[Stml21] Marconi: Complicazioni (esattamente ciò di cui avevamo bisogno)
Maddalena
vampitrill a gmail.com
Mer 20 Gen 2016 19:46:42 CET
Mi sembra ottimo... sempre più incasinato.
Maddy
Il 20/01/2016 15:09, Ileana ha scritto:
> Scusate per il ritardo nel commentare il brano... non sto avendo un
> minuto libero...
> Nel frattempo però vi mando quello scritto sulla Marconi!!
>
> Buona lettura!!
>
> Ileana
>
> **********************************************
>
> Brano: 13.04
>
> Titolo: Complicazioni (esattamente ciò di cui avevamo bisogno)
>
> Autore: Tenente Comandante Rekon
>
> Brano precedente: 13.03 – Verranno a cercarmi
>
> **********************************************
>
> Pianeta Leinos III – Base Terroristica – In una seconda cella -
> 26/07/2395 ore 02.07
>
> Il Capo Specialista Farn si guardò intorno stupito, cercando di
> ricordare come avesse fatto a finire legato in quella che aveva
> tutta l’aria di essere una cella di detenzione, anche se un po’
> rozza. Un soldato Bajoriano in assetto da combattimento lo stava
> tenendo sotto controllo con un fucile, ma non pareva particolarmente
> preoccupato.
>
> “Io sono il Capo Specialista Hector Farn, della U.S.S. Marconi”
> disse, cercando di attirare l’attenzione del suo carceriere, mentre
> la sua mente lavorava febbrilmente alla ricerca di una soluzione o
> di una via di fuga da quella situazione “Avete attaccato una unità
> Federale, e questo è un reato molto grave. Perché…”
>
> “Silenzio, è inutile che protesti, Umano!” lo interruppe con un certo
> disprezzo il Bajoriano “I tuoi due amici sono morti e la tua navetta
> è distrutta. Ma tranquillo, il Capo non ha intenzione di ucciderti,
> almeno per ora.”
>
> “Ma…perché?” chiese lo scienziato terrestre “Bajor è amico della
> Federazione da anni…”
>
> “E’ vero…” rispose duramente il soldato, prima di dargli le spalle
> “Ma la Federazione non è amica di Bajor…quindi le cose dovranno
> cambiare!”
>
> Pianeta Leinos III – Base Terroristica – In una terza cella -
> 26/07/2395 ore 02.07
>
> Il Guardiamarina Denora Seti fece uno scatto indietro quando si
> accorse di essere osservata da vicino ma – a causa dei legacci che
> le bloccavano braccia e gambe – il suo movimento non la allontanò
> che di pochi centimetri dal volto deturpato che la stava fissando.
>
> “Non temere, bambina…non sono qui per farti del male…” disse la voce
> di donna, una voce melodiosa e gentile…una voce anziana e
> tranquillizzante che mal si sposava col volto deturpato –
> probabilmente dal fuoco – di chi le stava parlando.
>
> Ma Denora era una osservatrice piuttosto abile…una giovane addetta
> alla sicurezza a cui non sfuggirono i dettagli, quali l’orecchino e
> gli abiti – che facevano della donna di fronte a lei una Vedek “Chi
> è lei?” chiese.
>
> “E’ così importante, bambina?” rispose la donna, riuscendo in qualche
> modo ad apparire tranquillizzante nonostante il proprio aspetto “Che
> il mio nome sia Adana o Winn…o qualunque altro…è così importante?”
> ripeté, citando i nomi di alcuni importanti leader religiosi del
> passato di Bajor. Quindi fece una pausa e aggiunse “Non è forse più
> importante sapere che ti sono amica e che non è mio desiderio farti
> del male?”
>
> "Se lei non mi é nemica, perché sono legata e perché avete sparato
> sulla nostra navetta?" domandò il Guardiamarina Denora, muovendo per
> quanto poteva la testa, quando la presunta Vedek che le stava
> davanti sollevò la destra.
>
> La donna ignorò quel tentativo della giovane Bajoriana di sottrarsi
> al suo tocco e le afferrò il lobo sinistro, sondando il suo Pagh.
> Quindi, soddisfatta, disse "Ragazza mia...non abbiamo certo
> attaccato te, che sei una coraggiosa figlia di Bajor, ma coloro che
> minacciano il futuro del nostro mondo..."
>
> "Avete attaccato una Nave Stellare della Flotta Stellare!" protestò
> la bionda Bajoriana della sezione Tattica "la Federazione non é
> nemica di Bajor, tutt'altro!"
>
> "Non in senso stretto, ragazza.." rispose la Vedek "ma la loro
> presenza - il loro modo di pensare e di vedere l'universo - é
> comunque un pericolo per Bajor. Inoltre il loro continuo
> sfruttamento del Tempio Celeste, senza alcun rispetto nei confronti
> dei Profeti che lo abitano. Quindi no..." concluse sorridendo "la
> Federazione non é un nemico in senso militare, ma deve andare via da
> Bajor quanto prima. Tutti gli alieni, a qualunque razza
> appartengono, devono andare via da Bajor."
