirmi strana.”
“Sparato? Ok, ne parliamo dopo. Dottoressa, si prenda cura di lei.”
Una perplessa Graahn lasciò Tucci e aiutò Xyr a distendersi sul divano.
Bueller si avvicinò a Luna che stava bevendo una birra fresca appena presa dal frigo.
“Che diavolo è successo?” Chi vi ha sparato?”
Luna prese un’altra birra dal frigo e la porse a Ferris.
“Incredibile! Davvero incredibile! Uno spasso!!!! Ma ci succedono sempre cose come questa? Sulla Hope voglio dire?”
Bueller aprì la birra e sospirò.
“Ok, ok. Allora, siamo entrati nel centro comunicazioni. Vuoto, nulla, niente, zero. Praticamente deserto. Lo sciupafemmine là dietro ha cercato di mandare il segnale unendo pezzi presi un po’ qui e un po’ lì, ma booooommmmm, l’antenna è saltata in aria! Uno spettacolo!!!! Poi siamo scappati e c’erano questi tizi che ci inseguivano. La tua amica dai capelli bianchi è tosta. Ha sfondato una finestra con una sedia, ha gettato Tucci fuori dal terzo piano perchè non si decideva a gettarsi da solo e poi abbiamo usato una scrivania come ariete per gettare giù dalle scale quelli che ci seguivano.”
“Ha gettato Tucci dal terzo piano?” Bueller sembrava shockato.
“Tranquillo, aveva visto che sotto c’erano delle piante che avrebbero bloccato la caduta. Poi ci siamo gettate anche noi e siamo atterrate davvero male perchè le chiome erano già state distrutte da Tucci e dal bellimbusto, ma che volo!!!! Grandioso!”
“È lì che si è ferita e che Tucci si è fatto male?”
“Ferita? Ci siamo massacrati tutti, ma tanto c’erano i naniti a curarci. Poi siamo scappati e abbiamo cercato di venire qui. Ho provato ad avvicinarmi al furgone, ma qualcosa l’ha colpito e boooooommmmmm è saltato tutto in aria. La bellona coi capelli bianchi si è messa davanti a Tucci come per proteggerlo e si è presa lo scoppio in pieno. Abbiamo fatto tutti un volo di almeno dieci metri. Sembrava avessimo le ali. Yeaaahh!!!”
Bueller stava ascoltando Luna che raccontava tutto carica a mille.
“Poi siamo saltati in piedi e abbiamo cominciato a scappare di corsa. Lo sai che questa zona è piena di alberi e di strapiombi nascosti? Un paio li abbiamo visti, ma i nostri inseguitori no, uno invece l’abbiamo preso in pieno e siamo rotolati per una scarpata. Sembrava non finisse mai la caduta. M-E-R-A-V-I-G-L-I-O-S-O!!!!!”
“Ah, è così che si sono feriti.”
“No, no. Due tizi ci aspettavano al fondo della scarpata. Non chiedermi come fossero lì ma secondo me sono spuntati dagli alberi perchè mi sembrava prima fossero dietro. Vabbè. Hanno cominciato a sparare dei raggi verdi da quelle strane pistolone. Tucci si è messo a gridare come un matto. Non voglio morire! Io sono uno scienziato! Ho i capelli pieni di foglie e fango! Io resto qui! Insomma sembrava una vecchia zitella e non si muoveva. Xyr gli è saltata addosso proprio quando stavano per colpirlo e si è presa il raggio in pieno. Dovevi vedere che salto. Sembrava un felino. Poi il silenzioso figone che dice di essere un ingegnere ha colpito con un ramo uno dei due e io ho atterrato l’altro. Una scossa di adrenalina che nemmeno quando ero legata a letto con Caytlin.”
“Ok, ora capisco perchè Tucci è svenuto. La botta deve essere stata molto forte.”
