[Stml17] [12.00 - Graahn - La Grande Rivelazione]
Silvia Bianchini
ltcomm.sibi a gmail.com
Mar 30 Ott 2018 10:05:46 CET
Luna è un quarto klingon, cresciuta su una nave klingon.... Sarà un bello
scontro... Anche se ho in mente mosse più subdole (... Eco della risata
malvagia)
=========================
Tenente JG Catalunya 'Luna' Jones della Casata di 'Klaa
Flight Control Office (CONN)
USS Hope - NCC-25122-A
=========================
"Se hai tutto sotto controllo vuol dire che non stai andando abbastanza
veloce"
______________________________
Private comunicator: ltcomm.sibi a gmail.com
Il mar 30 ott 2018, 09:58 Franco Carretti <ferris.bueller a mail.com> ha
scritto:
> Tieni conto che Basta non è Bueller... lui mena
>
> *Sent:* Tuesday, October 30, 2018 at 7:44 AM
> *From:* "Silvia Bianchini" <ltcomm.sibi a gmail.com>
> *To:* "USS Hope" <stml17 a gioco.net>
> *Subject:* Re: [Stml17] [12.00 - Graahn - La Grande Rivelazione]
> Sì sì avevo capito che non lo avesse menato, ma quando Luna dice che con
> Basta non può sfogarsi perchè ha i suoi problemi... beh facevo notare che
> con Luna i suoi problemi sono iniziati (risata maligna.... Sguardo
> malvagio.... Risata maligna) 😉
>
> =========================
> Tenente JG Catalunya 'Luna' Jones della Casata di 'Klaa
> Flight Control Office (CONN)
> USS Hope - NCC-25122-A
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> "Se hai tutto sotto controllo vuol dire che non stai andando abbastanza
> veloce"
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> Private comunicator: ltcomm.sibi a gmail.com
>
>
>
>
> Il lun 29 ott 2018, 23:04 Bryn Lwellelyn <bryn.lwellelyn a gmail.com> ha
> scritto:
>
>> Naa, la Graahn non gli ha menato, almeno per adesso. Ho puntato più sul
>> dialogo in quel pezzetto che sulle reazioni, ma se hai in mente qualcosa di
>> specifico te lo cambio come vuoi.
>>
>> Il lun 29 ott 2018, 21:06 Silvia Bianchini <ltcomm.sibi a gmail.com> ha
>> scritto:
>>
>>> Ottimo Maddalena!
>>>
>>> Un solo appunto... Luna non lascerà Basta impunito... Che la dottoressa
>>> ci abbia già pensato non conta perché era per quello che ha fatto a lei...
>>>
>>> Credo che il mio pezzo girerà intorno a queste, le cinque fasi
>>> dell'accettazione, grazie Maddalena per aver già messo in scena il primo
>>> punto eheheh...
>>>
>>>
>>> 1. Negazione/Rifiuto (in principio si nega il lutto come naturale
>>> meccanismo di difesa);
>>> 2. Rabbia (quando si realizza la perdita, subentra un enorme carico
>>> di dolore che provoca una grande rabbia alle volte rivolta verso se stessi
>>> o persone vicine o, in molti casi, verso la stessa persona defunta);
>>> 3. Negoziazione (si tenta di reagire all’impotenza cercando delle
>>> risposte o trovando soluzioni per spiegare o analizzare l’accaduto);
>>> 4. Depressione (ci si arrende alla situazione razionalmente ed
>>> emotivamente);
>>> 5. Accettazione (si accetta l’accaduto, riappacificandosi con esso,
>>> spesso sperimentando fasi di depressione e rabbia di natura moderata, volte
>>> a riconciliarsi definitivamente con la realtà).
>>>
>>>
>>> Davvero molto bello, brava!!!
>>>
>>> Si.Bi.
