[Stml2] 15.05 - Quarantacinque ore
Coral Nimosit
coral.nimosit a gmail.com
Gio 6 Ott 2016 15:37:06 CEST
Dovremo rinominarti Ilenia/Flash!! Brava Ilenia, grazie mille anche
per la rapidità, onestamente sono abbastanza impressionato ^_*. Devo
però dare ragione a Fede, Va'Lah dovrebbe essere masculo però ho pure
qualche dubbio per Rezaich che dovrebbe essere maschio pure quello.
Anche se non ne sono sicurissimo e dovrei controllare, anche perchè se
così non fosse nel mio brano l'ho dato per maschio ^__^, sbagliando
quindi. Comunque poca cosa.
Il 6 ottobre 2016 15:31, Federtrek <federtrek a gmail.com> ha scritto:
> Evviva la rapidità!!!
> Gran bel pezzo!!! Bravissima!!!
> Unica particolare....Va'Lah sarebbe un maschietto....non riesco a recuperare
> le mail precedenti per controllare, potrei anche non averlo precisato. In
> ogni caso bel pezzo, mi sembra che i pg siano stati mossi benissimo.
>
>
> Federico
>
> Il giorno 06 ott 2016, alle ore 14:36, Ilenia De Battisti
> <fulmine791 a gmail.com> ha scritto:
>
> Salve a tutti ^_^
>
> Vi inoltro il mio brano sperando che possa piacervi.
>
>
> *****************************************
>
> Brano: 15-05
>
> Titolo: Quarantacinque ore
>
> Autore: Tenente Comandante Kuz (Ilenia)
>
> *****************************************
>
>
>
>
>
> USS Novalis, Laboratorio di xeno-biologia
>
> DT 14/07/2395, ore 15:27 - D.S. 72533.27
>
>
> Lan percorse rapidamente i corridoi per raggiungere i laboratori e poter
> parlare per qualche attimo con Denay in tranquillità: non gli ci volle molto
> ad individuarla con lo sguardo e sorrise mentre la vedeva incantare con le
> sue spiegazioni il cadetto che gli stava di fronte.
>
>
> “Si potrebbe pensare che durante uno scontro navale solo la consolle tattica
> ed il timone abbiano un ruolo cruciale, ma non è così: durante uno scontro,
> tutte le informazioni.. anche quelle che ad un primo controllo potrebbero
> sembrare del tutto inutili, possono infine divenire fondamentali. Fin qui
> tutto chiaro?”
>
> “Limpido Comandante!” affermò Lan, battendo sul tempo il cadetto Lee
>
> Denay si voltò, sentendo la voce del collega e incrociò le braccia al petto
> “Aveva bisogno di qualcosa, tenente?”
>
> “In effetti si.. ho bisogno di parlarti, in privato..” Lan osservò il
> cadetto per svariati istanti “Sempre se possibile”
>
> Denay annuì per poi osservare il cadetto “Nell’analizzatore ho inserito un
> campione, non le dirò nulla a riguardo.. voglio vedere quante informazioni
> riuscirà a ricavarne. E ricordi, anche il minimo dettaglio può fare la
> differenza” non attese risposte e si diresse verso il proprio ufficio
> “Tornerò da lei fra pochi minuti, cadetto”
>
> Lan sorrise soddisfatto per poi dare una gioviale pacca sulla spalla del
> giovane “Buon lavoro cadetto!” quindi segui la collega tutto soddisfatto,
> accedendo con lei nel suo ufficio e raggiungendola alla scrivania
>
>
> Denay, dal canto suo sembrava un po’ impaziente di tornare in laboratorio
> “Lan, cosa ci fai qui? Abbiamo all’incirca due giorni per trasformare un
> gruppo di cadetti del tutto inesperti in un equipaggio in grado di non
> distruggere la nave sino al nostro ritorno”
>
> “Mi sembra di poter capire che l’idea del Comando non ti piaccia” Lan
> sorrise accomodandosi ed osservando la ragazza
>
> “No, ovviamente no! Non ci si improvvisa ufficiali superiori, non si può
> davvero pensare che un gruppetto di giovanotti, con una preparazione
> totalmente teorica, sia in grado di prendere il posto di ufficiali che
> lavorano da anni!” scosse il capo “Inoltre credo che il gruppo sia stato mal
> studiato”
>
> “In che senso mal studiato?” la incalzò Lan “Da quello che ho compreso sono
> i migliori nei loro campi, cosa si potrebbe chiedere di più?”
