[Stml21] [T'Lani - 20.08] Tessere di mosaico

Monica Miodini hannadegliiapigi a hotmail.it
Gio 9 Ago 2018 21:13:13 CEST


Tutto chiaro per me Elena e mi è piaciuto molto  !

Monica

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Sent: Thursday, August 9, 2018 8:39:11 PM
To: Deep Space 16 Gamma
Subject: [Stml21] [T'Lani - 20.08] Tessere di mosaico

On Mon, 23 Jul 2018 12:31:51 +0200
  "Franco Carretti" <rogal_dothrak a mail.com> wrote:
> Un po9 breve ma non ero certo di cosa scrivere. Ci sono un po9 di
>cose che non mi tornano:
  1. Il cambio di realtà dovrebbe
>influenzare non solo gli incarichi, ma anche la posizione dei
>personaggi. Shran dalla poltrona di comando dovrebbe ritrovarsi in
>quella delal sezione scientifica al cambio di realtà,
>altrimenti si accorgerebbero subito che qualcosa non va... invece
>devono vedere delle riprese per capirlo.  2. Il cambio non è
>solo sulla stazione. In un brano (20.04) il Capitano Riccardi deve
>parlare con l9ammiragliato quindi il cambio dev9essere in tutto
>l9universo altrimenti appena chiamato l9ammiraglio gli avrebbero
>chiesto che fine avesse fatto Shran  3. Cosa succede durante lo
>scambio di realtà? La realtà A si interrompe e va in
>pausa? Se così non fosse le riprese dovrebbero registrare la
>realtà B e quindi dovrebbero vedere cos9è successo... e
>il tempo? si accorgono che hanno perso un giorno?  3. Mi pare un po9
>improbabile che non trovino Durani, l9ho tirata un po9 per le lunghe
>impegnandoli in riunioni, ma hanno la posizione di Durani
>quand9è sparita, si suppone che dopo poco la trovino nella
>scatola anche se la scatoal amschera la sua posizione.     Insomma
>non è semplice, spero che vi basti come proseguo della trama.


Posto con un giorno di ritardo... Spero mi perdonerete. Ho trovato
qualche difficoltà con le incongruenze fra i vari pezzi.
Rispetto al pezzo precedente, ho fatto temporalmente un passo
indietro. Si svolge prima della riunione con gli ambasciatori che era
alla fine del pezzo precedente. Spero che sia tutto chiaro...

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INIZIO TRASMISSIONE
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Stiva di carico 3 - 18/03/2398 ore 17.15 (NB: prima della riunione di
cui al pezzo precedente)


