[Stml17] [10.03 - Lon Basta] - E' solo un uomo!
Silvia Brunati
sbrunati a gmail.com
Gio 29 Mar 2018 10:07:48 CEST
Eccomi con il mio pezzetto, non è lungo come quello di Massimo, ma spero vi
piaccia lo stesso. :)
Silvia Br.
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*USS Hope – Bar di Prora - 08/02/2397, Ore 21:00*
Lon Basta fissava incredulo Rodriguez dall’altro capo del tavolo che il
capo operazioni ormai considerava il suo ufficio personale. Attorno a loro
il chiacchiericcio che da sempre riempiva il bar era interrotto da
occasionali risate e in quell’atmosfera era difficile per il betazoide
accettare quello che Rodriguez aveva appena detto. Da qualche parte doveva
esserci un limite alle cose che l’umano era in grado di organizzare, si
disse Lon, ma, se esisteva, era ancora ben lontano dall’essere raggiunto.
“Deve esserci qualcosa che non va nel mio udito perché credo che lei abbia
appena detto che dovremmo caricare trecento maiali”
“Esatto,” annuì pratico Rodriguez.
“Non può essere possibile perché il capitano Bueller ha sì seri problemi di
serietà a volte, quasi sempre,” si corresse Lon, “ma non al punto di
autorizzare l’imbarco di 300 maiali. Trecento maiali.”
“Non serve che ripeta il loro numero, lo so benissimo quanti sono, e
comunque non sono maiali terrestri, ma kefariani, molto più piccoli, quasi
minuscoli, entreranno perfettamente nella stiva, lei deve solo occuparsi
della sicurezza, evitare che vadano in giro per la nave insomma.”
Basta fissò Rodriguez chiedendosi se ci fosse un interruttore
all’entusiasmo dell’umano. No, si corresse quasi accecato dallo
scoppiettare di colori che emetteva il capo operazioni, non era
entusiasmo, Rodriguez si stava divertendo un mondo.
“Mi dica che imbarcheremo quei ‘maiali’ per un motivo importante e lo
faccia in modo convincente.”
“Assolutamente,” rispose subito l’altro, “il capitano ha approvato l’intera
operazione.”
“Maiali compresi?”
“Le mentirei se fossi certo che non se ne accorgerebbe, ma non sono ancora
così bravo da ingannare un betazoide”.
“Posso esserci quando glielo dirà, anzi, quando lo dirà a Xyr?”
Rodriguez si portò una mano sul cuore. “Sarà mia cura avvertirla per tempo,
signor Basta”.
Il sorriso di Lon lo fece impallidire.
*USS Hope – Ponte Ologrammi - 09/02/2397, Ore 08:05*
La musica suonava forte nel locale per sovrastare le grida adoranti delle
donne che fissavano la figura sulla pedana. L’uomo, con indosso un costume
tipico Kaferiano, teneva con entrambe le mani una spada rituale in alto
sopra la testa ed ondeggiava i fianchi facendo si che, con quel semplice
movimento, il costume si aprisse il necessario per far vedere il petto
muscoloso e parte degli addominali tesi appena prima di sparire nei
pantaloni a vita bassa. I capelli castani scuri ricadevano sul davanti a
coprire il viso del quale si intravedeva la bocca tesa in un sorriso
sensuale. L’uomo non si muoveva precisamente a ritmo della musica, ma non
sarebbe importato perché c’era qualcosa in lui che spingeva le donne
presenti ad arrossire e a guardarlo con desiderio. Lui sembrava ignorare
tutte quelle attenzioni, come se per lui contasse solo la musica e questo
eccitava ancor di più il pubblico.
Un fischio, acuto, superò le grida arrivando direttamente al ballerino che
sorpreso sollevò il viso, arrossì violentemente, inciampò e cadde a terra.
Un ‘oooohh’ preoccupato si levò dalla folla di donne, ma prima che si
potessero avvicinare all’uomo, questi con voce strozzata gridò: “Computer!
Bloccare il programma!”
Nel silenzio che seguì risuonò un applauso e un grido: “Ancora! Ancora! Sei
il mio idolo!”
Con un gemito James Doohan, rosso in viso, si tirò su a sedere. “Come hai
fatto ad entrare?”
“Sono così eccitata che potrei anche cambiare gusti!”
“Molto divertente,” borbottò James “la prossima volta che Rodriguez mi
propone di bere qualcosa al bar, uno qualsiasi, sparami per favore”.
“Scherzi? La prossima volta vengo anche io,” ribatté Luna raggiungendolo
emettendosi a sedere con un balzo sulla pedana.
L’ingegnere le lanciò una lunga occhiata come per verificare fino a che
punto fosse seria. “Tu saresti di sicuro più convincente di me”, sospirò
alla fine.