>
> “Appunto! Sono i migliori nei loro campi e ne sono pienamente consapevoli,
> ma gli manca qualcosa di cruciale.. la capacità di lavorare come un gruppo!
> Quando si sa di essere i migliori si fa presto a peccare di presunzione e
> ritenere che le proprie idee siano quelle corrette.. le sole corrette!
> Questo non permette quel pieno scambio di informazioni che caratterizza il
> lavoro su una nave stellare, e infine.. rappresenta il primo passo per un
> sicuro fallimento”
>
> Lan spalancò gli occhi constatando la risolutezza di Denay “Sembreresti
> parecchio sicura”
>
> “Sono uno scienziato, osservo la situazione e traggo le mie conclusioni.. se
> mi sbaglio, sarò felice di rivedere la mia posizione” Denay sospirò tornando
> a fissare Lan “Ma non credo che tu sia venuto qui per parlarmi delle
> interazioni fra i cadetti. Perché sei qui?”
>
> “Sono qui per il Comandante Romanov, cosa ne pensi di lui?”
>
> La domanda di Lan colse di sorpresa Denay, che per tutta risposta incrociò
> le braccia al petto “Mi spieghi perchè tutti all’improvviso sentite la
> necessità di sapere cosa io pensi di quell’uomo? Anche il Comandante Nimosit
> mi ha fatto una domanda simile” scosse il capo osservandolo “Francamente non
> saprei, non lo conosco abbastanza per affermare realmente qualcosa su di
> lui, ma da quello che ho compreso è un buon ufficiale.. potrebbe divenire un
> elemento prezioso per questo equipaggio”
>
> “Sarà, ma a me non convince affatto” proruppe Lan alzandosi
>
> Denay si scurì un po’ in volto, fissando con sguardo pensieroso il collega
> “Adesso sei tu a sembrare parecchio sicuro” inclinò il capo osservandolo
> “Non ne comprendo il motivo”
>
> Lan la osservò “Mettiamola così, io non mi fido a pieno di lui.. ci sono dei
> segreti, tiene nascosto qualcosa.. il consigliere sta indagando a modo suo e
> spero che scopra qualcosa il prima possibile, ma sino a che non si saprà
> nulla vorrei che stessi attenta”
>
> Denay sorrise divertita “Sta indagando? Bene.. vedrò di stare attenta, ed
> ora, se non ti spiace, vorrei tornare dal cadetto Lee.. vorrei avere ancora
> un laboratorio funzionante quando tutto sarà finito”
>
> Lan scoppiò a ridere per poi alzarsi “Si, ti lascio al tuo lavoro, a
> presto!” detto questo uscì dall’ufficio.
>
>
>
>
>
> USS Novalis, Infermeria
>
> DT 14/07/2395, ore 17:56 - D.S. 72533.55
>
>
> Il parto si era concluso da pochi minuti e l’intera equipe stava ancora
> facendo i conti con tutta la tensione e la stanchezza accumulata in quelle
> ore di lavoro. La cadetta Va’Lah, seppure come ogni vulcaniano non
> dimostrasse apertamente le proprie emozioni, appariva soddisfatta
> dell’esperienza a cui aveva potuto partecipare: il dottor Di Maria aveva
> approfittato dell’occasione per poter studiare a pieno la giovane che gli
> era stata assegnata e rimase piacevolmente stupito nell'osservare le sue
> capacità.
>
>
> “Molto bene cadetta Va’Lah” il dottore salutò i colleghi mentre tornavano ai
> propri incarichi giornalieri prima di tornare sulla giovane vulcaniana
> “Spero che abbia gradito l’esperienza.. parti come questi sono senz’altro
> una rarità”
>
> “Si, dottore, ritengo di aver imparato molto oggi” rispose la giovne con
> tono atono ed inespressivo “Seppure il mio interesse non sia direttamente
> correlato all’ostetricia, ammetto che sia stata una piacevole sorpresa aver
> potuto assistere alla nascita di una vita”
>
> Di Maria annuì alle parole della giovane “Comprendo. Mi dica, che cosa l’ha
> spinta a scegliere la carriera medica?”
