[Stml21] Brano 17-08

Capitano Shran cap.shran a gmail.com
Lun 25 Lug 2016 17:47:10 CEST


Molto bello come imbarco, e anche velocissima! Brava Marika!
A questo punto di nuovo: benvenuta a bordo!

Ileana


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Capitano Shran
DeepSpace16Gamma
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"Occhio per occhio, ed il mondo  diventa cieco.."

Il giorno 25 luglio 2016 17:20, Ramar Roberts <robertsramar a gmail.com> ha
scritto:

> Ecco qui il brano di presentazione del Tenente Comandante Ramar Roberts.
> Buona lettura:)
>
>
> Precedente:17-07La passeggiata
> Brano: 17-08
> Titolo: Di nuovo in gioco
> Autore: Tenente Comandante Ramar Roberts
> (Aka Marika Vicentini)
>
> Bajor, Jakaja, 15/08/2395, ore 17.00
>
> Ramar si muoveva avanti e indietro nella sua stanza, continuando a cercare
> con lo sguardo qualcosa di non ben definito. Aveva preparato tutto
> l'occorrente per il suo imminente trasferimento un paio di giorni fa, ma,
> nonostante tutto, aveva come la sensazione di aver dimenticato qualcosa. Si
> fermó un attimo, scrutando attentamente i suoi bagagli. Sorrise. Dopo tutto
> il tempo passato sulla Terra in uno dei laboratori federali, non vedeva
> l'ora di mettere piede su Deep Space 16 Gamma; questo spiegava il suo
> nervosismo, ma soprattutto la sua impazienza. Sebbene sulla Terra avesse
> finalmente trovato una relativa stabilità, la routine lo stava portando
> all'esasperazione, cosa a cui lui non era abituato. Quando accettò
> l'incarico presso il laboratorio federale di San Francisco, credeva di
> avere bisogno di un po' di tranquillità: aveva ben presto scoperto che non
> era così . E ora mancavano poche ore prima del suo arrivo alla stazione in
> cui avrebbe prestato servizio. Non vedeva letteralmente l'ora! Dopo aver
> salutato i suoi genitori adottivi sulla Terra, aveva deciso di recarsi sul
> suo pianeta natio, per finire di riordinare la casa appartenuta a sua
> madre, che nel corso degli anni aveva ristrutturato con molta fatica, visto
> anche l'impossibilità di recarvisi frequentemente. Guardandosi intorno, non
> poteva fare a meno di pensare a che bel lavoro avesse fatto e alla prima
> volta che vi aveva messo piede, dopo aver appreso della morte della madre,
> dell'eredità lasciatagli (casa in questione inclusa) e dell'identità del
> proprio padre biologico. Pensó a quanto tutte queste scoperte gli avessero
> cambiato la vita in così poco tempo, proprio quando pensava non avrebbe più
> trovato risposte. Rimase assorto per un po'; guardó l'orologio. Stava
> aspettando degli ospiti, che l'avrebbero più tardi condotto alla navetta
> preposta alla sua partenza: il fratellastro Weld Pol e suo padre. Se non
> vedeva l'ora di salutare quello che a tutti gli effetti considerava suo
> fratello, non era molto contento di rivedere il padre, Tora Ram; sapeva che
> non approvava per niente la sua volontà di continuare la sua carriera nella
> Flotta e che avrebbe preferito che il suo primogenito cominciasse una
> carriera politica sul suo pianeta natale. Cosa che aveva irrigidito
> parecchio il rapporto fra i due e che, ad ogni loro incontro, creava nuove
> tensioni. Quella di Ramar non era ingratitudine: semplicemente era conscio
> del fatto che la carriera del politico non faceva proprio per lui, così
> impulsivo e poco propenso all'ipocrisia, che il padre sfoggiava così
> naturalmente in quasi ogni sua apparizione pubblica. Si riscosse dai suoi
> pensieri quando sentì bussare alla porta; chiuse velocemente l'ultima
> valigia e si diresse alla porta, aprendola. Abbracció e salutó il fratello
