[Stml17] [Lon Basta] Scelte
Massimo Gallo
keranydd a gmail.com
Sab 20 Ott 2018 21:35:21 CEST
Caspita che bel pezzo!!!
Il sab 20 ott 2018, 17:11 Maddalena <bryn.lwellelyn a gmail.com> ha scritto:
> Letto ora e mi è piaciuto davvero molto.
>
> Il 20/10/2018 16:26, Franco Carretti ha scritto:
>
> Gran bel pezzo, c'è molto dei sentimenti di Basta. Mi è piaciuto molto
>
> *Sent:* Saturday, October 20, 2018 at 11:42 AM
> *From:* "Silvia Brunati" <sbrunati a gmail.com> <sbrunati a gmail.com>
> *To:* "USS Hope" <stml17 a gioco.net> <stml17 a gioco.net>
> *Subject:* [Stml17] [Lon Basta] Scelte
> Scusandomi per l'eccessivo ritardo ecco finalmente il mio pezzo.
> Ho lasciato volontariamente alcune vicende in sospeso (altrimenti avrei
> ritardato ulteriormente), ma penso di aver coperto tutti punti.
>
> Spero vi piaccia!
>
> Silvia Br.
>
>
> *********************************************************************************************************
>
> *USS Hope – Ufficio del Capo Operazioni - 11/04/2397, Ore 11:05*
>
> Lon Basta era arrabbiato per questo tutto attorno a lui era in gradazioni
> di grigio.
>
> Non era tanto il sapere che un alieno occupava una parte del suo corpo a
> farlo infuriare, né tanto meno che l’ammiragliato fosse stato costretto ad
> adottare una soluzione drastica ad un problema difficile. Era la menzogna
> che alimentava la sua rabbia e, soprattutto, la consapevolezza che le sue
> decisioni non fossero mai state veramente sue perché la flotta stellare
> gliele aveva tolte.
>
> Questa, fra tutte, era la cosa che lo faceva infuriare di più.
>
> Rendeva il suo controllo meno forte.
>
> Privava la sua mente di ogni colore.
>
> Per questo motivo, prima di entrare nell’ufficio del capo operazioni, si
> prese un momento per raccogliere le energie. Aveva bisogno di tempo per
> rafforzare il proprio autocontrollo, non sarebbe stato bello per nessuno se
> non ci fosse riuscito.
>
> “Era ora!” L’accolse Rodriguez bloccando la porta alle sue spalle non
> appena fu entrato.
>
> “Cinque minuti,” sottolineò Basta freddamente.
>
> “Ragione per cui dobbiamo bere in fretta”, rispose determinato Rodriguez
> tirando fuori da sotto la scrivania due bicchierini ed una bottiglia. “Sì,
> è alcool e, si, ritengo che sia necessario berlo proprio ora,” commentò.
> “Non ho secondi fini!” Insistette oltraggiato all’occhiata sospettosa di
> Basta, “non quelli che pensa lei,” si corresse.
>
> Glissando sull’ultimo commento, Basta prese il bicchiere e diede
> un’incerta annusata al contenuto. “Dobbiamo andare,” insistette subito dopo
> sbattendolo sulla scrivania con un rumore secco.
>
> “Deve pur sfogare la pressione cui è stato sottoposto in sala ologrammi,”
> ribatté Rodriguez spingendo il bicchierino verso di lui. “Altrimenti va
> tutto in vacca.”
>
> “Ho i miei metodi per sfogarmi,” ribatté Basta spingendolo nuovamente
> verso il capo operazioni.
>
> “Ah sì? Quali?” Gli chiese l’altro portando il proprio bicchiere alle
> labbra.
>
> “Il sesso.”
>
> Rodriguez sparse liquore tutt’attorno e cominciò a tossire. “Con…? Vuol
> dire che lei e…” Gli chiese con voce strozzata.
>
> “No!” Esclamò oltraggiato il betazoide.
>
> “Peccato,” commentò Rodriguez asciugandosi gli occhi e riempiendosi
> nuovamente il bicchiere, “alle occasioni perdute.” Brindò. Basta ignorò il
> brindisi incrociando le braccia sul petto. “Alle decisioni incoscienti?”
> Suggerì a quel punto Rodriguez.
>
> “Perché lei non è arrabbiato?” Chiese alla fine con un sospiro il
> betazoide.
>
> “Perché dovrei esserlo?” Rispose l’altro stupito.
