[Stml20] 12-15FT: Non tutti gli ingranaggi...(mai discutere con un idiota, la gente potrebbe non notare la differenza)
Luca Bonetti
bonneuber a gmail.com
Dom 26 Lug 2015 17:33:30 CEST
Concordo, davvero spettacolare :D Bravo!
Il giorno 26 luglio 2015 15:36, Capitano Shran <cap.shran a gmail.com> ha
scritto:
> No vabbe io mi sono commossa leggendolo...
> Spettacolare...
> Il 26/lug/2015 03:12 PM, "federico pirazzoli" <cmdrtkar a gmail.com> ha
> scritto:
>
>> Ok gente, ecco l'FT che avevo chiesto di poter fare...non é nulla di che,
>> ma mi sembrava un tributo necessario a tutti quelli che abbiamo sterminato
>> in questa avventura :-)
>>
>> ******************************************************
>> Brano: 12-15FT
>> Titolo: Non tutti gli ingranaggi...(mai discutere con un idiota, la gente
>> potrebbe non notare la differenza)
>> Autore: Tenente Comandante Rekon
>> Brano Precedente: L'impresa di Tylca
>> ******************************************************
>>
>> U.S.S. Marconi - 14/01/2395 Ore 00:31- Infermeria
>>
>> "Sedici ore?" ringhiò la voce di Rekon, con un tono così possente ed
>> infuriato che - un passante casuale in corridoio - avrebbe pensato
>> appartenesse ad un qualche gigante delle leggende, piuttosto che ad un
>> botolo peloso Tellarita praticamente più largo che alto "Dovrei stare a
>> riposo sedici fo***te ore, mentre la mia nave cade a pezzi per colpa di
>> quei..." e qui il traduttore universale si rifiutò di tradurre il seguito
>> dell'insulto. Evidentemente non era stato programmato da un linguista
>> Tellarita.
>>
>> "Mi pare sia ciò che le ho prescritto..." confermò imperturbabile Kuwano,
>> immobile a braccia conserte di fronte alla furia dell'ingegnere "ma forse
>> ha problemi di udito...dovremo fare una verifica dei condotti uditivi. Si
>> stenda, non ci vorrà più di un'oretta per sistemare il tutto. Dopodiché
>> aggiungerò altre otto ore di convalescenza e..."
>>
>> "Ahhhhh, dannate scimmie senza peli!" grugnì esasperato Rekon, mentre con
>> un colpo di zampa allontanava la sonda che l'Umano aveva recuperato "Come
>> diavolo pensate che possa rimettere in sesto questa baracca di nave
>> stellare se, dopo averla usata senza il minimo rispetto per il lavoro di
>> chi la rattoppa ogni giorno, non mi fate neppure lavorare???"
>>
>> "Ha rimandato questa visita di quasi 12 ore, Comandante..." rispose
>> Kuwano, imperturbabile non meno di un Vulcaniano, per quanto vi fosse
>> qualcosa in fondo allo sguardo, forse l'assenza del solito cinico
>> divertimento che accompagnava quelle situazioni "sono certo che ha già
>> provveduto alle riparazioni più urgenti, e la sua seconda ha avuto tempo di
>> riposare, a differenza sua."
>>
>> "Lasci Maria fuori da questa discussione!" ringhiò Rekon "É una bambina,
>> una bambina dotata, ma pur sempre una bambina!"
>>
>> "É un Ufficiale della Flotta Stellare con dieci anni di esperienza e,
>> prima del suo arrivo, ha ricoperto l'incarico di Facente Funzioni di Capo
>> Ingegnere!"
>>
>> "Qui non stiamo parlando delle sue competenze tecniche, se non fosse più
>> che preparata non l'avrei presa come mio vice neppure se me l'avesse
>> chiesto il Comandante in Capo della dannata Flotta!" ringhiò però - ormai
>> più di frustrazione che per altro - il Capo Ingegnere "Qui si sta parlando
>> di sedici ore chiuso in cabina! E per cosa? Solo perché sono rimasto in
>> dimensione formica Kaariana qualche minuto più degli altri!"