Lì per lì non aveva capito dove si trovasse. Era al buio. Le mancava
l’aria e la testa le faceva male, ma ignorò il dolore. Le mani non
erano di nessuna utilità, legate come erano dietro la schiena. Anche
le gambe erano legate e piegate contro un muro che dava la sensazione
fredda del metallo attraverso la tuta. In bocca sentiva il sapore di
un fetido straccio, e questo, pensò, era un buon segno. Se si erano
preoccupati che nessuno la sentisse, voleva dire che non l’avevano
 portata fuori della Base, o almeno non ancora.
Durani sentì sorgere dentro di sé una rabbia sorda. Come aveva potuto
farsi imprigionare da un … come quel bajoriano? Lo avrebbe fatto a
brani con le sue sole mani non appena fosse riuscita a uscire da quel
dannato buco in cui l’aveva nascosta. Era in gioco quel poco d’onore
che la disgrazia della famiglia Kanjis le aveva lasciato!
Istintivamente aveva teso le gambe attraverso i legacci. Urtò la
parete, che emise un rumore metallico. Una paratia… Si: ora che ci
pensava, quel bastardo di bajoriano aveva detto qualcosa, mentre lei
era ancora semisvenuta per il colpo ricevuto. Era qualcosa su una
paratia che avrebbe impedito ai sensori di trovarla. Allora, non si
erano dati tanto da fare per sequestrarla: era sempre in quella
dannata stiva di carico 3!
La rabbia che sentiva salì di un altro gradino. Non l’avevano neanche
considerata un nemico al loro livello, se non si erano dati pena di
nasconderla meglio!
Le gambe si tesero di nuovo, urtando contro la paratia. Il suono si
trasmise attraverso il metallo dritto nel cranio, strappandole un
grugnito nello straccio che le avevano messo in bocca. Avrebbe fatto
pagare a quel…
Un momento.
Quindi, si trovava nell’intercapedine tra la parete interna e quella
esterna della stiva di carico 3. Il rivestimento esterno non avrebbe
ceduto facilmente, ma le paratie interne venivano collocate in binari
ad incastro, per poter effettuare eventuali riparazioni ai cavi di
collegamento. La paratia contro la quale premeva il suo corpo… Adesso,
quando l’aveva urtata, aveva sentito qualcosa sotto il rumore. Un
movimento, forse?
I legacci penetravano stretti nelle gambe, ma poteva ancora muovere le
ginocchia. Provò a puntarle contro la parete esterna. Inarcò la
schiena, portando le ginocchia di nuovo a colpire la paratia, e poi
ancora e ancora, ignorando le fitte che il rumore le faceva penetrare
dritto nel cervello. Mancava l’aria e lo sforzo quasi le fece
inghiottire brani di stoffa. C’era troppo poco spazio per colpirla con
violenza sufficiente a farla uscire dall’incastro, ma la sentiva
muoversi, un po’ di più ogni volta.
Ancora, ancora, maledizione! Per Kahless, per la nave che trasporta i
morti disonorati al Gret’hor, muoviti, muoviti, muoviti!
Dopo un tempo che le parve infinito, ad un lato della paratia comparve
una sottile linea di luce. Si stava scardinando, infine! Durani
raddoppiò i suoi sforzi, puntando verso il bordo luminoso.
La paratia infine cedette d’un colpo, facendola ruzzolare verso
l’interno. Durani si ritrovò sul pavimento, faccia a terra, a
respirare la polvere e l’unto della stiva di carico.
Iniziò a strusciare la faccia contro il pavimento, cercando di sputare
via il bavaglio.
Avvertì un rumore. La porta della stiva di carico. Stava entrando
qualcuno.
* Sono tornati! * - pensò con rabbia. Ci aveva messo troppo tempo! Se
solo fosse riuscita a liberarsi di quelle corde infami, glie l’avrebbe
fatta pagare!
Dette uno strattone alle corde, cercando di svicolare al riparo di
alcune casse.
“Durani! Tenente Durani!” - sentì chiamare. Riccardi! Riconobbe la
voce, ma il bavaglio le impediva ancora di parlare. Con uno sforzo, la
donna rotolò su sé stessa e con entrambe le ginocchia colpì le casse
che si trovavano di fronte a lei.
“Durani!” - Dei passi la raggiunsero, delle mani le cercarono le
corde. Tossì, mentre il bavaglio le veniva tolto dalla bocca.
“Sta bene? - domandò Riccardi, finendo di liberarla dalle corde – Che
è successo? Chi è stato?”
“Qualcuno che me la pagherà caro! - sibilò la klingon – Ma prima
dobbiamo avvertire Tara… La comandante Keane. E’ lei che vogliono
uccidere!”
“Cosa? Chi c’è dietro? Chi vuole ucciderla?”
“Lasci perdere e la chiami, per Kahless! Deve avvertirla!”
La mano di Riccardi corse al comunicatore:
“Riccardi a comandante Keane”
=^= Qui Keane =^=
“Dove si trova?”
=^= Al momento? Sono nel corridoio alloggi degli ufficiali. Perché?
=^=
“Abbiamo trovato Durani. Vada subito nel suo alloggio e non apra a
nessuno. Le mando immediatamente degli uomini della Sicurezza”
=^= Cosa? Perché? Ho fatto qualcosa? =^=
“No. E’ che non voglio che qualcosa sia fatto a lei!”


Corridoio alloggi ufficiali - 18/03/2398 ore 18,21

=^= No. E’ che non voglio che qualcosa sia fatto a lei! =^=
La comunicazione si interruppe. Tara istintivamente si guardò intorno,
mettendo le spalle alla parete e la mano sull’impugnatura del suo
phaser. Si mosse verso il proprio alloggio, sempre controllando il
corridoio. Non aveva idea di quale minaccia stesse parlando Riccardi,
ma l’urgenza che aveva sentito nella voce dell’umano le aveva detto
che doveva essere qualcosa di serio… Che voleva dire che Durani era
stata trovata? Che cosa le era successo?
Il pavimento le aveva trasmesso un rumore, come di un passo
trattenuto. Tara si bloccò, ascoltando l’aria oltre il rumore sordo
dei macchinari della Base. Forse la comunicazione di Riccardi l’aveva
fatta diventare paranoica, pensò Tara, ma c’era un mezzo per esserne
sicuri.
Raggiunse il proprio alloggio e chiuse la porta dietro di sé. Andò
alla scrivania ed estrasse dal cassetto il proprio tricorder. Lo
accese e iniziò a esplorare lo spazio circostante. C’erano segni di
vita di un umano di sesso femminile dell’alloggio di Claire Drillrush
– giusto, era di riposo, visto che al primo ufficiale sarebbe toccato
il turno di notte in sala comando. Mosse il sensore in direzione del
corridoio, regolandone il raggio. Il tricorder segnalò anche un’altra
presenza.
Klingon. Maschile. Fermo, in piedi, non lontano dalle porte del
turboascensore. Per un istante, Tara pensò che fosse Rogal… Possibile?
Non era mai venuto a trovarla nel suo alloggio, era troppo facile che
un altro degli ufficiali li vedesse insieme.
Ma se non era lui? Non aveva senso che un Klingon si trovasse nel
corridoio di fronte agli alloggi degli ufficiali. Gli uffici della
Delegazione Klingon erano distanti da lì.
Era quella la minaccia da cui Riccardi l’aveva appena messa in
guardia?



