[Stml17] [09.07 – Graahn – Fratelli]
Silvia Bianchini
ltcomm.sibi a gmail.com
Lun 12 Feb 2018 13:41:51 CET
Sono riuscita a leggere solo ora... Davvero molto bello!! Bravissima!
=========================
Tenente JG Catalunya 'Luna' Jones della Casata di 'Klaa
Flight Control Office (CONN)
USS Hope - NCC-25122-A
=========================
"Se hai tutto sotto controllo vuol dire che non stai andando abbastanza
veloce"
______________________________
Private comunicator: ltcomm.sibi a gmail.com
Il 12 feb 2018 13:02, "Ilenia De Battisti" <fulmine791 a gmail.com> ha
scritto:
> Ehm.. si, la domanda era "di come sono i fratelli" nel senso se per noi
> saranno una cosa buona o tanto brutta.. ma sono riuscita a sbagliare a
> scrivere ^_^ sono un genio!
>
> Il giorno 12 febbraio 2018 12:57, Franco Carretti <ferris.bueller a mail.com
> > ha scritto:
>
>> Sono i fratelli di Ar Akul... ma ancora non sappiamo chi o cosa sia
>> questo tizio :)
>>
>> *Sent:* Monday, February 12, 2018 at 12:55 PM
>> *From:* "Ilenia De Battisti" <fulmine791 a gmail.com>
>> *To:* "USS Hope" <stml17 a gioco.net>
>> *Subject:* Re: [Stml17] [09.07 – Graahn – Fratelli]
>> Bello ^_^
>> Mi è piaciuto molto.. ora però sono curiosa di chi sono i fratelli XD
>>
>> Il giorno 12 febbraio 2018 09:44, Massimo Gallo <keranydd a gmail.com> ha
>> scritto:
>>>
>>> Oltre al nome hai azzeccato anche un gran bel brano :-)
>>> Concordo col Capitano sull'intrigante mistero misterioso che sta
>>> permeando questa missione. Mi piace davvero la piega che stanno prendendo
>>> gli eventi.
>>>
>>> Il giorno 10 febbraio 2018 19:46, Maddalena <vampitrill a gmail.com> ha
>>> scritto:
>>>
>>>> Ecco qua. Spero vi piaccia. Non è lunghissimo, ultimamente faccio
>>>> veramente fatica a scrivere, non so perchè. Non ho toccato la questione del
>>>> diario per il momento. Onestamente non avevo idee su come inserirlo.
>>>> In compenso, ho azzeccato il mio nome!
>>>>
>>>> .................................
>>>>
>>>>
>>>> *U.S.S. Hope, Infermeria, 08/11/2396, ore 07:52*
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> Un solo tentativo sia per andare che per tornare non sembrava
>>>> eccessivamente promettente. Ma quando mai, dall’inizio della loro missione,
>>>> qualcosa era sembrato promettente?
>>>>
>>>> La risposta sembrò materializzarsi contemporaneamente nelle menti di
>>>> tutti i presenti, come se un’insegna a led lampeggiante fosse comparsa
>>>> improvvisamente nell’aria tra i lettini. Tutti loro la fissarono per
>>>> qualche secondo, poi ognuno prese a muoversi automaticamente verso la
>>>> propria postazione in un meccanismo così ben collaudato e coreografato che
>>>> persino Xyr, in una delle sue giornate buone, ne sarebbe stata orgogliosa.
>>>>
>>>> Anche Rest, preso dal senso di generale devozione alla causa, fece per
>>>> alzarsi, attirandosi le ire della Graahn, che calò su di lui come un falco,
>>>> in volto un cipiglio da Generale Patton delle Aspirine un po’ spaventoso e
>>>> un po’ ridicolo.
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> “Di preciso, lei dove pensa di andare?” gli domandò, sbarrandogli
>>>> fisicamente il passo.
>>>>
>>>> “In plancia, Dottoressa.”