>>
>> "Lei ha quasi avuto un collasso dell'intero apparato Cardiorespiratorio,
>> Rekon!" ribatté - stavolta visibilmente alterato Kuwano. Evidentemente il
>> medico non aveva gradito la minimizzazione del lavoro che aveva dovuto
>> effettuare sugli organi interni del Tellarite per tenerli insieme...o forse
>> il fatto che - dopo tutto quel lavoro - Rekon si era volatilizzato
>> dall'Infermeria e aveva fatto un turno di lavoro di 12 ore per consentire
>> alla nave di riprendere la rotta per DS16 Gamma senza dover essere trainata
>> dalla flottiglia Andoriana "Davvero non capisco, ci tiene così poco alla
>> sua vita?"
>>
>> "Se ci tenessi alla mia pelle non avrei lasciato un comodo lavoro su
>> Tellar, dove potevo dormire nel mio letto, per farmi sbattere in mezzo a
>> tutti i matti che ci sono in questo quadrante di spazio, le pare?" ghignò
>> il Tellarita, apparentemente soddisfatto di aver intaccato la maschera del
>> medico "Sei ore!"
>>
>> Kuwano contrasse i pugni leggermente, alla vista delle piccole zanne che
>> spuntavano dalla bocca del Tellarita, quindi ribatté gelido "Questa non é
>> una contrattazione sul prezzo di una dannata birra in un bar Ferengi, ma la
>> prescrizione di un medico! Si riposerà 16 ore, o provvederò personalmente a
>> sedarla e far isolare la porta del suo alloggio!"
>>
>> "Va bene, va bene...ho capito..." grugnì il Tellarita, dando le spalle al
>> medico e avviandosi all'uscita dell'infermeria "dodici ore..."
>>
>> "Diciotto!" ribatté stizzito l'asiatico, ma stava ormai parlando ad una
>> porta chiusa.
>>
>> U.S.S. Marconi - 14/01/2395 Ore 06:05 - Alloggio del Tenente Comandante
>> Rekon
>>
>> Rekon si rigirò per l'ennesima volta nel letto, finendo per
>> aggrovigliarsi ancor di più nelle leggere lenzuola che si era buttato
>> addosso prima di tentare di dormire. Con una di quelle bestemmie che
>> normalmente facevano cambiare strada a metà dei membri dell'equipaggio, il
>> vecchio Tellarita riuscì a divincolarsi dalla trappola di tessuto sintetico
>> quel tanto che bastava per liberare il braccio destro e recuperare un
>> antico orologio a cipolla poggiato sul comodino.
>>
>> Con un leggero click le tozze dita aprirono lo sportellino metallico e,
>> dopo aver lanciato una rapida occhiata all'ora, l'Ingegnere sbuffò e fissò
>> i piccoli occhi nelka foto incastonata nell'altra metà dell'orologio.
>>
>> Nelle ore trascorse da quando aveva lasciato l'infermeria si era chiuso
>> in alloggio, aveva mangiato, aveva tentato di leggere un libro e cercato di
>> riparare un vecchio orologio a parete comprato in un mercatino
>> dell'antiquariato di un qualche dannato pianeta del Quadrante Gamma. Vista
>> la scarsa passione che aveva messo in tutte queste cose, aveva poi deciso
>> di provare a dormire, cosa che stava inutilmente cercando di fare da più di
>> un'ora.
>>
>> "Immagino che sei ore di riposo e sei di attività leggera non siano molto
>> diverse da dodici di riposo, giusto ragazze mie?" domandò alla foto, prima
>> di sbuffare nuovamente ed emergere dal groviglio di coperte. Fatto ciò si
>> buttò sotto la doccia sonica e - cinque minuti dopo - indossava una nuova
>> uniforme pulita e stava dirigendo a passo di carica verso il turboascensore
>> più vicino.
>>
>> U.S.S. Marconi - 14/01/2395 Ore 06:17 - Sala Macchine
>>
>> Il Tenente Seville stava tenendo sotto controllo il flusso di plasma alla
>> gondola di dritta, quando le porte della Sala Macchine si aprirono
>> permettendo a tutti i presenti di udire distintamente il brontolio del Capo
>> Ingegnere, ben prima che la sua tozza figura diventasse visibile.
