[Stml20] 12-15FT: Non tutti gli ingranaggi...(mai discutere con un idiota, la gente potrebbe non notare la differenza)

Capitano Shran cap.shran a gmail.com
Dom 26 Lug 2015 15:36:14 CEST


No vabbe io mi sono commossa leggendolo...
Spettacolare...
 Il 26/lug/2015 03:12 PM, "federico pirazzoli" <cmdrtkar a gmail.com> ha
scritto:

> Ok gente, ecco l'FT che avevo chiesto di poter fare...non é nulla di che,
> ma mi sembrava un tributo necessario a tutti quelli che abbiamo sterminato
> in questa avventura :-)
>
> ******************************************************
> Brano: 12-15FT
> Titolo: Non tutti gli ingranaggi...(mai discutere con un idiota, la gente
> potrebbe non notare la differenza)
> Autore: Tenente Comandante Rekon
> Brano Precedente: L'impresa di Tylca
> ******************************************************
>
> U.S.S. Marconi - 14/01/2395 Ore 00:31- Infermeria
>
> "Sedici ore?" ringhiò la voce di Rekon, con un tono così possente ed
> infuriato che - un passante casuale in corridoio - avrebbe pensato
> appartenesse ad un qualche gigante delle leggende, piuttosto che ad un
> botolo peloso Tellarita praticamente più largo che alto "Dovrei stare a
> riposo sedici fo***te ore, mentre la mia nave cade a pezzi per colpa di
> quei..." e qui il traduttore universale si rifiutò di tradurre il seguito
> dell'insulto. Evidentemente non era stato programmato da un linguista
> Tellarita.
>
> "Mi pare sia ciò che le ho prescritto..." confermò imperturbabile Kuwano,
> immobile a braccia conserte di fronte alla furia dell'ingegnere "ma forse
> ha problemi di udito...dovremo fare una verifica dei condotti uditivi. Si
> stenda, non ci vorrà più di un'oretta per sistemare il tutto. Dopodiché
> aggiungerò altre otto ore di convalescenza e..."
>
> "Ahhhhh, dannate scimmie senza peli!" grugnì esasperato Rekon, mentre con
> un colpo di zampa allontanava la sonda che l'Umano aveva recuperato "Come
> diavolo pensate che possa rimettere in sesto questa baracca di nave
> stellare se, dopo averla usata senza il minimo rispetto per il lavoro di
> chi la rattoppa ogni giorno, non mi fate neppure lavorare???"
>
> "Ha rimandato questa visita di quasi 12 ore, Comandante..." rispose
> Kuwano, imperturbabile non meno di un Vulcaniano, per quanto vi fosse
> qualcosa in fondo allo sguardo, forse l'assenza del solito cinico
> divertimento che accompagnava quelle situazioni "sono certo che ha già
> provveduto alle riparazioni più urgenti, e la sua seconda ha avuto tempo di
> riposare, a differenza sua."
>
> "Lasci Maria fuori da questa discussione!" ringhiò Rekon "É una bambina,
> una bambina dotata, ma pur sempre una bambina!"
>
> "É un Ufficiale della Flotta Stellare con dieci anni di esperienza e,
> prima del suo arrivo, ha ricoperto l'incarico di Facente Funzioni di Capo
> Ingegnere!"
>
> "Qui non stiamo parlando delle sue competenze tecniche, se non fosse più
> che preparata non l'avrei presa come mio vice neppure se me l'avesse
> chiesto il Comandante in Capo della dannata Flotta!" ringhiò però - ormai
> più di frustrazione che per altro - il Capo Ingegnere "Qui si sta parlando
> di sedici ore chiuso in cabina! E per cosa? Solo perché sono rimasto in
> dimensione formica Kaariana qualche minuto più degli altri!"
