[Stml20] R: [12.10] Sento dei passi dietro di noi... - Capitano Shran
mokia a libero.it
mokia a libero.it
Lun 25 Maggio 2015 00:22:26 CEST
Ottimo lavoro Ileana e tocca già a me?
come passa il tempo!!
Monica
>----Messaggio originale----
>Da: cap.shran a gmail.com
>Data: 24/05/2015 8.46
>A: "USS Marconi"<stml20 a gioco.net>
>Ogg: [Stml20] [12.10] Sento dei passi dietro di noi... - Capitano Shran
>
>Ecco in extremis il mio brano!
>
>Buona lettura ragazzi, e buona domenica!
>
>======================================
>
>USS Marconi – Plancia - 13 gennaio 2395 - Ore 9.38
>
>Non appena venne dato l’allarme dei missili nemici in arrivo, Durani
>si mise in allerta alla sua postazione.
>
>In realtà la klingon non l’aveva mai abbandonata la sua postazione, ma
>quando c’era da combattere il suo viso prendeva una espressione
>incredibilmente concentrata e tutti i suoi muscoli diventavano sodi e
>tesi. Contemporaneamente gli occhi della donna si rilassavano e
>infondevano sicurezza in chiunque la guardasse all’opera.
>
>Ma questa volta la sua battaglia durò molto poco, in men che non si
>dica l’artiglieria andoriana intercettò con una facilità disarmante
>tutti quei missili che Tylca aveva indirizzato verso la Marconi,
>lasciandola quasi delusa.
>
>“Capitano, le navi Andoriane hanno messo KO tutti i missili” disse
>l’Ufficiale Tattico Capo dopo qualche attimo di esitazione
>
>“Molto bene - rispose Shran con sollievo tradendo anche un po’ di
>orgoglio andoriano. Si voltò quindi verso il suo amico Nhial che gli
>rispose prontamente con un simpatico occhiolino… - Tenente a lei la
>plancia, io mi allontano un attimo” e si diresse verso il suo studio
>facendo cenno all’amico di seguirlo.
>
>Non appena il Capitano della Marconi si fu allontanato, Durani si
>allontanò dalla sua postazione per prendere posto sulla sua poltrona.
>Di certo la postura della guerriera non era molto femminile: anche
>vestendo la divisa della Federazione, molto più comoda di un qualunque
>vestito Klingon, la donna si mise seduta come se avesse avuto in dosso
>un’armatura da un quintale. Schiena dritta e appoggiata allo
>schienale, gambe divaricate davanti a lei che formavano con le
>ginocchia un preciso angolo retto… non la si vedeva praticamente mai
>con le gambe accavallate e di sicuro non lo avrebbe fatto in quel
>momento. Per un attimo spostò l’attenzione sulle sue gambe per
>controllare con discrezione che i pugnali fossero al loro posto,
>infine strinse fugacemente nel pugno il suo jinaq. Quando fu sicura
>che tutto fosse a posto, fece un lungo respiro di orgoglio e si
>godette il suo nuovo ma momentaneo ruolo.
>
>Durani rimase ferma nella sua postazione per pochi minuti, minuti che
>a lei erano sembrati interminabili: non era capace di stare ferma ad
>aspettare chissà cosa senza fare nulla… Iniziò a tamburellare il piede
>per terra, poi guardò quello che stava succedendo alla sua destra, poi
>si concentrò sul lavoro di un ufficiale guardiamarina alla sua
>sinistra sbuffando per la sua lentezza * che roba * pensò tra sé e si
>trattenne per non riprendere quel pover uomo che invece si stava dando
>un grande da fare. Ad un certo punto batté i pugni sulla poltrona e si
>alzò di scatto rimanendo ferma in plancia con le braccia incrociate
>
>*maledizione, i missili sono stati fermati, ma c’è la navetta nemica
>che sta sbarcando * pensò infuriata con se stessa per aver perso tutto
>quel tempo a non fare nulla quando invece qualcosa da fare c’era
>eccome!
>
>“Sottotenente – disse rivolgendosi all’Ufficiale che stava sostituendo
>il timoniere – alla svelta. La navetta nemica è già arrivata
>all’Arca?”
>
>“No Signore, ma sono molto vicini” rispose questo prontamente
>
>Durani corse così alla sua postazione tattica scaraventando a un lato
>il suo sottoposto che nel frattempo aveva preso il suo posto. Un colpo
>di phaser debole ma perfettamente direzionato fece esplodere la
>navetta all’istante…
>
>“Mi scusi - disse Durani al povero ufficiale tattico – ma volevo farlo
>io stessa” e tornò alla sua poltrona.
