[Stml2] FO - Personal Log
Federico Gotti
federtrek a gmail.com
Mer 16 Apr 2014 16:13:57 CEST
Eccolo qui.
Non è ancora impaginato correttamente, ma lo sto facendo. Intanto
passo la missione totale.
13.00 - “Di nuovo a casa” – Riccardo/Nimosit
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TITOLO: "Di nuovo a casa"
AUTORE: Riccardo/Nimosit
PRECEDENTE: nd
D.S. 70918.8 - D.T. 02/12/2393
LUOGO: San Francisco, Terra
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Pianeta Terra – San Francisco – Clinica Generale della Flotta stellare
– stanza n. 274 - data stellare 70918.8 (D.T. 02/12/2393 ore 8:41)
"Maledizione signori! Avete praticamente distrutto un vascello della
Flotta, infranto interi capitoli di gran parte degli statuti federali,
aggirato come la peste espliciti comandi dei vostri superiori, e
infine rischiato le vostre vite e quelle di tutti i membri del vostro
equipaggio con totale disprezzo del buon senso!"
L'ammiraglio Roscoe Millet era inviperito con i due ufficiali che
aveva convocato. Tecnicamente era stato lui a dover andare da loro,
visto che si trovavano ancora in convalescenza presso la sede centrale
del Dipartimento Medico, ma la cosa aveva ben poca importanza.
"Ammetto che sia pesantemente danneggiata, ammiraglio, tuttavia...."
"Capitano Destro, sta forse mettendo in discussione la mia disamina
della situazione?" L'altro sbiancò, più di quanto già non fosse.
"No signore." Si affrettò a rettificare.
"Saggia decisione."
"E' una mia responsabilità ammiraglio, il capitano Destro era
momentaneamente impossibilitato a comandare la nave, ho dovuto
prendere io alcune decisioni." Intervenne Nimosit abbastanza
intimorito.
Il superiore si aggirava nervoso nella piccola stanza di ospedale.
All'esterno, davanti all'entrata, due guardie della sicurezza
impedivano a chiunque di oltrepassare la porta.
"Ho letto il giornale di bordo comandante, ho letto attentamente anche
i vostri rapporti di fine missione. Ho ascoltato altri ufficiali ai
vostri comandi." - Li fissò torvo entrambi, sui loro letti, passando
lo sguardo da uno all'altro. - "Il fatto che abbiate portato a termine
la missione che vi era stata affidata è un puro dettaglio scarsamente
rilevante, per quanto mi riguarda. La vostra condotta è a dir poco
sconcertante, sono certo che riempirà ore ed ore di lezione
all'Accademia come esempio di cosa non fare al comando di una nave
stellare della Flotta. Tenuto conto di tutto questo, delle
vostre....attenuanti generiche....del disastro che avete combinato,
l'Ammiragliato ha deciso...."
Ci siamo, riflettè Nimosit. Questa è la volta buona che non vedrò mai
più la plancia di una nave!
"....che verrete promossi entrambi."
"Cosa!?!?" Esclamarono all'unisono i due ufficiali, scambiandosi
sguardi perplessi.
"La vostra reazione, signori, è esattamente identica a quella che ho
avuto io quando mi è stata comunicata la notizia. Ma così è e così
rimane. Da oggi, signor Destro, entrerà a far parte dell'Intelligence
federale, dietro specifica richiesta di qualcuno che conosce bene.
Credo si ricordi di un certo Josef Khe'Loc! Attenderà di ricevere i
nuovi ordini; al momento non mi sono noti. Quanto a lei, signor
Nimosit, benchè questo sfidi qualsiasi legge della fisica, assumerà il
grado di Comandante. Il destino della Washington è segnato. I nostri
tecnici la stanno sottoponendo a severi test per capire se possa
subire un pesante refit ed essere rimessa in gioco, ma, come credo,
vista l'età e lo stato di servizio, potrà aspettarsi un meritato ed
onorevole smantellamento. Detto questo Comandante, sarà assegnato come
primo ufficiale ad una delle navi della Flotta che hanno fatto
specifica richiesta. Questo avverrà, ovviamente, appena vi sarete del
tutto ristabiliti."
"Mi perdoni ammiraglio, c'è forse la possibilità...." cercò di chiedere Nimosit.
"Se per caso si riferisce alla Novalis........la risposta è si." Fece
il superiore avendo intuito esattamente dove l'altro volesse andare a
parare.
"Grazie ammiraglio." Riuscì a dire Destro, imitato da Nimosit. L'altro
li fissò senza dire una parola e, dopo poco, uscì dalla stanza a
grandi falcate, mentre i due ufficiali continuarono a scambiarsi in
silenzio sguardi increduli.
Pianeta Terra – San Francisco – Appartamento del Comandante Jhonny
Destro - data stellare 70924.3 (D.T. 04/12/2393 ore 9:24)
Il cicalino terribile gli si conficcò nel cervello non volendo saperne
di smettere.
"Mmmmmm......."
Di nuovo quel suono terribile.
"Maledetti Borg......"
Si mosse, rotolò, cadde dal letto. Questo riuscì per lo meno a
svegliarlo un pò. Il cicalino continuò imperterrito e questo fece
montare ancora di più il suo fastidio. In qualche modo riuscì a
raggiungere la porta, avvolto nel lenzuolo; voleva vedere bene in
faccia chi avesse osato disturbarlo nel bel mezzo del sonno. Si
ritrovò davanti una stanga alta quanto lui, capelli rossi fino alle
spalle, occhi verdi come smeraldi.
"Ecco. Lo sapevo. Sono morto!" Riuscì a malapena a dire. L'imbarazzo
di entrambi era evidente.
"Buongiorno Comandante, sono il guardiamarina Avràmova della Novalis;
il capitano Kuribayashi mi ha chiesto di accompagnarla sulla nave."
Dette uno sguardo all'abbigliamento dell'uomo.
"Quel figlio di..."
"Signore!"
L'uomo scacciò l'aria con una mano, si voltò e lasciò la donna da sola
sulla soglia di casa. Lei, timidamente, lo seguì dentro. L'ufficiale
più alto in grado si avviò caracollando verso il bagno, sempre seguito
dalla donna.
"Se non le dispiace......" Fece lui.
"Devo assicurarmi che salga sulla nave entro....."
L'uomo la interruppe voltandosi di scatto; il lenzuolo gli cadde di
dosso facendolo rimanere completamente nudo con le mani sui fianchi.
"Molto bene guardiamarina, vorrei farmi una doccia e forse anche la
barba, ma se non si fida sarà costretta ad entrare in bagno con me!"
La guardò con occhio di sfida. Lei non si scompose più di tanto,
tenendo i suoi bellissimi occhi incollati su quelli del superiore,
dando prova di resistere alla tentazione di abbassarli.
"Credo....che aspetterò qui fuori."
"Grazie. Sarò di nuovo da lei tra poco." Ed entrò.
Uscì dal bagno dopo poco più di quindici minuti, lavato e sbarbato;
trovò ad attenderlo la sua uniforme. La indossò, grato di non dover
scorrazzare per casa nudo come un verme sotto gli occhi di un
sottoposto.
"Questa non è casa sua?" Chiese la ragazza guardandosi in giro.
"Naaa. Un amico di vecchia data mi consente di utilizzarla quando sono
in zona." - Diede uno sguardo alla confusione che regnava sovrana
nell'appartamento. - "Dovrò mandare qualcuno a fare le pulizie,
altrimenti Jhonny potrebbe deferirmi alla corte marziale!"
"Se il suo amico avesse bisogno di qualche testimone a suo sfavore,
potrà contare su di me!" Disse lei voltandogli le spalle e andando
verso la porta.
"Carina!" - Fini di vestirsi e di prendere i suoi pochi effetti
personali. - "Sono pronto, andiamo! Ha una navetta immagino."
"Certo."
"Bene, piloterò io." Si mosse oltrepassando la donna e dirigendosi a
passo deciso verso la porta.
"Non posso permetterglielo, signore." Fece lei, immobile. Nimosit si
bloccò all'istante, voltandosi sconcertato.
"In che senso....non posso permetterglielo....signore? Osa mettere in
dubbio gli ordini di un suo diretto superiore, guardiamarina?"
"No comandante, è proprio perchè devo ottemperare a ordini precisi di
un superiore che non posso consentirle di pilotare la navetta."
L'uomo era esterrefatto, se ne stava lì con le mani sui fianchi e la
bocca aperta, decisamente impreparato alla piega che avevano preso gli
eventi. La cosa aveva del surreale.
"Come scusi?"
"Il capitano Kuribayashi è stato molto esplicito in questo. Ha chiesto
a me di venirla a prendere e di portarla sulla Novalis, pilotando
personalmente." Lui si mosse lentamente avvicinandosi alla donna,
finendole difronte a pochi centimetri dal volto, con aria evidente di
sfida.
"Vuol farmi credere che il capitano le ha ordinato di impedirmi di
fare ciò che saprei fare ad occhi bendati, a mani legati, sbronzo ed
appeso a testa in giù, per stare ad osservare una novellina nel vano
tentativo di evitare di farci uccidere entrambi?"
Silenzio.
"Il capitano aveva previsto la sua....reazione, signore. Ha detto
anche che i primi tempi sarebbero stati i più difficili per lei,
poichè avrebbe dovuto imparare a lasciare fare ad altri quello che
prima faceva di persona....."
"Ma tu senti!! Il vecchio nippo ha preso pure lezioni di psicologia
durante la mia assenza....." Ribattè Nimosit per nulla convinto. Nello
stesso istante il comunicatore personale del giovane ufficiale si
attivò.
=/\= Kuribayashi ad Avràmova. =/\=
"La ascolto capitano."
=/\= E' riuscita a rintracciare il comandante Nimosit? =/\=
"E' proprio qui difronte a me signore." - Il primo ufficiale alzò un
dito ed aprì bocca nel tentativo di intromettersi nella comunicazione.
Invano. - "Non vede l'ora di essere d inuovo a bordo della Novalis."
=/\= Ah, molto bene. Problemi per quanto riguarda.....? =/\=
"Nessuno signore." - Si affrettò a ribattere lei. - "Il comandante
Nimosit ha accettato di buon grado ogni suo ordine."
Il primo ufficiale, ancora col dito per aria e la bocca aperta, rimase
ad ascoltare lo scambio, del tutto allibito.
=/\= Ottimo, ottimo. Vi aspettiamo quanto prima. Kuribayashi chiudo. =/\=
"Ok guardiamarina, sembra che non abbia scampo......a lei l'onore."
Fece alla fine lui, sconsolato.
"Grazie." Rispose la donna con piglio deciso, precedendolo verso la porta.
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TITOLO: "Un nuovo inizio"
AUTORE: Ilenia/Kuz
PRECEDENTE: nd
D.S. 71059.32 - D.T. 22/01/2394
LUOGO: USS Nova
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Sala ologrammi 1 - USS Nova - Data stellare 71059.32 (D.T. 22/01/2394)
Dalle scogliere di ghiaccio di Teneran, seduta a terra per poter
godere a pieno di quel piccolo momento di tranquillità, Denay
osservava quel magnifico paesaggio oramai parecchio distante da lei:
vedere lo spettacolo multicolore creato dagli ultimi raggi di sole è
da molti considerato uno degli spettacoli più belli offerti da Trill,
eppure quella sera non sembrano interessarla, ma quasi infastidirla.
Si alzò quasi scocciata, rendendosi conto che neppure in quel modo
sarebbe riuscita a rasserenarsi dopo l’intensa giornata lavorativa, ma
sperò che cambiando l’ambientazione le cose potessero migliorare e
stava ancora riflettendo sul da farsi quando l’interfono si attivò e
la voce del capitano si sparse nella stanza.
