[Stml17] [09.07 – Graahn – Fratelli]
Ilenia De Battisti
fulmine791 a gmail.com
Lun 12 Feb 2018 13:01:35 CET
Ehm.. si, la domanda era "di come sono i fratelli" nel senso se per noi
saranno una cosa buona o tanto brutta.. ma sono riuscita a sbagliare a
scrivere ^_^ sono un genio!
Il giorno 12 febbraio 2018 12:57, Franco Carretti <ferris.bueller a mail.com>
ha scritto:
> Sono i fratelli di Ar Akul... ma ancora non sappiamo chi o cosa sia questo
> tizio :)
>
> *Sent:* Monday, February 12, 2018 at 12:55 PM
> *From:* "Ilenia De Battisti" <fulmine791 a gmail.com>
> *To:* "USS Hope" <stml17 a gioco.net>
> *Subject:* Re: [Stml17] [09.07 – Graahn – Fratelli]
> Bello ^_^
> Mi è piaciuto molto.. ora però sono curiosa di chi sono i fratelli XD
>
> Il giorno 12 febbraio 2018 09:44, Massimo Gallo <keranydd a gmail.com> ha
> scritto:
>>
>> Oltre al nome hai azzeccato anche un gran bel brano :-)
>> Concordo col Capitano sull'intrigante mistero misterioso che sta
>> permeando questa missione. Mi piace davvero la piega che stanno prendendo
>> gli eventi.
>>
>> Il giorno 10 febbraio 2018 19:46, Maddalena <vampitrill a gmail.com> ha
>> scritto:
>>
>>> Ecco qua. Spero vi piaccia. Non è lunghissimo, ultimamente faccio
>>> veramente fatica a scrivere, non so perchè. Non ho toccato la questione del
>>> diario per il momento. Onestamente non avevo idee su come inserirlo.
>>> In compenso, ho azzeccato il mio nome!
>>>
>>> .................................
>>>
>>>
>>> *U.S.S. Hope, Infermeria, 08/11/2396, ore 07:52*
>>>
>>>
>>>
>>> Un solo tentativo sia per andare che per tornare non sembrava
>>> eccessivamente promettente. Ma quando mai, dall’inizio della loro missione,
>>> qualcosa era sembrato promettente?
>>>
>>> La risposta sembrò materializzarsi contemporaneamente nelle menti di
>>> tutti i presenti, come se un’insegna a led lampeggiante fosse comparsa
>>> improvvisamente nell’aria tra i lettini. Tutti loro la fissarono per
>>> qualche secondo, poi ognuno prese a muoversi automaticamente verso la
>>> propria postazione in un meccanismo così ben collaudato e coreografato che
>>> persino Xyr, in una delle sue giornate buone, ne sarebbe stata orgogliosa.
>>>
>>> Anche Rest, preso dal senso di generale devozione alla causa, fece per
>>> alzarsi, attirandosi le ire della Graahn, che calò su di lui come un falco,
>>> in volto un cipiglio da Generale Patton delle Aspirine un po’ spaventoso e
>>> un po’ ridicolo.
>>>
>>>
>>>
>>> “Di preciso, lei dove pensa di andare?” gli domandò, sbarrandogli
>>> fisicamente il passo.
>>>
>>> “In plancia, Dottoressa.”
>>>
>>> “Non credo proprio,”
>>>
>>> “Ma Dottoressa, il signor Rest ci sarebbe estremamente…” iniziò Bueller,
>>> l’unico che non aveva tentato di confondersi con la paratia. Per quanto
>>> Melanne fosse dolce e poco minacciosa, tutti temono i medici.
>>>
>>> La dottoressa si voltò verso di lui. “Capitano, il signor Rest è un mio
>>> paziente e nello stato attuale non ritengo che sarebbe saggio lasciarlo
>>> tornare ai suoi doveri.”
