[Stml17] [12.00 - Graahn - La Grande Rivelazione]
Bryn Lwellelyn
bryn.lwellelyn a gmail.com
Mar 30 Ott 2018 10:37:38 CET
Poraccio, Basta
Il mar 30 ott 2018, 10:06 Silvia Bianchini <ltcomm.sibi a gmail.com> ha
scritto:
> Luna è un quarto klingon, cresciuta su una nave klingon.... Sarà un bello
> scontro... Anche se ho in mente mosse più subdole (... Eco della risata
> malvagia)
>
>
>
> =========================
> Tenente JG Catalunya 'Luna' Jones della Casata di 'Klaa
> Flight Control Office (CONN)
> USS Hope - NCC-25122-A
> =========================
> "Se hai tutto sotto controllo vuol dire che non stai andando abbastanza
> veloce"
> ______________________________
> Private comunicator: ltcomm.sibi a gmail.com
>
>
>
>
> Il mar 30 ott 2018, 09:58 Franco Carretti <ferris.bueller a mail.com> ha
> scritto:
>
>> Tieni conto che Basta non è Bueller... lui mena
>>
>> *Sent:* Tuesday, October 30, 2018 at 7:44 AM
>> *From:* "Silvia Bianchini" <ltcomm.sibi a gmail.com>
>> *To:* "USS Hope" <stml17 a gioco.net>
>> *Subject:* Re: [Stml17] [12.00 - Graahn - La Grande Rivelazione]
>> Sì sì avevo capito che non lo avesse menato, ma quando Luna dice che con
>> Basta non può sfogarsi perchè ha i suoi problemi... beh facevo notare che
>> con Luna i suoi problemi sono iniziati (risata maligna.... Sguardo
>> malvagio.... Risata maligna) 😉
>>
>> =========================
>> Tenente JG Catalunya 'Luna' Jones della Casata di 'Klaa
>> Flight Control Office (CONN)
>> USS Hope - NCC-25122-A
>> =========================
>> "Se hai tutto sotto controllo vuol dire che non stai andando abbastanza
>> veloce"
>> ______________________________
>> Private comunicator: ltcomm.sibi a gmail.com
>>
>>
>>
>>
>> Il lun 29 ott 2018, 23:04 Bryn Lwellelyn <bryn.lwellelyn a gmail.com> ha
>> scritto:
>>
>>> Naa, la Graahn non gli ha menato, almeno per adesso. Ho puntato più sul
>>> dialogo in quel pezzetto che sulle reazioni, ma se hai in mente qualcosa di
>>> specifico te lo cambio come vuoi.
>>>
>>> Il lun 29 ott 2018, 21:06 Silvia Bianchini <ltcomm.sibi a gmail.com> ha
>>> scritto:
>>>
>>>> Ottimo Maddalena!
>>>>
>>>> Un solo appunto... Luna non lascerà Basta impunito... Che la dottoressa
>>>> ci abbia già pensato non conta perché era per quello che ha fatto a lei...
>>>>
>>>> Credo che il mio pezzo girerà intorno a queste, le cinque fasi
>>>> dell'accettazione, grazie Maddalena per aver già messo in scena il primo
>>>> punto eheheh...
>>>>
>>>>
>>>> 1. Negazione/Rifiuto (in principio si nega il lutto come naturale
>>>> meccanismo di difesa);
>>>> 2. Rabbia (quando si realizza la perdita, subentra un enorme carico
>>>> di dolore che provoca una grande rabbia alle volte rivolta verso se stessi
>>>> o persone vicine o, in molti casi, verso la stessa persona defunta);
>>>> 3. Negoziazione (si tenta di reagire all’impotenza cercando delle
>>>> risposte o trovando soluzioni per spiegare o analizzare l’accaduto);
>>>> 4. Depressione (ci si arrende alla situazione razionalmente ed
>>>> emotivamente);
>>>> 5. Accettazione (si accetta l’accaduto, riappacificandosi con esso,
>>>> spesso sperimentando fasi di depressione e rabbia di natura moderata, volte
>>>> a riconciliarsi definitivamente con la realtà).
>>>>
>>>>
>>>> Davvero molto bello, brava!!!
>>>>
>>>> Si.Bi.