>
> "Senza la Federazione Bajor sarebbe ancora sotto il controllo
> Cardassiano, o del Dominio!" ribatté decisa la ragazza, venendo però
> interrotta dalla donna.
>
> "Ragazza..." la ammonì, per la prima volta con tono irato "Bajor si é
> liberato dai Cardassiani per la forza dei suoi figli! Affermare
> qualcosa di diverso é un insulto a tutti i morti di Bajor!"
>
> "Conosco la storia..." affermò allora conciliante la giovane
> ufficiale "ma dopo aver cacciato i Cardassiani dal pianeta, Bajor
> non aveva le risorse per difendere il nostro spazio...il controllo
> dell'accesso al Tempio Celeste sarebbe stato loro, se non ci fosse
> stata la Federazione a controllare Deep Space Nine..."
>
> “Vedi, mia cara…” rispose la donna, addolcendo il tono di voce e
> poggiandole una mano sulla spalla “E’ proprio questo il problema
> della Federazione…forse non lo fa con intento malevolo, ma tende a
> cambiare e uniformare tutte le culture con cui entra in contatto…”
>
> Fu in quel momento che Denora comprese che la conversazione sarebbe
> stata ancora molto lunga.
>
> U.S.S. Marconi – Sala Riunioni Principale – 28/07/2395, ore 11:18
>
> “Molto bene, signori…qualche dubbio dell’ultimo minuto, prima di
> aviare l’operazione di recupero?” domandò il Capitano Shran,
> guardando i suoi uomini con un chiaro messaggio nelle iridi azzurre:
> non avrebbe accettato nessun ritardo ulteriore, neppure se gli
> avessero comunicato che le navette si erano improvvisamente
> trasformate in sculture di ghiaccio Andoriane.
>
> Subito dopo l’abbattimento della navetta del Comandante Keane era
> stato predisposto dall’Equipaggio della Marconi un piano di recupero
> che prevedeva l’impiego delle due navette residue per trasportare
> altrettante squadre d’assalto – che sarebbero state comandate per
> l’occasione una da Dal e l’altra da Durani – fino alle ultime
> coordinate conosciute della Stark, procedendo a bassa quota ed in
> volo a vista.
>
> Il piano, purtroppo, aveva subito un ritardo di quasi quarantott’ore
> a causa di una violentissima tempesta magnetica che aveva spazzato
> la superficie planetaria, spiegando per quale motivo su
> quell’ammasso di acqua e fango non si era mai sviluppata una civiltà.
>
> “Le squadre avranno meno di sei ore per effettuare il recupero…”
> grugnì Rekon, dalla sua posizione. Il vecchio Tellarita era ben
> conscio della necessità di recuperare in fretta la collega ed amica e
> la sua squadra, ma il suo compito principale era quello di tenere
> insieme la Marconi, che in quel momento si stava nascondendo in un
> dannato mare di acido “dopodiché dovremo far necessariamente
> emergere la nave e decollare, se non vogliamo fare tutti un bagno in
> questo puzzolente mare…”
>
> “Non preoccuparti, Rekon…” rispose Dal “Quaranta minuti di volo
> suborbitale per arrivare sul posto, altrettanti di avvicinamento e
> un paio d’ore di operazione…saremo di ritorno in tempo. Al peggio
> decollerete e ci verrete a prendere…”
>
> “Certo, perché con la manovrabilità in atmosfera che abbiamo…” iniziò
> a brontolare Rekon, ma venne interrotto da Shran, che chiese “Altre
> perplessità?”
>
> Prima che qualcuno potesse rispondere, però, la voce atona e
> monocorde del Primo Ufficiale emerse dagli altoparlanti incassati
> nel soffitto della sala, avvertendo che stavano ricevendo una
> comunicazione dalla U.S.S. Fearless.
>
> U.S.S. Marconi – Plancia – 28/07/2395, ore 11:25
>
> “La U.S.S. Faerless – o comunque una nave con dimensioni e traccia
> energetica comparabile ad una Classe Defiant – ha appena raggiunto
> un’orbita geostazionaria…” informò il Primo Ufficiale, non appena
> gli altri Ufficiali Superiori ebbero varcato la soglia della Plancia.
>
> “Si sono già spostati in orbita bassa per trasferirci i materiali?”
> domandò di rimando Shran, prendendo posto sulla poltrona di comando
> e rivolgendosi al Comandante Berthier, che stava rilevando uno dei
> propri subordinati alla postazione scientifica.
>
> “Non ancora…” rispose la Betazoide “probabilmente stanno mantenendo
> un’orbita alta per ridurre al minimo il tempo di esposizione ad
> eventuali attacchi dal pianeta…in fondo, anche se la Defiant è una
> nave piccola e compatta, la loro capacità di volo atmosferico è
> comunque limitata e faticherebbero ad evitare attacchi come quello
> che ha abbattuto la navetta di Tara…”
>
> “Compensazione dei disturbi EM completata...” Annunciò nel frattempo
> Rekon, che si era temporaneamente piazzato alla consolle OPS senza
> neppure rilevarne l’operatore “ora ha una trasmissione pulita e
> criptata, Capitano…”
>
> Shran fece un cenno di assenso all’Ingegnere e – poco dopo - il volto
> del Comandante Garcia comparve sullo schermo.
