[Stml17] 08.05 - IL GRUPPO SI RICOMPATTA (Caytlin)

Vane hazyel91 a gmail.com
Sab 30 Set 2017 17:59:56 CEST


08.05 - IL GRUPPO SI RICOMPATTA (Caytlin)

USS Hope - Bar principale - 31 Agosto 2397 - Ore 17.32

Non era una prassi insolita per gli ufficiali superiori della Hope trovarsi assieme per bere qualcosa e cementare il gruppo: era una tradizione più abituale per alcuni, come Rodriguez, Bueller, la Jones, meno per altri come Xyr, Basta, Tucci.
Gli anni passati assieme a partire dall’Accademia, rispettandosi o detestandosi, tuttavia, avevano fatto sì che quell’usanza di trovarsi periodicamente, quasi per caso, a bere una cosa assieme diventasse un qualcosa di non evitabile.
Persino il pressoché asociale Rest aveva trovato logico quell’appuntamento.
L’invito di Strauss per un brindisi di fine turno con tutti gli ufficiali superiori per festeggiare il compleanno del Dottor Eriksen, secondo in comando dell’infermeria, organizzata dalla sua squadra medica, fu pertanto sì inaspettato, ma non sospetto.
D’altro canto, nessuno dei cloni, nemmeno i due più incerti di Rest e Basta, gli unici senza adeguato backup completo sugli omologhi da interpretare, poteva dire di non aver svolto al meglio la propria funzione.
In base alla programmazione ricevuta, la priorità andava alla parte neurale contenente obblighi, doveri e responsabilità di un buon ufficiale della Flotta Stellare, su cui andavano tarate le variabili interpretative date da ciascuna peculiarità caratteriale della persona rappresentata.
Quello che i cloni non potevano immaginare è che, nell’equipaggio della USS Hope, nessuno, o quasi nessuno, era un così buon ufficiale. Ognuno aveva un modo tutto suo di applicare regolamenti, direttive di servizio e via dicendo. 
E se anche fossero riusciti ad applicare al loro meglio ogni possibile interpretazione soggettiva dei loro corrispettivi clonati, nessuno di loro poteva immaginare che quell’apparente innocuo barista fosse il più paranoico ossessionato esperto di complotti in servizio attivo nella Flotta Stellare.
L’idea di quel barman dallo sguardo strambo e dal gilet bizzarro di cocktail colorati differenziati a seconda della figura professionale fu presa per quello che era all’apparenza: una stravaganza di un uomo eccentrico.
Ciò che non potevano immaginare è che quella colorazione era necessaria per garantire il pieno successo del piano ordito da Strauss.
Nel giro di dieci minuti dall’assunzione delle bevande alcoliche contenute nei bicchieri, l’intero apparato degli ufficiali superiori della Hope era riverso a terra con un rivolo di bava bianca che fuoriusciva dalle labbra contratte in sgualciti sorrisi.
L’intera squadra medica di Eriksen rimase sbigottita per qualche secondo prima di lanciarsi quasi d’istinto a soccorrere i commilitoni. Fu il doppio ordine a fermarli. Quello meno convinto di Eriksen e quello perentorio del Capitano Strauss.
Entrambi si avvicinarono a Bueller con un tricorder e si misero ad analizzarlo.
Valori nella norma, tutto nella norma, eccezion fatta per qualche livello fuori scala per un umano e soprattutto di quella che appariva essere una sorta di una piccola croce alla base del cranio coperta dai capelli. 
L’operazione fu ripetuta per tutti gli ufficiali superiori: al 99% sembravano identici agli originali, eccezion fatta per Basta e Rest che avevano una corrispondenza di analisi pari circa al 74,99%. Tutti portavano quel simbolo anomalo alla base del cranio, invisibile ad occhio nudo se non tramite accurata analisi.
L’ordine di Strauss fu inevitabile: messa agli arresti, confino in isolamento, inversione di rotta della USS Hope e comunicazione criptata al più alto livello seclar a lui disponibile rivolta al Comando di Flotta.