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>>> Tenente JG Catalunya 'Luna' Jones della Casata di 'Klaa
>>> Flight Control Office (CONN)
>>> USS Hope - NCC-25122-A
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>>> "Se hai tutto sotto controllo vuol dire che non stai andando abbastanza
>>> veloce"
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>>> Private comunicator: ltcomm.sibi a gmail.com
>>>
>>>
>>>
>>>
>>> Il lun 29 ott 2018, 20:20 Maddalena <bryn.lwellelyn a gmail.com> ha
>>> scritto:
>>>
>>>> Dunque, un paio di precisazioni.
>>>>
>>>> Anche se nelle nuove missioni normalmente si inserisce la data odierna,
>>>> ne ho tenuto una di qualche giorno successiva a quella dell'ultima
>>>> missione. In pratica stiamo tornando sulla terra come da conclusione del
>>>> brano precedente.
>>>> Visto che ho avuto carta bianca, non volevo fare una cosa tipo imbarchi
>>>> ma ho comunque colto l'occasione per spiegare la reazione del personaggo
>>>> alla Grande Rivelazione. Ha iniziato SIlvia e immagino che altri lo
>>>> faranno, anche perchè pu avendone parlato qui brevemente mi sembra una cosa
>>>> abbastanza importante. Ho accennato brevissimamente alle reazioni di altri
>>>> personaggi ma non ho approfondito, non sapendo di preciso cosa si vuol
>>>> inserire. Se non andasse bene, lo sistemo.
>>>> Ho anhe inserito un altro spunto che nella mia idea potrebbe essere
>>>> l'inizio di un'avventura a sè ma che volendo si può anche ricondurre a quel
>>>> che sta succedendo o lasciar cadere, a seconda di come progredisce la
>>>> faccenda.
>>>> Ho fatto un po' fatica a scrivere, non sapevo bene come metterla giù.
>>>> Spero vi piaccia.
>>>>
>>>> ----------------------------------------------------------
>>>>
>>>>
>>>> *USS Hope - 14 aprile 2398, Ore 01.14*
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> Nel sogno Rest stava ballando il valzer e a a Caytlin la cosa sembrava
>>>> assolutamente naturale.
>>>>
>>>> Più tardi, a mente sveglia, si sarebbe detta che effettivamente la cosa
>>>> non avrebbe dovuto stupirla più di tanto. Non che Rest le sembrasse il tipo
>>>> di persona che frequenti abitualmente le sale da ballo ma, nelle giuste
>>>> condizioni, perché mai non avrebbe dovuto danzare?
>>>>
>>>> Certamente possedeva l’abilità e la coordinazione per farlo e se gli
>>>> fosse stato ordinato con una buona ragione o la situazione lo avesse
>>>> richiesto – ad esempio ad un incontro diplomatico ufficiale – certamente lo
>>>> avrebbe fatto.
>>>>
>>>> Nel sogno, tuttavia, si stupì della sua mancanza di stupore.
>>>>
>>>> Sapeva che si trattava di un sogno e, in un certo senso, temeva quello
>>>> che sarebbe potuto accadere in quello strano modo in cui si teme a cosa si
>>>> potrebbe assistere quando si è consapevoli che è la propria mente a
>>>> determinare la realtà intorno a noi.
>>>>
>>>> Per il momento, comunque, a parte il valzer, non stava accadendo nulla.
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> La stanza in cui si trovavano era circolare e ampia, soffusa di una
>>>> luce tenue appena sufficiente a vedere il contorno dei mobili e
>>>> completamente deserta, a parte loro due.
>>>>
>>>> La musica sembrava provenire da ogni direzione e da nessuna in
>>>> particolare. L’ambiente era piacevole e, a parte quello strano senso di
>>>> timore generato dalla consapevolezza di stare sognando, Caytlin stava
>>>> piuttosto bene.
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> Rest la superava in altezza di un buon venti centimetri, eppure i loro
>>>> movimenti risultavano straordinariamente aggraziati. Lui la allontanò
>>>> leggermente da sé, tenendole la mano per farla piroettare e Caytlin sollevò
>>>> appena l’orlo dell’abito lungo e setoso, di un morbido blu notte, che
>>>> indossava eseguendo passi che non sapeva di conoscere.
