[Stml2] [MEX - 13.13] Alleati cercasi - Ilenia

Ilenia De Battisti fulmine791 a gmail.com
Sab 6 Dic 2014 21:03:31 CET


Salve a tutti, dopo un intenso sabato pomeriggio (che è un modo come un
altro che non avevo assolutamente nulla da fare oggi e ho passato la
giornata a scrivere il racconto) invio il mio brano un pelino prima che
inizi il mio effettivo turno di scrittura.
Spero possa piacere.

Ilenia.

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Brano: 13-13

Titolo:  Alleati cercasi

Autore: Tenente Comandante Denay Kuz

(aka Ilenia nd)

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Falco da Guerra Remano Broadsword - Spazio Profondo

03/02/2394, Ore 20.05 - D.S. 71092.70



La donna incappucciata camminava rapida per i corridoi della nave,  con uno
sguardo fra lo spaventato e il rassegnato al proprio destino: era
abbastanza intelligente da sapere che presto, molto presto, il capitano
avrebbe visto le registrazioni ambientali e avrebbe scoperto che era stata
proprio lei l’ultima a metter mano al raider.  Aveva modificato le
impostazioni del computer di bordo in modo che la nave non operasse
normalmente solamente una volta che avessero tentato di utilizzare le armi:
anche se non avrebbe mai voluto la morte dei propri compagni, aveva sperato
fino all’ultimo istante che essi  fossero presi a bordo della USS Novalis,
ma il suo piano era andato a rotoli. Ora come ora, sapendo bene che la sua
vita era alle ultime battute, non le restava che trovare un complice,
qualcuno che le potesse dare una mano a metter fine a tutto questo.

Finalmente raggiunse la propria meta, l’alloggio dell’ingegnere capo era
proprio di fronte a lei. Osservò la porta che la divideva dall’uomo e vi
avvicinò l’orecchio, sentendo dei rumori all’interno. Sapeva  che
l’ingegnere staccava sempre verso quell’ora per poter cenare e soprattutto
che lui amava stare da solo, eppure, proprio nel momento in cui avrebbe
dovuto rendere palese la sua intenzione ad un’altra persona, si rese conto
di quanta paura ciò le provocasse. *Se lui non dovesse ascoltarmi non lo
farà di certo nessun altro..* pensò fra se e se la donna, ancora indecisa
sul da farsi.







Falco da Guerra Romulano Sharpfillah - Sala Teletrasporto

03/02/2394, Ore  20.05 - D.S. 71092.70



“Se la prendono un po’ troppo comoda adesso”



Lo guardo del Comandante Nimonist vagava per la sala con un misto di
nervosismo e impazienza, mentre ancora tentava di avere la possibilità di
uscire da quella stanza attraverso l’addetto al teletrasporto.



“Gliel’ho già spiegato, Comandante Nimonist, il sub-comandante della
Sharpfillah la raggiungerà a momenti, non appena potrà lasciare la plancia”



“Voglio sapere cosa lo sta trattenendo tanto! Onestamente inizio a
spazientirmi, devo forse immaginare che sia successo qualcosa di cui non
sono informato?”



L’addetto al teletrasporto alzò solo per un attimo il capo, ma senza un
grande interesse, e rimase a guardare per svariati istanti il Comandante
Nimonist, come a riflettere su cosa rispondergli.



“Gliel’ho già spiegato, Comandante Nimonist, il sub-comandante della
Sharpfillah la raggiungerà a momenti, non appena potrà lasciare la plancia.
A quel punto sono certo che sarà lieto di rispondere alle sue domande.”



Il Comandante Nimonist stava già per rispondergli a tono, dopo aver sentito
ripetergli per innumerevoli volte la medesima frase, quando finalmente ecco
che le porte si aprirono e ad accedere fu proprio il sub-comandante del
falco da Guerra Romulano Sharpfillah.



