[Stml21] Marconi: Complicazioni (esattamente ciò di cui avevamo bisogno)
Ileana
manuelagarciads16 a gmail.com
Mer 20 Gen 2016 15:09:11 CET
Scusate per il ritardo nel commentare il brano... non sto avendo un minuto
libero...
Nel frattempo però vi mando quello scritto sulla Marconi!!
Buona lettura!!
Ileana
**********************************************
Brano: 13.04
Titolo: Complicazioni (esattamente ciò di cui avevamo bisogno)
Autore: Tenente Comandante Rekon
Brano precedente: 13.03 – Verranno a cercarmi
**********************************************
Pianeta Leinos III – Base Terroristica – In una seconda cella - 26/07/2395
ore 02.07
Il Capo Specialista Farn si guardò intorno stupito, cercando di ricordare
come avesse fatto a finire legato in quella che aveva tutta l’aria di
essere una cella di detenzione, anche se un po’ rozza. Un soldato
Bajoriano in assetto da combattimento lo stava tenendo sotto controllo
con un fucile, ma non pareva particolarmente preoccupato.
“Io sono il Capo Specialista Hector Farn, della U.S.S. Marconi” disse,
cercando di attirare l’attenzione del suo carceriere, mentre la sua mente
lavorava febbrilmente alla ricerca di una soluzione o di una via di fuga
da quella situazione “Avete attaccato una unità Federale, e questo è un
reato molto grave. Perché…”
“Silenzio, è inutile che protesti, Umano!” lo interruppe con un certo
disprezzo il Bajoriano “I tuoi due amici sono morti e la tua navetta è
distrutta. Ma tranquillo, il Capo non ha intenzione di ucciderti, almeno
per ora.”
“Ma…perché?” chiese lo scienziato terrestre “Bajor è amico della
Federazione da anni…”
“E’ vero…” rispose duramente il soldato, prima di dargli le spalle “Ma la
Federazione non è amica di Bajor…quindi le cose dovranno cambiare!”
Pianeta Leinos III – Base Terroristica – In una terza cella - 26/07/2395
ore 02.07
Il Guardiamarina Denora Seti fece uno scatto indietro quando si accorse di
essere osservata da vicino ma – a causa dei legacci che le bloccavano
braccia e gambe – il suo movimento non la allontanò che di pochi
centimetri dal volto deturpato che la stava fissando.
“Non temere, bambina…non sono qui per farti del male…” disse la voce di
donna, una voce melodiosa e gentile…una voce anziana e tranquillizzante
che mal si sposava col volto deturpato – probabilmente dal fuoco – di chi
le stava parlando.
Ma Denora era una osservatrice piuttosto abile…una giovane addetta alla
sicurezza a cui non sfuggirono i dettagli, quali l’orecchino e gli abiti
– che facevano della donna di fronte a lei una Vedek “Chi è lei?” chiese.
“E’ così importante, bambina?” rispose la donna, riuscendo in qualche modo
ad apparire tranquillizzante nonostante il proprio aspetto “Che il mio
nome sia Adana o Winn…o qualunque altro…è così importante?” ripeté,
citando i nomi di alcuni importanti leader religiosi del passato di
Bajor. Quindi fece una pausa e aggiunse “Non è forse più importante sapere
che ti sono amica e che non è mio desiderio farti del male?”
"Se lei non mi é nemica, perché sono legata e perché avete sparato sulla
nostra navetta?" domandò il Guardiamarina Denora, muovendo per quanto
poteva la testa, quando la presunta Vedek che le stava davanti sollevò la
destra.
La donna ignorò quel tentativo della giovane Bajoriana di sottrarsi al suo
tocco e le afferrò il lobo sinistro, sondando il suo Pagh. Quindi,
soddisfatta, disse "Ragazza mia...non abbiamo certo attaccato te, che sei
una coraggiosa figlia di Bajor, ma coloro che minacciano il futuro del
nostro mondo..."
"Avete attaccato una Nave Stellare della Flotta Stellare!" protestò la
bionda Bajoriana della sezione Tattica "la Federazione non é nemica di
Bajor, tutt'altro!"
"Non in senso stretto, ragazza.." rispose la Vedek "ma la loro presenza -
il loro modo di pensare e di vedere l'universo - é comunque un pericolo
per Bajor. Inoltre il loro continuo sfruttamento del Tempio Celeste,
senza alcun rispetto nei confronti dei Profeti che lo abitano. Quindi
no..." concluse sorridendo "la Federazione non é un nemico in senso
militare, ma deve andare via da Bajor quanto prima. Tutti gli alieni, a
qualunque razza appartengono, devono andare via da Bajor."
"Senza la Federazione Bajor sarebbe ancora sotto il controllo Cardassiano,
o del Dominio!" ribatté decisa la ragazza, venendo però interrotta dalla
donna.
