[Stml20] R: Re: Keane - 12.11 - Intrusi pericolosi
mokia a libero.it
mokia a libero.it
Lun 8 Giu 2015 19:52:07 CEST
grazie Franco e in effetti l'ho scritto talmente di corsa che non l'ho revisionato accuratamente e anche secondo me, rileggendolo c'è qualche "disse" di troppo!:-)Monica
----Messaggio originale----
Da: charles_wyandot a mail.com
Data: 08/06/2015 15.43
A: <stml20 a gioco.net>
Ogg: Re: [Stml20] Keane - 12.11 - Intrusi pericolosi
Bel lavoro... siamo andati avanti un pezzo senza inventarci qualche altra catastrofe :D
Ho notato un po' troppi: "disse:" in alcuni casi andavano bene, in altri erano un po' ripetitivi... ma magari pare a me.
Brava
Sent: Monday, June 08, 2015 at 2:51 PM
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To: stml20 a gioco.net
Subject: [Stml20] Keane - 12.11 - Intrusi pericolosi
Credevo di non fare in tempo e invece eccolo qua: il brano è arrivato
Baci Monca
USS Marconi - Plancia - 13 gennaio 2395 – Ore 10.15
I due andoriani, dopo i convenevoli dovuti al lungo periodo in cui non si erano frequentati, stavano cercando di capire la tattica del loro avversario: perché gli attacchi erano cessati? Certo l’arrivo della Flotta Andoriana era un forte deterrente, ma si erano dimostrati sempre molto decisi nel volerli eliminare. E perché quel tentativo di mandare una navetta sulla Nave-Isola? Per fortuna il suo Tattico se n’era accorto in tempo e l’aveva distrutta, ma era una manovra cui non riuscivano a dare una risposta. Erano immersi in diverse congetture quando Durani chiamò dalla Plancia, richiedendo la presenza del Capitano.
“Novità Tenete?” chiese sedendosi alla sua postazione, seguito da Nhial che si fermò alla sua destra.
“Abbiamo esaminato i dati dell’ultimo scontro ed è stata rilevata traccia di un teletrasporto dalla navetta di Adesto verso la Nave-Isola.
“Che cosa avranno intenzione di fare?” chiese Nhial.
“Forse non riuscendoci dall’esterno, vorranno provare a distruggerla dall’interno. Dobbiamo avvisare la squadra di sbarco di stare all’erta.”
Nave aliena - Molto vicino al Villaggio - 13 gennaio 2395 - Ore 10:50
Il giovane Wyandot pensava che se la marcia, verso i motori della nave-pianeta, fosse durata ancora molto, probabilmente sarebbe morto: il ritmo tenuto dagli indigeni era piuttosto sostenuto e lui era abituato a percorrere enormi distanze, ma sempre e solo volando. Quando, alzando gli occhi, vide la figura del Comandante Keane che si stagliava in piedi, davanti all’imboccatura di una grotta, ringraziò il cielo, che anche stavolta aveva vegliato su di lui. Cinque minuti dopo i due gruppi si erano riuniti e Tara, essendo il tempo quasi scaduto, ordinò a Resed di seguirla all’interno, senza dilungarsi in troppe spiegazioni. Anche il gruppo dei nativi s’inoltrò all’interno della grotta, più incuriosito, che impaurito da tutte quelle novità.
Arrivati alla caverna-motore, furono accolti da Rekon che urlò a Resed “Accidenti a te! Una lumaca rigelliana sarebbe arrivata prima! Vieni qua e ascolta cosa devi fare!” Il boliano si avvicinò alla consolle, dove il minuscolo Capo Ingegnere si era sistemato, insieme agli altri ufficiali in miniatura, ed esclamò:
“Ma Signore…cosa è successo?”
“Non è il momento per le spiegazioni, diamoci una mossa.”
“Un momento!” intervenne Kuwano” io capisco l’urgenza di evitare che questa nave esploda, ma se fosse possibile, vorrei evitare di sciogliermi in un liquido biologico.”
“Tara, il Dottore ha ragione: non sappiamo per quanto tempo ancora la nostra struttura molecolare rimarrà stabile e, comunque in queste condizioni, non serviamo a niente.” Le disse Dal.
