[Stml21] 21.04 - Durani - Parentele

Vanessa Marchetti hazyel91 a gmail.com
Sab 5 Gen 2019 18:48:52 CET


DS16 Gamma
Ufficio Capo OPS
31 ottobre 2398 - ore 08.44
L’intera squadra scientifica guidata da Ramar Roberts era all’opera per comprendere le cause della deflagrazione avvenuta a bordo del trasporto Ferengi K'gar.
Si stava ancora ricercando la scatola nera per le registrazioni di volo, ma, nel frattempo, si tentava di ricostruire, olograficamente e fisicamente, la struttura del cargo per poter studiare appieno le cause scatenanti del disastro.. fossero esse dovute ad un guasto improvviso oppure a qualche evento colposo o doloso.
Il Ferengi Kimmar, armatore e proprietario del K’gar, era palesemente agitato, ma cercava di non darlo a vedere eccessivamente. Secondo Riccardi, che lo conosceva da più tempo, ciò voleva dire che a bordo del cargo c’era sicuramente qualcosa di valore, ma di provenienza molto probabilmente illegale.. merci di contrabbando o peggio.
Kimmar non poteva, pertanto, sbraitare troppo, rischiando di attirare l’attenzione; cercava, bensì, di mantenere un basso profilo, ma i suoi occhietti vispi vagavano qua e là alla ricerca di possibili indizi. 
Presumibilmente voleva solo rassicurazioni sul fatto che si fosse trattato di un mero incidente, ma la sua mente aveva già elaborato la possibilità che si trattasse di sabotaggio e voleva verificare di persona la situazione.
Era stato allontanato più di una volta oltre il perimetro di sicurezza, ma si era messo talmente tanto ad urlare che era stato convenuto, fra i Comandanti Drillush e Riccardi, che potesse rimanere in zona, ma al di fuori dall’area rossa delle indagini.
Per controllarne le mosse gli era stato messo alle calcagna un Tellarite, della sezione Tattica di Durani, dal carattere impossibile, scontroso come pochi, ma estremamente acuto ed attento sotto la pelliccia, oltre che dotato di un’ottima propensione alle conoscenze ingegneristiche.
Qualunque cosa fuori posto nel comportamento del Ferengi, il Tellarite se ne sarebbe accorto ed avrebbe anche potuto identificarne la causa scatenante.
Inoltre, la sua presenza permetteva alle squadre scientifiche di poter lavorare tranquillamente.
Dal canto suo, pur coordinando attentamente le attività dei suoi uomini, al Comandante Roberts continuava a balenare in testa l’immagine di quel giovane Romulano, così terribilmente affranto da quell’esplosione. 
Come un rovello continuo, quella figura riappariva nelle sue elucubrazioni mentali, come se avesse notato qualcosa fra le prove esaminate e non riuscisse a mettere pienamente a fuoco la correlazione fra quel qualcosa ed il poco più che adolescente atleta.

DS16 Gamma
Ufficio Capo OPS
31 ottobre 2398 - ore 09.12
L’esplosione del trasporto Ferengi K'gar aveva obbligato la sezione operazioni, guidata dal Comandante Keane, a prendere una decisione, in un certo senso, sofferta, ma, allo stesso tempo, molto gradita ai colleghi della sicurezza, ossia destinare i quattro grandi dischi d’attracco alle altrettante potenziali squadre partecipanti ai Giochi della Gioventù.
Ciò voleva dire maggior consumo energetico, maggiore dispersione di forze e di personale, possibili sovraccarichi ai generatori principali e secondari della base, dovendo attrezzare, e mantenere in funzione, quattro enormi aree d’allenamento, con supporti olografici estremamente precisi per consentire la possibilità di un’identica preparazione per tutte le squadre in gioco.
L’area d’attracco A sarebbe rimasta a disposizione della Federazione e delle eventuali navi in transito. 
La scelta era stata praticamente obbligata avendo, in precedenza, spostato il rottame del cargo Ferengi in quell’area per sottoporlo alle indagini del caso guidate dal Comandante Roberts.
La stiva principale dell’attracco, propria nel nucleo centrale del disco stesso, era stata riconvertita a sala d’addestramento olografica. Le aree laterali erano state riconvertite a spogliatoi, aree massaggi e tutto ciò che poteva essere utile agli atleti federali.
Il dispendio energetico per mantenere uno standard ottimale a tutti questi servizi era indubbiamente già di per sé notevole, lo diventava ancora ancor di più dovendolo poi ripetere per altre tre volte. 
Il Comandante Keane, inoltre, aveva dovuto allestire anche quattro centri di controllo olografici di supporto, con personale dedicato, riformulando turni, permessi, congedi e ferie. 
