[Stml21] [19.04 – Drillrush – C’è un cadavere in biblioteca]
Maddalena
vampitrill a gmail.com
Ven 22 Set 2017 19:12:27 CEST
Eccomi qua. Avevo chiesto a Ileana una proroga fino a lunedì, ma avevo
un po' di tempo stasera e l'ho finito.
Spero vi piaccia,
Maddy
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*Deep Space 16 Gamma – Sala controllo – 29 giugno 2397 – ore 1.23*
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Lei detestava i ricevimenti.
Era sempre stato così, fin da quando, da bambina, la obbligavano a
partecipare a quelli della Flotta cui venivano invitati gli ammiragli
con le loro famiglie. Forse proprio per questo.
Tuttavia, questo ricevimento in particolare le era sembrato anche più
odioso del solito. Intanto aveva dovuto occuparsi lei
dell’organizzazione. Non l’avrebbe mai ammesso né con il suo capitano,
né con chiunque altro, ma aveva odiato ogni secondo di quel compito. Non
era per sua natura una donna particolarmente paziente e perdere due
intere giornate a disporre ai tavoli ospiti illustri e litigiosi come
bimbi, nonché a occuparsi di allestimenti floreali e posateria, scelte
del menù e intrattenimento musicale, le sembrava non solo uno spreco di
tempo – forse era per evitare questo che non si era mai sposata - ma
anche uno sforzo inadeguato. Se questa nuova razza era potente e
importante la metà di quel che sembrava, tanto che Thompson aveva deciso
di passare l’incombenza a loro, un banchetto in sala ologrammi a bordo
di una stazione da spazio profondo non sembrava poi questa gran cosa.
A peggiorare la situazione, ci si era messo il proverbiale morto in
biblioteca. Tre uomini della sicurezza uccisi, un cadavere non ancora
identificato e un tizio il cui principale obbiettivo pareva girare per
la stazione avvolto da un sinistro manto nero uccidendo membri del
personale a caso. Meraviglioso. La serata era già abbastanza deprimente
senza che alla noia si aggiungesse anche un problema serio.
Claire si passò due dita nel colletto dell’uniforme di gala che
indossava ancora, tamburellò con le quelle dell’altra mano sulla
consolle e con un sospiro si voltò verso il tenente alle sue spalle che
le aveva appena annunciato l’ennesima scocciatura della nottata.
“Non mi dica che è ancora lui…” disse con malcelato malumore.
“Temo di sì, Signore,” rispose il tenente in tono di scuse. “Devo aprire
il canale?”
“Certo, oppure potremmo far saltare in aria la sua nave…”
“Signore?”
Claire scosse stancamente una mano. “Nulla, tenente. Apra il canale.”
Il tenente annuì e sullo schermo principale comparve il volto di un
piccolo ferengi, decisamente infuriato.
Claire pregò silenziosamente svariati pantheon di dei di concederle la
pazienza. Se le avessero dato la forza, la nave del ferengi sarebbe già
stata una nuvola di detriti a quell’ora.
“Signor Brek, cos’altro possiamo fare per lei, stasera?”
“Esigo di sapere quando potrò partire!” strepitò il piccoletto.
“Come le ho già spiegato nelle nostre tre precedenti conversazioni, non
ci sarà possibile darle il permesso di partire finchè l’allarme rosso
rimarrà in vigore.”
“E fino a quando sarà in vigore?”
“Fino a quando l’attuale situazione verrà risolta, cosa per cui tutto il
personale si sta adoperando strenuamente. Ogni misura è stata adottata
per la sicurezza di coloro che…”
“Regola dell’acquisizione numero 45: il profitto ha i suoi limiti, la
rovina no. Ed è la rovina a cui sto andando incontro rimanendo qui. Dove
sarebbe la preoccupazione per la mia sicurezza in questo? Il tempo è
denaro! Anche una femmina come lei dovrebbe capire la regola numero 83!”
“Sì, anche sulla Terra abbiamo un detto simile… “ Claire sollevò una
mano, interrompendo la tirata dell’altro. “Sono certa che le cose
verranno risolte a breve. Forse non sarà nemmeno necessario ispezionare
i carichi.”
