[Stml2] 16.14 - Un passo indietro e poi sempre avanti

Silvia Bianchini ltcomm.sibi a gmail.com
Ven 9 Mar 2018 18:44:43 CET


Ecco qui il mio pezzo molto intimo che si colloca temporalmente esattamente
prima di quello di Riccardo.
Non è molto lungo, ma spero vi piaccia 😊
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*Utopia Planitia - Molo di Attracco 6*

*USS Novalis – Alloggio del Consigliere*

*D.T 01/04/2396 – 11.00*



Non era più entrata nel suo alloggio da quattro giorni, quando dopo uno dei
turni più lunghi e pesanti della sua carriera, in cui aveva visto morire
amici e colleghi, quando, sporca di sangue e fuliggine, Dwalla aveva
trovato la sua porta bloccata e un avviso della sicurezza che la avvisava
che era avvenuta una decompressione nell'area dei suoi alloggi ed era stata
riassegnata in un alloggio ufficiali del ponte 5 che era diventato libero.
una strana espressione per dire che lo sfortunato occupante non ce l'aveva
fatta.

Si era quindi trascinata con la caviglia slogata per due ponti sotto e
aveva sentito il dolore dell'equipaggio, ma anche la solidarietà e il
coraggio e tutto il meglio della Flotta Stellare. Aveva passato quindi la
notte nella vasca da bagno a provare a togliersi di dosso l'odore del
sangue e la distruzione dagli occhi e dalla mente, tanto sapeva che non
sarebbe mai riuscita a dormire nel letto del Tenente Kelzon che aveva visto
morire tra le sue braccia.

Poi c'erano stati i funerali solenni e le parole di conforto che aveva
elargito a tutti e le decine di rapporti che aveva dovuto scrivere. Troppe
cose, troppo da dire e da fare per realizzare e pensare a quello che era
accaduto e a quello che sarebbe accaduto di li in avanti. E ora aveva
ricevuto l'ordine di sbarco e tre mesi di licenza. Chissà come li avrebbe
impiegati. anche se era sicura che il suo amico Nathan le avrebbe senza
dubbio proposto qualche terrificante campeggio nella giungla a farsi
mangiare dalle zanzare.

Aprì la porta della suo alloggio. Solo lo scintillio del campo di forza
stava impedendo la decompressione dovuta a una frattura dello scafo
all’altezza di quelle che una volta erano le sue finestre sullo spazio.
Tutte le sue cose erano volate qua e la attirate verso il vuoto e la
maggior parte di loro perse per sempre. Si guardò intorno preoccupata, ma
si rasserenò nel vedere che l’unica cosa di vero valore era rimasta
bloccata tra il comodino e il letto. Una vecchia scatola di legno
recuperata dall'alloggio di sua madre sulla USS Nereide che raccolse e
aprì. Dentro erano conservati qualche dischetto di olofoto dei suoi
genitori e di suo marito Claude, tutti morti troppo presto nel compimento
del loro servizio. Il suo diario e le sue onorificenze e un dente di una
specie di lupo romulano a cui Nathan aveva sparato in una battuta di caccia
organizzata dal Senatore Anthalx per festeggiare il successo della
cooperazione con la Federazione durante la Guerra del Dominio. Li guardò
per qualche minuto, indugiando nei ricordi, poi trovò il badge d’oro della
Flotta Stellare di Claude.

"Tu ne avresti salvati di più, almeno quanti ne avrebbe salvati il dottor
Di Maria, ma ho fatto il mio dovere e so che saresti stato fiero di me"

Lo portò delicatamente alle labbra e poi lo richiuse con delicatezza nella
scatola e la infilò nel borsone. Se è importante conservare il passato
perché è quello che fa di noi quello che siamo, non è però corretto
crogiolarcisi dentro perché come era solita affermare si sarebbe corso il
rischio di non vedere quello che ci aspettava davanti.

Frugò nel disastro per recuperare quello che poteva. Qualche vestito
miracolosamente rimasto impigliato nelle grucce, l'intimo rimasto nei
cassetti, l'Alta Uniforme che era sempre conservata nel baule inchiodato
davanti al letto e la scatoletta con le fiches e le carte da gioco. Diede
un'ultima occhiata e poi, senza più voltarsi, uscì.

Girando per la nave, piena di tecnici che stavano valutando i danni, si era
resa conto che alla fine non importava. Quello che importava veramente
erano le persone. Non dove. Non quando. Non Come. ma CHI. E quelle persone
con cui aveva condiviso così tanto in soli due anni di permanenza a bordo
ormai facevano parte di lei.

Raggiunse la sala teletrasporto 1 e notò il bagaglio di Coral appoggiato su
un lato.

"Tenente, sa dove è andato il Comandante Nimosit?"

"No, comandante. glielo cerco"

"Grazie"

Il giovane tenente attivò la consolle e dopo qualche secondo si rivolse
nuovamente al suo superiore "Il Comandante Nimosit è in Sala Riunioni sul
ponte 3. glielo chiamo?"

"Non si preoccupi. Lo vado a chiamare io stessa"






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Lt. Commander Dwalla Thevek
Counselor (CNS)
USS Vancouver - NX 75722
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"Se ti guardi sempre indietro non puoi vedere quello che hai davanti"
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