“Buonasera a tutti, spero non abbiate aspettato troppo. Sono il
sub-comandante Maranir e sono venuto qui per accompagnarvi in un alloggio
che vi abbiamo preposto: sono spiacente se avete dovuto attendere ma la
vostra nave era stata attaccata. Non ci sono stati danni rilevanti e
abbiamo preposto un terminale nell’alloggio in modo che possiate chiamare
la USS Novalis e sincerarvi voi stessi della situazione e di quanto è stato
scoperto”



Lo sguardo dei membri della squadra federale si rabbuiò rapidamente,
sentendo parlare di un attacco alla USS Novalis ma si resero tutti conto
ben presto che non era il momento adatto per porre nuove domande. Anche il
Tenente Comandante Moore si osservò attorno studiando la situazione e si
grattò il collo un po’ in tensione, ebbe un momento di intenso imbarazzo
pensando di essersi scordato di indossare la propria mostrina, ma poi
ricordò la sua provvidenziale retrocessione al grado di Capo di terza
classe.



“Speravo di poter vedere la nave! Non ero mai salito su un falco Romulano!”



Il sub-comandante si voltò a guardare il giovane capo di terza classe che
aveva parlato e fece un leggero sorriso, ritenendo l’accadimento come il
segno di una certa impreparazione dovuta alla scarsa esperienza.



“Capo, lei è qui per fornire la certezza che i nostri uomini torneranno
sani e salvi, non per fare un tour turistico sulla mia nave. E’ proprio a
questo scopo che è stato allestito un alloggio per le vostre necessità e
non una cella”



“Sub-comandante, perdoni il mio capo. Da Comandante capisco che non
possiamo di certo girare indisturbati sulla vostra nave, ma il capo è
inesperto e parla spesso senza pensare”

“Non si preoccupi Comandante, l’inesperienza purtroppo porta spesso a
queste situazioni”



Confortato dalle parole del Comandante Nimonist, il Sub-comandante osservò
per qualche minuto di nuovo il Tenente Comandante Moore con le sue nove
mostrine, per poi fare un leggero sospiro sovrappensiero. Restò immobile
per svariati secondi e solo alla fine fece un moto con le spalle.



“Beh, in fin dei conti un capetto inesperto non potrà fare grandi danni.
Per ora vi accompagnerò tutti in alloggio, e poi vedremo”



Il sub-comandante si voltò uscendo dalla sala tattica in modo di far strada
al gruppo mentre il Comandante Nimonist si soffermò un attimo a fare un
sorriso complice al Tenente Comandante Moore, facendogli un leggero
occhiolino, poi uscì a sua volta dalla sala facendo segno a tutti gli altri
di seguirlo.







Falco da Guerra Remano Broadsword - Spazio profondo

03/02/2394, Ore 20.05 - D.S. 71092.70



Il Capitano della USS Coulomb era ancora in attesa dentro quella grande
scatola buia che, a poco a poco, inizia a prendere l’inquietante forma
della sua tomba. Da uomo di cultura, sa che anche su Sol III la privazione
della luce e la reclusione in posti angusti era un ottimo modo per piegare
anche gli animi più duri: non la si può chiamare una forma di tortura vera
e propria, ma più semplicemente una sorta di violenza psicologica, anche
detta la classica tortura con i guanti bianchi. Alzò il capo per un attimo
e cercò di fare uno sforzo di concentrazione per riuscire finalmente a
farsi un’idea si quanto tempo fosse passato, ma era uno sforzo inutile e
rinunciò quasi subito.

Poco dopo ecco che il teletrasporto gli fece arrivare la classica razione
di pane raffermo e di acqua: restò ad osservare quella tenue luce per un
po’, dato che quel momento era il suo unico collegamento con la realtà,
l’unica cosa che gli faceva presumere che fuori da quella piccola prigione
di metallo c’era qualcuno che lo voleva in vita.



“Che cosa volete da me?!”



L’urlo gli usci particolarmente stridulo, tanto che ne rimase addirittura
sorpreso. Avrebbe voluto dargli il tono deciso e maestoso di chi ritiene di
avere il diritto a delle spiegazioni, ma ciò che ne era uscito sembrava più
il tono spaventato e lamentoso di uno scolaretto preso di mira da un gruppo
di bulli. Sorrise per un attimo per poi scuotere il capo, recuperare la
propria cena e iniziare a mangiare lentamente.







