[Stml2] [Turno] Riccardo/Nimosit dal 11/05 al 24/05 + proroga
Coral Nimosit
coral.nimosit a gmail.com
Mer 25 Maggio 2016 08:57:13 CEST
Salve ciurmaglia!! Di seguito trovate il mio brano di missione, in
questi ultimi giorni sono riuscito a dedicargli più tempo
consecutivamente quindi a riguardarlo meglio. Prima che lo leggiate ci
sono alcune precisazioni da fare. E' un brano abbastanza lungo e
denso, come ho già detto. Questo perchè ho cercato di chiudere la
missione. Non perchè mi fosse venuta a noia...^_*...anzi è stata una
missione molto avvincente e divertente, ma piuttosto perchè le linee
narrative si sono ben intrecciate tra di loro e hanno cominciato
naturalmente a convergere verso il finale; non ho fatto altro che dare
loro l'ultima spinta. Non so se questo sia o meno l'ultimo post di
missione, anzi forse converrebbe attaccare alla fine il post di
imbarco di Romanov che ha già fatto ingresso nella storia. Ma su
questo vorrei sentire anche voi che ne pensate.
Chiedo a tutti di indicarmi errori, incongruenze o quant'altro anche
relativi all'uso dei vari PG, soprattutto di quelli che ho "mosso" di
più; soprattutto Silvia e Pat.
Ok non parlo più, spero vi piaccia. Buona lettura.
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Titolo: 14-13 – Negoziato
Autore: Riccardo/Nimosit
Brano precedente: 14-12 Lealtà e inganno
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Navetta Romulana catturata – Plancia
DT 24/06/2395 ore 11,45 DS 72478.05
=^= Può abbassare le armi Comandante Nimosit, siamo amici. =^=
Il primo ufficiale rimase interdetto e confuso per alcuni istanti,
fino a quando il volto attraente ma segnato dell'ammiraglio Valar
comparve sullo schermo della navetta.
"Signore!" - Esclamò alla fine con sollievo. - "Siamo tutti molto
contenti di vederla, mi creda."
"Lo immagino" - Fece lei - "preparatevi ad essere teletrasportati."
Nimosit vide i suoi colleghi cominciare a svanire davanti ai propri
occhi, prima di seguire la loro stessa sorte, qualche attimo prima che
la navetta fosse bersagliata dai colpi provenienti dallo scout
romulano e definitivamente distrutta. Gli ufficiali della Flotta non
poterono neppure essere testimoni dell'urlo di frustrazione di
D'Amarok che quasi increspò lo spazio-tempo circostante, mentre
assisteva impotente alla fuga delle sue prede e dei suoi personali
sogni di gloria.
USS Ghostshell - sala teletrasporto 1 - subito dopo
Si ritrovarono a bordo della potente nave dei servizi segreti
federali, difronte a loro alcuni ufficiali e l'ammiraglio Valar che
tese subito la mano a Nimosit.
"Come state comandante." Volle sincerarsi senza troppi convenevoli.
L'uomo diede una rapida occhiata alla truppa dietro di lui.
"Un pó ammaccati, ma decisamente tutti interi." Valar annuì poi cercò
con lo sguardo l'ultimo di quel drappello, silenzioso ma vigile.
Esattamente come se lo ricordava. Si mosse verso quella figura.
"Selk! Amico mio." - Il vulcaniano la fronteggió senza battere ciglio,
poi alzò la mano destra nel tipico saluto della sua razza, mentre la
donna, noncurante, lo abbracciò con affetto sincero. - "Sei vivo
dunque!" Fece, staccandosi quasi subito dall'altro, ancora un pó
stordito.
"Non posso contraddirti, ammiraglio." Rispose con la solita flemma,
strappando una smorfia a Nimosit che assisteva alla scena.
"Dottor Di Maria, la nostra infermeria è a sua disposizione" - Fece la
donna qualche istante dopo - "a patto che anche lei si faccia dare
un'occhiata."
"Assolutamentesi ammiraglio, la ringrazio." Rispose lui.
