[Stml21] [16.05 - Chorate - Gioco di Potere]
Maddalena
vampitrill a gmail.com
Lun 22 Feb 2016 11:07:56 CET
Dunque...
E' con estremo ritardo, frutto di grandi consultazioni con Ermes, che
invio il pezzo. Siate clementi perchè è il primo che scrivo qui, il
primo che scrivo in collaborazione con qualcun altro e questa storia è
seriamente un casino.
Ho aggiunto un piccolo flashback all'inizio a mò di imbarco.
Maddy
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*Deep Space 16 Gamma - Passeggiata - 25/06/2395 - Ore 9.08*
Daeria Chorate amava parlare.
Secondo un noto stereotipo ogni boliano ama parlare. E' insito nella
loro stessa natura. Naturalmente, gli stereotipi non rispondono quasi
mai alla realtà dei fatti e anche su Bolarus non mancano gli individui
silenziosi.
Ma Daeria amava /davvero/ parlare. Con chiunque stesse fermo abbastanza
a lungo e avesse udito per ascoltarla. In realtà l'ultimo requisito non
era nemmeno tanto indispensabile.
L'importante era poter parlare. Con il cuoco in sala mensa, con il
vicino di tavolo, con il vicino di consolle, con la consolle e con il
pilota della piccola navetta che la stava conducendo su DS16 Gamma.
Il poveraccio era stremato.
Lei era entusiasta.
Il passaggio per il tunnel spaziale era stato per lei il primo della sua
carriera e aveva avuto come diretta conseguenza un fiume di chiacchiere
sull'estetica, sulla struttura del passaggio e sulla natura degli alieni
che vivevano nel condotto.
Quando la navetta aveva finalmente spento i motori, il pilota si era
letteralmente fiondato fuori dal portello. Daeria aveva raccolto con
calma le sue cose, fatto spallucce e si era avviata verso la zona più
interna della stazione. Borsa in spalla, capelli candidi raccolti
stretti dietro la testa, aveva sfoderato un padd con la mappa della
stazione e, distribuendo saluti a chiunque incontrasse, era riuscita a
raggiungere la passeggiata.
La navetta era, inspiegabilmente, giunta con un certo anticipo. In
teoria questo le avrebbe lasciato il tempo di posare le proprie cose
prima di presentarsi al capitano Thompson, in pratica le concedeva di
fare un giro per la stazione prima di andare all'appuntamento e quindi
al suo alloggio.
I suoi occhi passarono in rassegna gli esercizi commerciali e le
caratteristiche architettoniche della base, simile ad altre basi
federali che aveva visto in passato. Nel periodo che era intercorso tra
la sua assegnazione e la partenza aveva studiato le caratteristiche
della base e i dossier dei futuri superiori e colleghi. Non sarebbe
arrivata impreparta. Dopotutto, non lo aveva mai fatto.
Si fermò per qualche istante ad osservare la vetrina di una sartoria,
poi si voltò e andò a sbattere contro un'uniforme della Flotta.
Si scusò subito, poi alzò gli occhi dei venticinque centimetri necessari
ad incontrare quelli dell'occupante dell'uniforme contro cui si era
scontrata. Nel levare lo sguardo registrò automaticamente una serie di dati.
Uniforme blu, camice, grado da tenente comandante, denobulano.
Si scostò, assumendo una posa più formale.
"Comandante Sonx, le chiedo scusa."
Il medico parve vagamente sorpreso di essere chiamato per nome da una
sconosciuta. Scosse la testa ma non ebbe tempo di dire qualcosa. Fu
Daeria a presentarsi. Poi attaccò a parlare.
*Bajor - Interno del Tempio - 25/07/2395 - Ore 11:47*
Il cristallo dati era rimasto al centro del tavolo, esattamente dove il
bajoriano lo aveva lasciato. Nè T'Lani, nè K'ooD l'avevano toccato. Per
qualche istante rimasero entrambi in silenzio, come se il misterioso
dispositivo potesse sussurrare loro informazioni sulla propria natura.
"Direi che qualcuno vuole farci sapere qualcosa," fu, infine l'ovvia
riflessione del klingon.
"Così pare. Ed è interessante che ci venga consegnato solo ora."
"Dopo che hanno tentato di ucciderci."