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> “Tutto questo è alquanto… insolito,” commentò Rest, nel suo elegante
>>>> smoking, con l’assoluta mancanza di inflessione che solo i vulcaniani sanno
>>>> mettere nelle loro affermazioni, qualunque sia l’argomento in discussione,
>>>> dalla geometria dei campo di curvatura alle abitudini di accoppiamento di
>>>> Bueller.
>>>>
>>>> “Non è reale,” rispose lei, mentre tornavano a danzare allacciati.
>>>>
>>>> “No, non lo è. Si tratta di un sogno.”
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> Tornò il silenzio, l’unico rumore, oltre alla musica, era costituito
>>>> dai loro passi sul pavimento lucido.
>>>>
>>>> Non è che la conversazione spumeggiante fosse il punto forte di Rest,
>>>> nemmeno durante le loro ore di veglia. In qualche modo, però, Caytlin si
>>>> aspettava che la versione di lui proiettata dal suo inconscio sarebbe stata
>>>> più incline alle chiacchiere.
>>>>
>>>> Non lo era.
>>>>
>>>> La musica scemò lentamente e tacque. Loro conclusero la figura e si
>>>> fermarono. Rest le fece un mezzo inchino, ma non si sbilanciò fino ad
>>>> arrivare ad un baciamano.
>>>>
>>>> Caytlin non sapeva se congratularsi con se stessa perché anche il
>>>> proprio inconscio aveva inquadrato con esattezza il carattere di Rest o
>>>> essere delusa.
>>>>
>>>> Rimasero in piedi per qualche istante, l’uno di fronte all’altra. Rest
>>>> inarcò leggermente un sopracciglio.
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> “Stiamo attendendo qualcosa?”
>>>>
>>>> “Di svegliarmi,” rispose lei con la vaga impressione che ci fosse
>>>> dell’altro.
>>>>
>>>> Poi la luce si spense.
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> *USS Hope – Ufficio Tenente Rodriguez – 14 aprile 2398, ore 8.15*
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> “Del cioccolato? Perché non lo replica?”
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> Per un folle attimo, Paulo pensò che la Graahn stesse usando un qualche
>>>> gergo segreto che lui non conosceva per chiedergli di rimediarle un carico
>>>> di droga. Non che lui, nel caso, non avrebbe saputo dove mettere le mani,
>>>> ma il fatto che fosse proprio la trill a chiederglielo gli faceva un po’
>>>> impressione. Senza contare che Basta l’avrebbe ammazzato.
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> “Se volessi del cioccolato normale lo replicherei,” spiegò lei come se
>>>> fosse ovvio. “Ma vorrei del cioccolato aldebarano e quello non si può
>>>> replicare.”
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> Effettivamente il cioccolato aldebarano non si poteva replicare ed era
>>>> anche piuttosto raro. E perfettamente legale, motivo per cui Paulo non se
>>>> ne era mai interessato più di tanto. Non pensava che sarebbe stato
>>>> difficile reperirlo, era solo che la Graahn, sempre così ligia alle regole,
>>>> non era mai venuta da lui a chiedere niente prima di quel momento.
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> “Non per impicciarmi, ma perché non se lo compra alla prima occasione?”
>>>>
>>>> “Diciamo che è il mio modo per sfogare lo stress. E sono stressata
>>>> adesso,” aggiunse a mo’ di ulteriore spiegazione.
>>>>
>>>> “Beh, a ognuno il suo. Qualcuno il cioccolato, qualcuno l’alcol,
>>>> qualcuno… beh.” Tossicchiò ripensando alla conversazione con Basta. “Nessun
>>>> problema, dottoressa. Però avrà il suo costo.”
>>>>
>>>> Melanne si sporse leggermente in avanti, verso l’altro. Fu un movimento
>>>> a scatti, come se tentansse di essere minacciosa ma non avesse bene idea di
>>>> come riuscirci. E non ci riuscì, così parve rinunciare e tornò ad
>>>> appoggiarsi allo schienale. “Si ricorda quel discorso che abbiamo fatto sul
>>>> non farsi visitare quando si ha qualcosa da nascondere?”