Il tutto in pochissimo tempo: una faticaccia infinita che l’aveva resa iperattiva, ma combattiva.. era una sfida con sé stessa e con le proprie abilità da vincere a tutti i costi col miglior risultato possibile. 
Certo, Tara aveva dovuto rinunciare a vedersi con regolarità con il suo amato Rogal, ma l’Ambasciatore Klingon sapeva benissimo che si sarebbero rifatti una volta che tutta quella baraonda fosse finalmente finita. 
Nonostante tutti i sacrifici, si poteva dichiarare ugualmente soddisfatta: era riuscita a riprodurre varie discipline dell'atletica leggera: velocità, mezzofondo, salto in alto, salto in lungo, lancio del peso ed anche aree per gli sport di gruppo, scelti per quell’anno, ossia rugby per i Federali ed un paio di giochi dai nomi impronunciabili per le altre due civiltà in gara, Klingon e Romulani. 
La presenza dei Jem’Hadar era stata un’incognita fin dalla loro prima apparizione, ma, nel caso, si sarebbero dovuti accontentare di ciò che era stato approntato.
Per fortuna, il destino su una loro possibile partecipazione non era nelle sue mani, non era una cosa cui avrebbe dovuto pensarci lei; sul volto di Tara comparve sorrisetto ironico pensando all’espressione furiosa del dottor Sonx.
Dopo qualche istante, scacciando quell’immagine dalla sua mente, decise che era opportuno fare una panoramica sulle quattro Aree di Allenamento, prima di recarsi dai suoi uomini per il briefing della situazione e, successivamente, di andare a visionare personalmente, assieme all’Ambasciatore Dothrak, la preparazione degli atleti del proprio popolo.
Tara diede quindi ordine al computer della base di connettere il primo schermo della sua consolle all’Area di Allenamento A, dedicata alla squadra federale.
L’allenatore in capo era niente di meno che Saadrig Tirros, un Trill decisamente in forma, alto e prestante, dalla battuta pronta e dalla voce tonante, ma dotato di un carattere bizzoso, impulsivo e, talvolta, decisamente un po’ troppo irritabile. 
Era stato pluricampione in attività e, una volta conclusa la carriera agonistica, si era dato all’allenamento, con risultati altalenanti, ma la sua buona stella gli aveva regalato più successi che sconfitte anche nella sua nuova professione. 
La sua vice era una Vulcaniana allampanata di nome T’Mel: tanto il primo era impulsivo, quanto la seconda riflessiva. Cosa ovvia per una Vulcaniana, ma faceva da giusto contraltare al Trill, permettendogli di prendere decisioni migliori. Insieme gestivano un team multirazziale di istruttori chiamati a motivare e preparare un centinaio di ragazze e ragazzi dai quattordici ai vent’anni.
Il vociare e l’eccitazione era ai massimi livelli in una cacofonia di accenti ed esclamazioni tremenda: gli allenamenti non erano ancora iniziati e quindi vi era un rincorrersi di richiami, urla ed esaltazioni tipiche degli adolescenti.
Avuta conferma dalla squadra operazioni a supporto dell’area A che tutto era in ordine, il Comandante Keane ordinò al computer della base di chiudere il loro audio, pur mantenendo attiva l’immagine video sul terminale, e di mandare sul secondo schermo le registrazioni ambientali, in tempo reale, di quanto stava accadendo nell’area di allenamento B, ossia quella destinata ai Romulani. 
La loro allenatrice in capo si chiamava Thureena, ed era, inaspettatamente, molto giovane e procace. 
Ciò nonostante, non v’era istruttore maschio del suo seguito, ed erano solo ed esclusivamente maschi, che non la rispettasse decisamente alla lettera. 
Dovunque lei passava, calava immediatamente il silenzio. 
L’euforia, che regnava sovrana anche nel campo Romulano, si spegneva, quasi d’incanto, al suo incedere, per poi riaccendersi come un incendio mai domato una volta che lei si era allontanata.
A Tara quella donna non piaceva.. beh.. veramente non le piaceva nemmeno il Trill alla guida della delegazione sportiva federale, ma quella Thureena aveva un non so ché di minaccioso. 
Persino l’ambasciatore Romulano Lamax pareva non sopportarla. 
E, a Tara, Lamax decisamente piaceva come persona. Saranno stati i suoi trascorsi sul pianeta natale Klingon, ma quel Romulano aveva un senso dell’onore molto simile a quello del suo popolo.
Non piacendo a Lamax, quindi, come associazione di idee, Thureena era risultata anche a lei, a pelle, del tutto indigesta.
Dopo aver verificato coi suoi uomini la piena funzionalità della zona d’allenamento Romulana, Tara, come già fatto in precedenza, ordinò al computer di chiudere il collegamento audio con la stessa, pur mantenendo attiva la trasmissione video, e di attivare il collegamento con l’area d’allenamento C destinata ai Klingon. 