>>
>> "Buonasera Capo..." salutò Maria, senza alzare lo sguardo da ciò che
>> stava facendo, mentre i presenti smettevano in fretta di osservare il
>> Tellarita e si affrettavano a ricominciare a lavorare con concentrazione
>> raddoppiata non appena ne ebbero notato l'espressione "non la aspettavamo
>> prima di domani..."
>>
>> "Sì, beh...non mi sentivo tranquillo a lasciarvi lavorare da solo. Ci
>> tengo a non svegliarmi domattina, trovando il mio alloggio che fluttua
>> nello spazio perché nel frattempo il resto della nave é finita a pezzi."
>> ringhiò il Capo Ingegnere, cominciando a scorrere la lista degli interventi
>> di riparazione in corso e programmati, probabilmente alla ricerca di un
>> intervento che necessitasse delle sue esperienze e competenze.
>>
>> Mentre il Tellarita grugniva, Maria terminò la sua ricalibrazione senza
>> parlare. Conosceva Rekon da più di un anno e sapeva che anche il suo capo,
>> per quanto apparisse burbero, scontroso ed apparentemente in perenne guerra
>> con l'universo, aveva un cuore che non sarebbe potuto rimanere insensibile
>> alla tragedia di cui erano stati tutti testimoni. Semplicemente Rekon aveva
>> un modo tutto suo di esternare quel dolore.
>>
>> "C'é da dire che il nostro Capo Ingegnere ha piena fiducia nella sua
>> sezione..." commentò il Guardiamarina Menher - uno dei rimpiazzi giunti
>> sulla Marconi il giorno prima - avendo comunque cura di parlare solo dopo
>> che il Tellarita, recuperato il kit ingegneristico, era sparito in un Tubo
>> di Jeffries.
>>
>> Il Tenente Seville guardò per un momento il Risiano che aveva parlato
>> poi, senza neppure guardare il terminale consultato da Rekon, rispose "Non
>> si faccia ingannare dalle sceneggiate del Vecchio,
>> Guardiamarina...raramente quel che dice un Tellarita arrabbiato é ciò che
>> realmente pensa. Se non mi crede, controlli i registri di manutenzione."
>>
>> Il nuovo arrivato si guardò intorno alla ricerca di chiarimenti sulle
>> facce dei colleghi, ma tutti parevano concordare con la valutazione del
>> Tenente Seville. Un po' incuriosito, il ragazzo fece l'accesso ai registri
>> e si accorse che - nonostante ciò che aveva detto - l'Ingegnere Capo non
>> aveva reclamato per sé la riparazione di un sistema critico, ma di un
>> banale condotto ODN sul ponte 20, in una zona remota della nave.
>>
>> Un posto dove nessuno sarebbe capitato per caso a distrarlo dai suoi
>> pensieri.
>>
>> U.S.S. Marconi - 14/01/2395 Ore 08:15 - Tubi di Jeffries, Ponte 20
>> Intersezione 32
>>
>> Trovare Rekon non era esattamente un'impresa epica, tenendo conto del
>> fatto che i borbottii indispettiti del vecchio Tellarita si sentivano più o
>> meno ad un Ponte di distanza, benché amplificati e distorti dalla strana
>> acustica dei Tubi di Jeffries.
>>
>> Quando Resed raggiunse l'Intersezione 32, l'Ingegnere Capo aveva smontato
>> circa due metri lineari di copertura metallica dalla paratia e stava
>> armeggiando con insulti e cacciavite sonico per rimuovere alcuni condotti
>> dati. Il Boliano si fermò a circa un metro dal proprio superiore,
>> attendendo fosse questi a rivolgergli la parola. Conoscendolo ci sarebbe
>> voluto un po' ma - se lo avesse chiamato - quello stesso tempo sarebbe
>> stato impiegato in insulti fantasiosi e, al momento, Resed non era
>> dell'umore adatto.
>>
>> Sorprendendo entrambi, comunque, Rekon sollevò lo sguardo dal proprio
>> lavoro e, data un'occhiata al volto tondeggiante del giovane Boliano,
>> ringhiò un "Beh? Che diavolo stai aspettando, un invito scritto su carta
>> pergamena? Prendi gli attrezzi e scollega l'altro lato di questo maledetto
>> condotto..."