>>>>
>>>> Paulo sbuffò. “Non vedo cosa dovrei nascondere… o meglio, cosa dovrei
>>>> nascondere che una visita di routine possa rilevare,” aggiunse dopo un
>>>> istante, poi parve ripensarci di nuovo. “No, ok. Mi ha convinto. Un mese.”
>>>>
>>>> “Due settimane. La metto in fondo alla lista, è il massimo che posso
>>>> fare.”
>>>>
>>>> “Andata.”
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> *USS Hope, Hangar navette – 14 aprile 2398, Ore 09.22*
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> “Glielo faccio sistemare a mano, poi lo ammazzo,” borbottò Luna. “Anzi,
>>>> prima lo ammazzo e *poi* glielo faccio sistemare.”
>>>>
>>>> “Non è messo tanto male,” tentò Ferris in tono incoraggiante.
>>>>
>>>> “Insomma…” commentò Paulo con occhio critico.
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> L’Akesh effettivamente non aveva un bell’aspetto. Ricordava più una
>>>> lattina schiacciata che il vascello scattante e veloce che era stato prima
>>>> di essere rubato. Sistemarlo a mano non sarebbe stato possibile nemmeno
>>>> volendo, vivo o morto che fosse Basta durante i lavori, qualunque fossero i
>>>> pezzi che Paulo sarebbe stato in grado di recuperare.
>>>>
>>>> Ferris non aveva il cuore di dirlo.
>>>>
>>>> Luna lo sapeva ma in quel momento, nonostante tutta la sua tempra,
>>>> ammetterlo faceva troppo male.
>>>>
>>>> Fu Paulo a calare la scure.
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> “Se ti interessa conosco un tizio che conosce un tizio che conosce un
>>>> altro tizio il cui fratello potrebbe procurartene uno nuovo praticamente
>>>> uguale.”
>>>>
>>>> Gli altri due si voltarono ad osservarlo.
>>>>
>>>> “E’ stato un regalo di mio nonno.”
>>>>
>>>> “Non è detto che anche quello nuovo non appartenesse a tuo nonno in
>>>> precedenza,” commentò Paulo con nonchalance.
>>>>
>>>> Ferris tossicchiò prima che la scena sfociasse in massacro. “Visto che
>>>> torniamo sulla Terra, potresti portarlo in un cantiere. Sono sicuro che te
>>>> lo rimetteranno a nuovo.”
>>>>
>>>> “Vedi, se fossi stato tu a ridurlo così,” riprese Luna, gli occhi
>>>> sempre fissi sulla sua nave martoriata, ignorando completamente il
>>>> suggerimento, “avrei anche potuto accettarlo. Ti avrei portato sul ponte
>>>> ologrammi e ti avrei sbattuto come un tappeto. E tu non te la saresti
>>>> nemmeno presa.”
>>>>
>>>> “Ah, no?”
>>>>
>>>> “Invece non posso picchiare Basta.”
>>>>
>>>> “Perché no?”
>>>>
>>>> “Basta ha già i suoi problemi,” si inserì Rodriguez.
>>>>
>>>> “La dottoressa Graahn?”
>>>>
>>>> “Credo l’abbia già picchiato lei.”
>>>>
>>>> “Presa male, eh?”
>>>>
>>>> “A proposito di prenderla male, la Lennox cosa ha detto del fatto che
>>>> stiamo tornando sulla Terra?”
>>>>
>>>> “Non saprei, le ho chiuso la comunicazione in faccia.”
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> Sia Luna che Rpdriguez si voltarono a guardarlo.
>>>>
>>>> “Xyr lo sa?” chiese lei dopo un istante.
>>>>
>>>> “Aspetto il momento giusto per dirglielo.”
