[Stml21] 18.03 - Riccardi - Il forte
Ramar Roberts
robertsramar a gmail.com
Mar 19 Lug 2016 22:17:51 CEST
Mi piace, molto avvincente!
Il martedì 19 luglio 2016, Riccardi <riccardi.ds16 a gmail.com> ha scritto:
> Ciao,
>
> ecco il mio brano, spero che vi piaccia.
>
> Nell'ultimo brano si parlava che la squadra di abbordaggio finiva in una
> strana foresta ho volto ripartire da quì per la particolarità del posto in
> cui sono finiti
>
> Buona lettura!
>
>
> --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
>
>
> Foresta? Luogo e tempo non definiti
>
> Riccardi si guardò intorno decisamente confuso. Era in una foresta. La
> testa iniziò a giragli impedendogli di mettere a fuoco ricordi e pensieri.
> Trattenne a stendo il vomito e il tremore alla mano destra.
>
> Dopo alcuni minuti riuscì a riprendere il controllo di sé stesso.
>
> Così com’era iniziata la brutta sensazione sparì di colpo lasciandolo solo
> in quella strana foresta.
>
> Alessandro provò ad attivare la comunicazione.
>
> =^=Riccardi a Drillrush.=^=
>
> Nulla.
>
> =^=Riccardi a Vok.=^=
>
> Nulla.
>
> =^=Riccardi a squadra di abbordaggio.=^=
>
> Nulla.
>
> Nemmeno una voce di risposta, Riccardi guardò il comunicatore e notò che
> qualcosa non andava… non funzionava.
>
> Provò a usare il tricorder e il phaser ma nemmeno questi due componenti
> funzionavano.
>
> Rimasto senza tecnologia decise di utilizzare i suoi sensi per capire deve
> si trovava.
>
> Si avvicinò ad un albero e iniziò a osservare la corteggia. Il legno
> sembrava autentico non sembrava replicato o olografico ma senza sensori non
> era sicuro di cosa stesse vedendo. Attorno a lui c’era una vegetazione
> abbastanza normale e anonima, di quella che si trova su ogni pianeta di
> classe M. Una fitta flora composta da fiori, arbusti e qualche sasso erano
> sparsi quà e là. Sembrava provenire da un clima temperato ma Riccardi non
> poteva dire di più senza tricorder.
>
> D’improvviso un rumore lo face trasalire.
>
> Temendo un aggressore Riccardi afferrò un ramo e si preparò a difendersi.
>
> Con la coda dell’occhio vide dei movimenti in un cespuglio. Impugnò
> saldamente il ramo e si voltò di colpo pronto a difendersi contro un
> eventuale assalitore.
>
> Qualcosa gli si avvicinò e Riccardi sferrò un colpo.
>
> Alessandro arrestò all’ultimo il ramo che si fermò a pochi centimetri
> dalla testa di Drillrush.
>
> “Siamo noi comandante.” Esclamò il Claire.
>
> “Sì mi scusi.” Rispose Riccardi imbarazzato.
>
> “Non si preoccupi.” Con quelle parole Drillrush <
> http://www.starfleetitaly.it/starfleetitaly/fleetyards/DS16Gamma/main.php?include=curriculum.php&ufficiale=424>
> mise fine alla discussione: “Dobbiamo capire dove siamo.”
>
> “Sì comandante. Sembra una foresta e dal poco che sono riuscito a
> identificare sembra reale ma senza il tricorder non posso dirle di più.”
> Rispose Riccardi.
>
> “Nemmeno il mio funziona.” Aggiunse Claire.
>
> Riccardi si stava guardando intorno quando gli venne in mente una
> domanda:” Prima ha detto noi… che cosa intendeva dire?”
>
> Claire annuì e rispose: ”Ero svenuta, mi ha trovata il marinaio Deker.”
>
> “Deker?” Riccardi era sempre più confuso: ”Ma lui si trova sulla stazione.”