>
> "Lei ha quasi avuto un collasso dell'intero apparato Cardiorespiratorio,
> Rekon!" ribatté - stavolta visibilmente alterato Kuwano. Evidentemente il
> medico non aveva gradito la minimizzazione del lavoro che aveva dovuto
> effettuare sugli organi interni del Tellarite per tenerli insieme...o forse
> il fatto che - dopo tutto quel lavoro - Rekon si era volatilizzato
> dall'Infermeria e aveva fatto un turno di lavoro di 12 ore per consentire
> alla nave di riprendere la rotta per DS16 Gamma senza dover essere trainata
> dalla flottiglia Andoriana "Davvero non capisco, ci tiene così poco alla
> sua vita?"
>
> "Se ci tenessi alla mia pelle non avrei lasciato un comodo lavoro su
> Tellar, dove potevo dormire nel mio letto, per farmi sbattere in mezzo a
> tutti i matti che ci sono in questo quadrante di spazio, le pare?" ghignò
> il Tellarita, apparentemente soddisfatto di aver intaccato la maschera del
> medico "Sei ore!"
>
> Kuwano contrasse i pugni leggermente, alla vista delle piccole zanne che
> spuntavano dalla bocca del Tellarita, quindi ribatté gelido "Questa non é
> una contrattazione sul prezzo di una dannata birra in un bar Ferengi, ma la
> prescrizione di un medico! Si riposerà 16 ore, o provvederò personalmente a
> sedarla e far isolare la porta del suo alloggio!"
>
> "Va bene, va bene...ho capito..." grugnì il Tellarita, dando le spalle al
> medico e avviandosi all'uscita dell'infermeria "dodici ore..."
>
> "Diciotto!" ribatté stizzito l'asiatico, ma stava ormai parlando ad una
> porta chiusa.
>
> U.S.S. Marconi -  14/01/2395 Ore 06:05 - Alloggio del Tenente Comandante
> Rekon
>
> Rekon si rigirò per l'ennesima volta nel letto, finendo per aggrovigliarsi
> ancor di più nelle leggere lenzuola che si era buttato addosso prima di
> tentare di dormire. Con una di quelle bestemmie che normalmente facevano
> cambiare strada a metà dei membri dell'equipaggio, il vecchio Tellarita
> riuscì a divincolarsi dalla trappola di tessuto sintetico quel tanto che
> bastava per liberare il braccio destro e recuperare un antico orologio a
> cipolla poggiato sul comodino.
>
> Con un leggero click le tozze dita aprirono lo sportellino metallico e,
> dopo aver lanciato una rapida occhiata all'ora, l'Ingegnere sbuffò e fissò
> i piccoli occhi nelka foto incastonata nell'altra metà dell'orologio.
>
> Nelle ore trascorse da quando aveva lasciato l'infermeria si era chiuso in
> alloggio, aveva mangiato, aveva tentato di leggere un libro e cercato di
> riparare un vecchio orologio a parete comprato in un mercatino
> dell'antiquariato di un qualche dannato pianeta del Quadrante Gamma. Vista
> la scarsa passione che aveva messo in tutte queste cose, aveva poi deciso
> di provare a dormire, cosa che stava inutilmente cercando di fare da più di
> un'ora.
>
> "Immagino che sei ore di riposo e sei di attività leggera non siano molto
> diverse da dodici di riposo, giusto ragazze mie?" domandò alla foto, prima
> di sbuffare nuovamente ed emergere dal groviglio di coperte. Fatto ciò si
> buttò sotto la doccia sonica e - cinque minuti dopo - indossava una nuova
> uniforme pulita e stava dirigendo a passo di carica verso il turboascensore
> più vicino.
>
> U.S.S. Marconi - 14/01/2395 Ore 06:17  - Sala Macchine
>
> Il Tenente Seville stava tenendo sotto controllo il flusso di plasma alla
> gondola di dritta, quando le porte della Sala Macchine si aprirono
> permettendo a tutti i presenti di udire distintamente il brontolio del Capo
> Ingegnere, ben prima che la sua tozza figura diventasse visibile.
