[Stml2] 15.05 - Quarantacinque ore

Federtrek federtrek a gmail.com
Gio 6 Ott 2016 15:31:19 CEST


Evviva la rapidità!!!
Gran bel pezzo!!! Bravissima!!!
Unica particolare....Va'Lah sarebbe un maschietto....non riesco a recuperare le mail precedenti per controllare, potrei anche non averlo precisato. In ogni caso bel pezzo, mi sembra che i pg siano stati mossi benissimo. 


Federico 

Il giorno 06 ott 2016, alle ore 14:36, Ilenia De Battisti <fulmine791 a gmail.com> ha scritto:

Salve a tutti ^_^ 
Vi inoltro il mio brano sperando che possa piacervi.

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Brano: 15-05
Titolo: Quarantacinque ore
Autore: Tenente Comandante Kuz (Ilenia)
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USS Novalis, Laboratorio di xeno-biologia
DT 14/07/2395, ore 15:27 - D.S. 72533.27

Lan percorse rapidamente i corridoi per raggiungere i laboratori e poter parlare per qualche attimo con Denay in tranquillità: non gli ci volle molto ad individuarla con lo sguardo e sorrise mentre la vedeva incantare con le sue spiegazioni il cadetto che gli stava di fronte.

“Si potrebbe pensare che durante uno scontro navale solo la consolle tattica ed il timone abbiano un ruolo cruciale, ma non è così: durante uno scontro, tutte le informazioni.. anche quelle che ad un primo controllo potrebbero sembrare del tutto inutili, possono infine divenire fondamentali. Fin qui tutto chiaro?”
“Limpido Comandante!” affermò Lan, battendo sul tempo il cadetto Lee
Denay si voltò, sentendo la voce del collega e incrociò le braccia al petto “Aveva bisogno di qualcosa, tenente?”
“In effetti si.. ho bisogno di parlarti, in privato..” Lan osservò il cadetto per svariati istanti “Sempre se possibile”
Denay annuì per poi osservare il cadetto “Nell’analizzatore ho inserito un campione, non le dirò nulla a riguardo.. voglio vedere quante informazioni riuscirà a ricavarne. E ricordi, anche il minimo dettaglio può fare la differenza” non attese risposte e si diresse verso il proprio ufficio “Tornerò da lei fra pochi minuti, cadetto”
Lan sorrise soddisfatto per poi dare una gioviale pacca sulla spalla del giovane “Buon lavoro cadetto!” quindi segui la collega tutto soddisfatto, accedendo con lei nel suo ufficio e raggiungendola alla scrivania

Denay, dal canto suo sembrava un po’ impaziente di tornare in laboratorio “Lan, cosa ci fai qui? Abbiamo all’incirca due giorni per trasformare un gruppo di cadetti del tutto inesperti in un equipaggio in grado di non distruggere la nave sino al nostro ritorno”
“Mi sembra di poter capire che l’idea del Comando non ti piaccia” Lan sorrise accomodandosi ed osservando la ragazza
“No, ovviamente no! Non ci si improvvisa ufficiali superiori, non si può davvero pensare che un gruppetto di giovanotti, con una preparazione totalmente teorica, sia in grado di prendere il posto di ufficiali che lavorano da anni!” scosse il capo “Inoltre credo che il gruppo sia stato mal studiato”
“In che senso mal studiato?” la incalzò Lan “Da quello che ho compreso sono i migliori nei loro campi, cosa si potrebbe chiedere di più?”
“Appunto! Sono i migliori nei loro campi e ne sono pienamente consapevoli, ma gli manca qualcosa di cruciale.. la capacità di lavorare come un gruppo! Quando si sa di essere i migliori si fa presto a peccare di presunzione e ritenere che le proprie idee siano quelle corrette.. le sole corrette! Questo non permette quel pieno scambio di informazioni che caratterizza il lavoro su una nave stellare, e infine.. rappresenta il primo passo per un sicuro fallimento”
Lan spalancò gli occhi constatando la risolutezza di Denay “Sembreresti parecchio sicura”
“Sono uno scienziato, osservo la situazione e traggo le mie conclusioni.. se mi sbaglio, sarò felice di rivedere la mia posizione” Denay sospirò tornando a fissare Lan “Ma non credo che tu sia venuto qui per parlarmi delle interazioni fra i cadetti. Perché sei qui?”
“Sono qui per il Comandante Romanov, cosa ne pensi di lui?” 
La domanda di Lan colse di sorpresa Denay, che per tutta risposta incrociò le braccia al petto “Mi spieghi perchè tutti all’improvviso sentite la necessità di sapere cosa io pensi di quell’uomo? Anche il Comandante Nimosit mi ha fatto una domanda simile” scosse il capo osservandolo “Francamente non saprei, non lo conosco abbastanza per affermare realmente qualcosa su di lui, ma da quello che ho compreso è un buon ufficiale.. potrebbe divenire un elemento prezioso per questo equipaggio”
“Sarà, ma a me non convince affatto” proruppe Lan alzandosi
Denay si scurì un po’ in volto, fissando con sguardo pensieroso il collega “Adesso sei tu a sembrare parecchio sicuro” inclinò il capo osservandolo “Non ne comprendo il motivo” 
Lan la osservò “Mettiamola così, io non mi fido a pieno di lui.. ci sono dei segreti, tiene nascosto qualcosa.. il consigliere sta indagando a modo suo e spero che scopra qualcosa il prima possibile, ma sino a che non si saprà nulla vorrei che stessi attenta” 
Denay sorrise divertita “Sta indagando? Bene.. vedrò di stare attenta, ed ora, se non ti spiace, vorrei tornare dal cadetto Lee.. vorrei avere ancora un laboratorio funzionante quando tutto sarà finito”
Lan scoppiò a ridere per poi alzarsi “Si, ti lascio al tuo lavoro, a presto!” detto questo uscì dall’ufficio.