“Macchè. Quello ha mille vite. È saltato in piedi urlando che lui è un Ufficiale decorato della Flotta Stellare, che la Convenzione di qualcuno o qualcosa impedisce di trattare i prigionieri in quel modo, che la Terra è rotonda e altre cose simili. Urlava come una sirena. Lo si sentiva a km di distanza. Chiaro che ci avrebbero individuato subito. Lo sai cosa ha fatto la tizia? Si è alzata, si è sistemata il vestito, si è tolta dei rami che le erano finiti tra i capelli, si è avvicinata a Tucci e gli ha sferrato un destro da staccargli la testa!!!!! Secco, svenuto, KO. L’ha preso a spalle e ci ha fatto segno di seguirla. Abbiamo corso per un’oretta. Il resto è storia.”
Luna guardò Ferris e la sua bottiglia di birra.
“Non la bevi quella? Ok, la finisco io.”
Bueller porse la bottiglia a Luna e si voltò verso Xyr.
USS Hope – Plancia – 01/08/2396, Ore 16:20
Strauss stava aspettando impaziente il resoconto.
Avevano escluso diverse possibilità ormai e si erano concentrati su un ipotetico campo di smorzamento.
Qualcosa stava interferendo coi sensori, ma dalla sezione scientifica non ne venivano a capo.
Sembrava chiaramente che le informazioni che i sensori ricevevano fossero create ad hoc.
“Capitano. Ho trovato qualcosa.”
Strauss si alzò e si avvicinò alla postazione scientifica.
“Qualche ora fa abbiamo captato un picco di energia a queste specifiche coordinate. Per un paio di minuti c’è stato come una mancanza di risposta alla scansione che stiamo facendo. Era come se i sensori non captassero più nulla in un’area specifica. Poi di colpo il picco di energia come a compensare una perdita.”
Strauss sembrava curioso. “Cosa può significare?”
“Stiamo ipotizzando che sul pianeta esista una griglia di trasmettitori che ci invia un segnale falsato. Di solito i sensori ci rimandano delle immagini in tempo reale, ma quel ritardo sulla risposta ci ha incuriosito. Il nostro sensore rileva una trasmissione di energia tra due punti. Se questa trasmissione viene, diciamo, indotta, noi riceviamo un segnale diverso dalla realtà.”
Strauss si massaggiò il mento.
“Mi sta dicendo che stiamo vedendo un’immagine molto elaborata del pianeta creata per noi?”
“Esatto signore. Partendo dal picco di energia abbiamo allineato l’onda di emissione dei sensori con il campo elettromagnetico del pianeta e questa griglia di trasmettitori è apparsa. Sono loro a mandare l’immagine che dal pianeta vogliono farci vedere. Come dicevo qualche ora fa uno di questi trasmettitori si è spento e dal pianeta hanno dovuto ricalibrare la griglia.”
Strauss incrociò le mani dietro la schiena.
“Qualcuno dal pianeta potrebbe aver sabotato un trasmettitore?”
Il guardiamarina apparve dubbioso.
“Beh Capitano, è una possibilità.”
Strauss confidava fosse stato il gruppo di Bueller a creare il disguido. Era un buon punto di partenza per riuscire a trovarli.
“Possiamo vedere la reale situazione sul pianeta?”
“Certamente Capitano. Non siamo ancora riusciti a filtrare del tutto il segnale, ma questa che le sto mostrando è un’immagine per il 78% accurata.”
L’immagine era quella di un pianeta spoglio e arido.
Non vi era traccia dei due terzi di acqua risultati dalla prima scansione fatta al loro arrivo.
Solo diverse piccole aree di poche migliaia di km2 completamente ricoperte di alberi.
Li c’era acqua a sufficienza e delle strutture che potevano essere centri abitati.
“Guardiamarina, riesce a darmi informazioni su qualche essere vivente?”
“Mi spiace signore. I sensori non riescono ad essere così precisi. Ci stiamo lavorando.”
Strauss tornò alla postazione del Capitano.
Ragazzi, dove siete finiti?
Nuwe Berria – Sacarac Pub – 01/08/2396, Ore 18:00
Bueller aveva riunito il suo equipaggio e stava tirando le conclusioni di tutti i dati che avevano raccolto.
“Bene, ricapitoliamo un po’. Allora, abbiamo un gruppo di Ufficiali della Flotta qui presenti e probabilmente anche non Federali, intrappolati in versioni diverse della loro vita precedente che girano per la città. Poi?”
