[Stml21] [16.05 - Chorate - Gioco di Potere]

Maddalena vampitrill a gmail.com
Mar 23 Feb 2016 19:34:50 CET


Grazie ;-)

Il 23/02/2016 16:59, Ileana ha scritto:
> Finalmente ho letto anche io!
> Molto molto bello... interessante la parte del cristallo, altri guai 
> in vista direi.. :D
>
> Brava!
> Ileana
>
> ======================================
> Comandante Manuela Garcia
> Primo Ufficiale DeepSpace 16Gamma
> ======================================
> Email: manuelagarciads16 a gmail.com <mailto:manuelagarciads16 a gmail.com>
> Starfleet Italy: http://starfleetitaly.it/starfleetitaly/main.php
> http://www.starfleetitaly.it/starfleetitaly/fleetyards/DS16Gamma/main.php
> Sype: dolcevoloo
> ======================================
>
> Il giorno 22 febbraio 2016 14:36, federico pirazzoli 
> <cmdrtkar a gmail.com <mailto:cmdrtkar a gmail.com>> ha scritto:
>
>     Interessante evoluzione della faccenda...vediamo come ne veniamo
>     fuori!
>
>     PS di nuovo benvenuta a bordo!
>
>     *_________________________________________________________________________*
>     *Da*: Comandante del sommergibile /Sea Tiger/
>     *A*: Ufficio Approvvigionamenti Arsenale di Cavite, Filippine.
>     *Tramite*: Comando Forze Subacquee.
>     *Oggetto*: Carta igienica.
>     *#1*. Il 6 giugno 1941 questa nave ha inoltrato una richiesta di
>     150 rotoli di carta igienica. Il 16 dicembre 1941 detta richiesta
>     è stata restituita con la stampigliatura: "Materiale sconosciuto.
>     Richiesta annullata."
>     *#2*. Il Comandante del sommergibile /Sea Tiger/ non può fare a
>     meno di domandarsi cosa viene usato all'Approvvigionamento di
>     Cavite in sostituzione di questo "materiale sconosciuto", un tempo
>     perfettamente noto a questo Comando.
>     _________________________________________________________________________
>
>     Il giorno 22 febbraio 2016 11:07, Maddalena <vampitrill a gmail.com
>     <mailto:vampitrill a gmail.com>> ha scritto:
>
>         Dunque...
>         E' con estremo ritardo, frutto di grandi consultazioni con
>         Ermes, che invio il pezzo. Siate clementi perchè è il primo
>         che scrivo qui, il primo che scrivo in collaborazione con
>         qualcun altro e questa storia è seriamente un casino.
>         Ho aggiunto un piccolo flashback all'inizio a mò di imbarco.
>
>         Maddy
>
>         -------------------------
>
>         *Deep Space 16 Gamma - Passeggiata - 25/06/2395 - Ore 9.08*
>
>         Daeria Chorate amava parlare.
>
>         Secondo un noto stereotipo ogni boliano ama parlare. E' insito
>         nella loro stessa natura. Naturalmente, gli stereotipi non
>         rispondono quasi mai alla realtà dei fatti e anche su Bolarus
>         non mancano gli individui silenziosi.
>
>         Ma Daeria amava /davvero/ parlare. Con chiunque stesse fermo
>         abbastanza a lungo e avesse udito per ascoltarla. In realtà
>         l'ultimo requisito non era nemmeno tanto indispensabile.
>
>         L'importante era poter parlare. Con il cuoco in sala mensa,
>         con il vicino di tavolo, con il vicino di consolle, con la
>         consolle e con il pilota della piccola navetta che la stava
>         conducendo su DS16 Gamma.
>
>         Il poveraccio era stremato.
>
>         Lei era entusiasta.
>
>         Il passaggio per il tunnel spaziale era stato per lei il primo
>         della sua carriera e aveva avuto come diretta conseguenza un
>         fiume di chiacchiere sull'estetica, sulla struttura del
>         passaggio e sulla natura degli alieni che vivevano nel condotto.