>>>>
>>>> “Com’è quel detto? Nessun inferno sarà mai come una donna infuriata?”
>>>>
>>>> Paulo fece spallucce. “Ci sarà da divertirsi.”
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> *USS Hope, alloggio consigliere Caytlin, Contemporaneamente*
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> Cytlin finì di sistemarsi i capelli e controllò gli appuntamenti della
>>>> giornata con un leggero sbuffo di depressione. Dalla Grande Rivelazione in
>>>> avanti, fuori dal suo studio c’era letteralmente la fila. Non si poteva
>>>> dire che l’equipaggio non la ritenesse utile, tutti o quasi parevano volere
>>>> il suo consiglio, il suo parere, parlarle dei propri sentimenti.
>>>>
>>>> Tuttavia, l’intera faccenda le risultava snervante.
>>>>
>>>> Probabilmente era questo il motivo dei suoi stupidi sogni. Normalmente
>>>> non l’avrebbero turbata, non ci avrebbe perso più di un minuto, ma in quel
>>>> caso sentiva una strana inquietudine al riguardo. E, dal momento che non si
>>>> trattava d sogni particolarmente spiacevoli, non si spiegava il perché. Si
>>>> morse lievemente il labbro inferiore davanti allo specchio, poi scosse la
>>>> testa e scacciò il pensiero. Il suo inconscio le presentava immagini
>>>> distorte dell’equipaggio e del loro comportamento, specialmente di coloro
>>>> per cui era più preoccupata. Coloro che potenzialmente avrebbero potuto
>>>> prendere peggio la presenza, finora segreta, di un alieno interdimensionale
>>>> nella propria mente e che difficilmente avrebbero chiesto il suoi aiuto.
>>>> Ecco tutto. La situazione non si preannunciava facile e non era sicura che
>>>> tornare sulla Terra avrebbe migliorato le cose.
>>>>
>>>> Non vedeva cosa l’ammiraglio Lennox avrebbe potuto dire loro più di
>>>> quello che già sapevano.
>>>>
>>>> Qualunque sarebbe stato lo sviluppo, tuttavia, lei avrebbe dovuto
>>>> essere pronta.
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> *USS Hope, ufficio Ufficiale Medico Capo, Contemporaneamente*
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> Melanne tamburellava distrattamente con le dita sul piano della sua
>>>> scrivania, nel mentre fissava i dati che scorrevano sul display.
>>>>
>>>> Aggrottò leggermente le sopracciglia, si ficcò in bocca il quinto
>>>> cioccolatino replicato dell’ultima mezz’ora e ricontrollò ancora una volta
>>>> le sue analisi.
>>>>
>>>> La trill si appoggiò allo schienale della poltroncina, sollevò le gambe
>>>> e incrociò le caviglie sul piano del tavolo.
>>>>
>>>> Quei dati non avevano minimamente senso. Ovviamente avrebbe dovuto fare
>>>> delle analisi più approfondite ma non aveva idea di cosa cercare davvero.
>>>> Eppure se l’alieno di cui aveva parlato la Lennox aveva e stava tuttora
>>>> operando fisicamente su di loro, se erano in grado di sentire parzialmente
>>>> le sue emozioni o di evocarlo, per così dire, qualche segnale avrebbe
>>>> dovuto esserci. Qualcosa nelle onde cerebrali, qualche anomalia nelle
>>>> risposte neuronali. Qualsiasi cosa.
>>>>
>>>> Eppure lei non vedeva nulla in quei dati. E non si poteva dire che non
>>>> ci si fosse impegnata.
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> Dopo la Grande Rivelazione, non aveva avuto molto tempo per pensare a
>>>> quello che avevano scoperto. Non che l’idea di avere un alieno
>>>> interdimensionale nella testa, che in precedenza li aveva quasi uccisi, le
>>>> piacesse ma lei aveva presentato domanda per la commissione simbiosi. Avere
>>>> una seconda voce nella mente non le faceva tanta impressione come agli
>>>> altri.