"Stiamo già procedendo a massima curvatura verso la nostra meta,
appena sarete pronti vi ragguaglieró sulla situazione. Abbiamo molte
cose di cui parlare!" Spiegò la donna alla fine.
USS Ghostshell - sala tattica - un'ora dopo
Per essere una nave fantasma aveva la miglior sala tattica che Nimosit
avesse mai visto. Non c'era il classico tavolo da riunione con
poltroncine intorno, ma un basso tavolino centrale contornato da
comodissime poltrone in pelle, grandi e avvolgenti.
"Ve la spassate di brutto da queste parti!" Si lasciò scappare il
primo ufficiale appena mise piede nella stanza. L'ammiraglio Valar
sorrise mentre fece cenno ai suoi ospiti di prendere posto a sedere.
"La nostra, comandante, è una vita di privazioni, fisiche, mentali,
affettive. Ogni tanto ci piace prenderci cura di noi stessi. È
importante mi creda."
"Non volevo sembrare scortese...." Cominciò lui, stoppato dal
superiore con un cenno della mano.
"Lo so bene. Non si preoccupi. Mi dispiace non potervi concedere altro
tempo, ma dobbiamo sfruttare al meglio quel poco che ci rimane a
disposizione." - attese fino a quando Nimosit, Kuz, Sev, Di Maria e
Selk furono seduti nelle rispettive poltrone. - "Stiamo facendo rotta
su Nike II alla massima curvatura, là è in corso la rinegoziazione di
alcuni trattati tra Federazione ed Impero Romulano. Il sistema Entrax
non rientra ufficialmente tra quelli oggetto del negoziato. Ma in
realtà è il cuore del problema. Una delle lune di Entrax contiene
tanto di quel dilitio da soddisfare il fabbisogno federale per circa
50 anni." - Kuz sobbalzó. - "Sorpresa?" Le chiese l'ammiraglio.
"Dalle stime che ne facemmo sulla Mendel si parlava di circa 20 anni,
non pensavo...."
"Analisi successive hanno incrementato quel valore, più che
raddoppiandolo. Già questo da solo porterebbe un macroscopico
sbilanciamento dei rapporti tra le forze del quadrante se una sola
delle razze presenti ottenesse i diritti di estrazione. "
"Guerra!" Intervenne Sev.
"Probabilmente. Tuttavia dobbiamo considerare che esistono tecnologie
in grado di trasformare il dilito in trilithium, quest'ultimo è un
componente altamente instabile e potente. Si stima che un siluro al
trilithium avrebbe la stessa potenza distruttiva di circa 40 siluri
fotonici standard!"
Pausa.
"Dio mio."
"Esatto comandante." - Rispose lei al commento di Nimosit. - "Chi
potesse disporre di armi tanto potenti avrebbe la capacità di
annientare le altre specie del quadrante."
"Al momento chi dispone di questa tecnologia." Chiese il primo
ufficiale della Novalis.
"Il DSS, anche se a livello puramente sperimentale. Ma.....temiamo che
frange deviate dei servizi vogliano aiutare i Romulani ad ottenere i
diritti di estrazione su Entrax e le sue lune per poi fornire loro la
tecnologia per derivare il trilithium."
"Sarebbe la fine della Federazione!" Concluse Sev sconcertato.
L'ammiraglio Valar annuì grave.
"Come possiamo impedirlo?" Volle sapere Di Maria.
"Abili manovre diplomatiche hanno fatto sì che ai negoziati la
Federazione sia rappresentata da degli stolti. Se non agiamo con
tempismo questi cederanno su un vassoio d'argento ai Romulani i
diritti di estrazione. Il vostro capitano ha suggerito che inviassimo
a supporto della nostra delegazione il vostro consigliere, il
comandante Thevek, " - Nimosit sobbalzó. - "che é stata molto scaltra
nel farsi invitare ed è l'unica capace al momento di raddrizzare la
situazione. Adesso è su Nike II. Il vostro compito era quello di
ritrovare vivo Selk, che ha le prove di quanto detto, il mio compito è
quello di farlo arrivare sano e salvo al negoziato, in modo da
smascherare i Romulani ed i loro contatti nei nostri servizi,
impedendo loro di impossessarsi di un arma così distruttiva."