>
> La giovane rimase impassibile, rispondendo a tono “La consapevolezza di
> poter fare la differenza” portò le mani dietro la schiena, restando per
> qualche attimo in silenzio “Sono sempre stata portata per le materie
> scientifiche, sono certa di poter dare un ottimo contributo alla medicina
> con i miei studi e le mie capacità”
>
> Il dottor Di Maria osservò per svariati istanti il volto impassibile ed
> imperscrutabile che gli stava di fronte: era una giovane senz’altro molto
> sicura di sé, ma al medesimo tempo era decisamente ancora molto impreparata
> alla professione medica. Rifletté per un po’ prima di riprendere la parola,
> facendo un paio di passi verso la giovane.
>
>
> “Cadetta, qual’è lo scopo del lavoro di un medico?” il dottor Di Maria si
> fermò a pochi passi dalla giovane “Qual’è l'obiettivo che si prefigge ogni
> medico?”
>
> Va’Lah arcuò un sopracciglio, rispondendo con estrema fermezza “La cura del
> paziente. L'obiettivo di ogni medico è quello di impedire la morte del
> paziente”
>
> “Non sempre cadetta” rispose il dottore, incrociando le braccia al petto “Mi
> rendo conto che dopo gli studi che ha fatto si senta pronta a sconfiggere
> ogni malattia, a guarire tutti.. è uno dei problemi principali
> dell’Accademia, insegna molte cose ma non prepara mai nessuno all’evento
> morte” fece una pausa “Non voglio toglierle tutto il suo entusiasmo, del
> resto le servirà se vorrà proseguire in questa carriera, ma voglio che sia
> preparata a quella che è la realtà dei fatti: in ambito medico quello che ha
> appreso in Accademia è soltanto una piccola parte di ciò che si troverà ad
> affrontare”
>
> La giovane parve non capire e rimase in silenzio, mentre il dottore riprese
> “Se pensiamo al lavoro delle altre sezioni, come la diplomazia, si tratta di
> ruoli che possono condurre a una piena risoluzione come ad un magistrale
> fallimento: un diplomatico può riuscire a creare un trattato perfetto,
> estremamente favorevole alla Federazione, oppure fallire miseramente già
> nella fase delle trattative. Ma un medico?”
>
> La giovane si schiarì la voce per poi rispondere “Il medico ha la medesima
> possibilità di riuscire e fallire, potrebbe trovare una cura o meno. Non
> capisco a cosa alluda dottore”
>
> Il dottor Di Maria scosse il capo “Sto parlando del fatto che il medico si
> può trovare di fronte a situazioni in cui l’unica cosa che può fare è quella
> di alleviare le sofferenze del proprio paziente, e niente più. Questo è ciò
> che all’Accademia non viene particolarmente preso in considerazione, vi si
> insegna che il vostro compito è sempre e solo guarire.. ma la pratica
> costringe tutti noi ad accettare che la morte è parte integrante
> dell’esistenza. Non sempre potrà fare la differenza, a volte bisogna
> accettare con grande umiltà la sconfitta.. lo scopo del lavoro di un medico
> è quello di saper valutare le situazioni in cui si trova con obiettività e
> razionalità, mettendo da parte la propria emotività e ponendosi come
> obiettivo primario il benessere del paziente: e questo può tradursi nel
> trovare una cura o, nelle situazioni più negative, alleviargli i dolori,
> sempre nel pieno rispetto della dignità del paziente” prese un attimo fiato
> per poi osservare il volto di Va’Lah “Credo che per oggi possa andare, ma
> rifletta sulle mie parole. In libertà!”
>
> Va’Lah osservò per qualche altro attimo il medico, poi salutò e si diresse
> fuori dall’infermeria.
>
>
>
>
>
> USS Novalis, Sala ologrammi 1
>
> DT 14/07/2395, ore 23:57 - D.S. 72534.24
>
>
> La sala ologrammi stava replicando una perfetta copia della plancia della
> USS Novalis, con il tenente Oxila seduto alla postazione di comando e il
> cadetto McInnis alla postazione del timone. La simulazione in corso era una
> classica battaglia navale, che vedeva la Novalis intenta a tener testa ad un
> paio di falchi da guerra romulani: a tutti gli effetti appariva uguale alle
> tante simulazioni eseguite in Accademia ma il tenente Lan l’aveva modificata
> inserendovi alcune manovre evasive di sua invenzione, piuttosto rapide ed in
> grado di prendere in controtempo il povero cadetto.