>
> “Vero ma si trova anche lui qui.”Claire indicò la direzione: “ Venga
> andiamo da lui, si trova a poche decine di metri da quì.”
>
> I due si incamminarono verso un piccolo sentiero in salita. Fecero alcuni
> passi schivando alcuni rovi e piante quando Claire disse: ”E’ un sentiero,
> sembra frequentato. Non molto ma sembra che qualcuno sia passato di quà.”
>
> Riccardi annuì rispondendo: ”Concordo ci sono rovi sul tragitto segno che
> nessuno passa da molto ma non ci sono foglie e l’erba non è ricresciuta sul
> percorso questo indica che qualcuno passa ogni tanto.”
>
> Drillrush arrivò in piccola piazzola, fece per voltarsi per rispondere al
> capo della sicurezza quando il gruppetto venne raggiunto da Deker.
>
> “Comandante.” Esordì il giovane marinaio.
>
> “Cosa ci fa qui Deker? Non era al controllo bagagli con Thomson?” Chiese
> Riccardi.
>
> “Sì signore ma poi è successo qualcosa e mi sono risvegliato qui… ho
> vagato per alcuni minuti e ho trovato lei… cioè il comandante Drillrush.”
> Fece rapporto il marinaio.
>
> “Ha scoperto qualcosa?” Chiese il primo ufficiale.
>
> “Sì… dovete venire a vedere.” Il marinaio iniziò a risalire la collinetta
> e si mise a guardare.
>
> I due graduati salirono e raggiunsero Deker il quale stava indicando un
> punto in lontananza.
>
> “Che cos’è?” Chiese Drillrush.
>
> Davanti a loro a circa due chilometri si trovava una collina posta
> esattamente davanti ad una valle che tagliava in due una catena montuosa.
> In cima alla collinetta c’era una struttura artificiale. Era orientata
> verso la valle come ad osservarla. La forma era quadrata e aveva l’aria
> massiccia e robusta. Una serie di finestrone erano situate nella sezione
> inferiore ad intervalli regolari. Una serie di finestre più piccole erano
> situate nella zona superiore.
>
> “E’ un forte… .”Riccardi non aveva dubbi: ”E’ un forte simile a quelli che
> venivano costruiti sulla terra sei secoli fa… .”
>
> Deep Space 16, Gamma, Plancia 09/06/2396 Ore 11:20
>
> Keane stava ricevendo i primi rapporti dei sensori e le analisi non erano
> buone.
>
> “Capitano, mancano 27 membri dell’equipaggio.”
>
> Shran puntò le antenne verso l’ufficiale alle operazioni e la raggiunse
> con una serie di rapide falcate: ”Ha la loro posizione?”
>
> “Nulla.” Keane era confusa.
>
> “Come nulla?”
>
> “Non rilevo proprio nulla… nessuna traccia residua, né cariche
> elettrostatiche di teletrasporto o simili.” L’OPS richiamo le analisi dei
> sensori: ”Ho condotto tutte le analisi che potevo eseguire con i sensori di
> bordo ma nulla.”
>
> Shran guardò i dati mentre Durani iniziò a parlare: ”Scudi alzati siamo in
> allarme rosso.” Poi, dopo una breve pausa, riprese a parlare: ”Non rilevo
> nulla sui sensori esterni… non c’è nulla di anormale.”
>
> Shran guardò fuori tramite il visore. Lo spazio circostante alla stazione
> era decisamente normale tranne che per la nave romulane che si era
> inspiegabilmente fermata pochi minuti prima in concomitanza con la
> sparizione delle 27 persone sulla passeggiata e della squadra di
> abbordaggio.
>
> “Capitano forse ho una teoria ma è molto azzardata.” Disse Kaene.
> “Sfasamento quantico.”
>
> “Che cosa?”