Infermeria - 18/03/2398 ore 19.00


“Sto bene! Sto bene! - esclamò Durani – Quante volte devo ripeterlo?”
“Può ripeterlo quanto vuole, tenente...” – ribatté il capitano Shran.
L’uomo era in piedi, accanto al bioletto sul quale l’avevano spinta
dopo averla teletrasportata dalla Stiva di carico 3. Più distante, con
le braccia conserte, stava il comandante Riccardi.
“...Ma finché il dottor Sonx non avrà dato il suo assenso, io da qui
non le permetterò di uscire” - accennò al denobulano che stava
controllando i dati del biomonitor.
“Sono io a dare il permesso di uscire dall’infermeria - sottolineò il
dottore – L’esame sarà più rapido se deciderà di collaborare, tenente
Durani… Per esempio, stando ferma su quel bioletto anziché muoversi
continuamente. Così non riuscirò mai a prendere le sue letture!”
“E’ così…” - Durani si interruppe, vedendo lo sguardo severo del
capitano - ...Frustrante!” - completò.
“Quello che io trovo frustrante è non capire che cosa stia succedendo
sulla mia Base!” - brontolò il capitano –  Che cosa stanno combinando,
i Klingon? Che cosa hanno a che spartire con quel bajoriano dalla
fedina penale lunga da qui al Quadrante Delta? In che rapporto è il
bajoriano con il cristallo?”
Durani scrollò le spalle, causando un mugolio di disapprovazione da
parte del dottor Sonx:
“Le ho detto tutto quello che ho sentito nella stiva di carico. Non ho
riconosciuto il klingon che stava parlando con il bajoriano… Posso
solo dire che aveva una corazza rossa, uguale a quelle della guardia
dell’Ambasciatore Rogal”
“Potrebbe essere lo stesso uomo in agguato nel corridoio alloggi
ufficiali… Anche lui ha una corazza rossa - suppose Riccardi – I miei
uomini lo stanno tenendo sotto controllo, pronti ad intervenire se
dovesse tentare qualcosa contro Tara Keane… O chiunque altro, se è per
questo”
Shran iniziò a camminare in su e in giù, parlando a voce alta:
“Durani ha sentito quella conversazione ore fa – disse  – Mentre lei
era in quella paratia, il comandante Keane avrebbe potuto essere
aggredita non una ma dieci, venti volte! Perché non è ancora successo
niente?”
Tornò a piantarsi di fronte al lettino dove era distesa Durani e la
fissò dritto negli occhi:
“Non c’è niente che abbia senso. Tanto per dirne una: perché l’hanno
lasciata dietro quella paratia? Dovevano sapere che non appena fosse
stata rilevata la sua assenza, i sensori interni sarebbero stati
settati al massimo per poter trovare le sue tracce. I sensori della
Base riescono a vedere attraverso gli scafi delle navi più avanzate…
Per proteggere la privacy dei passeggeri e degli uffici diplomatici a
bordo, i sensori interni vengono tenuti al minimo, ma il bajoriano
doveva sapere che sarebbe stata trovata non appena fosse scattato
l’allarme per la sua scomparsa.”
Durani lo fissò:
“Sta dicendo che ci contava?”
“E che ci avrebbe detto tutto quello che aveva sentito - assentì Shran
– Ma che sia dannato se capisco il perché! A che gioco sta giocando… A
proposito, come si chiama il bajoriano?” - domandò, rivolto a
Riccardi.
“Tra la malavita di Bajor viene chiamato Rillar, ma si tratta del nome
di un vecchio orfanotrofio distrutto durante la guerra – rispose
l’umano - Nel database sono elencati almeno una dozzina di suoi alias,
capitano… Non so quale sia il suo nome vero e nemmeno se il nome vero
sia tra quelli che gli sono attribuiti. I database bajoriani risalenti
alla guerra di liberazione contro i cardassiani sono a dir poco
lacunosi. ”
“Oh-oh” - fece il dottore.
“Cosa?” - Shran si girò verso il medico.
“Niente… Mi è solo venuto in mente che ha l’identità di un uomo senza
identità – se capite quello che intendo. E’ nato in un luogo distrutto
da una guerra, non ci sono tracce delle scuole che ha fatto o delle
persone che ha conosciuto. Una fedina penale lunga… Come diceva lei
prima? Di qui al Quadrante Delta? Può essere falsificata con molta
facilità. Molto comodo...” - concluse il denobulano.