>>>>
>>>> “Non credo proprio,”
>>>>
>>>> “Ma Dottoressa, il signor Rest ci sarebbe estremamente…” iniziò
>>>> Bueller, l’unico che non aveva tentato di confondersi con la paratia. Per
>>>> quanto Melanne fosse dolce e poco minacciosa, tutti temono i medici.
>>>>
>>>> La dottoressa si voltò verso di lui. “Capitano, il signor Rest è un mio
>>>> paziente e nello stato attuale non ritengo che sarebbe saggio lasciarlo
>>>> tornare ai suoi doveri.”
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> Una lieve sfumatura nel consueto tono cauto e remissivo della Graahn
>>>> fece decidere a Bueller che quella non era una battaglia che valesse la
>>>> pena di provare a vincere, almeno per il momento. Il Capitano gettò a Rest
>>>> un’occhiata di scusa e se ne andò.
>>>>
>>>> Il resto degli ufficiali superiori non confinati in infermeria si
>>>> affrettò a seguirlo. Melanne si voltò nuovamente verso Rest.
>>>>
>>>> “Le concedo al massimo un collegamento via comunicatore. Ora, se ne
>>>> torni a letto.”
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> “Non è adorabile quando si arrabbia?” borbottò Ferris, appena fuori
>>>> dalla porta.
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> *Pianeta Demone – Paelyrion - Contemporaneamente*
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> Accanto alla porta della cella che Tucci aveva deciso di riarredare, Ar
>>>> Akul era immobile e fissava impassibile le file di equazioni che decoravano
>>>> le pareti. Era difficile interpretare la sua espressione, per quanto Xyr ci
>>>> avesse provato durante i loro incontri. Non le era chiaro se il cosiddetto
>>>> Maestro capisse quello che stava leggendo meglio di lei e Luna o se stesse
>>>> solo fingendo. O se la cosa gli importasse in qualche modo.
>>>>
>>>> Le informazioni che aveva faticosamente racimolato su di lui grazie ad
>>>> un attento lavoro di analisi psicologia e al glaciale autoimposto
>>>> autocontrollo che le aveva impedito di saltargli addosso e strappargli gli
>>>> occhi a mani nude, indicavano solo che Ar Akul aveva bisogno di aiuto per
>>>> riparare un marchingegno e che quest’ultimo stava molto a cuore. Non era
>>>> chiaro, tuttavia, né a cosa servisse, né se lui avesse idea della sua
>>>> meccanica o del suo funzionamento.
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> Tucci, dal canto suo, sembrava totalmente estraneo alla situazione. Xyr
>>>> in un certo senso lo invidiava. La sua capacità di immergersi completamente
>>>> nei calcoli e nelle sue teorie era probabilmente quello che gli stava
>>>> impedendo di perdere la testa.
>>>>
>>>> L’ufficiale scientifico era al momento impegnato con l’angolo in basso
>>>> a sinistra della parete di fondo della cella. Con un sospiro, incise un
>>>> ultimo carattere poi sedette sul pavimento ad ammirare la sua opera. Il
>>>> coltello giaceva abbandonato accanto a lui, cosa che, a parte a Tucci
>>>> stesso, non era indifferente a nessuno.
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> “Finalmente è tutto chiaro, adesso.”
>>>>
>>>> Sembrava davvero soddisfatto di sé e, in qualche modo, in pace con
>>>> l’ambiente circostante e con la situazione attuale.
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> “Allora, puoi ripararlo,” disse Ar Akul. Il suo tono era soffice, quasi
>>>> suadente, come quello che aveva usato all’inizio del loro soggiorno con
>>>> Xyr. Per l’occasione era vestito completamente di nero e oro, compresa la
>>>> maschera riccamente decorata che indossava.
>>>>
>>>> Tucci si voltò nella sua direzione.
>>>>
>>>> “No, non credo proprio,” rispose serenamente.