>
> “Siete arrivati, ben arrivati…” salutò l’Andoriano con un sorriso,
> passando senza neppure accorgersene al tono da Latin Lover che
> spesso sfoggiava con le femmine di molte razze.
>
> =^=Grazie Capitano…=^= Rispose il comandante Garcia annuendo, prima
> di aggiungere =^=Siamo pronti a teletrasportare gli aiuti sula
> Marconi. =^=
>
> “Grazie a voi, procedete pure quando sarete in posizione.” Rispose il
> Capitano della Marconi, mantendosi ben retto sulla schiena.
>
> =^=Emh… sì bene. =^= Rispose Manuela.
>
> Shran notò una certa insicurezza nella giovane donna, come se
> qualcosa che aveva detto l’avesse in qualche modo turbata. In quel
> momento, però, non c’era tempo per preoccuparsene, quindi passò
> immediatamente al punto successivo “C’è un’altra cosa di cui vorrei
> parlarvi… uno dei nostri ufficiali è stato catturato.”
>
> Il volto del Capitano si indurì a quelle parole. Manuela provò ad
> interromperlo per chiedere delucidazioni, ma l’alieno dalla pelle
> blu non le lasciò il tempo di dire nulla, aggiungendo “Ci prepariamo
> ad una missione di salvataggio..” *che avremmo già dovuto portare a
> termine, dannazione!*
>
> =^=Avete bisogno di rinforzi?=^= domandò il Primo Ufficiale di Deep
> Space 16 Gamma, non riuscendo evidentemente a cogliere dove
> l’Andoriano stesse andando a parare.
>
> “No,” rispose Shran, scuotendo appena il capo, le antenne quasi
> frementi di impazienza “ma essendo in orbita potete utilizzare i
> vostri sensori per darci informazioni sulle coordinate del luogo di
> scomparsa…. Ve le trasmetto ora.”
>
> “Bene aspettiamo il materiale e le informazioni tattiche.” Aggiunse
> dopo un momento, notando che l’Umana sembrava stesse rimuginando
> sulla cosa, dopodiché fece chiudere la comunicazione all’addetto
> alle Operazioni, visto che il Capo Ingegnere era già sparito alla
> volta della Sala Macchine, dove lo aspettava un lavoro improbo per
> ripristinare l’efficienza dei Motori a Curvatura.
>
> U.S.S. Marconi – Plancia – 28/07/2395, ore 12:00
>
> “Abbiamo appena ricevuto il primo invio di materiale…” comunicò
> l’addetto alla consolle Operazioni, dopo aver scambiato alcune
> parole con la Stiva di Carico principale, chiarendo “si tratta della
> nuova bobina di Curvatura…”
>
> “Shran a Rekon…i pezzi che ci hanno inviato vanno bene per riparare i
> nostri danni?” chiamò immediatamente il Capitano della Marconi,
> supponendo che il suo Ingegnere Capo fosse appostato nella stiva,
> pronto a controllare quanto ricevuto per mettersi al lavoro.
>
> =^= Vanno bene quanto possono andar bene dei dannati pezzi di una
> nave diversa…la Bobina di riserva di una Defiant non è certo come la
> nostra, visto che tra le due classi di navi ci sono trentasette anni
> di differenza di progettazione e due milioni di tonnellate di
> differenza…=^= cominciò a brontolare Rekon, mentre in sottofondo si
> sentiva il rumore dei forklift antigravitazionali in azione e il
> chiacchiericcio di quelli della Sezione Ingegneria, intenti
> probabilmente a coordinare le attività.
>
> Appena arrivato Shran avrebbe probabilmente interpretato la protesta
> di Rekon come un problema, una bandierina alzata per avvertirlo che
> ci sarebbero stati problemi a completare le riparazioni. Ma Shran
> conosceva troppo bene il suo Capo Ingegnere e sapeva che – per gli
> standard del Tellarita – quella protesta era piuttosto fioca, segno
> che il materiale ricevuto era di suo gradimento tanto quanto poteva
> esserlo data la situazione. Per questo decise di non forzare il –
> chiamiamolo buonumore - del suo ingegnere, dicendo solo “Fate del
> vostro meglio. Per quando le squadre di recupero saranno tornate
> sarebbe utile avere la Curvatura…”
>
> =^=Sì, beh…e qui sarebbe utile avere i cantieri orbitali di Tellar
> per poter fare le riparazioni come si deve…=^= brontolò il Vecchio,
> prima di iniziare a sbraitare come suo solito ordini alla sua squadra.
>
> Shran chiuse la comunicazione piuttosto divertito e – volgendosi
> verso Julie – chiese “A che punto sono le squadre di sbarco?”