USS Novalis, Infermeria
DT 14/07/2395, ore 17:56 - D.S. 72533.55

Il parto si era concluso da pochi minuti e l’intera equipe stava ancora facendo i conti con tutta la tensione e la stanchezza accumulata in quelle ore di lavoro. La cadetta Va’Lah, seppure come ogni vulcaniano non dimostrasse apertamente le proprie emozioni, appariva soddisfatta dell’esperienza a cui aveva potuto partecipare: il dottor Di Maria aveva approfittato dell’occasione per poter studiare a pieno la giovane che gli era stata assegnata e rimase piacevolmente stupito nell'osservare le sue capacità. 

“Molto bene cadetta Va’Lah” il dottore salutò i colleghi mentre tornavano ai propri incarichi giornalieri prima di tornare sulla giovane vulcaniana “Spero che abbia gradito l’esperienza.. parti come questi sono senz’altro una rarità” 
“Si, dottore, ritengo di aver imparato molto oggi” rispose la giovne con tono atono ed inespressivo “Seppure il mio interesse non sia direttamente correlato all’ostetricia, ammetto che sia stata una piacevole sorpresa aver potuto assistere alla nascita di una vita”
Di Maria annuì alle parole della giovane “Comprendo. Mi dica, che cosa l’ha spinta a scegliere la carriera medica?”
La giovane rimase impassibile, rispondendo a tono “La consapevolezza di poter fare la differenza” portò le mani dietro la schiena, restando per qualche attimo in silenzio “Sono sempre stata portata per le materie scientifiche, sono certa di poter dare un ottimo contributo alla medicina con i miei studi e le mie capacità”
 
Il dottor Di Maria osservò per svariati istanti il volto impassibile ed imperscrutabile che gli stava di fronte: era una giovane senz’altro molto sicura di sé, ma al medesimo tempo era decisamente ancora molto impreparata alla professione medica. Rifletté per un po’ prima di riprendere la parola, facendo un paio di passi verso la giovane.