"Ragazza..." la ammonì, per la prima volta con tono irato "Bajor si é
liberato dai Cardassiani per la forza dei suoi figli! Affermare qualcosa
di diverso é un insulto a tutti i morti di Bajor!"
"Conosco la storia..." affermò allora conciliante la giovane ufficiale "ma
dopo aver cacciato i Cardassiani dal pianeta, Bajor non aveva le risorse
per difendere il nostro spazio...il controllo dell'accesso al Tempio
Celeste sarebbe stato loro, se non ci fosse stata la Federazione a
controllare Deep Space Nine..."
“Vedi, mia cara…” rispose la donna, addolcendo il tono di voce e
poggiandole una mano sulla spalla “E’ proprio questo il problema della
Federazione…forse non lo fa con intento malevolo, ma tende a cambiare e
uniformare tutte le culture con cui entra in contatto…”
Fu in quel momento che Denora comprese che la conversazione sarebbe stata
ancora molto lunga.
U.S.S. Marconi – Sala Riunioni Principale – 28/07/2395, ore 11:18
“Molto bene, signori…qualche dubbio dell’ultimo minuto, prima di aviare
l’operazione di recupero?” domandò il Capitano Shran, guardando i suoi
uomini con un chiaro messaggio nelle iridi azzurre: non avrebbe accettato
nessun ritardo ulteriore, neppure se gli avessero comunicato che le
navette si erano improvvisamente trasformate in sculture di ghiaccio
Andoriane.
Subito dopo l’abbattimento della navetta del Comandante Keane era stato
predisposto dall’Equipaggio della Marconi un piano di recupero che
prevedeva l’impiego delle due navette residue per trasportare altrettante
squadre d’assalto – che sarebbero state comandate per l’occasione una da
Dal e l’altra da Durani – fino alle ultime coordinate conosciute della
Stark, procedendo a bassa quota ed in volo a vista.
Il piano, purtroppo, aveva subito un ritardo di quasi quarantott’ore a
causa di una violentissima tempesta magnetica che aveva spazzato la
superficie planetaria, spiegando per quale motivo su quell’ammasso di
acqua e fango non si era mai sviluppata una civiltà.
“Le squadre avranno meno di sei ore per effettuare il recupero…” grugnì
Rekon, dalla sua posizione. Il vecchio Tellarita era ben conscio della
necessità di recuperare in fretta la collega ed amica e la sua squadra,
ma il suo compito principale era quello di tenere insieme la Marconi, che
in quel momento si stava nascondendo in un dannato mare di acido
“dopodiché dovremo far necessariamente emergere la nave e decollare, se
non vogliamo fare tutti un bagno in questo puzzolente mare…”
“Non preoccuparti, Rekon…” rispose Dal “Quaranta minuti di volo
suborbitale per arrivare sul posto, altrettanti di avvicinamento e un
paio d’ore di operazione…saremo di ritorno in tempo. Al peggio
decollerete e ci verrete a prendere…”
“Certo, perché con la manovrabilità in atmosfera che abbiamo…” iniziò a
brontolare Rekon, ma venne interrotto da Shran, che chiese “Altre
perplessità?”
Prima che qualcuno potesse rispondere, però, la voce atona e monocorde del
Primo Ufficiale emerse dagli altoparlanti incassati nel soffitto della
sala, avvertendo che stavano ricevendo una comunicazione dalla U.S.S.
Fearless.
U.S.S. Marconi – Plancia – 28/07/2395, ore 11:25
“La U.S.S. Faerless – o comunque una nave con dimensioni e traccia
energetica comparabile ad una Classe Defiant – ha appena raggiunto
un’orbita geostazionaria…” informò il Primo Ufficiale, non appena gli
altri Ufficiali Superiori ebbero varcato la soglia della Plancia.
“Si sono già spostati in orbita bassa per trasferirci i materiali?”
domandò di rimando Shran, prendendo posto sulla poltrona di comando e
rivolgendosi al Comandante Berthier, che stava rilevando uno dei propri
subordinati alla postazione scientifica.
“Non ancora…” rispose la Betazoide “probabilmente stanno mantenendo
un’orbita alta per ridurre al minimo il tempo di esposizione ad eventuali
attacchi dal pianeta…in fondo, anche se la Defiant è una nave piccola e
compatta, la loro capacità di volo atmosferico è comunque limitata e
faticherebbero ad evitare attacchi come quello che ha abbattuto la navetta
di Tara…”
“Compensazione dei disturbi EM completata...” Annunciò nel frattempo
Rekon, che si era temporaneamente piazzato alla consolle OPS senza
neppure rilevarne l’operatore “ora ha una trasmissione pulita e criptata,
Capitano…”
Shran fece un cenno di assenso all’Ingegnere e – poco dopo - il volto del
Comandante Garcia comparve sullo schermo.