>>>> =========================
>>>> Tenente JG Catalunya 'Luna' Jones della Casata di 'Klaa
>>>> Flight Control Office (CONN)
>>>> USS Hope - NCC-25122-A
>>>> =========================
>>>> "Se hai tutto sotto controllo vuol dire che non stai andando abbastanza
>>>> veloce"
>>>> ______________________________
>>>> Private comunicator: ltcomm.sibi a gmail.com
>>>>
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> Il lun 29 ott 2018, 20:20 Maddalena <bryn.lwellelyn a gmail.com> ha
>>>> scritto:
>>>>
>>>>> Dunque, un paio di precisazioni.
>>>>>
>>>>> Anche se nelle nuove missioni normalmente si inserisce la data
>>>>> odierna, ne ho tenuto una di qualche giorno successiva a quella dell'ultima
>>>>> missione. In pratica stiamo tornando sulla terra come da conclusione del
>>>>> brano precedente.
>>>>> Visto che ho avuto carta bianca, non volevo fare una cosa tipo
>>>>> imbarchi ma ho comunque colto l'occasione per spiegare la reazione del
>>>>> personaggo alla Grande Rivelazione. Ha iniziato SIlvia e immagino che altri
>>>>> lo faranno, anche perchè pu avendone parlato qui brevemente mi sembra una
>>>>> cosa abbastanza importante. Ho accennato brevissimamente alle reazioni di
>>>>> altri personaggi ma non ho approfondito, non sapendo di preciso cosa si
>>>>> vuol inserire. Se non andasse bene, lo sistemo.
>>>>> Ho anhe inserito un altro spunto che nella mia idea potrebbe essere
>>>>> l'inizio di un'avventura a sè ma che volendo si può anche ricondurre a quel
>>>>> che sta succedendo o lasciar cadere, a seconda di come progredisce la
>>>>> faccenda.
>>>>> Ho fatto un po' fatica a scrivere, non sapevo bene come metterla giù.
>>>>> Spero vi piaccia.
>>>>>
>>>>> ----------------------------------------------------------
>>>>>
>>>>>
>>>>> *USS Hope - 14 aprile 2398, Ore 01.14*
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>> Nel sogno Rest stava ballando il valzer e a a Caytlin la cosa sembrava
>>>>> assolutamente naturale.
>>>>>
>>>>> Più tardi, a mente sveglia, si sarebbe detta che effettivamente la
>>>>> cosa non avrebbe dovuto stupirla più di tanto. Non che Rest le sembrasse il
>>>>> tipo di persona che frequenti abitualmente le sale da ballo ma, nelle
>>>>> giuste condizioni, perché mai non avrebbe dovuto danzare?
>>>>>
>>>>> Certamente possedeva l’abilità e la coordinazione per farlo e se gli
>>>>> fosse stato ordinato con una buona ragione o la situazione lo avesse
>>>>> richiesto – ad esempio ad un incontro diplomatico ufficiale – certamente lo
>>>>> avrebbe fatto.
>>>>>
>>>>> Nel sogno, tuttavia, si stupì della sua mancanza di stupore.
>>>>>
>>>>> Sapeva che si trattava di un sogno e, in un certo senso, temeva quello
>>>>> che sarebbe potuto accadere in quello strano modo in cui si teme a cosa si
>>>>> potrebbe assistere quando si è consapevoli che è la propria mente a
>>>>> determinare la realtà intorno a noi.
>>>>>
>>>>> Per il momento, comunque, a parte il valzer, non stava accadendo nulla.
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>> La stanza in cui si trovavano era circolare e ampia, soffusa di una
>>>>> luce tenue appena sufficiente a vedere il contorno dei mobili e
>>>>> completamente deserta, a parte loro due.
>>>>>
>>>>> La musica sembrava provenire da ogni direzione e da nessuna in
>>>>> particolare. L’ambiente era piacevole e, a parte quello strano senso di
>>>>> timore generato dalla consapevolezza di stare sognando, Caytlin stava
>>>>> piuttosto bene.
