[stml19] [Cooper - 15.08] Barbecue - Ver. 2

Com. Gregory Cooper gregory_cooper a crepuscolo.it
Mer 22 Nov 2017 00:16:08 CET


Aggiornata la parte con Cooper e l'ammiraglio

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Wayfarer - Plancia
04/06/2397, Ore 07.50

Erano dieci minuti che la Wayfarer e il misterioso essere ce la stavano 
mettendo tutta per farsi fuori a vicenda.

Gli scudi erano praticamente ridotti ad un lumicino, un altro colpo e la 
nave sarebbe stata spazzata via.

Kyron valutava il da farsi continuando a dare ordini che il timoniere 
eseguiva magistralmente senza nessun tempo di attesa. Il Capitano diceva 
di far danzare quei tre milioni di tonnellate di duranio e lui 
continuava a farlo senza preoccuparsi se quel movimento avrebbe spezzato 
in due la nave... era così che andavano le cose.

"Riusciamo a distanziarla?" chiese il Capitano guardando attentamente la 
massa verdognola attendendo il nuovo fascio di energia per poter 
valutare la direzione di fuga.

"A tratti, ha un rallentamento nel momento in cui i nostri siluri la 
colpiscono, ma poi torna alla carica riguadagnando velocità." rispose 
l'ufficiale tattico.

Kyron valutò le opzioni: continuare a colpire sperando in un colpo 
definitivo, ma il tenente Janssen non riusciva a dire se i danni alla 
creatura erano abbastanza da distruggerla, per quanto ne sapevano 
potevano continuare fino a finire la Santa Barbara. Girare la nave e 
avvicinarsi all'essere posizionandosi in un punto dove la sua bocca di 
fuoco non potesse colpire la Wayfarer... facile a dirsi, ma quasi 
impossibile da attuare. Per quello che ne sapeva poteva avere più bocche 
di fuoco o addirittura colpirli con altro. Oppure trovare un qualcosa 
che facesse più danni di quanto i loro siluri sembravano poter fare. In 
giro c'era un solo posto dove trovare una tale potenza.

"Timoniere, rotta 125.258. Massimo impulso! Date tutta l'energia agli 
scudi di poppa!" ordinò Kiron ben sapendo che l'energia rimasta non 
sarebbe bastata ad accendere una lampadina.

Il timoniere questa volta ebbe un fremito e un ritardo di qualche decimo 
di secondo, ma eseguì l'ordine senza staccare gli occhi dalla 
strumentazione.

La nave si tuffò in verticale schivando per puro caso l'ennesimo fascio 
di plasma concentrato. Per un attimo Kyron ebbe l'impressione di sentire 
lo scricchiolio delle giunture della sua nave. Lo schermo principale si 
divise in due, da una parte l'enorme nuvola vegetale e dall'altra 
l'incandescente sfera infuocata della stella del sistema.

"Signor Janssen, può calcolare la massa della creatura?" chiese il Capitano.

"Solo ipoteticamente... abbiamo le sue dimensioni e posso calcolarne il 
peso usando come parametri il peso specifico di un comune legno 
terrestre. Ma per quello che ne sappiamo potrebbe essere enormemente più 
leggero o anche solo cavo all'interno."

"La sua massa è superiore alla nostra?" chiese di nuovo l'uomo non 
prestando attenzione alla parola 'ipoteticamente'.

"E' una volta e mezza la nostra... ipoteticamente." aggiunse di nuovo 
come per mettere le mani avanti nel caso di errori.

"Calcoli una rotta che ci permetta di far cuocere quella grossa 
barbabietola su quell'enorme falò!" sentenziò Kiron indicando la parte 
del monitor che evidenziava l'enorme stella in avvicinamento.

"Sarà molto vicino anche per noi..." puntualizzò Vaitor con un sorriso 
sghembo.

"Non si può avere tutto dalla vita." sentenziò il Capitano con una 
scrollata di spalle.

Albatross I - Albatross City
04/06/2397, contemporaneamente

"Chi siete?" Chiese Rumar.