“Cadetta, qual’è lo scopo del lavoro di un medico?” il dottor Di Maria si fermò a pochi passi dalla giovane “Qual’è l'obiettivo che si prefigge ogni medico?”
Va’Lah arcuò un sopracciglio, rispondendo con estrema fermezza “La cura del paziente. L'obiettivo di ogni medico è quello di impedire la morte del paziente”
“Non sempre cadetta” rispose il dottore, incrociando le braccia al petto “Mi rendo conto che dopo gli studi che ha fatto si senta pronta a sconfiggere ogni malattia, a guarire tutti.. è uno dei problemi principali dell’Accademia, insegna molte cose ma non prepara mai nessuno all’evento morte” fece una pausa “Non voglio toglierle tutto il suo entusiasmo, del resto le servirà se vorrà proseguire in questa carriera, ma voglio che sia preparata a quella che è la realtà dei fatti: in ambito medico quello che ha appreso in Accademia è soltanto una piccola parte di ciò che si troverà ad affrontare”
La giovane parve non capire e rimase in silenzio, mentre il dottore riprese “Se pensiamo al lavoro delle altre sezioni, come la diplomazia, si tratta di ruoli che possono condurre a una piena risoluzione come ad un magistrale fallimento: un diplomatico può riuscire a creare un trattato perfetto, estremamente favorevole alla Federazione, oppure fallire miseramente già nella fase delle trattative. Ma un medico?”
La giovane si schiarì la voce per poi rispondere “Il medico ha la medesima possibilità di riuscire e fallire, potrebbe trovare una cura o meno. Non capisco a cosa alluda dottore”
Il dottor Di Maria scosse il capo “Sto parlando del fatto che il medico si può trovare di fronte a situazioni in cui l’unica cosa che può fare è quella di alleviare le sofferenze del proprio paziente, e niente più. Questo è ciò che all’Accademia non viene particolarmente preso in considerazione, vi si insegna che il vostro compito è sempre e solo guarire.. ma la pratica costringe tutti noi ad accettare che la morte è parte integrante dell’esistenza. Non sempre potrà fare la differenza, a volte bisogna accettare con grande umiltà la sconfitta.. lo scopo del lavoro di un medico è quello di saper valutare le situazioni in cui si trova con obiettività e razionalità, mettendo da parte la propria emotività e ponendosi come obiettivo primario il benessere del paziente: e questo può tradursi nel trovare una cura o, nelle situazioni più negative, alleviargli i dolori, sempre nel pieno rispetto della dignità del paziente” prese un attimo fiato per poi osservare il volto di Va’Lah “Credo che per oggi possa andare, ma rifletta sulle mie parole. In libertà!” 
Va’Lah osservò per qualche altro attimo il medico, poi salutò e si diresse fuori dall’infermeria. 




USS Novalis, Sala ologrammi 1
DT 14/07/2395, ore 23:57 - D.S. 72534.24

La sala ologrammi stava replicando una perfetta copia della plancia della USS Novalis, con il tenente Oxila seduto alla postazione di comando e il cadetto McInnis alla postazione del timone. La simulazione in corso era una classica battaglia navale, che vedeva la Novalis intenta a tener testa ad un paio di falchi da guerra romulani: a tutti gli effetti appariva uguale alle tante simulazioni eseguite in Accademia ma il tenente Lan l’aveva modificata inserendovi alcune manovre evasive di sua invenzione, piuttosto rapide ed in grado di prendere in controtempo il povero cadetto. 

“Attento cadetto, così la colpiranno sul fianco”
“Cerco di compensare il movimento del falco signore, ma non è affatto semplice se vi sono due navi contro una!” rispose concitato il giovane cadetto che, per la tensione, aveva iniziato a sudare copiosamente
“Non è di certo nostra facoltà scegliere il numero e la forza dei nostri nemici, cadetto. La vita ci pone davanti sfide, il nostro compito è cercare di farvi fronte e riportare a casa la pelle”

La plancia fu scossa da un forte colpo mentre l’ufficiale tattico olografico esclamò con una certa concitazione “Stiamo per perdere gli scudi, l’integrità dello scafo sta scendendo ancora, non potremo reggere ancora per molto!” 

Le parole del tattico mandarono ancora più in agitazione McInnis che, nella disperata ricerca di fare un’ottima figura di fronte al tenente, iniziò a manovrare in maniera sin troppo aggressiva, finendo per lasciare fin troppo il ventre della nave scoperto. Nel mentre Lan osservava il cadetto con un leggero sorriso sul volto, ripensando a quando anche lui, giovane cadetto ancora inesperto, aveva fatto le medesime figure barbine.

“Stia attento, così finisce per mettere più in difficoltà il nostro tattico rispetto a quello dei nostri nemici! Sono certo che sappia pilotare meglio di così!”
“Ma il tattico dovrebbe adeguarsi alle mie manovre!” rispose con un tono un po’ infastidito il giovane 
“No, il tattico dovrebbe collaborare con lei, cosa assolutamente impossibile se non comunica cosa vuole fare e continua a cambiare rotta senza un senso apparente!” rispose con risolutezza il tenente 

La plancia fu scossa nuovamente talmente forte che per poco Lan non volò a terra, nel mentre l’ufficiale tattico olografico lanciò un urlo per il nervoso “Signore, gli scudi hanno ceduto, l’integrità dello scafo è pericolosamente basso! Non possiamo permetterci un’altra bordata!” 
Pochi istanti dopo un altro scossone vece vibrare l’intera plancia e la simulazione si fermò di colpo: tutti i personaggi olografici scomparvero assieme ai due falchi romulani, lasciando i due giovani immersi in un imbarazzante silenzio. 