"Non pensa che se fosse la Federazione ad impossessarsi del dilito
potrebbe sfruttarne a suo vantaggio le caratteristiche, magari anche
contro gli stessi Romulani? Probabilmente una guerra sarebbe comunque
inevitabile." Concluse Kuz.
"Condivido le sue argomentazioni." - intervenne Selk, che fino ad
allora era rimasto in assoluto silenzio. - "Sarebbe preferibile
mantenere un equilibrio che consenta alle nostre specie di non
annientarsi vicendevolmente."
"Ma questo non è compito nostro." Spiegò Valar.
Nike II – Nike City – Luogo sconosciuto
DT 25/06/2395 ore 00.43 DS 72479.53
Noxin era scosso. Fino ad allora aveva sempre pensato di avere molta
libertà di manovra, scoprire che qualcuno controllava il suo operato
così da vicino lo aveva innervosito parecchio. Qualcuno poi a cui non
sapeva dare un volto.
In condizioni normali avrebbe fatto fare quel lavoro a qualcun altro,
ma fino ad allora quegli incapaci non avevano fatto altro che rovinare
tutto! Doveva agire lui stesso. Rifletté mentre nell'oscurità quasi
totale camminava a passo svelto fiancheggiando un grosso capannone
alla periferia della città. Si fermò poco dopo davanti ad un varco, da
un invisibile punto del muro uno scanner biometrico verificò che la
retina fosse inserita nel database delle persone abilitate
all'ingresso, poi si aprì silenziosamente lasciando entrare il
consigliere.
A pochi metri di distanza Romanov osservò la scena, protetto
dall'oscurità. Non sarà banale entrare, rifletté, dovrò ricorrere a
qualche schema d'attacco della vecchia scuola!
Poco dopo un ubriaco si aggirava barcollando lungo lo stesso
fabbricato, canticchiando rime stonate. A mala pena si reggeva in
piedi. Si fermò appoggiandosi al muro con una mano proprio in
corrispondenza del varco dal quale era entrato Noxin. Cominciò a
cantare sempre piu forte, a ridere, sorseggiando allegramente da una
bottiglia che reggeva con l'altra mano. Due paia di occhi lo fissavano
da una piccola sala tattica dietro il muro.
"Se non smette attirerà di sicuro qualcuno." Imprecó una delle due
guardie romulane.
"Feccia umana!" - intervenne l'altro - "Lo farei fuori volentieri."
"Non sarebbe saggio lasciare cadaveri davanti all'entrata."
"Lo so bene, che credi. " - si alzò stancamente - "Farò un lavoro
pulito." Si diresse al varco a pochi metri di distanza e digitó un
codice su un tastierino numerico.
Romanov sapeva di essere studiato dall'interno; quello che non sapeva
era quanti stavano controllando ogni sua mossa e che armi avessero.
Tuttavia, rifletté l'ufficiale, se quello era un luogo segreto doveva
essere presidiato da pochi, per non attirare troppo l'attenzione.
Nella sua mente ordinata aveva già studiate almeno mezza dozzina di
tattiche d'attacco, in base a chi si fosse trovato davanti.
Appena uno dei due romulani scivolò fuori proprio acconto a Romanov,
l'ufficiale iniettó una neurotossina sul collo dell'altro che non si
aspettava quella reazione. Il tempo di sgranare gli occhi che
precipitò nell'incoscienza finendo addosso al federale che fece finta
di cadere all'indietro col romulano che gli finì proprio sopra.
L'altra guardia all'interno, asisistette alla scena senza accorgersi
di niente. Quello che vide fu il suo collega che stese l'ubriaco. I
due a terra non si mossero per alcuni minuti.
