[Stml21] [T'Lani - 20.04] - Blow Out

Monica Miodini hannadegliiapigi a hotmail.it
Mar 8 Maggio 2018 21:10:17 CEST


Elena mia cara davvero un bel pezzo e fantastici i riferimenti  !

Monica

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Sent: Tuesday, May 8, 2018 12:36:22 AM
To: Deep Space 16 Gamma
Subject: [Stml21] [T'Lani - 20.04] - Blow Out

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INIZIO TRASMISSIONE
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Deep Space 16 Gamma
Studio del capitano -
18/03/2398 - Ore 14:45


Il capitano Riccardi sospirò, andando a sedersi sulla poltrona del suo
studio. Presto l’ammiragliato lo avrebbe contattato per avere un
rapporto sul fenomeno cui avevano assistito sulla Base Stellare 16
Gamma. Questo non sarebbe stato un problema, se si fossero limitati a
chiedere che lui descrivesse i fatti puri e semplici. In data stellare
tale, alle ore tali, la Base Stellare era stata investita da una
radiazione elettromagnetica di tipo luminoso di natura e provenienza
sconosciuta. Alcuni individui avevano apparentemente riportato
limitate conseguenze neurologiche. E un antico cristallo aveva
improvvisamente iniziato a brillare nella bottega di un’antiquaria.
Riccardi scosse la testa.  Le sue dita tamburellarono sulla tastiera
del computer, cercando di mettere in parole quella sensazione, ma il
cursore rimaneva ostinatamente sullo stesso punto.
=^= Comandante Rogers a capitano Riccardi =^=
Premette il comunicatore:
“Qui Riccardi. Che c’è comandante?”
=^= Sono in sala comando. Può raggiungermi, per favore? Ho una cosa da
mostrarle =^=
“Arrivo”
Chiuse il monitor con un colpo secco, quindi si diresse alla sala
comando.
  Si accorse che il personale della sala era tutto raccolto di fronte
al monitor del comandante Rogers. L’uomo era circondato da ogni parte,
con alcuni membri di equipaggio che allungavano il collo per guardare
meglio. Si avvicinò.
“Cosa c’è di tanto interessante?” - domandò, a voce alta. Ci fu un
momento di confusione, in cui gli ufficiali di plancia si dispersero
tornando di corsa verso le loro postazioni.
“E’ riuscito a scoprire che cosa è successo ieri, comandante?”
Ramar Rogers si girò appena:
“No. Ma ho scoperto qualcosa” - disse, premendo un pulsante sulla
consolle. Sul monitor della sua consolle iniziarono a scorrere delle
immagini.
“E’ da ieri che cerco una spiegazione al fenomeno… - iniziò il primo
ufficiale - I sensori della Base non hanno registrato nulla di
rilevante. Il tunnel spaziale era chiuso e tutto era tranquillo sia
prima che dopo. Nessuna nave in arrivo. Allora ho pensato che forse
quella luce potesse avere una fonte non esterna, ma interna alla Base,
e mi sono fatto spedire dalla Sicurezza le registrazioni delle
olocamere del circuito di sorveglianza”
“E cosa ha trovato?”
“Guardi”-
Riccardi fissò il monitor, senza capire. Riconobbe la sala comando il
giorno prima. Uomini e donne si muovevano a ritroso attorno ai
computer e alle postazioni della sala, mentre il contatore risaliva
rapidamente verso le ventuno e diciotto. Riconobbe sé stesso, con la
giacca dello smoking sbottonata, che conversava con lo stesso Ramar,
che aiutava Shran ad alzarsi e poi tornava verso il primo ufficiale,
marciando all’indietro. L’effetto era piuttosto comico, pensò
Riccardi, senza sorridere.
Ventuno e venti. Ramar rallentò la velocità delle immagini.
Ventuno e diciotto.
Il monitor si riempì di una luce fortissima. Istintivamente Riccardi
distolse lo sguardo, proteggendosi gli occhi con il dorso delle mani.
“Mi vuol dire semplicemente che cosa ha trovato, senza accecarmi!”
“Chiedo scusa – disse l’ufficiale – Le ho fatto prima vedere le
immagini che ho ricevuto, non filtrate. Ma adesso inserisco i filtri”
- promise, e manovrò sulla sua consolle.
La luminosità si abbassò gradatamente. Quello che appariva come un
bianco pieno e puro iniziò a riempirsi di linee e di ombre che si
consolidavano in forme. L’immagine ferma alle 21 e 18 cominciò ad
assomigliare ad una antica fotografia terrestre. Gli uomini e le donne
della plancia apparivano congelati in pose assurde. Alcuni avevano le
mani sugli occhi. Lui si era voltato verso il turboascensore, con il
volto nascosto nel cavo del braccio.
Riccardi si stava spazientendo.
“E allora?”
“Non l’ho notato neanche io, all’inizio.” - disse, puntando un dito
sul monitor – Sono io, quello lì, vede capitano?”
Il capitano si concentrò sulla figura dell’ufficiale. Sbatté le
palpebre:
“Che filtri ha usato?” - domandò.
“Non sono i filtri ad alterare il colore, capitano, glielo posso
assicurare – disse Ramar – In quel momento e solo in quel momento, la
mia uniforme è blu...”