Cap.: =/\= Capitano Yobito a Kuz: tenente comandante, la sua richiesta
ha ricevuto risposta dal Comando di Flotta, mi raggiunga
immediatamente in ufficio. =/\=
Denay rimase per un attimo immobile, del tutto stupita nel percepire
il timbro di voce così irritato del capitano, ma in fin dei conti non
poteva aspettarsi nulla di diverso: la mente vagò per un attimo,
tornando indietro di pochi giorni, quando ancora la USS Nova era
impegnata in una secondaria missione di mappatura. Il sistema da
analizzare neppure lo ricorda più, probabilmente non ne sentirà mai
più parlare e mai lo vedrà di persona, ma poco importa perché tutto
cambiò rapidamente per una comunicazione di emergenza: la starbase DS8
chiamò tutte le navi nelle vicinanze per informarle dell’epidemia
virale di origine sconosciuta, che appariva del tutto immune agli
antibiotici. L’ufficiale medico capo della nave decise di risolvere il
problema a modo suo, del resto il comandante Coster era sempre stata
una terrestre alta e caparbia, con grandi doti che le permettevano di
essere rispettata da tutto l’equipaggio, ma non di certo esserne
amata: entrò in laboratorio e mise su tutte le consolle un piccolo
conto alla rovescia, preannunciante il tempo che ci divideva dal
raggiungere la starbase, e un secondo contatore che cresceva di
qualche unità l’ora. Il comandante riteneva fosse uno stimolo
responsabilizzare gli scienziati informandoli di quante persone erano
già perite a colpa di quel virus, eppure ancora adesso Denay continua
a rivedere quel numero che impietosamente continuava a crescere,
quella sensazione di totale impotenza mentre ancora cercava di capire
come distruggere il biofilm di quel virus.. alla fine la risposta
arrivò proprio a lei, e fu addirittura promossa, ma l’esperienza le
fece solo desiderare di trovare un nuovo posto per poter crescere come
ufficiale. Il capitano Yobito non sembrò capire le sue ragioni,
probabilmente perché infondo il suo equipaggio gli piaceva com’era, ed
infine per Denay fu parecchio difficile riuscire a convincerlo che era
il momento che volasse via, alla ricerca di una nuova unità... ed ecco
che nuovamente la voce del capitano irruppe nella stanza, una voce che
si stava facendo spazientita:
Cap.: =/\= Capitano Yobito a Tenente comandante Kuz: è pregata di
apprestarsi a raggiungere immediatamente il mio ufficio, le sarei
grato se non dovessi perdervi tutto il giorno! =/\=
Il nuovo ordine la fece improvvisamente destare, il capitano era già
irritato per la sua richiesta, non poteva permettersi di rimanere lì,
doveva muoversi e il più velocemente possibile. Denay alzò un po’ il
capo, mentre sfiorava il proprio comunicatore:
K.. - “Tenente comandante Kuz a Capitano: mi perdoni l’attesa, arrivo
immediatamente. Kuz chiudo.”
Denay si incamminò verso l’uscita dalla sala ologrammi, il passo
rapido e l’espressione seria: nel mentre la sala ologrammi,
controllata dal computer centrale, si disattivò tornando al proprio
aspetto di ordinaria anonimia, ma la ragazza non vi fece caso, e pochi
passi dopo era già nel corridoio.
Ufficio del capitano Yobito - USS Nova - pochi minuti dopo 71067.19 (D.T.
Sistematasi l’uniforme di fronte all’entrata dell’ufficio, Denay si
protese quel tanto che le basto per sfiorare il sensore della porta,
per annunciare la sua presenza, e la velocità del capitano ad aprirle
la indusse a non indugiare oltre. Entrò con passo cadenzato,
fermandosi di fronte alla scrivania, quindi scatto sugli attenti,
nella classica e rigida posizione militare. Il capitano la osservò con
un espressione ombrosa e piuttosto irritata, ma del resto gli sguardi
torvi sono diventati una routine quasi normale negli ultimi giorni.
Y.: - “Prego comandante, resti sugli attenti e mi ascolti molto
attentamente” - il capitano iniziò a parlare sempre con il suo tono di
voce particolarmente irritata - “Il capitano di una nave stellare non
ha tempo da perdere, se un suo superiore la chiama a rapporto lei
scatta e si porta con la massima celerità nel luogo che le viene
indicato o motiva immediatamente il motivo del ritardo! Dal canto mio
non intendo chiamare più volte una persona, e soprattutto non ci tengo
che il futuro capitano che l’avrà nel suo equipaggio possa pensare che
sulla mia nave non si rispettano le più banali regole gerarchiche e di
rispetto reciproco!”
K.: - “Il futuro capitano?” - lo sguardo di Denay si illuminò quasi
per magia e un lieve sorriso di soddisfazione le apparse sul viso,
anche se lo fece sparire immediatamente osservando lo sguardo del
capitano – “Posso ipotizzare che il Comando di Flotta abbia accettato
la mia richiesta di trasferimento?”
Y.: - “Mi sembra ovvio, comandante.” - il capitano prese un padd
iniziando a leggerlo con una certa tranquillità – “Lei è stata
assegnata alla nave su cui ha fatto richiesta, la USS Novalis, con
l’incarico di ufficiale scientifico capo..” – la voce andò via via a
calare fino a che il capitano non rigettò il medesimo padd sulla
scrivania – “Sarò onesto, non capisco questo trasferimento e non lo
apprezzo affatto comandante! Non sono ne ingenuo ne cieco, sono
consapevole che lei e il comandante Coster non andare propriamente
d’accordo, e per l’inciso sono anche consapevole che quasi nessuno va
d’accordo con il nostro ufficiale medico capo. Ma se tutto
l’equipaggio optasse per andarsene cosa dovremmo fare?”
Denay provò a rispondere, punta sull’orgoglio dall’ennesima paternale
del capitano Yobito: in effetti non aveva mai nascosto il disappunto
per i metodi bruschi e spesso inutilmente crudeli che il comandante
Coster era in grado di mettere in pratica per spremere i sottoposti,
ma mai aveva collegato il suo trasferimento alle antipatie che provava
verso la donna. Il capitano colse l’appena accennato movimento delle
labbra della giovane ed alzò una mano per zittirla.
Y.: - “Comandante, non riprenda con i suoi ragionamenti logici: come
vede il Comando pare averle voluto dare il trasferimento. Non apprezzo
la sua decisione di andarsene ma la ritengo un ottimo ufficiale.” - lo
sguardo del capitano sembrò rasserenarsi un po’, o forse semplicemente
arrendersi ad un’evidenza che non poteva modificare affatto – “Le
auguro di proseguire la sua carriera, comandante, e di riuscire a
trovare, finalmente, quelle esperienze di vita che qui sentiva di non
avere. Avremo un rendezvous con la USS Novalis fra tre giorni, in
quell’occasione sarà teletrasportata sulla sua nuova unità, fino ad
allora è pregata a continuare il suo lavoro a bordo di questa nave. In
libertà!”
Nuovamente la giovane provò a rispondere ma si accorse che il capitano
era già lontano, seppure fosse ancora di fronte a lei, a pochi passi,
era già immerso nel suo lavoro, nel tran tran quotidiano che riempie
le giornate di ogni membro della flotta. Denay lo osservò per qualche
istante rendendosi forse solamente ora di come un capitolo della sua
vita si fosse chiuso bruscamente, restò sempre sugli attenti.
K.: - “La ringrazio capitano, la ringrazio di tutto” Denay salutò
formalmente il capitano per poi lasciare l’ufficio.
Sala teletrasporto - USS Nova - Data stellare
Uno sfavillio, il computer che memorizza una mappa del corpo
salvandola in un semplice buffer e infine le ridà forma in un altro
luogo, il prodigio del teletrasporto, un altro oggetto di uso
sostanzialmente quotidiano per un membro della flotta stellare che in
sé nasconde secoli e secoli di studi infruttuosi e qualche sporadico
lampo di genialità: è a questo che stava pensando Denay quando, senza
neppure che vi prestasse una reale attenzione alle effettive
operazioni alla consolle, si stava portando sulla pedana del
teletrasporto. Nella sua carriera vi sono stati vari trasferimenti, e
oramai la sua unica instancabile compagna di viaggio è la semplice
sacca di stoffa, capiente ma piuttosto logora, contenente alcuni
abiti, un paio di padd e una serie di chip, ma nessuna olofoto: in
effetti tutti i colleghi che ebbe nella sua vita non capirono mai la
sua strana insofferenza a mantenere una traccia visiva dei ricordi più
cari, anche se lei non capì mai perché una cosa così irrisoria dovesse
creare così tanta inquietudine nel prossimo. Non le fu facile
riprendersi da quello strano e avvinghiante torpore mentale che le
prende quando inizia a riflettere, ma non appena la lucidità del
presente la fece trasalire si accorse che accanto a lei, c’era
qualcuno. Al suo fianco sinistro, abbastanza vicino da potervi
appoggiare addosso la spalla, vi era un giovane guardiamarina della
sezione ingegneria che, evidentemente curioso di comprendere il motivo
di tanto interesse per il soffitto, osservava con il naso all’insù
ogni punto della nave con un cipiglio piuttosto perplesso: a Denay
sfuggì un sorriso mentre osservava il giovane alle prese con la sua
infruttuosa ricerca, poi fece un rapido colpo di tosse per attrarre
nuovamente a se l’attenzione. Il giovane quasi trasalì, non
aspettandosi di udire un rumore, per poi scattare immancabilmente
sugli attenti.
PNG: - “Buon giorno Comandante, le porgo i saluti di tutto
l’equipaggio della USS Nova. Siamo stati informati che lascerà
permanentemente l’unità e molti dei suoi colleghi sarebbero voluti
venire a salutarla ma il comandante Coster ha richiesto
inaspettatamente all’ufficiale scientifico capo di ordinare un turno
doppio di lavoro a tutta la sezione scientifica per non so esattamente
quale ricerca.”
Le gote del giovane assunsero presto una colorazione rosso vivo, e
Denay sorrise un po’ forzatamente alle parole del giovane che, notando
l’espressione del comandante, sembrò divenire sempre più imbarazzato:
si era aspettata un regalino d’addio dall’ufficiale medico capo, ed in
effetti alla fine è arrivato. Abbassò per un attimo lo sguardo a
terra, doveva ritrovare la sua calma per poter proseguire, e solo dopo
alcuni istanti tornò ad osservare il giovane.
K.: - “Molto bene, guardiamarina, informi i miei vecchi colleghi che
ho ricevuto i loro saluti e a mia volta li saluto e li ringrazio per
il tempo passato assieme. Ora, se non le spiace, le sarei grata se mi
teletrasportasse a bordo della USS Novalis”
Il giovane scattò immediatamente portandosi accanto alla consolle ed
osservò con espressione quasi grata Denay, per aver messo fine a quel
momento di imbarazzo. Infine, dopo un ultimo cenno del capo verso il
comandante, il guardiamarina attivò il teletrasporto.
=/\= Sala teletrasporto a Plancia: teletrasporto ultimato.=/\=
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TITOLO: 13-00 - “Rischio 2394"
AUTORE: Silvia/Federico2
D.S. 71072.53 - D.T. 27/01/2394
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Ammasso Stellare Meyer, Settore 611, Spazio Federale sul confine Klingon
USS Coulomb NCC 53171 – Classe Nova
D.S. 71072.53 - D.T. 27/01/2394 ore 10.17
“Signore, abbiamo terminato di analizzare il quadrante 5 dell’Ammasso. I dati
sono sorprendenti” disse il Tenente Willis, l’ufficiale scientifico.
“Ottimo lavoro Tenente, non vedo l’ora di leggere il suo rapporto” rispose
entusiasticamente il non più giovane e corpulento Capitano Ivanovic.
“Signore! Stiamo rilevando un corpo in avvicinamento. Una specie di sonda.
Distanza 10000 km”
“Da dove viene?”
“Non lo so signore... un momento sta sviluppando un picco di energia... sta
aprendo una singolarità quantica!”
“Allarme Rosso, prepararsi alle manovre evasive”
“È troppo tardi!!! il buco nero ci sta risucchiando!!”
“Indietro tutta! Massima Curvatura!”
Ammasso Stellare Meyer, Settore 611, Spazio Federale sul confine Klingon
IKS Kelmeth – Classe K’Vort
D.S. 71072.77 - D.T. 27/01/2394 ore 12.27
Il caccia predatore uscì occultato dalla curvatura. Con i sensori a lungo
raggio avevano registrato un picco di tachioni nel settore e la piccola nave da
ricerca federale che avevano notato nel settore, era sparita. I klingon spinti
dal brivido della caccia, avevano quindi deciso di andare a dare un’occhiata
per scoprire cosa era successo. Non vi era ancora motivo di segnalare quanto
successo al comando di Flotta.