“Siete arrivati, ben arrivati…” salutò l’Andoriano con un sorriso,
passando senza neppure accorgersene al tono da Latin Lover che spesso
sfoggiava con le femmine di molte razze.
=^=Grazie Capitano…=^= Rispose il comandante Garcia annuendo, prima di
aggiungere =^=Siamo pronti a teletrasportare gli aiuti sula Marconi. =^=
“Grazie a voi, procedete pure quando sarete in posizione.” Rispose il
Capitano della Marconi, mantendosi ben retto sulla schiena.
=^=Emh… sì bene. =^= Rispose Manuela.
Shran notò una certa insicurezza nella giovane donna, come se qualcosa che
aveva detto l’avesse in qualche modo turbata. In quel momento, però, non
c’era tempo per preoccuparsene, quindi passò immediatamente al punto
successivo “C’è un’altra cosa di cui vorrei parlarvi… uno dei nostri
ufficiali è stato catturato.”
Il volto del Capitano si indurì a quelle parole. Manuela provò ad
interromperlo per chiedere delucidazioni, ma l’alieno dalla pelle blu non
le lasciò il tempo di dire nulla, aggiungendo “Ci prepariamo ad una
missione di salvataggio..” *che avremmo già dovuto portare a termine,
dannazione!*
=^=Avete bisogno di rinforzi?=^= domandò il Primo Ufficiale di Deep Space
16 Gamma, non riuscendo evidentemente a cogliere dove l’Andoriano stesse
andando a parare.
“No,” rispose Shran, scuotendo appena il capo, le antenne quasi frementi
di impazienza “ma essendo in orbita potete utilizzare i vostri sensori
per darci informazioni sulle coordinate del luogo di scomparsa…. Ve le
trasmetto ora.”
“Bene aspettiamo il materiale e le informazioni tattiche.” Aggiunse dopo
un momento, notando che l’Umana sembrava stesse rimuginando sulla cosa,
dopodiché fece chiudere la comunicazione all’addetto alle Operazioni,
visto che il Capo Ingegnere era già sparito alla volta della Sala
Macchine, dove lo aspettava un lavoro improbo per ripristinare
l’efficienza dei Motori a Curvatura.
U.S.S. Marconi – Plancia – 28/07/2395, ore 12:00
“Abbiamo appena ricevuto il primo invio di materiale…” comunicò l’addetto
alla consolle Operazioni, dopo aver scambiato alcune parole con la Stiva
di Carico principale, chiarendo “si tratta della nuova bobina di
Curvatura…”
“Shran a Rekon…i pezzi che ci hanno inviato vanno bene per riparare i
nostri danni?” chiamò immediatamente il Capitano della Marconi,
supponendo che il suo Ingegnere Capo fosse appostato nella stiva, pronto
a controllare quanto ricevuto per mettersi al lavoro.
=^= Vanno bene quanto possono andar bene dei dannati pezzi di una nave
diversa…la Bobina di riserva di una Defiant non è certo come la nostra,
visto che tra le due classi di navi ci sono trentasette anni di
differenza di progettazione e due milioni di tonnellate di differenza…=^=
cominciò a brontolare Rekon, mentre in sottofondo si sentiva il rumore dei
forklift antigravitazionali in azione e il chiacchiericcio di quelli
della Sezione Ingegneria, intenti probabilmente a coordinare le attività.
Appena arrivato Shran avrebbe probabilmente interpretato la protesta di
Rekon come un problema, una bandierina alzata per avvertirlo che ci
sarebbero stati problemi a completare le riparazioni. Ma Shran conosceva
troppo bene il suo Capo Ingegnere e sapeva che – per gli standard del
Tellarita – quella protesta era piuttosto fioca, segno che il materiale
ricevuto era di suo gradimento tanto quanto poteva esserlo data la
situazione. Per questo decise di non forzare il – chiamiamolo buonumore -
del suo ingegnere, dicendo solo “Fate del vostro meglio. Per quando le
squadre di recupero saranno tornate sarebbe utile avere la Curvatura…”
=^=Sì, beh…e qui sarebbe utile avere i cantieri orbitali di Tellar per
poter fare le riparazioni come si deve…=^= brontolò il Vecchio, prima di
iniziare a sbraitare come suo solito ordini alla sua squadra.
Shran chiuse la comunicazione piuttosto divertito e – volgendosi verso
Julie – chiese “A che punto sono le squadre di sbarco?”