>
> La Betazoide – che aveva provveduto ad interfacciare i sensori
> passivi della Marconi con la griglia di rilevamento orbitale che la
> Fearless aveva costituito sfruttando il proprio carico di sonde –
> impiegò circa cinque secondi prima di affermare “Si trovano a dieci
> minuti dal punto di atterraggio designato. Stanno procedendo a volo
> radente per evitare i loro strumenti di rilevazione”
>
> Il punto di atterraggio designato era una radura nella boscaglia, a
> circa un chilometro dal complesso – parzialmente interrato – che la
> Fearless aveva rilevato dall’orbita. Stando alle scansioni tattiche
> ottenute dall’altra nave federale si trattava di un grande complesso
> industriale, costruito principalmente sotto terra in un duro terreno
> granitico e difeso pesantemente da otto batterie di cannoni
> Polaronici pesanti…dove accidenti i Bajoriani avessero trovato i
> materiali per costruire ed armare una base del genere era un
> mistero, anche se non stupiva che avessero scelto di tentare di
> distruggere la Marconi per evitare che la trovasse…
>
> Prima che qualcuno potesse aggiungere qualcosa, però, il Comandante
> Berthie aggiunse “Signore, la base ha appena lanciato numerosi
> piccoli velivoli! Si direbbero un trasporto e cinque…no, sette caccia!”
>
> Navetta Edison – contemporaneamente
>
> “Signore…dalla Marconi ci segnalano diversi velivoli atmosferici in
> avvicinamento!” annunciò il Capo Master Mok, voltandosi verso Dal.
>
> Il Mezzo-Cardassiano si trovava in piedi dietro la postazione del
> pilota, sulla quale Chuck stava operando con la consumata abilità
> che ormai tutti i presenti gli avevano visto esercitare in qualche
> situazione di crisi. Lanciando uno sguardo ai sensori, chiese “A che
> quota stiamo volando? Possono averci intercettati?”
>
> “Improbabile, siamo a trenta metri dal suolo e ci sono alberi alti
> quasi dieci metri sotto di noi…” rispose l’unico appartenente alla
> Sezione Comando e Navigazione presente a bordo.
>
> “Possiamo scendere ancora?” domandò il Capo della Sicurezza,
> osservando la formazione nemica, che lo lasciava un po’
> interdetto…*perché diavolo lasciano andare avanti il trasporto, che
> pare disarmato, anziché mettersi in posizione di scorta?*
>
> “Noi sì…” rispose Chuck con un sorrisetto, abbassandosi ancora finché
> le gondole della navetta non arrivarono quasi a sfiorare le cime
> degli alberi, facendo di tanto in tanto sfrigolare i deflettori di
> navigazione “Non so se Max sulla Ch’oor possa fare lo stesso, però…”
>
> Come a rispondere al dubbio del giovane asso del timone, l’altra
> navetta della Marconi si abbassò di circa cinque metri,
> allontanandosi però di un paio di chilometri dalla Edison. Un secondo
> dopo, la voce di Durani emerse dall’altoparlante =^=Dal, noi non
> possiamo scendere più di così…ci allontaniamo, così se ci rilevano
> non mettiamo in mezzo anche voi. Da quanto vedo sono caccia
> atmosferici bajoriani, quindi non dovrebbero essere un pericolo
> reale per i nostri scudi. In caso di ingaggio lasciateli a noi e
> procedete con la missione di recupero…=^=
>
> “D’accordo, buona fortuna!” rispose il Mezzo-Cardassiano, tenendo gli
> occhi puntati avanti a sé e stringendo più forte la spalliera del
> sedile.
>
> Pianeta Leinos III – Base Terroristica – Cella di Denora Seti -
> 28/07/2395, ore 11:13
>
> Il Guardiamarina Denora Seti pensò che il suo istruttore
> all’Accademia sarebbe stato fiero di lei. Accettando di rinunciare
> alla propria divisa e lasciandosi progressivamente coinvolgere nei
> vaneggiamenti della Vedek senza nome, era riuscita a guadagnarsi la
> fiducia dei suoi compatrioti.
>
> Questi non erano stati ancora così stupidi da lasciarla a piede
> libero, ma le avevano tolto i ceppi che la immobilizzavano,
> lasciandola libera di girare per la piccola prigione in cui era stata
> rinchiusa.
>
> Dal canto suo Denora era quasi dispiaciuta per quella gente…le
> guardie che la controllavano – con le quali aveva parlato parecchio
> in quei giorni – erano per lo più persone per bene, traviate da una
> ideologia folle professata da quella strana Vedek che, dotata di un
> carisma impressionante, le aveva traviate portandole a credere che
> la Federazione fosse un nemico di Bajor.
>
> *Ma la mia fedeltà deve andare innanzitutto alla Marconi, alla
> Federazione e al mio mondo… se ci sarà modo di salvarli il Capitano
> lo troverà!* si disse piluccando i resti del proprio piatto, prima
> di apprestarsi a portare a termine il piano di fuga che aveva elaborato.
