[Stml21] **** USS Marconi - Chuck 13.01 - Il coraggio dei senza volto ****
Maddalena
vampitrill a gmail.com
Lun 7 Set 2015 13:01:34 CEST
Mi è piaciuto il punto di vista delle povere sfigatissime comparse che
almeno per una volta non hanno fatto una fine orrenda.
Maddy
Il 07/09/2015 11:59, Ileana ha scritto:
> *_*
>
>
> ======================================
> Comandante Manuela Garcia
> Primo Ufficiale DeepSpace 16Gamma
> ======================================
> Email: manuelagarciads16 a gmail.com <mailto:manuelagarciads16 a gmail.com>
> Starfleet Italy: http://starfleetitaly.it/starfleetitaly/main.php
> http://www.starfleetitaly.it/starfleetitaly/fleetyards/DS16Gamma/main.php
> Sype: dolcevoloo
> ======================================
>
> Il giorno 7 settembre 2015 11:57, federico pirazzoli
> <cmdrtkar a gmail.com <mailto:cmdrtkar a gmail.com>> ha scritto:
>
> Già, senza contare pargolo, moglie incinta e pargoletta impaziente
> di uscire per ridurre il debito pubblico procapite O_o'
>
> Ad ogni buon conto, la prossima volta la Fearless la prendo io e
> lascio te appiedata!
>
> --
> Inviato da myMail per Android
>
> lunedì, 07 settembre 2015, 11:35AM +02:00 da Ileana
> <manuelagarciads16 a gmail.com <mailto:manuelagarciads16 a gmail.com>>:
>
>
> Beh... io.... non volevo bruciarti... ma mi stavano chiedendo:
> "Hai girato il mio brano a DS16?"
> "E adesso?"
> "e adesso??"
> "e adesso???"
>
> ........
>
> Vabbè, poi tu tra donne e motori che scoppiano sei impegnato!! :D
>
>
> ======================================
> Comandante Manuela Garcia
> Primo Ufficiale DeepSpace 16Gamma
> ======================================
> Email: manuelagarciads16 a gmail.com
> <https://e-aj.my.com/compose/?mailto=mailto%3amanuelagarciads16@gmail.com>
>
> Starfleet Italy: http://starfleetitaly.it/starfleetitaly/main.php
> http://www.starfleetitaly.it/starfleetitaly/fleetyards/DS16Gamma/main.php
> Sype: dolcevoloo
> ======================================
>
> Il giorno 7 settembre 2015 11:32, federico pirazzoli
> <cmdrtkar a gmail.com
> <https://e-aj.my.com/compose/?mailto=mailto%3acmdrtkar@gmail.com>>
> ha scritto:
>
> acc...bruciato dal Primo Ufficiale!!!
>
> *_________________________________________________________________________*
> *Da*: Comandante del sommergibile /Sea Tiger/
> *A*: Ufficio Approvvigionamenti Arsenale di Cavite, Filippine.
> *Tramite*: Comando Forze Subacquee.
> *Oggetto*: Carta igienica.
> *#1*. Il 6 giugno 1941 questa nave ha inoltrato una
> richiesta di 150 rotoli di carta igienica. Il 16 dicembre
> 1941 detta richiesta è stata restituita con la
> stampigliatura: "Materiale sconosciuto. Richiesta annullata."
> *#2*. Il Comandante del sommergibile /Sea Tiger/ non può
> fare a meno di domandarsi cosa viene usato
> all'Approvvigionamento di Cavite in sostituzione di questo
> "materiale sconosciuto", un tempo perfettamente noto a
> questo Comando.
> _________________________________________________________________________
>
> Il giorno 7 settembre 2015 11:03, Ileana
> <manuelagarciads16 a gmail.com
> <https://e-aj.my.com/compose/?mailto=mailto%3amanuelagarciads16@gmail.com>>
> ha scritto:
>
> Ragazzi, questo è il brano scritto da Franco per la
> USS Marconi!
> Buona lettura!!