>
>
> “Attento cadetto, così la colpiranno sul fianco”
>
> “Cerco di compensare il movimento del falco signore, ma non è affatto
> semplice se vi sono due navi contro una!” rispose concitato il giovane
> cadetto che, per la tensione, aveva iniziato a sudare copiosamente
>
> “Non è di certo nostra facoltà scegliere il numero e la forza dei nostri
> nemici, cadetto. La vita ci pone davanti sfide, il nostro compito è cercare
> di farvi fronte e riportare a casa la pelle”
>
>
> La plancia fu scossa da un forte colpo mentre l’ufficiale tattico olografico
> esclamò con una certa concitazione “Stiamo per perdere gli scudi,
> l’integrità dello scafo sta scendendo ancora, non potremo reggere ancora per
> molto!”
>
>
> Le parole del tattico mandarono ancora più in agitazione McInnis che, nella
> disperata ricerca di fare un’ottima figura di fronte al tenente, iniziò a
> manovrare in maniera sin troppo aggressiva, finendo per lasciare fin troppo
> il ventre della nave scoperto. Nel mentre Lan osservava il cadetto con un
> leggero sorriso sul volto, ripensando a quando anche lui, giovane cadetto
> ancora inesperto, aveva fatto le medesime figure barbine.
>
>
> “Stia attento, così finisce per mettere più in difficoltà il nostro tattico
> rispetto a quello dei nostri nemici! Sono certo che sappia pilotare meglio
> di così!”
>
> “Ma il tattico dovrebbe adeguarsi alle mie manovre!” rispose con un tono un
> po’ infastidito il giovane
>
> “No, il tattico dovrebbe collaborare con lei, cosa assolutamente impossibile
> se non comunica cosa vuole fare e continua a cambiare rotta senza un senso
> apparente!” rispose con risolutezza il tenente
>
>
> La plancia fu scossa nuovamente talmente forte che per poco Lan non volò a
> terra, nel mentre l’ufficiale tattico olografico lanciò un urlo per il
> nervoso “Signore, gli scudi hanno ceduto, l’integrità dello scafo è
> pericolosamente basso! Non possiamo permetterci un’altra bordata!”
>
> Pochi istanti dopo un altro scossone vece vibrare l’intera plancia e la
> simulazione si fermò di colpo: tutti i personaggi olografici scomparvero
> assieme ai due falchi romulani, lasciando i due giovani immersi in un
> imbarazzante silenzio.
>
>
> “Cosa può dirmi ora, cadetto?”
>
> “Farò meglio la prossima volta signore, so che posso farcela”
>
> Lan si alzò scuotendo il capo “Lei forse non ha capito, ma nella realtà..
> quando siederà in una vera plancia, non ci sarà una prossima volta. Siete
> troppo abituati a poter sbagliare, analizzare gli errori e riprovare che non
> vi rendete conto che nella realtà certi lussi non ce li possiamo permettere”
> fece una pausa “Quali sono stati gli errori?”
>
> “Non saprei signore, forse mi sono lasciato un po’ prendere dalla tensione”
>
> “Si, la tensione le ha sicuramente giocato un brutto tiro in questo
> frangente, ma di certo non è stato l’unico errore. Lei tende a isolarsi un
> po’ troppo e a non collaborare a pieno con i suoi colleghi, quindi nel
> futuro si ricordi che durante uno scontro navale vi deve essere un ottima
> sincronia fra la consolle della tattica ed il timone. Inoltre, si ricordi
> che quando è a quel timone non deve dimostrare agli altri di essere il
> migliore, deve essere il migliore! Chi occupa la posizione del timone e, in
> futuro, la posizione del comando deve sempre tenere a mente che dalle
> proprie scelte dipende la vita di centinaia di persone, e non può
> permettersi il lusso di lasciarsi andare al nervosismo o alla smania di
> voler fare bella figura.. sono stato chiaro?”
>
> Il cadetto saltò in piedi annuendo “Certo tenente”
>
> “Bene, in libertà!” tuonò il tenente per poi osservare il cadetto che si
> dirigeva all’uscita, attese di essere da solo per poi sorridere “Si,
> diventerai un ottimo pilota un giorno” mormorò fra sé e sé per poi dirigersi
> all’uscita.