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> *U.S.S. Hope, Infermeria, 08/11/2396, ore 08:13*
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> Sforzandosi di mantenere un tono il più possibile sereno, Bueller si
>>>> sistemò meglio sulla poltrona di comando e diede l’ordine che tutti stavano
>>>> aspettando. “Va bene, tutti ai propri posti, E tenetevi forte.”
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> L’aria in plancia era così densa che si sarebbe potuta tagliare con il
>>>> coltello. Quello che stavano per fare era pericoloso oltre ogni
>>>> ragionevolezza e avevano una sola possibilità per provarci. Se anche ci
>>>> fossero riusciti, avrebbero dovuto ripetere l’intero teatrino al contrario
>>>> senza avere la minima idea di quello che li aspettava dall’altra parte e
>>>> che avrebbe potuto tentare di ostacolarli. Senza nulla togliere al secondo
>>>> timoniere, inoltre, quella era decisamente il tipo di situazione in cui
>>>> sarebbe stato necessario avere a disposizione il miglior pilota a bordo.
>>>> Ovviamente, Luna non era lì e non c’era nessuna garanzia, in effetti, che
>>>> ci sarebbe stata per il rientro. Infine, come se non bastasse, per ottenere
>>>> tutti i pezzi necessari avevano intrapreso una serie di azioni non
>>>> esattamente legali. Per cui se fossero riusciti a sopravvivere, la Lennox
>>>> li avrebbe ammazzati di sicuro.
>>>>
>>>> Cosa mai poteva andare storto?
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> “Rotta tracciata, Capitano.”
>>>>
>>>> “Dalla sala macchine cosa dicono?”
>>>>
>>>> “Che se la nave va in pezzi, non sarà colpa loro.”
>>>>
>>>> “Ottimo, mi ricorderò di annotarlo nel mio diario di bordo.”
>>>>
>>>> “Ammesso che ne esista ancora uno,” mormorò Caytlin, al fianco di
>>>> Bueller.
>>>>
>>>> “Andrà bene,” commentò lui con la migliore aria baldanzosa che riuscì
>>>> ad ostentare. “Timoniere, andiamo.”
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> *Pianeta Demone – Paelyrion - Contemporaneamente*
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> “Oh, andiamo…” borbottò Luna a bassa voce.
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> L’affermazione di Tucci era rimasta sospesa nell’aria per diversi
>>>> secondi, prima che qualcuno si azzardasse a parlare. Lui non sembrava
>>>> esattamente consapevole del genere di reazione che il suo commento aveva
>>>> suscitato, ma tutti gli altri, salvo forse i due giganti a guardia delle
>>>> celle, lo erano anche troppo.
>>>>
>>>> Ar Akul parlò di nuovo, ma questa volta Xyr avvertì una nota minacciosa
>>>> nel suo tono che non le piacque affatto. Sentì Luna muoversi leggermente
>>>> nella sua cella, accompagnata da uno sferragliare di catene e ceppi, e capì
>>>> che doveva averlo avvertito anche lei.
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> “Credevo avessi detto che avevi compreso.”
>>>>
>>>> “Infatti è così,” rispose Tucci.
>>>>
>>>> “Dunque, puoi ripararlo.”
>>>>
>>>> “No, non credo,” ribadì lo scienziato. “Non sono un ingegnere. Posso
>>>> comprendere la teoria, posso anche spiegargliela se lo desidera, ma
>>>> aggiustare un marchingegno del genere richiede attrezzatura, tempo e
>>>> abilità specifiche. Io non li ho, tranne forse il tempo. E lei?”
>>>>
>>>> Non si trattava di una domanda retorica. Tucci sembrava genuinamente
>>>> curioso di conoscere la risposta.
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> Ar Akul continuò a rimanere assolutamente immobile, poi fece lentamente
>>>> un passo indietro e scomparve nuovamente tra le orme.
>>>>
>>>> Tucci si voltò verso Xyr e Luna, che intravedeva appena attraverso le
>>>> porte aperte delle celle. “Ho detto qualcosa che non va?”