>
> =============================================
> *
> *
> *Sala macchine - USS Marconi - 24/07/2395 Ore 11:21*
> Il guardiamarina Jekal serrò i denti in un ringhio
> dovuto allo sforzo, sentì la schiena che scricchiolava
> pericolosamente e per un attimo temette di crollare,
> lasciando che il grosso macchinario cadesse
> schiacciando il Capo Ingegnere della Marconi. Lui non
> aveva conosciuto direttamente gli Allesto, ma si era
> unito al grido d'angoscia, di tutti i membri
> dell'equipaggio, quando l'Arca era esplosa. Gli
> sembrava ancora di sentire fra le sue braccia il
> Tenente Seville, mentre la teneva ferma dopo lo
> scoppio di rabbia del vice capo. L'aveva tenuta
> stretta a se, non solo per lei, ma anche per se
> stesso, per non pensare alla morte di tutti quegli
> esseri. Per alcuni secondi lei si era abbandonata a
> lui sull'orlo delle lacrime, poi si era ripresa
> ridandosi un contegno e riprendendo immediatamente a
> lavorare.
> Lui non c'era riuscito, aveva sentito quella rabbia
> per tutti i mesi successivi e l'aveva tenuta a stento
> sotto controllo non riuscendo a sfogarla... o a piangere.
> Era stato anche dal consigliere, come tutti del resto.
> Ma la rabbia rimaneva.
> Ora quella rabbia gli era servita. Il Capo Rekon aveva
> ordinato a tutti di uscire dalla sala macchine per
> paura di esplosioni, mentre si distendeva sotto i
> motori per l'ennesimo miracolo che, forse, li avrebbe
> salvati. Ma Jekal aveva visto l'argano di manutenzione
> che si staccava dal suo sostegno a causa delle
> violente vibrazioni e rischiava di schiacciarlo. Senza
> pensarci l'aveva afferrato e, ruggendo come un leone
> inferocito, aveva arrestato la sua caduta. Fra
> trecento chili di metallo e il testardo tellarite
> c'erano solo lui e la sua rabbia.
> Il Marinaio di seconda classe Mariucci era
> terrorizzato. Provava quel terrore da quando l'Arca
> era esplosa e si era reso conto che fra lui e la morte
> c'erano solo pochi centimetri di duranio. In quei sei
> mesi di riparazioni alla base stellare, il terrore non
> si era affievolito, ma era solo aumentato. Non
> riusciva nemmeno più a guardare fuori dai finestroni
> della stazione e non era più andato al bar di prora
> per non trovarsi davanti quelle finestre panoramiche.
> Il suo terrore era filtrato in tutti gli aspetti della
> sua vita, tanto che alla fine si era deciso a
> preparare una lettera di richiesta di congedo per
> tornare sulla terra. Non aveva però ancora avuto tempo
> di inviarla e si era visto costretto a imbarcarsi di
> nuovo sulla Marconi quando questa aveva lasciato il
> bacino di manutenzione. E il suo terrore era tornato
> ad aumentare sempre di più, fino al momento attuale,
> quando la nave in avaria aveva abbandonato l'orbita
> del pianeta e si apprestava a schiantarsi al suolo.
> Sarebbero morti e tutto sarebbe finito.
> Poi Resed l'aveva spinto di lato e si era gettato in
> scivolata sotto i motori insieme al capo ingegnere.
> Non faceva nient'altro che passare gli attrezzi giusti
> al momento giusto. Si bruciava con le scintille emesse
> dal saldatore e subiva gli insulti del suo mentore che
> gli urlava di andarsene senza però fare una piega, ma
> facendo guadagnare a Rekon quell'attimo in più che
> poteva servirgli per compiere il miracolo. Sopra di
> loro, il caitiano dalla pelliccia nera di nome Jekal,
> stava sorreggendo il macchinario che rischiava di
> ucciderli soffiando come un gatto inferocito. Quando
> capì che fra lui e la morte c'era ben più di pochi
> centimetri di duranio, era ormai a fianco del
> guardiamarina ringhiando per lo sforzo. Fra Mariucci e
> la morte certa c'era, e ci sarebbe sempre stato,
> l'intero equipaggio della Marconi.
> *Plancia - USS Marconi - 24/07/2395 Ore 11:26*
> Il tenente Xo guardava atterrita lo schermo
> principale. Dalla sua posizione, così vicina allo
> schermo, le sembrava di essere lei a cadere nel vuoto
> verso morte certa. Si trovava in plancia per puro
> caso, la sua provvisoria assegnazione agli
> approvvigionamenti della nave, l'aveva sempre tenuta
> lontana dall'azione e dopo aver assistito alla
> distruzione dell'Arca, pensava di far domanda per
> quella assegnazione in via definitiva, anche se questo
> voleva dire gettare un'ombra di disonore sulla sua
> famiglia su Andoria. Una figlia addetta al magazzino
> della nave? Suo padre, soldato figlio di soldati,
> l'avrebbe disconosciuta per la sua codardia. Ma la sua
> non era paura di morire.