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>> Rest la superava in altezza di un buon venti centimetri, eppure i loro
>>>>> movimenti risultavano straordinariamente aggraziati. Lui la allontanò
>>>>> leggermente da sé, tenendole la mano per farla piroettare e Caytlin sollevò
>>>>> appena l’orlo dell’abito lungo e setoso, di un morbido blu notte, che
>>>>> indossava eseguendo passi che non sapeva di conoscere.
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>> “Tutto questo è alquanto… insolito,” commentò Rest, nel suo elegante
>>>>> smoking, con l’assoluta mancanza di inflessione che solo i vulcaniani sanno
>>>>> mettere nelle loro affermazioni, qualunque sia l’argomento in discussione,
>>>>> dalla geometria dei campo di curvatura alle abitudini di accoppiamento di
>>>>> Bueller.
>>>>>
>>>>> “Non è reale,” rispose lei, mentre tornavano a danzare allacciati.
>>>>>
>>>>> “No, non lo è. Si tratta di un sogno.”
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>> Tornò il silenzio, l’unico rumore, oltre alla musica, era costituito
>>>>> dai loro passi sul pavimento lucido.
>>>>>
>>>>> Non è che la conversazione spumeggiante fosse il punto forte di Rest,
>>>>> nemmeno durante le loro ore di veglia. In qualche modo, però, Caytlin si
>>>>> aspettava che la versione di lui proiettata dal suo inconscio sarebbe stata
>>>>> più incline alle chiacchiere.
>>>>>
>>>>> Non lo era.
>>>>>
>>>>> La musica scemò lentamente e tacque. Loro conclusero la figura e si
>>>>> fermarono. Rest le fece un mezzo inchino, ma non si sbilanciò fino ad
>>>>> arrivare ad un baciamano.
>>>>>
>>>>> Caytlin non sapeva se congratularsi con se stessa perché anche il
>>>>> proprio inconscio aveva inquadrato con esattezza il carattere di Rest o
>>>>> essere delusa.
>>>>>
>>>>> Rimasero in piedi per qualche istante, l’uno di fronte all’altra. Rest
>>>>> inarcò leggermente un sopracciglio.
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>> “Stiamo attendendo qualcosa?”
>>>>>
>>>>> “Di svegliarmi,” rispose lei con la vaga impressione che ci fosse
>>>>> dell’altro.
>>>>>
>>>>> Poi la luce si spense.
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>> *USS Hope – Ufficio Tenente Rodriguez – 14 aprile 2398, ore 8.15*
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>> “Del cioccolato? Perché non lo replica?”
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>> Per un folle attimo, Paulo pensò che la Graahn stesse usando un
>>>>> qualche gergo segreto che lui non conosceva per chiedergli di rimediarle un
>>>>> carico di droga. Non che lui, nel caso, non avrebbe saputo dove mettere le
>>>>> mani, ma il fatto che fosse proprio la trill a chiederglielo gli faceva un
>>>>> po’ impressione. Senza contare che Basta l’avrebbe ammazzato.
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>> “Se volessi del cioccolato normale lo replicherei,” spiegò lei come se
>>>>> fosse ovvio. “Ma vorrei del cioccolato aldebarano e quello non si può
>>>>> replicare.”
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>> Effettivamente il cioccolato aldebarano non si poteva replicare ed era
>>>>> anche piuttosto raro. E perfettamente legale, motivo per cui Paulo non se
>>>>> ne era mai interessato più di tanto. Non pensava che sarebbe stato
>>>>> difficile reperirlo, era solo che la Graahn, sempre così ligia alle regole,
>>>>> non era mai venuta da lui a chiedere niente prima di quel momento.
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>> “Non per impicciarmi, ma perché non se lo compra alla prima occasione?”
>>>>>
>>>>> “Diciamo che è il mio modo per sfogare lo stress. E sono stressata
>>>>> adesso,” aggiunse a mo’ di ulteriore spiegazione.
>>>>>
>>>>> “Beh, a ognuno il suo. Qualcuno il cioccolato, qualcuno l’alcol,
>>>>> qualcuno… beh.” Tossicchiò ripensando alla conversazione con Basta. “Nessun
>>>>> problema, dottoressa. Però avrà il suo costo.”