>
> Piano magari era una parola grossa, ma almeno aveva capito come
> uscire dalla cella. Dopo si sarebbe trattato di trovare il
> Comandante Keane e Farn, per poi filarsela con la loro navetta o con
> qualsiasi altro mezzo in grado di volare fino alla Marconi. Certo,
> la Vedek le aveva detto che i suoi compagni erano morti nello
> schianto della Stark, ma Denora sapeva che non era vero.
>
> In quei giorni aveva sentito spesso urla e grugniti provenire dal
> corridoio dove spariva e compariva la Vedek e – anche se i suoni
> erano distorti – lei sapeva per certo che appartenevano a Tara
> Keane…erano infatti gli stessi versi di sfida che le aveva sentito
> lanciare a più riprese l’anno precedente, quando aveva aiutato a
> difendere la Marconi dagli abbordaggi Borg brandendo orgogliosamente
> una Bath’Let.
>
> Certa di non sbagliarsi, la ragazza fece cenno a Berei – il giovane
> carceriere che non la perdeva mai di vista – di aver finito il
> pranzo e si alzò in piedi con il vassoio metallico in mano.
>
> Come i giorni scorsi il ragazzo – poco più che un bambino, in realtà,
> probabilmente messo a controllare lei perché era apparsa come la più
> docile dei tre prigionieri – si avvicinò alla porta, attendendo ad
> aprirla che lei posasse il vassoio con le stoviglie vuote sul
> mobiletto accanto all’ingresso della cella.
>
> Questa volta, però, non sarebbe successo. Il Guardiamarina della
> Sezione Tattica fece infatti appena un passo verso la porta, salvo
> poi inciampare casualmente nel piede della branda e cadere in
> avanti. Istintivamente sollevò il vassoio, lasciando che fosse
> questo ad impattare per primo – circa un decimo di secondo prima
> della sua testa – contro lo spigolo del mobile.
>
> Con un tonfo sordo e la testa ovattata, poi, la giovane Bajoriana
> crollò a terra, sentendo il viscidume del sangue scorrerle sulla
> fronte e simulando solo in parte il dolore di un forte trauma.
>
> Come aveva previsto, Berei si fece prendere dal panico vedendola
> cadere e sbattere la testa e, senza pensare a chiamare aiuto, si
> precipitò ad aprire la porta della cella, armeggiando diversi secondi
> con la chiave meccanica prima di riuscire ad infilarla correttamente
> nella toppa.
>
> Denora contò mentalmente fino a cinque tenendo gli ogghi semichiusi
> poi, quando sentì il respiro del ragazzo vicino al suo volto,
> strinse la presa sul vassoio che non aveva ancora lasciato andare e
> mosse il braccio destro con rapidità, colpendolo alla tempia con la
> superficie di metallo con tutta la forza che il suo corpo allenato
> possedeva.
>
> Berei – colto alla sprovvista – barcollò all’indietro e Denora fu
> lesta ad alzarsi. Ignorando il dolore come Dal le aveva insegnato a
> fare, la Bajoriana si avventò sul suo conterraneo e gli bloccò il
> collo con una presa poi, facendo pressione sulla trachea, lo fece
> svenire.
>
> Rapidamente si asciugò il sangue che colava da un brutto taglio sulla
> fronte e – recuperata la pistola phaser, il comunicatore e le chiavi
> del suo carceriere, lo chiuse nella cella.
>
> “E adesso cerchiamo gli altri!” borbottò, scuotendo la testa per
> schiarirsi le idee.
>
> Pianeta Leinos III – Base Terroristica – Cella di Tara Keane -
> 28/07/2395, ore 11:25
>
> Tara era da giorni pronta alla fuga, ma ancora non se ne era
> presentata l'occasione. I suoi carcerieri la trattavano come un
> animale estremamente pericoloso e la tebnevanoin una gabbia, alla
> catena. I ceppi che le bloccavano i polsi le permettevano di norma
> di arrivare al vassoio del cibo o alla ritirata, ma laloro lunghezza
> poteva essere ridotta a comando per consentire l'accesso alle
> guardie, verso le quali non poteva fare altro che inveire e lanciare
> sfide che - puntualmente - venivano lasciate cadere.
>
> La ragazza stava giusto finendo di consumare il proprio pasto - un
> centrifugato di certo energetico e nutriente ma che, in quanto a
> sapore, faceva rimpiangere le razioni di emergenza della Flotta -
> quando accadde qualcosa di strano.
>
> Una voce in bajoriano - Tara percepì a livello inconscio la
> differenza, anche se il traduttore universale inviò il messaggio in
> standard al suo cervello - chiamò la guardia che si voltò verso
> l'esterno della zona celle, appena un istante prima che un raggio
> phaser la raggiungesse al petto, mandandola a terra.
>
> Un attimo dopo il Guardiamarina Denora entrò nella stanza con indosso
> un abito ed in mano un phaser bajoriano, subito seguita dal Capo
> Farn, che appariva piuttosto a disagio con un'arma identica stretta
> nella sinistra.
>
> "Presto, venga Comandante!" chiamò la donna della squadra di Dal,
> aprendo rapidamente ceppi e cella, prima di passarle il phaser della
> guardia svenuta "Non so quanto impiegheranno a capire che siamo
> fuggiti..."