>
>         Quando la navetta aveva finalmente spento i motori, il pilota
>         si era letteralmente fiondato fuori dal portello. Daeria aveva
>         raccolto con calma le sue cose, fatto spallucce e si era
>         avviata verso la zona più interna della stazione. Borsa in
>         spalla, capelli candidi raccolti stretti dietro la testa,
>         aveva sfoderato un padd con la mappa della stazione e,
>         distribuendo saluti a chiunque incontrasse, era riuscita a
>         raggiungere la passeggiata.
>
>         La navetta era, inspiegabilmente, giunta con un certo
>         anticipo. In teoria questo le avrebbe lasciato il tempo di
>         posare le proprie cose prima di presentarsi al capitano
>         Thompson, in pratica le concedeva di fare un giro per la
>         stazione prima di andare all'appuntamento e quindi al suo
>         alloggio.
>
>         I suoi occhi passarono in rassegna gli esercizi commerciali e
>         le caratteristiche architettoniche della base, simile ad altre
>         basi federali che aveva visto in passato. Nel periodo che era
>         intercorso tra la sua assegnazione e la partenza aveva
>         studiato le caratteristiche della base e i dossier dei futuri
>         superiori e colleghi. Non sarebbe arrivata impreparta.
>         Dopotutto, non lo aveva mai fatto.
>
>         Si fermò per qualche istante ad osservare la vetrina di una
>         sartoria, poi si voltò e andò a sbattere contro un'uniforme
>         della Flotta.
>
>         Si scusò subito, poi alzò gli occhi dei venticinque centimetri
>         necessari ad incontrare quelli dell'occupante dell'uniforme
>         contro cui si era scontrata. Nel levare lo sguardo registrò
>         automaticamente una serie di dati.
>
>         Uniforme blu, camice, grado da tenente comandante, denobulano.
>
>         Si scostò, assumendo una posa più formale.
>
>         "Comandante Sonx, le chiedo scusa."
>
>         Il medico parve vagamente sorpreso di essere chiamato per nome
>         da una sconosciuta. Scosse la testa ma non ebbe tempo di dire
>         qualcosa. Fu Daeria a presentarsi. Poi attaccò a parlare.
>
>         *Bajor - Interno del Tempio - 25/07/2395 - Ore 11:47*
>
>         Il cristallo dati era rimasto al centro del tavolo,
>         esattamente dove il bajoriano lo aveva lasciato. Nè T'Lani, nè
>         K'ooD l'avevano toccato. Per qualche istante rimasero entrambi
>         in silenzio, come se il misterioso dispositivo potesse
>         sussurrare loro informazioni sulla propria natura.
>
>         "Direi che qualcuno vuole farci sapere qualcosa," fu, infine
>         l'ovvia riflessione del klingon.
>
>         "Così pare. Ed è interessante che ci venga consegnato solo ora."
>
>         "Dopo che hanno tentato di ucciderci."
>
>         "Io stavo pensando al fatto che ci è stato consegnato dopo che
>         il nostro collega del Dominio ci ha lascati," precisò T'Lani,
>         la voce bassa e serafica nel freddo della stanza, "ma anche il
>         fatto che ci sia stato consegnato dopo un attentato è
>         sicuramente significativo."
>
>         K'ooD non rispose. Si limitò ad allungare la massiccia mano e
>         a prendere il cristallo dati. Se lo rigirò per un istante tra
>         le dita, esaminandolo alla luce fioca.
>
>         "Sembra un normalissimo cristallo dati."
>
>         "Si aspettava qualcosa di diverso?"
>
>         "No, ma vista la situazione attuale, non mi fido di chi
>         potrebbe averci inviato questo messaggio. Per quanto ne
>         sappiamo, potrebbe anche esplodere nel momento in cui proviamo
>         ad accedere al contenuto. Non ho intenzione di morire in un
>         modo così idiota."
>
>         Se T'Lani non fosse stata chi era e i due ambasciatori non
>         avessero appena assistito ad un attentato, probabilmente
>         avrebbe sorriso a quell'uscita. Ovviamente non lo fece. Gli
>         occhi del klingon rimasero per un istante ancora sul
>         cristallo, poi si spostarono sulla piccola consolle nell'angolo.
>
>         "Immagino che dovremo correre il rischio."