La Betazoide – che aveva provveduto ad interfacciare i sensori passivi
della Marconi con la griglia di rilevamento orbitale che la Fearless
aveva costituito sfruttando il proprio carico di sonde – impiegò circa
cinque secondi prima di affermare “Si trovano a dieci minuti dal punto di
atterraggio designato. Stanno procedendo a volo radente per evitare i loro
strumenti di rilevazione”
Il punto di atterraggio designato era una radura nella boscaglia, a circa
un chilometro dal complesso – parzialmente interrato – che la Fearless
aveva rilevato dall’orbita. Stando alle scansioni tattiche ottenute
dall’altra nave federale si trattava di un grande complesso industriale,
costruito principalmente sotto terra in un duro terreno granitico e
difeso pesantemente da otto batterie di cannoni Polaronici pesanti…dove
accidenti i Bajoriani avessero trovato i materiali per costruire ed
armare una base del genere era un mistero, anche se non stupiva che
avessero scelto di tentare di distruggere la Marconi per evitare che la
trovasse…
Prima che qualcuno potesse aggiungere qualcosa, però, il Comandante
Berthie aggiunse “Signore, la base ha appena lanciato numerosi piccoli
velivoli! Si direbbero un trasporto e cinque…no, sette caccia!”
Navetta Edison – contemporaneamente
“Signore…dalla Marconi ci segnalano diversi velivoli atmosferici in
avvicinamento!” annunciò il Capo Master Mok, voltandosi verso Dal.
Il Mezzo-Cardassiano si trovava in piedi dietro la postazione del pilota,
sulla quale Chuck stava operando con la consumata abilità che ormai tutti
i presenti gli avevano visto esercitare in qualche situazione di crisi.
Lanciando uno sguardo ai sensori, chiese “A che quota stiamo volando?
Possono averci intercettati?”
“Improbabile, siamo a trenta metri dal suolo e ci sono alberi alti quasi
dieci metri sotto di noi…” rispose l’unico appartenente alla Sezione
Comando e Navigazione presente a bordo.
“Possiamo scendere ancora?” domandò il Capo della Sicurezza, osservando la
formazione nemica, che lo lasciava un po’ interdetto…*perché diavolo
lasciano andare avanti il trasporto, che pare disarmato, anziché mettersi
in posizione di scorta?*
“Noi sì…” rispose Chuck con un sorrisetto, abbassandosi ancora finché le
gondole della navetta non arrivarono quasi a sfiorare le cime degli
alberi, facendo di tanto in tanto sfrigolare i deflettori di navigazione
“Non so se Max sulla Ch’oor possa fare lo stesso, però…”
Come a rispondere al dubbio del giovane asso del timone, l’altra navetta
della Marconi si abbassò di circa cinque metri, allontanandosi però di un
paio di chilometri dalla Edison. Un secondo dopo, la voce di Durani
emerse dall’altoparlante =^=Dal, noi non possiamo scendere più di così…ci
allontaniamo, così se ci rilevano non mettiamo in mezzo anche voi. Da
quanto vedo sono caccia atmosferici bajoriani, quindi non dovrebbero
essere un pericolo reale per i nostri scudi. In caso di ingaggio
lasciateli a noi e procedete con la missione di recupero…=^=
“D’accordo, buona fortuna!” rispose il Mezzo-Cardassiano, tenendo gli
occhi puntati avanti a sé e stringendo più forte la spalliera del sedile.
Pianeta Leinos III – Base Terroristica – Cella di Denora Seti -
28/07/2395, ore 11:13
Il Guardiamarina Denora Seti pensò che il suo istruttore all’Accademia
sarebbe stato fiero di lei. Accettando di rinunciare alla propria divisa
e lasciandosi progressivamente coinvolgere nei vaneggiamenti della Vedek
senza nome, era riuscita a guadagnarsi la fiducia dei suoi compatrioti.
Questi non erano stati ancora così stupidi da lasciarla a piede libero, ma
le avevano tolto i ceppi che la immobilizzavano, lasciandola libera di
girare per la piccola prigione in cui era stata rinchiusa.
Dal canto suo Denora era quasi dispiaciuta per quella gente…le guardie che
la controllavano – con le quali aveva parlato parecchio in quei giorni –
erano per lo più persone per bene, traviate da una ideologia folle
professata da quella strana Vedek che, dotata di un carisma
impressionante, le aveva traviate portandole a credere che la Federazione
fosse un nemico di Bajor.
*Ma la mia fedeltà deve andare innanzitutto alla Marconi, alla Federazione
e al mio mondo… se ci sarà modo di salvarli il Capitano lo troverà!* si
disse piluccando i resti del proprio piatto, prima di apprestarsi a
portare a termine il piano di fuga che aveva elaborato.
Piano magari era una parola grossa, ma almeno aveva capito come uscire
dalla cella. Dopo si sarebbe trattato di trovare il Comandante Keane e
Farn, per poi filarsela con la loro navetta o con qualsiasi altro mezzo
in grado di volare fino alla Marconi. Certo, la Vedek le aveva detto che
i suoi compagni erano morti nello schianto della Stark, ma Denora sapeva
che non era vero.