>>>>
>>>> Era arrabbiata per la menzogna, questo sì, ma era anche curiosa di
>>>> capire come non se ne fosse accorta prima – specialmente con gli esami cui
>>>> si era sottoposta dopo essere stata posseduta da quel mutaforma - e
>>>> preoccupata per come avrebbe potuto prenderla Lon, visti i suoi precedenti,
>>>> così aveva ricacciato indietro il primo sentimento. Non aveva tempo di
>>>> arrabbiarsi, aveva un lavoro da fare, delle aspettative da soddisfare,
>>>> domande a cui rispondere.
>>>>
>>>> Subito dopo Basta, in un’improvvisa esplosione d’ira e testosterone,
>>>> aveva conteso a Bueller il discutibile privilegio di rubare una nave e
>>>> rischiare di farsi ammazzare. Anche questo l’aveva fatta arrabbiare,
>>>> soprattutto perché se n’era andato senza dirle niente. Ma capiva che
>>>> tecnicamente non avrebbe avuto motivo di informarla – anche se lei
>>>> l’avrebbe fatto, a parti invertite - e, ancora una volta, aveva
>>>> l’infermeria piena di feriti di cui occuparsi. Non aveva tempo di
>>>> arrabbiarsi.
>>>>
>>>> Il lato positivo era che Lon non si era fatto ammazzare e nel contempo
>>>> avevano probabilmente salvato l’universo e tutto quello che conteneva. Lui
>>>> sembrava uno gettato da una navetta in volo, ma tutto sommato non se la
>>>> passava troppo male. Probabilmente si era aspettato la sua filippica di
>>>> rito e l’aveva ascoltata con la giusta espressione contrita in volto.
>>>> Tuttavia, non l’aveva presa molto sul serio e forse era stato questo a
>>>> farla scoppiare.
>>>>
>>>> Per la prima volta aveva dovuto impegnarsi per reprimere l’istinto di
>>>> mollargli un ceffone. Lui se n’era accorto, almeno credeva, ma Melanne non
>>>> gli aveva dato il tempo di dire qualcosa. Aveva sfogato su di lui la sua
>>>> rabbia, l’aveva rappezzato e l’aveva cacciato dalla sua infermeria. Non ci
>>>> aveva più parlato da allora. Poi aveva abbaiato qualche ordine ad
>>>> un’atterrita infermiera – nessuno prima d’ora era mai stato atterrito da
>>>> lei – e si era chiusa in ufficio. Aveva ordinato un the e aveva rotto la
>>>> tazza. E in un impeto di patetica ribellione non aveva raccolto i pezzi
>>>> fino al giorno dopo.
>>>>
>>>> Successivamente aveva preso l’abitudine di passare molto più tempo nel
>>>> proprio ufficio. Se la situazione in infermeria era tranquilla e lo
>>>> permetteva – e dimessi gli ultimi pazienti non c’era stato un granchè da
>>>> fare – delegava la compilazione dei rapporti al primo membro del personale
>>>> di passaggio e si chiudeva nel suo studio. Questo le dava la duplice
>>>> occasione di passare al setaccio le cartelle cliniche del personale alla
>>>> ricerca di segni rivelatori di invasione aliena – tristemente mancanti
>>>> senza ulteriori test - e di starsene in pace a mangiare cioccolato.
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> Era arrabbiata. Di più, stavolta era veramente incazzata, come non lo
>>>> era mai stata prima. Questa bruciava forte. Era un sentimento nuovo per lei
>>>> e, per tanto, ancora più sconcertante.
>>>>
>>>> Melanne aveva passato tutta la vita cercando di soddisfare le
>>>> aspettative altrui. Quelle della sua famiglia, poi quelle dei suoi
>>>> insegnanti, infine quelle dei suoi superiori. Aveva concentrato tutto il
>>>> suo impegno sul raggiungimento di quell’obbiettivo che naturalmente aveva
>>>> avuto un costo. In accademia si era guadagnata la fama di quella che sa
>>>> sempre tutto grazie al semplice espediente di non avere una vita sociale.