Una volta aperto l’audio, per quanto se lo aspettasse, Tara dovette chiedere al computer di bordo di prendere dovute contromisure per l’enormità vocale che proveniva dagli altoparlanti. 
Urla, imprecazioni, esclamazioni, incitamenti erano vocalizzati ad altissimo volume in un baccano assolutamente infernale. 
Tara sorrise della situazione e sorrise ancor di più scorgendo la sagoma della nipote Mara. Difficile, d’altronde, non notarla in quanto salutava palesemente ogni telecamera di controllo, nemmeno fosse in un programma olovisivo.
Mara era sempre stata una ragazzina molto curiosa, esuberante, tenace, ma anche sciocchina.
Come diceva sempre suo padre, il fratello minore di Tara, Mara doveva ancora assaporare sulla sua pelle gli aspetti più negativi della vita, permettendole di formarsi un carattere più equilibrato.  
Più tardi sarebbe andata volentieri a trovare la nipote, utilizzando come scusa la necessità di andare a fare da Cicerone all’Ambasciatore Dothrak per assistere ad uno degli allenamenti.
Il Capo allenatore delle squadre sportive Klingon era un vecchio di nome Kresha: non aveva più un pelo del corpo che non fosse brizzolato o bianco e sembrava incapace di alzare il timbro di voce più del normale, eppure era ubbidito, venerato e rispettato da tutti. 
Pur non avendo mai gareggiato, ma era sempre stato un allenatore formidabile ed aveva formato quasi personalmente tutti gli istruttori che ora stavano seguendo i giovani atleti.
A Tara Kresha era simpatico.. sarà stato il legame razziale, sarà stato l’aspetto mansueto, ma onorevole del vecchio Klingon, ma le infondeva fiducia e tranquillità.
Dopo qualche minuto di osservazione curiosa dei propri simili, in cui ebbe conferma dai suoi uomini che tutto procedeva per il meglio, Tara indugiò a lungo prima di sospirare e dedicarsi all’area D, destinata, nemmeno a dirlo al Dominio. 
Era una cosa di cui avrebbe fatto volentieri a meno, tuttavia, non poteva esimersi di verificare la conformità di quell’area di allenamento.
Qui il silenzio regnava sovrano: tutti i Jem’Hadar sembravano quasi marionette nelle mani di quella Vorta.
Conlan, all’apparenza così cortese, faceva tutto lei, portavoce, medico, allenatrice. 
Anche in quel momento era al centro dell’attenzione.
Senza attendere conferma positiva da parte dei suoi uomini, Tara non poté fare altro che chiudere la trasmissione disgustata.

DS16 Gamma
Ufficio Capo SEC
31 ottobre 2398 - ore 09.25
Sebbene l’esplosione della nave Ferengi fosse una cosa deplorevole e deprecabile, visto il numero dei feriti e purtroppo le vittime, l’accadimento, avvenuto prima che il cargo toccasse la stazione, era di competenza del Tenente Durani e per il Comandante Riccardi era già di per sé una buona notizia. 
Più tempo la collega Klingon passava nell’area d’attracco A, in mezzo a personale Federale, e meno lui avrebbe dovuto occuparsi di lei, distaccando uomini per la sua sicurezza. 
L’arrivo di circa duecento Klingon, infatti, fra il centinaio di atleti ed altrettanti accompagnatori, era sicuramente fonte di possibili e problematiche vista la non facile situazione del Casato di Durani presso l’Impero.
Inoltre, la decisione del Comandante Keane, supportata in toto dal Capitano Shran, di dividere la stazione in quattro aree distinte era forse una delle notizie più gradite in assoluto ad Alessandro, seppur non lo desse a vedere.
Era decisamente più facile gestire l’incolumità di atleti, accompagnatori, semplici avventori della stazione se venivano limitate le occasioni per incontrarsi, o, per meglio dire, di scontrarsi.
Ciò andava sicuramente contro le intenzioni originarie e fondanti dei Giochi della Gioventù, ossia quelle di permettere ai futuri adulti di conoscere e rispettare culture differenti dalla propria, intraprendere legami di amicizia e fratellanza come solo possono nascere attraverso le pratiche sportive, condite, ovviamente, dal giusto livello di competitività ed agonismo.
Riccardi, però, non poteva permettersi il lusso di pensare anche a quello: ogni edizione dei Giochi portava infatti già con sé difficoltà organizzative e problematiche di vario tipo e quella del 2398 non ne era affatto esente.
L’Ammiragliato aveva optato per DS16 Gamma come territorio ideale per quell’edizione? 