"Io stavo pensando al fatto che ci è stato consegnato dopo che il nostro
collega del Dominio ci ha lascati," precisò T'Lani, la voce bassa e
serafica nel freddo della stanza, "ma anche il fatto che ci sia stato
consegnato dopo un attentato è sicuramente significativo."
K'ooD non rispose. Si limitò ad allungare la massiccia mano e a prendere
il cristallo dati. Se lo rigirò per un istante tra le dita, esaminandolo
alla luce fioca.
"Sembra un normalissimo cristallo dati."
"Si aspettava qualcosa di diverso?"
"No, ma vista la situazione attuale, non mi fido di chi potrebbe averci
inviato questo messaggio. Per quanto ne sappiamo, potrebbe anche
esplodere nel momento in cui proviamo ad accedere al contenuto. Non ho
intenzione di morire in un modo così idiota."
Se T'Lani non fosse stata chi era e i due ambasciatori non avessero
appena assistito ad un attentato, probabilmente avrebbe sorriso a
quell'uscita. Ovviamente non lo fece. Gli occhi del klingon rimasero per
un istante ancora sul cristallo, poi si spostarono sulla piccola
consolle nell'angolo.
"Immagino che dovremo correre il rischio."
T'Lani annuì. Ci aveva pensato anche lei. Avrebbero potuto prendere il
cristallo, metterselo in tasca, fare finta di nulla e tornare a bordo
della nave appoggio che li aveva condotti lì. Far esaminare il
cristallo, poi visionarne il contenuto lontano da possibili occhi
indiscreti. In quella stessa stanza, dopotutto, avrebbero potuto esserci
dispositivi di sorveglianza. La paranoia, tuttavia, non era mai
appartenuta al suo carattere e certamente non era propria dei klingon,
per cui non si aspettava davvero che il cristallo potesse saltare in
aria o che qualcuno potesse improvvisamente fare irruzione con l'incauto
intento di freddare su due piedi delegati diplomatici straniere in visita.
No, il cristallo era giunto a loro in modo quasi banale, senza alcun
avvertimento o particolare segretezza. Avrebbero potuto volerci ore
prima che la sicurezza permettesse loro di tornare a bordo. Quel
cristallo poteva contenere delle informazioni utili a comprendere cosa
stava effettivamente accadendo in quel luogo.
E, a parte tutto, era illogicamente curiosa.
K'ooD coprì in poche ampie falcate la breve distanza che lo separava
dalla piccola consolle. Inserì il cristallo nello slot.
T'Lani si strinse nell'ampio mantello del collega e si avvicinò in un
lieve tintinnio di metallo.
La consolle procedette automaticamente all'apertura dei file e sul
display comparve una lista di contenuti. Sembravano per la maggior parte
file di testo, una cinquantina in tutto.
K'ooD aprì il primo. Si trattava di poche righe:
/"[...] E l'oppressione durata cinque volte dieci anni fine avrà, per il
coraggio e il sangue dei suoi figli. Ma liberi loro non saranno. Dolce
cattività è quella del leone in una gabbia dorata. Vi è entrato
volontariamente [...] Il coraggio e il sangue del leone spezzeranno le
catene. Libero sarà."/
//
Non vi era fonte. T'Lani inarcò un sopracciglio.
"Interessante."
"Non è il termine che avrei usato io."
"Cosa c'è negli altri file?"
K'ooD ne aprì altri a campione. Alcuni contenevano stralci, simili al
primo, di quelle che erano chiaramente citazioni. Altri sembravano
contenere dati tecnici di qualche tipo, senza alcun riferimento. Altri
ancora erano vuoti.
L'ultimo file era un video. Quando il klingon l'avviò, sullo schermo
apparve un uomo bajoriano. Il viso segnato, gli occhi chiari, capelli
grigi. Vestiva abiti comuni, ma non portava alcun orecchino.
"Se questo video è giunto fino a voi, significa che tutto ha avuto inizio."
La sua voce era ruvida, rasposa, ma non priva di una nota di gentilezza.
"Non so nemmeno chi siate voi, precisamente. Ma se questo cristallo dati
vi è stato consegnato, probabilmente siete nella posizione di aiutarci.
Spero che il materiale che vi ho inserito vi aiuti a capire. Ma forse,
capirete da soli, quando cominceranno a morire gli innocenti. Perchè è
questo che accadrà."
L'uomo sullo schermo fece una pausa.