Basta stava osservando una delle mappe sul tavolo.
“Abbiamo un centro di controllo sicuramente posizionato nei sotterranei dell’Ospedale. Non vedo edifici nelle vicinanze che potrebbero supportare tutti i corridoi che abbiamo percorso durante la fuga mia e del Signor Rest.”
Bueller annuì.
“Aggiungiamoci anche che la maggior parte degli edifici che credevamo nevralgici si sono rivelati specchietti per le allodole. Come il Centro Comunicazioni.”
Bueller cercò di assumere, senza riuscirci, un’aria seria e professionale.
“Dal punto di vista umano, cosa sappiamo? Caytlin, immagino che non sia semplicissimo per te visto che non ricordi chi sei, ma sono sicuro che il tuo sesto senso possa aiutarci lo stesso. Hai notato qualcosa di particolare nelle persone che hai incontrato in quest’ultimo periodo?”
La risiana fece una smorfia e aggrottò maliziosamente le labbra. Gesto che fece saltare un paio di battiti al cuore di Bueller.
“Beh, devo dire che nell’ultimo periodo ho notato diverse persone che non mi sono sembrate mentalmente presenti. Ora se ci ripenso posso vedere notevoli differenze tra noi e le persone che prendevano i mezzi di trasporto la mattina con me. Sempre le stesse persone ci sta, ma sempre gli stessi movimenti meno. Oppure una buona parte degli insegnanti della scuola dove ho insegnato.”
Caytlin si mise una mano sulla tempia come per attenuare un dolore.
“A pensarci bene non ricordo di aver mai insegnato realmente a degli allievi. Mi sembravano tutte delle comparse in una storia in cui ero protagonista.”
Isabella prese dal tavolo il pannello vegetale che avevano tolto dall’antenna.
“Abbiamo anche dentro di noi degli strani naniti curatori che a prima vista mi sembravano naniti borg, poi ora li troviamo in versione vegetale anche su dei pannelli.”
Bueller annuì di nuovo.
“Naniti disattivati in Xyr.”
Tutti si voltarono verso Melanne, ma fu Rodriguez a parlare per primo.
“In che senso?”
“Nel senso che mi sono stupita del fatto che le sue ferite non guarivano. Ho preso un piccolo campione del mio sangue e confrontato con quello di Xyr. I miei naniti sono vivi, i suoi decisamente morti. Si vede a occhio nudo senza la necessità di usare strumenti. Quello che mi preoccupa è che il suo fisico non sta reagendo bene a questa cosa. Sembra stia avendo sintomi di avvelenamento.”
“Buone notizie mai, vero? Qualche idea del motivo?”
“Il raggio che mi ha colpita.”
L’andoriana era appoggiata ad una parete. Non sembrava del tutto in forma, ma non voleva mollare.
“Da quel momento ho cominciato a sentirmi infastidita. Come se il mio sangue fosse pesante. È una sensazione molto strana e fastidiosa.”
Bueller alzò gli occhi al cielo.
“Senza sembrare insensibile. Qualche idea sul perchè non l’abbiano uccisa, ma abbiano solo disattivato i naniti?”
Il silenzio scese nella stanza.
“92,12% perchè vogliono renderla inoffensiva, ma non rovinare l’involucro. Mi stupisce anche non abbiamo ancora utilizzato i naniti per identificare dove siamo.”
Rest guardò Bueller come ad aspettarsi una successiva domanda da parte del Capitano. Bueller stranamente non la fece.
Poggiò le mani sul tavolo e chiuse un istante gli occhi.
“Non credo sia facile trovare cavie come noi. Siamo materiale genetico di grande valore. Ucciderci vorrebbe dire dover aspettare altri carichi dallo spazio per colmare le perdite e in questo settore non sono tante le navi che transitano e che possono cascare nella loro rete. Ho sempre immaginato potessero sapere dove siamo. Curioso non ci abbiano già fatto visita. Rest, potrebbero non avere le risorse per farlo?”
Il vulcaniano annuì leggermente.
Isabella osservò incuriosita il giovane Capitano della Hope che proseguì nel suo intervento.