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> *U.S.S. Hope, Infermeria, 08/11/2396, ore 08:32*
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> “Cosa c’è che non va?”
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> Nel momento in cui lo schermo era stato invaso improvvisamente dai gas
>>>> della nebulosa e i sensori avevano confermato il successo della loro
>>>> operazione, le luci avevano preso a lampeggiare e si erano spente per
>>>> alcuni secondi. Uno scossone aveva percorso l’intera nave, arrivando fino
>>>> in plancia. Un paio di consolle avevano spruzzato scintille tutto intorno.
>>>> Le luci di emergenza erano scattate subito dopo.
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> “Rapporti danni dai ponti 3, 4 e 7,” riferì Basta dalla sua postazione.
>>>> “Nessun danno grave, nessun ferito.”
>>>>
>>>> “Siamo arrivati?”
>>>>
>>>> “Sì, sembra di sì. Rileviamo di nuovo la nebulosa, ora, e anche il
>>>> pianeta.”
>>>>
>>>> “Dovremmo raggiungerlo in circa un’ora, se non succede altro,” si
>>>> inserì il timoniere.
>>>>
>>>> “Ci sono tracce della nostra navetta?” domandò il consigliere, mentre
>>>> le luci lampeggiavano e si riaccendevano.
>>>>
>>>> Basta scosse appena la testa e sembrò riflettere per qualche istante
>>>> sulla risposta. “I sensori non rilevano nulla. Nessuna nave nelle
>>>> vicinanze. Ma c’è qualcosa.”
>>>>
>>>> “Qualcosa? Qualcosa di che genere?”
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> Tutti gli sguardi dei presenti si fissarono sul betazoide. Basta
>>>> avvertiva qualcosa, una presenza oltre a quelle dei presenti a bordo della
>>>> nave. Era una sensazione insolita, non sembrava provenire da un punto in
>>>> particolare, era come diffusa intorno a loro, come se il profondo cremisi
>>>> pulsante che avvertiva venisse dallo spazio stesso, dai gas della nebulosa.
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> “Non so spiegarlo,” ammise. “C’è qualcuno qui, nella nebulosa. Diverso
>>>> da chiunque io abbia incontrato prima.”
>>>>
>>>> “E i nostri sensori non lo rilevano?”
>>>>
>>>> “No, sembra di no.”
>>>>
>>>> “Ottimo,” sospirò Bueller.
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> *Pianeta Demone – Paelyrion - Contemporaneamente*
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> “Davvero ottimo,” ripetè Ar Akul, un sorriso soddisfatto che gli si
>>>> allargava sulle labbra. “Pare che i nostri ospiti siano pieni di risorse.
>>>> Se lo scienziato non può riparare la nostra macchina, qualcuno a bordo
>>>> della sua nave certamente potrà.”
>>>>
>>>> L’ancella che quel giorno assisteva il Maestro sorrise a sua volta,
>>>> osservando lo schermo. La Hope sembrava brillare leggermente sullo sfondo
>>>> cupo della nebulosa, un punto bianco pieno di promesse. Abbassò gli occhi
>>>> sul pannello di controllo lì accanto, verificandone la posizione, e il suo
>>>> sorriso languido scivolò via, rimpiazzato gradualmente da un’espressione di
>>>> intenso terrore. Tenne lo sguardo basso, incapace di sollevarlo ad
>>>> incontrare quello del suo padrone.
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> “Che cosa succede?”
>>>>
>>>> La voce del Maestro tagliò l’aria come un’accetta. Chiaramente aveva
>>>> percepito il cambiamento nelle emozioni della donna. “Cosa rilevi?”
>>>>
>>>> Lyn aprì la bocca due volte senza che ne uscisse alcun suono.
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>>>> “Parla, donna!”
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>>>> “Loro… loro sono qui, Maestro.”
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>>>> “Loro?”
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>>>> “I tuoi fratelli…”
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