[stml19] [Ichigawa - 15.09] Situazione hot
Silvia Z.
izumitrek a gmail.com
Lun 4 Dic 2017 21:59:51 CET
Ciao,
inizio a mandare il pezzo con un po' di anticipo di modo che se sono
necessarie modifiche c'è ancora tempo.
Anticipo che il finale del pezzo non crea per niente suspance perchè
non avevo più idea di come andare avanti (e spero di essere stata
coerente con tutto).
*** Giorno 04/06/2397, Ore 18.20, Albatross I - Albatross City ***
“Ecco. Siamo arrivati” annunciò l’albatrossiano che conduceva il
gruppo alla comitiva Wayfareriana che lo seguiva.
Julia si guardò attorno con fare indagatore non notando nulla di
anomalo rispetto al paesaggio che li aveva accompagnati fino a quel
momento.
Non fece, però, in tempo ad aprire la bocca per fare domande, perchè
l’albatrossiano si avvicinò ad un albero dal tronco parecchio spesso,
con foglie grandi e di diverse sfumature di verde e la corteccia
scura. Digitò qualcosa sullo schermo del bracciale elettronico, parte
della divisa che portava sul polso sinistro e, dopo un lieve
sfarfallio, comparve l’ingresso di un ascensore in una parte della
corteccia e si aprì la porta.
“Nascosto da una superficie olografica…”, commentò Rumar sottovoce.
Julia annuì in silenzio mentre il Comandante Wu rimase totalmente
indifferente davanti all’ovvietà del commento.
Gli albatrossiani che li avevano condotti lì, senza troppe cerimonie
entrarono nell’ascensore e il loro leader li invitò a seguirli con un
gesto del braccio.
Fecero il loro ingresso nell’ascensore ed Erjn emise un flebile
lamento di dolore tra le braccia di Rumar.
“Dobbiamo sbrigarci, ha bisogno di cure”, ripetè seria la Squiretaker
all’albatrossiano mentre l’ascensore aveva iniziato a scendere da
alcuni secondi.
“Ci siamo quasi”, rispose l’altro con voce atona da dietro la visiera
del casco protettivo.
*** Contemporaneamente, U.S.S. Wayfarer - Plancia ***
La temperatura sulla nave stava aumentando sempre più mano a mano che
si avvicinavano alla stella e, sebbene tutti si fidassero ciecamente
di Kiron, il timoniere Janssen si stava già pentendo di non aver
affermato che quella rotta era impossibile, dato che la probabilità di
riuscire a salvarsi ma abbrustolire la creatura non era secondo lui
abbastanza vicina al cento per cento e tutte le persone sulla nave
stavano correndo un rischio per via delle sue stime ipotetiche.
Tutti gli ufficiali in plancia si erano rigirati le maniche della
divisa e slacciati i bottoni del colletto iniziando a trovare quel
calore soffocante.
La voce di Ristea irruppe per tutta la plancia: “La temperatura sta
aumentando troppo velocemente, Capitano! Stiamo per superare la soglia
critica!”
“La situazione si sta facendo hot!”, fu il commento fuori luogo della
Ichigawa che al solito cercava di sdrammatizzare a modo suo con
pessime battute, sventagliandosi il data padd personale vicino al
volto.
“Ancora per poco”, rispose Kiron concentrato ad entrambi. “Novità
dall’ammasso vegetale?”, chiese poi in direzione dell’ufficiale alla
consolle scientifica.
“Ci sta seguendo e non sembra intenzionato a fermarsi. L’unica nota
positiva è che non sta più attaccando da quando abbiamo cominciato ad
allontanarci e sembra mantenere una distanza costante”
“Capitano”, disse con tono un po’ incerto la Ichigawa fissando i dati
alla consolle delle comunicazioni. “Rilevo un segnale ripetuto in
sequenz..”
“La creatura si è fermata” la interruppe Vaitor. “Che facciamo?”
“Capitano a sala macchine: quanto tempo possiamo reggere a questa temperatura?”