>
>
>
>
>
> USS Novalis, Sala macchine
>
> DT 15/07/2395, ore 04:24 - D.S. 72534.75
>
>
> Evrellia e Rizaich si sentivano a dir poco esauste e faticavano sempre di
> più a trovare il modo di concentrarsi: erano passate parecchie ore dalla
> pausa per la cena e, seppure gli incarichi che venivano loro assegnati erano
> estremamente semplici, l’orario tardo rendeva sempre più complicato alle due
> giovani svolgere il proprio lavoro al meglio. Dal canto suo il Tenente
> Comandante Borodin sembrava essere sempre più impaziente, continuando a
> sbraitare a destra e a manca.
>
>
> “Allora, queste letture sul flusso del plasma! A cosa serve mettere qualcuno
> a fare un controllo se poi non parla!”
>
> Evrellia scattò quasi sul posto “Ehm.. normali! Le letture sono ancora
> normali, Comandante..”
>
> “Più veloce a dare le rilevazioni, non posso continuare a chiamarla!” tuonò
> Borodin osservando la giovane prima di tornare al proprio lavoro
>
> Rizaich prese la parola facendo un colpetto di tosse “Mi scusi Comandante è
> che… beh.. è tardi!” sbottò la giovane osservando il superiore “E’ notte
> fonda, non possiamo farlo domattina?”
>
>
> Per un attimo gli altri ingegneri si voltarono ad osservare la giovane con
> sguardo in parte incuriosito ed in parte divertito: il tenente Comandante
> Borodin abbandonò per un attimo il proprio lavoro e si portò di fronte alla
> ragazza ad osservarla serio “Prego?” si limitò a chiedere avvicinandosi un
> po’ alla coppia di cadetti.
>
> Rizaich osservò il superiore cercando di apparire perfettamente tranquilla
> “Ho detto che forse si potrebbe rimandare questo lavoro, a domattina”
>
> “Una nave stellare per lavorare in sicurezza deve poter contare sui propri
> sistemi secondari.. noi dobbiamo assicurare un’efficienza tale che, se
> sventuratamente il sistema primario dovesse collassare, sia sempre possibile
> bypassarlo ed attivare il secondario. Al momento può assicurare ciò?”
>
> “No signore” rispose stancamente la giovane “Non posso assicurarlo”
>
> “Allora no! Il nostro lavoro non è finito affatto!”
>
> “Ma si tratta di un sistema secondario, signore” riprese Evrellia, tentando
> di aiutare la collega ed osservando l’ingegnere capo in volto “E il sistema
> primario funziona perfettamente”
>
> “Questo è il lavoro di un ingegnere su di una nave stellare.. si lavora
> molte ore e si può anche fare una nottata in bianco! Qui tutti noi abbiamo a
> cuore la sopravvivenza nostra e dei nostri colleghi, e la assicuriamo
> mantenendo la nave in forma smagliante! Se non è siete disposte a farvi
> qualche nottata insonne per sistemare i problemi che si verificano, cambiate
> lavoro!” Borodin le osservò serio “Potete andare!”
>
> Entrambe le cadette si osservarono per un attimo, decisamente punte sul vivo
> “Ma.. veramente..”
>
> “Ho detto andate!” tuonò Borodin “In libertà!”
>
> Le due cadette si osservarono nuovamente in volto sospirando, poi salutarono
> il superiore e si diressero all’uscita.
>
>
>
>
>
> USS Novalis, Laboratorio astrometrico
>
> DT 15/07/2395, ore 09:58 - D.S. 72535.38
>
>
> Denay portò il cadetto ad esplorare i vari laboratori per poi fermarsi in
> quello astrometrico: seppure non fosse il suo laboratorio preferito, aveva
> deciso di soffermarsi particolarmente in quel luogo per parlare con il
> cadetto. Dal canto suo, il giovane Anson si osservava attorno con la stessa
> espressione di un bimbo in un negozio di giocattoli.
>
>
> “Signore, perchè ha scelto di fermarsi proprio in questo laboratorio?”