>
> “E’ una specie di teletrasporto ma di più. E’ letteralmente far sparire
> nel nulla le cose e soltanto cosa si vuole portare via.” Kaene aveva
> l’attenzione di tutti e richiamò sullo schermo principale una serie di
> dati: ”Immaginate che la materia venga assorbita da infiniti wormhole
> infinitesimi in grado di assorbire una quantità di energia microscopica.”
>
> “Questo potrebbe portar via le persone?” Chiese il capitano.
>
> “E’ solo una teoria ma potrebbe essere quello che è successo.” Kaene
> scosse la testa: ”Ma questa teoria è stata dimostrata come impossibile da
> imminenti fisici interstellari. E’ una tecnica che potrebbe funzionare in
> teoria ma in pratica è impossibile.”
>
> “Quindi ci troviamo davanti a qualcuno che genera l’impossibile.” Constatò
> il capitano.
>
> Buio Luogo e tempo non definiti
>
> Karanasi trovava in un buio così intenso da causarle la claustrofobia. Una
> strana sensazione di paura e ansia la avvolse sommandosi alla
> claustrofobia. Le mancò il fiato e le sembrò che le avessero appena
> innalzato un muro a pochi micron dal suo volto impendendole ogni ingresso
> d’aria.
>
> Spinta dalla disperazione mosse le mani nel vuoto annaspando come se
> stesse annegando. Quel gesto impulsivo e istintivo fu, però, la sua
> salvezza: il rapido movimento delle braccia mosse una piccola quantità di
> aria che entrò nei suoi polmoni calmandola leggermente.
>
> Il suo respiro si fece più regolare e l’iperventilazione sparì di colpo.
>
> Aveva quasi ripreso il controllo quando una forte fitta di dolore avvolse
> la mano destra e del liquido caldo iniziò a colarle lungo l’avambraccio.
> Qualcosa l’aveva appena ferita.
>
> Furiosa si portò la mano ferita a sé e si tenne pronta a difendersi.
>
> Non accadde nulla.
>
> Dopo alcuni istanti portò avanti il braccio sinistrò come per tastare un
> eventuale aggressore ma sentì soltanto il freddo provocato dal contatto con
> qualcosa di metallico.
>
> Per un brevissimo istante le emozioni che avevano assediata e le avevano
> fatto perdere il controllo si interruppero permettendole di capire che poco
> fa il suo braccio destro aveva colpito un oggetto metallico, molto
> probabilmente un arma.
>
> Ma poi la rabbia, una furia omicida cieca e totale tornò a impossessarsi
> di Vok. Istintivamente afferrò l’oggetto metallico e, forse per fortuna o
> soltanto per caso, lo impugnò per il manico e partì alla carica.
>
> La sua parte razionale, logica e ingegneristica era ancora in lei ma
> sembrava che fosse passata in secondo piano: viveva tutto come se fosse in
> una specie di sogno in cui erano queste emozioni di odio e paura a guidarla
> in quella folle e insensata carica nel buio. Molto probabilmente, secondo
> la sua componente razionale, si trovava in una stanza buia e si era ferita
> colpendo l’oggetto che ora teneva in mano il quale, a giudicare dal peso e
> dal perfetto bilanciamento, doveva essere un specie di spada.
>
> La sua parte razionale intuì che la luce che era apparsa all’improvviso
> era semplicemente una porta aperta si un’altra stanza illuminata ma le
> emozioni di odio e terrore che guidavano Karana la fecero caricare la luce
> con l’arma in pugno pronta a sventrare chiunque ci fosse dall’altro lato.
>
> Spazio - Da qualche parte – Contemporanea
>
> “Sono bravi.” Ammise una voce.
>
> “Concordo.” La voce due parlò pochi istanti dopo.
>
> Poi arrivò la voce tre: ”Hanno capito come abbiamo fatto a portare via i
> loro compagni.”
>
> “Ma non possono ostacolarci e nemmeno uguagliare il nostro metodo.”
> Precisò la voce due.