“Non più di un paio d’ore, Capitano. Le ricordo che abbiamo ancora gli
scudi ridotti al 5% e siamo terribilmente vulnerabili. Anche un solo
colpo può esserci fatale in questa situazione.”, rispose l’ingegnere.
“Fermiamoci”, ordinò al timoniere.
“Tenente Ichigawa, cosa stava dicendo a proposito di quel segnale?”,
chiese osservando la creatura proiettata sullo schermo.
“...sembra che sia una sequenza ripetuta. Non so cosa significhi..sto
provando ad applicare diversi algoritmi di traduzione nel caso in cui
fosse un messaggio in qualche strano linguaggio..”
“Prima ci sparano addosso e poi inviano un segnale non appena
minacciamo di farli arrosto. Qualsiasi cosa sia..se anche fosse un
messaggio..non è di benvenuto. Cerchi di capire se ha davvero un
qualche significato. Inutile ricordarle che..ha meno di due ore di
tempo.”
Poi si voltò verso Vaitor “Tenete monitorata la creatura. Voglio
aggiornamenti in caso di qualsiasi movimento, aumento anomalo di
energia o altro”
*** Contemporaneamente, Albatross I - nei pressi della pianta gigante ***
I tre uomini della sicurezza iniziarono a puntare i phaser verso la
radice impazzita e sparare non appena si accorsero dell’attacco verso
Cooper.
“I phaser non hanno effetto!” esclamò il Guardiamarina Valsen che
iniziò a correre per schivare la radice ora diretta verso di lui.
“Continua a sparare e fai da esca”, rispose il Tenente Connelly, “Io
mi occupo del Comandante Cooper. Tval, lei corra alla navetta a
chiamare i soccorsi. Ci serve un medico”
Valsen continuò a correre e sparare, ma aveva l’impressione che
l’enorme pianta stesse diventando sempre più rapida, come se stesse
imparando a prevedere i suoi movimenti. Ne ebbe la conferma quando,
dopo l’ennesimo sparo, la radice arrivò esattamente nel punto in cui
si stava dirigendo, all’altezza della sua spalla e riuscì a non farsi
colpire, ma solo ferire superficialmente, letteralmente per un pelo.
Intanto Connelly era riuscito a portarsi accanto a Cooper. “Riesce ad
alzarsi?”, chiese.
“Certo..per chi mi ha preso?”, disse lui ansimante e un leggero
sorrisetto, che si trasformò in una smorfia di dolore non appena cercò
di portarsi in posizione seduta e avvertì una fitta all’altezza del
petto.
“Lasci fare a me”, concluse Connelly vedendolo in difficoltà e
piegandosi per sollevarlo e portarlo via in modo più veloce e indolore
possibile.
Stava giusto rialzandosi tenendo Cooper in braccio, che mentre
quest’ultimo si stava lasciando sfuggire con il poco fiato che aveva
la battuta “So che avrebbe preferito prendere in braccio una donna..”,
che udirono un grido atroce.
Il Guardiamarina Valsen era stato colpito dalla radice che lo aveva
penetrato dall’occhio e bucando il cranio dall’altro lato. Purtroppo
non c’era più nulla da fare.
Connelly iniziò a correre più veloce che potè reggendo Cooper, ma era
inutile correre: fintantoché la pianta non si sentiva più minacciata,
non stava più agitando le proprie radici.
*** Giorno 04/06/2397, Ore 18.30, Albatross I - Albatross City ***
Una volta scesi dall’ascensore si trovarono in una stanza dalle
superfici completamente bianche. Getti di un liquido caldo colpirono
ognuno di loro, albatrossiani compresi, dal soffitto per alcuni
minuti.
Successivamente, seguirono getti di aria calda per asciugarli.
Quindi si aprì la porta di fronte a loro e l’abitante di Albatross
iniziò a togliersi prima il casco, rivelando dei lunghi capelli blu
elettrico e delle squame ai lati del collo, e poi a slacciare la tuta.
“Benvenuti su Albatross. Mi chiamo Alisha”, disse con voce profonda.
Rumar rimase stupito vedendo una donna dal momento che si era fatto
l’idea di avere a che fare con un individuo di sesso maschile.
