[Stml21] [R. T'Lani - 21.02] Compatibilità culturali
Riccardi
riccardi.ds16 a gmail.com
Dom 9 Dic 2018 13:50:43 CET
Ciao bel brano complimenti!
Il 09/12/2018 12:31, Bryn Lwellelyn ha scritto:
> Letto ora.
> Gran bel brano, come sempre. Aspettiamo gli altri commenti, poi lo pubblico
> e passo il turno.
>
> Il giorno sab 8 dic 2018, 16:54 Elena Fuccelli <mf9115 a mclink.it> ha
> scritto:
>
>> Il mio pezzo... In ritardo, come al solito! *_____*
>>
>> ------------------------------
>> INIZIO TRASMISSIONE
>> -----------------------------
>> Base stellare 16 Gamma
>> Studio del capitano Shran
>>
>> “...Questo è da escludere!” - disse il primo giudice.
>> “Mi dispiace, ma non possiamo assolutamente permetterlo” - rincarò il
>> secondo.
>> “E poi, a questo punto? Sono perfino scaduti i termini per presentare
>> le candidature” - rimarcò il terzo.
>> Le antenne del capitano Shran avevano ceduto parecchi gradi da quando
>> si erano presentati alla sua porta i tre presidenti del collegio
>> arbitrale dei Giochi. I tre – tutti uomini e tutti con in volto la
>> medesima espressione tra il funesto e l’oltraggiato che li rendeva
>> quasi identici nonostante l’appartenenza a tre diverse razze – avevano
>> presentato una protesta formale sulla presenza ai Giochi Giovanili dei
>> ragazzi Jem’Hadar richiesta dai Vorta. Come se lui, Shran, avesse la
>> benché minima voce in capitolo sulla faccenda. Quei Giochi maledetti
>> gli erano stati imposti dall’Ammiragliato, come se non avesse già
>> abbastanza beghe per le mani. Oltretutto, di lì a poco gli sarebbe
>> anche toccato tenere una inchiesta sulle cause del disastro della nave
>> da trasporto Ferengi. Erano morte delle persone. Lui aveva già provato
>> più volte a far cadere nella conversazione che il suo compito in quel
>> momento sarebbe dovuto essere quello di andare ad interrogare i
>> superstiti e indagare sulle cause del disastro, ma quei tre non
>> avevano voluto sentire ragioni ed avevano continuato a ripetere i
>> loro argomenti. Dentro di sé, Shran stava invocando già da un pezzo
>> gli antenati del suo clan perché aprissero una falla là dove c’era
>> l’oblò e inghiottissero tutti quanti nello spazio insieme ai loro
>> dannatissimi Giochi!
>> In piedi, di fronte ai tre giudici, stava una Vorta dalle profonde
>> occhiaie nere, che stava perorando la tesi opposta con un tono così
>> falsamente gentile da riuscire ad irritargli i nervi ancora più degli
>> accenti oltraggiati dei tre giudici. La donna si era presentata come
>> Conlan, e Shran l’aveva odiata a pelle, dal primo momento in cui
>> l’aveva vista. Aveva dovuto concentrarsi per non far trapelare la sua
>> avversione.
>> “Tuttavia – intervenne, suadente la Vorta – Se non erro, ci sono stati
>> delle precedenti occasioni in cui sono state accettate squadre anche a
>> termini di presentazione scaduti… Non è vero?”
>> Il secondo giudice – il romulano – borbottò qualcosa tra i denti che
>> assomigliava ad una ammissione. Il terzo giudice – rappresentante
>> della Federazione - lo fulminò con uno sguardo prima di rispondere:
>> “In un caso, si. Ma fu una unica eccezione alla regola, mai più
>> ripetuta”
>> “Il fatto che vi siano state eccezioni – chiedo scusa, una sola
>> eccezione – a mio parere vuol dire che la regola non è poi così
>> vincolante, non è vero?”
>> Il terzo giudice ebbe uno scatto:
>> “Non ci prendiamo in giro – disse l’umano – Termini di presentazione o
>> no, il fatto è che non possiamo accettare dei Jem'Hadar nei Giochi. Ne
>> andrebbe del fondamento stesso della competizione: sportività ed
>> eguaglianza di trattamento!”
>> “Non capisco dove sia il problema” – rimarcò la Vorta.
>> “Quello che il mio collega stava cercando di dire – intervenne il
>> primo giudice – E’ che una delle regole fondamentali dei Giochi è che
>> non possono essere prese sostanze di qualunque genere per migliorare
>> le prestazioni. I Jem'Hadar sono notoriamente programmati per essere
>> dipendenti da una sostanza vietata in tutto il territorio delle
>> nazioni partecipanti. Non possiamo accettare che gareggino dei ragazzi
>> che prendono il ketracel bianco.” - il klingon terminò le parole con
>> un disgusto che gli fece snudare i denti.
>> “Proprio così – confermò l’umano, sporgendo in avanti il mento – Noi
>> insistiamo molto con i nostri ragazzi che devono competere
>> correttamente, senza far ricorso a sostanze che alterino le loro
>> prestazioni. Con che faccia andremmo da loro, se accettassimo atleti
>> dipendenti dal ketracel al punto da essere incapaci di gareggiare, o
>> perfino di vivere, se ne fossero privati?”
