[Stml21] [16.05 - Chorate - Gioco di Potere]

federico pirazzoli cmdrtkar a gmail.com
Lun 22 Feb 2016 14:36:07 CET


Interessante evoluzione della faccenda...vediamo come ne veniamo fuori!

PS di nuovo benvenuta a bordo!

*_________________________________________________________________________*
*Da*: Comandante del sommergibile *Sea Tiger*
*A*: Ufficio Approvvigionamenti Arsenale di Cavite, Filippine.
*Tramite*: Comando Forze Subacquee.
*Oggetto*: Carta igienica.
*#1*. Il 6 giugno 1941 questa nave ha inoltrato una richiesta di 150 rotoli
di carta igienica. Il 16 dicembre 1941 detta richiesta è stata restituita
con la stampigliatura: "Materiale sconosciuto. Richiesta annullata."
*#2*. Il Comandante del sommergibile *Sea Tiger* non può fare a meno di
domandarsi cosa viene usato all'Approvvigionamento di Cavite in
sostituzione di questo "materiale sconosciuto", un tempo perfettamente noto
a questo Comando.
_________________________________________________________________________

Il giorno 22 febbraio 2016 11:07, Maddalena <vampitrill a gmail.com> ha
scritto:

> Dunque...
> E' con estremo ritardo, frutto di grandi consultazioni con Ermes, che
> invio il pezzo. Siate clementi perchè è il primo che scrivo qui, il primo
> che scrivo in collaborazione con qualcun altro e questa storia è seriamente
> un casino.
> Ho aggiunto un piccolo flashback all'inizio a mò di imbarco.
>
> Maddy
>
> -------------------------
>
> *Deep Space 16 Gamma - Passeggiata - 25/06/2395 - Ore 9.08*
>
>
>
> Daeria Chorate amava parlare.
>
> Secondo un noto stereotipo ogni boliano ama parlare. E' insito nella loro
> stessa natura. Naturalmente, gli stereotipi non rispondono quasi mai alla
> realtà dei fatti e anche su Bolarus non mancano gli individui silenziosi.
>
> Ma Daeria amava *davvero* parlare. Con chiunque stesse fermo abbastanza a
> lungo e avesse udito per ascoltarla. In realtà l'ultimo requisito non era
> nemmeno tanto indispensabile.
>
> L'importante era poter parlare. Con il cuoco in sala mensa, con il vicino
> di tavolo, con il vicino di consolle, con la consolle e con il pilota della
> piccola navetta che la stava conducendo su DS16 Gamma.
>
> Il poveraccio era stremato.
>
> Lei era entusiasta.
>
> Il passaggio per il tunnel spaziale era stato per lei il primo della sua
> carriera e aveva avuto come diretta conseguenza un fiume di chiacchiere
> sull'estetica, sulla struttura del passaggio e sulla natura degli alieni
> che vivevano nel condotto.
>
> Quando la navetta aveva finalmente spento i motori, il pilota si era
> letteralmente fiondato fuori dal portello. Daeria aveva raccolto con calma
> le sue cose, fatto spallucce e si era avviata verso la zona più interna
> della stazione. Borsa in spalla, capelli candidi raccolti stretti dietro la
> testa, aveva sfoderato un padd con la mappa della stazione e, distribuendo
> saluti a chiunque incontrasse, era riuscita a raggiungere la passeggiata.
>
> La navetta era, inspiegabilmente, giunta con un certo anticipo. In teoria
> questo le avrebbe lasciato il tempo di posare le proprie cose prima di
> presentarsi al capitano Thompson, in pratica le concedeva di fare un giro
> per la stazione prima di andare all'appuntamento e quindi al suo alloggio.
>
> I suoi occhi passarono in rassegna gli esercizi commerciali e le
> caratteristiche architettoniche della base, simile ad altre basi federali
> che aveva visto in passato. Nel periodo che era intercorso tra la sua
> assegnazione e la partenza aveva studiato le caratteristiche della base e i
> dossier dei futuri superiori e colleghi. Non sarebbe arrivata impreparta.
> Dopotutto, non lo aveva mai fatto.
>
> Si fermò per qualche istante ad osservare la vetrina di una sartoria, poi
> si voltò e andò a sbattere contro un'uniforme della Flotta.
>
> Si scusò subito, poi alzò gli occhi dei venticinque centimetri necessari
> ad incontrare quelli dell'occupante dell'uniforme contro cui si era
> scontrata. Nel levare lo sguardo registrò automaticamente una serie di dati.
>
> Uniforme blu, camice, grado da tenente comandante, denobulano.
>
> Si scostò, assumendo una posa più formale.
>
>
>
> "Comandante Sonx, le chiedo scusa."
>
>
>
> Il medico parve vagamente sorpreso di essere chiamato per nome da una
> sconosciuta. Scosse la testa ma non ebbe tempo di dire qualcosa. Fu Daeria
> a presentarsi. Poi attaccò a parlare.
>
>
>
> *Bajor - Interno del Tempio - 25/07/2395 - Ore 11:47*