>
>
>
>Nave aliena – Nei pressi del Villaggio - 13 gennaio 2395 – Contemporaneamente
>
>“Diavolo abbiamo fatto appena in tempo”
>
>“Maledizione e adesso come facciamo? Non possiamo più tornare
>indietro. Dobbiamo cercare un altro mezzo per tornare dai nostri…”
>
>“Zarak, la nostra missione la sai ed è molto chiara. Dobbiamo far
>saltare in aria questo posto, il pacco l’abbiamo preso. Non ci manca
>niente, possiamo procedere col piano”
>
>“Ma Darsa, così facendo rimarremo colpiti anche noi dall’esplosione e…”
>
>“Senti, la nostra missione è di distruggere la nave degli Allesto. Hai
>sentito cosa ci ha ordinato Tylca? Dobbiamo preservare la nostra
>purezza e tu con questa paura della morte che stai dimostrando stai
>già facendo fallire il nostro compito. Lui conta su di noi e noi non
>possiamo deluderlo. Adesso cerchiamo di arrivare ai motori e azioniamo
>la bomba, prima che qualcuno provi a fermarci”
>
>“Va bene, hai ragione… da dove dobbiamo andare secondo te?”
>
>Zarak e Darsa erano i due uomini che Tylca aveva mandato sulla nave
>Arca degli Allesto per farla finita una volta per tutte alla loro
>secolare faida. Li avevano cercati per così tanto tempo che adesso non
>potevano perdere questa occasione. I due si erano dovuti
>teletrasportare in emergenza quando la nave di quei federali aveva
>iniziato ad essere un pericolo per la loro missione e adesso avevano
>bisogno di rivedere tutto il loro piano. Tylca gli aveva fornito una
>pianta mediamente accurata di come sarebbe stata la nave nemica dal di
>dentro, ma tutto partiva dalla base che loro sarebbero arrivati ad un
>hangar di attracco Loro invece avevano dovuto usare il teletrasporto
>di emergenza e adesso si trovavano non si sa bene dove. Rimasero per
>qualche minuto a studiare la loro mappa e poi Darsa decise che
>sarebbero dovuti andare verso delle caverne ad Ovest.
>
>
>
>Nave aliena – Villaggio - 13 gennaio 2395 – Contemporaneamente
>
>“Tenente, prima che li convinciate a portarci qua quei due, sarebbe
>meglio che tutti quanti raggiungessimo la sala macchine…” Charles
>sentì il borbottio di Rekon in sottofondo nel suo comunicatore…
>
>=^= Tenente – disse quindi il ragazzo – Re-re-k-ko Rekon ha ragione… credo…
=^=
>
>Resed appena sentì la voce del suo capo che credeva morto fino a quel
>momento, ebbe un sussulto di gioia che non passò inosservato agli
>indigeni che subito gli piantarono delle asce davanti agli occhi.
>
>Keane, un po’ contrariata da tutto visto che per lei la priorità
>assoluta era quella di riunire la squadra di sbarco e visto che ne
>avevano appena finito di parlare, non poté che cedere =^= Va bene –
>disse – ma adesso devo parlare con qualcuno =^=
>
>=^= C’è qualcuno là che può parlare con noi? =^= la voce di Tara
>echeggiò nel vuoto e senza risposta.
>
>Wyandot incrociò lo sguardo di uno dei suoi aguzzini e gli fece cenno
>di parlare, o meglio, cercò di fargli cenno di parlare… Quello, che
>avrà avuto la stessa età del Timoniere della Marconi, gli si avvicinò
>insospettito e rimase davanti all’umano senza sapere che fare.
>
>=^= C’è qualcuno? Sono il Tenente Keane e sono qua per aiutare la
>vostra nave a non essere distrutta. =^=
>
>Il ragazzo, di nome Grader, iniziò a guardarsi intorno insospettito
>dal momento che davvero non riusciva a capire da dove venisse quella
>strana voce. Non che non riuscisse a capire quello che stavano
>dicendo, ma non vedendo nessun interlocutore in carne ed ossa davanti
>a sé, era parecchio disorientato.
>
>=^= Rispondetemi per favore =^= continuò Tara
>
>A queste ultime parole, Grader capì che era quello strano aggeggio che
>il suo prigioniero aveva in mano a parlare. Un oggetto metallico non
>può parlare, deve aver pensato, dal momento che lo strappò di mano a
>Charles, provò ad addentarlo e lo scagliò lontanissimo dopo che si
>rese conto che non era commestibile. Altri tre uomini piantarono le
>punte delle loro asce anche davanti agli occhi del povero Timoniere.