>
> All’occhiata eloquente dell’altro, il capo operazioni si umettò le labbra
> e le tirò in una smorfia. “Per come la vedo io, devo solo ringraziare
> l’alieno per avermi scelto,” rispose. “Quanto tempo pensa sarei rimasto
> sulla nave scuola prima, sulla Hope adesso e, in generale, nella flotta
> stellare se non fosse stato per lui? I voti alti non ti salvano se infrangi
> i regolamenti e la fortuna tende a guardare dall’altra parte quando meno te
> l’aspetti.” Concluse riempiendo nuovamente il proprio bicchiere, “per quel
> che mi riguarda, quindi, l’alieno può restare dentro di me finché vuole.”
> Brindò e bevve.
>
> Basta studiò Rodriguez domandandosi sorpreso quando il grigio che l’aveva
> circondato come una nebbia fosse svanito.
>
> “Ma torniamo a noi tenente, cosa stava dicendo sullo sfogarsi con il
> sesso?”
>
> Per tutta risposta il betazoide afferrò il proprio bicchiere e lo svuotò
> tutto d’un fiato.
>
>
>
>
>
>
>
> *USS Hope – Hangar navette - 11/04/2397, Ore 11:10*
>
> *Bueller e Xyr avevano quasi raggiunto l’hangar navette. Nella loro
> camminata c’era così tanta tensione che era facile intuire che il loro
> silenzio non era però quello di due persone che si fanno compagnia con il
> rispettivo non parlare, ma più una pausa per riprendere fiato prima di
> discutere nuovamente.*
>
> *“Ribadisco la mia opposizione a questa missione suicida,” dichiarò
> l’andoriana rompendo la tregua temporanea. Nonostante il tono formale,
> l’espressione del suo viso era quella di chi avrebbe volentieri sbattuto la
> testa del capitano contro il muro.*
>
> *L’esasperazione di Bueller si manifestò con un suono inarticolato che
> esprimeva tutta la frustrazione derivata da una discussione che non aveva
> mai fine. Si fermò in mezzo al corridoio e s i girò verso Xyr a braccia
> conserte. “Ha un’altra soluzione?” Le chiese esasperato.*
>
> *“Il signor Tucci …”*
>
> *“Ne troverà sicuramente un’altra, lo so, ne troverà migliaia,” la
> interruppe Bueller con uno scatto, “ma non abbiamo tempo.” Ribadì in tono
> secco, “fra pochi istanti saremmo fuori dalla curvatura e non possiamo
> permetterci di fare esperimenti.” Le ultime parole le sottolineò
> scandendole una per una come se le avesse ripetute un’infinità di volte e
> volesse assicurarsi che questa volta arrivassero a destinazione con
> chiarezza.*
>
> *La risposta di Xyr fu il silenzio sottolineato da labbra serrate e
> sguardo carico di disapprovazione. Bueller aprì la bocca, la richiuse
> ripensandoci, inspirò a fondo, poi si passò una mano nei capelli come se
> stesse prendendo tempo per contare fino a dieci. “Non credi che se ci fosse
> una soluzione diversa da questa l’avrei considerata?” Le chiese
> sinceramente.*
>
> *“No.” Fu la risposta secca alla quale Bueller rispose con uno sguardo
> offeso.*
>
> *“Ok, speravo in un po' più di credito qui, ma ammetto di non averti dato
> molte dimostrazioni del contrario,” convenne. “Comunque sia,” tagliò corto,
> “ne ho ampiamente discusso con Tucci. Intercettare la bomba e condurla
> dall’altro capo dello squarcio è l’unica possibilità che abbiamo.” *Al
> silenzio continuato di Xyr, Bueller insistette. “Non c’è tempo per altre.”
>
> L’unica reazione dell’andoriana fu un leggero arretrare delle antenne al
> quale Bueller esclamò. “Me ne assumo la piena responsabilità Xyr! Puoi
> scrivere tranquillamente nel tuo rapporto che mentre tu cercavi una
> soluzione al problema, io ho agito alle tue spalle senza avvertirti!”
>
> “È un suicidio,” sbottò finalmente il primo ufficiale tradendo per la
> prima volta la preoccupazione e l’impotenza.
>
> “È l’unico modo,” ribadì nuovamente Bueller, “non c’è altra soluzione,”
> ripeté ancora.
>
> “Se anche fosse l’unico modo…” Il suono del comunicatore la interruppe.