"Che sta facendo quell'incapace!" - Sbuffó infastidito. Dopo un
istante si alzò. - "Lo sapevo......avrei dovuto pensarci io da
subito. " Concluse dirigendosi verso il varco.
Romanov attese che la guardia si sporgesse fuori per sparare un
minuscolo dardo con la neurotossina direttamente sul collo del
romulano che piombó a terra esanime.
A questo punto non perse tempo, si scrolló di dosso la prima guardia e
sgattaioló attraverso il varco, sperando che la sua ipotesi delle sole
due guardie fosse corretta.
Nike II – Nike City – Residenza delegazione Federale – appartamento di
Dwalla Thevek – nello stesso momento
Dwalla e Lan avevano fatto rirorno alla residenza della delegazione.
Lui la stava osservando, appoggiato ad una delle grandi vetrate che
dava sulla città, mentre lei girava per l'appartamento. Ad un occhio
distratto sarebbe sembrato un classico tentativo di mettere in ordine
la stanza. Oxila però la studiava sapendo bene che non ci fosse niente
fuori posto e che il consigliere stava solo cercando la concentrazione
che le serviva per metabolizzare quello che era successo da poco.
"Tutto ok?"
"Si! No! Non lo so......"
"Amico o nemico?" Proseguì il timoniere poco dopo. Lei si bloccò e lo
fissò, per diversi istanti.
"Amico, o non staremmo qui a parlarne." Ovviamente si riferivano alla
figura incappucciata che li aveva salvati poco prima.
"Ma amico di chi?"
"Buona domanda tenente." - Annuì lei con gli occhi oltre la città in
lontananza. - "Non ho una risposta soddisfacente al momento." Sbuffó
insoddisfatta.
*Ma la troverò. * Pensò tra sé la donna. Così tanti interrogativi si
stavano accavallando nella sua mente, tutti ancora senza risposta.
Tante tessere di un puzzle del quale non riusciva a vedere chiaramente
i contorni. Sapeva che tutto era legato ai negoziati in corso, ma in
che modo? Perché lei? Non aveva riflettutto sul fatto di poter
rappresentare un bersaglio. Doveva pensare.
"Deve dormire!" - già! Dormire. - "Domani l'aspetta un'altra lunga
giornata e deve essere riposata."
Ovviamente Lan aveva ragione.
Nike II – Nike City – Luogo sconosciuto - Nello stesso momento.
Romanov non perse tempo, nonostante non avesse idea di cosa cercare e
dove cercarla. Ipotesi. Fino ad allora aveva fatto delle ipotesi. Ma
era tutto da verificare. Noxin non era altro che uno strumento nelle
mani di qualcuno ben più potente. Aveva la sua rete di pedine che era
riuscito sin qui piuttosto abilmente a manovrare per indirizzare gli
eventi secondo schemi preordinati. Era un tipo al quale piaceva avere
tutto sotto il proprio controllo, rifletté l'ufficiale mentre avanzava
cauto nella quasi totale oscurità. Sperava col suo intervento di aver
fatto vacillare le certezze del consigliere federale inducendolo a
commettere un qualche errore.
A quanto pareva doveva trovarsi in una specie di buio corridoio che
scendeva leggermente verso il basso. Pareva esserci una flebile luce a
qualche decina di metri dalla sua posizione. Aveva due phaser con sé,
uno di questi ben stretto nella mano destra, mentre avanzava
lentamente. Si fermò solo appena giunto alla fine del corridoio. Il
chiarore si era fatto decisamente più intenso e questo faceva
presagire la presenza di un altro locale.
Delle voci concitate provenivano da là. Cautamente si acquattò al
muro cercando di sbirciare dentro.
Nike II – Nike City – Residenza delegazione Federale – appartamento di
Dwalla Thevek - contemporaneamente
Lo sguardo di Dwalla si posò casualmente sullo specchio di camera e
quello che vide non le piacque. Aveva ragione Lan, doveva smetterla di
girare in tondo e sbattere la testa contro il muro. Rischiava solo di
rompersela. Le prossime due sessioni del negoziato sarebbero state
cruciali, rifletté la donna. Fino a quel momento la delegazione
romulana aveva fatto la parte dello squalo con la sua preda.