Falco da Guerra Remano Broadsword - Spazio Profondo

03/02/2394, Ore 20.15 - D.S. 71092.72



Se c’era una cosa che l’ingegnere capo della nave detestava era proprio chi
si autoinvitava nel suo alloggio. L’uomo posò lo sguardo sulla donna che
gli stava davanti, poi fece un leggero grugnito facendola accomodare
controvoglia all’interno del salottino.



“Rhian, potrei sapere perché sei venuta proprio da me? Come moglie del
Capitano puoi girare per tutta la nave ed io sono certo che esistano luoghi
migliori del mio alloggio”



“Smettila Khoal! Sono qui per avanzare una richiesta molto importante,
voglio che tu mi ascolti fino infondo e solo allora potrai dirmi cosa ne
pensi! Terrh è del tutto irragionevole, continua a pensare che nonostante
tutto il suo grande piano porterà alla prosperità il popolo dei Remani ma
sembra non voler minimamente prendere in considerazione di quali
conseguenze potrebbero architettare i Romulani quando scopriranno le nostre
responsabilità!”



Lo sguardo dell’ingegnere capo si fece leggermente imbarazzato, tanto che
egli decise di smettere di guardare la donna per riempirsi un bicchiere di
birra romulana: ne assaporò avidamente qualche sorso e si girò nuovamente
per poterle rispondere.



“Non chiamare per nome il Capitano” fece una leggera pausa “Il Capitano fa
ciò che ritiene essere la cosa migliore per il nostro popolo. E’ stata una
fortuna salvare questa nave, se non ci fossimo riusciti ora saremmo
nuovamente a piegare la testa di fronte a quegli sporchi romulani! Tu sai
come il nostro popolo è stato trattato! Abbiamo fatto da schiavi per
secoli, senza diritti, ma ora basta! Tu parli di piano insensato, noi
parliamo di vendetta inevitabile: chi ti da la certezza che siamo proprio
noi ad essere nel torto?”



“Khoal, io temo proprio che gli unici che alla fine avranno la loro
vendetta saranno proprio i Romulani e credimi, se dovessi essere nel
giusto, il popolo Remano raccoglierà un amaro raccolto proprio a causa
delle nostre azioni”



“Ascolta Rhian, vorrei proprio poter passare il mio tempo facendo discorsi
filosofici su cosa potrebbe avvenire o meno se proseguissimo con il nostro
piano ma il Capitano mi ha assegnato un turno supplementare per capire chi
possa aver messo le mani sulla navetta e quindi devo chiederti di andare
adesso”



“Ti semplifico il lavoro Khoal: sono stata io”



La reazione dell’ingegnere capo sorprese moltissimo la donna: Khoal era
talmente furioso che si voltò con gli occhi che sembravano essersi
infiammati, poi caricò il braccio mollandole un ceffone in pieno viso. La
rapidità dei movimenti dell’uomo tolsero ogni possibilità di difesa alla
giovane e la potenza del colpo la scaraventò a terra con il labbro rotto.



“Rhian! Ti rendi conto di cosa hai fatto? Per colpa tua alcuni nostri amici
sono morti e uno dei nostri migliori raider è stato totalmente distrutto!
Posso anche tollerare che tu possa girare per la nave a vaneggiare con le
tue idee strampalate, ma non ammetto che tu finisca per mettere a morte i
miei colleghi!”



Il dolore fece per un attimo bloccare a terra Rhian, poi si rimise seduta e
si passò la mano sul viso per ripulirselo dal sangue. Si rialzò sempre in
silenzio ed infine tornò a fissare l’uomo con grande attenzione.



“Pensi che non ci abbia pensato? Pensi che non me ne senta in colpa? So
benissimo che aver manomesso il raider è stato un grosso rischio, ma sapevo
anche che se i federali avessero effettivamente catturato i nostri colleghi
li avrebbero trattati bene e avrebbero potuto fermare mio marito!”