>
> =^= Luna a Bueller, stiamo per uscire dalla curvatura=^=
>
> “Bene, tenetevi pronti!” Scattò Bueller riprendendo a camminare verso
> l’Hangar per poi fermarsi appena prima di entrare. “Un bacio d’addio? Come
> porta fortuna?” Insistette. Xyr lo fissò a lungo prima di rispondere.
>
> “Ferris…”
>
> =^=In bocca al lupo Ferris! Riportami l’akesh intatto!=^=
>
> “Farò del mio meglio!” Rispose il capitano. La sua espressione perse di
> colpo l’aria scanzonata di pochi istanti prima facendosi determinata, “sto
> per salire a bordo, preparatevi ad aprire i portelli.” Ordinò entrando
> nell’hangar.
>
> =^=Sono già aperti, e se tu non sei a bordo, chi sta rubando il mio akesh?
> =^= Esclamò Luna sorpresa, ma Bueller non le rispose perché, immobile,
> pochi passi dopo l’ingresso dell’hangar, fissava il vuoto dello spazio.
>
> Rest e Rodriguez si girarono a guardarlo.
>
> “O così o un altro pugno capitano.” Gli disse il capo operazioni in tono
> di scusa.
>
>
>
>
>
>
>
> *U.S.S. Hope – Plancia - 11/04/2397, Ore 11:13*
>
> *Bueller entrò in plancia puntando direttamente alla poltrona di comando
> seguito da Xyr e Rest. Raramente il capitano della Hope aveva avuto una
> simile espressione rabbiosa, mai davanti ai suoi uomini. Per questo motivo
> nessuno osò dire nulla, a parte Tucci che ignaro di tutto continuò a fare i
> suoi calcoli sotto voce. Alle spalle del capitano, Xyr restò in piedi con
> le mani dietro la schiena e lo sguardo fisso sullo squarcio mentre Rest
> raggiungeva la sua postazione. Quali fossero i pensieri dell’andoriana in
> quel momento non era chiaro, sembrava combattuta fra la rabbia e la
> preoccupazione.*
>
> *“Rapporto!” Abbaiò Bueller dopo qualche secondo con il mento appoggiato
> al pugno chiuso.*
>
> *“Stanno aprendo i tubi di lancio della bomba,” rispose Luna dalla sua
> postazione, le mani sulla consolle che sembravano fremere per entrare in
> azione.*
>
> *“Secondo i miei calcoli, se l’akesh riuscirà ad agganciarla come
> previsto, ci sarà tempo sufficiente a portarla oltre lo squarcio prima che
> esploda,” intervenne Tucci senza alzare lo sguardo dalla consolle, “in modo
> che l’esplosione lo chiuda definitivamente invece di aprirlo del tutto.” *
>
> *Diverse teste, in plancia si girarono a guardarlo con espressione
> sorpresa.*
>
> *“Sbaglio o è stato chiaro quello che ha detto?” Chiese Luna al suo
> co-pilota.*
>
> *“Trenta secondi allo sgancio della bomba.” Annunciò impassibile Rest
> dalla sua postazione.*
>
> *“Che aspettate?” Sbottò Bueller, “dopo tutta la fatica che ha fatto per
> rubarmi il momento di gloria, non sarebbe sportivo rovinare tutto facendo
> saltare il piano restando immobili. Diamo a Basta un diversivo! Fuoco!”*
>
>
>
>
>
> *Akesh - 11/04/2397, Ore 11:15*
>
> *Mentre aspettava l’uscita della bomba nell’akesh occultato, Basta
> rimpiangeva soltanto di non aver visto l’espressione di Bueller quando
> l’aveva visto andar via, ma era certo che se fosse tornato, quando fosse
> tornato, si corresse, Rodriguez gli avrebbe raccontato tutto nei minimi
> dettagli. *
>
> *Convincere il capo operazioni ad aiutarlo non era stato difficile, lui e
> Paulo avevano stretto una strana amicizia, non insolita come quella con
> Tucci, ma comunque inconsueta, che si basava su una forma di rispetto
> reciproco che Lon doveva ancora capire.*
>
> *Rest, invece, era stato tutto un altro discorso.*
>
> *Basta aveva dovuto condensare in pochi minuti tutta la sua capacità
> logica per ottenere la sua collaborazione. Era stato stimolante, ma anche
> faticoso. Molto faticoso. E Lon non era del tutto sicuro che il vulcaniano
> si sarebbe lasciato convincere ad aiutarlo dai suoi ragionamenti se non
> fosse stato d’accordo con lui fin dall’inizio. Per ora però, si sarebbe
> goduto questa vittoria di logica come se fosse stata reale.*