Brek si bloccò. “Ispezionare i carichi?”
“Solo a fini precauzionali.”
“Non ce ne sarà affatto bisogno. Attenderò il permesso di partire.
Voglio sperare che il vostro personale si dia una mossa.”
Con questo la comunicazione venne chiusa. Claire sospirò. Il tenente
alle sue spalle aveva in volto un’espressione sollevata.
“Canale chiuso.”
“Già, me l’immaginavo.”
“Davvero ispezioneranno i carichi?”
“Non ne ho idea, tenente. Ma nel caso, penso mi offrirò di dare una mano
con la nave di Brek.”
Il tenente sorrise. “Anch’io.”
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*Deep Space 16 Gamma – Infermeria – 29 giugno 2397 – Contemporaneamente*
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“Faccia piano, tenente. Una commozione cerebrale non è uno scherzo.”
Sonx allungò una mano ad aiutare Durani che, con una certa cautela,
stava tentando di mettersi a sedere sul lettino, facendo scendere le
gambe dal bordo.
“Come si sente?”
“Come dopo uno scontro con uno squadrone Jem’Hadar.”
“Quindi tutto normale, per lei.” Sonx sorrise ampiamente e Durani gli
gettò un’occhiataccia.
Shran, che stava osservando la scena da poca distanza, fece due passi
avanti.
“Felice che stia bene, tenente. Ora, se il dottor Sonx è d’accordo,
vorrei un suo rapporto sull’accaduto,” disse curvando appena le antenne
in avanti. “Non le chiederò per quale motivo si trovava all’attracco
invece che in sala comando, ma ho bisogno di sapere con precisione cosa
è successo.”
La donna annuì lentamente, ignorando completamente, o almeno fingendo di
farlo, l’accenno di Shran alla sua fuga dalla sala comandi.
“Io e il tenente Rhiss stavamo ispezionando l’attracco, per assicurarci
che tutto fosse in ordine. Sono inciampata in qualcosa e quando abbiamo
illuminato la zona, ci siamo accorti che si trattava di uno degli uomini
di Riccardi.”
Shran annuì. “A poca distanza ce n’era un altro, dico bene?”
“Circa due metri più avanti. Rhiss ha trovato anche un congegno per
mascherare le letture dei sensori interni. A quel punto ho sentito il
grido.”
“Il grido?” Le antenne di Shran si curvarono maggiormente.
“Sì, anche se immagino sia più corretto dire che si trattava di
telepatia. Anche Rhiss l’ha sentito. Mi sono precipitata dentro e ho
trovato quell’essere.”
“L’uomo in nero?”
“Non so dire se fosse uomo o donna. Ha ucciso qualcuno e poi io…” Durani
si interruppe, chiaramente preda della frustrazione, “sono caduta in
trappola.”
Shran sollevò una mano. “Da quello che Riccardi ha potuto vedere,
chiunque ne sia l’artefice di tutto questo, è stato eccezionalmente
abile. Lei non l’ha visto in faccia, vero?”
Durani scosse la testa.
L’andoriano si volse verso il medico.
“Sappiamo che i primi due cadaveri appartengono ai nostri uomini. Cosa
sappiamo degli altri due?”
“L’uomo che il tenente Riccardi ha trovato con il mantello nero era
anch’egli uno dei nostri. Ai primi due è stato spezzato il collo, il
terzo è stato… beh… “ Sonx esitò per qualche istante, alla ricerca del
termine giusto. Il suo, più che un moto di disgusto pareva un interesse
professionale, ma era comunque chiaro come l’efferatezza dell’omicidio
l’avesse colpito. “Gli è stata strappata la gola.”
Shran e Durani lo fissarono. “In che modo?” chiese l’andoriano.
“Non con una lama, questo è certo. Non so dirvi altro, almeno non finchè
non avrò terminato l’esame autoptico. Ho visto un gran numero di ferite
nella mia carriera, anche peggiori di questa, ma un simile modus
operandi mi è del tutto nuovo.”
“E riguardo alla terza persona? Chi era?” domandò Durani, ripensando al
personaggio ammantato e alla sua vittima.