"Non avrei mai creduto di vivere abbastanza da vedere tutto questo.
Chiunque voi siate, vi chiedo perdono per avervi coinvolti. Buona fortuna."
Il video si spense.
*USS Fearless – Plancia – 28/07/2395, ore 13:27*
"Apra il canale" la forza dell'abitudine fece voltare l'ufficiale verso
lo schermo principale, che in quel momento visualizzava una ripresa a
lunga distanza delle navi del Dominio. "Qui è la Fearless, mi ricevete?"
In risposta Manuela udì inizialmente soltanto una serie di crepitii di
interferenza. Aggrottò leggermente le sopracciglia e si voltò verso
l'ufficiale che, nel frattempo, era stato affiancato dalla Chorate. La
boliana si chinò sulla consolle per un istante. "Il canale è disturbato,
Comandante."
Questo Manuela avrebbe potuto capirlo anche da sola. Quello che le
serviva, tutt'al più, era una soluzione.
"Stiamo cercando di compensare," aggiunse l'altra dopo qualche istante.
Seguirono una serie di frasi bisbigliate, apparentemente all'indirizzo
della consolle stessa. Il primo ufficiale si voltò. Tamburellò con le
dita per qualche istante sul bracciolo della poltrona di comando.
"Riprovi ora, Signore."
"Qui Fearless, mi ricevete?"
Un'altra scarica di interferenza poi la voce Durani uscì dagli altoparlanti.
"Qui Marconi, vi riceviamo Fearless. Ci sentite ora?"
"Forte e chiaro." La donna si concesse un sorriso. "Felice di
risentirvi, qual'è la vostra situazione attuale?"
"Stiamo per emergere. Se non lo facciamo, dovremo tenere insieme lo
scafo con il nastro adesivo, temo. Cominciamo a sentire gli effetti
dell'acido. Ma c'è un piccolo problema."
"Le navi del Dominio," la precedette Garcia.
"Esattamente. Non crediamo che vi abbiano rilevato, ma ci stanno
aspettando."
"Le stiamo tenendo d'occhio. Avrete bisogno di copertura."
Non si trattava di una domanda, ma di una semplice constatazione. La
chiamata della Marconi non arrivava certamente inaspettata. Non
avrebbero potuto rimanere a mollo all'infinito e il Dominio non era noto
per la sua tendenza ad abbandonare la battaglia. Specialmente una che,
per quanto ne sapevano, aveva alte probabilità di volgere a loro favore.
No, avrebbero aspettato e appena la Marconi fosse emersa avrebbero
colpito e lo avrebbero fatto con durezza.
"Già." La voce di Durani suonava leggermente soffocata a causa delle
interferenze, ma Manuela colse comunque una sfumatura di determinazione.
"Ma abbiamo un piano. Una bozza di piano, in realtà."
"Sono tutta orecchi." L'ufficale si raddrizzò leggermente sulla poltroncina.
"Le navi del Dominio non sanno della vostra presenza, mentre si
aspettano che noi siamo pesantemente danneggiati dal bagno dell'acido,"
iniziò la klingon senza preamboli."Abbiamo in mente di rilasciare un
certo numero di rottami, così che pensino che stiamo cadendo a pezzi.
Questo li porterà a credere che siamo una facile preda."
Per un attimo ci fu una pausa e Manuela pensò di sentire un ghigno nella
voce dell'altra.
"Contemporaneamente cominceremo l'emersione. Li attireremo sopra di noi.
Non si preoccuperanno di tenere troppa distanza, dopotutto per loro
siamo un rottame da fare definitivamente a pezzi."
"Emergerete sparando, immagino."
"Ci può giurare, comandante. Con tutto quello che abbiamo. Ed è qui che
entrate in scena voi. Saranno concentrati sulla nostra inaspettata
propensione alla sopravvivenza, quando voi gli piomberete addosso
dall'alto. Siete in grado di avvicinarvi senza rovinare l'effetto sorpresa?"
Manuela si gettò uno sguardo alla spalle. Chorate e Karana erano
impegnate a digitare con grande impegno sulla consolle. Incredibilmente,
la boliana taceva. Karana si voltò nella sua direzione e annuì una volta.
"Ci saremo," rispose il primo ufficiale.
"Molto bene. Dopo dovremo solo metterci comodi e aspettare che quelli
laggiù si arrendano."
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