“Rhian! Tu devi essere completamente pazza! Vieni nel mio alloggio
pretendendo il mio aiuto e poi mi confessi di aver danneggiato il raider!
L’unica cosa che potrei fare ora per te è chiedere al capitano di essere
clemente con te, ma dubito che mi darebbe retta!”



“Khoal, te lo ripeto. Ho bisogno del tuo aiuto per una cosa molto
importante e credo che tu mi possa aiutare!”



“Rhian, ammesso e non concesso che io voglia aiutarti, cosa pensi che
potrei fare io?”



“Lo so che ti sembrerà strano ma io ti chiedo di manomettere la nave, in
modo che la prossima volta la nave federale possa individuarci. Voglio
sacrificare la Broadsword”



L’ingegnere sgranò gli occhi estremamente stupito, sbiancando di colpo
mentre osservava ancora in silenzio la donna, sperando di cogliere sul suo
volto che tutto ciò che gli era stato detto era in realtà uno scherzo. Per
un attimo osservò anche la propria birra romulana, ma escluse di essere
così tanto ubriaco da essere in preda a un delirio alcolico, quindi tornò
ad osservare la donna.



“Io sono l’ingegnere capo della nave! Il mio compito è far si che essa
operi sempre al massimo della sua efficienza, non distruggerla! Non posso
credere che tu possa chiedermi una cosa simile! Questa nave è l’ultima
rimasta, la Scimitar è andata perduta da tempo e farò tutto ciò che è in
mio potere per far si di non perdere anche la Broadsword.”



“E invece io ti sto chiedendo di fermare questa follia, una volta per
tutte! La Scimitar è andata distrutta per lo stesso motivo per cui dovrà
andare distrutta la Broadsword: non è con queste tecniche terroristiche che
avremo il rispetto dal popolo Romulano!”



“Il popolo Romulano non ha mai rispettato nulla, se non se stessi! Io ti
sto parlando di quello che abbiamo dovuto subire e di ciò che potrebbe
aspettarci una volta che ci saremo definitivamente liberati dei nostri
aguzzini, e tu ti aspetti che io metta in pericolo l’intera nave solo per i
tuoi vaneggiamenti?”



La giovane Rhian si risistemò il cappuccio in modo che le coprisse il viso,
in modo da nascondere tutti i segni della delusione che le si erano
stampati sul viso, ma ad ogni modo decise di rispondere a tono.



“Io ti sto parlando del fatto che questo piano è destinato a fallire
esattamente come il primo, del rischio che questa volta le ripercussioni
che i romulani faranno scontare al nostro popolo saranno tremende, e tu mi
vieni a dire che preferisci mantenere al sicuro questa nave piuttosto che
preservare il nostro popolo? E poi la pazza sarei io!”



L’ingegnere abbassò il capo per qualche istante, cercando di prendere
coscienza delle parole appena dette dalla donna, ma appena rialzò il capo
si accorse che Rhian se ne era già andata, lasciandolo solo in balia dei
suoi pensieri.






USS Novalis, Alloggio degli ospiti

03/02/2394 Ore 20.50 - D.S. 71092.79



Dopo il lungo colloquio con il Capitano Kuribayashi, il Comandante Tamarith
aveva raggiunto l’alloggio che le avevano preposto. Come richiesto, gli era
stato predisposto un terminale con una linea sicura, in modo da poter
comunicare con la propria nave, il Falco da Guerra Romulano Sharpfillah: la
comunicazione era stata rapida e piuttosto asciutta, dato che il
sub-comandante aveva ben poco da aggiungere al breve rapporto fattogli dal
proprio Comandante. Ora non gli restava che chiamare il Senato Romulano per
informarli di quanto era emerso dalle indagini, ma indugiava a farlo. Il
Comandante sospirò pesantemente, sapendo che quella comunicazione non
sarebbe stata per niente facile, poi aprì il canale sub spaziale.