>
> "Meno di quanto ne impiegheremo noi a trovare un mezzo di trasporto
> per scappare, quindi sbrighiamoci!" affermò cupamente Tara,
> prendendo il comando ed avventurandosi nei corridoi sconosciuti alla
> ricerca di un terminale di computer.
>
> Pianeta Leinos III – Base Terroristica – Tempio - contemporaneamente
>
> Quando le domandavano il suo nome, lei era solita rispondere che non
> era importante, che un nome era solo l'ombra di una cosa, non la
> cosa stessa. La verità era che lei stessa non ricordava più il
> proprio nome, un altro tassello della sua identità cancellato come
> il volto, deturpato dal fuoco.
>
> Ma sapeva di essere una Serva dei Profeti, e sapeva cosa essi
> volessero da lei.
>
> Quando Jodel Mass entrò trafelato nel suo santuario, Vedek Nessuno -
> così si riferiva a sé stessa - sciolse la posa meditativa e disse
> placidamente "Respira profondamente, amico mio, e poi dimmi cosa é
> successo."
>
> "É scappata..." ansimò il Bajoriano "la prigioniera che stavi
> tentando di convertire...ha steso la guardia ed é scappata. Pare
> abbia liberato gli altri...io..."
>
> "Tu non farai nulla, ancora..." rispose la Vedek, mentre la bocca
> senza più labbra si apriva in un inquietante sorriso "dimmi, quanta
> forza stanno usando per scappare?"
>
> Preso in contropiede, Jodel dovette pensare qualche istante prima di
> rispondere "La prigioniera Bajoriana ha abbattuto Berei con un
> oggetto contundente, ferendolo senza però ucciderlo. Da allora
> stanno usando le armi sottratte alle guardie in modalità stordimento
> pesante..."
>
> *La Federazione... Così deliziosamente prevedibile...* si disse
> soddisfatta Vedek Nessuno, prima di affermare col tono di chi ha la
> piena autorità e la certezza che nessuno la disattenderà "Ottimo,
> allora lasciali procedere nella fuga. Metti guardie nei corridoi, ma
> assicurati che non siano numerose e si facciano sparare. Fate in
> modo che arrivino all'hangar secondario..."
>
> "Ma..." provò ad obiettare l'uomo, venendo però immediatamente
> interrotto dalla sfregiata.
>
> "Così é la volontà dei Profeti...vai e attendi che abbiano rubato la
> navetta e si siano allontanati, prima di inviare i caccia a cercare
> di abbatterli.”
>
> Jodel Mass fece un inchino e si ritirò, palesemente confuso in volto.
> Vedek Nessuno, evidentemente soddisfatta, si recò sino ad un piccolo
> altare, ove si trovava un apparato di comunicazione schermato. Dopo
> averlo aperto, inviò una semplice comunicazione " Anticipiamo la
> consegna, Capitano. C'é anche un altra questione da gestire..."
>
> Infine, estremamente soddisfatta, la donna riprese posizione di
> fronte all'altare e, pensando a Denora Seti, affermò "Ottimo lavoro,
> bambina...ancora non lo sai, ma la tua vita renderà un grande
> servigio ai Profeti..."
>
> Navetta Bajoriana Tempio Celeste - 28/07/2395, ore 12:00
>
> Tara osservò con preoccupazione lo schermo sensore del trasporto che
> avevano scelto di utilizzare per la fuga. La sicurezza nella base
> Bajoriana era piuttosto rilassata ed erano riusciti a raggiungere un
> Hangar con relativa facilità.
>
> All'interno avevano trovato quanto restava della loro navetta, troppo
> danneggiata dalle armi della base per volare ancora, e alcuni mezzi
> da trasporto.
>
> Si trattava principalmente di mercantili leggeri e navette per il
> trasporto persone, tutti di origine Bajoriana e tutti piuttosto
> malandati.
>
> Tra questi la Mezza Klingon aveva scelto una navetta da cinque pisti,
> che appariva leggermente meno malmessa delle altre e che - oltre ai
> propulsori ad impulso - era dotata anche di motori
> antigravitazionali che le avrebbero consentito una discreta mobilità
> atmosferica.
>
> Erano decollati mentre - con colpevole ritardo - gli allarmi avevano
> cominciato a risuonare nella grande base ma, col semplice
> accorgimento di volare molto basso, erano riusciti ad evitare di
> venire bersagliati dai sistemi difensivi dell'installazione.
>
> Purtroppo la loro fortuna non era durata fino al loro arrivo sulla
> Marconi, in quanto uno stormo di caccia era stato inviato alloro
> inseguimento e, nonostante l'iniziale vantaggio, adesso erano quasi
> giunti all'intercettazione.
>
> "Alzare gli scudi!" ordinó il Capo OPS, sperando che quei vecchi
> intercettori bajoriani continuassero ad essere i catorci che erano
> stari usati dalla Resistenza contro Cardassia e non avessero
> aggiornato i sistemi d'arma.