> chiese con un certo stupore il giovane “Pensavo saremmo andati al
> laboratorio di xeno-biologia”
>
> “Magari più tardi cadetto” rispose rapidamente Denay portandosi ad una
> consolle per poi attivarla “Ora come ora mi preme di spiegarle meglio come
> operare ad una consolle”
>
> “Beh, Comandante, ho fatto parecchie simulazioni in accademia!” rispose
> spavaldo il giovane
>
> “Ne sono certa, ma i criteri erano diversi da quelli che le verranno
> richiesti su una nave” rispose Denay digitando alla consolle “Osservi questo
> sistema spaziale, quanti dati potrebbe estrapolarne?”
>
> “Beh, una marea signore!” rispose con grande convinzione
>
> “Esattamente, ma non sempre avere molte informazioni è un bene” fece una
> pausa osservando il giovane “Quando opererà in plancia dovrà ricordarsi che
> il tempismo è tutto: in effetti, la velocità e la capacità di comunicare
> solo le informazioni necessarie.. niente di più, niente di meno.. è la
> chiave del nostro lavoro”
>
> “E come faccio a sapere quali sono le informazioni realmente necessarie e
> quali invece no?”
>
> Denay alzò il capo dalla consolle ed osservò il giovane “Questo lo si
> apprende con il tempo e con la pazienza. Come le ho già detto, ogni dato,
> anche quello che appare più irrilevante, potrebbe in realtà nascondere una
> grande importanza, ma è necessario sapere quando comunicarlo”
>
> “Si, capisco che l’esperienza è fondamentale, ma per questa esercitazione,
> ha qualche consiglio?”
>
> Denay annuì nuovamente “Si ricordi ciò che ha imparato ed usi il suo
> istinto: non si lasci abbattere dalla sua inesperienza e sarà in grado di
> fare la sua parte in plancia”
>
>
>
>
>
> USS Novalis, Plancia
>
> DT 15/07/2395, ore 14:49 - D.S. 72535.94
>
>
> La plancia era estremamente silenziosa a quell’ora, e forse fin troppo
> tranquilla per il Cadetto John Hugh: era impalato di fronte alla consolle
> sentendo su di sé il peso dello sguardo del Comandante Romanov, che
> attendeva a braccia conserte. Di tanto in tanto gli altri ufficiali si
> voltavano ad osservare i due, sorridendo al giovane, prima di tornare alla
> propria consolle.
>
>
> “Molto bene cadetto, credo che abbia studiato abbastanza la situazione che
> le ho profilato, non pensa?” intervenne Romanov osservando il giovane
>
> “Si, Comandante”
>
> “In questo caso, sa quale manovra sta per compiere il nostro avversario. Lei
> cosa farebbe?”
>
> Il giovane prese per un attimo fiato sforzandosi di ricordare le lezioni
> dell’accademia “In una situazione di questo tipo la soluzione corretta è una
> soltanto..”
>
> “Un momento cadetto” lo interruppe prontamente Romanov “Perchè ritiene che
> vi sia una sola soluzione?”
>
> “In accademia ci è stato insegnato che questa è una tecnica di attacco
> classica, come tale prevede una misura classica! Durante le lezioni abbiamo
> appreso perfettamente cosa fare in questi frangenti!”
>
> “E non le sorge il dubbio che con il tempo anche i nostri avversari abbiano
> appreso che, a una data manovra di attacco, noi rispondiamo con una
> determinata manovra difensiva?”
>
> Il volto del cadetto ebbe il suo primo attimo di sconforto, ma passeggero e
> ben presto riprese tutta la propria spavalderia “Signore, sta dicendo che le
> manovre insegnate in accademia sono inutili?”
>
> “Certamente no, cadetto” rispose con sicurezza Romanov “Ma come lei ha
> imparato che per ogni attacco è stata studiata una manovra diversiva
> adeguata, così possono averlo appreso i nostri eventuali nemici: la
> strategia è molto più che una lezione da apprendere a memoria, bisogna
> capire le reali intenzioni dell’avversario e prepararsi non solo a
> rispondere all’attacco ma anche alla contromossa successiva” Romanov fece
> una pausa “Ha pensato all’eventualità che il nostro avversario abbia agito
> allo scopo di spingerla ad optare per una data manovra? In questo caso la
> sua scelta avrebbe fatto finire la nave in trappola”
>
> “Ma è impossibile sapere con certezza quali siano le intenzioni del nemico,
> signore!”