“Sfruttiamo questa cosa. Rodriguez, si coordini con Rest e Basta. Con le informazioni in vostro possesso trovi un piano di accesso all’Ospedale. Qualcosa che ci permetta di entrare vivi e di uscirne altrettanto vivi. Su quest’ultima parte gradirei parecchia attenzione.”
Paulo fece un gesto come di offesa, ma poi si mise in un angolo a parlottare con Rest e Basta.
Bueller proseguì.
“Dottoressa, Comandante Marquez sarebbe possibile trovare un modo per inibire volontariamente i naniti su qualcuno di noi? Vorrei poter sfruttare un po’ di privacy quando entreremo in quell’Ospedale, ma ovviamente evitando di suicidarci.”
Marquez sorrise a Graahn e la invitò a uscire con lui dalla stanza.
Bueller si avvicinò a Tucci e Doohan. Gli posò le mani sulle spalle.
“Ho un compito importantissimo per voi. Dobbiamo trovare i mezzi con cui siamo scesi su questo pianeta e renderli pronti per ripartire. Capisco che non vi ricordiate cosa possa essere una navetta spaziale, ma confido nel fatto che appena la vedrete sarete in grado di sapere cosa fare. Luna e Caytlin verranno con voi e vi aiuteranno.”
Luna stava sorseggiando l’ennesima birra ascoltando la discussione da distante.
“Hai anche idea di dove possiamo cominciare a cercare una serie di mezzi volanti? Non ho visto cartelli che indicassero qui c’è una nave spaziale, prego accorrete numerosi!”
Bueller sorrise alla sua amica.
“Luna, sicura tu non abbia mai pilotato un razzo spaziale? Nemmeno in una simulazione?”
“Diavolo! Alla Fightertown Base! Mi sono sempre chiesta perchè i comandi su cui mi esercitavo mi fossero così familiari. Sembravo l’unica a capire come usarli. Vuoi dire che ho fatto test su vere navette?”
Bueller prese una piantina dal tavolo.
“Beh, considerando che la Base è l’unico edificio con un hangar qui attorno, che ti sei fatta le ossa pilotando mezzi strani, che per entrare là dentro serve un’autorizzazione di altissimo livello, direi di farci una visita con un occhio diverso da quello che abbiamo utilizzato fino ad ora.”
Luna saltò in piedi.
“Figo. Forza team, troviamo un mezzo per tornare a casa!”
Caytlin si avvicinò per sussurrare qualche parola nell’orecchio a Ferris.
“Perchè mi hai mandato con quei tre?”
Bueller avvicinò le labbra all’orecchio della ragazza.
“Ti mando con loro perchè tu impedisca a Luna di uccidere Tucci e forzi Doohan a concentrarsi sul lavoro. In più sarai utilissima per aiutarli ad entrare nella Base.”
Xyr si era nel frattempo avvicinata al duo.
Caytlin le sorrise poggiando dolcemente una mano sul suo braccio.
“Vi lascio soli a complottare contro il sistema.”
Allontanandosi, la risiana fece scorrere la sua mano lungo l’avambraccio di Xyr fino alla mano dell’andoriana. Le dita si sfiorarono e Xyr sentì un brivido, ma si ricompose immediatamente.
Bueller guardò la scena.
“Questa è nuova... Comunque, Xyr come si sente? Ce la fa a darmi una mano ad uscire da questo casino? Non vorrei essermi perso qualcosa.”
“Mi sembra lei abbia tutto sotto controllo.... e sinceramente sono un po’ stupita dalla cosa. È una situazione normale tra noi?”
Bueller sembrò colpito dalla frase.
“Assolutamente, siamo sempre d’accordo su tutto noi due e mi ha spesso elogiato pubblicamente per le mie capacità. Ovviamente preferisco mantenere un basso profilo, capisce, un po’ per un discorso di modestia, un po’ per il ruolo.”
L’andoriana sollevò un sopracciglio titubante.
“Controllerò al nostro ritorno sulla Hope.”
USS Hope – Plancia – 01/08/2396, Ore 21:20
Strauss stava aspettando pensieroso nella sala tattica.
Ormai la sezione scientifica gli aveva dato tutte le informazioni che gli servivano tranne una. L’esatta posizione dei ragazzi.