>
> "Buonasera Capo..." salutò Maria, senza alzare lo sguardo da ciò che stava
> facendo, mentre i presenti smettevano in fretta di osservare il Tellarita e
> si affrettavano a ricominciare a lavorare con concentrazione raddoppiata
> non appena ne ebbero notato l'espressione "non la aspettavamo prima di
> domani..."
>
> "Sì, beh...non mi sentivo tranquillo a lasciarvi lavorare da solo. Ci
> tengo a non svegliarmi domattina, trovando il mio alloggio che fluttua
> nello spazio perché nel frattempo il resto della nave é finita a pezzi."
> ringhiò il Capo Ingegnere, cominciando a scorrere la lista degli interventi
> di riparazione in corso e programmati, probabilmente alla ricerca di un
> intervento che necessitasse delle sue esperienze e competenze.
>
> Mentre il Tellarita grugniva, Maria terminò la sua ricalibrazione senza
> parlare. Conosceva Rekon da più di un anno e sapeva che anche il suo capo,
> per quanto apparisse burbero, scontroso ed apparentemente in perenne guerra
> con l'universo, aveva un cuore che non sarebbe potuto rimanere insensibile
> alla tragedia di cui erano stati tutti testimoni. Semplicemente Rekon aveva
> un modo tutto suo di esternare quel dolore.
>
> "C'é da dire che il nostro Capo Ingegnere ha piena fiducia nella sua
> sezione..." commentò il Guardiamarina Menher - uno dei rimpiazzi giunti
> sulla Marconi il giorno prima - avendo comunque cura di parlare solo dopo
> che il Tellarita, recuperato il kit ingegneristico, era sparito in un Tubo
> di Jeffries.
>
> Il Tenente Seville guardò per un momento il Risiano che aveva parlato poi,
> senza neppure guardare il terminale consultato da Rekon, rispose "Non si
> faccia ingannare dalle sceneggiate del Vecchio, Guardiamarina...raramente
> quel che dice un Tellarita arrabbiato é ciò che realmente pensa. Se non mi
> crede, controlli i registri di manutenzione."
>
> Il nuovo arrivato si guardò intorno alla ricerca di chiarimenti sulle
> facce dei colleghi, ma tutti parevano concordare con la valutazione del
> Tenente Seville. Un po' incuriosito, il ragazzo fece l'accesso ai registri
> e si accorse che - nonostante ciò che aveva detto - l'Ingegnere Capo non
> aveva reclamato per sé la riparazione di un sistema critico, ma di un
> banale condotto ODN sul ponte 20, in una zona remota della nave.
>
> Un posto dove nessuno sarebbe capitato per caso a distrarlo dai suoi
> pensieri.
>
> U.S.S. Marconi -  14/01/2395 Ore 08:15 - Tubi di Jeffries, Ponte 20
> Intersezione 32
>
> Trovare Rekon non era esattamente un'impresa epica, tenendo conto del
> fatto che i borbottii indispettiti del vecchio Tellarita si sentivano più o
> meno ad un Ponte di distanza, benché amplificati e distorti dalla strana
> acustica dei Tubi di Jeffries.
>
> Quando Resed raggiunse l'Intersezione 32, l'Ingegnere Capo aveva smontato
> circa due metri lineari di copertura metallica dalla paratia e stava
> armeggiando con insulti e cacciavite sonico per rimuovere alcuni condotti
> dati. Il Boliano si fermò a circa un metro dal proprio superiore,
> attendendo fosse questi a rivolgergli la parola. Conoscendolo ci sarebbe
> voluto un po' ma - se lo avesse chiamato - quello stesso tempo sarebbe
> stato impiegato in insulti fantasiosi e, al momento, Resed non era
> dell'umore adatto.
>
> Sorprendendo entrambi, comunque, Rekon sollevò lo sguardo dal proprio
> lavoro e, data un'occhiata al volto tondeggiante del giovane Boliano,
> ringhiò un "Beh? Che diavolo stai aspettando, un invito scritto su carta
> pergamena? Prendi gli attrezzi e scollega l'altro lato di questo maledetto
> condotto..."