*Stupidi burocrati, cosa ne sanno di come condurre una gloriosa nave nel gelo
dello spazio* pensò il Comandante Meh’khest. Quella insolita sparizione avrebbe
potuto anche solo essere una falsa traccia sui sensori.
“Analisi!”
“rileviamo residui di energia. Da qui la traccia di curvatura della nave
federale si interrompe. C’è un residuo tachionico… È come se si fosse
occultata”
“Cosa!? Starfleet non fornisce di occultamento le navi da ricerca. È molto più
probabile che abbiano fatto la fine del targ al matrimonio di mio figlio!
Qualcosa è andato storto! Me lo dice il mio istinto!”
La mente del comandante Meh'khest si era accesa del brivido della caccia, il
genere di caccia in cui il confine tra predatore e preda è talmente labile da
essere incerto.
"Sistemi al minimo! Solo sensori passivi. Se c’è qualcosa la fuori, non deve
sapere che noi siamo sulle loro tracce!"
“Signore una nave sconosciuta si è disoccultata dietro di noi. Sta sparando!”
“Come fanno a sapere dove siamo!?”
“Il siluro sta seguendo la nostra scia di plasma”
“Disoccultarsi e alzare gli scudi!”
Il siluro si abbatté sulla nave klingon proprio mentre usciva dall’
occultamento e ne fece collassare lo scafo. In pochi secondi i frammenti della
IKS Kelmeth andarono a riempire il vuoto dello spazio.
Risa, Residence sulla spiaggia di Hajav [Dwalla]
D.S. 71075.86 - D.T. 28/01/2394 ore 16.30
“Ecco il tuo Romulan Ale Cocktail” disse il giovane cameriere sorridendo a
Dwalla che sdraiata sul lettino prendeva il sole in un succinto bikini.
“Grazie, Myke. Gentile e premuroso come sempre” disse Dwalla guardandolo negli
occhi mentre le sue dita gli sfioravano la mano per prendere il cocktail. Il
torrente di pensieri che percepì la travolse. Se l’aspettava, eppure ogni volta
era come la prima volta.
*come sei bella/mi sta provocando?/devo andare dalla signora Hwadyi/chissà
quando mi richiamerai*
Dwalla interruppe il contatto e prese quel delizioso cocktail azzurro con le
bollicine. Sorseggiando la sua bevanda preferita, preparata con vero alcool,
osservò distrattamente il giovane e attraente Myke allontanarsi, prima di
perdersi nel sole e nei suoi pensieri. Da quando aveva deciso di prendersi una
pausa dal lavoro all’Accademia erano trascorsi sei mesi, ma il suo soggiorno su
Risa non aveva prodotto l’effetto sperato, anzi si sentiva ancora insoddisfatta
e annoiata come quando era partita. Non poteva dire di non essersi divertita.
Il sole e le giornate di mare avevano solo migliorato la sua pelle e il suo
colorito, ormai tendente al cioccolato al latte. I riti di jamaharon a cui
aveva partecipato l’avevano ampiamente soddisfatta e le libagioni erano le
migliori che avesse mai mangiato. Senza dubbio su Risa sapevano come far
rilassare i loro ospiti.
Quindi come spiegare la sua inquieta insoddisfazione? Scavò nella sua mente.
Non si era mai sentita così durante gli anni passati a bordo delle navi
stellari o nel pericoloso gioco della diplomazia. Gli anni trascorsi all’
Accademia della Flotta erano stati il vertice della sua carriera accademica, ma
a lungo andare l’avevano sfibrata e privata di quel brivido che la rendeva viva
e attenta. Si rese conto che non aveva bisogno di ulteriore riposo, ma di
azione. A cominciare da subito. Si alzò raccogliendo il pareo e si avviò verso
la sua camera. Tre ore dopo era a bordo della prima astronave per la Terra,
decisa a riprendere il servizio attivo.
Base Stellare 71
USS Novalis – NCC-1772, Ufficio del Capitano
D.S. 71077.68 - D.T. 29/01/2394 ore 07.27
Kuribayashi era indispettito. La Novalis era ferma alla Base Stellare 71 da
circa due settimane, ovvero da quando si erano innescati una serie di problemi
a cascata sul computer di bordo. La più fastidiosa, tra le altre, un'avaria al
sistema di controllo del supporto vitale che, a dispetto di tutti gli sforzi di
Sibek e delle sue squadre, era ben determinato a mantenere la temperatura di
bordo a 28.7°. Niente di vitale, certo, ma sicuramente non di aiuto alla
conservazione dell'armonia di bordo. Una nave è mantenuta in efficienza
dall'equilibrio di una serie di forze contrastanti e, sulla Novalis, questa
condizione era stata compromessa da una serie di trasferimenti tra gli
ufficiali di plancia.
Fortunatamente poteva contare su Nimosit: l'equipaggio lo stimava ed era
imbarcato sulla Novalis da 12 anni, parentesi sulla Washington a parte.
Conosceva ogni intima piega della nave, ne poteva percepire l'umore e lo stato
semplicemente camminando per i corridoi e Kuribayashi stesso percepiva queste
sensazioni tramite il suo braccio destro. Non aveva ancora avuto modo di vedere
al lavoro il nuovo ufficiale scientifico ma dal loro colloquio e dai rapporti
ricevuti sinora aveva potuto trarre delle ottime sensazioni.
“Avanti”
Quando Nimosit entrò nel suo ufficio, Kuribayashi alzò lo sguardo sul volto
del suo Primo Ufficiale che era come una cartina di tornasole arancione
tendente al rosso. Il rapporto che questi teneva in mano era praticamente
inutile.
“Siamo così indietro, Coral?”
“Signore, la nave è pronta a salpare in caso di emergenza: i motori a impulso
sono di nuovo operativi e la propulsione a curvatura è limitata al fattore 6
fino a quando Sibek non riuscirà a riequilibrare l'intermix della gondola 3. I
sistemi d'arma funzionano, ma il puntamento è in fase di ricalibrazione, il
secondo tattico ci sta lavorando insieme al Signor Sev. Il Tenente Comandante
Kuz riferisce che i sensori scientifici sono in ordine e ha richiesto un nuovo
spettrometro multiphasico per il laboratorio. Dovrebbe arrivare martedì”.
“Cosa dice il Signor Roth, il supporto vitale tornerà sotto controllo a
breve?”
“Capitano, pare che il problema sia in una delle centraline di controllo
ambientale della sezione motori. Himan sta facendo del suo meglio con le
risorse a sue disposizione. Ho preferito dare la priorità ai motori Warp. Non
appena sarà ripristinato l'intermix delle gondole, assegnerò Sibek e altre due
squadre al controllo delle centraline”.
“Quante centraline dovrebbero essere controllate?”
Nimosit approfittò di una temporanea distrazione del suo superiore per far
passare un po' d'aria attraverso il colletto della sua uniforme.
“Quattrocentosettantacinque, Signore”
Il Capitano della Novalis aggrottò la fronte.
"Situazione del personale?"
“Manca a bordo un Consigliere e un Capo Ufficiale Tattico, di cui attualmente
il Tenente Comandante Sev ricopre il ruolo ad interim. Inoltre numerose sezioni
sono sotto organico, in quanto aspettiamo ancora 71 persone che dovrebbero
salire a bordo entro la prossima settimana. Al momento ho ordinato alcuni doppi
turni per coprire i buchi” disse Nimosit "Ah! durante le operazioni di
rifornimento il Tenente Wilkinson ha riportato una brutta frattura alla gamba
destra. Il Dottor Di Maria mi ha riferito che dovrebbe poter rientrare in
servizio già la settimana prossima"
“Ottimo. La Flotta Stellare mi aveva garantito l’assegnazione di altri due
Ufficiali Superiori, oltre al Tenente Comandante Kuz che è arrivata pochi
giorni fa. Proverò a sollecitare. Purtroppo il personale della base è impegnato
con problemi più urgenti a bordo della USS Columbia e non hanno altre squadre
da assegnarci. Dobbiamo cavarcela da soli, ma almeno possiamo contare sui
rifornimenti della Base. Il mio replicatore non è più in grado di preparami un
the. Produce una misteriosa sostanza che ha un che di benzoino e che, anche se
non mi sono azzardato a berla, credo sia tossica"
"Vedrò di mandarle qualcuno"
"Tornando a noi... Per il momento trasferisca una squadra al Signor Roth, se
dovessimo essere chiamati per una emergenza partiremmo a curvatura 6. Capisco
le sue priorità, Signor Nimosit, ma una nave con i sistemi in perfetto ordine è
inutile se il suo equipaggio è cotto al vapore.”
“Eseguo immediatamente, Signore”
“Signor Nimosit, si rilassi, si sta comportando molto bene. Può andare, cerchi
solo di risolvere il problema del controllo ambientale al più presto”
Non appena le porte dell'ufficio si richiusero, il Capitano della USS Novalis
sbottonò la parte superiore della sua uniforme cercando di riprendere fiato.
Non riuscì nemmeno a scorrere la prima schermata del rapporto del suo secondo
che il suo comunicatore prese a trillare.
=^=Capitano, messaggio di priorità uno dal comando della Flotta=^=
Accigliato, Kuribayashi richiuse la zip del colletto dell'uniforme.
=^=La passi sul terminale del mio ufficio.=^=
Terra, valle dell'Ubangi, - Centrafrica [Moore]
D.S. 71080.51 - D.T. 30/01/2394 ore 08.17
Deng!
*Ancora troppo basso, Nate, altri due scatti sull'alzo*
Moore stava attraversando una crisi: stava perdendo la fascinazione per il suo
lavoro. La sua vita nella Flotta stava diventando troppo abitudinaria; il suo
ultimo imbarco, salvo qualche momento interessante, era stato una fastidiosa
routine, tale da portarlo a compilare una domanda di dimissioni, al momento in
attesa di invio nel suo D-pad.
Aveva provato a parlarne con suo padre ma il dialogo non era decisamente il
punto di forza della loro relazione.
*Sconvolgere tutto a quarantacinque anni suonati... devo avere proprio il
cervello a bagno*
Un anno di licenza è come un ricovero in ospedale: subito si cerca di dormire
il più possibile, recuperare, aggrapparsi a ogni secondo di sonno: poi subentra
la noia, il continuo susseguirsi di giornate sempre identiche, tempo che scorre
senza scopo... a quel punto iniziano le domande.
Per questo amava la valle dell'Ubangi: immutabile nei suoi cambiamenti
stagionali, la valle era per Nathan una manifestazione della meraviglia della
Natura, un luogo di pace dove il fiume scandiva il ritmo della vita anche alla
fine di questo movimentato ventiquattresimo secolo. Anche lo scambio cromatico
tra il marrone del fiume limaccioso e il verde smeraldo della foresta
rigogliosa che lo sovrastava contribuiva ad offrirgli il senso di pace di cui
aveva bisogno.
Pertanto, si era procurato una canoa e stava scendendo al passo della pigra
corrente il corso del fiume, fermandosi ogni qual volta sentisse il bisogno di
piazzare il suo vecchio bersaglio da allenamento e tentare un tiro
particolarmente complesso: era la sua strada verso le risposte.
Terra, San Francisco, Comando Flotta Stellare [Dwalla]
D.S. 71080.66 - D.T. 30/01/2394 ore 09.35
Dwalla era infastidita. Aveva chiesto un appuntamento con l'Ammiraglio William
Rowley, ma era stata rimbalzata alla sala di attesa di fronte all'anonimo
ufficio di un Tenente Comandante dell'Ufficio delle Risorse Umane della Flotta,
dove era stata riempita di moduli da compilare. Capiva che erano passati anni
dal suo ultimo incarico attivo, ma non pensava di dover affrontare una simile
voragine burocratica. Ad ogni buon conto aveva diligentemente e rapidamente
compilato tutti i moduli, ma da quando aveva terminato l'Ufficiale responsabile
la stava facendo aspettare da più di mezz’ora. Non che le dovessero mettere un
tappeto rosso dove passava, ma essere tenuta alla porta come una recluta al
primo incarico era inaccettabile.