In quei giorni aveva sentito spesso urla e grugniti provenire dal
corridoio dove spariva e compariva la Vedek e – anche se i suoni erano
distorti – lei sapeva per certo che appartenevano a Tara Keane…erano
infatti gli stessi versi di sfida che le aveva sentito lanciare a più
riprese l’anno precedente, quando aveva aiutato a difendere la Marconi
dagli abbordaggi Borg brandendo orgogliosamente una Bath’Let.
Certa di non sbagliarsi, la ragazza fece cenno a Berei – il giovane
carceriere che non la perdeva mai di vista – di aver finito il pranzo e
si alzò in piedi con il vassoio metallico in mano.
Come i giorni scorsi il ragazzo – poco più che un bambino, in realtà,
probabilmente messo a controllare lei perché era apparsa come la più
docile dei tre prigionieri – si avvicinò alla porta, attendendo ad
aprirla che lei posasse il vassoio con le stoviglie vuote sul mobiletto
accanto all’ingresso della cella.
Questa volta, però, non sarebbe successo. Il Guardiamarina della Sezione
Tattica fece infatti appena un passo verso la porta, salvo poi inciampare
casualmente nel piede della branda e cadere in avanti. Istintivamente
sollevò il vassoio, lasciando che fosse questo ad impattare per primo –
circa un decimo di secondo prima della sua testa – contro lo spigolo del
mobile.
Con un tonfo sordo e la testa ovattata, poi, la giovane Bajoriana crollò a
terra, sentendo il viscidume del sangue scorrerle sulla fronte e
simulando solo in parte il dolore di un forte trauma.
Come aveva previsto, Berei si fece prendere dal panico vedendola cadere e
sbattere la testa e, senza pensare a chiamare aiuto, si precipitò ad
aprire la porta della cella, armeggiando diversi secondi con la chiave
meccanica prima di riuscire ad infilarla correttamente nella toppa.
Denora contò mentalmente fino a cinque tenendo gli ogghi semichiusi poi,
quando sentì il respiro del ragazzo vicino al suo volto, strinse la presa
sul vassoio che non aveva ancora lasciato andare e mosse il braccio
destro con rapidità, colpendolo alla tempia con la superficie di metallo
con tutta la forza che il suo corpo allenato possedeva.
Berei – colto alla sprovvista – barcollò all’indietro e Denora fu lesta ad
alzarsi. Ignorando il dolore come Dal le aveva insegnato a fare, la
Bajoriana si avventò sul suo conterraneo e gli bloccò il collo con una
presa poi, facendo pressione sulla trachea, lo fece svenire.
Rapidamente si asciugò il sangue che colava da un brutto taglio sulla
fronte e – recuperata la pistola phaser, il comunicatore e le chiavi del
suo carceriere, lo chiuse nella cella.
“E adesso cerchiamo gli altri!” borbottò, scuotendo la testa per
schiarirsi le idee.
Pianeta Leinos III – Base Terroristica – Cella di Tara Keane - 28/07/2395,
ore 11:25
Tara era da giorni pronta alla fuga, ma ancora non se ne era presentata
l'occasione. I suoi carcerieri la trattavano come un animale estremamente
pericoloso e la tebnevanoin una gabbia, alla catena. I ceppi che le
bloccavano i polsi le permettevano di norma di arrivare al vassoio del
cibo o alla ritirata, ma laloro lunghezza poteva essere ridotta a comando
per consentire l'accesso alle guardie, verso le quali non poteva fare
altro che inveire e lanciare sfide che - puntualmente - venivano lasciate
cadere.
La ragazza stava giusto finendo di consumare il proprio pasto - un
centrifugato di certo energetico e nutriente ma che, in quanto a sapore,
faceva rimpiangere le razioni di emergenza della Flotta - quando accadde
qualcosa di strano.
Una voce in bajoriano - Tara percepì a livello inconscio la differenza,
anche se il traduttore universale inviò il messaggio in standard al suo
cervello - chiamò la guardia che si voltò verso l'esterno della zona
celle, appena un istante prima che un raggio phaser la raggiungesse al
petto, mandandola a terra.
Un attimo dopo il Guardiamarina Denora entrò nella stanza con indosso un
abito ed in mano un phaser bajoriano, subito seguita dal Capo Farn, che
appariva piuttosto a disagio con un'arma identica stretta nella sinistra.
"Presto, venga Comandante!" chiamò la donna della squadra di Dal, aprendo
rapidamente ceppi e cella, prima di passarle il phaser della guardia
svenuta "Non so quanto impiegheranno a capire che siamo fuggiti..."
"Meno di quanto ne impiegheremo noi a trovare un mezzo di trasporto per
scappare, quindi sbrighiamoci!" affermò cupamente Tara, prendendo il
comando ed avventurandosi nei corridoi sconosciuti alla ricerca di un
terminale di computer.