Benissimo, avrebbero accettato ogni decisione che il responsabile della sicurezza di quella base avesse preso per garantire l’incolumità di tutti i partecipanti. 
Tutte le sue squadre erano all’opera, aveva chiesto al Tenente Durani anche parte dei suoi uomini così come ad ogni capo sezione delle navi federali attraccate alla base. 
Appartenenti alla Flotta Stellare v’erano giusto un paio di navi, mentre il resto erano trasporti o navi civili.
Tuttavia, Riccardi era riuscito ad aumentare i suoi effettivi di circa una sessantina di elementi, senza contare gli uomini della sezione tattica di Durani.
Le varie ambasciate presenti sulla stazione avevano potenziato i loro sistemi di controllo e difesa e ciò gli aveva permesso di concentrare i suoi uomini in aree strategiche per evitare ogni qualsivoglia tipo di disordini.
Inoltre, avrebbe tenuto d’occhio Kimmar ed i suoi sodali.. ci sarebbe stata la solita rete di scommesse clandestine così come pure un aumento esponenziale del contrabbando ed una serie di attività secondarie che non poteva far finta di non vedere. 
Per questi motivi, aveva allertato tutti i suoi contatti ed informatori oltre ad aver adibito all’uopo diverse squadre pronte ad intervenire. 

DS16 Gamma
Infermieria
31 ottobre 2398 - ore 10.36
Il Dottor Sonx aveva perso del tutto la voglia di chiacchierare, cosa strana per un Denobulano, e di essere positivo: ce l’aveva col Capitano Shran per averlo messo in un guaio di difficile risoluzione: come poteva, da un punto di vista puramente medico, non dichiarare che l’uso del ketracel bianco era evidentemente dopante a favore dei Jem’ Hadar?
L’argomentazione della Vorta Conlan su un paragone fra ketracel e cibarie di vario tipo lasciava il tempo che trovava, sebbene avesse anche qualche correlazione logica. 
I medici Klingon, se così si potevano definire, si erano dichiarati fortemente contrari alla partecipazione dei Jem’Hadar, parlando di onore, di lotta alla pari, sfoderando nozioni di prestanza fisica, di coraggio, di rispetto e ben poche argomentazioni sanitarie.
I dottori Romulani, pur essendo perfettamente allineati sulle posizioni degli omologhi Klingon, avevano portato, invece, alla sua attenzione, studi e nozioni che tendevano ad escludere la partecipazione dei Jem’Hadar, mostrando come fosse evidente che l’utilizzo del ketracel bianco potenziasse le loro facoltà, o, per lo meno, facesse sentire loro meno fatica, meno dolore e quindi più propensione ad oltrepassare i propri limiti, anche al costo della vita stessa.
Sullo stesso piano erano le considerazioni sue e dei suoi colleghi appartenenti alla Federazione.
Lo stallo non sarebbe mai stato superabile dal punto di vista prettamente medico, tuttavia, una flotta del Dominio era attraccata alla stazione, sulla piattaforma D, con tutte le intenzioni di partecipare a quei giochi della Gioventù.
Erano stati confinati là per evitare guai peggiori, o così gli era stato comunicato, ma a lui era evidente che bastava la Vorta di nome Conlan per creare inimicizie e polemiche.
Con quella voce sempre abbastanza calma, gentile, suadente, esprimeva concetti taglienti come lame con uno sguardo penetrante come un phaser. 
Era evidente che non avrebbe accettato un no come risposta. 
Qualunque soluzione lui avesse escogitato, occorreva che i Jem’Hadar partecipassero, ne era ben conscio.
Non sarebbe, però, rimasto un attimo di più su quella stazione. 
Finiti i giochi, finita la festa. 
“E’ evidente signori che tutti voi avete paura della nostra partecipazione..” 
La voce di Conlan risvegliò Sonx dai suoi pensieri, un attimo prima che un vociare convulso e rabbioso provenisse dai medici Klingon.. seguito a ruota da mormorii di disapprovazione di tutti i presenti.
Alla fine, il Denobulano prese la sua decisione: non sarebbe piaciuta a nessuno, a lui in primis, ma pazienza.. se ne sarebbe andato, tanto valeva sparare tutte le sue cartucce.
“I Jem’Hadar possono partecipare” 
Esordì con voce incerta per poi aumentare di intensità e volume per far fronte alle imprecazioni provenienti da più parti 
“Ad una condizione.. l’iridio bicantazina del Ketracel bianco sarà somministrato dal sottoscritto, o comunque sotto mio stretto controllo, in dosi che non risultino essere elevate, controproducenti e dopanti per gli atleti”
Un boato assordante riempì l’infermeria. 
Sonx dovette attendere dieci minuti buoni prima che la situazione si tranquillizzasse un minimo per continuare.