> Aveva visto l'impotenza di tutti mentre la corrazzata
> Adesto aveva speronato l'Arca uccidendo tutti gli
> Allesto e vedendo quella scena aveva compreso la
> futilità dell'esistenza.
> Nei mesi successivi aveva incrociato spesso il
> comandante Keane. Il Capo Operazioni non controllava
> quasi mai il reparto addetto agli approvvigionamenti,
> un po' perchè si fidava del resposabile, un po' perchè
> era un lavoro talmente banale che non era necessaria
> nessuna qualifica per farlo funzionare. Ma dopo quel
> terribile giorno Tara si era mossa in ogni angolo e
> anfratto del suo campo di competenza e Xo sapeva
> perchè. Si era sentita impotente come lei e come tutti
> quelli della Marconi, perchè nessuno aveva potuto fare
> niente. Come adesso.
> Era a pochi passi dalla console del timone quando
> aveva sentito la comunicazione dalla sala macchine e
> la successiva risposta spaventata del giovane
> timoniere. Molti fra i più giovani ritenevano il
> giovane Wyandot un raccomandato. Un giorno era
> all'accademia e il giorno dopo era su una delle
> ammiraglie della flotta stellare. Il suo curriculum
> pieno di lacune e il conteggio minimo delle ore di
> volo nei simulatori, non facevano altro renderlo
> ancora più sospetto agli occhi dell'equipaggio. Certo
> si era dato da fare da quando era a bordo e,
> nonostante gli ufficiali di plancia mostrassero molto
> rispetto per le sue fantomatiche capacità, il giovane
> non si era mai vantato o mostrato segni di superiorità
> verso i colleghi. Strano per un raccomandato.
> Adesso Xo attendeva il suolo e la successiva
> esplosione della nave in maniera rassegnata. Sapeva
> che nessuno poteva farci niente, tutti erano impotenti.
> Poi una scintilla di luce illuminò quel buio di
> depressione in cui era caduta.
> Il Capitano Shran era scattato in piedi urlando ordini
> e tutti sembravano danzare attorno a lui. Riusciva a
> sentire quello che diceva ma non capiva. Era come se
> la depressione l'avesse resa sorda a tutto. Quando i
> primi scossoni sconquassarono la nave vide qualcosa
> che non si aspettava. Gli occhi di Shran erano due
> schegge di risolutezza. Se la forza di volontà avesse
> potuto sconfiggere le leggi della fisica e tenere in
> orbita la nave, di certo quell'uomo ci sarebbe riuscito.
> Si sentì trascinare dalla determinazione del suo
> capitano e tutto riscquistò chiarezza. Keane,
> sfruttava le sue conoscenze della nave per proteggere
> ogni membro dell'equipaggio tramite campi di
> contenimento e nel contempo apriva i portelli degli
> hangar per permettere alla nave di rallentare la sua
> caduta, grazie alla fuoriscita esplosiva dell'aria e
> al maggior attrito.
> Dal, il capo della sicurezza, sembrava ignorare
> completamente quella palla incandescente in cui si era
> trasformata la sua nave a causa dell'attrito con
> l'atmosfera. Non era di sua competenza salvare la
> nave, si fidava ciecamente degli altri e avrebbero
> pensato loro a fare tutto il necessario, lui sembrava
> più un predatore in caccia. Stava cercando qualcosa o
> qualcuno, ma Xo non avrebbe saputo dire chi o che
> cosa. Aveva solo la sensazione che qualsiasi cosa
> cercasse l'avrebbe trovata e poi la Marconi sarebbe
> stata al sicuro.
> Durani, la nuova arrivata, mormorava una canzone
> funebre klingon, ma nonostante questo si stagliava
> ancora più fiera e risoluta alla sua postazione. Stava
> sparando siluri disperdendoli nell'atmosfera come se
> tentasse di distruggere il pianeta prima di fare una
> fine ingloriosa. Xo non capiva perchè lo stesse
> facendo, ma nessuno sembrava dirle di smettere. I suoi
> occhi ardevano di furia guerriera, velati da qualcosa
> che poteva solo essere concentrazione assoluta. Non
> erano colpi a caso, la giovane andoriana ne era certa.