Keane non ci pensò più di un secondo, poi rivolta al giovane timoniere disse” Charlie tornerai alla navetta con i nostri mini-compagni e se possibile eseguirai un teletrasporto con la Marconi: secondo il Dottore in questo modo riacquisteranno le loro dimensioni normali.
Wyandot, al pensiero di percorrere di nuovo quella distanza a piedi, sbiancò per la stanchezza che provava in quel momento e non avendo il coraggio di ammetterlo.
“Forza Signori il taschino di Charlie vi aspetta.” Disse Tara avvicinando la mano alla consolle per trasferirli al loro nuovo ospite.
“Non se ne parla nemmeno” brontolò Rekon “ questi incapaci non saprebbero dove mettere le mani: io resto!”
Ben sapendo che era impossibile far cambiare idea al vecchio tellarita, Tara disse:
“Ovviamente dovrai tornare a prendere il nostro cordiale Capo Ingegnere, se non sarà troppo tardi!” sollevando gli occhi al cielo esasperata.
Wyandot fece entrare i suoi compagni nel taschino della sua divisa e si girò per tornare da dove era venuto.
“Dove vai?” gli chiese Tara.
“Alla navetta.” Rispose Chuck confuso.
“Ma così ci metterai toppo tempo. Klan, potresti portarlo tu?”
L’alto allestiano assentì con un lieve cenno del capo e si avvicinò a Charlie.
“Volando farai molto prima!”
“Grazie Signore!” rispose il giovane ritrovando il colore sul viso, prima impallidito.
Esterno della grotta- poco dopo
I due infiltrati di Adesto erano nascosti in attesa del momento giusto per entrare in azione: tutto era tranquillo da diversi minuti e Darsa si era deciso a entrare. Improvvisamente dalla grotta uscì uno di quegli alti indigeni, seguito da uno dei Federali, un po’ affannato. L’indigeno emise un suono modulato, una specie di richiamo, perché quasi immediatamente, un enorme essere alato planò ai suoi piedi: con un balzo elegante vi salì in groppa e con la mano destra aiutò il suo compagno a salirvi dietro di lui. L’animale si librò in volo con pochi e potenti colpi d’ala e in pochi istanti sparirono dalla loro visuale.
“Te l’avevo detto che era presto per entrare!” disse Zarak, che si era già immaginato scoperto da quello strano essere e tirava un sospiro di sollievo.
“D’accordo, ma non possiamo restare qua in eterno: aspetteremo ancora un po’, m a poi entriamo!” rispose Darsa risoluto a compiere la missione affidata loro da Tylca.
Nave aliena – Navetta – 11.10
Klan aveva spinto il suo essere alato alla massima velocità e il viaggio, verso l’imboccatura della grotta dove era atterrata la navetta della Marconi, era durato poco più di un quarto d’ora, tempo di cui Chuck aveva goduto ogni momento: l’ebbrezza del volo era per lui un’esperienza molto appagante. Aveva convinto Klan ad aspettare fuori e, dopo aver appoggiato delicatamente i suoi minicolleghi sulla poltrona di fianco alla sua, vide che la consolle di comunicazione lampeggiava. Era un messaggio da parte di Shran, molto distorto dalle interferenze, che li avvertiva del probabile invio di uomini di Adesto per una probabile azione terroristica.
“Dobbiamo avvertire il Comandante Keane del possibile pericolo.” disse Dal ma Salen lo interruppe.
“Prima dobbiamo tornare alla Marconi per effettuare il teletrasporto e ristabilire la nostra struttura originale.”
“Potremmo usare quello della navetta.” Suggerì Berthier.
“Sono d’accordo: prima torniamo alle nostre dimensioni meglio è. Chi si offre volontario per vedere se la nostra teoria funziona?” chiese Kuwano.
“Mma io non so se sono in grado di farlo!” disse Charlie, che già si vedeva davanti a Suri a dover giustificare su come aveva dissolto in una poltiglia biologica, la maggior parte dei suoi ufficiali superiori.
“Tranquillo Chuck: la nostra Julie ti guiderà passo per passo.” Disse Dal, poi girandosi verso la donna “Mi raccomando: non vorrei ritrovarmi più piccolo di così!”
“Molto bene: a quanto pare abbiamo il nostro volontario.” Disse secco Kuwano.
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