“Non è una soluzione onorevole, per molti di noi, lo so benissimo, ma sono sicuro che la prestanza fisica dei Klingon possa tranquillamente rivaleggiare con quella degli Jem’Hadar sottoposti a Ketracel Bianco, così come l’agilità, l’astuzia e le abilità di tutti gli atleti, essi siano Romulani o Federali, siano sufficienti per affrontare le gare con lealtà ed abnegazione.”
Il brusio di sottofondo rimase elevato, ma Sonx tirò dritto
“Quello che non accetterò, e qui mi rivolgo a lei Conlan, saranno atti di violenza da parte degli atleti della sua fazione. Chiunque si dovesse macchiare non di condotta antisportiva, che già è deplorevole di per sé, ma rientra, purtroppo, nell’agonismo, bensì di aggressività immotivata, di comportamenti violenti e pericolosi, verrà immediatamente espulso dalla gara cui sta partecipando, senza appello alcuno. Non solo, eventuali minacce a giudici o loro collaboratori in seguito a queste espulsioni, verranno considerati atti punibili con la reclusione immediata”
La Vorta sembrò riflettere qualche secondo prima di allargarsi in un sorriso sornione, che non fece altro che rinfocolare il brusio che stava scemando.
Sonx prese nuovamente la parola alzando il braccio destro come a richiamare un attimo di silenzio
“Ah dimenticavo.. questa commissione stabilirà, in base anche ai dati che lei stessa ci ha fornito, quale sia la dose di Ketracel bianco accettabile. Prima di ogni gara, controllerò o farò controllare ogni atleta della sua fazione.. chiunque, e dico chiunque, per qualsivoglia motivo, sforerà quel limite non potrà partecipare alla disciplina.. ciò per scongiurare ogni forma di concorrenza sleale.. ed è una condizione non suscettibile di trattabilità”
Il sorriso sul volto della Vorta si spense, fissò Sonx come se fosse diventato un fastidioso parassita sul suo cammino, ma alla fine acconsentì alla richiesta, scatenando gli applausi convinti da parte dei Klingon presenti in onore del Denobulano.

DS16 Gamma
Ambasciata Vulcaniana
31 ottobre 2398 - ore 11.02
“L’ambasciatore Dothrak si scusa, ma aveva promesso ai giovani atleti del nostro popolo la sua presenza ai loro allenamenti in mattinata. Col vostro permesso, rimarrò io, in sua vece, fino al suo arrivo”
“Molto bene onorevole Vorn.. prego si accomodi” la voce dell’ambasciatrice T’Lani appariva sincera, il vecchio Klingon era saggio e rispettabile, molto meno impetuoso del suo superiore.
Non di uguale avviso erano gli altri due diplomatici presenti: il legato Cardassiano Varen e l’ambasciatore Romulano Lamak K'Jad D'Kran.
Il primo era fortemente irritato dalla presenza della Vorta Conlan e dei Jem’Hadar nella stazione, il secondo, invece, pur rispettando Vorn, trovava poco onorevole che ad una convocazione di tal genere, Dothrak facesse lo sgarbo di non presentarsi per assistere a degli stupidi allenamenti.
Aveva vissuto abbastanza fra i Klingon per capire l’importanza che avrebbero dato a quei giochi, pur tuttavia, c’erano protocolli ed etichette di buone maniere da rispettare, cosa che, a quanto pare, Dothrak non aveva ancora imparato a gestire.
A quella riunione, come portavoce della Flotta Stellare, partecipava anche il Capitano Shran.
L’Andoriano detestava trovarsi lì.
Faceva buon viso a cattivo gioco, dispensando sorrisi e battute da perfetto anfitrione, ma avrebbe preferito affrontare un cubo Borg a mani nude piuttosto che doversi sorbire nuovamente discorsi pieni di niente. 
Aveva provato a portarsi dietro il Comandante Drillush, ma Claire era riuscita elegantemente a svicolare e lui non aveva insistito più di tanto. 
In fondo le aveva delegato, suo malgrado, l’intera gestione della base in quei giorni.
Lui era sempre occupato in questioni politiche, diplomatiche, in discussioni su cosa fosse più giusto ed opportuno fare o non fare, mentre la sua vice doveva gestire e coordinare quella marea di circa cinquecento o seicento persone aggiuntive sulla stazione. 
Non la invidiava, probabilmente anche lei avrebbe preferito combattere un cubo Borg a mani nude.
Fu in quel momento che Shran ripensò con rimpianto alla USS Marconi, alla bellezza del comandare una nave.. a viaggiare, lasciandosi alle spalle diplomazia e politica.

DS16 Gamma
Area d’allenamento C
31 ottobre 2398 - ore 11.22
“Per Kahless! Jul’eth guarda che bravo! E che bello!”