>
> *Attorno a lui la battaglia infuriava, la Hope stava cercando di dare più
> fastidio possibile alla nave nemica come se avesse veramente intenzione di
> fermarla. Poco distante le altre due navi della flotta stellare cercavano
> disperatamente di chiudere lo squarcio prima che fosse troppo tardi. Non
> che ci sarebbe riuscite pensò Basta vedendo la bomba uscire dall’hangar,
> non c’era sufficiente tempo.*
>
> *Il tema del tempo effettivamente era la cosa che più lo preoccupava al
> momento.*
>
> *I secondi gli sfuggivano dalle mani mentre si avvicinava all’ordigno ed
> era tutta una questione di intercettarla al momento giusto per spingerla
> oltre il punto in cui sarebbe dovuta esplodere. Oltre lo squarcio. Per
> chiuderlo definitivamente.*
>
> *Aveva paura di sbagliare? Si. *
>
> *Era terrorizzato all’idea di non tornare? Si.*
>
> *Avrebbe preferito lasciarlo fare a Bueller? Nemmeno per idea.*
>
> *Quello era compito suo, non del capitano. E prima questi l’avesse capito,
> meglio sarebbe stato per tutti.*
>
> *Rimpiangeva soltanto il non averglielo potuto dire in faccia. *
>
> *L’akesh era a poca distanza dalla bomba ormai, nessuno avrebbe sparato
> lì, sarebbe stato troppo rischioso. Con la coda dell’occhio vide la Hope
> posizionarsi fra lui e la nave nemica ed un sorriso gli comparve sul viso.
> Luna gli aveva perdonato il furto dell’akesh. Forse.*
>
> Dieci secondi all’attivazione del raggio traente.
>
> Secondo i calcoli di Tucci, che aveva raccontato a lui e Rest del piano
> del capitano, non appena la riunione con il comandante Xyr si era conclusa,
> l’akesh avrebbe dovuto trainare la bomba fin poco oltre lo squarcio e a
> quel punto tornare indietro. Il tutto pochi istanti prima che esplodesse.
>
> Basta aveva silenziosamente detto all’alieno che se pensava che fosse
> troppo rischioso per una parte di lui sorpassare lo squarcio anche per soli
> istanti era meglio se facesse sentire subito, anche solo con un gesto
> minimo. Non c’era stata risposta.
>
> Questo aveva deciso tutto.
>
> Cinque secondi all’aggancio.
>
> Aveva le mani sudate.
>
> La rabbia l’aveva sempre sostenuto, aveva guidato i suoi primi passi dopo
> il suo ritorno su Betazed, gli aveva impedito di impazzire prima.
>
> Ora gli permetteva di affrontare quel piano folle e portarlo a termine.
>
> Tre secondi all’attivazione del raggio.
>
> Il conto alla rovescia ora scorreva davanti ai suoi occhi con una lentezza
> che faceva impressione. La bomba era quasi arrivata al punto di non
> ritorno, se avesse sbagliato questa non ci sarebbe stata speranza per
> nessuno e lui non l’avrebbe permesso.
>
> La speranza era l’ultimo acquisto della sua brillante personalità. Era
> cresciuta come un chiarore praticamente inesistente nella sua aurea nera,
> facendosi più forte ogni giorno, senza che lui se ne accorgesse, diventando
> sempre più forte.
>
> Non come la rabbia, mai come quella, ma sufficientemente da fargli
> attivare il raggio traente quando il conto dei secondi raggiunse lo zero e
> spingere l’akesh a tutta velocità verso lo squarcio.
>
>
>
>
>
> *U.S.S. Hope - Plancia - 11/04/2397, contemporaneamente*
>
> *Mentre la battaglia infuriava, Bueller aveva silenziosamente attivato il
> monitoraggio del percorso della bomba. Nonostante fosse, giustamente,
> indignato per il gesto di Basta, era nello stesso tempo terrorizzato che
> fosse inutile. Perdere uomini non rientrava nei suoi piani, preferiva
> essere lui a sacrificarsi. *
>
> *Questo non l’avrebbe mai ammesso però con nessuno. Molto meglio
> continuare a fingersi arrabbiato e pronto a scuoiare vivo Basta quando
> fosse rientrato.*
>
> *“Aggancio effettuato!” Grido anticipando Rest quando vide comparire
> l’akesh e i sensori registrarono lo spostamento della bomba. “Muoviamoci!