>
> Più per istinto di autoconservazione che per altro, Resed agì, chinandosi
> sul modulo danneggiato e cominciando a dissaldarne i collegamenti. Si era
> preparato un lungo discorso da fare a Rekon, un discorso che neppure lui
> sapeva bene dove sarebbe andato a parare, ma il Tellarite lo aveva
> spiazzato, offrendogli subito di lavorare con lui.
>
> Per un paio di minuti il giovane Capo lavorò su di un condotto dati fuso,
> cercando di scollegarlo senza danneggiare le parti sane del circuito e
> scorticandosi le dita nel farlo "P'ter ni ka...tri tu kolork!" borbottò a
> bassa voce, portandosi il dito pulsante in bocca ed usando, senza neppure
> accorgersene, una di quelle frasi gentili del suo capo, una di quelle che
> il Traduttore Universale rifiutava di tradurre e che - una volta riportata
> in Standard - avrebbe suonato più o meno come una constatazione del fatto
> che la madre del soggetto cui era destinata di mestiere era una meretrice
> con preferenze per relazioni aperte con soggetti non molto raccomandabili e
> dalla discutibile igiene personale.
>
> Rekon sollevò per la seconda volta lo sguardo dal lavoro e ghignò
> divertito, commentando "Non male, ancora un po' di lavoro e potremo fare di
> te un bestemmiatore più che decente..."
>
> Resed gli lanciò un'occhiataccia e rimase un momento in silenzio, prima di
> rimettersi al lavoro e dire "Almeno sarei bravo in qualcosa...visto che nel
> mio lavoro faccio pena..."
>
> "E questo chi lo avrebbe detto?" chiese il Tellarita, finendo finalmente
> di smontare il condotto e cominciando ad esaminarlo ad occhio nudo,
> annusandolo quasi il pezzo, come se i suoi sensi potessero dirgli più dei
> tricoder.
>
> "Non mi sembra di essere stato in grado di fare qualcosa per salvare
> l'Arca..." ammise il giovane, aprendo il tricoder e controllando i punti di
> contatto, per verificare fossero sani e pronti per essere collegati al
> pezzo sostituto che Rekon si era portato dietro "se al mio posto ci fosse
> stata il Tenente Seville..."
>
> "E se mia nonna avesse avuto due unità anti-G sarebbe stata una levicar!"
> commentò il Tellarita, interrompendolo seccamente "Credi forse dipenda da
> te? Che tutto quel casino, due navi generazionali coinvolte in una guerra
> iniziata ottocento anni fa e tutto il resto dipenda da te? Se é così hai
> sbagliato lavoro, ragazzo. Dovevi intraprendere la carriera di Comando, non
> quella di ingegneria!"
>
> Poi, mentre Resed rifletteva su quelle parole, il vecchio ingegnere
> aggiunse "E sarebbe stato un peccato, visto che come ingegnere te la cavi
> bene. Mica come quella testa di c@##o che ha dichiarato buono questo
> pezzo prima di installarlo. Ma se lo becco torco il collo a lui e a quelli
> della ODN Systems che lo hanno fabbricato..."
>
> Ciò detto buttò a terra il pezzo guasto e si mise a collegare un lato di
> quello nuovo, continuando al contempo a parlare "No, ragazzo, non c'era
> nulla di più che avresti potuto fare. Né tu, ne Tara né il Capitano...."
>
> "Ma...tutta quella gente..." provò a dire Resed, mentre anche lui iniziava
> a ricollegare il condotto, quasi senza guardarlo. Si trattava di un lavoro
> semplice, che entrambi erano in grado di fare quasi senza pensare.
>
> "Tutta quella gente é andata..." ribatté rudemente Rekon, scuotendo il
> testone e trattenendosi a stento dallo sputare per terra "e non c'é nessun
> miracolo che noi potremo fare per salvarli. Ricordatelo Resed...se vuoi
> fare questo lavoro, c'é una cosa che devi imparare. Non sempre si vince.