Concessioni e aperture su temi di scarsa rilevanza, mentre Dwalla era
convinta che tenessero le carte ben coperte; avrebbero scoperto il
loro gioco solo al momento opportuno puntando dritti su un obiettivo
fino ad allora nemmeno considerato e di scarsa importanza apparente.
Entrax.
"Stavo pensando che, visto quello che è successo stasera, non sia
affatto sicuro che lei rimanga qui da sola." Fece Oxila interrompendo
quel flusso di pensieri.
"Sta cercando di dirmi qualcosa tenente?" - Chiese lei sorridendo
furbescamente. L'altro prima impallidí poi arrossí balbettando una
qualche sorta di difesa. - "Sto scherzando Lan. Rilassati." Il
timoniere parve sollevato, ci mancava solo un incidente diplomatico
col capo del corpo diplomatico!
"Pensavo solo che....."
"Hai ragione, non sarebbe saggio." Concluse lei con le mani sui fianchi.
Oxila indicò con il dito indice la stanza attigua.
"Divano."
Nike II – Nike City – Luogo sconosciuto - Nello stesso momento.
Noxin era infuriato. Davanti a lui un giovane romulano, più alto di
almeno 15 cm, stava subendo una bella lavata di capo. Quello che però
attrasse maggiormente l'attenzione di Romanov si trovava a pochi metri
dai due. Su una sedia, legato, il mento appoggiato al corpo, il volto
sporco di sangue. Era un umano, difficile dire se fosse ancora vivo o
meno.
"Siete riusciti a fallire in tutto, dannazione! Selk è vivo e ne avete
perso le tracce. Potrebbe essere già qui per quanto ne sappiamo, e
questa sarebbe una catastrofe."
"Si calmi consigliere."
"Ah! Calmarmi. Sono settimane che mi dite di calmarmi ma la verità è
che siete solo di intralcio al nostro piano! Avrei dovuto far fare
questa cosa a qualcuno dei miei."
L'uomo sulla sedia si mosse, gemendo sommessamente. Per lo meno è
vivo, rifletté Romanov. Anche Noxin e il romulano si girarono verso
l'umano.
"Cosa avete scoperto da lui?" Chiese il consigliere cambiando discorso.
"Niente, ha resistito fino ad ora. Dovremo cambiare metodo di
persuasione." Minacciò il romulano.
"Finirete solo con ucciderlo, non vi dirà niente."
Il romulano estrasse un phaser e lo appoggiò sulla fronte dell'uomo
seduto. Doveva intervenire, pensò Romanov.
La sua entrata in scena fu uno shock, soprattutto per Noxin che si
trovò a fronteggiare nuovamente lo sconosciuto incappucciato. Il
romulano cambiò bersaglio e fece fuoco nella direzione occupata un
attimo prima dal federale che però si era già mosso una frazione di
secondo in anticipo. Il colpo di phaser dell'ufficiale fu molto più
preciso e colpì il romulano proprio al centro del torace, fondendogli
alcuni tra gli organi vitali, uccidendolo all'istante. Romanov si
guardò intorno subito dopo ma di Noxin nessuna traccia, evidentemente
aveva approfittato del breve conflitto a fuoco per dileguarsi. Si
avvicinò all'uomo legato; respirava, ma a fatica. Escoriazioni,
contusioni, tagli, almeno esternamente. Purtroppo non aveva un
tricorder medico con sé, ma non ci voleva un genio per capire che
avesse bisogno di cure mediche immediate.
"Sono il comandante Romanov della Flotta Stellare." Sussurrò. L'altro
aprì l'occhio sano e ispirò.
"Comandante Moore........USS Novalis." Romanov annuì.
"Comandante, lei ha bisogno di cure mediche immediate. La sua nave è
in orbita....."