>>>
>>>
>>>
>>> Una lieve sfumatura nel consueto tono cauto e remissivo della Graahn
>>> fece decidere a Bueller che quella non era una battaglia che valesse la
>>> pena di provare a vincere, almeno per il momento. Il Capitano gettò a Rest
>>> un’occhiata di scusa e se ne andò.
>>>
>>> Il resto degli ufficiali superiori non confinati in infermeria si
>>> affrettò a seguirlo. Melanne si voltò nuovamente verso Rest.
>>>
>>> “Le concedo al massimo un collegamento via comunicatore. Ora, se ne
>>> torni a letto.”
>>>
>>>
>>>
>>> “Non è adorabile quando si arrabbia?” borbottò Ferris, appena fuori
>>> dalla porta.
>>>
>>>
>>>
>>> *Pianeta Demone – Paelyrion - Contemporaneamente*
>>>
>>>
>>>
>>> Accanto alla porta della cella che Tucci aveva deciso di riarredare, Ar
>>> Akul era immobile e fissava impassibile le file di equazioni che decoravano
>>> le pareti. Era difficile interpretare la sua espressione, per quanto Xyr ci
>>> avesse provato durante i loro incontri. Non le era chiaro se il cosiddetto
>>> Maestro capisse quello che stava leggendo meglio di lei e Luna o se stesse
>>> solo fingendo. O se la cosa gli importasse in qualche modo.
>>>
>>> Le informazioni che aveva faticosamente racimolato su di lui grazie ad
>>> un attento lavoro di analisi psicologia e al glaciale autoimposto
>>> autocontrollo che le aveva impedito di saltargli addosso e strappargli gli
>>> occhi a mani nude, indicavano solo che Ar Akul aveva bisogno di aiuto per
>>> riparare un marchingegno e che quest’ultimo stava molto a cuore. Non era
>>> chiaro, tuttavia, né a cosa servisse, né se lui avesse idea della sua
>>> meccanica o del suo funzionamento.
>>>
>>>
>>>
>>> Tucci, dal canto suo, sembrava totalmente estraneo alla situazione. Xyr
>>> in un certo senso lo invidiava. La sua capacità di immergersi completamente
>>> nei calcoli e nelle sue teorie era probabilmente quello che gli stava
>>> impedendo di perdere la testa.
>>>
>>> L’ufficiale scientifico era al momento impegnato con l’angolo in basso a
>>> sinistra della parete di fondo della cella. Con un sospiro, incise un
>>> ultimo carattere poi sedette sul pavimento ad ammirare la sua opera. Il
>>> coltello giaceva abbandonato accanto a lui, cosa che, a parte a Tucci
>>> stesso, non era indifferente a nessuno.
>>>
>>>
>>>
>>> “Finalmente è tutto chiaro, adesso.”
>>>
>>> Sembrava davvero soddisfatto di sé e, in qualche modo, in pace con
>>> l’ambiente circostante e con la situazione attuale.
>>>
>>>
>>>
>>> “Allora, puoi ripararlo,” disse Ar Akul. Il suo tono era soffice, quasi
>>> suadente, come quello che aveva usato all’inizio del loro soggiorno con
>>> Xyr. Per l’occasione era vestito completamente di nero e oro, compresa la
>>> maschera riccamente decorata che indossava.
>>>
>>> Tucci si voltò nella sua direzione.
>>>
>>> “No, non credo proprio,” rispose serenamente.
>>>
>>>
>>>
>>> *U.S.S. Hope, Infermeria, 08/11/2396, ore 08:13*
>>>
>>>
>>>
>>> Sforzandosi di mantenere un tono il più possibile sereno, Bueller si
>>> sistemò meglio sulla poltrona di comando e diede l’ordine che tutti stavano
>>> aspettando. “Va bene, tutti ai propri posti, E tenetevi forte.”