“Mara smettila di sbraitare, di chi parli?”
“Oh insomma sempre a pensare al tuo Jo! Ma guardati attorno no?”
“E che vedo? Molti nostri coetanei sembrano ancora cuccioli di targ..”
“Oh? Eh? Ma smettila anche tu!.. ci sono alcuni degli eredi delle più importanti Casate del nostro popolo qui.. e tu vivi nel tuo mondo di sogni.. dai muoviti”
“Io non sogno Mara, io amo Jo.. sei tu che sogni ad occhi aperti.. e parli.. anzi urli troppo!”
“Ma chi vuoi che mi senta! Ah ciao Zula, in bocca al targ per il lancio eh? Sì si ci vediamo dopo.. ma dove sei finita? Muoviti Jul’eth!”
“Si può sapere dove mi stai trascinando?”
“Uffa, muoviti e basta! Scusa.. sì ciao.. no, ma fai pure.. permesso.. sì grazie passiamo noi.. ohi attento con quel peso che ammazzi qualcuno.. permesso.. sì.. ok.. e levati.. ancora un attimo e.. ahio!!”
In una selva infernale, Mara era andata a sbattere contro un Klingon basso e tarchiato, con un volto all’apparenza innocuo, ma con occhi furbi e malevoli ed un ghigno poco raccomandabile. 
Non era un istruttore, non era un guerriero, portava una sorta di mantello blu cobalto che gli copriva gran parte del corpo conferendogli un’aurea di autorevolezza che altrimenti non avrebbe mai potuto emanare.
“Uhm chi abbiamo qui? Oh ma guarda la giovane rampolla della Casata VodleH!”
“Consigliere An’eth K’Ploct, scusi non l’avevo vista”
“Me ne sono accorto, dove correvi?”
“Ehm.. no nulla.. volevamo solo vedere alcuni.. ehm.. amici che gareggiano nel rugby.. sa quello sport Federale..”
“Ah.. capisco.. per quanto odi queste discipline sportive importate da altre culture, posso intuire il vostro interesse.. tuo e della mia giovane nipotina Jul’eth.”
“No zio.. io veramente”
“Oh smettila, non fare la timida.. so bene che ti piace qualcuno.. e non ci sarebbe nulla di male, ma sappi che il tuo legame di matrimonio avverrà quando io lo deciderò con la persona che sarà più utile alla nostra Casata”
“Mia madre..”
“Zitta Jul’eth.. tua madre ci ha disonorati! Il mio povero fratello non l’avrebbe mai dovuta sposare!”
“Ma si amavano!”
“L’amore? Oh già quella tua fissazione ridicola.. esiste solo la passione ed il sesso.. utile per riprodursi e dare eredi alla Casata.. io e tua zia non ci siamo mai amati, ma abbiamo avuto dei figli ugualmente.. che un giorno siederanno in Consiglio al mio posto.. e i figli dei loro figli.. l’amore può esistere solo per la propria Casata..”
“Ma zio..”
“Nessun ma.. rimani concentrata nei tuoi allenamenti.. bella come sei, in molti ti noteranno e qua deciderò a chi mandarti in moglie.. qualcuno a cui la nostra alleanza conterà molto di più che la tua ascendenza disgraziata!”
“Non parlare così di mia madre! Non te lo permetto”
“Non mi sfidare! La Casata di tua madre è stata bandita dall’Impero! Presto o tardi tutta la sua gente verrà uccisa e portata nel Gre'thor sul vascello capitanato da Kortar, il primo dei Klingon dove saranno eternamente sorvegliati e dannati dai Fek'lhr”
“Io sono per metà una Kanjis che tu lo voglia o no! Uccidimi allora!”
“Tua madre lo era e, per quello, ha pagato il suo disonore con la vita! Tu sei nata K’Ploct! Ti ho salvata per un debito d’onore che avevo con mio fratello”
“Che hai ucciso come hai ammazzato mia madre”
“Non li ho salvati, ma non li ho uccisi.. e lui non si sarebbe dovuto immischiare..”
“Era sua moglie! Mia madre!”
“I Kanjis dovevano essere sterminati! Tuo padre avrebbe dovuto accettare la cosa! Non l’ha fatto, ma ci ha lasciati senza recare disonore su di noi. E’ già un’onta infamante per l’Impero che quella Casata sia sopravvissuta.. come è un’offesa l’inerzia di Casate importanti, ma la pagheranno.. i Goroth ed i P’ooD hanno perso ogni influenza.. i Vok non hanno quasi più potere alcuno.. mentre i VodleH, i Klaa, i Martok ed i Dothrak subiranno presto l’ira dell’Alto Consiglio.”