L’interferenza geomagnetica che impediva il teletrasporto creava interferenze anche sulla reale posizione delle persone.
I sensori non riuscivano a distinguere dove fosse l’equipaggio della Hope, tuttavia erano stati in grado di escludere gran parte del pianeta. Alcune zone erano addirittura sovrappopolate.
Una tempesta elettromagnetica stava affliggendo la zona compresa tra la termosfera e l’exosfera del pianeta impedendo a qualsiasi navetta di potersi avvicinare.
Doveva aspettare che la tempesta finisse e poi far scendere un paio di navette a cercare Bueller e gli altri.
Odiava questa situazione.
Nuwe Berria – Esi Bhe Della Hospital – 02/08/2396, Ore 07:58
Bueller e Xyr erano seduti scomodamente dentro un carrello dei vestiti che Basta stava spingendo dentro la lavanderia dell’ospedale.
Ferris si era sottoposto al trattamento per disattivare i naniti sintetizzato dalla Dottoressa Graahn e dal Comandante Marquez.
Nel piano escogitato da Rodriguez per permettere di entrare nei sotterranei, c’erano delle parti lasciate all’improvvisazione. Questo non aveva comunque fermato il team.
C’era stato decisamente poco tempo per imbastire un piano a prova di errore e i dati che avevano erano davvero pochi.
La base del piano comunque era semplice.
Attirare l’attenzione sfruttando l’ovvia possibilità che i naniti funzionassero da tracciatore per i loro carcerieri.
Nel frattempo Xyr, Bueller e Basta si sarebbero introdotti “occultati” all’interno dei sotterranei per carpire tutte le informazioni del caso.
Si erano quindi divisi in 4 gruppi.
Uno composto da Rodriguez, Graahn e Rest che doveva aggirarsi per la città attirando il più possibile l’attenzione.
Un altro con Isabella e Marquez che doveva far saltare un po’ di scrivanie negli uffici della Spolecnost Company.
Tucci con Doohan, Luna e Caytlin avrebbero cercato un mezzo per lasciare il pianeta nella Fightertown base.
Poi c’erano appunto Bueller, Xyr e Basta.
Ad ogni saltello sul pavimento i due occupanti il carrello si ritrovavano sempre più scomodi.
“Scusi Xyr. Se sposta un po’ la gamba riesco a far riprendere la circolazione al braccio. Così grazie.... Idea proprio geniale questa di Rodriguez. Poi perchè quest’odore terribile? Proprio sporchi dovevano essere gli abiti?”
“Ssssttt. Fate silenzio lì dentro. Stiamo per entrare. Quando ve lo dico saltate fuori da sotto e nascondetevi. Tre metri alla vostra destra troverete una delle porte individuate da Rodriguez per entrare.”
Basta spinse il carrello dentro una stanza dove altri due inservienti stavano trasferendo gli indumenti sporchi prelevati dall’ospedale.
“Buongiorno. Questi dove li metto?”
Il betazoide nel rivolgersi agli inservienti estrasse dal carrello due camici verdi palesemente macchiati e dall’odore disgustoso.
Gli inservienti indicarono schifati una zona al fondo della stanza.
Basta spinse lì il carrello.
“Ora....”
Bueller e Xyr uscirono goffamente e si nascosero dietro un armadio.
Lentamente Xyr forzò la porta che li avrebbe condotti ai sotterranei. La aprirono ed entrarono.
Nuwe Berria – Fightertown Base – 02/08/2396, Ore 08:08
Luna passò il suo badge sul display della porta di servizio all’ingresso est.
Come previsto non funzionò.
Dovevano passare la recinzione per poter accedere all’hangar e scavalcare non era un’opzione praticabile specie con Tucci.
Si voltò per cercare il gruppo, ma non li vide.
“Che fai, aspetti fuori?”
La voce di Caytlin arrivò dall’interno della recinzione.
“Come....”
Il sorriso disarmante della risiana si accompagnò allo sventolio di un badge.
“Un gentilissimo guardiano mi ha fatto entrare dall’ingresso principale e voleva anche accompagnarmi per un breve tour della base. Ho declinato il tour e Doohan mi ha aiutata a metterlo a nanna. Però il badge me lo sono tenuto.”