>>>
>>>
>>>
>>> L’aria in plancia era così densa che si sarebbe potuta tagliare con il
>>> coltello. Quello che stavano per fare era pericoloso oltre ogni
>>> ragionevolezza e avevano una sola possibilità per provarci. Se anche ci
>>> fossero riusciti, avrebbero dovuto ripetere l’intero teatrino al contrario
>>> senza avere la minima idea di quello che li aspettava dall’altra parte e
>>> che avrebbe potuto tentare di ostacolarli. Senza nulla togliere al secondo
>>> timoniere, inoltre, quella era decisamente il tipo di situazione in cui
>>> sarebbe stato necessario avere a disposizione il miglior pilota a bordo.
>>> Ovviamente, Luna non era lì e non c’era nessuna garanzia, in effetti, che
>>> ci sarebbe stata per il rientro. Infine, come se non bastasse, per ottenere
>>> tutti i pezzi necessari avevano intrapreso una serie di azioni non
>>> esattamente legali. Per cui se fossero riusciti a sopravvivere, la Lennox
>>> li avrebbe ammazzati di sicuro.
>>>
>>> Cosa mai poteva andare storto?
>>>
>>>
>>>
>>> “Rotta tracciata, Capitano.”
>>>
>>> “Dalla sala macchine cosa dicono?”
>>>
>>> “Che se la nave va in pezzi, non sarà colpa loro.”
>>>
>>> “Ottimo, mi ricorderò di annotarlo nel mio diario di bordo.”
>>>
>>> “Ammesso che ne esista ancora uno,” mormorò Caytlin, al fianco di
>>> Bueller.
>>>
>>> “Andrà bene,” commentò lui con la migliore aria baldanzosa che riuscì ad
>>> ostentare. “Timoniere, andiamo.”
>>>
>>>
>>>
>>> *Pianeta Demone – Paelyrion - Contemporaneamente*
>>>
>>>
>>>
>>> “Oh, andiamo…” borbottò Luna a bassa voce.
>>>
>>>
>>>
>>> L’affermazione di Tucci era rimasta sospesa nell’aria per diversi
>>> secondi, prima che qualcuno si azzardasse a parlare. Lui non sembrava
>>> esattamente consapevole del genere di reazione che il suo commento aveva
>>> suscitato, ma tutti gli altri, salvo forse i due giganti a guardia delle
>>> celle, lo erano anche troppo.
>>>
>>> Ar Akul parlò di nuovo, ma questa volta Xyr avvertì una nota minacciosa
>>> nel suo tono che non le piacque affatto. Sentì Luna muoversi leggermente
>>> nella sua cella, accompagnata da uno sferragliare di catene e ceppi, e capì
>>> che doveva averlo avvertito anche lei.
>>>
>>>
>>>
>>> “Credevo avessi detto che avevi compreso.”
>>>
>>> “Infatti è così,” rispose Tucci.
>>>
>>> “Dunque, puoi ripararlo.”
>>>
>>> “No, non credo,” ribadì lo scienziato. “Non sono un ingegnere. Posso
>>> comprendere la teoria, posso anche spiegargliela se lo desidera, ma
>>> aggiustare un marchingegno del genere richiede attrezzatura, tempo e
>>> abilità specifiche. Io non li ho, tranne forse il tempo. E lei?”
>>>
>>> Non si trattava di una domanda retorica. Tucci sembrava genuinamente
>>> curioso di conoscere la risposta.
>>>
>>>
>>>
>>> Ar Akul continuò a rimanere assolutamente immobile, poi fece lentamente
>>> un passo indietro e scomparve nuovamente tra le orme.
>>>
>>> Tucci si voltò verso Xyr e Luna, che intravedeva appena attraverso le
>>> porte aperte delle celle. “Ho detto qualcosa che non va?”
>>>
>>>
>>>
>>> *U.S.S. Hope, Infermeria, 08/11/2396, ore 08:32*
>>>
>>>
>>>
>>> “Cosa c’è che non va?”