>
>         T'Lani annuì. Ci aveva pensato anche lei. Avrebbero potuto
>         prendere il cristallo, metterselo in tasca, fare finta di
>         nulla e tornare a bordo della nave appoggio che li aveva
>         condotti lì. Far esaminare il cristallo, poi visionarne il
>         contenuto lontano da possibili occhi indiscreti. In quella
>         stessa stanza, dopotutto, avrebbero potuto esserci dispositivi
>         di sorveglianza. La paranoia, tuttavia, non era mai
>         appartenuta al suo carattere e certamente non era propria dei
>         klingon, per cui non si aspettava davvero che il cristallo
>         potesse saltare in aria o che qualcuno potesse improvvisamente
>         fare irruzione con l'incauto intento di freddare su due piedi
>         delegati diplomatici straniere in visita.
>
>         No, il cristallo era giunto a loro in modo quasi banale, senza
>         alcun avvertimento o particolare segretezza. Avrebbero potuto
>         volerci ore prima che la sicurezza permettesse loro di tornare
>         a bordo. Quel cristallo poteva contenere delle informazioni
>         utili a comprendere cosa stava effettivamente accadendo in
>         quel luogo.
>
>         E, a parte tutto, era illogicamente curiosa.
>
>         K'ooD coprì in poche ampie falcate la breve distanza che lo
>         separava dalla piccola consolle. Inserì il cristallo nello slot.
>
>         T'Lani si strinse nell'ampio mantello del collega e si
>         avvicinò in un lieve tintinnio di metallo.
>
>         La consolle procedette automaticamente all'apertura dei file e
>         sul display comparve una lista di contenuti. Sembravano per la
>         maggior parte file di testo, una cinquantina in tutto.
>
>         K'ooD aprì il primo. Si trattava di poche righe:
>
>         /"[...] E l'oppressione durata cinque volte dieci anni fine
>         avrà, per il coraggio e il sangue dei suoi figli. Ma liberi
>         loro non saranno. Dolce cattività è quella del leone in una
>         gabbia dorata. Vi è entrato volontariamente [...] Il coraggio
>         e il sangue del leone spezzeranno le catene. Libero sarà."/
>
>         //
>
>         Non vi era fonte. T'Lani inarcò un sopracciglio.
>
>         "Interessante."
>
>         "Non è il termine che avrei usato io."
>
>         "Cosa c'è negli altri file?"
>
>         K'ooD ne aprì altri a campione. Alcuni contenevano stralci,
>         simili al primo, di quelle che erano chiaramente citazioni.
>         Altri sembravano contenere dati tecnici di qualche tipo, senza
>         alcun riferimento. Altri ancora erano vuoti.
>
>         L'ultimo file era un video. Quando il klingon l'avviò, sullo
>         schermo apparve un uomo bajoriano. Il viso segnato, gli occhi
>         chiari, capelli grigi. Vestiva abiti comuni, ma non portava
>         alcun orecchino.
>
>         "Se questo video è giunto fino a voi, significa che tutto ha
>         avuto inizio."
>
>         La sua voce era ruvida, rasposa, ma non priva di una nota di
>         gentilezza.
>
>         "Non so nemmeno chi siate voi, precisamente. Ma se questo
>         cristallo dati vi è stato consegnato, probabilmente siete
>         nella posizione di aiutarci. Spero che il materiale che vi ho
>         inserito vi aiuti a capire. Ma forse, capirete da soli, quando
>         cominceranno a morire gli innocenti. Perchè è questo che accadrà."
>
>         L'uomo sullo schermo fece una pausa.
>
>         "Non avrei mai creduto di vivere abbastanza da vedere tutto
>         questo. Chiunque voi siate, vi chiedo perdono per avervi
>         coinvolti. Buona fortuna."
>
>         Il video si spense.
>
>         *USS Fearless – Plancia – 28/07/2395, o­re 13:27*
>
>         "Apra il canale" la forza dell'abitudine fece voltare
>         l'ufficiale verso lo schermo principale, che in quel momento
>         visualizzava una ripresa a lunga distanza delle navi del
>         Dominio. "Qui è la Fearless, mi ricevete?"