La giovane Specialista che svolgeva mansioni di segretariato le aveva già
offerto due volte il caffè, ma ciò l'aveva solo ulteriormente indispettita.
Fece ricorso a tutta la sua capacità di meditazione derivante da anni di Tai
Chi per non sfogare la sua frustrazione sulla giovane. Si limitò quindi a
sorridere cordialmente, rifiutare con garbo e conversare amabilmente su tutto e
nulla, come si conviene ad una furibonda professionista della diplomazia.
Terra, valle dell'Ubangi, - Centrafrica [Moore]
D.S. 71080.79 - D.T. 30/01/2394 ore 10.43
Nathan lasciò il cannocchiale da osservazione e tornò alla sua vecchia
carabina, rimodulando l'alzo del mirino telescopico, quando fu distratto da un
rumore di tessuto lacerato.
Poco più a valle, un vecchio leopardo stava buttando all'aria la sua tenda e
il relativo contenuto.
"Di nuovo..."
Tra Nathan e quel leopardo si era instaurata una curiosa partita: da ormai
centosessanta chilometri il felino stava tallonando l'Ufficiale Tattico della
Flotta Stellare, incapace di far perdere le sue tracce. Ogni volta che faceva
campo, il leopardo riusciva ad infiltrarsi e a derubarlo di un pacco di razioni
o di un calzino e, fino ad allora, la cosa lo aveva quasi divertito, ma mai si
era verificata un'aggressione così seria.
Infastidito dal nuovo scenario, Nathan alzò il fucile, trattenne per un lungo
secondo il fiato e premette il grilletto.
Terra, San Francisco, Comando Flotta Stellare [Dwalla]
D.S. 71080.68 - D.T. 30/01/2394 ore 09.44
Dwalla stava cominciando a perdere la pazienza per quell’attesa immotivata,
quando a lunghi passi entrò nella sala d'attesa un ufficiale agitato sia nel
volto che nei gesti. La Specialista, saltò su dalla sua scrivania per
intercettarlo e informarlo della presenza del Tenente Comandante Thevek,
ansiosa di essere riassegnata al corpo diplomatico.
"Comandante, ci sarebbe..."
"Non adesso Capo Anziano Martin, abbiamo una situazione! Mi trovi qualcuno del
corpo diplomatico, disponibile, su questo maledetto pianeta e in fretta!"
"Per l'appunto..."
"Non adesso, sono nel mio ufficio!" disse varcando a pieno impulso la porta e
rischiando di sbatterci dentro.
La Specialista era visibilmente scossa, non aveva mai visto il suo superiore
comportarsi in quel modo. Stava per azionare l'interfono quando la mano di
Dwalla la bloccò dal nulla. Nel suo modo di fare c'era qualcosa che la induceva
a non opporsi, probabilmente quell'aura di calma determinata e di fiducia in se
stessa che le permetteva di esercitare un forte ascendente sugli altri
"Il suo superiore ha già trovato quello che cerca, solo che non lo sa ancora.
Vado a informarlo" così dicendo Dwalla varcò con passi misurati la soglia
dell'ufficio.
Terra, Bangui - Centrafrica [Moore]
D.S. 71080.79 - D.T. 30/01/2394 ore 10.45
Moore sollevò un ciuffo di pelo ingrigito da terra: niente sangue. Per la
gioia di Moore.
*Niente male... niente male davvero, forse non sono il vecchio rimbambito che
credo. Chissà cosa direbbe il Vecchio, quello vero... e adesso chi dorme in una
tenda squarciata?*
Moore iniziò a riportare ordine nel suo piccolo campo inveendo silenziosamente
contro i felini in generale ed i leopardi in particolare, arrivando addirittura
a pentirsi di aver soltanto spettinato il suo visitatore quando si accorse che
qualcosa era cambiato: c'era una nota particolarmente stonata nella disarmonia
di una tenda violata da un felino affamato.
"La borsa con tricoder e commbadge! Quel maledetto..."
Moore dimentico di ogni calma e ragione si gettò a terra cercando a gattoni le
tracce del felide ladro.
Terra, San Francisco, Comando Flotta Stellare, Ufficio del Tenente Comandante
Bolton [Dwalla]
D.S. 71080.69 - D.T. 30/01/2394 ore 09.45
“Ho detto che non voglio essere disturbato a meno che non abbia trovato chi le
ho chiesto!” disse imperiosamente l’Ufficiale, senza sollevare lo sguardo dal
d-padd per vedere chi fosse entrato.
“Proprio per questo la disturbo” la voce sconosciuta di Dwalla scosse il
comandante Bolton tanto da indurlo ad alzare gli occhi. Davanti a lui stava una
bellissima donna dal portamento elegante che lo guardava con profondi occhi
neri.
“Salve, ... lei è?” disse alzandosi in un momento di confusione mentale.
"Tenente Comandante Dwalla Thevek, istruttrice di Tecniche Diplomatiche e
Valutazione Strategica all'Accademia della Flotta Stellare, attualmente in
licenza. Avevo un appuntamento alle 9. Sono qui per fare domanda di essere
reintegrata al servizio attivo. Mi piacerebbe tornare a far parte del corpo
diplomatico, quindi potrei essere la persona che sta cercando" disse con tono
tranquillo e tenendo fissi gli occhi col suo interlocutore. Difficilmente
Dwalla poteva definirsi spontanea, infatti tutto, dal modo di parlare alla
postura, era studiato per dare una sensazione di controllo e di padronanza
della situazione.
Il comandante Bolton intanto si era ripreso e scossosi rispose "Ah, mi scusi
per il ritardo... Purtroppo non credo che lei sia la persona giusta, vede è una
situazione complicata.... Può fissare un nuovo appuntamento? La specialista..."
"Mi scusi comandante, non vorrei sembrarle scortese... gestire situazioni
complicate è stato il mio lavoro per anni. Sono certa che potrei essere di
grande aiuto in qualunque situazione"
"Comandante... non nego che lei abbia una grande esperienza, ma, se mi
permette... è stata fuori dal giro troppo tempo. Dieci anni sono tanti e
nonostante l’ottimo lavoro all'Accademia, credo che avrebbe molte difficoltà in
un lavoro sul campo. Se potesse tornare un altro giorno, potrei riuscire ad
assegnarla a qualche attività diplomatica qui presso Starfleet e potrebbe
arrivare ad un impegno sul campo nel giro di 2 anni, anche meno se è brava
anche solo la metà di quello che vedo scritto nel suo cv"
"Non voglio lasciare un incarico comodo per un altro incarico comodo.... ho
bisogno di azione. Non ci sono altre alternative?"
"Mi spiace, ma al momento non posso aiutarla. Prenda un nuovo appuntamento e
vedremo. Ora mi scusi, ma ho un problema di grande importanza da risolvere"
“Capisco. Non si può sempre avere quello che si vuole. Allora a presto” disse
Dwalla alzandosi e offrendo la mano al suo interlocutore, ma vennero interrotti
dall’ingresso precipitoso della Specialista che si avvicinò per parlare
all'orecchio del suo capo.
"Signore, non ci sono diplomatici esperti disponibili perché i membri del
corpo diplomatico sono bloccati nelle trattative per la rinegoziazione del
trattato con gli Sheliak. Se anche uno di loro dovesse lasciare le trattative
rischieremmo una crisi. Gli Sheliak sono ossessivi con il protocollo".
Il comandante Bolton era raggelato. Si prese un secondo, inspirò ed espirò.
Con la mano fece cenno alla specialista di uscire. Serviva nelle HR della
Flotta e amava il suo lavoro: le persone giuste al giusto incarico.
"Comandante, potrebbe aspettare qualche minuto? devo conferire con
l'Ammiraglio Parker"
"Senz'altro, comandante"
Dwalla uscì dalla stanza e si avvicinò alla specialista.
"Adesso prenderei volentieri il caffè che mi ha offerto prima"
Pochi minuti dopo, con la tazza colma e fumante ancora tra le mani, venne
richiamata nell'ufficio del Tenente Comandante Bolton.
“Comandante Thevek, è vero che al momento non possiamo assegnarla al corpo
diplomatico, ma visto che attualmente non abbiamo altre alternative... qualcosa
possiamo fare; verrà assegnata temporaneamente come Consigliere alla USS
Novalis, che in questo momento sta affrontando una grave crisi. Essa stessa ha
diversi problemi logistici, si trova infatti in pieno riassetto e con alcuni
problemi tecnici non ancora risolti. Per nostra sfortuna era la nave con le
capacità di affrontare una tale situazione critica più vicina. Inoltre anche il
ruolino equipaggio è stato sconvolto: ufficiali trasferiti, intere squadre
riassegnate, personale nuovo. Il suo ruolo di consigliere non sarà
assolutamente nominale. L’Ammiraglio ha organizzato un briefing alle ore 14.30
in cui verrà ufficializzata la sua assegnazione. In caso di successo della
missione, sosterremo la sua candidatura come Ambasciatrice” disse Bolton.
“E mi riterrete responsabile se qualcosa dovesse andare storto. So come
funzionano certe cose... ma senza rischio la mia vita non ha alcun senso.
Accetto, ma vorrei porre una condizione” rispose Dwalla un po' teatralmente.
“Quale sarebbe?”
“Mi occorre il comandante Nathan Moore, dovrebbe essere sul pianeta in
licenza. Se dobbiamo fare questa cosa, almeno facciamola come si deve.”
Bolton schizzò sul suo terminale, digitando a una velocità inconsulta per
Dwalla.
“Moore, Nathan: ufficiale tattico, ultima assegnazione la USS Rhode Island,
classe Galaxy, in attesa di assegnazione”.
Bolton scorse il cv dell'ufficiale con la velocità che solo anni e anni di
incarichi d'ufficio possono conferire. Alla Novalis mancava anche un ufficiale
tattico, tra i vari buchi nel corpo ufficiali: due piccioni con una fava,
nonostante tutto, sembrava il suo giorno fortunato.
“Sembra adatto. Va bene comandante, manderemo qualcuno a recuperarlo e
aggiornarlo. Buona fortuna”
Terra, Bangui - Centrafrica [Moore]
D.S. 71081.08 - D.T. 30/01/2394 ore 13.15
Nathan era accucciato a terra e, dopo aver analizzato una pila di escrementi
abbastanza freschi da provocare autentico dolore ai suoi recettori olfattivi e
una serie di tracce decisamente appartenenti a un leopardo cleptomane, stava
valutando se fosse stato meglio aggirare la macchia per tagliargli la strada
oppure seguirlo direttamente quando il frastuono di una coppia di propulsori di
manovra spezzò la pace della vallata mentre uno shuttlecraft della Flotta
Stellare iniziava l'atterraggio a circa cinquanta metri dalla sua posizione,
facendo schizzare fuori da un cespuglio la sua nemesi e facendola balzare su
una vicina acacia in preda a sincero terrore.
Dalla navetta uscirono due umani in uniforme della Flotta che iniziarono a
scandagliare l'area; uno di essi si chinò sul suddetto arbusto e raccolse
quella che, inequivocabilmente, era la sua borsa.
*Che debba far saltare il pelo pure a loro?*
A quel punto si alzò e chiamò a gran voce i due, mentre il suo cervello
iniziava ad analizzare le possibili implicazioni di quella visita.
“Tenente Comandante Moore? Una situazione richiede la sua presenza a San
Francisco”
“Che genere di situazione?”
“Sarà aggiornato a bordo”
Terra, San Francisco, Comando Flotta Stellare, Ufficio dell'Ammiraglio Parker
D.S. 71081.22 - D.T. 30/01/2394 ore 14.30
Quando Moore fece capolino all'interno della stanza, non poté reprimere quello
che Dwalla avrebbe definito il <fiume empatico della piacevole sorpresa>.
"Allora ci sei dietro tu..."
"E chi altri si sarebbe ricordato di uno che passa il suo tempo a farsi
mangiare vivo dalle zanzare ad anni luce dal più vicino cocktail degno di
questo nome"
"L'acqua di pozzanghera in questa stagione non è niente male..."
