[Stml17] 08.05 - IL GRUPPO SI RICOMPATTA (Caytlin)

Silvia Bianchini ltcomm.sibi a gmail.com
Sab 30 Set 2017 18:45:13 CEST


Finalmente Xyr si lascia un po' andare...

Per essere una che era di turno su 4 navi hai fatto un ottimo lavoro;-)

Brava!

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Tenente JG Catalunya 'Luna' Jones della Casata di 'Klaa
Flight Control Office (CONN)
USS Hope - NCC-25122-A
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"Se hai tutto sotto controllo vuol dire che non stai andando abbastanza
veloce"
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Private comunicator:  ltcomm.sibi a gmail.com




Il 30 set 2017 6:00 PM, "Vane" <hazyel91 a gmail.com> ha scritto:

> *08.05 - IL GRUPPO SI RICOMPATTA (Caytlin)*
>
>
>
> *USS Hope - Bar principale - 31 Agosto 2397 - Ore 17.32*
>
>
>
> Non era una prassi insolita per gli ufficiali superiori della Hope
> trovarsi assieme per bere qualcosa e cementare il gruppo: era una
> tradizione più abituale per alcuni, come Rodriguez, Bueller, la Jones, meno
> per altri come Xyr, Basta, Tucci.
>
> Gli anni passati assieme a partire dall’Accademia, rispettandosi o
> detestandosi, tuttavia, avevano fatto sì che quell’usanza di trovarsi
> periodicamente, quasi per caso, a bere una cosa assieme diventasse un
> qualcosa di non evitabile.
>
> Persino il pressoché asociale Rest aveva trovato logico quell’appuntamento.
>
> L’invito di Strauss per un brindisi di fine turno con tutti gli ufficiali
> superiori per festeggiare il compleanno del Dottor Eriksen, secondo in
> comando dell’infermeria, organizzata dalla sua squadra medica, fu pertanto
> sì inaspettato, ma non sospetto.
>
> D’altro canto, nessuno dei cloni, nemmeno i due più incerti di Rest e
> Basta, gli unici senza adeguato backup completo sugli omologhi da
> interpretare, poteva dire di non aver svolto al meglio la propria funzione.
>
> In base alla programmazione ricevuta, la priorità andava alla parte
> neurale contenente obblighi, doveri e responsabilità di un buon ufficiale
> della Flotta Stellare, su cui andavano tarate le variabili interpretative
> date da ciascuna peculiarità caratteriale della persona rappresentata.
>
> Quello che i cloni non potevano immaginare è che, nell’equipaggio della
> USS Hope, nessuno, o quasi nessuno, era un così buon ufficiale. Ognuno
> aveva un modo tutto suo di applicare regolamenti, direttive di servizio e
> via dicendo.
>
> E se anche fossero riusciti ad applicare al loro meglio ogni possibile
> interpretazione soggettiva dei loro corrispettivi clonati, nessuno di loro
> poteva immaginare che quell’apparente innocuo barista fosse il più
> paranoico ossessionato esperto di complotti in servizio attivo nella Flotta
> Stellare.
>
> L’idea di quel barman dallo sguardo strambo e dal gilet bizzarro di
> cocktail colorati differenziati a seconda della figura professionale fu
> presa per quello che era all’apparenza: una stravaganza di un uomo
> eccentrico.
>
> Ciò che non potevano immaginare è che quella colorazione era necessaria
> per garantire il pieno successo del piano ordito da Strauss.
>
> Nel giro di dieci minuti dall’assunzione delle bevande alcoliche contenute
> nei bicchieri, l’intero apparato degli ufficiali superiori della Hope era
> riverso a terra con un rivolo di bava bianca che fuoriusciva dalle labbra
> contratte in sgualciti sorrisi.
>
> L’intera squadra medica di Eriksen rimase sbigottita per qualche secondo
> prima di lanciarsi quasi d’istinto a soccorrere i commilitoni. Fu il doppio
> ordine a fermarli. Quello meno convinto di Eriksen e quello perentorio del
> Capitano Strauss.
>
> Entrambi si avvicinarono a Bueller con un tricorder e si misero ad
> analizzarlo.
>
> Valori nella norma, tutto nella norma, eccezion fatta per qualche livello
> fuori scala per un umano e soprattutto di quella che appariva essere una
> sorta di una piccola croce alla base del cranio coperta dai capelli.
>
> L’operazione fu ripetuta per tutti gli ufficiali superiori: al 99%
> sembravano identici agli originali, eccezion fatta per Basta e Rest che
> avevano una corrispondenza di analisi pari circa al 74,99%. Tutti portavano
> quel simbolo anomalo alla base del cranio, invisibile ad occhio nudo se non
> tramite accurata analisi.
>
> L’ordine di Strauss fu inevitabile: messa agli arresti, confino in