“I VodleH sono amati e rispettati!” intervenne Mara alla sua maniera strepitando ad alta voce
“Certo, ma tuo nonno deve decidere da che parte stare.. non può pensare di continuare a sfidare l’Alto Consiglio.. quindi care mie, pensate bene di chi.. innamorarvi per usare un’espressione tanto cara alla mia nipotina.. perché ne andrà della vostra sopravvivenza..”
Jul’eth stava per rispondere a malo modo allo zio, quando Mara intervenne, sempre urlando in suo soccorso:
“Ha ragione Consigliere, ma noi siamo troppo giovani per queste cose! Ci innamoriamo facilmente, ciò nonostante poi faremo il bene delle nostre Casate.. proprio come lei.. da quando ne è divenuto leader, la sua Casata siede nell’Alto Consiglio, è temuta e debitamente osservata da tutti.. sono certa che delle questioni politiche dell’Impero vi siano persone molto più venerate e rispettate di noi chiamate a risponderne.. fra cui mio nonno e gli altri patriarchi.. quindi, se permette, noi avremmo i nostri amici da salutare! Ehi Mek!!”
Un enorme Klingon più largo che alto dal viso simpatico si avvicinò al terzetto con fare sghignazzante.. “ecco dove eravate finite! Non vi trovavo più!”
“Eh ci credo, tu sei enorme, noi piccoline, qua in mezzo, con tutta sta baraonda rischiamo anche di incontrare brutta gentaglia!” esclamò divertita Mara’VodleH
Sebbene all’apparenza poco sveglio, ci volle poco a Mek’Vok a capire l’antifona.. la zia Karana era stata ingegnere capo di quella stazione e, sebbene i loro rapporti non fossero mai stati molto stretti, anche per i contrasti che la zia aveva col nonno, l’intera Casata aveva appreso con favore che l’insofferenza, più volte manifestata, contro la decisione di imporre il naDHa'ghach ai Kanjis non era errata. 
La zia Karana, così come quella di Mara, si era molto prodigata, infatti, in difesa di quella che sarebbe stata la cugina di secondo grado di Jul’eth: Durani’Kanjis, attualmente ufficiale in servizio in quella stazione.
“Venite, vi scorto io.. andiamo dal tuo caro Jang, dovrebbe essere da qualche parte coi gemelli Tahl e Janul e con il loro fratello maggiore Koroth.”
Gli occhi di Mara si trasformarono virtualmente di due cuoricini tambureggianti: Jang era un loro coetaneo.. quello che più di tutti poteva chiamarsi il suo migliore amico.. sia suo sia di Jul’eth.. premuroso, attento, gentile, coraggioso, ma assennato.
L’esatto contrario dei due fratelli gemelli più grandi: Tahl e Janul erano presuntuosi e ciò era dovuto alla loro bellezza fisica che non lasciava indifferenti.. sicuramente non lasciava indifferente Mara.
Entrambi impulsivi e coraggiosi, erano il nerbo della squadra di rugby dei Klingon.. un gioco puramente terrestre che era stato esportato e praticato anche su Qo’nos, così come giochi Klingon erano stati esportati nelle gare federali.
Koroth, il fratello più grande del terzetto, invece, era ormai fuori dai Giochi della Gioventù. 
I suoi ventuno anni lo rendevano troppo vecchio per parteciparvi ancora, ma, essendo campione in carica in alcune discipline, aveva di buon grado accettato l’invito del vecchio Kresha a far parte di quella spedizione. 
D’altro canto aveva anche dovuto soccombere alle pressanti richieste della madre di controllare da vicino le esuberanze e le intemperanze dei due gemelli.
La Casata dei Muzak, infatti, era relativamente giovane ed aveva bisogno di farsi amicizie più che inimicizie in un ambiente molto competitivo come quello dei Klingon.
A Jul’eth, i Muzak non piacevano granché, eccezion fatta per il coetaneo Jang.. li riteneva troppo ambiziosi e vanitosi per i suoi gusti, ma piacevano, e non poco, alla sua amica Mara e, allora, lei faceva buon viso a cattivo gioco.
V’era poi un altro motivo, non secondario, per cui Jul’eth si sforzava di andare d’accordo coi Muzak.
I Muzak, infatti, mal si sopportavano con un’altra Casata, anch’essa giovanissima, presente in gran numero a quei giochi ossia quella dei cugini M’untokh
Estremamente bramosi di potere, erano legati a doppia mandata con i K’Ploct: tanto i primi erano prepotenti e superbi, quanto i secondi subdoli ed ipocriti.
Erano le due Casate che, più di tutte, avevano causato la rovina dei Kanjis e Jul’eth li odiava tutti quanti.