>>
>> Più per istinto di autoconservazione che per altro, Resed agì, chinandosi
>> sul modulo danneggiato e cominciando a dissaldarne i collegamenti. Si era
>> preparato un lungo discorso da fare a Rekon, un discorso che neppure lui
>> sapeva bene dove sarebbe andato a parare, ma il Tellarite lo aveva
>> spiazzato, offrendogli subito di lavorare con lui.
>>
>> Per un paio di minuti il giovane Capo lavorò su di un condotto dati fuso,
>> cercando di scollegarlo senza danneggiare le parti sane del circuito e
>> scorticandosi le dita nel farlo "P'ter ni ka...tri tu kolork!" borbottò a
>> bassa voce, portandosi il dito pulsante in bocca ed usando, senza neppure
>> accorgersene, una di quelle frasi gentili del suo capo, una di quelle che
>> il Traduttore Universale rifiutava di tradurre e che - una volta riportata
>> in Standard - avrebbe suonato più o meno come una constatazione del fatto
>> che la madre del soggetto cui era destinata di mestiere era una meretrice
>> con preferenze per relazioni aperte con soggetti non molto raccomandabili e
>> dalla discutibile igiene personale.
>>
>> Rekon sollevò per la seconda volta lo sguardo dal lavoro e ghignò
>> divertito, commentando "Non male, ancora un po' di lavoro e potremo fare di
>> te un bestemmiatore più che decente..."
>>
>> Resed gli lanciò un'occhiataccia e rimase un momento in silenzio, prima
>> di rimettersi al lavoro e dire "Almeno sarei bravo in qualcosa...visto che
>> nel mio lavoro faccio pena..."
>>
>> "E questo chi lo avrebbe detto?" chiese il Tellarita, finendo finalmente
>> di smontare il condotto e cominciando ad esaminarlo ad occhio nudo,
>> annusandolo quasi il pezzo, come se i suoi sensi potessero dirgli più dei
>> tricoder.
>>
>> "Non mi sembra di essere stato in grado di fare qualcosa per salvare
>> l'Arca..." ammise il giovane, aprendo il tricoder e controllando i punti di
>> contatto, per verificare fossero sani e pronti per essere collegati al
>> pezzo sostituto che Rekon si era portato dietro "se al mio posto ci fosse
>> stata il Tenente Seville..."
>>
>> "E se mia nonna avesse avuto due unità anti-G sarebbe stata una levicar!"
>> commentò il Tellarita, interrompendolo seccamente "Credi forse dipenda da
>> te? Che tutto quel casino, due navi generazionali coinvolte in una guerra
>> iniziata ottocento anni fa e tutto il resto dipenda da te? Se é così hai
>> sbagliato lavoro, ragazzo. Dovevi intraprendere la carriera di Comando, non
>> quella di ingegneria!"
>>
>> Poi, mentre Resed rifletteva su quelle parole, il vecchio ingegnere
>> aggiunse "E sarebbe stato un peccato, visto che come ingegnere te la cavi
>> bene. Mica come quella testa di c@##o che ha dichiarato buono questo
>> pezzo prima di installarlo. Ma se lo becco torco il collo a lui e a quelli
>> della ODN Systems che lo hanno fabbricato..."
>>
>> Ciò detto buttò a terra il pezzo guasto e si mise a collegare un lato di
>> quello nuovo, continuando al contempo a parlare "No, ragazzo, non c'era
>> nulla di più che avresti potuto fare. Né tu, ne Tara né il Capitano...."
>>
>> "Ma...tutta quella gente..." provò a dire Resed, mentre anche lui
>> iniziava a ricollegare il condotto, quasi senza guardarlo. Si trattava di
>> un lavoro semplice, che entrambi erano in grado di fare quasi senza pensare.
>>
>> "Tutta quella gente é andata..." ribatté rudemente Rekon, scuotendo il
>> testone e trattenendosi a stento dallo sputare per terra "e non c'é nessun
>> miracolo che noi potremo fare per salvarli. Ricordatelo Resed...se vuoi
>> fare questo lavoro, c'é una cosa che devi imparare. Non sempre si vince.