Shran rizzò le orecchie:
“Sta dicendo che… Potrebbe essere una spia?”
“Una spia! Una spia di chi?” - fece Durani.
Sonx alzò le spalle:
“E chi lo sa..? E’ solo una ipotesi, la mia.”
“Una ipotesi che potrebbe spiegare perché non mi ha nascosto con più
cura… O anche ucciso… Quando poteva farlo” - disse Durani.
“Sarebbe una spia Klingon? - ipotizzò Riccardi.
Durani scosse la testa con vigore:
“Tutto è possibile, ma è più facile che sia una spia presso i Klingon,
che cioé abbia fatto in modo di insinuarsi presso l’ambasciatore o
presso qualcuno dei suoi. Rogal è un uomo diffidente, difficile da
avvicinare.”
“Questo non esclude la possibilità che sia una spia di qualche altro
clan Klingon, avverso a Rogal – disse Shran, quindi si rivolse a
Riccardi - Dobbiamo trovarlo. Voglio capire esattamente chi è e quali
sono le sue intenzioni”
“Ho dato ordine di controllare i suoi movimenti dalle olocamere di
sicurezza, ma sembra sparito. I programmi di identificazione facciale
non lo hanno segnalato in nessuna delle parti comuni della Base nelle
ultime ore” - disse Riccardi.
“Teletrasporti?”
“I miei uomini stanno controllando anche quelli, capitano, ma ci sono
molti bajoriani a bordo della Base in questo periodo.”
“Dovremmo avvertire Rogal?” - domandò Durani.
“Avvertirlo di cosa? - Shran scosse la testa – No. Almeno finché non
avremo le idee più chiare su che cosa sta succedendo intorno agli
uffici Klingon, non gli diremo niente. Nel frattempo, cercheremo tra
gli uomini della guardia dell’ambasciatore l’uomo che era insieme al
bajoriano nella stiva di carico 3. E, anzi, tenente Durani: non diremo
a nessuno che lei è stata trovata. Fino a nuovo ordine, lei resterà
nascosta qui in infermeria.”
Alzò una mano per prevenire le obiezioni della donna:
“E’ un ordine, tenente. Ufficialmente, lei è ancora scomparsa. In
apparenza, continueremo le ricerche per rintracciarla. Non dobbiamo
scoprire le nostre carte, facendo sapere a tutti che sappiamo quello
che lei ha ascoltato. Tutto chiaro?”
Si guardò intorno per ricevere l’assenso dei suoi ufficiali, quindi
controllò l’ora:
“Ho un appuntamento con tutti gli ambasciatori fra poco, per
informarli delle scoperte che abbiamo fatto a proposito dei cristalli…
Ma ancora non so fino a che punto posso spingermi con loro”
“Potrebbe informare prima, privatamente, l’ambasciatrice di Vulcano -
suggerì Sonx – Lei potrebbe consigliarla meglio sull’atteggiamento da
 tenere con gli altri diplomatici”
Shran fece per rispondere al medico, ma sentì suonare il suo
comunicatore.
=^= Comandante Roberts a capitano =^=
“Qui Shran”
=^= Credo di avere scoperto qualcosa di interessante sul nostro
misterioso cristallo. Posso parlare? =^= disse l’ufficiale
scientifico.
“Certo. Parli pure”
=^= Non ho potuto esaminare il cristallo in sé stesso, per evitare i
flash che abbiamo già visto, così mi sono concentrato sulla coperta
che lo avvolge. E’ di fabbricazione vulcaniana =^=
“Lo sapevamo già”
=^= Ho trovato delle molecole organiche fra le sue fibre, e le ho
identificate. Appartengono all’ambasciatrice vulcaniana T’Lani.
Eppure, sono sicuro che non abbia toccato il panno. Almeno quando era
in nostra presenza, non si è neppure avvicinata all’oggetto. =^=
Shran scambiò un’occhiata sbalordita con i suoi ufficiali:
“E’ sicuro, comandante?”
=^= Si, signore.  Per sicurezza, ho controllato le olocamere del
laboratorio. =^=
“Ho capito.”
Il capitano chiuse la comunicazione.
“Anche T’Lani” - mormorò tra sé. Alzò lo sguardo ad incontrare quello
del suo ufficiale medico:
“A quanto pare, non posso seguire il suo consiglio, dottore. Non posso
fidarmi nemmeno della vulcaniana in questo affare… ”

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FINE TRASMISSIONE
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Spero che sia tutto chiaro e che vada bene...

Ciao! ;-D
Elena
--
"Ambasciatrice T'Lani" - Deep Space 16 Gamma
ICQ 33856678
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