> con molto calore, come ormai si erano abituati a fare. Restó invece
> interdetto scrutando suo padre, che gli rivolse uno sguardo che esprimeva
> il tumulto che doveva attraversare il vecchio Bajoriano: rassegnazione, un
> po' di tristezza e delusione. Dopo qualche secondo Tora Ram sorrise
> debolmente: Ramar ricambió a forza il sorriso e, mentre invitava i due ad
> entrare, non poté fare a meno di pensare che sarebbe stata una lunga serata.
>
> Navetta Kruiser, 15/08/2395, ore 20.00
>
> Ramar stava ascoltando assai poco ciò che il giovane Guardiamarina gli
> stava dicendo. Non era tanto il fatto che a forza di documentarsi su Deep
> Space 16 Gamma, era come se ci avesse vissuto da un pezzo e nemmeno il
> fatto che il giovane fosse esageratamente logorroico per i suoi gusti;
> stava riflettendo su tutte quelle frecciatine che il padre gli aveva
> lanciato durante la loro cena di commiato. Come aveva promesso a Pol, si
> era trattenuto nel rispondere al genitore a tono, cosa che raramente gli
> riusciva, visto il proprio carattere schietto; così nella sua testa
> vorticavano tutte quelle risposte ironiche che aveva represso durante la
> serata, pensando contemporaneamente all'affettuoso saluto che il padre
> nonostante tutto gli aveva riservato poco prima che salisse a bordo della
> navetta. "Non hai scuse, Ramar: Bajor non è così lontano. Aspetterò sempre
> con ansia il momento in cui ti recherai nuovamente a casa". Tora Ram aveva
> volutamente sottolineato l'ultima parola, ma dai suoi occhi Ramar poteva
> leggere quanto la sua partenza rendesse triste l'uomo dalla voce ferma e
> autoritaria, con l'aria altera, che tanto gli somigliava. Non aveva potuto
> che abbracciare il genitore nuovamente, questa volta più forte. Anche se il
> loro legame era burrascoso, ciò che li univa era molto forte, complice il
> fatto di essersi ritrovati da poco. In questo turbinio di pensieri,
> all'ulteriore "Sa che sulla stazione..." del giovane timoniere, si voltó
> verso il ragazzo e, con uno sguardo a metà fra il bonario e lo scocciato,
> disse: "Guardiamarina, ha forse intenzione di farmi venire un'emicrania
> ancora prima di cominciare il mio lavoro sulla stazione?". "Certo che no,
> mi scusi Signore. È solo che questa è la mia prima assegnazione ed è tutto
> ancora così nuovo per me!". Restarono in silenzio per un po': Ramar si era
> pentito di essere stato così duro con il Guardiamarina. Era comprensibile
> l'eccitazione del ragazzo;in fondo, chiunque, più o meno intensamente,
> aveva provato ciò che il suo compagno di viaggio stava descrivendo. Guardó
> fuori dall'oblò e le coordinate che lo schermo mostrava: non ci sarebbe
> voluto ancora molto. Il Guardiamarina si schiarì la voce prorompendo in un
> "Signore.." Appena udibile. Ramar si voltò e con un cenno amichevole questa
> volta incentivó il giovane a continuare. "So che Lei ha già servito su una
> stazione spaziale... È così noioso come dicono?". In quel momento DS16 fu
> perfettamente visibile: Ramar sorrise e, continuando  a fissare quella che
> sarebbe stata la sua nuova casa, si rivolse con voce emozionata al
> Guardiamarina: "Non so chi le abbia detto una cosa del genere, ma mi creda:
> la vita su una stazione spaziale può essere tutto, fuorché noiosa". Così
> dicendo, mentre la navetta attraccava, si alzó, diede una pacca amichevole
> sulla spalla al Guardiamarina, si caricó sulle spalle i propri bagagli,
> attraversó il portello di attracco, mise quasi con aria trionfante piede
> sul corridoio di servizio e, guardandosi intorno pensó *Si ricomincia,
> finalmente*.
> Fine
>
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