“Senatrice Dhael, spero di non averla disturbata”



“Comandante Tamarith, la situazione è tale da rendere necessario evitare i
convenevoli e arrivare rapidamente al punto. Allora, sappiamo chi è
responsabile di questa crisi diplomatica o dobbiamo proseguire i
preparativi per la guerra?”



“Si Senatrice, si presume sia un nuovo piano di stampo remano”



A quelle parole seguirono svariate altre spiegazioni che il Comandante
Tamarith diede alla senatrice. La senatrice, dal canto suo, continuava ad
ascoltare silenziosamente le parole del Comandante con uno sguardo freddo e
intellegibile, che non lasciava trasparire alcuna emozione.



“Comprendo Comandante, quando risalirà a bordo della Sharpfillah?”



“Molto presto senatrice. Al momento vi sono ancora dei dubbi sulla
possibilità di abbassare gli scudi, per il rischio che vi sia un altro
raider pronto a colpire, ma non appena sarà possibile tornerò al mio posto”



“Cerchi di tornarvi quanto prima. Informerò il Pretore e il Senato di
quanto è stato scoperto: questa volta non ci sarà compassione, i contro del
mantenere un popolo così estremista alle porte di casa supera
abbondantemente i pro. E’ tutto per ora, buona serata Comandante.”



Il Comandante Tamarith salutò la Senatrice, mentre il canale veniva chiuso,
per poi alzarsi e andare ad osservare le stelle dai finestroni.







Falco da Guerra Remano Broadsword - Spazio Profondo

03/02/2394, Ore 21.35 - D.S. 71092.87



Il Capitano della USS Coulomb aveva finito quella sottospecie di cena,  ma
continuava a sentire fame: avrebbe voluto far notare ai suoi carcerieri che
un uomo adulto mangia decisamente molto di più che poco pane raffermo e
dell’acqua, ma la cosa non era ancora stata possibile. Era ancora perso nei
suoi pensieri quando un leggerissimo rumore catturò la sua attenzione:
all’inizio pensò che si trattasse di un delirio per la denutrizione e il
buio ma poi lo risentì di nuovo. Lentamente si spostò nel buio dirigendosi
verso il rumore, fino a raggiungere il lato del container e poggiarvi
l’orecchio, e fu allora che ebbe la certezza che qualcuno stava
avvicinandosi passo dopo passo alla sua prigione.



“Chi siete? C’è qualcuno? Fatevi riconoscere! Esigo sapere che fine abbia
fatto il mio equipaggio!”



Una voce femminile ruppe gli indugi rispondendo al Capitano e dandogli, se
ancora ve ne fosse la necessità, la certezza che qualcuno finalmente era
arrivato a parlargli.



“Capitano, la sua nave è andata distrutta ma il suo equipaggio è ancora
vivo”



“Chi siete? Che cosa volete da me e dalla Federazione?”



“Se ci consegnassimo alla Flotta Stellare potremmo sperare in un processo
giusto?”



Il Capitano della USS Coulomb rimase allibito dalla strana domanda e rimase
in silenzio per vari istanti prima di parlare nuovamente, riflettendo con
grande attenzione ad ogni singola parola che stava per pronunciare.



“La Federazione dei Pianeti Uniti è stata fondata sui principi di
uguaglianza, democrazia e parità: per noi queste parole non sono vuote, ma
rappresentano la nostra ragione di vita. Se vi consegnerete alla Flotta
Stellare vi saranno riconosciuti i diritti che vi sono dovuti”



Calò un silenzio quasi imbarazzante, tanto che il Capitano della Coulomb
appoggiò per bene l’orecchio in modo da cogliere qualsiasi rumore che
provenisse dall’esterno.



“Posso avere la sua parola che quanto avete detto corrisponde al vero?”



“Si, come Capitano posso assicurarle che è vero. Ora mi dica, chi è lei?”



“Il mio nome è Rhian, sono la moglie del Capitano di questo vascello. Lei
rappresenta la mia unica possibilità di restare in vita e salvare il mio
popolo”
-------------- parte successiva --------------
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