[Stml21] [R. T'Lani - 21.02] Compatibilità culturali
Bryn Lwellelyn
bryn.lwellelyn a gmail.com
Dom 9 Dic 2018 12:31:05 CET
Letto ora.
Gran bel brano, come sempre. Aspettiamo gli altri commenti, poi lo pubblico
e passo il turno.
Il giorno sab 8 dic 2018, 16:54 Elena Fuccelli <mf9115 a mclink.it> ha
scritto:
> Il mio pezzo... In ritardo, come al solito! *_____*
>
> ------------------------------
> INIZIO TRASMISSIONE
> -----------------------------
> Base stellare 16 Gamma
> Studio del capitano Shran
>
> “...Questo è da escludere!” - disse il primo giudice.
> “Mi dispiace, ma non possiamo assolutamente permetterlo” - rincarò il
> secondo.
> “E poi, a questo punto? Sono perfino scaduti i termini per presentare
> le candidature” - rimarcò il terzo.
> Le antenne del capitano Shran avevano ceduto parecchi gradi da quando
> si erano presentati alla sua porta i tre presidenti del collegio
> arbitrale dei Giochi. I tre – tutti uomini e tutti con in volto la
> medesima espressione tra il funesto e l’oltraggiato che li rendeva
> quasi identici nonostante l’appartenenza a tre diverse razze – avevano
> presentato una protesta formale sulla presenza ai Giochi Giovanili dei
> ragazzi Jem’Hadar richiesta dai Vorta. Come se lui, Shran, avesse la
> benché minima voce in capitolo sulla faccenda. Quei Giochi maledetti
> gli erano stati imposti dall’Ammiragliato, come se non avesse già
> abbastanza beghe per le mani. Oltretutto, di lì a poco gli sarebbe
> anche toccato tenere una inchiesta sulle cause del disastro della nave
> da trasporto Ferengi. Erano morte delle persone. Lui aveva già provato
> più volte a far cadere nella conversazione che il suo compito in quel
> momento sarebbe dovuto essere quello di andare ad interrogare i
> superstiti e indagare sulle cause del disastro, ma quei tre non
> avevano voluto sentire ragioni ed avevano continuato a ripetere i
> loro argomenti. Dentro di sé, Shran stava invocando già da un pezzo
> gli antenati del suo clan perché aprissero una falla là dove c’era
> l’oblò e inghiottissero tutti quanti nello spazio insieme ai loro
> dannatissimi Giochi!
> In piedi, di fronte ai tre giudici, stava una Vorta dalle profonde
> occhiaie nere, che stava perorando la tesi opposta con un tono così
> falsamente gentile da riuscire ad irritargli i nervi ancora più degli
> accenti oltraggiati dei tre giudici. La donna si era presentata come
> Conlan, e Shran l’aveva odiata a pelle, dal primo momento in cui
> l’aveva vista. Aveva dovuto concentrarsi per non far trapelare la sua
> avversione.
> “Tuttavia – intervenne, suadente la Vorta – Se non erro, ci sono stati
> delle precedenti occasioni in cui sono state accettate squadre anche a
> termini di presentazione scaduti… Non è vero?”
> Il secondo giudice – il romulano – borbottò qualcosa tra i denti che
> assomigliava ad una ammissione. Il terzo giudice – rappresentante
> della Federazione - lo fulminò con uno sguardo prima di rispondere:
> “In un caso, si. Ma fu una unica eccezione alla regola, mai più
> ripetuta”
> “Il fatto che vi siano state eccezioni – chiedo scusa, una sola
> eccezione – a mio parere vuol dire che la regola non è poi così
> vincolante, non è vero?”
> Il terzo giudice ebbe uno scatto:
> “Non ci prendiamo in giro – disse l’umano – Termini di presentazione o
> no, il fatto è che non possiamo accettare dei Jem'Hadar nei Giochi. Ne
> andrebbe del fondamento stesso della competizione: sportività ed
> eguaglianza di trattamento!”
> “Non capisco dove sia il problema” – rimarcò la Vorta.
> “Quello che il mio collega stava cercando di dire – intervenne il
> primo giudice – E’ che una delle regole fondamentali dei Giochi è che
> non possono essere prese sostanze di qualunque genere per migliorare
> le prestazioni. I Jem'Hadar sono notoriamente programmati per essere
> dipendenti da una sostanza vietata in tutto il territorio delle
> nazioni partecipanti. Non possiamo accettare che gareggino dei ragazzi
> che prendono il ketracel bianco.” - il klingon terminò le parole con
> un disgusto che gli fece snudare i denti.
> “Proprio così – confermò l’umano, sporgendo in avanti il mento – Noi
> insistiamo molto con i nostri ragazzi che devono competere
> correttamente, senza far ricorso a sostanze che alterino le loro
> prestazioni. Con che faccia andremmo da loro, se accettassimo atleti
> dipendenti dal ketracel al punto da essere incapaci di gareggiare, o
> perfino di vivere, se ne fossero privati?”
