[Stml2] 16.14 - Un passo indietro e poi sempre avanti
Coral Nimosit
coral.nimosit a gmail.com
Ven 9 Mar 2018 19:52:59 CET
Bellissimo Sibi! Personale ed intimo ma allo stesso tempo equilibrato.
Direi che lo sbarco degli ufficiali stia prendendo forma. Molto bene 👍.
Il ven 9 mar 2018 18:44 Silvia Bianchini <ltcomm.sibi a gmail.com> ha scritto:
> Ecco qui il mio pezzo molto intimo che si colloca temporalmente
> esattamente prima di quello di Riccardo.
> Non è molto lungo, ma spero vi piaccia 😊
> =========================
>
> *Utopia Planitia - Molo di Attracco 6*
>
> *USS Novalis – Alloggio del Consigliere*
>
> *D.T 01/04/2396 – 11.00*
>
>
>
> Non era più entrata nel suo alloggio da quattro giorni, quando dopo uno
> dei turni più lunghi e pesanti della sua carriera, in cui aveva visto
> morire amici e colleghi, quando, sporca di sangue e fuliggine, Dwalla aveva
> trovato la sua porta bloccata e un avviso della sicurezza che la avvisava
> che era avvenuta una decompressione nell'area dei suoi alloggi ed era stata
> riassegnata in un alloggio ufficiali del ponte 5 che era diventato libero.
> una strana espressione per dire che lo sfortunato occupante non ce l'aveva
> fatta.
>
> Si era quindi trascinata con la caviglia slogata per due ponti sotto e
> aveva sentito il dolore dell'equipaggio, ma anche la solidarietà e il
> coraggio e tutto il meglio della Flotta Stellare. Aveva passato quindi la
> notte nella vasca da bagno a provare a togliersi di dosso l'odore del
> sangue e la distruzione dagli occhi e dalla mente, tanto sapeva che non
> sarebbe mai riuscita a dormire nel letto del Tenente Kelzon che aveva visto
> morire tra le sue braccia.
>
> Poi c'erano stati i funerali solenni e le parole di conforto che aveva
> elargito a tutti e le decine di rapporti che aveva dovuto scrivere. Troppe
> cose, troppo da dire e da fare per realizzare e pensare a quello che era
> accaduto e a quello che sarebbe accaduto di li in avanti. E ora aveva
> ricevuto l'ordine di sbarco e tre mesi di licenza. Chissà come li avrebbe
> impiegati. anche se era sicura che il suo amico Nathan le avrebbe senza
> dubbio proposto qualche terrificante campeggio nella giungla a farsi
> mangiare dalle zanzare.
>
> Aprì la porta della suo alloggio. Solo lo scintillio del campo di forza
> stava impedendo la decompressione dovuta a una frattura dello scafo
> all’altezza di quelle che una volta erano le sue finestre sullo spazio.
> Tutte le sue cose erano volate qua e la attirate verso il vuoto e la
> maggior parte di loro perse per sempre. Si guardò intorno preoccupata, ma
> si rasserenò nel vedere che l’unica cosa di vero valore era rimasta
> bloccata tra il comodino e il letto. Una vecchia scatola di legno
> recuperata dall'alloggio di sua madre sulla USS Nereide che raccolse e
> aprì. Dentro erano conservati qualche dischetto di olofoto dei suoi
> genitori e di suo marito Claude, tutti morti troppo presto nel compimento
> del loro servizio. Il suo diario e le sue onorificenze e un dente di una
> specie di lupo romulano a cui Nathan aveva sparato in una battuta di caccia
> organizzata dal Senatore Anthalx per festeggiare il successo della
> cooperazione con la Federazione durante la Guerra del Dominio. Li guardò
> per qualche minuto, indugiando nei ricordi, poi trovò il badge d’oro della
> Flotta Stellare di Claude.
>
> "Tu ne avresti salvati di più, almeno quanti ne avrebbe salvati il dottor
> Di Maria, ma ho fatto il mio dovere e so che saresti stato fiero di me"
>
> Lo portò delicatamente alle labbra e poi lo richiuse con delicatezza nella
> scatola e la infilò nel borsone. Se è importante conservare il passato
> perché è quello che fa di noi quello che siamo, non è però corretto
> crogiolarcisi dentro perché come era solita affermare si sarebbe corso il
> rischio di non vedere quello che ci aspettava davanti.
>
> Frugò nel disastro per recuperare quello che poteva. Qualche vestito
> miracolosamente rimasto impigliato nelle grucce, l'intimo rimasto nei
> cassetti, l'Alta Uniforme che era sempre conservata nel baule inchiodato
> davanti al letto e la scatoletta con le fiches e le carte da gioco. Diede
> un'ultima occhiata e poi, senza più voltarsi, uscì.
>
> Girando per la nave, piena di tecnici che stavano valutando i danni, si
> era resa conto che alla fine non importava. Quello che importava veramente
> erano le persone. Non dove. Non quando. Non Come. ma CHI. E quelle persone
> con cui aveva condiviso così tanto in soli due anni di permanenza a bordo
> ormai facevano parte di lei.
>
> Raggiunse la sala teletrasporto 1 e notò il bagaglio di Coral appoggiato
> su un lato.
>
> "Tenente, sa dove è andato il Comandante Nimosit?"
>
> "No, comandante. glielo cerco"
>
> "Grazie"
>
> Il giovane tenente attivò la consolle e dopo qualche secondo si rivolse
> nuovamente al suo superiore "Il Comandante Nimosit è in Sala Riunioni sul
> ponte 3. glielo chiamo?"
>
> "Non si preoccupi. Lo vado a chiamare io stessa"
>
>
>
>
>
>
> ========================
> Lt. Commander Dwalla Thevek
> Counselor (CNS)
> USS Vancouver - NX 75722
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> "Se ti guardi sempre indietro non puoi vedere quello che hai davanti"
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