>
> “Vero.” La voce tre disse solo poche parole per poi chiedere: “Dobbiamo
> sospendere l’esperimento?”
>
> “No procediamo.” Sentenziò la voce uno.
>
> Deep Space 16, Gamma, Infermeria 09/06/2396 Ore 11:52
>
> Jo’Trel stava osservando il dottor Sonx compiere l’autopsia su uno dei
> romulani ritrovati sulla nave misteriosa. Si trovava dietro un vetro
> protettivo e in silenzio osservava il medico federale lavorare.
> L’ambasciatore romulano aveva richiesto che ci fosse uno dei suoi ufficiali
> a presenziare all’autopsia di uno dei romulani ritrovati e Jo’Trel, in
> quanto comandante militare, si offrì volontario.
>
> Vide con quanta cura, precisione e, soprattutto, rispetto il dottore stava
> operando e ne rimase profondamente colpito. Ogni romulano nasce e vive con
> persone che gli ricordano che le razze della Federazione sono nemici da
> combattere ma nemmeno il più ostinato nemico della Federazione non avrebbe
> potutoobiettare nulla all’ottimo lavoro di Sonx.
>
> D’improvviso il graduato romulano sentì una presenza dietro di lui.
>
> “Capitano, la aspettavo.” Disse Jo’Trel.
>
> Il capitano Shran si avvinò alla controparte dicendo: ”E io ero quasi
> sicuro che lei sarebbe venuto ad assistere all’autopsia.” Poi avvicinandosi
> al vetro e, scrutando all’interno, aggiunse: ”Come sta andando?”
>
> “Il dottore sta lavorando con cura e rapidità… .” Rispose il romulano, poi
> voltandosi verso l’andoriano, disse: ”Una volta terminata l’autopsia vorrei
> dare ai miei compagni defunti una degna sepoltura.”
>
> “Certamente.”Shran rispose rapidamentecon una tale sincerità da
> sorprendere la sua controparte che disse: ”Grazie… .” Ci fu un breve
> silenzio poi il romulano aggiunse: ”E’ vero quello che dicono i primi
> rapporti?”
>
> “Sì.”
>
> “Allora è vero si sono uccisi tra loro.” Jo’Trel fece un profondo
> sospirocercò di assimilare la notizia.
>
> “Lo spazio è un luogo vasto e misterioso… non sappiamo ancora cosa è
> successo all’equipaggio romulano.” Shran cercò con quelle parole di
> impedire al capitano romulano di trarre conclusioni affrettate.
>
> “Già… .” Jo’Trel rimase alcuni istanti in silenzio poi aggiunse: ”La nave?”
>
> “Sì è arrestata a distanza di sicurezzadalla stazione circa 30 minuti fa.”
> Il capitano scollò le spalle e le antenne: ”Non sappiamo come ha fatto a
> fermarsi i motori sono sempre rimasti inattivi durante la decelerazione.
> Ora è in quarantena protetta dai raggi traenti. Ho fatto teletrasportare un
> corpo per delle analisi.”
>
> “Capisco.” Il romulano rimase pensieroso per alcuni secondi per poi dire:”
> So che avete degli ufficiali dispersi e che alcune persone sono state
> rapite dalla passeggiata.”
>
> “Sì è vero.”
>
> “Spero che li ritroviate sani e salvi.”
>
> “La ringraz… .” Ma Jo’Trel riprese a parlare: “Ho fatto recuperare tutti i
> dati della nave romulana sconosciuta… spero che vi possa essere d’aiuto.”
> Detto ciò il romulano diede un d-padd all’andoriano.
>
> “Grazie.”
>
> “Non era materiale riservato.” Minimizzò Jo’Trel.
>
> “Grazie per il suo aiuto.” Il capitano si voltò: “Bene, vado a darlo ai
> miei ufficiali per analizzarlo.” Sharn fece per uscire.
>
> “Certamente, se ha bisogno di me mi troverà qui.