>> Non sempre si salvano tutti, perché non tutti gli ingranaggi possono essere
>> aggiustati. Ci sarà sempre un pazzo disposto a distruggere sé stesso per
>> portarsi dietro il nemico, o un impero di conquistatori da quattro soldi,
>> che pensano che i mondi appena oltre il confine gli spettino di diritto...o
>> un trasporto col motore difettoso..."
>>
>> "Ma io mi sento uno schifo..." affermò il Boliano, cominciando a saldare
>> in posizione il nuovo pezzo, ma fissando ora Rekon, stupito dall'ultima
>> parte della frase, che gli pareva qualcosa di personale.
>>
>> "E ci mancherebbe...hai assistito all'estinzione di tre specie! Che razza
>> di schifo di persona saresti se non ti sentissi uno schifo?" ribatté il
>> Tellarita, mettendo nuovamente in posizione la copertura del condotto, dopo
>> aver verificato che il nuovo sistema funzionasse "Ascolta ragazzo...non
>> sempre li puoi salvare, bisogna accettarlo e fare del proprio meglio perché
>> succeda meno volte possibile. Ma quando succede...beh...vai avanti, perché
>> c'é altra gente che avrà ancora bisogno di te. Il trucco..."
>>
>> Resed gli lanciò un'occhiata incuriosita e Rekon gli diede una pacca
>> sulla spalla, prima di recuperare la cassetta degli attrezzi e completò "il
>> trucco é ammortizzare la botta...in questo il tran tran quotidiano aiuta e
>> - quando non basta - anche una buona bottiglia in compagnia schifo non
>> fa..."
>>
>> Resed rimase in silenzio diversi altri secondi, quindi chiese, quasi
>> titubante "Capo... vuoi... venire al Bar di Prora a bere qualcosa?"
>>
>> "Ti sembro forse una ragazzina da invitare a bere qualcosa?" ringhiò di
>> rimando il Capo Ingegnere quindi, dopo essersi fatto una risata, aggiunse
>> "Sono vecchio per queste cose, ragazzo...ora sistemo un'ultimo dettaglio e
>> me ne vado dritto a letto. Non ce li hai degli amici o una ragazza da
>> invitare a bere?"
>>
>> "Una...ragazza?" balbettò Resed, quasi facendo cadere a terra il Tricoder
>> che teneva in mano.
>>
>> "Un umanoide di sesso femminile, ragazzo...hai presente?" gli chiese il
>> Tellarita, ora evidentemente divertito "creature più o meno simili a noi,
>> ma con qualcosa in meno sotto e qualcosa in più sopra...sai, di quelle con
>> le quali ci si fanno un mucchio di marmocchietti, blu nel tuo caso. Hai
>> presente o devo farti un disegnino?"
>>
>> U.S.S. Marconi - 14/01/2395 Ore 08:31 - Prigioni
>>
>> Con un po' di titubanza, le guardie fecero passare Rekon. Il Capitano
>> aveva dato disposizione che i due Adesto sopravvissuti fossero trattenuti
>> in blocchi detentivi diversi e non ricevessero visite da parte
>> dell'equipaggio, ma l'Ingegnere Capo della Marconi non era una persona
>> facile da distogliere dalle proprie posizioni e aveva liquidato la cosa con
>> un "Se avessi voluto morto quell'uomo avrei decompresso la sua cella...ora
>> levatevi dai piedi!"
>>
>> Alla fine lo avevano fatto passare, ma erano entrati con lui per
>> sicurezza. Rekon, comunque, da quando era arrivato lì non aveva fatto
>> alcunché di aggressivo, limitandosi a fissare Darsa a braccia incrociate,
>> in una specie di gioco a chi abbassava prima lo sguardo.
>>
>> "Si può sapere che diavolo vuoi da me?" sbottò alla fine l'Adesto,
>> spezzando per primo il contatto visivo ed alzandosi in piedi, i pugni
>> stretti tenuti all'altezza della vita in una posa difensiva.
>>
>> "Io?" ribatté Rekon con un ghigno che mise in mostra le corte zanne "Non
>> voglio nulla, perché? Ero solo curioso di vedere se era vero che stavi
>> festeggiando in cella..."