>>>
>>>
>>>
>>> Nel momento in cui lo schermo era stato invaso improvvisamente dai gas
>>> della nebulosa e i sensori avevano confermato il successo della loro
>>> operazione, le luci avevano preso a lampeggiare e si erano spente per
>>> alcuni secondi. Uno scossone aveva percorso l’intera nave, arrivando fino
>>> in plancia. Un paio di consolle avevano spruzzato scintille tutto intorno.
>>> Le luci di emergenza erano scattate subito dopo.
>>>
>>>
>>>
>>> “Rapporti danni dai ponti 3, 4 e 7,” riferì Basta dalla sua postazione.
>>> “Nessun danno grave, nessun ferito.”
>>>
>>> “Siamo arrivati?”
>>>
>>> “Sì, sembra di sì. Rileviamo di nuovo la nebulosa, ora, e anche il
>>> pianeta.”
>>>
>>> “Dovremmo raggiungerlo in circa un’ora, se non succede altro,” si inserì
>>> il timoniere.
>>>
>>> “Ci sono tracce della nostra navetta?” domandò il consigliere, mentre le
>>> luci lampeggiavano e si riaccendevano.
>>>
>>> Basta scosse appena la testa e sembrò riflettere per qualche istante
>>> sulla risposta. “I sensori non rilevano nulla. Nessuna nave nelle
>>> vicinanze. Ma c’è qualcosa.”
>>>
>>> “Qualcosa? Qualcosa di che genere?”
>>>
>>>
>>>
>>> Tutti gli sguardi dei presenti si fissarono sul betazoide. Basta
>>> avvertiva qualcosa, una presenza oltre a quelle dei presenti a bordo della
>>> nave. Era una sensazione insolita, non sembrava provenire da un punto in
>>> particolare, era come diffusa intorno a loro, come se il profondo cremisi
>>> pulsante che avvertiva venisse dallo spazio stesso, dai gas della nebulosa.
>>>
>>>
>>>
>>> “Non so spiegarlo,” ammise. “C’è qualcuno qui, nella nebulosa. Diverso
>>> da chiunque io abbia incontrato prima.”
>>>
>>> “E i nostri sensori non lo rilevano?”
>>>
>>> “No, sembra di no.”
>>>
>>> “Ottimo,” sospirò Bueller.
>>>
>>>
>>>
>>> *Pianeta Demone – Paelyrion - Contemporaneamente*
>>>
>>>
>>>
>>> “Davvero ottimo,” ripetè Ar Akul, un sorriso soddisfatto che gli si
>>> allargava sulle labbra. “Pare che i nostri ospiti siano pieni di risorse.
>>> Se lo scienziato non può riparare la nostra macchina, qualcuno a bordo
>>> della sua nave certamente potrà.”
>>>
>>> L’ancella che quel giorno assisteva il Maestro sorrise a sua volta,
>>> osservando lo schermo. La Hope sembrava brillare leggermente sullo sfondo
>>> cupo della nebulosa, un punto bianco pieno di promesse. Abbassò gli occhi
>>> sul pannello di controllo lì accanto, verificandone la posizione, e il suo
>>> sorriso languido scivolò via, rimpiazzato gradualmente da un’espressione di
>>> intenso terrore. Tenne lo sguardo basso, incapace di sollevarlo ad
>>> incontrare quello del suo padrone.
>>>
>>>
>>>
>>> “Che cosa succede?”
>>>
>>> La voce del Maestro tagliò l’aria come un’accetta. Chiaramente aveva
>>> percepito il cambiamento nelle emozioni della donna. “Cosa rilevi?”
>>>
>>> Lyn aprì la bocca due volte senza che ne uscisse alcun suono.
>>>
>>> “Parla, donna!”
>>>
>>> “Loro… loro sono qui, Maestro.”
>>>
>>> “Loro?”
>>>
>>> “I tuoi fratelli…”
>>>
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