>
> Forte, ingresso Luogo e tempo non definiti
>
> Dei due chilometri che lì separavano dal forte Riccardi ne passò almeno
> uno ad osannare la costruzione ma arrivati all’ultimo chilometro decise di
> non annoiare troppo il comandante Drillrush e il povero marinaio
> Deker.Aveva fatto ciò anche per non pensare troppo a quella assurda
> situazione in cui erano finiti e per non intaccare il morale della truppa.
> Claire aveva capito il gioco e aveva tenuto banco all’ufficiale della
> sicurezza cercando di distrarre Deker il quale stava patendo e iniziava a
> dare segni di nervosismo.
>
> Tuttavia il capo della sicurezza aveva ragione: la struttura, il forte era
> un vero e proprio capolavoro dell’ingegneria militare. Era stato costruito
> quasi certamente per proteggere e chiudere il passo alpino che aveva
> davanti. Il complesso era solido, ben costruito e aveva ricevuto costanti e
> accurati interventi manutentivi. Una serie di feritoie per cannoni erano
> poste ad intervalli regolari e ognuna sembrava avere la sua bocca di fuoco
> pronta a sparare. I finestroni erano posti ad intervalli regolari e
> coprivano una rosa di 360 gradi. Una linea di feritoie per moschetti o
> fucili era posta sopra i cannoni garantendo una eguale copertura. L’unico
> ingresso era posto nella zona opposta alla valle ed era accessibile
> soltanto attraverso una ripida e tortuosa strada. Chiunque avesse voluto
> attaccare il portone avrebbe dovuto percorrere la strada e si sarebbe
> esposto più volte al fuoco dei difensori. A coprire il forte c’era un
> granissimo tetto con una copertura di terra in grado di assorbire il tiro
> dell’artiglieria. Una guarnigione di 200 uomini avrebbe potuto
> tranquillamente tener testa ad un aggressore di 20000 uomini rimanendo
> asserragliata in quella posizione strategica.
>
> Il gruppo stava percorrendo la salita che conduceva all’ingresso del
> forte. Avevano deciso che essendo l’unica costruzione artificiale visibile
> era il primo luogo in cui avrebbero dovuto visitare in cerca di indizi su
> dove si trovavano. Riccardi aveva proposto un approcciò più cauto e di
> avvicinarsi al forte di nascosto ma Claire pensava che se gli avessero
> scoperti avrebbero potuto scambiargli per aggressori per cui optò per
> avvicinarsi in maniera più normale: alla vista del sole.
>
> Avevano percorso la salita sotto un fortissimo sole che aveva affaticato
> il gruppo assieme alla pendenza. Sia Claire che Alessandro si annotarono
> mentalmente di fare più esercizi sul ponte ologrammi mentre Deker non dava
> più segni di affaticamento anzi la salita lo aveva ricaricato nel molare e
> ora era pronto ad affrontare l’universo intero.
>
> Deker arrivò in cima alla salita per primo seguito a pochi passi di
> distanza dai due ufficiali superiori. Fu quindi il primo a raggiungere
> l’entrata del forte. Il marinaio osservo l’ingresso composto da un ponte
> lavatoio e da un pesante portone aperto. Una serie di feritoie proteggevano
> l’ingresso. Non c’erano soldati a guardia, o almeno, Derek non ne vide.
>
> Poi qualcosa attirò la sua attenzione: ”Venite a vedere… .”
>
>
>
>
>
> --
> Ciao
> Fabio
>
>
> -----------------------------------------
> Tenente comandante **0
> Alessandro Riccardi
> Ufficiale Tattico e Capo della Sicurezza
> Deep Space 16,Gamma
> -----------------------------------------
> Comunicazione privata:
>
> riccardi.ds16 a gmail.com
>
> -----------------------------------------
>
> "Sognatori, Plasmatori, Cantanti e Creatori"
>
> cpt Sheridan, John J. Babylon 5
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