Pianeta Leinos III – Base Terroristica – Tempio - contemporaneamente
Quando le domandavano il suo nome, lei era solita rispondere che non era
importante, che un nome era solo l'ombra di una cosa, non la cosa stessa.
La verità era che lei stessa non ricordava più il proprio nome, un altro
tassello della sua identità cancellato come il volto, deturpato dal fuoco.
Ma sapeva di essere una Serva dei Profeti, e sapeva cosa essi volessero da
lei.
Quando Jodel Mass entrò trafelato nel suo santuario, Vedek Nessuno - così
si riferiva a sé stessa - sciolse la posa meditativa e disse placidamente
"Respira profondamente, amico mio, e poi dimmi cosa é successo."
"É scappata..." ansimò il Bajoriano "la prigioniera che stavi tentando di
convertire...ha steso la guardia ed é scappata. Pare abbia liberato gli
altri...io..."
"Tu non farai nulla, ancora..." rispose la Vedek, mentre la bocca senza
più labbra si apriva in un inquietante sorriso "dimmi, quanta forza
stanno usando per scappare?"
Preso in contropiede, Jodel dovette pensare qualche istante prima di
rispondere "La prigioniera Bajoriana ha abbattuto Berei con un oggetto
contundente, ferendolo senza però ucciderlo. Da allora stanno usando le
armi sottratte alle guardie in modalità stordimento pesante..."
*La Federazione... Così deliziosamente prevedibile...* si disse
soddisfatta Vedek Nessuno, prima di affermare col tono di chi ha la piena
autorità e la certezza che nessuno la disattenderà "Ottimo, allora
lasciali procedere nella fuga. Metti guardie nei corridoi, ma assicurati
che non siano numerose e si facciano sparare. Fate in modo che arrivino
all'hangar secondario..."
"Ma..." provò ad obiettare l'uomo, venendo però immediatamente interrotto
dalla sfregiata.
"Così é la volontà dei Profeti...vai e attendi che abbiano rubato la
navetta e si siano allontanati, prima di inviare i caccia a cercare di
abbatterli.”
Jodel Mass fece un inchino e si ritirò, palesemente confuso in volto.
Vedek Nessuno, evidentemente soddisfatta, si recò sino ad un piccolo
altare, ove si trovava un apparato di comunicazione schermato. Dopo
averlo aperto, inviò una semplice comunicazione " Anticipiamo la
consegna, Capitano. C'é anche un altra questione da gestire..."
Infine, estremamente soddisfatta, la donna riprese posizione di fronte
all'altare e, pensando a Denora Seti, affermò "Ottimo lavoro,
bambina...ancora non lo sai, ma la tua vita renderà un grande servigio ai
Profeti..."
Navetta Bajoriana Tempio Celeste - 28/07/2395, ore 12:00
Tara osservò con preoccupazione lo schermo sensore del trasporto che
avevano scelto di utilizzare per la fuga. La sicurezza nella base
Bajoriana era piuttosto rilassata ed erano riusciti a raggiungere un
Hangar con relativa facilità.
All'interno avevano trovato quanto restava della loro navetta, troppo
danneggiata dalle armi della base per volare ancora, e alcuni mezzi da
trasporto.
Si trattava principalmente di mercantili leggeri e navette per il
trasporto persone, tutti di origine Bajoriana e tutti piuttosto malandati.
Tra questi la Mezza Klingon aveva scelto una navetta da cinque pisti, che
appariva leggermente meno malmessa delle altre e che - oltre ai
propulsori ad impulso - era dotata anche di motori antigravitazionali che
le avrebbero consentito una discreta mobilità atmosferica.
Erano decollati mentre - con colpevole ritardo - gli allarmi avevano
cominciato a risuonare nella grande base ma, col semplice accorgimento di
volare molto basso, erano riusciti ad evitare di venire bersagliati dai
sistemi difensivi dell'installazione.
Purtroppo la loro fortuna non era durata fino al loro arrivo sulla
Marconi, in quanto uno stormo di caccia era stato inviato alloro
inseguimento e, nonostante l'iniziale vantaggio, adesso erano quasi
giunti all'intercettazione.
"Alzare gli scudi!" ordinó il Capo OPS, sperando che quei vecchi
intercettori bajoriani continuassero ad essere i catorci che erano stari
usati dalla Resistenza contro Cardassia e non avessero aggiornato i
sistemi d'arma.
Vana speranza, in quanto il primo colpo di phaser si infranse appena tre
secondi dopo sugli scudi della navetta, facendola rollare pericolosamente.
“Maledizione!” ringhiò Tara, eseguendo una virata stretta per evitare il
colpo successivo, che andò ad infrangersi sulla vegetazione che si
estendeva sotto di loro, provocando un principio di incendio “possiamo
rispondere al fuoco?”