>
>Ad un certo punto dal comunicatore uscì uno strano suono, diverso
>dalla voce che avevano sentito fino a quel momento, Resed alzò le
>sopracciglia per lo stupore, Chuck pensava che il suo comunicatore si
>fosse rotto nella seconda caduta e si vedeva spacciato.
>
>In realtà era H5T67 che, capendo la difficoltà della situazione, aveva
>ceduto alle richieste della mezza klingon e stava comunicando con il
>suo popolo in una vecchia lingua, che tutti gli indigeni riconoscevano
>come familiare, anche se in un primo momento sembrava che nessuno la
>riuscisse a capire. Anche se le armi rimanevano belle che piantate
>davanti ai due, tutti sembravano incuriositi e attenti a quello che
>quel metallo stava ‘dicendo’… finchè da lontano il vecchio si alzò dal
>suo giaciglio, si piegò per prendere il comunicatore e iniziò a
>conversare, anche lui in quella strana e antica lingua.
>
>“Credo che avremo problemi con la prima direttiva…” bisbigliò Chuck
>fra sé e Resed annuì
>
>Dopo diversi minuti di conversazione, il vecchio con passo lento ma
>sicuro, arrivò là dove erano tutti. Chiese a Grader di liberare gli
>ostaggi e chiamò tutti i suoi a raccolta. Dispostisi in cerchio, i due
>ragazzi federali da una parte che si massaggiavano i polsi, l’anziano
>raccontò la storia del loro popolo. Solo lui conosceva la verità del
>loro popolo e del loro lungo viaggio, gli era stata raccontata dal
>padre che a sua volta l’aveva ascoltata dal suo padre… Era arrivato il
>momento decisivo, aveva sentito la voce del loro creatore che gli
>parlava da quella lingua che aveva studiato da bambino e che non aveva
>mai più parlato. Bisognava fidarsi ed agire.
>
>
>
>Nave aliena – Molto vicino al Villaggio - 13 gennaio 2395 – Ore 10:10
>
>“Zarak stai giù. Ci sono delle persone là infondo!” bisbigliò Darsa
>per non farsi sentire fermando il suo compagno sbarrandogli la strada
>con un braccio.
>
>“Diamine quanta gente!” rispose questo con un filo di voce preoccupata
>
>“OK, camminiamo piano e bassi, non facciamo rumore, quelli stanno
>camminando nella nostra stessa direzione.”
>
>“Forse quei due estranei con loro fanno parte della federazione e li
>stanno aiutando ad arrivare in sala macchine… Noi adesso come
>facciamo?”
>
>“Se vanno in quella direzione – rispose Darsa – non possono che
>esserci utili. Li seguiamo fino là, piazziamo la nostra bomba ed
>esploderanno con tutti quanti gli altri.”
>
>Zarak deglutì per il terrore che aveva di morire in quel modo e
>continuò in silenzio a camminare.
>
>
>
>Nave aliena – Oltre il Villaggio – Contemporaneamente
>
>“Chuck, Chuck non ti girare” Resed si avvicinò al suo amico e gli
>parlò pianissimo
>
>“Che succede Resed? Hai un altro piano dei tuoi? E perché non mi
>dovrei girare?” rispose il timoniere con un po’ di sufficienza e,
>ovviamente, girandosi sia a destra che a sinistra…
>
>“Maddai!! Ti ho detto di non girarti!! Senti, credo che ci stanno
>seguendo… sento dei passi dietro di noi…”
>
>“Resed, cerca di stare calmo… anche io ho paura, ma adesso queste
>persone non sono più una minaccia… vedrai che arriveremo in sala
>macchine e poi torneremo subito a casa. Dai ti offro una bella birra
>appena torniamo a bordo…” rispose quello cercando di tranquillizzare
>l’amico.
>
>“No senti Chuck, non è paura… cioè sì è anche un po’ di paura, ma io
>sento davvero dei passi dietro di noi…”
>
>======================================
>
>A questo punto ho delle considerazioni da fare:
>
>1) Vanessa, come hai visto la prima parte del mio brano è incentrata
>sulla tua Durani, se c'è qualcosa che non ti piace e che vorresti
>cambiare dimmelo pure. Io ho cercato di farla comportare come un
>normale Klingon, spero vada bene.
>
>2) Nella missione abbiamo creato tutta una serie di PNG.. in effetti
>sono tantini quindi ho pensato di mandare una lista di tutti prima di
>passare il turno in modo da facilitarne l'uso :)
>
>3) Io mi sono fatta un'idea della fine di quei due kamikaze dei poveri
>:) non sono andata avanti per non risolvere troppo in fretta la
>questione... se chi viene dopo (cioè Monica) vuole sapere la mia idea
>mi può contattare!!
>
>Adesso sotto con i commenti!
>
>Ciao,
>Ileana
>
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