>> Le sopracciglia della Vorta ebbero una lieve contrazione di
>> disappunto:
>> “Dunque è il ketracel il problema? Potrei contestare il fatto.
>> Dopotutto, anche i vostri atleti dipendono da sostanze chimiche e
>> soffrirebbero molto se ne fossero privati a lungo… Solo che le
>> chiamate cibo”
>> “Il cibo non è una sostanza dopante!” - contestò il romulano.
>> “E sicuramente non è vietato dai nostri ordinamenti legali” -
>> sottolineò il federale.
>> “E’ solo una questione culturale – disse Conlan - Nella nostra
>> cultura, il ketracel è considerato un nutriente”
>> “Un...COSA?” - Il Klingon si rizzò in piedi, gonfiando il petto come
>> se stesse per esplodere – PER CHI CI HAI PRESO, DONNA?”
>> Shran temette per un istante che si stesse per scagliare contro la
>> Vorta. Si parò di fronte al Klingon:
>> “Sono sicuro che Conlan non aveva intenzione di mancare di rispetto
>> agli onorevoli giudici dei Giochi! Io credo che possiamo arrivare ad
>> una soluzione che non pregiudichi l’onore di nessuno”
>> “Onore? Che cosa ne sa questa femmina dell’onore?” - Il klingon snudò
>> i denti in direzione della Vorta, che replicò:
>> “Onore forse no. Ma sono abbastanza sicura di riconoscere la paura
>> quando la vedo”
>> Gli altri giudici si erano alzati in piedi. Il romulano afferrò il
>> braccio del klingon, quasi a volergli impedire di massacrare la donna
>> all’istante:
>> “PAURA IO? Come osa questa...”
>> “Si, paura: paura che i nostri Jem’Hadar usciti dall’incubatrice da
>> meno di tre giorni si rivelino così forti, così potenti nei confronti
>> dei vostri atleti da farli sfigurare di fronte a tutto il Quadrante
>> Gamma!”
>> “SIGNORI!” - urlò Shran. I giudici e la Vorta lo fissarono. Il Klingon
>> come se stesse per snudare un pugnale, il romulano con sorpresa, il
>> federale con terrore, la Vorta come se d’improvviso si fosse
>> trasformato in un insetto. Almeno aveva la loro attenzione, pensò
>> Shran. Adesso, doveva convincerli a non ammazzarsi a vicenda.
>> “Il nodo della questione è: che cosa è il ketracel bianco e se
>> comporta un ingiusto vantaggio a favore dei Jem'Hadar. - Alzò la mano,
>> per prevenire l’obiezione del federale – Lo so che è vietata nella
>> Federazione Unita dei Pianeti, ma ci sono esempi nella storia di
>> sostanze intossicanti che tuttavia sono accettate dalle varie culture.
>> L’alcool, tanto per fare un esempio: ne è vietato il consumo in alcune
>> culture e normalissimo in altre, la mia compresa.” - Colse un lampo di
>> compassione sul volto del romulano, che poi con la coda dell’occhio
>> sbirciò l’espressione del klingon e poi del federale. Shran si stava
>> arrampicando sugli specchi per non causare un incidente diplomatico
>> che poteva avere conseguenze devastanti, ed il romulano era stato il
>> primo a capirlo.
>> “Propongo quindi che oggi stesso si faccia una commissione che decida
>> sul punto. I Vorta – Shran piegò leggermente le antenne verso la donna
>> – e gli onorevoli giudici della competizione porteranno nella
>> commissione le loro argomentazioni”
>> “E chi dovrebbe decidere? - domandò Conlan, inarcando le sopracciglia
>> - Lei?”
>> “No, non io – per mia fortuna, ebbe il tempo di pensare – Come sapete,
>> c’è stato un incidente alla Base che ha coinvolto un cargo Ferengi, e
>> sarò impegnato con l’inchiesta assieme al mio ufficiale scientifico,
>> ma i Giochi si tengono comunque su una Base della Flotta Stellare. Il
>> punto in discussione richiede una competenza medica, quindi a
>> giudicare dovranno essere gli ufficiali medici capi. La commissione
>> sarà presieduta dall’ufficiale medico capo della Base Stellare 16
>> Gamma, dottor Sonx. E tutti i presenti saranno tenuti ad osservarne le
>> decisioni, qualunque esse siano” -
>> Il dottor Sonx non me ne sarà affatto grato, pensò Shran. Per uno
>> scherzo del genere potrebbe chiedere il trasferimento o perfino dare
>> le dimissioni, ma non posso fare altrimenti. Lanciò un’occhiata alla
>> Vorta, che pareva soppesare gli uomini in piedi alla sua sinistra.
>> “Mi sta bene”– disse infine Conlan.