>>>>>
>>>>> Melanne si sporse leggermente in avanti, verso l’altro. Fu un
>>>>> movimento a scatti, come se tentansse di essere minacciosa ma non avesse
>>>>> bene idea di come riuscirci. E non ci riuscì, così parve rinunciare e tornò
>>>>> ad appoggiarsi allo schienale. “Si ricorda quel discorso che abbiamo fatto
>>>>> sul non farsi visitare quando si ha qualcosa da nascondere?”
>>>>>
>>>>> Paulo sbuffò. “Non vedo cosa dovrei nascondere… o meglio, cosa dovrei
>>>>> nascondere che una visita di routine possa rilevare,” aggiunse dopo un
>>>>> istante, poi parve ripensarci di nuovo. “No, ok. Mi ha convinto. Un mese.”
>>>>>
>>>>> “Due settimane. La metto in fondo alla lista, è il massimo che posso
>>>>> fare.”
>>>>>
>>>>> “Andata.”
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>> *USS Hope, Hangar navette – 14 aprile 2398, Ore 09.22*
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>> “Glielo faccio sistemare a mano, poi lo ammazzo,” borbottò Luna.
>>>>> “Anzi, prima lo ammazzo e *poi* glielo faccio sistemare.”
>>>>>
>>>>> “Non è messo tanto male,” tentò Ferris in tono incoraggiante.
>>>>>
>>>>> “Insomma…” commentò Paulo con occhio critico.
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>> L’Akesh effettivamente non aveva un bell’aspetto. Ricordava più una
>>>>> lattina schiacciata che il vascello scattante e veloce che era stato prima
>>>>> di essere rubato. Sistemarlo a mano non sarebbe stato possibile nemmeno
>>>>> volendo, vivo o morto che fosse Basta durante i lavori, qualunque fossero i
>>>>> pezzi che Paulo sarebbe stato in grado di recuperare.
>>>>>
>>>>> Ferris non aveva il cuore di dirlo.
>>>>>
>>>>> Luna lo sapeva ma in quel momento, nonostante tutta la sua tempra,
>>>>> ammetterlo faceva troppo male.
>>>>>
>>>>> Fu Paulo a calare la scure.
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>> “Se ti interessa conosco un tizio che conosce un tizio che conosce un
>>>>> altro tizio il cui fratello potrebbe procurartene uno nuovo praticamente
>>>>> uguale.”
>>>>>
>>>>> Gli altri due si voltarono ad osservarlo.
>>>>>
>>>>> “E’ stato un regalo di mio nonno.”
>>>>>
>>>>> “Non è detto che anche quello nuovo non appartenesse a tuo nonno in
>>>>> precedenza,” commentò Paulo con nonchalance.
>>>>>
>>>>> Ferris tossicchiò prima che la scena sfociasse in massacro. “Visto che
>>>>> torniamo sulla Terra, potresti portarlo in un cantiere. Sono sicuro che te
>>>>> lo rimetteranno a nuovo.”
>>>>>
>>>>> “Vedi, se fossi stato tu a ridurlo così,” riprese Luna, gli occhi
>>>>> sempre fissi sulla sua nave martoriata, ignorando completamente il
>>>>> suggerimento, “avrei anche potuto accettarlo. Ti avrei portato sul ponte
>>>>> ologrammi e ti avrei sbattuto come un tappeto. E tu non te la saresti
>>>>> nemmeno presa.”
>>>>>
>>>>> “Ah, no?”
>>>>>
>>>>> “Invece non posso picchiare Basta.”
>>>>>
>>>>> “Perché no?”
>>>>>
>>>>> “Basta ha già i suoi problemi,” si inserì Rodriguez.
>>>>>
>>>>> “La dottoressa Graahn?”
>>>>>
>>>>> “Credo l’abbia già picchiato lei.”
>>>>>
>>>>> “Presa male, eh?”
>>>>>
>>>>> “A proposito di prenderla male, la Lennox cosa ha detto del fatto che
>>>>> stiamo tornando sulla Terra?”
>>>>>
>>>>> “Non saprei, le ho chiuso la comunicazione in faccia.”
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>> Sia Luna che Rpdriguez si voltarono a guardarlo.
>>>>>
>>>>> “Xyr lo sa?” chiese lei dopo un istante.
>>>>>
>>>>> “Aspetto il momento giusto per dirglielo.”