> Non devono riuscire a fermarlo!”*
>
> *Ma Luna non aveva bisogno dei suoi ordini, non ne aveva mai avuto bisogno
> a dire il vero. Fin dai primi tempi in accademia non avevano mai avuto
> bisogno di parole per entrare in azione. Il timoniere aveva già posizionato
> la Hope davanti all’Akesh e stava cercando di ostacolare l’intervento della
> nave nemica.*
>
> *Bueller continuò a tenere monitorato il movimento della bomba e di Basta
> mentre Xyr si era portata avanti, le antenne tese e la faccia indurita
> dalla tensione e ordinava il fuoco.*
>
> “L’akesh è quasi allo squarcio,” disse Tucci. L’ufficiale scientifico era
> così concentrato sulla sua consolle da non rendersi conto di quello che
> accadeva attorno a lui.
>
> “Non riusciranno a fermarlo!” Esclamò Luna digrignando i denti, “devo
> avere indietro il mio akesh!”
>
> In un improvviso momento di lucidità Bueller realizzò che nessun capitano
> aveva un equipaggio come il suo. Doveva ringraziare l’alieno per questo.
>
>
>
> *Akesh - 11/04/2397, Ore 11:18*
>
> *Lo squarcio era davanti a lui e i sensori stavano esplodendo. Basta era
> consapevole che se anche un solo colpo fosse arrivato all’Akesh con
> sufficiente forza da farlo deviare, sarebbero stati secondi che non avrebbe
> potuto sfruttare per il ritorno, ma sapeva che la Hope non avrebbe permesso
> che accadesse.*
>
> *Un sorriso tirato, da folle, gli comparve sul viso mentre si avvicinava
> inesorabilmente allo squarcio. Di tutti i pensieri che l’avevano tormentato
> in quegli ultimi minuti solo due restarono con lui e di quelli sono uno
> quando l’Akesh superò lo squarcio.*
>
> *Uno cui si aggrappò con tutte le sue forze.*
>
> *Doveva tornare, aveva un motivo per tornare.*
>
> *Sganciò la bomba.*
>
>
>
> *U.S.S. Hope - Plancia - 11/04/2397, contemporaneamente*
>
> *Un colpo della nave nemica superò la Hope andando dritto verso l’akesh. I
> sensori non riuscirono a penetrare lo squarcio per cui nessuno, per i pochi
> istanti prima che la bomba esplodesse, seppe se Basta fosse riuscito a
> superarlo o se fosse stato colpito prima.*
>
> *Pochi istanti che sembrarono ore a Bueller.*
>
> *Annni alla dottoressa Grahan in infermeria.*
>
> I secondi che dovevano essere a Tucci che continuava a fare i suoi calcoli.
>
> Poi la bomba esplose e la sua potenza fu tale da accecare tutti i sensori,
> far tremare la Hope, saltare diverse consolle.
>
> Poi scese il silenzio.
>
> “Signor Tucci?” Chiese Bueller.
>
> Tucci non rispose attendendo una reazione dalla sua consolle.
>
> “Signor Tucci?”
>
> L’ufficiale scientifico rispose con dei gesti della mano come per dire di
> non disturbarlo.
>
> “L’esplosione ha investito la nave nemica,” disse finalmente dopo qualche
> secondo, “distruggendola.”
>
> “E…”
>
> “Lo squarcio è chiuso!” Esclamò trionfante l’ufficiale, “sapevo di aver
> ragione.”
>
> “E…?” chiese ancora Bueller trattenendo con evidente sforzo la tensione.
>
> “Non si riaprirà, secondo i miei calcoli la potenza della bomba è stata
> tale da eliminare ogni possibilità che ciò accada.”
>
> Caytlin posò una mano sulla spalla di Bueller prima che questi si alzasse
> di scatto.
>
> “I sensori stanno scansionando la zona dell’esplosione dove si trovava lo
> squarcio,” commentò Rest intervenendo. “Rilevano l’akesh.”
>
> “Segnali di vita?”
>
> “Deboli.”
>
> Il sollievo, come un’ondata d’aria fresca, si diffuse in tutta la plancia,
> per essere interrotto dall’esclamazione indignata di Luna.
>
> “Come ha ridotto la mia nave!!!?”
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> occupati. Bertolt Brecht
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