>>
>> Base stellare 16 Gamma
>> Attracco 1
>>
>> L’atmosfera all’attracco 1, dove sarebbe dovuta approdare la nave
>> ferengi, era frenetica. Gruppi compositi di varie razze si accalcavano
>> di fronte ai monitor che segnalavano notizie più o meno certe sui
>> feriti e sui dispersi. I gruppi si riunivano scambiandosi domande, si
>> scioglievano passando da un monitor all’altro, nella speranza di
>> trovare una notizia in più o un nome in più sulla prossima schermata.
>> Qualcuno gridava, qualcuno protestava, ma non sembrava ci fosse
>> bisogno di più agenti della sicurezza. C’era dolore e incertezza nei
>> volti che gli stavano intorno, non rabbia. Quella, pensò Ramar
>> Roberts, probabilmente sarebbe arrivata più tardi. Rimpianse che al
>> consigliere della Base fosse stata l’autorizzazione a partire prima
>> dell’arrivo del suo rimpiazzo. Il rapporto preliminare diceva che sul
>> cargo Ferengi distrutto c’erano anche parecchi passeggeri, fra i quali
>> genitori e parenti di alcuni atleti e personale vario di servizio ai
>> Giochi che non era riuscito a trovare posto sulle navi ufficiali.
>> Tanta gente avrebbe avuto bisogno di assistenza psicologica.
>> Non si vedevano i feriti, che dovevano essere stati teletrasportati
>> direttamente nell’infermeria della Base. Un gruppo si accalcava
>> intorno ad una giovane donna betazoide in lacrime. Un agente della
>> sicurezza fendette la folla per raggiungerla, la sorresse con un
>> braccio e premette il comunicatore chiedendo il teletrasporto
>> d’emergenza. Tutto il dolore lì intorno doveva essere soverchiante per
>> una telepate, pensò Ramar Roberts guardandola svanire.
>> Sul suo Dipad pulsavano le stesse notizie che comparivano sui monitor,
>> con solo qualche istante di differenza. Avvertì il calore di uno
>> sguardo e si girò. Alle sue spalle era comparso un giovane romulano
>> dal volto bruno:
>> “Lei è un ufficiale superiore, lo vedo dalla divisa… - disse il
>> ragazzo – Ha qualche notizia in più?”
>> “No, mi dispiace. I rapporti sono solo in fase preliminare. Non
>> sappiamo ancora niente sulle cause del disastro.”
>> “Ma come può una nave esplodere a quel modo?”
>> “E’ ancora presto per fare qualunque ipotesi.”
>> L'angoscia che si vedeva sul volto del ragazzo gli fece pena:
>> “C’era qualcuno della sua famiglia, a bordo di quella nave?”
>> Il ragazzo si irrigidì:
>> “No. Nessuno. E’ solo… Curiosità, la mia”
>> Il bajoriano non gli credette. Non bisognava essere betazoide per
>> capire che tutto in quel ragazzo sapeva di disperazione. Si chiese per
>> quale motivo stesse mentendo.
>> “Come ho detto, i rapporti sono solo preliminari. I tecnici della mia
>> squadra non hanno ancora recuperato il relitto, ma per il momento
>> dobbiamo occuparci dei feriti e fare l’elenco dei dispersi. Ci sono
>> tante persone ancora da identificare, ma presto i loro nomi saranno su
>> quei monitor” - accennò agli schermi di fronte ai quali era accalcata
>> la folla – Come ti chiami?”
>> “Non importa… Chiedo scusa, non dovevo importunarla. Buona giornata”
>> L’ufficiale scientifico vide il ragazzo allontanarsi in mezzo alla
>> folla.
>> Alle sue spalle comparve Tara Keane:
>> “Cosa stai facendo? - la donna seguì il suo sguardo – Che ha quel
>> romulano di tanto interessante?”
>> “Non ne sono sicuro...” - disse Ramar Roberts.
>>
>> Il ragazzo si allontanò, sentendo sulla nuca il calore pesante dello
>> sguardo del bajoriano. Sapeva di aver fatto un errore ad abbordare
>> l’ufficiale della Flotta Stellare, ma non aveva potuto fare a meno di
>> fare domande. Dentro di sé bruciava dal desiderio di urlare, di fare
>> qualsiasi cosa pur di non rimanere fermo, inutile, ad aspettare… Cosa?
>> La nave che doveva portare lui… e lei, soprattutto lei, lontano per
>> costruire una nuova vita in due, era saltata in aria. La sua famiglia
>> si sarebbe accorta molto presto del furto dei cristalli di dilitio
>> grezzi con cui Jo avrebbe dovuto pagare il loro viaggio ed il loro
>> futuro insieme. E avrebbero capito che era stato lui a prenderli. Non
>> poteva più tornare indietro, e non poteva aspettare che il furto fosse
>> scoperto. Doveva fuggire, anzi: dovevano fuggire… Anche se adesso non
>> sapeva più come.
>> Kimmar, pensò. Kimmar. Quel Ferengi gli doveva una spiegazione. E una
>> nave.
>>
>> ----------------------------------
>> FINE TRASMISSIONE
>> ---------------------------------
>>
>> Ciao! ;-D
>> Elena
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Ciao
Fabio
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Alessandro Riccardi
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