“Pffff…A me sembra che te la stessi cavando alla grande. Con quel sorriso
le avevi tutte ai tuoi piedi.” Ribatté lei.
“I sorrisi sono sopravvalutati”.
“E gli addominali.”
“Li vendono a pacchi, ormai non attirano più nessuno.”
“L’ondulazione dei fianchi,” insistette Luna accennando al movimento,
“seexxi…se hai quei gusti”.
“E’ solo scena, non ho certo la tua resistenza.”
“Che ne sai tu della mia resistenza?” Gli chiese lei lanciandogli
un’occhiata maliziosa.
“Io, no, non volevo dire quello, intendevo che…” Doohan arrossì
violentemente.
Luna scoppiò a ridere.
“Sarà un disastro,” gemette scoraggiato l’ingegnere passandosi la mano
sulla faccia.
“Sarai perfetto.”
“Al primo fischio succederà esattamente quello che è accaduto ora e manderò
all’aria la missione.”
“E tu non farti distrarre dai fischi.”
“Anche se riuscissi ad ignorarli, mi basterà guardare una delle donne e
rovinerò tutto.”
Luna rimase in silenzio per qualche secondo riflettendo.
“Come te la cavi a ballare bendato?”
*USS Hope – Infermeria - 09/02/2397, Ore 08:30*
“Fammi capire, io e la mia equipe dovremmo occuparci di trecento maiali?!”
“Non è una mia idea,” si difese Basta lanciando un’occhiata a Rodriguez che
fino a quel momento aveva fatto di tutto per non attirare su di se
l’attenzione della dottoressa Grahan.
“Non capisco cos’avete che continuate a ripeterne il numero,” protestò
sentendosi chiamato in causa mentre smetteva di giocare con un tricorder.
Aveva sperato che il betazoide resistesse un po’ di più prima di puntare il
dito contro di lui. “Sono piccoli, innocui, maiali kaferiani. Tutto quello
che dobbiamo fare è prenderli a bordo, nutrirli, portarli a destinazione.”
“Da quando in qua siamo una nave merci?” All’occhiata accusatoria della
dottoressa, Basta, vigliaccamente, lo indicò nuovamente. Rodriguez sospirò.
“Non si possono ottenere certi favori per nulla,” si difese, “dottoressa,
andiamo, tutto quello che dovrà fare è assicurarsi che l’ambiente in cui
stiveremo i maiali sia adatto alla loro sopravvivenza e che arrivino
intatti a destinazione, “ sfoderò un sorriso accattivante, “eh?”
“E se non lo fanno?”
“Salsicce.” Rispose serafico Rodriguez.
Melanne sollevò entrambe le sopracciglia e guardò Basta.
“Mi ha chiesto lui di accompagnarlo come scorta, ma se vuoi picchiarlo non
solleverò un dito per impedirtelo.”
“Non doveva aiutarmi a contenere i danni?” Protestò Rodriguez arretrando di
un passo per prudenza.
“E’ quello che sto facendo,” ribatté Lon impassibile.
“Ho visto il sorriso,” lo minacciò Melanne.
“E’ una smorfia, non un sorriso”, si difese il betazoide.
“Il signor Basta non si sognerebbe mai di ridere di lei.” Intervenne
Rodriguez sollecito.
“Non è affatto d’aiuto,” lo ammonì Basta a denti stretti.
“Ah no? A me sembra funzioni perfettamente. La dottoressa ora chiaramente
ce l’ha con lei, anziché con il sottoscritto”, ribatté soddisfatto il capo
operazioni.
L’occhiata che Basta lanciò a Rodriguez lo fece istantaneamente sudare.
“E va bene!” Esclamò alzando in aria le mani in un gesto esasperato,
“ammetto di aver chiesto al tenente di accompagnarmi perché, dato che la
segue sempre come un cagnolino, non lo neghi, tenente, è così,” aggiunse in
tono di rimprovero rivolto a Basta che si era immediatamente irrigidito,
“speravo mi aiutasse ad evitare la sua ira. Vedo però che è inutile perché
lei è immune, o cieca, e non subisce l’effetto calmante della presenza del
signor Basta come speravo. Per cui, tutto quello che posso dire ora a mia
difesa è che non ho difesa perché non avevo alternative. I maiali saliranno
a bordo, sono trecento e hanno abitudini alimentari complicate che sono
scritte proprio qui, “ porse ad una confusa Melanne un d-padd. “Ed ora mi
ritirerò prima che sia troppo tardi.” Con un rapido inchino, Rodriguez
raggiunse la porta e uscì rapido dalla infermeria.
Nel breve tempo che ci mise a raggiungere il turboascensore, fece in tempo
a sentire la voce stranita della dottoressa. “Abitudini alimentari
complicate? Che abitudini alimentari?”
Soddisfatto di se, Rodriguez sorrise.
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Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano
occupati. Bertolt Brecht
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