> Le sopracciglia della Vorta ebbero una lieve contrazione di
> disappunto:
> “Dunque è il ketracel il problema? Potrei contestare il fatto.
> Dopotutto, anche i vostri atleti dipendono da sostanze chimiche e
> soffrirebbero molto se ne fossero privati a lungo… Solo che le
> chiamate cibo”
> “Il cibo non è una sostanza dopante!” - contestò il romulano.
> “E sicuramente non è vietato dai nostri ordinamenti legali” -
> sottolineò il federale.
> “E’ solo una questione culturale – disse Conlan - Nella nostra
> cultura, il ketracel è considerato un nutriente”
> “Un...COSA?” - Il Klingon si rizzò in piedi, gonfiando il petto come
> se stesse per esplodere – PER CHI CI HAI PRESO, DONNA?”
> Shran temette per un istante che si stesse per scagliare contro la
> Vorta. Si parò di fronte al Klingon:
> “Sono sicuro che Conlan non aveva intenzione di mancare di rispetto
> agli onorevoli giudici dei Giochi! Io credo che possiamo arrivare ad
> una soluzione che non pregiudichi l’onore di nessuno”
> “Onore? Che cosa ne sa questa femmina dell’onore?” - Il klingon snudò
> i denti in direzione della Vorta, che replicò:
> “Onore forse no. Ma sono abbastanza sicura di riconoscere la paura
> quando la vedo”
> Gli altri giudici si erano alzati in piedi. Il romulano afferrò il
> braccio del klingon, quasi a volergli impedire di massacrare la donna
> all’istante:
> “PAURA IO? Come osa questa...”
> “Si, paura: paura che i nostri Jem’Hadar usciti dall’incubatrice da
> meno di tre giorni si rivelino così forti, così potenti nei confronti
> dei vostri atleti da farli sfigurare di fronte a tutto il Quadrante
> Gamma!”
> “SIGNORI!” - urlò Shran. I giudici e la Vorta lo fissarono. Il Klingon
> come se stesse per snudare un pugnale, il romulano con sorpresa, il
> federale con terrore, la Vorta come se d’improvviso si fosse
> trasformato in un insetto. Almeno aveva la loro attenzione, pensò
> Shran. Adesso, doveva convincerli a non ammazzarsi a vicenda.
> “Il nodo della questione è: che cosa è il ketracel bianco e se
> comporta un ingiusto vantaggio a favore dei Jem'Hadar. - Alzò la mano,
> per prevenire l’obiezione del federale – Lo so che è vietata nella
> Federazione Unita dei Pianeti, ma ci sono esempi nella storia di
> sostanze intossicanti che tuttavia sono accettate dalle varie culture.
> L’alcool, tanto per fare un esempio: ne è vietato il consumo in alcune
> culture e normalissimo in altre, la mia compresa.” - Colse un lampo di
> compassione sul volto del romulano, che poi con la coda dell’occhio
> sbirciò l’espressione del klingon e poi del federale. Shran si stava
> arrampicando sugli specchi per non causare un incidente diplomatico
> che poteva avere conseguenze devastanti, ed il romulano era stato il
> primo a capirlo.
> “Propongo quindi che oggi stesso si faccia una commissione che decida
> sul punto. I Vorta – Shran piegò leggermente le antenne verso la donna
> – e gli onorevoli giudici della competizione porteranno nella
> commissione le loro argomentazioni”
> “E chi dovrebbe decidere? - domandò Conlan, inarcando le sopracciglia
> - Lei?”
> “No, non io – per mia fortuna, ebbe il tempo di pensare – Come sapete,
> c’è stato un incidente alla Base che ha coinvolto un cargo Ferengi, e
> sarò impegnato con l’inchiesta assieme al mio ufficiale scientifico,
> ma i Giochi si tengono comunque su una Base della Flotta Stellare. Il
> punto in discussione richiede una competenza medica, quindi a
> giudicare dovranno essere gli ufficiali medici capi. La commissione
> sarà presieduta dall’ufficiale medico capo della Base Stellare 16
> Gamma, dottor Sonx. E tutti i presenti saranno tenuti ad osservarne le
> decisioni, qualunque esse siano” -
> Il dottor Sonx non me ne sarà affatto grato, pensò Shran. Per uno
> scherzo del genere potrebbe chiedere il trasferimento o perfino dare
> le dimissioni, ma non posso fare altrimenti. Lanciò un’occhiata alla
> Vorta, che pareva soppesare gli uomini in piedi alla sua sinistra.
> “Mi sta bene”– disse infine Conlan.