>>>>>
>>>>> “Com’è quel detto? Nessun inferno sarà mai come una donna infuriata?”
>>>>>
>>>>> Paulo fece spallucce. “Ci sarà da divertirsi.”
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>> *USS Hope, alloggio consigliere Caytlin, Contemporaneamente*
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>> Cytlin finì di sistemarsi i capelli e controllò gli appuntamenti della
>>>>> giornata con un leggero sbuffo di depressione. Dalla Grande Rivelazione in
>>>>> avanti, fuori dal suo studio c’era letteralmente la fila. Non si poteva
>>>>> dire che l’equipaggio non la ritenesse utile, tutti o quasi parevano volere
>>>>> il suo consiglio, il suo parere, parlarle dei propri sentimenti.
>>>>>
>>>>> Tuttavia, l’intera faccenda le risultava snervante.
>>>>>
>>>>> Probabilmente era questo il motivo dei suoi stupidi sogni. Normalmente
>>>>> non l’avrebbero turbata, non ci avrebbe perso più di un minuto, ma in quel
>>>>> caso sentiva una strana inquietudine al riguardo. E, dal momento che non si
>>>>> trattava d sogni particolarmente spiacevoli, non si spiegava il perché. Si
>>>>> morse lievemente il labbro inferiore davanti allo specchio, poi scosse la
>>>>> testa e scacciò il pensiero. Il suo inconscio le presentava immagini
>>>>> distorte dell’equipaggio e del loro comportamento, specialmente di coloro
>>>>> per cui era più preoccupata. Coloro che potenzialmente avrebbero potuto
>>>>> prendere peggio la presenza, finora segreta, di un alieno interdimensionale
>>>>> nella propria mente e che difficilmente avrebbero chiesto il suoi aiuto.
>>>>> Ecco tutto. La situazione non si preannunciava facile e non era sicura che
>>>>> tornare sulla Terra avrebbe migliorato le cose.
>>>>>
>>>>> Non vedeva cosa l’ammiraglio Lennox avrebbe potuto dire loro più di
>>>>> quello che già sapevano.
>>>>>
>>>>> Qualunque sarebbe stato lo sviluppo, tuttavia, lei avrebbe dovuto
>>>>> essere pronta.
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>> *USS Hope, ufficio Ufficiale Medico Capo, Contemporaneamente*
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>> Melanne tamburellava distrattamente con le dita sul piano della sua
>>>>> scrivania, nel mentre fissava i dati che scorrevano sul display.
>>>>>
>>>>> Aggrottò leggermente le sopracciglia, si ficcò in bocca il quinto
>>>>> cioccolatino replicato dell’ultima mezz’ora e ricontrollò ancora una volta
>>>>> le sue analisi.
>>>>>
>>>>> La trill si appoggiò allo schienale della poltroncina, sollevò le
>>>>> gambe e incrociò le caviglie sul piano del tavolo.
>>>>>
>>>>> Quei dati non avevano minimamente senso. Ovviamente avrebbe dovuto
>>>>> fare delle analisi più approfondite ma non aveva idea di cosa cercare
>>>>> davvero. Eppure se l’alieno di cui aveva parlato la Lennox aveva e stava
>>>>> tuttora operando fisicamente su di loro, se erano in grado di sentire
>>>>> parzialmente le sue emozioni o di evocarlo, per così dire, qualche segnale
>>>>> avrebbe dovuto esserci. Qualcosa nelle onde cerebrali, qualche anomalia
>>>>> nelle risposte neuronali. Qualsiasi cosa.
>>>>>
>>>>> Eppure lei non vedeva nulla in quei dati. E non si poteva dire che non
>>>>> ci si fosse impegnata.
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>> Dopo la Grande Rivelazione, non aveva avuto molto tempo per pensare a
>>>>> quello che avevano scoperto. Non che l’idea di avere un alieno
>>>>> interdimensionale nella testa, che in precedenza li aveva quasi uccisi, le
>>>>> piacesse ma lei aveva presentato domanda per la commissione simbiosi. Avere
>>>>> una seconda voce nella mente non le faceva tanta impressione come agli
>>>>> altri.