"Non c'è tempo adesso, dobbiamo ritirarci!" rispose l'essere racchiuso 
nella tuta con una lingua cantilenante che il traduttore universale 
riconobbe come quella dei nativi di Albatross. Il suo volto era nascosto 
dalla visiera della maschera e Rumar non poteva dire quale fosse il suo 
aspetto o anche solo il suo sesso.

Mentre l'essere faceva segno di seguirlo, altri due armati di 
lanciafiamme inondavano la zona con un inferno liquido che permise agli 
uomini della Wayfarer di ritirarsi. Il Comandante Wu e due uomini della 
sicurezza, rimasero nelle retrovie sparando qualche occasionale colpo di 
phaser per permettere ai loro salvatori di ripiegare.

Il nutrito gruppo raggiunse un piccolo edificio semi coperto di 
rampicanti. Lo spazio era angusto, ma una botola nel pavimento 
permetteva di accedere ad un locale ben più ampio dal quale partiva uno 
stretto tunnel che si perdeva nell'oscurità.

"Spogliatevi!" ordinò l'essere richiudendo la botola dopo che tutti 
riuscirono a mettersi in salvo.

"Come scusi?" chiese il Comandante Rumar sorpreso.

"Quelle cose emettono spore che si attaccano ai vestiti. Le nostre tute 
non lo permettono, ma le vostre divise non hanno la stessa facoltà. Dove 
stiamo andando ci sono gli ultimi sopravvissuti di Albatross City e non 
vi permetterò di portare quelle cose lì dentro." sentenziò l'essere 
senza dare ulteriori spiegazioni.

"Fate quello che dice... levate tutto!" ordinò Rumar dopo un attimo di 
titubanza. Gli uomini della sicurezza lanciarono uno sguardo imbarazzato 
alle donne del gruppo ma poi fecero quello che gli era stato ordinato.

Julia fu la prima a spogliarsi. Essendo un medico sapeva del rischio che 
potevano correre in caso di contaminazione. E dopotutto aveva visto in 
intimo ognuno di loro più di una volta durante le visite di routine e 
comunque la preoccupazione che provava per il consigliere era ben 
superiore a qualsiasi senso di pudore che poteva provare in quel momento.

"Anche il resto! Vi forniremo qualcosa appena appena raggiungeremo la 
nostra destinazione!" ordinò di nuovo l'essere.

Sheeval non fece una piega e si tolse tutto perfettamente a suo agio 
nella sua nudità mostrando un corpo flessuoso e armonioso. Con il suo 
aiuto il medico della Wayfarer riuscì a spogliare anche Erjn mettendo in 
mostra l'orribile ferita appena sotto il seno destro.

Una veloce medicazione, per mezzo di spray adesivo, permise al medico di 
bloccare l'emorragia. Almeno quella esterna. Non poteva sapere quanto 
fossero gravi i danni interni senza ulteriori analisi.

"Comandante, dovrà portare lei Erjn! Faccia attenzione."

Rumar, cercò di non guardare dove metteva le mani quando prese in 
braccio il consigliere della nave, lanciò mentalmente le sue scuse 
all'indirizzo del Capitano Kyron.

"Andiamo!" ordinò l'essere facendo strada lungo il tunnel.

Albatross I - stratosfera
04/06/2397, contemporaneamente

"Navetta 1, spostarsi verso il quadrante 1423. Navetta 5, spostarsi sul 
quadrante 1256... maledizione, dove diavolo si sono ficcati!" brontolò 
Cooper.

"Guardi qui..." l'ex Ammiraglio Squiretaker indicò il monitor su cui 
passavano le rilevazioni. Sotto la loro navetta i sensori indicavano uno 
strano calore diffuso, simile ad un mare rosso brillante nel blu delle 
basse temperature.

I due si alzarono dalla loro postazione e si avvicinarono al pilota 
della navetta guardando attraverso i vetri.