> Non sempre si salvano tutti, perché non tutti gli ingranaggi possono essere
> aggiustati. Ci sarà sempre un pazzo disposto a distruggere sé stesso per
> portarsi dietro il nemico, o un impero di conquistatori da quattro soldi,
> che pensano che i mondi appena oltre il confine gli spettino di diritto...o
> un trasporto col motore difettoso..."
>
> "Ma io mi sento uno schifo..." affermò il Boliano, cominciando a saldare
> in posizione il nuovo pezzo, ma fissando ora Rekon, stupito dall'ultima
> parte della frase, che gli pareva qualcosa di personale.
>
> "E ci mancherebbe...hai assistito all'estinzione di tre specie! Che razza
> di schifo di persona saresti se non ti sentissi uno schifo?" ribatté il
> Tellarita, mettendo nuovamente in posizione la copertura del condotto, dopo
> aver verificato che il nuovo sistema funzionasse "Ascolta ragazzo...non
> sempre li puoi salvare, bisogna accettarlo e fare del proprio meglio perché
> succeda meno volte possibile. Ma quando succede...beh...vai avanti, perché
> c'é altra gente che avrà ancora bisogno di te. Il trucco..."
>
> Resed gli lanciò un'occhiata incuriosita e Rekon gli diede una pacca sulla
> spalla, prima di recuperare la cassetta degli attrezzi e completò "il
> trucco é ammortizzare la botta...in questo il tran tran quotidiano aiuta e
> - quando non basta - anche una buona bottiglia in compagnia schifo non
> fa..."
>
> Resed rimase in silenzio diversi altri secondi, quindi chiese, quasi
> titubante "Capo... vuoi... venire al Bar di Prora a bere qualcosa?"
>
> "Ti sembro forse una ragazzina da invitare a bere qualcosa?" ringhiò di
> rimando il Capo Ingegnere quindi, dopo essersi fatto una risata, aggiunse
> "Sono vecchio per queste cose, ragazzo...ora sistemo un'ultimo dettaglio e
> me ne vado dritto a letto. Non ce li hai degli amici o una ragazza da
> invitare a bere?"
>
> "Una...ragazza?" balbettò Resed, quasi facendo cadere a terra il Tricoder
> che teneva in mano.
>
> "Un umanoide di sesso femminile, ragazzo...hai presente?" gli chiese il
> Tellarita, ora evidentemente divertito "creature più o meno simili a noi,
> ma con qualcosa in meno sotto e qualcosa in più sopra...sai, di quelle con
> le quali ci si fanno un mucchio di marmocchietti, blu nel tuo caso. Hai
> presente o devo farti un disegnino?"
>
> U.S.S. Marconi - 14/01/2395 Ore 08:31 - Prigioni
>
> Con un po' di titubanza, le guardie fecero passare Rekon. Il Capitano
> aveva dato disposizione che i due Adesto sopravvissuti fossero trattenuti
> in blocchi detentivi diversi e non ricevessero visite da parte
> dell'equipaggio, ma l'Ingegnere Capo della Marconi non era una persona
> facile da distogliere dalle proprie posizioni e aveva liquidato la cosa con
> un "Se avessi voluto morto quell'uomo avrei decompresso la sua cella...ora
> levatevi dai piedi!"
>
> Alla fine lo avevano fatto passare, ma erano entrati con lui per
> sicurezza. Rekon, comunque, da quando era arrivato lì non aveva fatto
> alcunché di aggressivo, limitandosi a fissare Darsa a braccia incrociate,
> in una specie di gioco a chi abbassava prima lo sguardo.
>
> "Si può sapere che diavolo vuoi da me?" sbottò alla fine l'Adesto,
> spezzando per primo il contatto visivo ed alzandosi in piedi, i pugni
> stretti tenuti all'altezza della vita in una posa difensiva.
>
> "Io?" ribatté Rekon con un ghigno che mise in mostra le corte zanne "Non
> voglio nulla, perché? Ero solo curioso di vedere se era vero che stavi
> festeggiando in cella..."