"Ti manca solo l'ombrellino e la fetta d'arancia. Per il ghiaccio come fai?"
Nathan avrebbe ribattuto volentieri, ma il loro idillio fu interrotto
dall'ingresso di un mal celatamente preoccupato Ammiraglio Parker, che dopo
averli fatti accomodare, accese uno schermo proiettante la mappa del settore
612.
"Signori, la situazione è questa. Alle ore 7 di ieri, l'Ambasciatore Klingon
Qhu'lack ha inoltrato un'interpellanza al Consiglio della Federazione chiedendo
la ragione del nostro attacco ad un loro sparviero nel settore 611. Ovviamente
noi eravamo all'oscuro di tutto e la nostra unica nave nel settore era un
vascello scientifico di classe Nova, la USS Coulomb. Il Capitano Ivanov non
avrebbe mai attaccato una nave klingon, inoltre le capacità offensive della
Coulomb non sarebbero state certo sufficienti per distruggere uno sparviero di
classe K'vort"
Moore scosse il capo sorridendo sarcasticamente.
"...I tentativi di contattare la USS Coulomb sono stati inutili. La nave è
stata ufficialmente data per dispersa. Abbiamo quindi inviato nel settore la
nave più vicina, la USS Novalis, comandata dal Capitano Kuribayashi. Alle ore
14, il cargo federale Nipper ha lanciato un SOS dal settore 612, affermando di
essere stato fermato per ispezione da un gruppo da battaglia klingon composto
da un incrociatore pesante di classe Vor'cha e due sparvieri. La Novalis è
arrivata nel settore alle ore 15 e ha riscontrato la presenza di frammenti di
due navi, una klingon e una federale, che ad una prima analisi sono sembrate
combaciare con i resti della USS Coulomb. Sono quindi cominciate le indagini,
ma la presenza della Novalis non è bastata a calmare i Klingon. Alcuni rapporti
dell'intelligence ci stanno facendo riflettere sull'opportunità di mobilitare
il gruppo da battaglia dell'Ammiraglio Kilgore, attualmente in rifornimento
presso la Base Stellare 89.
Ed è in questo contesto che partirete a bordo della USS Freedom e, una volta
raggiunto il teatro delle operazioni, vi trasferirete sulla USS Novalis a cui
siete stati temporaneamente assegnati rispettivamente come Consigliere e come
Ufficiale Tattico."
"Stiamo già parlando di teatro delle operazioni? Signore, non siamo ancora in
guerra con i Klingon!" intervenne Dwalla con tono risoluto "Dovremmo provare a
evitare una guerra, non a scatenarne una. Cosa ne pensi Nathan?"
Moore si alzò dalla sedia e cominciò a camminare per la stanza. "Ammiraglio,
mi corregga se sbaglio, la USS Freedom è una nave di classe Prometheus.
Raggiungere il rendez-vous con una nave così, potrebbe essere una cattiva
scelta, volendo provare a evitare una guerra. Inoltre, il gruppo da battaglia
di Kilgore è composto da due navi scorta di classe Defiant, anzi una e mezza,
visto che il Comandante della USS Perry è un pivello e il suo equipaggio,
fresco di accademia, non si è ancora amalgamato..., la USS Hermes di classe
Akira II, affidata al Capitano Tommy Cochrane, un veterano della guerra col
Dominio, smanioso di tornare sul campo di battaglia. Stesso dicasi per i
comandanti della Vanguard e della Warspite, ambedue di classe Steamrunner... e
infine Bill Kilgore in persona, l'artefice della gloriosa vittoria contro i
Breen ad AG-701, al comando della USS Prince Of Wales di classe Sovereign II.
Ammiraglio, non starete per caso cercando un'escalation?" disse Moore misurando
a lunghi passi la stanza e studiando la punta dei suoi stivali nei minimi
dettagli. "perché in tal caso sarebbe opportuno ridispiegare i gruppi da
battaglia C ed R della terza flotta dal confine Cardass..."
Il suo andar peripatetico venne interrotto dal braccio di Dwalla.
"Scusa se interrompo il tuo solito pellegrinaggio. Ammiraglio deve considerare
che i klingon mordono il freno da troppo tempo ormai. La lunga pace con la
Federazione e la relativa tranquillità degli ultimi 15 anni, sta portando i
giovani guerrieri a provocare la vecchia classe politica imperiale; la stessa
che ha firmato questa pace duratura. I soldati dell'Impero sognano nuova gloria
e bramano nuove battaglie, non necessariamente contro la Federazione, ma è
giusto ritenere che in presenza della seppur minima provocazione sarebbero
anche pronti a rompere l'Alleanza. Lo dimostra quanto poco abbiano impiegato a
schierare tre navi da guerra"
"Se sono solo quelle..." intervenne Moore, nel frattempo sedutosi al suo
posto.
"Allo stesso modo però non dobbiamo dimenticare che i Klingon sono un popolo
fiero e onorevole e questo lungo periodo di pace ha permesso una più profonda
conoscenza tra di noi, tanto che la Federazione si è guadagnata il rispetto di
molti Klingon. E il rispetto conta molto di più di qualche nave da guerra. Se,
come è lecito pensare, l’attacco non è stato portato da noi, presumibilmente
una terza forza sta cercando di spezzare la nostra Alleanza con i Klingon e l’
ultima cosa che dobbiamo fare è di dar loro gioco facile. La scelta della USS
Novalis è stata una buona scelta; dimostra la nostra forza, ma anche la nostra
voglia di collaborare. Non dobbiamo rendere tale forza sproporzionata arrivando
su una grossa nave come la Freedom che potrebbe solo incrinare ulteriormente il
clima di fiducia tra i nostri popoli.”
“Dwalla, una nave di classe Prometheus è un incrociatore tattico da battaglia,
non una grossa nave. Comunque, Ammiraglio, concordo con il comandante Thevek.
Una navetta veloce è quanto ci serve”
“E quella avrete. Ma se non avrete successo a trovare i veri colpevoli, credo
proprio che dovremo affrontare una guerra. Andate, contatterò Kuribayashi
personalmente”
USS Ostro – NCC 47197
D.S. 71081.54 - D.T. 30/01/2394 ore 17.17
La navetta di Classe Venture II stava procedendo alla massima velocità in
rotta verso il settore 612. Dwalla stava guardando la consolle di comando con
espressione interrogativa
“Ancora mi domando perché non hai voluto prendere a bordo anche un pilota.
Questo a cosa serve?” disse indicando distrattamente una luce che lampeggiava
lentamente.
“Non ti preoccupare, così il viaggio è diventato più comodo e intimo e in ogni
caso non abbiamo bisogno di un vero pilota. Il computer di bordo fa il 99% del
lavoro e io dai… me la cavo… quello credo che sia lo stabilizzatore inerziale”
rispose Nathan senza distogliere lo sguardo dalla strumentazione.
“Come… <credo>… hai appena detto che te la cavi!”
“Sì, l’ultima navetta l’ho pilotata in accademia, ma è come andare in
bicicletta.”
“Sarà… non posso credere che io abbia messo la mia vita nelle tue mani….
Ancora una volta!” disse Dwalla con voce fintamente sconvolta
“Non far finta che non sia questo quello che ti mancava”
Dwalla sprofondò sul sedile “In effetti è tutto molto eccitante. Erano anni
che non mi sentivo così bene”
“Secondo te c’entrano i nostri amici romulani?”
“Non saprei… ho mandato un messaggio ad un vecchio amico e mi farà sapere…
comunque… non puoi sapere che razza di mattinata ho avuto!...”
E mentre Dwalla cominciò a raccontare per la quindicesima volta le
disavventure della mattina, Nathan sospirò e cercò di concentrarsi ancora di
più sulle letture dei sensori.
Settore 612
USS Novalis – Plancia
D.S. 71082.73 - D.T. 31/01/2394 ore 03.41
“Signore, una navetta è apparsa sui sensori. Rilevamento 345.50. Velocità:
curvatura 9.8, si sta dirigendo verso di noi. Rendez-vous tra 6 minuti” avvisò
Roth "È la USS Ostro"
“I Klingon?”
“Al momento stanno aspettando. Continuano a tenere gli scudi alzati”
“Bene” Da quando aveva ricevuto la comunicazione dall’Ammiraglio Parker che
erano stati assegnati alla Novalis altri due nuovi ufficiali superiori, non
aveva proferito più di poche parole, quasi tutte rivolte al Comandante Nimosit
per informarlo delle nuove assegnazioni.
I ruolini erano impressionanti, ma allo stesso tempo mancavano di esperienza
sul campo. Infatti per quanto proficue, le assegnazioni a navi stellari erano
state di breve durata. Kuribayashi sapeva perfettamente che per far funzionare
una nave al meglio occorreva innanzi tutto un personale preparato, ma
soprattutto affiatato e consolidato, cosa possibile solo con lunghe
assegnazioni e pochi turn-over. Sfortunatamente esigenze di ordine superiore
avevano fatto si che oltre metà dell’equipaggio fosse alla sua prima
assegnazione alla Novalis e allo stesso tempo si trovava con ben tre ufficiali
superiori nuovi. Tra cui anche il consigliere di bordo, che avrebbe voluto
scegliersi personalmente. Alla fine si trattava solo di una questione di
fiducia. Per quanto professionisti navigati, come si può porre fiducia in
qualcuno che non si conosce? Soprattutto in un momento come quello, in cui un
minimo errore avrebbe potuto significare mettere in crisi una duratura e
faticosamente conquistata alleanza. Questi pensieri affollavano la mente di
Kuribayashi e in questi casi la stretta osservanza del protocollo era la
risposta migliore.
“Aprire hangar navette 1. Signor Nimosit, non appena i comandanti Moore e
Thevek saranno a bordo riunisca tutti gli ufficiali di plancia in Sala Tattica”
Si asciugò con un fazzoletto la fronte. *Sapevo che sarebbero riusciti a
riparare prima i sistemi warp... quanto ci mette Sibek a ripare il controllo
ambientale?*
USS Novalis – Sala Tattica
D.S. 71082.75 - D.T. 31/01/2394 ore 03.52
"Benvenuti a bordo, sfortunatamente non abbiamo molto tempo per i convenevoli.
Penso che il Comandante Nimosit abbia già provveduto a registrare le vostre
credenziali ed è a lui che dovrete rivolgervi per tutto quanto concerne
organizzazione dei turni e del personale. Permettetemi di presentarvi gli altri
Ufficiali. Il nostro Capo OPS, Tenente Comandante Himan Roth. Il Tenente
Comandante Sev Nathel, Capo della sicurezza. Il medico di bordo, Dott. Otello
Di Maria e in ultimo il Tenente Comandante Denay Kuz, Capo ufficiale
scientifico. Ah, dimenticavo, il nostro ingegnere capo comandante Sibek è
attualmente impegnata a risolvere il fastidioso problema del controllo
ambientale che senz'altro avrete notato" disse Kuribayashi con tono formale, ma
disteso.
"Infatti, credevo di essere tornata su Risa" rispose Dwalla con un sorriso.
"Bene ora che siamo tutti presenti, procediamo. È lecito pensare che siate già
stati aggiornati sugli eventi?" disse Kuribayashi ai nuovi ufficiali.
"Sì, Capitano. L'Ammiraglio Parker è stato molto esaustivo. possiamo però
chiedere quali sono state le vostre mosse finora?" chiese Moore appoggiando i
gomiti sul tavolo e unendo le mani all'altezza del viso.
"Prego Comandante Nimosit a lei la parola"
"Per prima cosa, una volta raggiunto il settore 612 abbiamo contattato i
Klingon. i quali non sono sembrati disposti a liberare il cargo Nipper,
adducendo come motivazione la necessità di interrogare i membri
dell'equipaggio. Sfortunatamente ciò rientra nelle loro possibilità in quanto
giuridicamente il settore è sotto il loro controllo. Noi qui siamo osservatori.
Considerata la situazione abbiamo deciso di fare rotta verso il settore 611,
che invece è di competenza della Federazione. Qui abbiamo rinvenuto i resti di
due navi"
"Mi perdoni se la interrompo, Comandante" disse Moore "stiamo parlando di
resti o di frammenti?"