“Cosa può dirmi ora, cadetto?”
“Farò meglio la prossima volta signore, so che posso farcela”
Lan si alzò scuotendo il capo “Lei forse non ha capito, ma nella realtà.. quando siederà in una vera plancia, non ci sarà una prossima volta. Siete troppo abituati a poter sbagliare, analizzare gli errori e riprovare che non vi rendete conto che nella realtà certi lussi non ce li possiamo permettere” fece una pausa “Quali sono stati gli errori?”
“Non saprei signore, forse mi sono lasciato un po’ prendere dalla tensione”
“Si, la tensione le ha sicuramente giocato un brutto tiro in questo frangente, ma di certo non è stato l’unico errore. Lei tende a isolarsi un po’ troppo e a non collaborare a pieno con i suoi colleghi, quindi nel futuro si ricordi che durante uno scontro navale vi deve essere un ottima sincronia fra la consolle della tattica ed il timone. Inoltre, si ricordi che quando è a quel timone non deve dimostrare agli altri di essere il migliore, deve essere il migliore! Chi occupa la posizione del timone e, in futuro, la posizione del comando deve sempre tenere a mente che dalle proprie scelte dipende la vita di centinaia di persone, e non può permettersi il lusso di lasciarsi andare al nervosismo o alla smania di voler fare bella figura.. sono stato chiaro?”
Il cadetto saltò in piedi annuendo “Certo tenente”
“Bene, in libertà!” tuonò il tenente per poi osservare il cadetto che si dirigeva all’uscita, attese di essere da solo per poi sorridere “Si, diventerai un ottimo pilota un giorno” mormorò fra sé e sé per poi dirigersi all’uscita.




USS Novalis, Sala macchine
DT 15/07/2395, ore 04:24 - D.S. 72534.75

Evrellia e Rizaich si sentivano a dir poco esauste e faticavano sempre di più a trovare il modo di concentrarsi: erano passate parecchie ore dalla pausa per la cena e, seppure gli incarichi che venivano loro assegnati erano estremamente semplici, l’orario tardo rendeva sempre più complicato alle due giovani svolgere il proprio lavoro al meglio. Dal canto suo il Tenente Comandante Borodin sembrava essere sempre più impaziente, continuando a sbraitare a destra e a manca.

“Allora, queste letture sul flusso del plasma! A cosa serve mettere qualcuno a fare un controllo se poi non parla!”
Evrellia scattò quasi sul posto “Ehm.. normali! Le letture sono ancora normali, Comandante..”
“Più veloce a dare le rilevazioni, non posso continuare a chiamarla!” tuonò Borodin osservando la giovane prima di tornare al proprio lavoro
Rizaich prese la parola facendo un colpetto di tosse “Mi scusi Comandante è che… beh.. è tardi!” sbottò la giovane osservando il superiore “E’ notte fonda, non possiamo farlo domattina?”

Per un attimo gli altri ingegneri si voltarono ad osservare la giovane con sguardo in parte incuriosito ed in parte divertito: il tenente Comandante Borodin abbandonò per un attimo il proprio lavoro e si portò di fronte alla ragazza ad osservarla serio “Prego?” si limitò a chiedere avvicinandosi un po’ alla coppia di cadetti.
Rizaich osservò il superiore cercando di apparire perfettamente tranquilla “Ho detto che forse si potrebbe rimandare questo lavoro, a domattina”
“Una nave stellare per lavorare in sicurezza deve poter contare sui propri sistemi secondari.. noi dobbiamo assicurare un’efficienza tale che, se sventuratamente il sistema primario dovesse collassare, sia sempre possibile bypassarlo ed attivare il secondario. Al momento può assicurare ciò?”
“No signore” rispose stancamente la giovane “Non posso assicurarlo”
“Allora no! Il nostro lavoro non è finito affatto!”
“Ma si tratta di un sistema secondario, signore” riprese Evrellia, tentando di aiutare la collega ed osservando l’ingegnere capo in volto  “E il sistema primario funziona perfettamente”
“Questo è il lavoro di un ingegnere su di una nave stellare.. si lavora molte ore e si può anche fare una nottata in bianco! Qui tutti noi abbiamo a cuore la sopravvivenza nostra e dei nostri colleghi, e la assicuriamo mantenendo la nave in forma smagliante! Se non è siete disposte a farvi qualche nottata insonne per sistemare i problemi che si verificano, cambiate lavoro!” Borodin le osservò serio “Potete andare!” 
Entrambe le cadette si osservarono per un attimo, decisamente punte sul vivo “Ma.. veramente..”
“Ho detto andate!” tuonò Borodin “In libertà!”
Le due cadette si osservarono nuovamente in volto sospirando, poi salutarono il superiore e si diressero all’uscita.