Luna scosse la testa contrariata e camminò fino all’ingresso principale tenuto aperto da Tucci.
Nuwe Berria – Esi Bhe Della Hospital – 02/08/2396, Ore 08:20
Bueller e Xyr stavano girando da diversi minuti nei corridoi sotterranei. Avevano incontrato numerose pattuglie. Come aveva fatto notare Bueller, la maggior parte delle guardie armate avevano tutte una stranissima somiglianza tra di loro. Come se fossero stati fatti con lo stesso stampo genetico.
Le mappe create con l’aiuto di Rest erano pressochè perfette. Il vulcaniano aveva memorizzato ogni corridoio durante la loro fuga e aveva aiutato Rodriguez a riprodurre su carta il tutto.
Senza grossi problemi avevano escluso zone non interessanti ed evitato diverse ronde.
Si erano concentrati su un paio di aree a sentire Rest di particolare interesse. Il vulcaniano aveva seguito diversi condotti di energia e valutato dove la richiesta poteva essere maggiore.
Bueller si fermò a guardare da dietro un angolo del muro.
“Secondo Rest ci sono il 65% di possibilità che questo corridoio porti ad una sala molto interessante.”
“64,36%”
Il Capitano alzò gli occhi al cielo.
“Ora mi comincia anche a correggere su queste cose? Lasciamo perdere. Piuttosto, ci sono due di guardia all’ingresso. Idee su come passare senza farci troppo notare?”
Xyr si guardò intorno.
“Forse ho un’idea. Sopra i condotti di energia c’è dello spazio. Potremmo cercare di arrampicarci e seguendoli piomberemmo quasi sulla testa dei due. Dovremmo essere silenziosi e non lamentarci ad ogni metro.”
Ferris guardò verso l’alto. A tre metri da terra dei tubi rossastri seguivano il muro fino a dentro la stanza in fondo al corridoio. Effettivamente sopra i tubi c’era dello spazio per poterci strisciare sopra.
“Lei non se ne ricorda, ma sulla Hope sono famoso per la mia agilità, oltre che per la mia gestione delle situazioni difficili. L’ammiraglio Lennox mi ha scelto a guidare la Hope proprio per la mia integrità e per la mia capacità nel gestire simili azioni.”
Xyr lo guardò con aria quasi compassionevole.
“Allora dovrò aggiungere queste sue doti nei file che mando giornalmente all’Ammiraglio.”
“Beh quei files sono in effetti da riveder.... si ricorda dei files?”
Xyr stava già cercando un appiglio per raggiungere i condotti sul soffitto e rispose a Bueller senza guardarlo direttamente.
“Ho riacquistato la memoria stanotte. Penso che la disattivazione dei naniti, la febbre che mi ha colpito in seguito alla ferita e la coscienza di non essere chi credevo di essere, abbiano sbloccato la situazione. Non ho ancora il 100% dei ricordi, ma ci sto lavorando.”
Bueller la rimproverò.
“Quando aveva intenzione di dirmelo?”
“Volevo scoprire fino a che punto potesse rendersi ridicolo.... Capitano.”
Xyr poggiò un piede su una sporgenza e con uno slancio riuscì ad appendersi ad uno dei condotti e ad issarcisi sopra.
Bueller la seguì.
Silenziosamente riuscirono a portarsi quasi sopra i due guardiani.
I due ufficiali si fissarono per un istante e in contemporanea piombarono in terra.
La sorpresa giocò a loro favore ed ebbero immediatamente la meglio sulle guardie.
Il badge di uno dei due malcapitati li fece entrare.
Lo spettacolo che li accolse li lasciò senza fiato.
La stanza dava l’impressione di una grande serra, molto più grande di quello che si erano immaginati.
Dal soffitto scendevano centinaia di cavi. Ad uno sguardo più attento capirono che quei cavi erano radici.
Si nascosero dietro una paratia per osservare meglio.
Ad una ventina di metri dall’ingresso la maggior parte dei cavi confluiva verso una strana struttura metallica.
Bueller fece cenno a Xyr di seguirlo.