>
> "Abbiamo vinto..." ribatté l'alieno, mettendo su la sua migliore faccia da
> vincitore, che però non impressionò molto Rekon, il quale sentí unicamente
> un certo prurito alle mani ed il desiderio di togliere a sberle il sorriso
> da quel volto "perché non avrei dov..."
>
> "Sì, sì...bravo, bravo..." rispose l'Ingegnere Capo della Marconi,
> ignorandolo pari pari "no, scusa se ti interrompo mentre ti vanti di quanto
> siate stati forti e fedeli a voi stessi voi Adesto, ma ho sonno e la mia
> scorta di pazienza deve essere rimasta miniaturizzata, perché non la trovo.
> Comunque lascia che faccia io il riassunto, così finiamo prima..."
>
> Darsa parve confuso dalle parole del Tellarita, che ne approfittò per
> continuare "Tu e la tua gente siete riusciti nell'epica impresa di perdere
> otto secoli delle vostre esistenze per dar la caccia ai sopravvissuti
> Allesto - ai quali di voi non importava un beneamato fico secco, visto che
> erano ibernati - e quando li avete trovati siete riusciti nel vostro
> obiettivo di ammazzarli tutti, per vendicarvi di una scappatella di due
> ragazzi. E questo lo avete ottenuto al ragionevole prezzo dell'estinzione
> quasi completa di altre due razze: degli esseri ad uno stato evolutivo tale
> per cui neppure si rendevano conto di vivere in una nave stellare e la
> vostra stessa razza! Che dire, complimenti..."
>
> Quindi Rekon applaudì, un applauso lento che grondava sarcasmo
> "Sai...quando sono venuto qui avevo un mucchio di domande in testa, ma non
> serve te le faccia. Volevo sapere come accidenti fai a sopravvivere col
> genocidio di tre razze sulla coscienza, ma non serve, ho capito tutto."
>
> Il Tellarita fece un respiro profondo, pima di spiegare la sua ipotrsi "Un
> povero idiota...! Non sei altro che un povero idiota..."
>
> Quest'offesa non fece affatto piacere all'Adesto che, con un ringhio, si
> avventò sul suo interlocutore solo per essere respinto brutalmente dal
> campo di forza della cella, che lo scaraventò col sedere per terra.
>
> A questa scena Rekon si fece una piccola risata, quindi aggiunse "No,
> no...stai seduto, che tanto sto andando via. Sai, avevo pensato ad insulti
> molto articolati da rivolgerti, ma credo che non lo farò. In fondo sei
> l'ultimo superstite della tua specie, almeno moralmente, visto che il tuo
> degno compare mi é parso più interessato a salvare la sua pelle che a
> qualsiasi altra cosa. Quindi farò il Federale gentile e - tratto spunto dal
> saluto Vulcaniano - ti augurerò una Lunga Vita..."
>
> Ciò detto, sotto lo sguardo allibito delle due guardie di sicurezza che
> avevano assistito a tutta la scena, si voltò e fece per andarsene. Quando
> fu vicino alla porta, però, si voltò di nuovo e in tono gelido aggiunse
> "Sì, ti auguro di vivere a lungo nella consapevolezza che tutta la tua
> specie si é estinta per il gesto inutile di eliminare altre due specie che
> nemmeno avevate mai incontrato fino a ieri. Una vita lunga e solitaria...in
> compagnia dei soli fantasmi di chi hai ucciso! Ti saluto, genocida di tre
> specie...non credo tornerò a trovarti. Non vali il mio tempo..."
>
> E se ne andò a passo fiero, le spalle ben dritte. Fece solo pochi passi,
> prima di trovarsi di fronte il Dottor Kuwano, che lo osservava a braccia
> conserte accanto ad uno dei monitor di osservazione delle celle, dal quale
> aveva probabilmente assistito alla scenetta.
>
> "Dottore..." disse solo il vecchio Tellarita, procedendo a passo
> tranquillo verso il più vicino turboascensore.