>>>> Quindi era diventata il medico diligente, su cui si può contare ma da cui
>>>> non ci si aspettano uscite esilaranti, motti di spirito o atti eroici.
>>>> Quella di cui si ascoltano le ramanzine dopo essersi buttati senza batter
>>>> ciglio nel genere di missioni che salvano l’universo.
>>>>
>>>> Se la vita a bordo della Hope fosse stata un romanzo, lei sarebbe stato
>>>> il personaggio noioso.
>>>>
>>>> Lo sapeva e le andava bene così. Non possedeva il carattere di Luna, la
>>>> leadership di Xyr o l’intuito di Caytlin ma era brillante e si trovava lì
>>>> per le sue capacità e per il suo lavoro.
>>>>
>>>> O almeno così aveva creduto.
>>>>
>>>> Ora saltava fuori che se in quella sala al posto loro si fosse trovato
>>>> un gruppo di addetti alle pulizie, anche loro avrebbero avuto una nave.
>>>>
>>>> Poteva anche essere che la Lennox fosse davvero arrivata con il tempo a
>>>> credere nelle loro capacità, ma il merito iniziale era loro quanto della
>>>> poltroncina su cui sedeva Strauss.
>>>>
>>>> Naturalmente, se non erano lì per merito loro ma solo per una fortuita
>>>> serie di eventi, non c’era più motivo di essere la migliore. L’istinto al
>>>> dovere era troppo radicato in lei perché trascurasse i propri compiti,
>>>> ma dal suo punto di vista tutta quella storia aveva un interessante
>>>> risvolto.
>>>>
>>>> Non c’erano più aspettative da soddisfare.
>>>>
>>>> Era libera.
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> *USS Hope, alloggio Tenente Rest, Contemporaneamente*
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> Rest aveva sempre trovato la meditazione piacevolmente utile, in
>>>> particolare nell’ultimo periodo, da quando l’atmosfera a bordo era
>>>> diventata così emotivamente logorante.
>>>>
>>>> Non era sua abitudine criticare l’operato dei propri superiori ma non
>>>> vedeva quale fosse la ragione logica per informare l’equipaggio di una
>>>> rilevazione così potenzialmente perturbante in un momento tanto delicato.
>>>>
>>>> Aveva imparato nel corso dei mesi precedenti ad apprezzare maggiormente
>>>> i propri colleghi, a valutare i rispettivi punti di forza e di debolezza.
>>>> Nonostante questo, non si poteva negare che la facilità con cui si
>>>> abbandonavano alle emozioni fosse notevole e, in alcuni casi, pericolosa.
>>>>
>>>> Non aveva dubbi, ad esempio, sul coraggio di Basta. Ma non ne aveva
>>>> nemmeno riguardo il fatto che probabilmente, se non fosse stato turbato da
>>>> quella che l’equipaggio aveva ribattezzato ormai la Grande Rivelazione, la
>>>> sua recente linea d’azione avrebbe potuto essere differente.
>>>>
>>>> Lui stesso aveva risentito della situazione, naturalmente. Aveva
>>>> riflettuto a lungo e intensamente su ogni aspetto del problema, ma ancora
>>>> non era riuscito a dissipare gli effetti che l’idea di un essere annidato
>>>> nella sua mente – oltre al complesso castello di menzogne messo in piedi
>>>> dall’ammiragliato – aveva su di lui. Si sentiva confuso, trovava maggior
>>>> difficoltà nel concentrarsi e la sua attività onirica era diventata in
>>>> qualche modo una nuova distrazione. Il sogno di un valzer con il
>>>> consigliere normalmente non avrebbe assorbito nemmeno una minima parte
>>>> della sua attenzione.
>>>>
>>>> Mai come ora era importante concentrarsi sulla meditazione.
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> Capitano Ferris Bueller
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> Ma questa storia dell'idolo è una cosa diffusa o solo tra le donne? F.
> Bueller (Xyr - 03.14 - Scacco matto)
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