Nuwe Berria - Esi Bhe Della Hospital - 31 Agosto 2397 - Ore 17:38

La reazione di Basta al ferimento della Graahn fu immediato e fulmineo, ma anche inaspettato considerate le condizioni fisiche in cui versava l’ansante betazoide.
Balzò in avanti verso la guardia che aveva sparato, mantenendo una curvatura del corpo ed un baricentro molto bassi, riuscendo ad afferrare l’avversario a vita prima di sollevarlo in aria quel tanto che bastava per fargli perdere l’equilibrio e scaraventarlo schiena a terra.
La guardia tentò un paio di colpi difensivi dall’alto verso il basso coi gomiti, che il betazoide non sembrò nemmeno sentire, prima di dover mollare l’arma ed approcciare un movimento con le braccia per attutire il colpo sul pavimento.
Ci riuscì in parte, ma la botta fu ugualmente rilevante e sentì mancagli il fiato dal petto, prima di vedersi arrivare addosso i pugni furiosi di Basta, accompagnati da urla, che iniziarono a tumefargli il viso.
Solo quando ebbe finito, Lon si ricordò della seconda guardia.
Si voltò e la vide riversa a terra, al suo fianco Rest con un sopracciglio sollevato che lo fissava disgustato. Aveva steso il suo avversario con una presa vulcaniana approfittando del tentativo della guardia di andare in soccorso al collega.
Qualche secondo e zero pericoli, al confronto di quanto aveva rischiato Basta.  