>
> "Signor Rekon..." salutò col medesimo tono Kuwano, accodandosi
> all'Ingegnere. Quindi, con tono di conversazione da ascensore "sa, mi
> pareva di averla confinata nel suo alloggio con l'ordine di riposarsi,
> alcune ore fa..."
>
> "É possibile..." convenne l'Ingegnere Capo della Marconi senza scomporsi
> "é stata una giornata lunga e la mia memoria non é più quella di una
> volta..." quindi entrò nella cabina - seguito a ruota dal medico - e
> selezionò il Ponte 5, dove si trovava il suo alloggio.
>
> "Sì, una giornata lunga per tutti..." convenne l'asiatico, mantenendo
> sempre piatto il tono. In fondo, dopo un anno ben sapeva che con Rekon
> perdere la calma equivaleva a fare il suo gioco, un gioco in cui entrambi
> erano maestri ma il vecchio Tellarita aveva più esperienza "si figuri che
> mi pareva anche di aver ordinato al computer di chiudercela dentro per
> sedici ore..."
>
> "É possibile anche questo..." annuì gravemente Rekon, anche se il volto
> porcino si contorse in un ghigno divertito "ma deve tener conto del fatto
> che sta parlando del mio computer, e che io litigo con giovani medici
> competenti e zelanti da prima che lei sapesse sillabare la parola
> tracheotomia..."
>
> Su queste parole i due ufficiali superiori esaurirono i convenevoli e,
> dopo essersi guardati un lungo momento, rimasero in silenzio finché
> l'ascensore non li condusse vicino all'alloggio del più vecchio, che
> riprese la propria strada in silenzio, seguito dall'altro come un'ombra.
>
> "Sa..." aggiunse l'Umano dopo un po', quando si fermarono ad una
> intersezione per consentire il passaggio di un carrello anti-G chhe
> trasportava un grosso sostegno da installare da qualche parte "sulla Terra
> esiste un detto: Mai discutere con un idiota, la gente potrebbe non notare
> la differenza."
>
> Rekon pareva totalmente concentrato sul pezzo in transito, che sapeva
> diretto a rinforzare uno dei piloni di sostegno del Ponte, incrinato negli
> ultimi scontri, ma annuì comunque alle parole del compagno "Un detto
> saggio. Magari non proprio adatto alla mia gente, ma saggio."
>
> Quindi proseguirono senza parlare e, quando si trovarono all'ultima
> intersezione prima del suo alloggio, Rekon chiese "Cos'é, vuole venire a
> controllare che vada a dormire?"
>
> "Oh, sì...e le rimboccherò anche le coperte, dopo essermi accertato che
> non la ritroverò in giro per la nave a cercare di ammazzarsi facendo un
> lavoro che in questo momento non é in grado di fare..."
>
> "Bah..." borbottò il Tellarita, entrando nell'alloggio e dirigendosi ad un
> piccolo mobiletto posto vicino al replicatore "come se avessi bisogno della
> balia alla mia età. Le pare che - se non fossi stato conscio del mio
> livello di stanchezza - mi sarei messo a sostituire un dannato condotto
> dati con la nave in queste condizioni?"
>
> Quindi, dopo aver replicato due larghi bicchieri contenenti ghiaccio, tirò
> fuori dal mobiletto una bottiglia piuttosto vecchia contenente quello che
> pareva Whisky di Fuoco Altariano, un alcolico decisamente potente. Dopo
> averne versate due porzioni abbondanti, porse senza tante cerimonie uno dei
> due biccjieri all'Umano.
>
> Kuwano parve un momento perplesso, ma subito accettò il bicchiere. Non
> dissero nulla mentre bevevano il liquido altamente alcolico a piccoli
> sorsi...solo verso metà bicchiere, il dottore affermò gravemente "Non si
> può sempre salvare tutti..."
>
> "Ciò che si può fare é ricordarli..." confermò seriamente il collega,
> prima di colpire il bicchiere di Kuwano col suo in un brindisi silenzioso
> alla memoria delle vite spezzate quel giorno.
>
> ******************************************************
> END TRANSMISSION
> ******************************************************
>
>
>
>
>
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