[Stml2] [TURNO]: Sergio/McLeods dal 02/06 al 16/06
Mauro Fenzio
oxila79 a gmail.com
Mar 18 Giu 2019 22:11:31 CEST
Oltre ai punti che ha evidenziato ilenia (con cui concordo pienamente) ci
sono un paio di precisazioni che vorrei fare.
Nel brano si dice che noi resisteremmo altri due tre minuti, ma noi non
siamo tutti la medesima razza quindi ci sono varie differenze magari una
razza sviluppa una miglior resistenza alla pressione e altre una peggiore
ci sarebbe il rischio per questi che possa succedere qualcosa. Oltre alla
razza bisogna tenere conto anche delle differenze tra soggetto e soggetto
se uno avesse anche una banale tosse rischierebbe grosso.
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Il giorno mar 18 giu 2019 alle ore 22:08 Ilenia De Battisti <
fulmine791 a gmail.com> ha scritto:
> Buonasera,
>
> chiedo perdono a tutti per due motivi. Il primo motivo è il ritardo nella
> risposta, ma non è esattamente un bel periodo e il mio tempo libero si è
> drasticamente ridotto sino ad annullarsi quasi completamente.
>
> In secondo luogo perchè mi rendo conto che con questo commento suonerò
> come la bastian contraria della situazione.
>
> Partendo dalla cosa più semplice, suggerirei di inserire la dicitura
> flashback quando si fa un passo indietro, temporalmente parlando, nella
> narrazione; per capirsi, nulla mi vieta di raccontare cosa è accaduto
> martedì e poi proseguire tornando indietro a vedere cosa è successo lunedì,
> ma all’inizio del secondo pezzetto si indica questo “ritorno al passato”
> con la dicitura flashback.
>
> Il problema più importante sta nel piano che è stato adottato
> dall’equipaggio della Vancouver: fisiologicamente parlando è impossibile
> che le cose possano avvenire come descritte nel brano. Cerco di
> semplificare il discorso con la consapevolezza che potrebbe comunque
> apparire un po’ complicato. In questo brano il piano adottato è quello di
> immettere dell’elio attraverso il sistema di aerazione della nave per
> aumentare la pressione atmosferica; fin qui tecnicamente è possibile, se
> consideriamo la nave per come è strutturata è ben ipotizzabile che sotto
> alcuni frangenti possa fungere quasi da camera iperbarica. In questo modo
> si vorrebbe portare ad una sorta di edema polmonare di tutti i presenti,
> con l’unica differenza che i sulibani dovrebbero avere una resistenza di
> poco inferiore alla nostra. Ho capito l’idea di base ma ritengo vi siano
> una serie di considerazioni ulteriori che si debbano fare sulle conseguenze
> dell’idea nel brano a partire dalle premesse su cui si poggia il brano:
>
> -
>
> Viene immesso elio nel sistema di aerazione, ciò aumenta la pressione
> atmosferica senza che nessuno se ne accorga: l’elio non si può mescolare
> con l’aria perché ha una diversa densità ed è un gas nobile (per farla
> semplice è come mettere in un bicchiere acqua e olio, l’olio finirà sopra
> all’acqua), quindi l’elio si posizionerà nella parte alta del corridoio e
> sino a che non arriverà ad essere respirato nessuno andrà in giro con la
> voce da paperino, quindi è tecnicamente possibile che non si accorgano
> dell’elio.. ma dell’aumento di pressione? Questo non è possibile, perchè in
> caso di aumento non controllato della pressione ci sono aree del corpo che
> segnalerebbero il problema molto prima, ad esempio le orecchie. Per
> semplificare, vi è mai capitato in montagna quella fastidiosissima
> sensazione delle orecchie che si tappano? Quello è dovuto per la variazione
> di pressione, ovviabile tappandosi il naso e soffiando oppure deglutendo
> della saliva (manovre di decompressione). In fase aumento di pressione se
> non si decomprimono le orecchie si vedono le stelle (esperienza personale),
> sino ad arrivare alla rottura del timpano (rischio che corrono i
> subacquei), il che comporta delle lesioni alla coclea con estreme
> difficoltà al mantenersi in piedi (si perde completamente il senso
> dell’equilibrio). Quindi prima di arrivare all’embolia i nostri
> sgraditissimi ospiti avrebbero sofferto di altri sintomi che li avrebbero
> messi in campana.
> -
>
> Non conosco la fisiologia sulibana sino ad un punto tale da spingermi
> ad analizzare i fenomeni che dovrebbe colpire il loro organismo, ma conosco
> un po’ quella terrestre.. noi siamo una grossa cartina tornasole, quando un
> organo importante del nostro organismo inizia a cedere se ne vedono gli
> effetti sul corpo perchè cambia il colorito e di solito anche dagli occhi,
> ma cambia anche la nostra capacità di reagire alle situazioni; in una
> situazione simile tutto l’equipaggio sarebbe sbiancato, avrebbe iniziato a
> biascicare le parole e a respira come una macchinetta nel tentativo di
> ossigenare il cervello.. tanti altri segnali che non sarebbero sfuggiti ai
> sulibani;
> -
>
> L’embolia non ha un effetto così immediato, non esiste semplicemente
> un livello oltre il quale tutte le funzioni vitali entrano in crisi ma sino
> a quel momento più o meno si sta bene.. il peggioramento sarebbe stato
> nettamente più graduale e anche questo avrebbe portato i sulibani ad
> accorgersene;
> -
>
> Ammesso e non concesso che nonostante un equipaggio umano che ansima
> in maniera significativa, bianchi in volto e con notevoli difficoltà a fare
> alcunchè.. e ammettendo anche, cosa ancora più ardua, che non si siano
> accorti sino all’ultima che stavano per perdere i sensi, ci sono un altro
> paio di cose da notare:
> -
>
> Da come descrivono la situazione anche i nostri hanno un edema
> polmonare di una certa importanza (gli mancano due minuti ad andare in coma
> anche loro), non bastano pochi minuti di respirazione di aria normale per
> risolvere: probabilmente avrebbero bisogno di un vero e proprio drenaggio,
> minimo minimo la respirazione di ossigeno puro ma in questo caso ci
> vogliono svariate ore prima che possano essere in grado di riprendersi
> abbastanza da riuscire a svolgere le funzioni normali (probabilmente dei
> giorni);
> -
>
> Se tutti i membri della nave soffrono di una simile embolia non
> sono neppure in grado di tenersi in piedi, quindi chi potrebbe curare
> l’equipaggio? Minimo minimo bisogna far rientrare di corsa Di Maria dalla
> navetta ma anche così, ipotizzando che il medico rientri e curi tutti.. chi
> impedirà alla nave accando alla Vancouver di attaccare? L’intero equipaggio
> è fuori gioco a parte gli ufficiali sulle due navette.
> -
>
> Se i sulibani sono arrivati al punto massimo, non dovrebbero essere
> portati in celle detentive ma.. data la gravità, nella più ottimistica
> delle soluzioni in infermeria.. nella più realistica in obitorio. Se poi
> teniamo conto che la situazione non è delle migliori neppure per
> l’equipaggio, nessuno potrebbe dargli le cure di emergenza che gli
> occorrono e sarebbero destinati a morire tutti. Mi domando, il nostro
> capitano autorizzerebbe un piano che comporterebbe non solo la morte di
> decine di sulibani ma che metterebbe fuori gioco il suo stesso equipaggio?
>
>
> ps. Potrei suggerire l'invio di una nuova mail per un brano anziché
> inserirla sotto il turno di scrittura? Diverrebbe più semplice trovarla.
>
>
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