"Da quello che leggo sulla strumentazione, sotto di noi ci dovrebbe 
essere un concerto rave con milioni di persone!" commentò Cooper 
confrontando quello che vedeva a video con quello che effettivamente 
era: una densa foresta dai riflessi rossastri.

"Un errore della strumentazione?" chiese la donna.

"Sono solo infrarossi, nessun errore di taratura dovrebbe mostrare 
questo. Timoniere, quadrante 1202. Guardi lì!" esclamò lui indicando un 
enorme albero dalle foglie lanceolate e dal colore verde brillante ma 
con strani riflessi rossi, poi indicò alla donna la stessa immagine 
sulla strumentazione che mostrava lo stesso albero con una temperatura 
che nessun vegetale poteva avere.

"Assurdo, dobbiamo scendere e verificare. Timoniere atterri li da 
qualche parte."

La navetta compì un largo giro per raggiungere la radura ai piedi della 
pianta. L'albero non era paragonabile a nessuno dei suoi simili presenti 
in altri pianeti. La corteccia era di aspetto sano, ma di un bianco 
spettrale, quasi innaturale. Le foglie erano verdi e a forma di punta di 
lancia. Sui lati di ciascuna foglia c'era una pigmentazione rossa che 
deva quello strano riflesso che avevano notato in alta quota.

"Deve essere alto almeno due chilometri e largo quattrocento metri. Alla 
faccia della sequoia!" sentenziò lo scienziato scendendo dalla navetta e 
armeggiando con il tricorder.

"Comandante Cooper aspetti..." l'ex ammiraglio lo trattenne per il 
braccio quando si trovavano a circa trecento metri dall'enorme pianta. 
"Guardi qua."

I due si piegarono, con qualche difficoltà, a terra. La donna indicò una 
crepa nel terreno. "Questa è una frattura da impatto."

"Da impatto? Possono essere semplicemente le radici dell'albero che 
hanno fatto spaccare la roccia." ribatté Cooper analizzando la zona "No, 
ha ragione, ce ne sono ovunque e partono a raggera direttamente da quel 
coso laggiù. Non le abbiamo viste dall'altro perché la vegetazione ha 
ricoperto tutto. Qualcosa deve essere caduto proprio dove adesso c'è 
quella mostruosità... almeno un anno fa."

"Forse è proprio quella mostruosità ad essere caduta..." mormorò Vanessa 
riprendendo a camminare.

L'albero incombeva ormai su di loro. Erano ad una distanza di cinquanta 
metri quando la donna fermò di nuovo l'ufficiale scientifico. "Sente 
questo odore?"

"La carcassa di qualche animale?" chiese lui dopo aver annusato l'aria 
ed aver avvertito il caratteristico odore dolciastro.

"Non abbiamo rivelato nessun animale, nemmeno un insetto... possibile 
che siano venuti a morire tutti qui?" rispose dubbiosa la donna.

"Non mi piace affatto questa cosa... mi aspetti qui." ordinò Cooper 
avanzando

"Non ci penso nemmeno!" esclamò lei sollevando un sopracciglio.

"Ha ragione, meglio se inizia a tornare verso la navetta." La donna 
parve volerlo ignorare e lui la trattenne per un braccio.

"Non è il momento di fare l'arrogante, se le cose si fanno problematiche 
non ho nessuna intenzione di portarti in spalla, per cui le ordino di 
tornare sulla navetta!" Ribatté acido lui.

"Comandante Cooper, pensa davvero che rispetterò un suo ordine?" Vanessa 
incrociò le braccia al petto.

"Ex Ammiraglio ormai in pensione, ora civile e che nemmeno dovrebbe 
andare in missione, posso darle tutti gli ordini che voglio e lei farà 
meglio a rispettarli. Oppure posso ordinare ad uno di quei bei tomi che 
si porta dietro di legarla e imbavagliarla per poi trascinarla sulla 
navetta... e loro sono proprio costretti a rispettare il mio ordine dato 
che sono ufficiali della Flotta Stellare... c'è scritto su qualche 
manuale, ne sono quasi certo." rispose Cooper girandosi verso di lei e 
sorridendo soddisfatto. "Avrà tutto il tempo quando torniamo sulla nave 
di chiamare qualche alto funzionario perchè punisca il pessimo ufficiale 
scientifico che l'ha offesa, ma ora faccia quello che ho detto!"