>
> Vana speranza, in quanto il primo colpo di phaser si infranse appena
> tre secondi dopo sugli scudi della navetta, facendola rollare
> pericolosamente.
>
> “Maledizione!” ringhiò Tara, eseguendo una virata stretta per evitare
> il colpo successivo, che andò ad infrangersi sulla vegetazione che
> si estendeva sotto di loro, provocando un principio di incendio
> “possiamo rispondere al fuoco?”
>
> “Questa navetta non è armata, Comandante…” rispose il Guardiamarina
> Denora, prima di spegnere una serie di sistemi non essenziali per
> convogliare più energia agli scudi.
>
> “Abbiamo un altro problema, signore…” annunciò il Capo Farn dalla
> consolle ausiliaria con la quale monitorava i sensori di volo
> atmosferico “ci stanno circondando e una nave viene verso di noi da
> davanti…”
>
> Non ci fu tempo di dire altro. Con una manovra che il più dei piloti
> della Marconi avrebbe considerato spericolata (e, con il termine “il
> più dei piloti” venivano ricompresi tuti i piloti eccetto Chuck),
> Tara fece picchiare verso il basso la navetta, proprio nel momento in
> cui la nave che volava contro di loro si alzò da una quota molto
> bassa, aprendo il fuoco sui caccia inseguitori e vaporizzandone uno
> che – trovato a scudi abbassati – non ebbe neppure il tempo di reagire.
>
> “Ma è una delle nostre navette!” esclamò Denora, mentre la navetta
> federale sparpagliava i caccia facendo fuoco con entrambi gli
> emettitori phaser contemporaneamente.
>
> “Sì, ma facciamogli sapere che siamo noi, o ci prenderà a bersaglio…”
> fece notare il Comandante Keane, prima di aprire le comunicazioni
> verso quella che aveva riconosciuto essere la navetta Ch’oor “Qui
> Comandante Keane a Navetta Ch’oor, grazie per l’assistenza!”
>
> =^=Di nulla!=^= rispose secca la voce di Durani, mentre la navetta
> faceva esplodere un caccia che – non considerando che i phaser
> federali erano strutturati a banchi con un raggio di azione molto
> ampio . aveva avuto la brillante idea di mettersi di coda per
> cercare di abbatterla =^= Procedete verso la Marconi, mentre vi
> copriamo…=^=
>
> Tara si chiese per un momento come pensasse Durani di affrontare da
> sola uno squadrone di caccia ma – proprio mentre stava per
> rispondere – da un qualche punto a ridosso delle cime degli alberi
> una seconda navetta eseguì una strettissima cabrata, facendo fuoco
> con i Phaser ed abbattendo altri due inseguitori.
>
> “Ricevuto, ci vediamo a bordo!” rispose la giovane donna, impostando
> una nuova rotta più diretta verso il punto dove era ammarata la loro
> nave, ormai certa che Durani e l’equipaggio della Edison – chiunque
> fosse a pilotarla – fossero perfettamente in grado di occuparsi dei
> restanti caccia Bajoriani.
>
> U.S.S. Marconi – Plancia – 28/07/2395, ore 13:00
>
> “Abbiamo ricevuto anche l’ultimo carico dalla Fearless…” annunciò
> l’addetto OPS, con un evidente tono di sollievo nella voce “il
> personale del Comandante Rekon conferma che tutto il materiale è
> compatibile…”
>
> Shran sbuffò, a metà tra l’infastidito ed il soddisfatto. Infastidito
> perché – a causa dell’anomala composizione dell’atmosfera planetaria
> – avevano impiegato un’ora e mezza per ricevere tre carichi di
> materiale che, in altre circostanze, sarebbe stato allocato nelle
> loro stive in poco più di venti minuti. Soddisfatto perché – nel
> frattempo – la missione di soccorso si era svolta sorprendentemente
> bene, con il Comandante Keane ed il suo gruppo che erano andati
> incontro alle due navette della Marconi dopo essere evasi dalla base
> Bajoriana.
>
> Adesso le tre navette stavano per entrare nell’Hangar principale e –
> una volta ripristinata la Curvatura – anche la Marconi sarebbe
> emersa da quel dannato mare di acido per ritornare nel suo elemento
> naturale. Dopodiché, la Marconi e la Fearless avrebbero sistemato
> anche quella ridicola base di dissidenti Bajoriani, svelando il
> mistero sul sabotaggio alla sua nave e portando all’arresto dei
> colpevoli.
>
> “Capitano…” chiamò allarmata Julie, rompendo d’un tratto
> quell’atmosfera semirilassata che si era formata dopo l’annuncio che
> la missione di recupero era andata bene “le sonde hanno rilevato
> delle tracce di curvatura multiple in uscita nei pressi del pianeta!”
>
> “la Fearless ci ha mandato un messaggio in bassa frequenza, signore…”
> interruppe l’addetto OPS, mentre provvedeva a decodificare il
> messaggio “Hanno individuato sei caccia del Dominio in avvicinamento
> e devono ritirarsi.”