>>
>> "Abbiamo vinto..." ribatté l'alieno, mettendo su la sua migliore faccia
>> da vincitore, che però non impressionò molto Rekon, il quale sentí
>> unicamente un certo prurito alle mani ed il desiderio di togliere a sberle
>> il sorriso da quel volto "perché non avrei dov..."
>>
>> "Sì, sì...bravo, bravo..." rispose l'Ingegnere Capo della Marconi,
>> ignorandolo pari pari "no, scusa se ti interrompo mentre ti vanti di quanto
>> siate stati forti e fedeli a voi stessi voi Adesto, ma ho sonno e la mia
>> scorta di pazienza deve essere rimasta miniaturizzata, perché non la trovo.
>> Comunque lascia che faccia io il riassunto, così finiamo prima..."
>>
>> Darsa parve confuso dalle parole del Tellarita, che ne approfittò per
>> continuare "Tu e la tua gente siete riusciti nell'epica impresa di perdere
>> otto secoli delle vostre esistenze per dar la caccia ai sopravvissuti
>> Allesto - ai quali di voi non importava un beneamato fico secco, visto che
>> erano ibernati - e quando li avete trovati siete riusciti nel vostro
>> obiettivo di ammazzarli tutti, per vendicarvi di una scappatella di due
>> ragazzi. E questo lo avete ottenuto al ragionevole prezzo dell'estinzione
>> quasi completa di altre due razze: degli esseri ad uno stato evolutivo tale
>> per cui neppure si rendevano conto di vivere in una nave stellare e la
>> vostra stessa razza! Che dire, complimenti..."
>>
>> Quindi Rekon applaudì, un applauso lento che grondava sarcasmo
>> "Sai...quando sono venuto qui avevo un mucchio di domande in testa, ma non
>> serve te le faccia. Volevo sapere come accidenti fai a sopravvivere col
>> genocidio di tre razze sulla coscienza, ma non serve, ho capito tutto."
>>
>> Il Tellarita fece un respiro profondo, pima di spiegare la sua ipotrsi
>> "Un povero idiota...! Non sei altro che un povero idiota..."
>>
>> Quest'offesa non fece affatto piacere all'Adesto che, con un ringhio, si
>> avventò sul suo interlocutore solo per essere respinto brutalmente dal
>> campo di forza della cella, che lo scaraventò col sedere per terra.
>>
>> A questa scena Rekon si fece una piccola risata, quindi aggiunse "No,
>> no...stai seduto, che tanto sto andando via. Sai, avevo pensato ad insulti
>> molto articolati da rivolgerti, ma credo che non lo farò. In fondo sei
>> l'ultimo superstite della tua specie, almeno moralmente, visto che il tuo
>> degno compare mi é parso più interessato a salvare la sua pelle che a
>> qualsiasi altra cosa. Quindi farò il Federale gentile e - tratto spunto dal
>> saluto Vulcaniano - ti augurerò una Lunga Vita..."
>>
>> Ciò detto, sotto lo sguardo allibito delle due guardie di sicurezza che
>> avevano assistito a tutta la scena, si voltò e fece per andarsene. Quando
>> fu vicino alla porta, però, si voltò di nuovo e in tono gelido aggiunse
>> "Sì, ti auguro di vivere a lungo nella consapevolezza che tutta la tua
>> specie si é estinta per il gesto inutile di eliminare altre due specie che
>> nemmeno avevate mai incontrato fino a ieri. Una vita lunga e solitaria...in
>> compagnia dei soli fantasmi di chi hai ucciso! Ti saluto, genocida di tre
>> specie...non credo tornerò a trovarti. Non vali il mio tempo..."
>>
>> E se ne andò a passo fiero, le spalle ben dritte. Fece solo pochi passi,
>> prima di trovarsi di fronte il Dottor Kuwano, che lo osservava a braccia
>> conserte accanto ad uno dei monitor di osservazione delle celle, dal quale
>> aveva probabilmente assistito alla scenetta.
>>
>> "Dottore..." disse solo il vecchio Tellarita, procedendo a passo
>> tranquillo verso il più vicino turboascensore.