>>>>>
>>>>> Era arrabbiata per la menzogna, questo sì, ma era anche curiosa di
>>>>> capire come non se ne fosse accorta prima – specialmente con gli esami cui
>>>>> si era sottoposta dopo essere stata posseduta da quel mutaforma - e
>>>>> preoccupata per come avrebbe potuto prenderla Lon, visti i suoi precedenti,
>>>>> così aveva ricacciato indietro il primo sentimento. Non aveva tempo di
>>>>> arrabbiarsi, aveva un lavoro da fare, delle aspettative da soddisfare,
>>>>> domande a cui rispondere.
>>>>>
>>>>> Subito dopo Basta, in un’improvvisa esplosione d’ira e testosterone,
>>>>> aveva conteso a Bueller il discutibile privilegio di rubare una nave e
>>>>> rischiare di farsi ammazzare. Anche questo l’aveva fatta arrabbiare,
>>>>> soprattutto perché se n’era andato senza dirle niente. Ma capiva che
>>>>> tecnicamente non avrebbe avuto motivo di informarla – anche se lei
>>>>> l’avrebbe fatto, a parti invertite - e, ancora una volta, aveva
>>>>> l’infermeria piena di feriti di cui occuparsi. Non aveva tempo di
>>>>> arrabbiarsi.
>>>>>
>>>>> Il lato positivo era che Lon non si era fatto ammazzare e nel contempo
>>>>> avevano probabilmente salvato l’universo e tutto quello che conteneva. Lui
>>>>> sembrava uno gettato da una navetta in volo, ma tutto sommato non se la
>>>>> passava troppo male. Probabilmente si era aspettato la sua filippica di
>>>>> rito e l’aveva ascoltata con la giusta espressione contrita in volto.
>>>>> Tuttavia, non l’aveva presa molto sul serio e forse era stato questo a
>>>>> farla scoppiare.
>>>>>
>>>>> Per la prima volta aveva dovuto impegnarsi per reprimere l’istinto di
>>>>> mollargli un ceffone. Lui se n’era accorto, almeno credeva, ma Melanne non
>>>>> gli aveva dato il tempo di dire qualcosa. Aveva sfogato su di lui la sua
>>>>> rabbia, l’aveva rappezzato e l’aveva cacciato dalla sua infermeria. Non ci
>>>>> aveva più parlato da allora. Poi aveva abbaiato qualche ordine ad
>>>>> un’atterrita infermiera – nessuno prima d’ora era mai stato atterrito da
>>>>> lei – e si era chiusa in ufficio. Aveva ordinato un the e aveva rotto la
>>>>> tazza. E in un impeto di patetica ribellione non aveva raccolto i pezzi
>>>>> fino al giorno dopo.
>>>>>
>>>>> Successivamente aveva preso l’abitudine di passare molto più tempo nel
>>>>> proprio ufficio. Se la situazione in infermeria era tranquilla e lo
>>>>> permetteva – e dimessi gli ultimi pazienti non c’era stato un granchè da
>>>>> fare – delegava la compilazione dei rapporti al primo membro del personale
>>>>> di passaggio e si chiudeva nel suo studio. Questo le dava la duplice
>>>>> occasione di passare al setaccio le cartelle cliniche del personale alla
>>>>> ricerca di segni rivelatori di invasione aliena – tristemente mancanti
>>>>> senza ulteriori test - e di starsene in pace a mangiare cioccolato.
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>> Era arrabbiata. Di più, stavolta era veramente incazzata, come non lo
>>>>> era mai stata prima. Questa bruciava forte. Era un sentimento nuovo per lei
>>>>> e, per tanto, ancora più sconcertante.
>>>>>
>>>>> Melanne aveva passato tutta la vita cercando di soddisfare le
>>>>> aspettative altrui. Quelle della sua famiglia, poi quelle dei suoi
>>>>> insegnanti, infine quelle dei suoi superiori. Aveva concentrato tutto il
>>>>> suo impegno sul raggiungimento di quell’obbiettivo che naturalmente aveva
>>>>> avuto un costo. In accademia si era guadagnata la fama di quella che sa
>>>>> sempre tutto grazie al semplice espediente di non avere una vita sociale.