USS Novalis, Laboratorio astrometrico
DT 15/07/2395, ore 09:58 - D.S. 72535.38

Denay portò il cadetto ad esplorare i vari laboratori per poi fermarsi in quello astrometrico: seppure non fosse il suo laboratorio preferito, aveva deciso di soffermarsi particolarmente in quel luogo per parlare con il cadetto. Dal canto suo, il giovane Anson si osservava attorno con la stessa espressione di un bimbo in un negozio di giocattoli.

“Signore, perchè ha scelto di fermarsi proprio in questo laboratorio?” chiese con un certo stupore il giovane “Pensavo saremmo andati al laboratorio di xeno-biologia”
“Magari più tardi cadetto” rispose rapidamente Denay portandosi ad una consolle per poi attivarla “Ora come ora mi preme di spiegarle meglio come operare ad una consolle” 
“Beh, Comandante, ho fatto parecchie simulazioni in accademia!” rispose spavaldo il giovane
“Ne sono certa, ma i criteri erano diversi da quelli che le verranno richiesti su una nave” rispose Denay digitando alla consolle “Osservi questo sistema spaziale, quanti dati potrebbe estrapolarne?”
“Beh, una marea signore!” rispose con grande convinzione 
“Esattamente, ma non sempre avere molte informazioni è un bene” fece una pausa osservando il giovane “Quando opererà in plancia dovrà ricordarsi che il tempismo è tutto: in effetti, la velocità e la capacità di comunicare solo le informazioni necessarie.. niente di più, niente di meno.. è la chiave del nostro lavoro”
“E come faccio a sapere quali sono le informazioni realmente necessarie e quali invece no?”
Denay alzò il capo dalla consolle ed osservò il giovane “Questo lo si apprende con il tempo e con la pazienza. Come le ho già detto, ogni dato, anche quello che appare più irrilevante, potrebbe in realtà nascondere una grande importanza, ma è necessario sapere quando comunicarlo”
“Si, capisco che l’esperienza è fondamentale, ma per questa esercitazione, ha qualche consiglio?”
Denay annuì nuovamente “Si ricordi ciò che ha imparato ed usi il suo istinto: non si lasci abbattere dalla sua inesperienza e sarà in grado di fare la sua parte in plancia”




USS Novalis, Plancia
DT 15/07/2395, ore 14:49 - D.S. 72535.94

La plancia era estremamente silenziosa a quell’ora, e forse fin troppo tranquilla per il Cadetto John Hugh: era impalato di fronte alla consolle sentendo su di sé il peso dello sguardo del Comandante Romanov, che attendeva a braccia conserte. Di tanto in tanto gli altri ufficiali si voltavano ad osservare i due, sorridendo al giovane, prima di tornare alla propria consolle. 