>>
>> "Signor Rekon..." salutò col medesimo tono Kuwano, accodandosi
>> all'Ingegnere. Quindi, con tono di conversazione da ascensore "sa, mi
>> pareva di averla confinata nel suo alloggio con l'ordine di riposarsi,
>> alcune ore fa..."
>>
>> "É possibile..." convenne l'Ingegnere Capo della Marconi senza scomporsi
>> "é stata una giornata lunga e la mia memoria non é più quella di una
>> volta..." quindi entrò nella cabina - seguito a ruota dal medico - e
>> selezionò il Ponte 5, dove si trovava il suo alloggio.
>>
>> "Sì, una giornata lunga per tutti..." convenne l'asiatico, mantenendo
>> sempre piatto il tono. In fondo, dopo un anno ben sapeva che con Rekon
>> perdere la calma equivaleva a fare il suo gioco, un gioco in cui entrambi
>> erano maestri ma il vecchio Tellarita aveva più esperienza "si figuri che
>> mi pareva anche di aver ordinato al computer di chiudercela dentro per
>> sedici ore..."
>>
>> "É possibile anche questo..." annuì gravemente Rekon, anche se il volto
>> porcino si contorse in un ghigno divertito "ma deve tener conto del fatto
>> che sta parlando del mio computer, e che io litigo con giovani medici
>> competenti e zelanti da prima che lei sapesse sillabare la parola
>> tracheotomia..."
>>
>> Su queste parole i due ufficiali superiori esaurirono i convenevoli e,
>> dopo essersi guardati un lungo momento, rimasero in silenzio finché
>> l'ascensore non li condusse vicino all'alloggio del più vecchio, che
>> riprese la propria strada in silenzio, seguito dall'altro come un'ombra.
>>
>> "Sa..." aggiunse l'Umano dopo un po', quando si fermarono ad una
>> intersezione per consentire il passaggio di un carrello anti-G chhe
>> trasportava un grosso sostegno da installare da qualche parte "sulla Terra
>> esiste un detto: Mai discutere con un idiota, la gente potrebbe non notare
>> la differenza."
>>
>> Rekon pareva totalmente concentrato sul pezzo in transito, che sapeva
>> diretto a rinforzare uno dei piloni di sostegno del Ponte, incrinato negli
>> ultimi scontri, ma annuì comunque alle parole del compagno "Un detto
>> saggio. Magari non proprio adatto alla mia gente, ma saggio."
>>
>> Quindi proseguirono senza parlare e, quando si trovarono all'ultima
>> intersezione prima del suo alloggio, Rekon chiese "Cos'é, vuole venire a
>> controllare che vada a dormire?"
>>
>> "Oh, sì...e le rimboccherò anche le coperte, dopo essermi accertato che
>> non la ritroverò in giro per la nave a cercare di ammazzarsi facendo un
>> lavoro che in questo momento non é in grado di fare..."
>>
>> "Bah..." borbottò il Tellarita, entrando nell'alloggio e dirigendosi ad
>> un piccolo mobiletto posto vicino al replicatore "come se avessi bisogno
>> della balia alla mia età. Le pare che - se non fossi stato conscio del mio
>> livello di stanchezza - mi sarei messo a sostituire un dannato condotto
>> dati con la nave in queste condizioni?"
>>
>> Quindi, dopo aver replicato due larghi bicchieri contenenti ghiaccio,
>> tirò fuori dal mobiletto una bottiglia piuttosto vecchia contenente quello
>> che pareva Whisky di Fuoco Altariano, un alcolico decisamente potente. Dopo
>> averne versate due porzioni abbondanti, porse senza tante cerimonie uno dei
>> due biccjieri all'Umano.
>>
>> Kuwano parve un momento perplesso, ma subito accettò il bicchiere. Non
>> dissero nulla mentre bevevano il liquido altamente alcolico a piccoli
>> sorsi...solo verso metà bicchiere, il dottore affermò gravemente "Non si
>> può sempre salvare tutti..."
>>
>> "Ciò che si può fare é ricordarli..." confermò seriamente il collega,
>> prima di colpire il bicchiere di Kuwano col suo in un brindisi silenzioso
>> alla memoria delle vite spezzate quel giorno.
>>
>> ******************************************************
>> END TRANSMISSION
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