>
> “Non solo si può, ma si deve!” rispose con prontezza Romanov “Se non si è in
> grado di analizzare la situazione e trovare la soluzione adatta al caso
> concreto, anche andando contro a quelle che sono considerate le manovre
> classiche, lo scontro non potrà mai essere vinto”
>
> Il giovane apparve decisamente perplesso “Ma signore, se non posso basarmi
> sulle mie conoscenze, su cosa dovrei basarmi?”
>
> “Sul suo istinto cadetto, e si tolga dalla testa che ad una manovra
> d’attacco vi sia soltanto una risposta possibile! Ogni mossa può nascondere
> delle variabili legate all’area dello scontro o alle caratteristiche della
> nave, starà a lei capirlo!”
>
>
>
>
>
> USS Novalis, Ufficio Principale della Sicurezza
>
> DT 15/07/2395, ore 19:25 - D.S. 72536.46
>
>
> Sev ed il cadetto Bod erano ancora impegnati a spostare unità e campi di
> forza sulla medesima simulazione olografica del giorno prima, ma ora
> riproduceva la plancia della Novalis. Anche in questo caso si potevano
> osservare svariati puntini rossi che si riversavano da diverse fratture
> nello scafo ed il solito death counter lampeggiava vistosamente in una
> tonalità rosso scarlatto.
>
>
> Rarur prese la parola “Signore, se spostassimo questo campo di forza qui..”
>
> “Se arrivasse anche un solo siluro nel punto giusto ci troveremmo a nuotare
> nello spazio profondo, cadetto” rispose candidamente Sev “Lo scafo non
> reggerebbe”
>
> Il giovane osservò per un attimo Sev “Ma la nostra ipotesi di base era un
> abbordaggio in corso, signore, non uno scontro navale. Se attaccassero una
> nave così danneggiata potrebbero anche far morire i loro uomini!”
>
> “Si, ma non per tutte le specie è così importante tutelare la vita del
> proprio equipaggio, per alcuni potrebbe essere un sacrificio del tutto
> accettabile. Lei questo non può escluderlo.”
>
> “Ma non le sembra che sta ipotizzando degli avversari fin troppo perfetti?”
> rispose il cadetto osservando l’ufficiale “Hanno le tute ambientali ed armi
> incredibilmente potenti, e a ciò si aggiunge che la loro nave appoggio è del
> tutto disinteressata alla loro sopravvivenza, quindi faranno di tutto per
> riuscire a prendere la nave! Ma quante probabilità ci sono che si verifichi
> un simile scenario?”
>
> “E’ molto importante per lei il livello di probabilità?” chiese serafico Sev
>
> “Certamente, in accademia ci prepariamo a tutti gli scenari più probabili in
> modo da sapervi far fronte al meglio!”
>
> “E come vi preparate all’imprevedibile?”
>
> Rarur si bloccò osservando il superiore “Non ci si può preparare a ciò che
> non può essere previsto, signore!”
>
> Sev scosse il capo “Ci si prepara ipotizzando sempre lo scenario peggiore,
> cadetto. Su Sol III si dice, spera in bene ma preparati per il peggio! E’
> questo che stiamo facendo adesso” fece una piccola pausa “Cadetto, anche io
> mi rendo conto che con una nave come questa vi sono poche probabilità di un
> abbordaggio simile alla nostra simulazione, ma poche probabilità non
> significa nessuna”
>
> Il cadetto rimase per un po’ ad osservare Sev “Quindi per lei è necessario
> prendere in considerazione anche gli scenari più improbabili? Ma le
> variabili possono divenire infinite!”
>
> Sev annuì prontamente “In un certo senso è vero, ma più scenari si studiano
> e più aumenteranno le probabilità che, qualora qualcosa di imprevisto
> succeda, la nave sia preparata a farvi fronte” sorrise divertito per poi
> aggiungere “Con il tempo capirà, ora torniamo al nostro lavoro”
>
>
>
>
>
> USS Novalis, Ufficio del Consigliere
>
> DT 16/07/2395, ore 08:37 - D.S. 72537.97
>
>
> Bryan iniziava decisamente a deprimersi accanto a Dwalla: nella sua vita era
> sempre riuscito ad affascinare tutti con la propria parlantina e quello
> sguardo da bel tenebroso, eppure tutti i suoi tentativi di adulazione si
> erano conclusi con dei magistrali buchi nell’acqua. Le aveva tentate
> sostanzialmente tutte ma nessun complimento era riuscito a fargli guadagnare
> punti agli occhi del consigliere e la cosa lo indispettiva. Dwalla,
> viceversa, trovava la situazione piuttosto divertente: continuava a pensare
> qualche possibile strategia per fare breccia nello scudo di Romanov, ma non
> poteva non trovare piuttosto divertente i tentativi che il giovane stava
> facendo per farle perdere la testa.