"In realtà stiamo parlando di frammenti. I residui energetici sono
indubbiamente di phaser federali e di disgregatori klingon"
"Quanto sono affidabili queste analisi?"
"Al 100%. Le abbiamo fatte io e il comandante Kuz" rispose il comandante Roth
"non ci è però stato possibile rilevare altre tracce energetiche in quanto
manca uno spettrografo multiphasico funzionante. Inoltre nel settore è presente
un ammasso stellare che crea un disturbo di fondo dei sensori. Abbiamo preso
campioni delle navi e il comandante Kuz li sta analizzando"
"Considerando che mancano all'appello due navi, abbiamo informato la Flotta
Stellare della distruzione della USS Coulomb e siamo tornati qui ad aspettare
voi" disse Nimosit
"Quindi non c'è un effettivo riscontro che i residui della nave federale siano
della USS Coulomb" incalzò Moore
"Non capisco la sua obiezione. Il volume di detriti è comparabile con quello
di una nave di classe Nova e nel settore non erano presenti altre navi"
"Quello che voglio dire è questo: per quanto non impossibile è quanto meno
improbabile che la USS Coulomb abbia attaccato uno sparviero klingon. Questo
per vari motivi, tra gli altri la differenza di potenziale offensivo e la
disponibilità di occultamento della nave klingon. Pertanto una terza forza è in
gioco. Una forza che avrebbe dovuto far sparire la Coulomb per attirare i
klingon in un settore federale e in seguito distruggerli. Questa forza però
dovrebbe anche sapere che siamo in grado di trovare le tracce energetiche e noi
abbiamo trovato solo tracce federali e klingon. Quindi occorre stabilire con
assoluta certezza se i residui sono effettivamente della USS Coulomb"
"E dove sarebbe andata la USS Coulomb?" chiese Kuribayashi
"Ci sono molti modi di far sparire una nave stellare, soprattutto in un
ammasso stellare"
"In effetti è possibile Capitano. Il comandante Kuz mi aveva fatto notare uno
strano aumento della densità di gravitoni nel settore, ma in generale
attribuibile a questo tipo di formazione" disse Roth "È possibile che si sia
aperta una singolarità quantica... un buco nero" disse Roth
"Allora è meglio indagare più a fondo. Comandante Kuz, Comandante Roth, voglio
un rapporto entro 2 ore"
I due Ufficiali annuirono e lasciarono la stanza.
"Torniamo a noi. Dobbiamo capire chi potrebbe essere il responsabile di tutto
questo e dobbiamo liberare il cargo Nipper"
"Tutto questo prima che l'Alleanza si possa infrangere e scoppi una guerra"
intervenne Dwalla
"Infatti... Idee?"
"Capitano potrei avere un'idea" disse Sev che fino a quel momento era stato in
silenzio.
"Sentiamo comandante"
"Stavo ragionando su quanto detto dal comandante Moore. Se i residui non
dovessero essere della USS Coulomb c'è un solo posto da cui potrebbero venire.
A soli 3 parsec da qui c'è una discarica di navi stellari gestita da un Pakled
di nome Drobhelag. Potrebbe essere una buona idea andare a dare un'occhiata"
"Però dovremmo allontanarci ulteriormente dalla Nipper e dai klingon"
intervenne Nimosit
"Potrei andare io a parlamentare con i Klingon" disse Dwalla "È il mio lavoro"
"Dovrei andare anche io. Dopo gli interrogatori klingon, l'equipaggio della
Nipper potrebbe aver bisogno del mio intervento" disse Di Maria
"Bene. Comandante Nimosit, lei porterà il Tenente Comandante Thevek e il
Dottor Di Maria a parlamentare con i klingon a bordo della navetta Ostro. Noi a
bordo della Novalis procederemo alle indagini. Potete andare"
Nave sconosciuta, Plancia
nello stesso momento
Una figura incappucciata stava andando avanti per la plancia della sua nave.
La prima parte del suo piano aveva funzionato ancora meglio di quello che
credeva. I klingon erano così stupidi. Era bastato mettere qualche briciola per
far loro immaginare la torta. Ora doveva stare più attento. I federali potevano
essere molto più sospettosi e lui contava proprio su questo. Le tracce che
aveva lasciato portavano ai romulani. Una volta trovate le prove, la
Federazione e i Klingon sarebbero venuti ai ferri corti con l'Impero Romulano.
Sorrise tra sè. Desiderava la distruzione di Romulus da quasi 15 anni.
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TITOLO: 13-03 - "Si parte"
AUTORE: Federico
Brano precedente: 13-02 "Rischio 2394"
D.S. 71072.53 - D.T. 27/01/2394
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USS Novalis - Hangar Navette D.S. 71082.75 - D.T. 31/01/2394 ore 06.12
Due navette erano state preparate per portare la delegazione della
Novalis a parlamentare con i Klingon.
I piloti erano pronti e attendevano che gli occupanti salissero a bordo.
La delegazione, comandata da Nimosit, comprendeva il Medico Capo Di
Maria e due suoi assistenti, e la neo Consigliere Thevek. A supporto
Sev aveva assegnato 2 squadre della sicurezza, di 4 membri l'una,
comandata dalla sua nuova vice, Rhisi, una giovane, ma promettente
Caitiana.
Tutto era pronto e dopo un ultimo veloce briefing le squadre salirono
sulle navette che decollarono immediatamente.
In breve la Novalis fece rotta verso la discarica per proseguire con
le indagini.
Le indagini di Roth e Kuz avevano dato esiti non particolarmente
illuminanti. Nell'ammasso poteva esserci una nave, ma non rilevavano
tracce del percorso fatto per arrivarci. Questo poteva dire solo due
cose: la nave non c'era oppure era stata trainata la da una nave che
aveva coperto molto bene le proprie tracce. Per fugare ogni dubbio era
necessario penetrare nell'ammasso e scandagliarlo dall'interno. Il
Capitano decise prima di procedere verso la discarica e poi,
eventualmente, entrare nell'ammasso.
Siccome non voleva lasciare Nimosit e gli altri troppo tempo da soli
decise di spremere al massimo i motori andando a curvatura 7 contro i
consigli di Sibek che era appena riuscita a superare il fattore 6 come
massimale.
Spazio, Navette Federazione - D.T. 01/02/2394 ore 20.35
Dopo un viaggio di un giorno, le due navette avevano raggiunto la nave
klingon da parecchie ore oramai, ma i Klingon erano decisi a farli
aspettare nonostate i continui solleciti da parte di Nimosit e Thevek.
Avendo capito l'intenzione dei klingon, entrambi gli equipaggi avevano
iniziato a preparare le navette per la notte organizzando i turni di
veglia.
I tre ufficiali si erano ritrovati per un piccolo briefing.
"Non mi piace."
"Nemmeno a me." Fece eco Di Maria a Nimosit.
"Non fraintendetemi, mi piace stare su una navetta, mi sento...a casa.
Ma in mezzo al niente con i klingon qui fuori che aspettano chissà
cosa...non mi fa stare tranquillo."
"In effetti è anomalo da parte loro." Confermò Thevek "Ma non mi
preoccuperei più di tanto. Anzi, mi fa pensare che non sappiano cosa
stia succedendo."
"E questo come può essere tranquilizzante?" Domandò Di Maria
"Difficilmente i klingon non agiscono istintivamente, quindi questo
vuol dire che anche a loro qualcosa non torna.......come a noi. E
forse possiamo sfruttare questo, se vogliamo, punto in comune.
Inoltre..." continuò dopo una breve pausa "...non ci hanno ancora
sparato..."
"Bene, direi che possiamo salutarci con questa speranza. Ci
aggiorniamo domani alle 08.00, se non succede niente durante la
notte." Concluse Nimosit che dopo un breve saluto fu teletrasportato
di nuovo sulla sua navetta.
Novalis - Discarica Klayi - D.T. 02/02/2394 ore 11.08
La Novalis era appena uscita dalla curvatura vicino alla discarica.
Sev e Moore erano pronti ad essere teletrasportati sulla base, nel
frattempo Roth e Kuz scandagliavano attentamente l'area.
"Signore, ho rilevato una traccia energetica...atipica nei pressi
della discarica. Vado nel laboratorio scientifico per analizzarla
meglio." Comunicò Kuz al Capitano.
"Certo, comandante. Mi tenga informato."
Mentre la trill usciva dalla plancia si fermò vicino a Roth.
"Avrò bisogno di usare i sensori in maniera intensiva, comandante. Se
è quello che penso ne varrà la pena."
"Nessun problema. Le darò accesso a quello che le serve."
"Graz..." rispose Denay mentre le porte del turboascensore si chiudevano.
Piattaforma di movimentazione - Discarica Klayi - D.T. 02/02/2394 ore 11.25
Appena arrivati sulla base Sev e Moore si guardarono in giro per
cercare di capire con chi parlare. C'era un grandissimo via vai di
meccanici. Ma nessuno si fermò da loro.
"Quel piccolo pakli dev'essere qui intorno, mi stupisce che non sia
venuto ad accogliere dei potenziali clien...aspetta un pò." Sev si
interruppe e prese il dpad che aveva con se e dopo una breve ricerca
si rivolse a Moore. "Mi sembrava di conoscerlo. Lo vede
quell'andoriano dietro a quel muletto?"
"Quello che sta cercando di nascondersi come uno scolaretto?"
"Esatto...mi ricordo di lui...lavorava al bar di Quark...non so più
quanti anni fa...mi ricordo che fu accusato di vari furti...da Quark
stesso, ma riuscì a fuggire. Dai vestiti deduco che lavori qui..." si
fermò un attimo e poi guardò il collega con sguardo complice "Sta
pensando quello che penso io?"
Moore non conosceva assolutamente il bajoriano, aveva letto la scheda,
e aveva parlato con Dwalla di lui, ma da come lo guardava era palese
che volesse fare qualcosa di non prettamente convenzionale. "Penso
proprio di si. Io gli vado incontro, lei lo aggiri."
In breve Sev si nascose dietro a varie casse in modo da non essere
visto dall'andoriano. Moore invece si mosse tranquillamente verso di
lui. L'andoriano dopo poco si accorse che l'ufficiale ce l'aveva
proprio con lui e senza dare troppo nell'occhio, almeno così credeva
lui, cercò di ritirarsi.
Ogni tanto si girava ma vedeva sempre quel maledetto federale che
tranquillamente si dirigeva verso di lui. Allungò il passo e scattò
per nascondersi dietro ad una pila di vecchi siluri, ma appena girato
l'angolo si imbattè, o meglio, si scontrò con Sev che prontamente gli
mise una mano sulla spalla serrandola per tenerlo sotto controllo.
L'andoriano preso dal panico fece per estrarre un piccolo phaser che
aveva nascosto dietro la schiana ma Moore, che l'aveva raggiunto, lo
bloccò.
"Questo lo prendo io, ok?"
"Ma guarda un pò se questo non è il vecchio Relan. Come te la passi
Relan?" Esordì Sev con un sorriso beffardo.
"I..i...io no...non so di che co..cosa parliate. Il mio nome è
Kobe...no...non sono questo Re..Relan." tentò di difendersi
balbettando l'andoriano.
"Ah, bè, se non sei Relan non ti dispiacerà fare due chiacchiere con
il mio amico Quark."
Sentendo quel nome l'andoriono sbiancò.
Sev allora lo fece sedere prima che svenisse.
"Risolto questa piccola incomprensione, Relan, che ci fai qui?"
L'andoriano non rispose, era ancora sconvolto dagli eventi.
"Dai, aiutaci e forse, ripeto forse, mi dimentico di chiamare Quark."
Neanche il tempo di finire la frase che Relan iniziò a raccontare ogni
singolo istante della sua vita.
"Frena frena. Non mi devi raccontare tutto. Solo le cose più strane
accadute negli ultimi giorni." Lo interruppe Sev.
"Strane...di che genere?"
"Del genere che non se ne vedono mai." Rispose Moore.
Dopo un breve momento di pausa scattò in piedi, subito fermato dai due
ufficiali. Sev con la mano sulla spalla destra e Moore con la mano
sulla spalla sinistra lo rimisero seduto.