> isolamento, inversione di rotta della USS Hope e comunicazione criptata al
> più alto livello seclar a lui disponibile rivolta al Comando di Flotta.
>
>
>
> *Nuwe Berria - Esi Bhe Della Hospital - 31 Agosto 2397 - Ore 17:38*
>
>
>
> La reazione di Basta al ferimento della Graahn fu immediato e fulmineo, ma
> anche inaspettato considerate le condizioni fisiche in cui versava
> l’ansante betazoide.
>
> Balzò in avanti verso la guardia che aveva sparato, mantenendo una
> curvatura del corpo ed un baricentro molto bassi, riuscendo ad afferrare
> l’avversario a vita prima di sollevarlo in aria quel tanto che bastava per
> fargli perdere l’equilibrio e scaraventarlo schiena a terra.
>
> La guardia tentò un paio di colpi difensivi dall’alto verso il basso coi
> gomiti, che il betazoide non sembrò nemmeno sentire, prima di dover mollare
> l’arma ed approcciare un movimento con le braccia per attutire il colpo sul
> pavimento.
>
> Ci riuscì in parte, ma la botta fu ugualmente rilevante e sentì mancagli
> il fiato dal petto, prima di vedersi arrivare addosso i pugni furiosi di
> Basta, accompagnati da urla, che iniziarono a tumefargli il viso.
>
> Solo quando ebbe finito, Lon si ricordò della seconda guardia.
>
> Si voltò e la vide riversa a terra, al suo fianco Rest con un sopracciglio
> sollevato che lo fissava disgustato. Aveva steso il suo avversario con una
> presa vulcaniana approfittando del tentativo della guardia di andare in
> soccorso al collega.
>
> Qualche secondo e zero pericoli, al confronto di quanto aveva rischiato
> Basta.
>
>
>
> *Nuwe Berria - Esi Bhe Della Hospital - 31 Agosto 2397 -
> Contemporaneamente*
>
>
>
> Rodriguez e Caytlin erano tallonati da Luna ancora enormemente incavolata
> per essere stata raggirata.
>
> Una klingon furiosa sarebbe stata letale, la sua metà umana le permetteva
> di mantenere una certa lucidità di giudizio.
>
> Sempre la sua metà umana le aveva inculcato una curiosità innata e
> pertanto i farraginosi tentativi di quella strana coppia di truffatori, che
> però sentiva di conoscere e di potersi fidare, almeno fino ad un certo
> punto, avevano stuzzicato il suo interesse.
>
> La sua metà cubana.. beh la sua metà cubana stava lottando con la parte
> razionale del suo cervello: aveva davanti a sé due gambe sinuose, un
> culetto da sballo, braccia vellutate come seta, una chioma rossa fluente
> per non parlare di quegli occhi e quelle labbra che ora non vedeva, ma che
> tanto piacere le avevano donato.
>
> Luna faticava non poco a tenere a bada la sua libido. Avrebbe volentieri
> preso per i capelli quella traditrice, che però sentiva di adorare, e le
> avrebbe fatto pagare, a modo suo, il raggiro.
>
> Ciò avrebbe, tuttavia, permesso a Rodriguez di farla franca e la cosa non
> le andava a genio: doveva prima verificare che quanto da loro detto
> rispondesse a verità.
>
> Era circa un’ora che erano entrati da un accesso secondario nell’imponente
> apparato di sicurezza di New Berria dove lei stessa andava ad apprendere
> rudimenti del volo e nozioni marziali. L’imponenza non era data
> dall’altezza dell’edificio principale che, anzi, era relativamente piccolo
> e dimesso, quanto dall’enorme reticolo di costruzioni secondarie e sezioni
> di collegamento che collegavano il tutto.
>
> Secondo i suoi calcoli, ormai erano arrivati all’estrema sezione ovest
> della struttura, quella che confluiva con l’ospedale. C’erano delle
> strutture mediche di pronto intervento all’interno della base, ma per i
> casi più gravi c’era un accesso preferenziale alle sale operatorie
> ospedaliere.
>
> Luna lo sapeva, perché gliene avevano parlato, ma non aveva idea un’idea
> precisa di dove fossero in quel dedalo labirintico di corridoi.
>
> Rodriguez, invece, sembrava conoscere a menadito il percorso da compiere,
> sfruttando anche quella sorta di residuato bellico simile ad un tricorder
> che aveva magicamente estratto dallo zaino una volta entrati nella
> struttura.
>
> L’apparecchio emetteva una serie di bip ritmati che acquisivano potenza
> quando si percorreva il corridoio esatto, mentre rallentavano la regolarità
> delle loro emissioni sonore quando il tragitto non era corretto.
>
> Il modo in cui fosse stato programmato e come fosse arrivato in possesso a
> Rodriguez non era dato saperlo.
>
> Luna probabilmente si sarebbe posta una serie innumerevole di domande se