>
>
> “Qualcosa non va, cadetto?”
>
> “No Comandate, ammiravo solo la sua straordinaria bellezza” il giovane fece
> un sorriso smagliante “Non credo di aver mai visto una simile perfezione!”
>
> “Cadetto, non si è ancora stancato di cercare ad ogni modo di far uso delle
> lusinghe?”
>
> Bryan sospirò abbassando un po’ il capo “Si, Comandante, mi scusi”
>
> “Cadetto Morein, lei è una persona intelligente, e sono convinta che possa
> avere un futuro nella flotta, ma deve smetterla di contare solo sul
> fascino!”
>
> Il giovane parve essere preso per un attimo di sorpresa “Beh.. ma
> veramente..”
>
> “Non mi fraintenda, non metto in dubbio che sia un’ottima strategia quella
> di giocarsi tutte le proprie carte, e se si ha un certo fascino naturale è
> senz’altro una marcia in più.. ma non crederà veramente di potersela cavare
> in questo lavoro solo contando sul suo bel faccino, vero?”
>
> “Beh, è un ottimo modo per rompere il ghiaccio”
>
> “Non posso negarlo, cadetto, ma ci deve essere anche molto di più! Il nostro
> mestiere è molto più sottile, e lei fa bene a tentare di affascinare il
> proprio interlocutore, ma prima di ciò lei deve imparare a capire chi le sta
> davanti” Dwalla fece una pausa “Non a tutti piace essere adulato, c’è chi lo
> troverebbe a dir poco fastidioso e potrebbe arrivare perfino ad adirarlo, e
> mi creda.. una persona innervosita sarà ben poco accondiscendente verso le
> sue richieste”
>
> Il giovane rimase silenzioso ad osservare la donna
>
> “Ad esempio, lei sta cercando di affascinarmi, ma lei di me cosa ha
> compreso? Che tipo di persona sono?” lo osserva “Ha tentato di capire a
> pieno come è fatta la sua interlocutrice? Io direi di no. Lei potrebbe non
> essere il mio tipo, no?” sorrise un attimo osservandolo In quel caso il suo
> visino servirebbe a poco non crede?”
>
>
>
>
>
> USS Novalis, Ufficio del Capitano
>
> DT 16/07/2395, ore 11:35 - D.S. 72538.31
>
>
> Il Capitano ed il primo ufficiale erano accanto ai finestroni, silenziosi e
> pensierosi, ad osservare le stelle: nessuno dei due emetteva un fiato, ma
> entrambi stavano pensando agli ordini ricevuti dal Comando. Dopo qualche
> minuto fu il capitano a rompere gli indugi.
>
>
> “Gli ufficiali si sono occupati dei cadetti?”
>
> “Si Capitano, come da ordini” rispose Nimosit portando la propria attenzione
> a Kuribayashi
>
> “Molto bene. Ritengono che i cadetti siano pronti ad assumere i loro ruoli?”
> chiese il capitano osservando in volto il primo ufficiale.
>
> Nimosit non parlò immediatamente, ma dal suo sguardo era abbastanza palese
> la sua perplessità riguardo tutta la faccenda “Mettiamola così, la teoria
> c’è.. ma la pratica è tutta da vedere”
>
> Kuribayashi sospirò “Lo immaginavo”
>
>
> Entrambi si osservarono in volto per qualche attimo, sino a che il
> comunicatore del capitano ruppe il silenzio che si era creato, riportandoli
> alla realtà.
>
>
> =^= Plancia a Capitano Kuribayashi: siamo giunti al punto di rendez vous =^=
>
>
> Kuribayashi sospirò osservando Nimosit “Bene, e che la farsa abbia inizio”
> quindi si diresse all’uscita dell’ufficio.
>
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Ciao, Ric
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OOO Cmd. Coral Nimosit
Primo Ufficiale (FO)
Sez. Comando e Navigazione
USS Novalis NCC 1772
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