“Questa navetta non è armata, Comandante…” rispose il Guardiamarina
Denora, prima di spegnere una serie di sistemi non essenziali per
convogliare più energia agli scudi.
“Abbiamo un altro problema, signore…” annunciò il Capo Farn dalla consolle
ausiliaria con la quale monitorava i sensori di volo atmosferico “ci
stanno circondando e una nave viene verso di noi da davanti…”
Non ci fu tempo di dire altro. Con una manovra che il più dei piloti della
Marconi avrebbe considerato spericolata (e, con il termine “il più dei
piloti” venivano ricompresi tuti i piloti eccetto Chuck), Tara fece
picchiare verso il basso la navetta, proprio nel momento in cui la nave
che volava contro di loro si alzò da una quota molto bassa, aprendo il
fuoco sui caccia inseguitori e vaporizzandone uno che – trovato a scudi
abbassati – non ebbe neppure il tempo di reagire.
“Ma è una delle nostre navette!” esclamò Denora, mentre la navetta
federale sparpagliava i caccia facendo fuoco con entrambi gli emettitori
phaser contemporaneamente.
“Sì, ma facciamogli sapere che siamo noi, o ci prenderà a bersaglio…” fece
notare il Comandante Keane, prima di aprire le comunicazioni verso quella
che aveva riconosciuto essere la navetta Ch’oor “Qui Comandante Keane a
Navetta Ch’oor, grazie per l’assistenza!”
=^=Di nulla!=^= rispose secca la voce di Durani, mentre la navetta faceva
esplodere un caccia che – non considerando che i phaser federali erano
strutturati a banchi con un raggio di azione molto ampio . aveva avuto la
brillante idea di mettersi di coda per cercare di abbatterla =^=
Procedete verso la Marconi, mentre vi copriamo…=^=
Tara si chiese per un momento come pensasse Durani di affrontare da sola
uno squadrone di caccia ma – proprio mentre stava per rispondere – da un
qualche punto a ridosso delle cime degli alberi una seconda navetta
eseguì una strettissima cabrata, facendo fuoco con i Phaser ed abbattendo
altri due inseguitori.
“Ricevuto, ci vediamo a bordo!” rispose la giovane donna, impostando una
nuova rotta più diretta verso il punto dove era ammarata la loro nave,
ormai certa che Durani e l’equipaggio della Edison – chiunque fosse a
pilotarla – fossero perfettamente in grado di occuparsi dei restanti
caccia Bajoriani.
U.S.S. Marconi – Plancia – 28/07/2395, ore 13:00
“Abbiamo ricevuto anche l’ultimo carico dalla Fearless…” annunciò
l’addetto OPS, con un evidente tono di sollievo nella voce “il personale
del Comandante Rekon conferma che tutto il materiale è compatibile…”
Shran sbuffò, a metà tra l’infastidito ed il soddisfatto. Infastidito
perché – a causa dell’anomala composizione dell’atmosfera planetaria –
avevano impiegato un’ora e mezza per ricevere tre carichi di materiale
che, in altre circostanze, sarebbe stato allocato nelle loro stive in
poco più di venti minuti. Soddisfatto perché – nel frattempo – la missione
di soccorso si era svolta sorprendentemente bene, con il Comandante Keane
ed il suo gruppo che erano andati incontro alle due navette della Marconi
dopo essere evasi dalla base Bajoriana.
Adesso le tre navette stavano per entrare nell’Hangar principale e – una
volta ripristinata la Curvatura – anche la Marconi sarebbe emersa da quel
dannato mare di acido per ritornare nel suo elemento naturale. Dopodiché,
la Marconi e la Fearless avrebbero sistemato anche quella ridicola base
di dissidenti Bajoriani, svelando il mistero sul sabotaggio alla sua nave
e portando all’arresto dei colpevoli.
“Capitano…” chiamò allarmata Julie, rompendo d’un tratto quell’atmosfera
semirilassata che si era formata dopo l’annuncio che la missione di
recupero era andata bene “le sonde hanno rilevato delle tracce di
curvatura multiple in uscita nei pressi del pianeta!”
“la Fearless ci ha mandato un messaggio in bassa frequenza, signore…”
interruppe l’addetto OPS, mentre provvedeva a decodificare il messaggio
“Hanno individuato sei caccia del Dominio in avvicinamento e devono
ritirarsi.”
“Sei Caccia? Dove?” domandò Shran, alzandosi istintivamente in piedi, le
antenne azzurre già tese verso lo schermo visore, che in quel momento
mostrava un mare verdognolo piuttosto agitato, intento ad infrangersi
contro il massiccio scafo della Marconi.