"Compositore tetrionico"
"Si....?" incalzò Moore.
"Qualche giorno fa il mio capo mi ha chiesto di riparare un proiettore
di matrice. Ma non era particolarmente danneggiato, potevano farlo
benissimo gli ingegneri della nave che ce l'aveva portato. Mi ci sono
messo e poi ho capito che non era il proiettore, ma uno dei giunti a
non funzionare. Ma era strano, quel giunto non si sarebbe dovuto
rompere, se non per..."
"Tienila corta." lo incalzò Sev
"O...ok...solo un feedback di una certa potenza può far saltare il
giunto. L'ho detto al capo e lui l'avrebbe detto ai clienti. Qualche
ora dopo mi chiama imbestialito. E mi fa cercare un proiettore e un
giunto nuovi...cioè, non guasti."
Sev e Moore si guardarono e il nuovo membro della Novalis diede voce
ai pensieri di entrambi.
"Che giunto è?"
"Giunto KB-87x."
"Grazie Relan. Ci sei stato utile. Non lasciare questo posto, potremmo
avere ancora bisogno di te. E sapremo essere riconoscenti." Concluse
Sev.
Lasciarono l'andoriano e appena furono lontani Moore si fermò.
"Quello che ha fatto non è molto ortodosso, lo sa?"
"Si, lo so. Ma so anche che Quark ha recuperato la refurtiva e che
Relan non lo sapeva. E' stato un bluff, E ha funzionato direi."
"Mmh. Si, decisamente. Immagino lei sappia che il giunto KB-87x tra le
varie cose si usa anche per collegare un proiettore di matrice ad un
compositore di tachioni..."
"Non conosco il giunto a memoria, ma conosco il compositore a
tachioni. E' uno dei componenti di un sistema di occultamento
romulano."
"Esatto. Direi di contattare la Novalis."
Spazio, Navette Federazione - D.T. 02/02/2394 ore 13.28
Nimosit ne aveva abbastanza, era più di un giorno che erano li fermi
in attesa di chissà che cosa dei klingon. Adesso basta, aveva
tollerato anche troppo.
Chiamò gli altri ufficiali e aprì un canale con i klingon.
"Sono il Comandante Coral Nimosit, della U.s.S. Novalis. In nome del
trattato che ci lega abbiamo atteso pazientemente di essere ricevuti,
ma ora quest'attesa sta diventando un insulto. Pretendo di vedere il
personale federale trattenuto da voi." Senza attendere risposta chiuse
il canale e si girò verso gli altri ufficiali.
"Non so se avrei usato la parola "pretendo" signore, ma di sicuro è
d'effetto."Esordì Di Maria.
Thevek stava per ribattere quando il pilota della navetta la bloccò.
"Uno sparviero klingon di classe K'vort si è appena disoccultato. E ci
stanno chiamando."
"Sullo schermo." e immediatamente un klingon di mezzetà apparve sul
piccolo schermo della navetta.
=/\=Comandante federale, sono K'Paal. Ho sentito che avete delle richieste.=/\=
=/\=Esatto. Avete preso prigionieri membri della Federazione, vogliamo
sapere il motivo, e verificare il loro stato di salute.=/\=
=/\=Il motivo lo sapete benissimo!=/\= replicò rabbioso K'paal
scattando in piedi.
=/\=K'paal, mi creda, stiamo investigando per capire cos'è
successo.=/\= intervenne Dwalla =/\=Riteniamo difficile che una nave
di classe Nova possa anche solo pensare di reggere un confronto con
una delle vostre navi.=/\= concluse con tutta la gentilezza possibile.
K'paal si sentì lusingato da quelle parole, e si calmò.
Nimosit colse quel momento per riproporre la sua richiesta, ma in tono
più amichevole.
=/\=Se ce lo permette, K'paal, io e una nostra squadra vorremmo
parlare di persona con lei mentre il nostro medico visita i vostri
prigionieri per arrivare alla conclusione di questa incresciosa
situazione.=/\=
K'paal ci pensò su e dopo aver lanciato uno sguardo di sfida verso
Nimosit accettò.
=/\=Va bene, comandante, ma niente scherzi. Vi direi di venire
disarmati, ma tanto, sarete circondati da miei guerrieri...=/\=
concluse mettendosi a ridere scatendando l'ilarità del resto del suo
equipaggio.
Nimosit chiuse il collegamento e si girò verso Thevek. "Ottimo
intervento. Veramente provvidenziale." disse rivolto alla Consigliera
"Grazie signore." ringraziò mentre dentro di lei pensava *Quanto mi mancava....*
In breve la squadra fu preparata, a bordo delle navette rimasero i
piloti e due membri della sicurezza, il resto si teletrasportò sulla
nave klingon.
U.S.S. Novalis - Discarica Klayi - D.T. 02/02/2394 ore 12.31
In plancia erano in attesa del rapporto da Sev e Moore quando il
comandante Kuz entrò e si rivolse direttamente al Capitano.
"Signore. Credo ci siano o ci sono stati romulani occultati in questa
discarica. Ed erano danneggiati."
Kuribayashi aveva abbastanza problemi a cui pensare, non gli servivano
anche i romulani.
"Si spieghi meglio Comandante."
"Per farla breve, signore, ho rilevato tracce energetiche compatibili
con un compositore di tachioni che...perde tachioni." Non aveva
bisogno di completare la frase per farsi capire dal Capitano.
"Potrebbero essere ancora qui?"
"Questa è la cosa strana. Non credo siano qui in orbita alla stazione,
ma...giù...solo che dubito che una nave Romulana possa essere
attraccata alla stazione. Non so se hanno attracchi adatti."
"Su questo posso risponderle io." Si intromise Roth con la testa
abbassata sulla console tattica. "La stazione è troppo piccola per
farlo e gli attracchi sono decisamente inadeguati."
Il Capitano si alzò in piedi per guardare in faccia il Capo OPS quando
Moore li contattò.
=/\=Moore a Novalis.=/\=
=/\=Mi dica Comandante.=/\=
=/\=Signore, qui sulla stazione abbiamo scoperto che è stato riparato
o sostituito un compositore di tachioni e un giunto KB-87x, che è
utilizzato per collegare il compositore ad un proiettore di matrice.
Questo a noi suggerisce che una nave romulana è stata danneggiata.=/\=
In plancia i tre ufficiali si guardarono, le analisi di Kuz
confermavano in pieno le ipotesi dei due ufficiali sulla base.
=/\=Quello che ci dite è confermato dalla analisi del Comandante Kuz.
Bisogna trovare il compositore guasto per fare altre indagini.=/\=
=/\=Ricevuto, signore, penso proprio che riusciremo a soddisfare la
sua curiosità.=/\= Intervenne Sev con il solito tono gioviale.
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TITOLO: 13-05 – "Io so che tu sai che io so."
AUTORE: Riccardo/Nimosit
Brano precedente: 13-04 - "Si parte"
D.S. 71089.12 - D.T. 02/02/2394
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Incrociatore pesante di classe Vor'cha – D.S. 71089.12 – D.T.
02/02/2394 ore 12.46
Krin squadrò la delegazione federale con un misto di disgusto e
rassegnazione, prima di rivolgersi all'ufficiale alla consolle del
teletrasporto.
“Avverti K'Paal che sono arrivati.”
All'ultimo minuto Nimosit aveva deciso di lasciare a guardia delle
navette quasi tutti gli ufficiali alla sicurezza che il buon Sev gli
aveva affibbiato suscitando, come previsto, alcune proteste.
Comprendeva le ragioni del capo della sicurezza e dei suoi uomini, ma
doveva ammettere che salire a bordo di una nave Klingon armati fino ai
denti sbandierando, al contrario, intenzioni pacifiche poteva suonare
come minimo controproducente. Aveva notato dall'espressione di Thevek
che anche il nuovo consigliere approvava la scelta. Oltre a loro due
ed al dottor Di Maria, facevano parte del gruppo solo due ufficiali
della sicurezza. Non che la cosa avesse più di una valenza formale
visto il numero di Klingon che si erano ritrovati subito attorno quale
comitato di benvenuto. Tutto come da programma.
Si voltò verso la donna al suo fianco.
“Andrà tutto bene. Può respirare.” - Sussurrò. Lei annuì. Anche lui,
come il capitano, aveva letto attentamente il ruolino dei due nuovi
ufficiali superiori; avevano sviluppato notevoli competenze nei loro
rispettivi ambiti applicativi, ma scarsa pratica sul campo. Si
immaginava che ritrovarsi scaraventati da dietro ad una scrivania
direttamente su un incrociatore da battaglia klingon potesse risultare
piuttosto destabilizzante, anche per ufficiali esperti. Aveva bisogno
che il nuovo consigliere rimanesse lucida e calma. Fece qualche passo
avanti, scendendo dalla pedana del teletrasporto. - “Sono il
comandante Nimosit, primo ufficiale della USS Novalis.”
L'ufficiale al momento più alto in grado gli si fece incontro,
sovrastandolo di almeno dieci centimetri.
“Sono Krin, ho l'ordine di scortarvi dai prigionieri.”
“Molto bene, grazie.” Annuì Nimosit.
“Ho anche l'ordine di non perdervi di vista nemmeno per un secondo.”
La velata minaccia sottesa a quelle parole, compresibile per la
verità, rientrava nel novero delle cortesie diplomatiche dei figli di
Qo'noS, che Nimosit si aspettava. I suoi uomini erano preparati e
seguirono il manipolo di klingon e delle loro bocche da fuoco per gli
angusti corridoi della nave fino alle celle detentive, nelle quali era
trattenuto l'esiguo equipaggio del cargo federale sequestrato.
Inutile dire che il capitano Lee Kim Yo ed il suo gruppo furono ben
felici e sollevati nel constatare che la Flotta avesse inviato
qualcuno a prendersi cura di loro.
“Non è così facile.” Esordì Nimosit rivoltò a Lee, mentre fu concesso
a Di Maria di occuparsi dei prigionieri. Cercò di spiegargli la
situazione nella maniera più chiara possibile, ma rassicurò l’uomo che
avrebbero negoziato con i Klingon la loro liberazione.
“Come possiamo rappresentare una minaccia per un intero gruoppo da
battaglia klingon, Comandante! Il nostro è un semplice cargo
commerciale.” Protestò l’uomo.
“Ne sono consapevole, e lo sanno benissimo anche i Klingon. Crediamo
che la vostra presenza qui faccia parte di uno schema più grande e
complesso al quale stiamo cercando di dare un senso.”
Di Maria gli si avvicinò dopo poco.
“Stanno benone, un po’ bistrattati ma sani. Gli interrogatori klingon
non sono mai una passeggiata di piacere! Ho somministrato qualche
blando ricostituente, niente di più. Certo il cibo klingon non aiuta
né il corpo né lo spirito!”
“Conto di riuscire a liberare il Nipper prima possibile.” Rispose
Nimosit sia al dottore che a Lee. Allontanandosi di qualche passo si
avvicinò a Thevek, occupata ad osservare tutto cercando di
immagazzinare ogni piccolo dettaglio utile.
“Idee?” Chiese a bruciapelo alla donna. Passata la prima fase di
ambientamento, sembrava maggriormente a proprio agio. Nimosit ne fu
sollevato.
“E’ evidente che sono trattenuti qui solo come esca, ma non ho capito
ancora qual'è la preda che intendono prendere all'amo!”
“Eeee……?” La incalzò Nimosit curioso.
“Eppoi vorrei capire cosa ci facesse un cargo privato da queste parti.”
“Un po’ troppo lontano dalle normali rotte commerciali?” Abbozzò il
primo ufficiale in scia alle riflessioni del consigliere.
La donna non rispose ma sollevò entrambe le sopracciglia in una
smorfia più che eloquente.
Prima ancora di vederla percepirono la notevole mole di Krin alle loro
spalle. Si voltarono entrambi.
“I prigionieri stanno bene, adesso K'Paal vuole vedervi.” Tagliò corto
il klingon facendo capire loro che dovevano seguirlo.
“Molto bene. Ci faccia strada.”
Discarica Klayi – poco dopo.