“Molto bene cadetto, credo che abbia studiato abbastanza la situazione che le ho profilato, non pensa?” intervenne Romanov osservando il giovane
“Si, Comandante”
“In questo caso, sa quale manovra sta per compiere il nostro avversario. Lei cosa farebbe?” 
Il giovane prese per un attimo fiato sforzandosi di ricordare le lezioni dell’accademia “In una situazione di questo tipo la soluzione corretta è una soltanto..”
“Un momento cadetto” lo interruppe prontamente Romanov “Perchè ritiene che vi sia una sola soluzione?”
“In accademia ci è stato insegnato che questa è una tecnica di attacco classica, come tale prevede una misura classica! Durante le lezioni abbiamo appreso perfettamente cosa fare in questi frangenti!”
“E non le sorge il dubbio che con il tempo anche i nostri avversari abbiano appreso che, a una data manovra di attacco, noi rispondiamo con una determinata manovra difensiva?”
Il volto del cadetto ebbe il suo primo attimo di sconforto, ma passeggero e ben presto riprese tutta la propria spavalderia “Signore, sta dicendo che le manovre insegnate in accademia sono inutili?”
“Certamente no, cadetto” rispose con sicurezza Romanov “Ma come lei ha imparato che per ogni attacco è stata studiata una manovra diversiva adeguata, così possono averlo appreso i nostri eventuali nemici: la strategia è molto più che una lezione da apprendere a memoria, bisogna capire le reali intenzioni dell’avversario e prepararsi non solo a rispondere all’attacco ma anche alla contromossa successiva” Romanov fece una pausa “Ha pensato all’eventualità che il nostro avversario abbia agito allo scopo di spingerla ad optare per una data manovra? In questo caso la sua scelta avrebbe fatto finire la nave in trappola”
“Ma è impossibile sapere con certezza quali siano le intenzioni del nemico, signore!”
“Non solo si può, ma si deve!” rispose con prontezza Romanov “Se non si è in grado di analizzare la situazione e trovare la soluzione adatta al caso concreto, anche andando contro a quelle che sono considerate le manovre classiche, lo scontro non potrà mai essere vinto”
Il giovane apparve decisamente perplesso “Ma signore, se non posso basarmi sulle mie conoscenze, su cosa dovrei basarmi?” 
“Sul suo istinto cadetto, e si tolga dalla testa che ad una manovra d’attacco vi sia soltanto una risposta possibile! Ogni mossa può nascondere delle variabili legate all’area dello scontro o alle caratteristiche della nave, starà a lei capirlo!”




USS Novalis, Ufficio Principale della Sicurezza
DT 15/07/2395, ore 19:25 - D.S. 72536.46

Sev ed il cadetto Bod erano ancora impegnati a spostare unità e campi di forza sulla medesima simulazione olografica del giorno prima, ma ora riproduceva la plancia della Novalis. Anche in questo caso si potevano osservare svariati puntini rossi che si riversavano da diverse fratture nello scafo ed il solito death counter lampeggiava vistosamente in una tonalità rosso scarlatto.

Rarur prese la parola “Signore, se spostassimo questo campo di forza qui..”
“Se arrivasse anche un solo siluro nel punto giusto ci troveremmo a nuotare nello spazio profondo, cadetto” rispose candidamente Sev “Lo scafo non reggerebbe”
Il giovane osservò per un attimo Sev “Ma la nostra ipotesi di base era un abbordaggio in corso, signore, non uno scontro navale. Se attaccassero una nave così danneggiata potrebbero anche far morire i loro uomini!”
“Si, ma non per tutte le specie è così importante tutelare la vita del proprio equipaggio, per alcuni potrebbe essere un sacrificio del tutto accettabile. Lei questo non può escluderlo.”
“Ma non le sembra che sta ipotizzando degli avversari fin troppo perfetti?” rispose il cadetto osservando l’ufficiale “Hanno le tute ambientali ed armi incredibilmente potenti, e a ciò si aggiunge che la loro nave appoggio è del tutto disinteressata alla loro sopravvivenza, quindi faranno di tutto per riuscire a prendere la nave! Ma quante probabilità ci sono che si verifichi un simile scenario?”
“E’ molto importante per lei il livello di probabilità?” chiese serafico Sev
“Certamente, in accademia ci prepariamo a tutti gli scenari più probabili in modo da sapervi far fronte al meglio!”
“E come vi preparate all’imprevedibile?”
Rarur si bloccò osservando il superiore “Non ci si può preparare a ciò che non può essere previsto, signore!”
Sev scosse il capo “Ci si prepara ipotizzando sempre lo scenario peggiore, cadetto. Su Sol III si dice, spera in bene ma preparati per il peggio! E’ questo che stiamo facendo adesso” fece una piccola pausa “Cadetto, anche io mi rendo conto che con una nave come questa vi sono poche probabilità di un abbordaggio simile alla nostra simulazione, ma poche probabilità non significa nessuna”
Il cadetto rimase per un po’ ad osservare Sev “Quindi per lei è necessario prendere in considerazione anche gli scenari più improbabili? Ma le variabili possono divenire infinite!”
Sev annuì prontamente “In un certo senso è vero, ma più scenari si studiano e più aumenteranno le probabilità che, qualora qualcosa di imprevisto succeda, la nave sia preparata a farvi fronte” sorrise divertito per poi aggiungere “Con il tempo capirà, ora torniamo al nostro lavoro”