Deep Space 16 Gamma –
Passeggiata -
18/03/2398 - Ore 15:00


La passeggiata si stava riempiendo di persone che uscivano dai
ristoranti per rifluire verso la vetrata o verso la zona delle
botteghe. Durani si rese conto, passando vicino a vari gruppi, che il
fenomeno del giorno prima era ancora la notizia più discussa e che il
capitano avrebbe dovuto presto emanare un comunicato ufficiale, se non
voleva che le tesi più fantasiose o complottistiche finissero con
l’affermarsi come verità di fede presso tutte le comunità della Base.
Si fermò davanti al chiosco di dolci cardassiani. Aveva saltato il
pranzo per andare all’appuntamento con Rogal.
Sorrise tra sé. Ne era valsa la pena. E poi, era sicura di aver
consumato abbastanza calorie da potersi permettere il dolce…
C’era un bajoriano di fronte alla cassa del chiosco. Aveva pieghe
profonde ai lati di una bocca carnosa. I capelli erano scuri e folti,
lasciati piuttosto lunghi sul collo. Portava un coltello alla cintura
ed il suo orecchino era particolarmente grosso e vistoso. Le ricordava
qualcosa che aveva letto, a proposito di una gang di ragazzi di Bajor,
abbandonati o orfani della guerra contro i cardassiani che ad un certo
punto si erano messi a fare aggressioni e rapine. Ma soprattutto,
corrispondeva esattamente alla descrizione che le aveva appena fatto
Rogal, a proposito del bajoriano che aveva venduto un oggetto dalle
strane caratteristiche all’ambasciatrice klingon.
L’uomo prese il suo dolce, pagò, e si allontanò dal chiosco,
camminando con fare distratto in direzione della grande vetrata sullo
spazio.
Durani lo seguì, dimenticandosi di avere appetito.
L’uomo consumava il suo dolce senza badare alle gocce sciolte che
iniziavano a macchiargli il mento e il davanti della casacca. La
consigliera si accorse che, fingendo noncuranza, il bajoriano in
realtà guardava con molta attenzione verso le postazioni della
sicurezza e aveva cura di girare sempre le spalle agli obiettivi delle
olocamere di sorveglianza.
L’uomo si appoggiò alla balaustra sulla vetrata. Un secondo uomo, un
umano alto con i capelli bianchi raccolti in una coda si appoggiò a
sua volta alla balaustra, non lontano dall’altro, in una maniera
troppo apparentemente casuale per esserlo davvero.
I due scambiarono delle parole, a voce bassa, senza mai guardarsi
negli occhi, quindi si staccarono contemporaneamente dalla visione
dello spazio e si allontanarono in due direzioni diverse.
Durani esitò solo un istante prima di decidere chi seguire.


Deep Space 16 Gamma –
Laboratorio dell’ufficiale scientifico -
18/03/2398 - Ore 15:00

Shran depositò con delicatezza l’involto di lana pesante che copriva
il cristallo sul bancone del laboratorio. Alle sue spalle, l’anziana
commerciante vulcaniana seguiva tutti i suoi movimenti con espressione
indecifrabile. Aveva forse paura che lui lo danneggiasse? Se non
avesse voluto che fossero fatti controlli su quell’oggetto, non
avrebbe dovuto richiamare su questo l’attenzione del capitano…
Si schiarì la voce:
“Da quanto tempo quest’affare è nella sua bottega?” - domandò.
“Quell’affare è un cristallo silente. Che io sappia, ne esistono solo
due nella Galassia, e per rispondere alla sua domanda: è in mio
possesso da molti anni. Ricorda Kodos, il governatore di Tarsus IV?”
Shran drizzò le antenne.
“Il macellaio di Tarsus IV, vorrà dire! - esclamò – Ma è stato almeno
ottant’anni fa!”
T’Lani chinò il capo, assentendo:
“Adesso è solo un paragrafo sanguinoso – uno dei tanti - nei libri di
storia della Federazione. Quando la Flotta Stellare intervenne su
Tarsus IV, Kodos riuscì a scappare insieme ad una delle sue figlie,
l’unica che fosse ancora viva dopo i massacri. Fu preso solo qualche
anno dopo. Per sopravvivere durante la latitanza, la figlia vendette
piano piano alcuni dei beni che Kodos aveva razziato agli sventurati
abitanti del pianeta. Io li ho incontrati allora… Lui si faceva
passare per un ex attore. Sosteneva che il cristallo gli era stato
donato. Allora ero giovane e ingenua… - un tenue sorriso le increspò
le labbra - Ma non gli credetti lo stesso, anche se non sapevo chi
fosse.”
“Gli abitanti di Tarsus non hanno rivendicato il cristallo?”
“Dopo tanti anni e tanti morti? No. Nessuno è mai venuto a bussare
alla mia bottega per rivendicarlo. Non posso escludere che qualcuno lo
faccia prima o poi, ma come ha detto lei, sono passati più di ottanta
anni da allora. Del resto, non faceva realmente parte della cultura
locale. Secondo alcuni  testi che ho potuto consultare, il cristallo
era stato abbandonato su Tarsus IV da viaggiatori di altri mondi. Non
ho idea di chi fossero. Posso solo dire che l’unico altro cristallo
uguale a questo di cui sono a conoscenza si trovava in un tempio di
Bajor, fino a quando il pianeta non fu occupato dai cardassiani. Poi,
se ne è perduta traccia”
Era il momento di iniziare le sue analisi, pensò Shran. Prese da un
cassetto degli occhiali protettivi, e ne regolò il filtro. Porse un
secondo paio a T’Lani, che scosse la testa:
“I vulcaniani sono assuefatti alla luce forte”
“Come vuole” - scrollò le spalle Shran, e sciolse l’involucro.


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FINE TRASMISSIONE
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Non mi bastavano i riferimenti a TOS che sono stati inseriti nel brano
precedente ^_________^, così ho messo Kodos, governatore di Tarsus IV,
prendendolo  dall'episodio di TOS  "La magnificenza del re".
Il titolo invece richiama il film di Brian De Palma con lo stesso
nome.

Ciao! ;-D
Elena
--
"Ambasciatrice T'Lani" - Deep Space 16 Gamma
ICQ 33856678
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