>
>         In risposta Manuela udì inizialmente soltanto una serie di
>         crepitii di interferenza. Aggrottò leggermente le sopracciglia
>         e si voltò verso l'ufficiale che, nel frattempo, era stato
>         affiancato dalla Chorate. La boliana si chinò sulla consolle
>         per un istante. "Il canale è disturbato, Comandante."
>
>         Questo Manuela avrebbe potuto capirlo anche da sola. Quello
>         che le serviva, tutt'al più, era una soluzione.
>
>         "Stiamo cercando di compensare," aggiunse l'altra dopo qualche
>         istante. Seguirono una serie di frasi bisbigliate,
>         apparentemente all'indirizzo della consolle stessa. Il primo
>         ufficiale si voltò. Tamburellò con le dita per qualche istante
>         sul bracciolo della poltrona di comando.
>
>         "Riprovi ora, Signore."
>
>         "Qui Fearless, mi ricevete?"
>
>         Un'altra scarica di interferenza poi la voce Durani uscì dagli
>         altoparlanti.
>
>         "Qui Marconi, vi riceviamo Fearless. Ci sentite ora?"
>
>         "Forte e chiaro." La donna si concesse un sorriso. "Felice di
>         risentirvi, qual'è la vostra situazione attuale?"
>
>         "Stiamo per emergere. Se non lo facciamo, dovremo tenere
>         insieme lo scafo con il nastro adesivo, temo. Cominciamo a
>         sentire gli effetti dell'acido. Ma c'è un piccolo problema."
>
>         "Le navi del Dominio," la precedette Garcia.
>
>         "Esattamente. Non crediamo che vi abbiano rilevato, ma ci
>         stanno aspettando."
>
>         "Le stiamo tenendo d'occhio. Avrete bisogno di copertura."
>
>         Non si trattava di una domanda, ma di una semplice
>         constatazione. La chiamata della Marconi non arrivava
>         certamente inaspettata. Non avrebbero potuto rimanere a mollo
>         all'infinito e il Dominio non era noto per la sua tendenza ad
>         abbandonare la battaglia. Specialmente una che, per quanto ne
>         sapevano, aveva alte probabilità di volgere a loro favore. No,
>         avrebbero aspettato e appena la Marconi fosse emersa avrebbero
>         colpito e lo avrebbero fatto con durezza.
>
>         "Già." La voce di Durani suonava leggermente soffocata a causa
>         delle interferenze, ma Manuela colse comunque una sfumatura di
>         determinazione. "Ma abbiamo un piano. Una bozza di piano, in
>         realtà."
>
>         "Sono tutta orecchi." L'ufficale si raddrizzò leggermente
>         sulla poltroncina.
>
>         "Le navi del Dominio non sanno della vostra presenza, mentre
>         si aspettano che noi siamo pesantemente danneggiati dal bagno
>         dell'acido," iniziò la klingon senza preamboli."Abbiamo in
>         mente di rilasciare un certo numero di rottami, così che
>         pensino che stiamo cadendo a pezzi. Questo li porterà a
>         credere che siamo una facile preda."
>
>         Per un attimo ci fu una pausa e Manuela pensò di sentire un
>         ghigno nella voce dell'altra.
>
>         "Contemporaneamente cominceremo l'emersione. Li attireremo
>         sopra di noi. Non si preoccuperanno di tenere troppa distanza,
>         dopotutto per loro siamo un rottame da fare definitivamente a
>         pezzi."
>
>         "Emergerete sparando, immagino."
>
>         "Ci può giurare, comandante. Con tutto quello che abbiamo. Ed
>         è qui che entrate in scena voi. Saranno concentrati sulla
>         nostra inaspettata propensione alla sopravvivenza, quando voi
>         gli piomberete addosso dall'alto. Siete in grado di
>         avvicinarvi senza rovinare l'effetto sorpresa?"
>
>         Manuela si gettò uno sguardo alla spalle. Chorate e Karana
>         erano impegnate a digitare con grande impegno sulla consolle.
>         Incredibilmente, la boliana taceva. Karana si voltò nella sua
>         direzione e annuì una volta.
>
>         "Ci saremo," rispose il primo ufficiale.
>
>         "Molto bene. Dopo dovremo solo metterci comodi e aspettare che
>         quelli laggiù si arrendano."
>
>         //
>
>
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