>>>>> Quindi era diventata il medico diligente, su cui si può contare ma da cui
>>>>> non ci si aspettano uscite esilaranti, motti di spirito o atti eroici.
>>>>> Quella di cui si ascoltano le ramanzine dopo essersi buttati senza batter
>>>>> ciglio nel genere di missioni che salvano l’universo.
>>>>>
>>>>> Se la vita a bordo della Hope fosse stata un romanzo, lei sarebbe
>>>>> stato il personaggio noioso.
>>>>>
>>>>> Lo sapeva e le andava bene così. Non possedeva il carattere di Luna,
>>>>> la leadership di Xyr o l’intuito di Caytlin ma era brillante e si trovava
>>>>> lì per le sue capacità e per il suo lavoro.
>>>>>
>>>>> O almeno così aveva creduto.
>>>>>
>>>>> Ora saltava fuori che se in quella sala al posto loro si fosse trovato
>>>>> un gruppo di addetti alle pulizie, anche loro avrebbero avuto una nave.
>>>>>
>>>>> Poteva anche essere che la Lennox fosse davvero arrivata con il tempo
>>>>> a credere nelle loro capacità, ma il merito iniziale era loro quanto della
>>>>> poltroncina su cui sedeva Strauss.
>>>>>
>>>>> Naturalmente, se non erano lì per merito loro ma solo per una fortuita
>>>>> serie di eventi, non c’era più motivo di essere la migliore. L’istinto al
>>>>> dovere era troppo radicato in lei perché trascurasse i propri compiti,
>>>>> ma dal suo punto di vista tutta quella storia aveva un interessante
>>>>> risvolto.
>>>>>
>>>>> Non c’erano più aspettative da soddisfare.
>>>>>
>>>>> Era libera.
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>> *USS Hope, alloggio Tenente Rest, Contemporaneamente*
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>> Rest aveva sempre trovato la meditazione piacevolmente utile, in
>>>>> particolare nell’ultimo periodo, da quando l’atmosfera a bordo era
>>>>> diventata così emotivamente logorante.
>>>>>
>>>>> Non era sua abitudine criticare l’operato dei propri superiori ma non
>>>>> vedeva quale fosse la ragione logica per informare l’equipaggio di una
>>>>> rilevazione così potenzialmente perturbante in un momento tanto delicato.
>>>>>
>>>>> Aveva imparato nel corso dei mesi precedenti ad apprezzare
>>>>> maggiormente i propri colleghi, a valutare i rispettivi punti di forza e di
>>>>> debolezza. Nonostante questo, non si poteva negare che la facilità con cui
>>>>> si abbandonavano alle emozioni fosse notevole e, in alcuni casi, pericolosa.
>>>>>
>>>>> Non aveva dubbi, ad esempio, sul coraggio di Basta. Ma non ne aveva
>>>>> nemmeno riguardo il fatto che probabilmente, se non fosse stato turbato da
>>>>> quella che l’equipaggio aveva ribattezzato ormai la Grande Rivelazione, la
>>>>> sua recente linea d’azione avrebbe potuto essere differente.
>>>>>
>>>>> Lui stesso aveva risentito della situazione, naturalmente. Aveva
>>>>> riflettuto a lungo e intensamente su ogni aspetto del problema, ma ancora
>>>>> non era riuscito a dissipare gli effetti che l’idea di un essere annidato
>>>>> nella sua mente – oltre al complesso castello di menzogne messo in piedi
>>>>> dall’ammiragliato – aveva su di lui. Si sentiva confuso, trovava maggior
>>>>> difficoltà nel concentrarsi e la sua attività onirica era diventata in
>>>>> qualche modo una nuova distrazione. Il sogno di un valzer con il
>>>>> consigliere normalmente non avrebbe assorbito nemmeno una minima parte
>>>>> della sua attenzione.
>>>>>
>>>>> Mai come ora era importante concentrarsi sulla meditazione.
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>> Capitano Ferris Bueller
>> USS Hope - NCC-25122
>> Skype Combadge: Silente69
>> Private comunicator: ferris.bueller a mail.com
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>> Ma questa storia dell'idolo è una cosa diffusa o solo tra le donne? F.
>> Bueller (Xyr - 03.14 - Scacco matto)
>> _______________________________________________
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