"Il mio.....comunicatore...." Sussurrò l'altro muovendo gli occhi di
qua e di là in cerca del suo combadge. Romanov lo vide a terra, a
circa due metri di distanza. Lo raccolse e, dopo aver slegato l’uomo,
lo toccò prima di riconsegnarlo a Moore.
"Romanov a USS Novalis."
=/\= È la Novalis, sono il capitano Kuribayashi, lei chi è! =/\=
"Capitano, sono qui con uno dei suoi ufficiali, il comandante Moore
che necessita di cure mediche. Teletrasportatelo immediatamente in
infermeria."
=/\= Non ha risposto alla mia domanda. =/\= Continuò dopo un attimo il capitano.
"Non sono autorizzato a darle ulteriori informazioni signore, mi
dispiace. Romanov chiudo." Moore svanì davanti a lui; fece appena in
tempo a scorgere un "grazie“ nello sguardo dell’uomo.
Era tempo di muoversi.
USS Ghostshell - ponte 13, corridoi
DT 25/06/2395 ore 05.45 DS 72480.10
Valar procedeva di gran carriera verso l'hangar principale seguita
dalla squadra della Novalis e da Selk. Le porte si aprirono al loro
passaggio mentre l'ammiraglio si fermò e si girò verso Nimosit.
"Questo è il nostro punto di non ritorno, comandante. Oltre queste
coordinate metteremmo a rischio la nostra copertura, la nostra stessa
esistenza. Confido nel vostro senso dell'onore e nel vostro coraggio.
Da adesso in poi dipende solo da voi." Nimosit gonfió il petto.
"Ammiraglio ci avete salvato la vita, questo non possiamo
dimenticarlo. Inoltre il vostro intervento ci ha dato un vantaggio.
Chiunque sia il nostro nemico, non sa dove siamo in questo momento."
"Quella navetta classe 12 è per voi." - Fece, indicando lo shuttle. -
" Non è grandissima, ma vi porterà su Nike II molto velocemente.
Arrivati lì la chiave di tutto sarà Selk." - Si avvicinò al vulcaniano
che come al solito era quasi in disparte. - "Amico mio, non so se
questo sia un addio o solo un arrivederci, comunque sia......buona
fortuna. Lunga vita e prosperità. " Lui la fissò per un lungo istante.
"Pace e lunga vita, ammiraglio."
"Molto bene truppa" - Fece Nimosit ai suoi - "è ora di andare."
Nike II - Nike City - Palazzo Consiliare, Sala dell’Assemblea
DT 25/06/2395 ore 16.12 DS 72480.84
Dwalla era stanca. Le cose si stavano mettendo male. Non tanto perché
Noxin fosse spariro senza lasciare traccia; anzi di fatto era più un
vantaggio che uno svantaggio, visto che aveva sin lì remato contro gli
interessi federali in maniera del tutto plateale. Il fatto era che gli
altri membri della delegazione si erano dimostrati assolutamente
incapaci ed il peso dell'intero negoziato era ricaduto pesantemente
sulle sue spalle. Era sola. Non aveva potuto stabilire una strategia
insieme con nessuno né chiedere un consiglio. Solo il buon Oxila le
era stato accanto, supportandola sempre e, a dire il vero, anche
sopportandola!
I Romulani erano invece sicuri, anzi no, tronfi del loro successo
finale, non servivano certo le sue qualità empatiche per capirlo.
Aveva ancora poche frecce al proprio arco. Per non parlare dei dubbi
che la stavano assalendo; che fine aveva fatto Moore? Chi era l'uomo
incappucciato che le aveva salvato la vita? Selk sarebbe mai riuscito
ad arrivare in tempo?
Kuribayashi le aveva chiesto di prendere tempo per dare una chance ai
suoi colleghi. Non era sicura di poter andare avanti per molto con la
sua strategia. Come avrebbe fatto notare Nimosit..... stava mettendo
in atto delle manovre evasive. Solo manovre evasive!