Nuwe Berria - Esi Bhe Della Hospital - 31 Agosto 2397 - Contemporaneamente

Rodriguez e Caytlin erano tallonati da Luna ancora enormemente incavolata per essere stata raggirata. 
Una klingon furiosa sarebbe stata letale, la sua metà umana le permetteva di mantenere una certa lucidità di giudizio.
Sempre la sua metà umana le aveva inculcato una curiosità innata e pertanto i farraginosi tentativi di quella strana coppia di truffatori, che però sentiva di conoscere e di potersi fidare, almeno fino ad un certo punto, avevano stuzzicato il suo interesse.
La sua metà cubana.. beh la sua metà cubana stava lottando con la parte razionale del suo cervello: aveva davanti a sé due gambe sinuose, un culetto da sballo, braccia vellutate come seta, una chioma rossa fluente per non parlare di quegli occhi e quelle labbra che ora non vedeva, ma che tanto piacere le avevano donato.
Luna faticava non poco a tenere a bada la sua libido. Avrebbe volentieri preso per i capelli quella traditrice, che però sentiva di adorare, e le avrebbe fatto pagare, a modo suo, il raggiro.
Ciò avrebbe, tuttavia, permesso a Rodriguez di farla franca e la cosa non le andava a genio: doveva prima verificare che quanto da loro detto rispondesse a verità.
Era circa un’ora che erano entrati da un accesso secondario nell’imponente apparato di sicurezza di New Berria dove lei stessa andava ad apprendere rudimenti del volo e nozioni marziali. L’imponenza non era data dall’altezza dell’edificio principale che, anzi, era relativamente piccolo e dimesso, quanto dall’enorme reticolo di costruzioni secondarie e sezioni di collegamento che collegavano il tutto. 
Secondo i suoi calcoli, ormai erano arrivati all’estrema sezione ovest della struttura, quella che confluiva con l’ospedale. C’erano delle strutture mediche di pronto intervento all’interno della base, ma per i casi più gravi c’era un accesso preferenziale alle sale operatorie ospedaliere. 
Luna lo sapeva, perché gliene avevano parlato, ma non aveva idea un’idea precisa di dove fossero in quel dedalo labirintico di corridoi.
Rodriguez, invece, sembrava conoscere a menadito il percorso da compiere, sfruttando anche quella sorta di residuato bellico simile ad un tricorder che aveva magicamente estratto dallo zaino una volta entrati nella struttura.
L’apparecchio emetteva una serie di bip ritmati che acquisivano potenza quando si percorreva il corridoio esatto, mentre rallentavano la regolarità delle loro emissioni sonore quando il tragitto non era corretto.
Il modo in cui fosse stato programmato e come fosse arrivato in possesso a Rodriguez non era dato saperlo. 
Luna probabilmente si sarebbe posta una serie innumerevole di domande se non fosse distratta dalla sua componente cubana sulle forme della rossa che stava correndo davanti a lei.
All’improvviso, erano giunti ad un portello con un piccolo oblò: dall’altra parte si poteva vedere chiaramente un corridoio ospedaliero con le sue porte bianche tutte uguali, le luci soffuse ed apparecchiature mediche pronte all’uso.
L’emettitore però indicava che quella non era la direzione giusta, quindi il trio, rallentata la corsa, si guardò in giro e fu allora che si udirono rumori di spari, urla spaventate e di rabbia.
Paulo e Caytlin, evidentemente propensi ad evitare guai, si allontanarono immediatamente dal portello al di là del quale sembrava provenire il putiferio.
Luna, invece, ne fu immediatamente attratta. 
Quello che vide era un gruppo spaventato di civili, dalle facce che però le sembrava di riconoscere, che circondava un corpo apparentemente senza vita steso sul pavimento di un ennesimo corridoio sempre uguale. 
All’altra estremità del varco, poco dopo un angolo, giacevano a terra altri due corpi, con addosso una divisa della sicurezza.
Inconsciamente, Luna toccò la maniglia che si aprì, aggiungendo meraviglia e stupore al gruppo già spaurito di Bueller.
Poco prima che Basta, preso dalla disperazione, partisse alla carica contro Luna, Xyr si fece largo sbilanciando quanto bastava il Betazoide, permettendo un pronto intervento di Rest, scansò Luna e si diresse verso Caytlin:
“Riconosco il tuo viso!”
Senza dir altro, spinta da non si sa quale forza magnetica, l’Andoriana baciò sensualmente la rossa Risiana. 
Fu questione di un paio di secondi, abbastanza per mandare in estasi gli occhi di Bueller che sembrarono andare in jack pot.
Abbastanza per far fumare di rabbia Luna.
Abbastanza per permettere a Caytlin di riprendersi dallo shock ed iniziare a fare quello che mentalmente aveva già elaborato alla vista del corpo della giovane infermiera, ma che aveva terrore di mettere in atto.
I naniti, che già avevano salvato la pellaccia a Paulo, sembravano si fossero messi all’opera fermando l’emorragia più grave, ma poi si erano bloccati, lasciando la ferita aperta ed ancora grave. 
A Caytlin tremavano le mani, ma, afferrato un kit di pronto soccorso dall’armadietto posto nel muro più vicino, iniziò a svolgere una serie di operazioni di cui non aveva conoscenza, ma di cui inspiegabilmente aveva dimestichezza.
Dopo qualche istante, un altro paio di mani, decisamente più salde delle sue, le furono offerte in aiuto.
“Tu dimmi cosa debbo fare ed io lo faccio.. ma che non diventi un abitudine” 
Una frase apparentemente banale, ma era stata pronunciata da Rest, e ciò, per motivi a loro inspiegabili, fece rimanere tutti a bocca aperta.
Le mosse congiunte dei due durarono una decina di minuti, poi i naniti ripresero a lavorare a pieno regime e la ferita tornò ad una condizione accettabile di salute.
Melanne, tuttavia, non dava segno di riprendere conoscenza, quindi le fu applicato un massaggio cardiaco da Rest, mentre Caytlin, dopo una rapida sbirciata inconsapevole nella direzione di Basta che era accasciato su se stesso distrutto dalla fatica, si dedicò alla respirazione bocca a bocca, rimandando Bueller in visibilio.
Quando la Risiana sentì la lingua di Melanne ricambiare il bacio, capì che la giovane infermiera si era ripresa e poté finalmente mettersi a sedere per terra ed esplodere in un pianto liberatorio, osservata in malo modo da Rest che era rimasto impassibile, pur nella fierezza dell’operazione svolta.
Toccò a Rodriguez riportare il gruppo coi piedi per terra: il suo congegno aveva fatto aprire la procedura di sblocco di quella che pareva essere una sala operativa. 
Vi erano computer, terminali, consolle.. ovunque campeggiavano loro come assoluti protagonisti. 
Erano registrati i loro valori vitali, le loro peculiarità fisiche e caratteriali, praticamente tutto.
All’improvviso da uno dei monitor comparve un messaggio.. in un altro una squadra di assaltatori stava per entrare in azione.. cosa fare? Fermarsi a leggere o scappare?



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Guardiamarina Caytlin
Consigliere
USS Hope NCC-25122
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