> Un nuovo scossone e Xo perse l'equilibro. Il timoniere
> l'afferrò al volo senza smettere di guardare la
> console di navigazione, si limitò a tenerla finchè la
> giovane istintivamente non afferrò la poltrona su cui
> era seduto. La navigazione non era la sua materia,
> conosceva solo le basi come tutti, e quello che il
> giovane tenente stava facendo era impossibile. Quel
> balbettante raccomandato stava sfruttando tutto quello
> che gli altri gli stavano fornendo per rallentare la
> nave. Decompressioni, forza cinetica delle esplosioni,
> l'aria stessa del pianeta che stava cavalcando come se
> fosse su una tavola da surf. La Marconi si rifiutava
> di arrendersi, il Capitano e tutti gli ufficiali
> superiori si rifiutavano di arrendersi, la stessa Xo
> serrò le mani sulla poltrona e si rifiutò di arrendersi.
> *Sala macchine - USS Marconi - 24/07/2395 Ore 12:45*
> Jekal si sentiva morire. Aveva dolori in parti del
> corpo che non credeva di avere... persino alla coda.
> Era riuscito a reggere tutto quel peso solo grazie a
> Mariucci che era apparso all'improvviso accanto a lui.
> Dopo quelle che sembravano ore, ma che in realtà erano
> solo pochi minuti, il capo ingegnere e il suo pupillo
> erano intervenuti aiutandoli a riaddirizzare l'argano
> mentre Rekon sbraitava al comunicatore che i motori
> erano di nuovo online.
> Appena il peso era sparito si era accasciato a terra
> senza nemmeno il fiato per parlare. Da quella
> posizione vedeva solo piedi che si muovevano ovunque
> ma non gli importava molto, la nave era salva per il
> momento e lui aveva finalmente sfogato tutta la sua
> rabbia.
> Qualcosa si mosse nel suo campo visivo. Era un
> marinaio bajoriano salito in sostituzione da DS16. Non
> ricordava il nome, ma non gli piaceva il suo odore.
> Era accucciato vicino ad un condotto del plasma, una
> sezione che non centrava niente con il guasto che
> avevano subito. La cosa che lo insospettiva era che
> sembrava muoversi furtivo... qualcosa non andava.
> Cercò di chiamare qualcuno ma era sfinito. Riusciva a
> malapena a muovere un braccio, l'altro sembrava essere
> inutilizzabile. Un paio di volte arrancò per afferrare
> le uniche gambe che aveva a portata di mano, non
> importava di chi fossero, ma sentiva l'urgenza di
> dirlo a qualcuno. Afferrò il pantalone della divisa ma
> l'uomo che li indossava non sembrò interessarsi a lui.
> A mali estremi, estremi rimedi. Gli artigli di Jekal
> affondarono nel polpaccio di Mariucci che si voltò a
> guardarlo. Un ultimo sforzo e il caitiano gli indicò
> il sospetto.
> Mariucci per la prima volta da mesi non sentiva più il
> terrore attanagliargli le viscere. Si rese conto che
> la vicinanza dei suoi colleghi lo rassicurava. Si
> sentiva come un lupo in mezzo al suo branco. Sentiva
> che era quello il suo posto, la morte poteva arrivare
> ovunque: sulla Marconi, su DS16 e persino sulla Terra.
> Doveva solo decidere di affrontarla insieme agli altri
> e lottare. La sola colpa della morte degli Allesto
> erano i loro nemici, non era il destino, solo la
> follia. Lui poteva solo vivere e godersi le cose belle
> e piangere le cose brutte. Avere paura si, ma non
> provare quel terrore assurdo che l'aveva attanagliato
> fino ad oggi.
> Il dolore alla gamba gli fece abbassare lo sguardo.
> Jekal gli aveva infilato gli artigli nel polpaccio per
> richiamare disperatamente la sua attenzione. Si
> domandava come quel caitiano riuscisse ancora a
> muoversi, il Capo Rekon, che gli aveva dato
> un'occhiata mentre gli altri chiamavano l'infermieria,
> aveva detto che doveva essersi strappato qualsiasi
> tendine o muscolo che avesse in corpo per reggere quel
> tremendo peso da solo. Eppure era li, quasi svenuto
> dal dolore che indicava in direzione opposta a dove
> era concentrata l'attenzione di tutti.