> non fosse distratta dalla sua componente cubana sulle forme della rossa che
> stava correndo davanti a lei.
>
> All’improvviso, erano giunti ad un portello con un piccolo oblò:
> dall’altra parte si poteva vedere chiaramente un corridoio ospedaliero con
> le sue porte bianche tutte uguali, le luci soffuse ed apparecchiature
> mediche pronte all’uso.
>
> L’emettitore però indicava che quella non era la direzione giusta, quindi
> il trio, rallentata la corsa, si guardò in giro e fu allora che si udirono
> rumori di spari, urla spaventate e di rabbia.
>
> Paulo e Caytlin, evidentemente propensi ad evitare guai, si allontanarono
> immediatamente dal portello al di là del quale sembrava provenire il
> putiferio.
>
> Luna, invece, ne fu immediatamente attratta.
>
> Quello che vide era un gruppo spaventato di civili, dalle facce che però
> le sembrava di riconoscere, che circondava un corpo apparentemente senza
> vita steso sul pavimento di un ennesimo corridoio sempre uguale.
>
> All’altra estremità del varco, poco dopo un angolo, giacevano a terra
> altri due corpi, con addosso una divisa della sicurezza.
>
> Inconsciamente, Luna toccò la maniglia che si aprì, aggiungendo meraviglia
> e stupore al gruppo già spaurito di Bueller.
>
> Poco prima che Basta, preso dalla disperazione, partisse alla carica
> contro Luna, Xyr si fece largo sbilanciando quanto bastava il Betazoide,
> permettendo un pronto intervento di Rest, scansò Luna e si diresse verso
> Caytlin:
>
> “Riconosco il tuo viso!”
>
> Senza dir altro, spinta da non si sa quale forza magnetica, l’Andoriana
> baciò sensualmente la rossa Risiana.
>
> Fu questione di un paio di secondi, abbastanza per mandare in estasi gli
> occhi di Bueller che sembrarono andare in jack pot.
>
> Abbastanza per far fumare di rabbia Luna.
>
> Abbastanza per permettere a Caytlin di riprendersi dallo shock ed iniziare
> a fare quello che mentalmente aveva già elaborato alla vista del corpo
> della giovane infermiera, ma che aveva terrore di mettere in atto.
>
> I naniti, che già avevano salvato la pellaccia a Paulo, sembravano si
> fossero messi all’opera fermando l’emorragia più grave, ma poi si erano
> bloccati, lasciando la ferita aperta ed ancora grave.
>
> A Caytlin tremavano le mani, ma, afferrato un kit di pronto soccorso
> dall’armadietto posto nel muro più vicino, iniziò a svolgere una serie di
> operazioni di cui non aveva conoscenza, ma di cui inspiegabilmente aveva
> dimestichezza.
>
> Dopo qualche istante, un altro paio di mani, decisamente più salde delle
> sue, le furono offerte in aiuto.
>
> “Tu dimmi cosa debbo fare ed io lo faccio.. ma che non diventi un
> abitudine”
>
> Una frase apparentemente banale, ma era stata pronunciata da Rest, e ciò,
> per motivi a loro inspiegabili, fece rimanere tutti a bocca aperta.
>
> Le mosse congiunte dei due durarono una decina di minuti, poi i naniti
> ripresero a lavorare a pieno regime e la ferita tornò ad una condizione
> accettabile di salute.
>
> Melanne, tuttavia, non dava segno di riprendere conoscenza, quindi le fu
> applicato un massaggio cardiaco da Rest, mentre Caytlin, dopo una rapida
> sbirciata inconsapevole nella direzione di Basta che era accasciato su se
> stesso distrutto dalla fatica, si dedicò alla respirazione bocca a bocca,
> rimandando Bueller in visibilio.
>
> Quando la Risiana sentì la lingua di Melanne ricambiare il bacio, capì che
> la giovane infermiera si era ripresa e poté finalmente mettersi a sedere
> per terra ed esplodere in un pianto liberatorio, osservata in malo modo da
> Rest che era rimasto impassibile, pur nella fierezza dell’operazione svolta.
>
> Toccò a Rodriguez riportare il gruppo coi piedi per terra: il suo congegno
> aveva fatto aprire la procedura di sblocco di quella che pareva essere una
> sala operativa.
>
> Vi erano computer, terminali, consolle.. ovunque campeggiavano loro come
> assoluti protagonisti.
>
> Erano registrati i loro valori vitali, le loro peculiarità fisiche e
> caratteriali, praticamente tutto.
>
> All’improvviso da uno dei monitor comparve un messaggio.. in un altro una
> squadra di assaltatori stava per entrare in azione.. cosa fare? Fermarsi a
> leggere o scappare?
>
>
>
>
>
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> Guardiamarina Caytlin
> Consigliere
> USS Hope NCC-25122
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