Vanessa Squiertaker sbuffò infastidita e girò sui tacchi avviandosi 
verso la navetta seguita dai suoi collaboratori.

Cooper continuò a camminare con maggior attenzione. Nemmeno lui era quel 
gran atleta... avrebbe dovuto far scansionare la pianta da uno degli 
uomini della sicurezza del Comandante Wu, ma aveva delle remore per tre 
ottimi motivi: il primo era che probabilmente nessuno di loro avrebbe 
saputo da che parte tenere un tricorder se non era provvisto di 
impugnatura e grilletto, il secondo era che gli uomini della sicurezza 
avevano la tendenza a morire con una frequenza allarmante e quindi ne 
conseguiva la terza ragione, con che coraggio avrebbe detto alla Wu di 
aver fatto ammazzare i suoi ragazzi?

Cooper non voleva ammettere nemmeno a se stesso che non se la sentiva di 
portare altri verso un pericolo. Non era abituato a quel genere di 
cose... lui se n'era sempre stato nel suo laboratorio come un eremita 
nella sua grotta. Solo ora che era arrivato sulla Wayfarer aveva capito 
cosa volesse dire avere la responsabilità di altri. No, non era pronto a 
fare delle scelte così drastiche.

Fece segno agli uomini della sicurezza di rimanere indietro e loro non 
fecero una piega. Dopotutto si trovavano a cinquanta metri da lui e di 
fronte ad un comune albero, cosa poteva andare storto?

Arrivato ad una decina di passi dall'albero si fermò. Nel tronco si 
intravedeva qualcosa di metallico, come se l'albero fosse cresciuto 
attorno ad un palo di una recinzione inglobandolo nella sua struttura. 
Qua e là si vedevano anche segni di un qualche tipo di recinzione. A 
terra uno sbiadito cartello in una strana lingua, avvertiva tutti di 
stare alla larga dalla zona militare. Sembrava quasi che dopo la caduta, 
probabilmente di un meteorite, la zona fosse stata recintata e poi 
l'albero fosse cresciuto per poi inglobare tutto quello che aveva attorno.

"In un anno? Sei stato svelto ragazzone!" mormorò Cooper guardando 
l'albero assurdamente grande.

Le analisi continuavano. Secondo il tricorder qualcosa aveva 
effettivamente colpito il terreno con una discreta forza. Possibile che 
un meteorite avesse infettato un albero esistente con una qualche 
malattia genetica che l'aveva poi fatto crescere a dismisura? Ma cos'era 
quel bagliore rossastro che vedeva dagli strumenti? Era come se l'albero 
fosse caldo... come un essere vivente.

Dato che non aveva nessuna intenzione di toccare con mano e che il 
phaser avrebbe comunque cicatrizzato la ferita che doveva provocargli, 
Cooper decise di fare alla vecchia maniera. Prese un grosso sasso, lo 
pulì del terriccio e lo brandì a mo' di pugnale. Poi con forza colpì la 
corteccia staccandone un pezzo.

Una radice schizzò fuori dal suolo e lo colpì con forza allo stomaco 
scaraventandolo a dieci metri di distanza. Il fiato gli uscì dai polmoni 
portandosi dietro una bestemmia e l'aria si trasformò in un mondo fatto 
di lucciole splendenti. Il tempo di schiarirsi la vista e l'ufficiale 
della Wayfarer vide arrivare cinque enormi rami, simili a quadrelle di 
una ballista direttamente verso di lui.

"Oh merda..." rantolò con un filo di voce.

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Comandante Gregory Cooper
Ufficiale Scientifico capo
USS Wayfarer NCC-62925
[CV]:
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"Vi metterò alla prova, in modi che riterrete ingiusti, umilianti e illegali, e spesso avrete ragione." Dr. G. House

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