“Stanno entrando nell’atmosfera nei pressi della base nemica…” rispose
Julie “e stanno teletrasportando qualcosa.” Attese un momento, prima di
aggiungere “Sono molto rapidi…forse sanno come superare le interferenze…”
“Il Dominio che collabora coi Bajoriani?” si domandò ad alta voce
l’Ufficiale Andoriano in comando “Non ha senso…passiamo in Allarme Giallo
e dite a Rekon di sbrigarsi, perché potremmo doverci muovere in fretta…”
“Le navette sono nella fase finale di approccio…” annunciò l’Ufficiale
Tattico di turno, mentre la visuale sullo schermo veniva modificata per
mostrare i due vascelli Federali e quello Bajoriano che si allineavano
con la grande nave stellare, passando in mezzo alle sue Gondole di
Curvatura per accedere all’Hanar principale.
“Va bene, Julie…tenga d’occhio quelle navi…” rispose il Capitano, tornando
a sedersi con una cattiva sensazione che gli irrigidiva i muscoli del
collo.
U.S.S. Marconi – Plancia – 28/07/2395, ore 13:20
“Bentornata a bordo, Comandante Keane…” la salutò Shran, quando Tara ebbe
varcato la soglia del Turboascensore. Il Capo OPS si era presa appena
dieci minuti per lavarsi e cambiarsi di uniforme, prima di raggiungere i
colleghi sul ponte di comando.
“Grazie di essermi venuti a prendere, signore…” rispose il Capo OPS,
rilevando la propria postazione ed estendendo implicitamente il
ringraziamento a Dal e Durani, che – dopo aver messo in fuga i caccia –
avevano provveduto a scortarla fino alla Marconi.
Prima che il siparietto potesse continuare, il Comandante Berthier
annunciò che le navi del Dominio stavano abbandonando l’atmosfera
planetaria in quel momento “Sembra stiano attivando i motori a Curvatura…”
“Un problema in meno…” commentò con un ghigno Dal, mentre lo schermo
visore mostrava le riprese di una delle sonde della Fearless, che stava
inquadrando dal basso i sei caccia viola mentre – una volta abbandonata
la zona di influenza del pozzo gravitazionale del pianeta – si
accendevano per un istante della luce emessa dalle loro Gondole prima di
allungarsi a causa della distorsione ottica provocata dall’entrata nel
Subspazio.
L’atmosfera in Plancia si stava giusto distendendo, quando l’Allarme Rosso
scattò, attivato dalla consolle tattica “Sono usciti dalla Curvatura,
sopra di noi!” urlò Durani, mentre una pioggia di proiettili di energia
illuminava il cielo ripreso dallo schermo visore, andando ad impattare
sull’acqua.
Prima che il nemico riuscisse a correggere il tiro, la Marconi alzò gli
scudi evitando di subire danni rilevanti, ma anche così non avrebbero
retto un bombardamento orbitale per molto tempo.
“Che diavolo sta succedendo?” sbraitò Rekon, entrando in Plancia con passo
di carica “Stiamo cercando di calibrare una fo***ta bobina di Curvatura,
e gli scossoni non aiutano quando devi effettuare correzioni misurabili
in Micron!”
“Non ora, Rekon…” ribatté Shran, mentre un colpo diretto li raggiungeva.
Anche se l’atmosfera impediva una mira precisa ai caccia del Dominio,
loro erano un bersaglio immobile e presto o tardi sarebbero stati
sopraffatti “possiamo decollare?”
“Certo che sì…” rispose l’ingegnere, portandosi alla consolle Ingegneria
“ma a che pro? In atmosfera abbiamo la manovrabilità di un sasso tirato
da una catapulta, ci abbatterebbero prima di aver raggiunto lo spazio
aperto..”
“Allora non ci restano molte alternative…” commentò il Capitano della
Marconi, mentre un colpo diretto particolarmente fortunato faceva
esplodere un condotto EPS da qualche parte, generando un temporaneo
abbassamento delle luci a bordo “Prepariamoci ad immergere la nave verso
il fondo del mare…la rifrazione dovrebbe fornirci una difesa efficace
contro le armi ad energia del Dominio!”
E così, mentre letali proiettili di energia cadevano dal cielo come una
pioggia di stelle, la grande Nave Stellare cominciò ad immergersi nelle
profondità marine, lo scafo sfrigolante a contatto con le concentrazioni
sempre maggiori di acido di quelle acque.
======================================
Comandante Manuela Garcia
Primo Ufficiale DeepSpace 16Gamma
======================================
Email: manuelagarciads16 a gmail.com
Starfleet Italy: http://starfleetitaly.it/starfleetitaly/main.php
http://www.starfleetitaly.it/starfleetitaly/fleetyards/DS16Gamma/main.php
Sype: dolcevoloo
======================================
-------------- parte successiva --------------
Un allegato HTML è stato rimosso...
URL: <http://gioco.net/pipermail/stml21/attachments/20160120/8926f166/attachment-0001.html>
More information about the Stml21
mailing list