>
>
>
> Il cristallo dati era rimasto al centro del tavolo, esattamente dove il
> bajoriano lo aveva lasciato. Nè T'Lani, nè K'ooD l'avevano toccato. Per
> qualche istante rimasero entrambi in silenzio, come se il misterioso
> dispositivo potesse sussurrare loro informazioni sulla propria natura.
>
>
>
> "Direi che qualcuno vuole farci sapere qualcosa," fu, infine l'ovvia
> riflessione del klingon.
>
> "Così pare. Ed è interessante che ci venga consegnato solo ora."
>
> "Dopo che hanno tentato di ucciderci."
>
> "Io stavo pensando al fatto che ci è stato consegnato dopo che il nostro
> collega del Dominio ci ha lascati," precisò T'Lani, la voce bassa e
> serafica nel freddo della stanza, "ma anche il fatto che ci sia stato
> consegnato dopo un attentato è sicuramente significativo."
>
>
>
> K'ooD non rispose. Si limitò ad allungare la massiccia mano e a prendere
> il cristallo dati. Se lo rigirò per un istante tra le dita, esaminandolo
> alla luce fioca.
>
>
>
> "Sembra un normalissimo cristallo dati."
>
> "Si aspettava qualcosa di diverso?"
>
> "No, ma vista la situazione attuale, non mi fido di chi potrebbe averci
> inviato questo messaggio. Per quanto ne sappiamo, potrebbe anche esplodere
> nel momento in cui proviamo ad accedere al contenuto. Non ho intenzione di
> morire in un modo così idiota."
>
>
>
> Se T'Lani non fosse stata chi era e i due ambasciatori non avessero appena
> assistito ad un attentato, probabilmente avrebbe sorriso a quell'uscita.
> Ovviamente non lo fece. Gli occhi del klingon rimasero per un istante
> ancora sul cristallo, poi si spostarono sulla piccola consolle nell'angolo.
>
>
>
> "Immagino che dovremo correre il rischio."
>
>
>
> T'Lani annuì. Ci aveva pensato anche lei. Avrebbero potuto prendere il
> cristallo, metterselo in tasca, fare finta di nulla e tornare a bordo della
> nave appoggio che li aveva condotti lì. Far esaminare il cristallo, poi
> visionarne il contenuto lontano da possibili occhi indiscreti. In quella
> stessa stanza, dopotutto, avrebbero potuto esserci dispositivi di
> sorveglianza. La paranoia, tuttavia, non era mai appartenuta al suo
> carattere e certamente non era propria dei klingon, per cui non si
> aspettava davvero che il cristallo potesse saltare in aria o che qualcuno
> potesse improvvisamente fare irruzione con l'incauto intento di freddare su
> due piedi delegati diplomatici straniere in visita.
>
> No, il cristallo era giunto a loro in modo quasi banale, senza alcun
> avvertimento o particolare segretezza. Avrebbero potuto volerci ore prima
> che la sicurezza permettesse loro di tornare a bordo. Quel cristallo poteva
> contenere delle informazioni utili a comprendere cosa stava effettivamente
> accadendo in quel luogo.
>
> E, a parte tutto, era illogicamente curiosa.
>
>
>
> K'ooD coprì in poche ampie falcate la breve distanza che lo separava dalla
> piccola consolle. Inserì il cristallo nello slot.
>
> T'Lani si strinse nell'ampio mantello del collega e si avvicinò in un
> lieve tintinnio di metallo.
>
> La consolle procedette automaticamente all'apertura dei file e sul display
> comparve una lista di contenuti. Sembravano per la maggior parte file di
> testo, una cinquantina in tutto.
>
> K'ooD aprì il primo. Si trattava di poche righe:
>
>
>
> *"[...] E l'oppressione durata cinque volte dieci anni fine avrà, per il
> coraggio e il sangue dei suoi figli. Ma liberi loro non saranno. Dolce
> cattività è quella del leone in una gabbia dorata. Vi è entrato
> volontariamente [...] Il coraggio e il sangue del leone spezzeranno le
> catene. Libero sarà."*
>
>
>
> Non vi era fonte. T'Lani inarcò un sopracciglio.
>
>
>
> "Interessante."
>
> "Non è il termine che avrei usato io."
>
> "Cosa c'è negli altri file?"
>
>
>
> K'ooD ne aprì altri a campione. Alcuni contenevano stralci, simili al
> primo, di quelle che erano chiaramente citazioni. Altri sembravano
> contenere dati tecnici di qualche tipo, senza alcun riferimento. Altri
> ancora erano vuoti.
>
> L'ultimo file era un video. Quando il klingon l'avviò, sullo schermo
> apparve un uomo bajoriano. Il viso segnato, gli occhi chiari, capelli
> grigi. Vestiva abiti comuni, ma non portava alcun orecchino.
>
>
>
> "Se questo video è giunto fino a voi, significa che tutto ha avuto inizio."
>
> La sua voce era ruvida, rasposa, ma non priva di una nota di gentilezza.
>