“Di sicuro Relan sarà contento di vederci di nuovo.” Fece Sev, sarcastico.
“Lo immagino!” Rispose Moore poco convinto. Avevano ricevuto l’ordine
dal capitano di recuperare, se possibile, il compositore romulano
guasto per poter svolgere esami approfonditi sul pezzo. Non sarebbe
stato facile, ma dovevano provarci.
Questa volta faticarono di più per acciuffare l’azzurro amico, ma ben
presto gli furono addosso.
“Ancora voi!” – Si lamentò l’andoriano. – “Avete deciso di rovinarmi
gli affari!”
“Nella nostra infinita magnanimità ti daremo due scelte. O ci dai un
piccolo aiuto oppure potremmo decidere di fare tappa fissa da queste
parti, giusto per venire a farti un saluto! Che ne dici?”
La volta precedente i due federali erano riusciti a prendere Relan
totalmente alla sprovvista, ma stavolta era diverso. Era come se si
fosse aspettato un ritorno dei due uomini. Le cose sarebbero andate
diversamente, si disse. Dovevano contrattare se volevano quello che
stavano cercando. Qualunque cosa fosse.
“Nel caso decidessi di aiutarvi…..dovrete darmi qualcosa in cambio.”
Strizzò l’occhio in un gesto molto umano.
“Perché dovremmo?” Incalzò Sev, facendoglisi più vicino.
“Uscire da qui può risultare più complicato che non entrarvi.” La
minaccia dell’andoriano non spaventò molto i due ufficiali, tuttavia
Relan poteva rivelarsi una preziosa risorsa.
“E cosa vorresti?” Chiese Moore stando al gioco.
“Dipende da cosa state cercando quaggiù.” Sev e Moore si scambiarono
un’occhiata eloquente. Senza troppe smancerie l’ufficiale tattico
scortò la loro preda dietro un riparo, dove avrebbero potuto
mercanteggiare con più discrezione.
“Prima hai parlato di un compositore romulano guasto, che voi avete
sostituito, esatto?” -
L’altro annuì. - “Potrebbe interessarci mettere le mani su quel pezzo.”
“Mmmmm……” – Rispose l’andoriano teatralmente. – “E’ molto quello che
mi chiedi amico.”
“C’è la possibilità che tu abbia ancora questo pezzo?”
“Forse…..” - Moore strinse con maggior vigore la mano sulla scapola
del meccanico. – “Ne sono praticamente certo……” – Moore fece ancora
più pressione, portando il suo viso molto vicino a quello dell’altro,
con fare intimidatorio. – “ Ce l’ho. Si si, ce l’ho!” L’ufficiale
tattico annuì compiaciuto.
“Bel lavoro Relan.” Si congratulò Sev.
“Grazie grazie, ma……anch’io ho bisogno di un paio di cosette….”
“Spara.” Tagliò corto il capo della sicurezza.
“Dunque vediamo…..voi due sembrate tipi in gamba……e potenti……quindi
sarete qui con una grande nave……chissà quali meraviglie ci sono,
nascoste nelle stive di un così grande vascello….”
“Mi sto stancando.” Annunciò Moore che, tuttavia, credeva di aver
afferrato dove l’altro volesse andare a parare.
Relan tirò fuori dalla tasca un piccolo pad.
“Se permettete potrei fare una piccola, insignificante, lista di
qualche paio di pezzi che potrebbero fare al caso mio…….” Sorrise
timido. Moore scrollò la testa. Il capitano non ne sarebbe stato
contento.
“Voglio quel compositore!” - Il tattico della Novalis squadrò negli
occhi lucidi l’andoriano. – “Niente scherzi, altrimenti salta tutto.”
La lista che Relan aveva steso non era poi così piccola, né tantomeno
insignificante. I due ufficiali si allontanarono di qualche passo per
pianificare meglio la loro strategia, anche se non avevano grandi
margini di manovra.
“Cosa ne pensa?” Chiese Moore, tenendo sempre d’occhio la coppia di
antenne azzurre a pochi passi da loro.
“Dobbiamo mettere le mani su quel compositore, potrebbe essere fonte
di utili informazioni.”
“Già. Dobbiamo sentire Kuribayashi.”
“Aspetti, prima vorrei parlare con Sibek, lei conosce ogni pezzo della
nave.” Moore annuì.
La conversazione col capo ingegnere della Novalis fu piuttosto lunga
ed impegnativa; era più che evidente per Moore che la donna non avesse
la minima intenzione di assecondare il loro gioco. Da un certo punto
di vista comprendeva perfettamente le sue ragioni, ma erano a tanto
così dal mettere le mani su un pezzo fondamentale del puzzle. Non
potevano mollare proprio sul più bello. Dopo poco Sev pose fine alla
chiamata.
“Allora? Cosa ha detto.”
“Alla terza imprecazione ho chiuso la comunicazione. Tuttavia, credo
che potremo trattare con Relan, abbiamo qualcosa per lui.”
“Molto bene.” Con un gesto del braccio fece segno al collega di avere
campo libero per concludere la trattativa.
L’andoriano li stava aspettando, sempre un po’ nervoso, ma sicuro che
qualcosa di buono per lui sarebbe saltata fuori.
“Bene Relan, se riuscirai a procurarci quel compositore avrai a
disposizione alcuni pezzi direttamente dal magazzino della nostra
nave.” – Gli occhi dell’altro brillarono al solo pensiero. – “Saranno
nelle stesse condizioni del compositore, ovvero non funzionanti.”
Precisò Sev. L’espressione di Relan mutò repentinamente.
“Non è giusto!” Piagnucolò.
“Si che lo è. Un pezzo guasto per dei pezzi guasti. Mi sembra ragionevole.”
“Voglio sceglierli io, i pezzi.”
“Te lo posso concedere; avrai la possibilità di scegliere tre pezzi,
non uno in più.” - Allungò la mano destra, che l’andoriano guardò di
traverso per alcuni istanti, soppesando i termini di quella strana
transazione. Alla fine capitolò e strinse la mano di Sev. – “Molto
bene. Tra un attimo il nostro ingegnere capo ci invierà un elenco di
attrezzature che faranno al caso tuo.”
Avevano lasciato Relan da qualche minuto e stavano per prepararsi ad
essere teletrasportati sulla Novalis. Avevano il compositore, anche se
questo era costato loro una griglia interfasica, un array di campo
lineare ed un regolatore ionico di curvatura, ma soprattutto una
lavata di testa da parte dell’ingegnere capo della nave, tutt’altro
che soddisfatta del compromesso.
“Qualcosa non va?” Chiese Moore al collega, notando il suo sguardo corrucciato.
“Non ne sono sicuro.”
“Non crede che Relan ci abbia detto tutto?”
“Non è questo. E’ più del tipo…..è come se un allarme stesse suonando
nella mia testa, ma non riuscissi a dargli una forma, ad afferrarlo
del tutto.”
“Qualche idea più precisa? Magari posso aiutarla a capire meglio.” Si
offrì l’ufficiale tattico.
“E’ strano. Dovrei essere contento, abbiamo messo le mani su un pezzo
fondamentale del puzzle, che probabilmente potrà contribuire a
risolvere il mistero della scomparsa dei vascelli sui quali stiamo
investigando……eppure…..”
Moore intuì.
“Tutto troppo facile?” L’altro lo fissò, sorpreso.
“Già. Tutto maledettamente troppo facile. Da quando sono in servizio
attivo niente è stato facile, niente è mai andato ‘secondo i piani’.”
“Capisco. La pista romulana non la convince?” Un sorriso si fece largo
sul volto del capo della sicurezza.
“Pensavo fosse Thevek il consigliere di bordo?”
“Sa come si dice……chi sta con lo zoppo…..”
“Forse ci sfugge qualcosa. Non voglio complicare le cose inutilmente
ma……dobbiamo essere sicuri di analizzare il problema da ogni
angolazione.”
“Sono d’accordo. Ma se non le dispiace preferirei farlo sulla
Novalis!” Fece Moore guardandosi intorno poco prima di richiedere di
essere riportati a bordo.
Incrociatore pesante di classe Vor'cha – contemporaneamente
K'Paal fissava la sua preda.
L'ufficiale a capo del gruppetto di federali era giovane, ma pareva
essere sicuro di sé. Sarebbe stato divertente, riflettè compiaciuto.
“Avete potuto constatare che abbiamo trattato i prigioneri secondo i
trattati.” Precisò a bruciapelo.
“E' così, ve ne diamo atto e, ovviamente, ne siamo lieti. Anche se non
riesco a capire perchè siano ancora qui.” Fece Nimosit in risposta.
“Mi sembra evidente invece.”
“Comandante, sappiamo entrambi che nessun cargo commerciale può essere
annoverato come seria minaccia per un incrociatore di questo tipo! E'
evidente che stiate trattenendo l'equipaggio per uno scopo diverso.”
Io so che tu sai che io so. Pareva l'unica tattica attuabile, al momento.
“L'equipaggio del cargo è la nostra assicurazione, finchè non
chiariamo le vostre responsabilità in questa faccenda.” Rispose
granitico K'Paal.
“La Federazione non c'entra Comandante!” - Intervenne Thevek. - “Mi
sembra chiaro.”
“Chiaro?” - Tuonò l'altro. - “Io guardo i fatti. Due navi, una klingon
ed una federale nello stesso spazio, poco dopo la nostra nave non c'è
più!”
“Per la verità non c'è più nemmeno la nostra! Non per questo vi stiamo
accusando di esserne responsabili.” Rispose a bruciapelo la donna.
L'altro la studiò, con curiosità.
“Non mi fido di voi.” Sibilò a denti stretti.
Questo è chiaro, riflettè Nimosit. Erano al muro contro muro, dovevano
cambiare approccio.
“Perchè mai la Federazione e l'Impero Klingon dovrebbero calpestare
un'alleanza che ha fruttato ad entrambi pace e prosperità? Perchè
avremmo messo a repentaglio i rapporti di reciproco rispetto che con
fatica abbiamo costruito da molti anni a questa parte?” Chiese il
primo ufficiale.
“Non ho ancora questa risposta Comandante.” - Fece un passo in avanti
per conferire maggior enfasi alle parole. - “Ma è solo una questione
di tempo.”
“Siamo venuti per offrire al popolo klingon il nostro aiuto, non per
portare guerra dove non c'è.” Ribattè Thevek sostenendo lo sguardo
inquisitorio del klingon.
K'Paal sembrò soppesare le parole di lei per alcuni istanti.
“Potete ritirarvi sulle vostre navette.” Esordì alla fine, incrociando
le braccia possenti sul torace.
Il colloquio era ufficialmente terminato. Nimosit annuì; il primo
incontro si era concluso con esito interlocutorio. Nessun rilevante
passo in avanti purtroppo. Ringraziò comunque il Comandante K'Paal e,
insieme ai suoi, fu di nuovo scortato verso la sala teletrasporto.
K'Paal restò per alcuni istanti a scrutare il corridoio della nave
lungo il quale i federali erano scomparsi. Krin gli fu accanto.
“Non hai menzionato le strane letture energetiche che abbiamo rilevato
in prossimità dell'ammasso.” Non era una domanda, ma una costatazione.
“Non ce n'era bisogno. Per il momento voglio tenermi questo
vantaggio.” Rispose pensieroso, prima di voltarsi e tornare in
plancia.
2014-04-16 13:30 GMT+02:00 Coral Nimosit <coral.nimosit at gmail.com>:
> Grazie fade. Ciao
>
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>
> Il 16/apr/2014 12:08 "Federico Gotti" <federtrek at gmail.com> ha scritto:
>
>> Non l'ho ancora fatto....lo farò a brevissimo, se tutto va bene in
>> giornata.
>>
>> 2014-04-16 8:37 GMT+02:00 Coral Nimosit <coral.nimosit at gmail.com>:
>> > Messaggio per Federico/Sev, non so se hai già impostato il file di
>> > missione quella attuale. Eventualmente, potresti cominciare ad
>> > organizzarlo? Così lo mandiamo in lista aggiornato ad ogni nuovo post?
>> > Fammi sapere, grazie. ciao
>> >
>> > --
>> > Ciao, Ric
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