“Sarà meglio che rimaniate qui mentre vi procuriamo degli abiti e
chiamiamo un medico per la vostra amica”
“Io sono un medico, è sufficiente che ci forniate le strumentazioni ed
i medicinali necessari a curarla. Al resto penserò io.”, rispose
Julia.
Ma Alisha la ignorò e si allontanò con i suoi compagni.
I tre si scambiarono delle occhiate.
“E quindi i sopravvissuti si sono rifugiati nel sottosuolo?”, chiese
Julia prendendo per il polso Erjn per verificare la stabilità del
battito.
“La logica direbbe questo. Ma, ad ogni modo, presto avremo risposta
per tutte le nostre domande”, risposte Wu.
Dopo pochi minuti, arrivarono due albatrossiane portando delle tute
per ogni membro della squadra e due uomini con una barella che fecero
sdraiare Erjn mentre il gruppo si vestiva.
La Dottoressa Squiretaker seguì gli uomini con la barella, mentre Wu e
Rumar seguirono Alisha all’esterno della sala in cui erano stati
disinfettati.
*** Giorno 04/06/2397, Ore 18.45, Albatross I - Albatross Underground City ***
Wu e Rumar attraversarono alcune gallerie e furono condotti
all’interno di una stanza spoglia con solo un tavolo e delle sedie
entrambi di ferro.
“Prego, accomodatevi. Se avete fame posso farvi portare qualcosa..”,
esordì Alisha.
“Non abbiamo fame”, rispose la Wu, dal momento che non era sicuro fidarsi.
“A dire il vero sì…”, la contraddì Krell. “Abbiamo fame di
informazioni. Abbiamo ricevuto la vostra chiamata di soccorso e questo
è il motivo per cui ci siamo ritrovati in questa situazione. Abbiamo
visto un umanoide..in una pianta… Contro chi o cosa state combattendo?
Cosa è successo al vostro pianeta?”
Il volto di Alisha si fece scuro e iniziò a raccontare.
“Tutto iniziò all’incirca un anno fa..registrammo l’impatto di un
oggetto non identificato sulla superficie del pianeta, ai margini di
Albatross City. In quel periodo sottovalutammo il pericolo che stavamo
correndo, per via dell’ignoranza e ci limitammo a delimitare il
perimetro dell’impatto ed avviare delle ricerche su quello che
sembrava essere un albero caduto dal cielo..”
“Con il passare del tempo iniziarono a verificarsi dei fenomeni
anomali su tutta Albatross, come l’incremento della crescita dei
vegetali, a discapito della fauna locale e la sparizione inspiegabile
anche di alcune persone..Inizialmente nessuno collegò questi fenomeni
con l’arrivo dell’albero e tutti se ne dimenticarono mentre questo
aveva iniziato a crescere in maniera smisurata. Quando ci accorgemmo
che la flora stava invadendo piano piano l’intero pianeta, iniziammo a
cercare di contrastarla con le armi, venendone feriti, motivo per cui
abbiamo richiesto soccorso. Purtroppo nessuno prima di voi ha risposto
alla nostra richiesta, quindi governo rese pubblica l’esistenza dei
tunnel sotterranei in cui ci troviamo, e che inizialmente erano
pensati per tutt’altro scopo, e iniziammo a rifugiarci qui, schermati
dalla superficie, in attesa di trovare una soluzione ed uscendo in
superficie solo per prelevare i campioni necessari alle nostre
ricerche.”
Fece una pausa.
“Come vi accennavo quando vi ho trovati, la pianta si riproduce
utilizzando delle spore. L’unico metodo abbastanza efficace che
abbiamo per contrastarla al momento è il fuoco.”
“E non avete idea del motivo per cui questa pianta sia venuta proprio
su Albatross?”, chiese Rumar.
“No”, ammise Alisha.”La nostra teoria più verosimile è che si tratti
di una creatura parassita e che una volta che non avrà più nutrimento
dal nostro pianeta si sposterà su un altro per continuare a vivere.”
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(O)O
JG Lt. Asuna Pauline Ichigawa
Communication Officer
USS Wayfarer NCC-62925
Private comunicator: izumitrek a gmail.com
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