> "Non so nemmeno chi siate voi, precisamente. Ma se questo cristallo dati
> vi è stato consegnato, probabilmente siete nella posizione di aiutarci.
> Spero che il materiale che vi ho inserito vi aiuti a capire. Ma forse,
> capirete da soli, quando cominceranno a morire gli innocenti. Perchè è
> questo che accadrà."
>
> L'uomo sullo schermo fece una pausa.
>
> "Non avrei mai creduto di vivere abbastanza da vedere tutto questo.
> Chiunque voi siate, vi chiedo perdono per avervi coinvolti. Buona fortuna."
>
> Il video si spense.
>
>
>
> *USS Fearless – Plancia – 28/07/2395, o­re 13:27*
>
>
>
> "Apra il canale" la forza dell'abitudine fece voltare l'ufficiale verso lo
> schermo principale, che in quel momento visualizzava una ripresa a lunga
> distanza delle navi del Dominio. "Qui è la Fearless, mi ricevete?"
>
>
>
> In risposta Manuela udì inizialmente soltanto una serie di crepitii di
> interferenza. Aggrottò leggermente le sopracciglia e si voltò verso
> l'ufficiale che, nel frattempo, era stato affiancato dalla Chorate. La
> boliana si chinò sulla consolle per un istante. "Il canale è disturbato,
> Comandante."
>
>
>
> Questo Manuela avrebbe potuto capirlo anche da sola. Quello che le
> serviva, tutt'al più, era una soluzione.
>
>
>
> "Stiamo cercando di compensare," aggiunse l'altra dopo qualche istante.
> Seguirono una serie di frasi bisbigliate, apparentemente all'indirizzo
> della consolle stessa. Il primo ufficiale si voltò. Tamburellò con le dita
> per qualche istante sul bracciolo della poltrona di comando.
>
>
>
> "Riprovi ora, Signore."
>
> "Qui Fearless, mi ricevete?"
>
>
>
> Un'altra scarica di interferenza poi la voce Durani uscì dagli
> altoparlanti.
>
>
>
> "Qui Marconi, vi riceviamo Fearless. Ci sentite ora?"
>
> "Forte e chiaro." La donna si concesse un sorriso. "Felice di risentirvi,
> qual'è la vostra situazione attuale?"
>
> "Stiamo per emergere. Se non lo facciamo, dovremo tenere insieme lo scafo
> con il nastro adesivo, temo. Cominciamo a sentire gli effetti dell'acido.
> Ma c'è un piccolo problema."
>
> "Le navi del Dominio," la precedette Garcia.
>
> "Esattamente. Non crediamo che vi abbiano rilevato, ma ci stanno
> aspettando."
>
> "Le stiamo tenendo d'occhio. Avrete bisogno di copertura."
>
>
>
> Non si trattava di una domanda, ma di una semplice constatazione. La
> chiamata della Marconi non arrivava certamente inaspettata. Non avrebbero
> potuto rimanere a mollo all'infinito e il Dominio non era noto per la sua
> tendenza ad abbandonare la battaglia. Specialmente una che, per quanto ne
> sapevano, aveva alte probabilità di volgere a loro favore. No, avrebbero
> aspettato e appena la Marconi fosse emersa avrebbero colpito e lo avrebbero
> fatto con durezza.
>
>
>
> "Già." La voce di Durani suonava leggermente soffocata a causa delle
> interferenze, ma Manuela colse comunque una sfumatura di determinazione.
> "Ma abbiamo un piano. Una bozza di piano, in realtà."
>
> "Sono tutta orecchi." L'ufficale si raddrizzò leggermente sulla
> poltroncina.
>
> "Le navi del Dominio non sanno della vostra presenza, mentre si aspettano
> che noi siamo pesantemente danneggiati dal bagno dell'acido," iniziò la
> klingon senza preamboli.  "Abbiamo in mente di rilasciare un certo numero
> di rottami, così che pensino che stiamo cadendo a pezzi. Questo li porterà
> a credere che siamo una facile preda."
>
>
>
> Per un attimo ci fu una pausa e Manuela pensò di sentire un ghigno nella
> voce dell'altra.
>
>
>
> "Contemporaneamente cominceremo l'emersione. Li attireremo sopra di noi.
> Non si preoccuperanno di tenere troppa distanza, dopotutto per loro siamo
> un rottame da fare definitivamente a pezzi."
>
> "Emergerete sparando, immagino."
>
> "Ci può giurare, comandante. Con tutto quello che abbiamo. Ed è qui che
> entrate in scena voi. Saranno concentrati sulla nostra inaspettata
> propensione alla sopravvivenza, quando voi gli piomberete addosso
> dall'alto. Siete in grado di avvicinarvi senza rovinare l'effetto sorpresa?"
>
>
>
> Manuela si gettò uno sguardo alla spalle. Chorate e Karana erano impegnate
> a digitare con grande impegno sulla consolle. Incredibilmente, la boliana
> taceva. Karana si voltò nella sua direzione e annuì una volta.
>
>
>
> "Ci saremo," rispose il primo ufficiale.
>
> "Molto bene. Dopo dovremo solo metterci comodi e aspettare che quelli
> laggiù si arrendano."
>
>
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