>
> Base stellare 16 Gamma
> Attracco 1
>
> L’atmosfera all’attracco 1, dove sarebbe dovuta approdare la nave
> ferengi, era frenetica. Gruppi compositi di varie razze si accalcavano
> di fronte ai monitor che segnalavano notizie più o meno certe sui
> feriti e sui dispersi. I gruppi si riunivano scambiandosi domande, si
> scioglievano passando da un monitor all’altro, nella speranza di
> trovare una notizia in più o un nome in più sulla prossima schermata.
> Qualcuno gridava, qualcuno protestava, ma non sembrava ci fosse
> bisogno di più agenti della sicurezza. C’era dolore e incertezza nei
> volti che gli stavano intorno, non rabbia. Quella, pensò Ramar
> Roberts, probabilmente sarebbe arrivata più tardi. Rimpianse che al
> consigliere della Base fosse stata l’autorizzazione a partire prima
> dell’arrivo del suo rimpiazzo. Il rapporto preliminare diceva che sul
> cargo Ferengi distrutto c’erano anche parecchi passeggeri, fra i quali
> genitori e parenti di alcuni atleti e personale vario di servizio ai
> Giochi che non era riuscito a trovare posto sulle navi ufficiali.
> Tanta gente avrebbe avuto bisogno di assistenza psicologica.
> Non si vedevano i feriti, che dovevano essere stati teletrasportati
> direttamente nell’infermeria della Base. Un gruppo si accalcava
> intorno ad una giovane donna betazoide in lacrime. Un agente della
> sicurezza fendette la folla per raggiungerla, la sorresse con un
> braccio e premette il comunicatore chiedendo il teletrasporto
> d’emergenza. Tutto il dolore lì intorno doveva essere soverchiante per
> una telepate, pensò Ramar Roberts guardandola svanire.
> Sul suo Dipad pulsavano le stesse notizie che comparivano sui monitor,
> con solo qualche istante di differenza. Avvertì il calore di uno
> sguardo e si girò. Alle sue spalle era comparso un giovane romulano
> dal volto bruno:
> “Lei è un ufficiale superiore, lo vedo dalla divisa… - disse il
> ragazzo – Ha qualche notizia in più?”
> “No, mi dispiace. I rapporti sono solo in fase preliminare. Non
> sappiamo ancora niente sulle cause del disastro.”
> “Ma come può una nave esplodere a quel modo?”
> “E’ ancora presto per fare qualunque ipotesi.”
> L'angoscia che si vedeva sul volto del ragazzo gli fece pena:
> “C’era qualcuno della sua famiglia, a bordo di quella nave?”
> Il ragazzo si irrigidì:
> “No. Nessuno. E’ solo… Curiosità, la mia”
> Il bajoriano non gli credette. Non bisognava essere betazoide per
> capire che tutto in quel ragazzo sapeva di disperazione. Si chiese per
> quale motivo stesse mentendo.
> “Come ho detto, i rapporti sono solo preliminari. I tecnici della mia
> squadra non hanno ancora recuperato il relitto, ma per il momento
> dobbiamo occuparci dei feriti e fare l’elenco dei dispersi. Ci sono
> tante persone ancora da identificare, ma presto i loro nomi saranno su
> quei monitor” - accennò agli schermi di fronte ai quali era accalcata
> la folla – Come ti chiami?”
> “Non importa… Chiedo scusa, non dovevo importunarla. Buona giornata”
> L’ufficiale scientifico vide il ragazzo allontanarsi in mezzo alla
> folla.
> Alle sue spalle comparve Tara Keane:
> “Cosa stai facendo? - la donna seguì il suo sguardo – Che ha quel
> romulano di tanto interessante?”
> “Non ne sono sicuro...” - disse Ramar Roberts.
>
> Il ragazzo si allontanò, sentendo sulla nuca il calore pesante dello
> sguardo del bajoriano. Sapeva di aver fatto un errore ad abbordare
> l’ufficiale della Flotta Stellare, ma non aveva potuto fare a meno di
> fare domande. Dentro di sé bruciava dal desiderio di urlare, di fare
> qualsiasi cosa pur di non rimanere fermo, inutile, ad aspettare… Cosa?
> La nave che doveva portare lui… e lei, soprattutto lei, lontano per
> costruire una nuova vita in due, era saltata in aria. La sua famiglia
> si sarebbe accorta molto presto del furto dei cristalli di dilitio
> grezzi con cui Jo avrebbe dovuto pagare il loro viaggio ed il loro
> futuro insieme. E avrebbero capito che era stato lui a prenderli. Non
> poteva più tornare indietro, e non poteva aspettare che il furto fosse
> scoperto. Doveva fuggire, anzi: dovevano fuggire… Anche se adesso non
> sapeva più come.
> Kimmar, pensò. Kimmar. Quel Ferengi gli doveva una spiegazione. E una
> nave.
>
> ----------------------------------
> FINE TRASMISSIONE
> ---------------------------------
>
> Ciao! ;-D
> Elena
> --
> "Ambasciatrice T'Lani" - Deep Space 16 Gamma
> ICQ 33856678
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