> Mariucci si voltò. Il nuovo marinaio, Jabin, un
> bajoriano silenzioso salito a bordo da DS16 in
> sostituzione di alcuni membri dell'equipaggio, stava
> armeggiando con i condotti al plasma in un'area in cui
> uno come lui non doveva entrare e soprattutto in un
> momento come quello in cui il guasto era altrove.
> L'unica cosa che fece fu gridare un 'Ehi tu!', troppo
> stanco per fare altro. Il bajoriano si voltò
> stringendo un cacciavite sonico e un piccolo phaser
> fuori ordinanza. L'adrenalina iniziò di nuovo a
> pompare nel corpo di Mariucci senza questa volta
> portarsi dietro anche il terrore. Con lucidità osservò
> la mano armata di phaser puntare contro di lui, ma poi
> il traditore sembrò cambiare idea e puntare verso la
> schiena del capo ingegnere. Il giovane marinaio si
> buttò nel mezzo senza pensare sapendo di non aver la
> forza di spostare la mole del grosso tellarite. Ormai
> è fatta si disse guardando il ghigno del bajoriano.
> Il phaser volò via prima di sparare. Dal apparve dal
> nulla. rrivato probabilmente con un ascensore
> secondario fuori vista, si era gettato nel vuoto
> scavalcando la ringhiera. Atterrato come un gatto
> proprio davanti all'uomo armato, aveva piroettato su
> se stesso colpendo con un calcio l'arma che svanì fra
> i macchinari. Il bajoriano si gettò su di lui come una
> furia colpendolo a sorpresa con un gancio di
> sospensione idraulico, ma fu l'unica cosa che riuscì a
> fare prima che il capo della sicurezza lo trasformasse
> in gelatina con due colpi ben assestati.
> Mariucci sentì una mano sulla spalla e un grugnito di
> Rekon come ringraziamento, poi si accorse che la sua
> gamba stava sanguinando copiosamente e si accasciò a
> terra.
> "Scusa..." borbottò Jekal accanto a lui. Mariucci
> sorrise e fece spallucce "Per così poco?"
> *Plancia - USS Marconi - 24/07/2395 Ore 12:50*
> Xo poggiò la mano sulla spalla del giovane timoniere.
> Erano tutti e due sudati come se avessero corso per
> dei chilometri. Era solo grazie alla giovane andoriana
> se Charles aveva individuato forse l'unico oceano del
> pianeta. Anche se lei aveva solo visto un riflesso del
> sole su quello che sembrava uno specchio d'acqua, si
> sentiva come se avesse contribuito a salvare la nave.
> Non si sentiva più impotente finalmente e l'idea di
> rimanere in un magazzino polveroso fu accantonata.
> Il giovane era riuscito a fare l'impensabile
> rallentando la nave il più possibile prima che dalla
> sala macchine comunicassero il ritorno online dei
> motori, ma ormai era troppo tardi per scampare alla
> gravità, seppur ridotta, del pianeta. Con destrezza
> aveva fatto quanto poteva per raggiungere l'oceano e
> far ammarare la mastodontica nave. Adesso stavano
> lentamente inabissandosi ma sembrava che i guai, anche
> se non finiti, fossero per il momento diminuiti.
> Il comandante Keane continuava imperterrita a tenere
> la nave al sicuro lottando con le unghie e con i
> denti. I sistemi di integrità strutturale e gli scudi
> furono potenziati al massimo. Il Capitano sembrò
> disinteressarsi della situazione passando subito ad
> altro, sicuro che il suo capo operazioni avrebbe fatto
> quello che era necessario.
> Dal era sparito senza che Xo se ne accorgesse e Durani
> sembrava annoiata e in attesa di fare qualcosa.
> Charles guardava la mano che aveva sulla spalla e il
> viso di Xo come se fosse la prima volta che vedeva
> un'andoriana... o una donna qualsiasi.
> "Sei stato eccezionale..." si sentì dire, come se
> volesse scusarsi per aver pensato male di lui e
> volesse in qualche modo premiarlo per aver salvato la
> nave.
> Il giovane avvampò come un faro nella nebbia.
>
>
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