USS Novalis in orbita attorno a Nike II - plancia - nello stesso momento
"Navetta tipo 12 appena uscita dalla curvatura a cinque minuti dalla
nostra posizione, capitano, in rapido avvicinamento!" Annunciò
l'ufficiale alle comunicazioni. Kuribayashi balzó letteralmente in
piedi.
"Allarme giallo. Identificateli!" Ruggí l'ufficiale in comando.
"Nessun numero di registro, signore." - L'altro annuì. - "Ci chiamano."
"Sullo schermo."
La faccia stanca del primo ufficiale comparve a tutto schermo.
"Salve capitano, chiedo il permesso di appontare sulla Novalis.
Abbiamo una consegna importante da fare."
"Se non è quella giusta, comandante, la spedisco sul serio a
consegnare viveri agli avamposti scientifici!" - Rispose Kuribayashi
per le rime. - "Permesso accordato."
Nike II - Nike City - Palazzo Consiliare, Sala dell’Assemblea
DT 25/06/2395 ore 12.32 DS 72480.88
La delegazione romulana stava snocciolando una interminabile, a loro
dire, sequela di azioni scorrette di parte federale che avrebbero
potuto far fallire il negoziato già in partenza; tuttavia, il buon
senso e la grande disponibilità romulana avevano fatto si che quella
grande opportunità per il quadrante non andasse definitivamente
perduta.
Dwalla aveva voglia di vomitare.
Secondo i romulani alcune fasce della zona neutrale andavano riviste
poiché danneggiavano l'impero in quanto ostacolavano alcune
fondamentali rotte commerciali.
Lo squalo stava puntando la sua preda, pensò il consigliere. La
proposta romulana consisteva nel far entrare nella zona neutrale
alcuni territori imperiali in cambio di altri che sarebbero diventati
romulani a tutti gli effetti. Il sistema Entrax non venne mai
menzionato esplicitamente, ma il consigliere della Novalis sapeva che
era fra questi ultimi.
Inspiró profondamente. Era il suo turno. Se avesse fallito, una guerra
tra Federazione ed Impero Romulano sarebbe stata ben più di un vago
esercizio di stile. Stava per cominciare il discorso che aveva
preparato quando la sua attenzione fu attratta da uno dei messi
consiliari che, entrato quasi di soppiatto, si chinò all'orecchio del
cancelliere per sussurrargli qualcosa, con sguardo grave. Il
cancelliere, l'arbitro della disputa in quel frangente, quasi
sobbalzó, prima di rispondere al messo, con un ulteriore bisbiglio.
Pochi attimi dopo le porte della sala consiliare si aprirono. Dwalla
vide il capitano Kuribayashi fare il suo ingresso a passo deciso
seguito da un vulcaniano. Gli anni trascorsi erano passati quasi
indenni su di lui, l'esilio forzato e le relative privazioni, invece,
erano ben visibili ai suoi occhi. Ma era lui senza ombra di dubbi.
Selk! Sentì i propri battiti accelerare.
Si sorprese a fissare la figura entrata dietro a Selk. Nimosit. Lo
vide muovere gli occhi freneticamente per scrutare tutto il consesso,
fino ad incrociare il suo sguardo. Poi lui, lentamente, alzò la mano
destra con il pollice in sú. Dwalla, con un sorriso tirato sul volto,
ricambió il gesto con sollievo.
L'arrivo in extremis di Selk ebbe l'effetto di una granata al plasma.
Quello che successe nei minuti seguenti fu solo bagarre, accuse
reciproche, caos, pugni sul tavolo. Il negoziato, così come i romulani
lo avevano pianificato, era definitivamente saltato.
Dwalla, quasi in disparte, appoggiò stancamente la schiena sulla
poltrona, sciolse i capelli, fin lì raccolti elegantemente dietro la
nuca, lasciando che ricadessero morbidi sulle spalle e si godette il
momento, liberando molte delle tensioni sino ad allora accumulate.
END OF TRANSMISSION
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Ciao, Ric
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OOO Cmd. Coral Nimosit
Primo Ufficiale (FO)
Sez. Comando e Navigazione
USS Novalis NCC 1772
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