Sonx scosse la testa. “Non lo so. Per ordine della Nobile Valana il
corpo è stato portato a bordo della loro nave. Era uno dei loro.”
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*Deep Space 16 Gamma – Ufficio del Capitano – 29 giugno 2397 – ore 1.58*
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“Non può essere scomparso nel nulla.”
“Lo so bene, Signore. Eppure non riusciamo a trovarlo,” ammise Riccardi,
esibendo un’espressione scocciata e preoccupata al tempo stesso. “I
nostri sensori non lo rilevano in alcun modo. Sappiamo che deve trovarsi
ancora a bordo della stazione ma, se si escludono le aree protette,
potrebbe essere ovunque. Ed è un ovunque molto ampio da ispezionare a
vista.”
“Mi rendo conto, ma è di vitale importanza che il colpevole venga
trovato. Soprattutto in vista dell’incontro. Non ho nessuna intenzione
di lasciare un seria killer a piede libero sulla mia stazione, a
prescindere da quale sia la sua specie d’origine.”
Riccardi annuì. “Non succederà, Signore.”
“Lo so. Ha la mia piena fiducia. Continui le ricerche. Batta la stazione
palmo a palmo se deve, ma trovi il nostro assassino. E mi tenga
informato. Può andare.”
Riccardi fece un cenno con il capo e uscì.
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*Deep Space 16 Gamma – Ambasciata Klingon – 29 giugno 2397 –
Contemporaneamente*
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“Un incontro con tutte le delegazioni diplomatiche?”
Il segretario di Rhogal annuì una volta sola con un grugnito. “La
comunicazione è appena arrivata.”
“Il capitano Shran cosa ha risposto?” domandò Tara, ancora abbigliata
con la tenuta che aveva sfoggiato al banchetto. Nessuno era andato a
dormire dopo l’allarme.
“Non ha ancora risposto.”
“E’ probabile che aspetti direttive dalla Flotta,” commentò la donna.
“Già.” Rhogal fissò per un istante il suo attendente. “Comunica alla
Nobile Valana e al capitano Shran che la delegazione Klingon parteciperà
all’incontro.”
“Qa’pla!”
L’attendente uscì e Rhogal si rivolse a Tara. “Un dignitario alieno
ammazzato durante un primo contatto su una delle vostre stazioni? Shran
ha un problema grosso come tutta Praxis.” La voce di lui, al solito, era
un basso rombo.
“Sì, temo di sì. Cosa pensi che voglia questa Valana?”
“Non ne ho idea, ma ho intenzione di scoprirlo,” rispose l’ambasciatore
con un ghigno.
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*Deep Space 16 Gamma – Sezione imprecisata– 29 giugno 2397 –
Contemporaneamente*
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L’ex proprietario del mantello nero strisciò lentamente lungo il
condotto. Si muoveva fluidamente, come se si trovasse perfettamente a
suo agio nell’avanzare carponi lungo uno stretto cunicolo alieno, come
lo facesse tutti i giorni. Forse era proprio così, benché quei cunicoli
fossero decisamente diversi da quelli del suo mondo natale. Avanzò per
una decina di metri, un’ombra nell’oscurità, quindi si fermò.
Si mise a sedere, raccogliendo le gambe sotto di sé e controllò lo stato
del piccolo dispositivo che aveva al braccio, che lo schermava dai
sensori della stazione. Erano tutti puntati sulla sua figura, era certo.
Rimpiangeva solo la perdita del suo mantello nero. Una scelta teatrale,
era vero, ma assolutamente divertente. E anche la teatralità aveva la
sua parte in quel piano.
Scartò con calma un involto argentato preso dalla tasca e mangiò
lentamente il contenuto, facendo attenzione a non lasciare tracce. Anche
le ombre devono nutrirsi di tanto in tanto.
Rimise l’involto vuoto in tasca e premette il tasto sul piccolo
dispositivo nero che portava appuntato alla manica. Quando la luce
lampeggiò disse solo:
“Tutto come da programma. Inizio la fase due.”
-------------- parte successiva --------------
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