USS Novalis, Ufficio del Consigliere
DT 16/07/2395, ore 08:37 - D.S. 72537.97

Bryan iniziava decisamente a deprimersi accanto a Dwalla: nella sua vita era sempre riuscito ad affascinare tutti con la propria parlantina e quello sguardo da bel tenebroso, eppure tutti i suoi tentativi di adulazione si erano conclusi con dei magistrali buchi nell’acqua. Le aveva tentate sostanzialmente tutte ma nessun complimento era riuscito a fargli guadagnare punti agli occhi del consigliere e la cosa lo indispettiva. Dwalla, viceversa, trovava la situazione piuttosto divertente: continuava a pensare qualche possibile strategia per fare breccia nello scudo di Romanov, ma non poteva non trovare piuttosto divertente i tentativi che il giovane stava facendo per farle perdere la testa.

“Qualcosa non va, cadetto?”
“No Comandate, ammiravo solo la sua straordinaria bellezza” il giovane fece un sorriso smagliante “Non credo di aver mai visto una simile perfezione!”
“Cadetto, non si è ancora stancato di cercare ad ogni modo di far uso delle lusinghe?” 
Bryan sospirò abbassando un po’ il capo “Si, Comandante, mi scusi”
“Cadetto Morein, lei è una persona intelligente, e sono convinta che possa avere un futuro nella flotta, ma deve smetterla di contare solo sul fascino!”
Il giovane parve essere preso per un attimo di sorpresa “Beh.. ma veramente..”
“Non mi fraintenda, non metto in dubbio che sia un’ottima strategia quella di giocarsi tutte le proprie carte, e se si ha un certo fascino naturale è senz’altro una marcia in più.. ma non crederà veramente di potersela cavare in questo lavoro solo contando sul suo bel faccino, vero?”
“Beh, è un ottimo modo per rompere il ghiaccio”
“Non posso negarlo, cadetto, ma ci deve essere anche molto di più! Il nostro mestiere è molto più sottile, e lei fa bene a tentare di affascinare il proprio interlocutore, ma prima di ciò lei deve imparare a capire chi le sta davanti” Dwalla fece una pausa “Non a tutti piace essere adulato, c’è chi lo troverebbe a dir poco fastidioso e potrebbe arrivare perfino ad adirarlo, e mi creda.. una persona innervosita sarà ben poco accondiscendente verso le sue richieste” 
Il giovane rimase silenzioso ad osservare la donna
“Ad esempio, lei sta cercando di affascinarmi, ma lei di me cosa ha compreso? Che tipo di persona sono?” lo osserva “Ha tentato di capire a pieno come è fatta la sua interlocutrice? Io direi di no. Lei potrebbe non essere il mio tipo, no?” sorrise un attimo osservandolo In quel caso il suo visino servirebbe a poco non crede?” 




USS Novalis, Ufficio del Capitano
DT 16/07/2395, ore 11:35 - D.S. 72538.31

Il Capitano ed il primo ufficiale erano accanto ai finestroni, silenziosi e pensierosi, ad osservare le stelle: nessuno dei due emetteva un fiato, ma entrambi stavano pensando agli ordini ricevuti dal Comando. Dopo qualche minuto fu il capitano a rompere gli indugi.

“Gli ufficiali si sono occupati dei cadetti?”
“Si Capitano, come da ordini” rispose Nimosit portando la propria attenzione a Kuribayashi
“Molto bene. Ritengono che i cadetti siano pronti ad assumere i loro ruoli?” chiese il capitano osservando in volto il primo ufficiale. 
Nimosit non parlò immediatamente, ma dal suo sguardo era abbastanza palese la sua perplessità riguardo tutta la faccenda “Mettiamola così, la teoria c’è.. ma la pratica è tutta da vedere”
Kuribayashi sospirò “Lo immaginavo”

Entrambi si osservarono in volto per qualche attimo, sino a che il comunicatore del capitano ruppe il silenzio che si era creato, riportandoli alla realtà.

=^= Plancia a Capitano Kuribayashi: siamo giunti al punto di rendez vous =^=

Kuribayashi sospirò osservando Nimosit “Bene, e che la farsa abbia inizio” quindi si diresse all’uscita dell’ufficio.

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