>
> “Sei Caccia? Dove?” domandò Shran, alzandosi istintivamente in piedi,
> le antenne azzurre già tese verso lo schermo visore, che in quel
> momento mostrava un mare verdognolo piuttosto agitato, intento ad
> infrangersi contro il massiccio scafo della Marconi.
>
> “Stanno entrando nell’atmosfera nei pressi della base nemica…”
> rispose Julie “e stanno teletrasportando qualcosa.” Attese un
> momento, prima di aggiungere “Sono molto rapidi…forse sanno come
> superare le interferenze…”
>
> “Il Dominio che collabora coi Bajoriani?” si domandò ad alta voce
> l’Ufficiale Andoriano in comando “Non ha senso…passiamo in Allarme
> Giallo e dite a Rekon di sbrigarsi, perché potremmo doverci muovere
> in fretta…”
>
> “Le navette sono nella fase finale di approccio…” annunciò
> l’Ufficiale Tattico di turno, mentre la visuale sullo schermo veniva
> modificata per mostrare i due vascelli Federali e quello Bajoriano
> che si allineavano con la grande nave stellare, passando in mezzo
> alle sue Gondole di Curvatura per accedere all’Hanar principale.
>
> “Va bene, Julie…tenga d’occhio quelle navi…” rispose il Capitano,
> tornando a sedersi con una cattiva sensazione che gli irrigidiva i
> muscoli del collo.
>
> U.S.S. Marconi – Plancia – 28/07/2395, ore 13:20
>
> “Bentornata a bordo, Comandante Keane…” la salutò Shran, quando Tara
> ebbe varcato la soglia del Turboascensore. Il Capo OPS si era presa
> appena dieci minuti per lavarsi e cambiarsi di uniforme, prima di
> raggiungere i colleghi sul ponte di comando.
>
> “Grazie di essermi venuti a prendere, signore…” rispose il Capo OPS,
> rilevando la propria postazione ed estendendo implicitamente il
> ringraziamento a Dal e Durani, che – dopo aver messo in fuga i
> caccia – avevano provveduto a scortarla fino alla Marconi.
>
> Prima che il siparietto potesse continuare, il Comandante Berthier
> annunciò che le navi del Dominio stavano abbandonando l’atmosfera
> planetaria in quel momento “Sembra stiano attivando i motori a
> Curvatura…”
>
> “Un problema in meno…” commentò con un ghigno Dal, mentre lo schermo
> visore mostrava le riprese di una delle sonde della Fearless, che
> stava inquadrando dal basso i sei caccia viola mentre – una volta
> abbandonata la zona di influenza del pozzo gravitazionale del pianeta
> – si accendevano per un istante della luce emessa dalle loro Gondole
> prima di allungarsi a causa della distorsione ottica provocata
> dall’entrata nel Subspazio.
>
> L’atmosfera in Plancia si stava giusto distendendo, quando l’Allarme
> Rosso scattò, attivato dalla consolle tattica “Sono usciti dalla
> Curvatura, sopra di noi!” urlò Durani, mentre una pioggia di
> proiettili di energia illuminava il cielo ripreso dallo schermo
> visore, andando ad impattare sull’acqua.
>
> Prima che il nemico riuscisse a correggere il tiro, la Marconi alzò
> gli scudi evitando di subire danni rilevanti, ma anche così non
> avrebbero retto un bombardamento orbitale per molto tempo.
>
> “Che diavolo sta succedendo?” sbraitò Rekon, entrando in Plancia con
> passo di carica “Stiamo cercando di calibrare una fo***ta bobina di
> Curvatura, e gli scossoni non aiutano quando devi effettuare
> correzioni misurabili in Micron!”
>
> “Non ora, Rekon…” ribatté Shran, mentre un colpo diretto li
> raggiungeva. Anche se l’atmosfera impediva una mira precisa ai
> caccia del Dominio, loro erano un bersaglio immobile e presto o tardi
> sarebbero stati sopraffatti “possiamo decollare?”
>
> “Certo che sì…” rispose l’ingegnere, portandosi alla consolle
> Ingegneria “ma a che pro? In atmosfera abbiamo la manovrabilità di
> un sasso tirato da una catapulta, ci abbatterebbero prima di aver
> raggiunto lo spazio aperto..”
>
> “Allora non ci restano molte alternative…” commentò il Capitano della
> Marconi, mentre un colpo diretto particolarmente fortunato faceva
> esplodere un condotto EPS da qualche parte, generando un temporaneo
> abbassamento delle luci a bordo “Prepariamoci ad immergere la nave
> verso il fondo del mare…la rifrazione dovrebbe fornirci una difesa
> efficace contro le armi ad energia del Dominio!”
>
> E così, mentre letali proiettili di energia cadevano dal cielo come
> una pioggia di stelle, la grande Nave Stellare cominciò ad
> immergersi nelle profondità marine, lo scafo sfrigolante a contatto
> con le concentrazioni sempre maggiori di acido di quelle acque.
>
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> Comandante Manuela Garcia
> Primo Ufficiale DeepSpace 16Gamma
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Tenente Daeria Chorate
Capo Operazioni DS16Gamma
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