Si avvicinarono, sempre di nascosto, alla struttura.
“Cosa le ricorda?”
Xyr lo osservò attentamente.
“Una navetta borg.....”
“Infatti. E quelle radici entrano direttamente nella navetta. Guardi quei contenitori. A me sembra sia lo stesso liquido grigiastro che ci scorre nelle vene.”
L’andoriana seguì lo sguardo di Bueller.
“Cosa ci sarà al di là di quei due portoni?”
“Saliamo là sopra. Avremo una visione migliore.”
I due si mossero silenziosi.
Attorno alla navetta Xyr notò muoversi due figure. Sembravano analizzare qualcosa. Rallentò per un istante.
I corpi erano ricoperti da qualcosa di rigido.
“Capitano. Laggiù.”
Bueller si voltò lentamente ad osservare.
“Sembrano ricoperti di corteccia. Un incrocio tra una pianta ed un essere umano. Mai visto nulla di simile. Proseguiamo. Di qua.”
I due ragazzi si trovarono presto sopra una passerella da cui osservare l’impianto per intero.
“Fiuuuu.”
Xyr guardò sorpresa Bueller.
“È la sua dettagliata valutazione tecnica?”
Il grosso complesso si estendeva in profondità per diversi piani.
La struttura principale era collegata alla navetta borg. Dal soffitto scendevano migliaia di radici, molte più di quelle che erano riusciti a vedere dall’ingresso.
Container di naniti modificati occupavano un’intera parete a est della struttura.
La parete a nord sembrava invece dedicata allo stoccaggio di qualcosa di strano. Sembravano celle di contenimento con dei corpi inermi all’interno.
A ovest invece c’erano dei laboratori e delle sale operatorie. Da lassù era difficilissimo capire bene di cosa si trattasse.
A presidiare l’area c’erano una trentina di quegli strani esseri.
Xyr fece cenno a Bueller di seguirlo.
Aveva notato una consolle e voleva cercare di capire se era possibile accedere a qualche dato.
“La tecnologia non mi sembra troppo avanzata. È più un qualcosa di vegetale che di artificiale, ma i dati sembrano accessibili.”
Bueller le proteggeva le spalle.
“Riesce a copiare qualcosa?”
“Penso di sì. Devo solo trovare qualche supporto su cui trasferire il tutto. Speriamo che quello che è riuscita a recuperare Isabella da uno dei camion sia utile.”
L’andoriana estrasse dal suo zaino un contenitore metallico che collegò alla consolle.
“Ci sono diversi schemi interessanti, ma non riconosco completamente la scrittura. Speriamo Tucci sia in grado di codificare il tutto. Mi posso basare su quello che avevo imparato a leggere quando credevamo di essere dirigenti d’azienda."
"Perché lei si ricorda e io no?"
Xyr proseguì senza badare a Bueller.
"A prima vista sembra esistere una sorta di simbiosi tra delle piante e degli esseri di carne. Il tutto facilitato da questi strani naniti. Credo che quella navetta borg abbia invaso il pianeta cercando di assimilarne gli abitanti. Qualcosa però deve essere andato storto. É come se il tipico procedimento borg non abbia funzionato perchè il DNA era già ibrido. Gli abitanti avranno comunque subito enormi perdite. Le piante da sole non potevano sopravvivere e i pochi superstiti hanno escogitato un modo per ottenere carne fresca attirando alieni sul loro pianeta. Vede questo? Sembra un tracciato sinaptico. Forse è il modo con cui ci inoculano le nuove informazioni.”
Bueller la guardò stupito.
“Tutto davvero moooolto interessante. Che ne dice di uscire da qui prima che ci piantino in qualche vaso?”
Xyr annuì e staccò il dispositivo.
Scesero dalla passerella e raggiunsero l'uscita. In pochi minuti furono in grado di trovare un accesso sicuro al piano pubblico dell'Ospedale.
Avevano trovato quello per cui erano qui, ma molte domande restavano ancora senza risposta.
All'uscita incontrarono Basta come da accordi e si allontanarono dalla zona.
"Ora non resta che sperare in Luna."
-------------- parte successiva --------------
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