T’ebax e Parjigh erano coetanei dei gemelli e gli autentici capobanda di tutta la nidiata dei M’untokh. 
Il primo era un autentico attaccabrighe, non si poteva stare in sua presenza senza assistere o essere costretti a partecipare ad una scazzottata o una rissa vera e propria. 
Il secondo era agli antipodi del primo, ma completamente succube dello stesso, quindi disponibile a fare qualunque nefandezza T’ebax gli proponesse.
Eppure, secondo suo zio, erano due ottimi partiti.
Specialmente il secondo, il primo aveva, obiettivamente, delle tare mentali che anche un cieco avrebbe notato. 
E lo zio An’eth non era cieco, né sordo. 
Jul’eth sapeva che presto o tardi il suo amore per Jo sarebbe stato scoperto e sarebbero stati guai. 
Le avrebbe combinato un matrimonio, quanto prima, e quella era l’occasione per trovare un partito migliore rispetto ai cugini M’untokh. 
Se ci fosse riuscito, avrebbe avuto un’altra Casata su cui poter allungare le sue luride zampe, in caso contrario, si sarebbe accontentato di manovrare quei pagliacci che già pendevano dalle sue labbra.
Come se fossero stati evocati, i cugini M’untokh fecero la loro comparsa al campo di allenamento: spintoni, scherzi crudeli, bestemmie ed imprecazioni al loro passaggio.. persino gli allenatori facevano fatica a contenerne l’esuberanza e nemmeno potevano concedere agli altri atleti di dar loro una lezione, non fino a quando c’era un esponente dell’Alto Consiglio Klingon in mezzo a loro a proteggerli.
“I soliti guastafeste” urlò Mara in mezzo a quel gran baccano “E proprio ora che avevamo mollato quella piattola di tuo zio e potevamo stare coi nostri amici”
Jul’eth guardò in giro e, sebbene lei fosse fra le più minute, notò subito una cosa: An’eth K’Ploct aveva abbandonato la sala d’allenamento, segno inequivocabile che l’Ambasciatore Dothrak era in arrivo.. lo zio ci teneva alle sue false esibizioni di cortesia da protocollo.
“Qualunque cosa accada, coprimi!”
“Eh? Cosa?” urlò Mara stupita, poi capì.. vide una serie di sguardi partire dai gemelli Muzak rimbalzare su altri atleti, in uno scambio veloce di occhiate di assenso.. aspettarono che T’ebax attaccasse nuovamente per primo, facendosi forza del numero dei propri compari, e poi attaccarono in massa i M’untokh.
Dall’alto di una balaustra, nascosto alla vista, l’Ambasciatore Rogal Dothrak sorrise divertito.

DS16 Gamma
Area d’allenamento B
31 ottobre 2398 - ore 12.03
“Che diavolo ti prende Jorhom??” gli domandò a bruciapelo Mamee
“Ma niente.. rilassati che mi passa”
“Come faccio a star tranquillo? Il Vecchio Vrulmeek era incollerito per i nostri tempi e quella furia che ci guida, Thureena, non ci metterà molto a prenderci di mira.. io ho i miei interessi qui.. ho un piccolo giro di contrabbando lo sai.. procuro ciò che serve e ricavo piaceri da fanciulle riconoscenti.. non ho intenzione che mi rovini tutto con le tue prestazioni da pappamolla.. già ieri ti sono dovuto venire a cercare, mi spieghi cosa hai?”  
“A te non ti disturba sapere che ci sono le persone che sono rimaste ferite o hanno perso la vita in quell’esplosione?”
“Ma stai scherzando? Non te n’è mai fregato niente in quasi diciotto anni che ci conosciamo.. siamo cresciuti insieme, sei sempre stato molto egocentrico nelle tue cose e ora ti preoccupi per gente che non sappiamo nemmeno chi sia? Posso capire se ci fossero stati nostri connazionali a bordo, ma non c’erano Romulani. E’ esploso un cargo, pazienza..”
“Sì ma chi ci dice che sia un incidente?”
“Ah.. beh se è una teoria del complotto che ti affligge allora sono con te.. io adoro le storie sulla Tal Shiar, lo sai che epr me Thureena è una spia.. ci sta controllando per sapere chi sono i migliori.. non ci posso pensare.. lo spionaggio.. le congiure, le macchinazioni, gli intrighi.. m’eccito solo a pensarci.. certo mai come una bella e procace Romulana di nostra conoscenza, ma devo dire che anche quel paio di Bajoriane dell’altro giorno non erano male..”
“Sei proprio un maiale, Mamee..”
“Sì e me ne vanto.. però ora tu vai a farti una doccia e ti riposti come ha detto il Vecchio.. e, se mi dovesse chiedere, gli invento io una scusa.. in quello sono un autentico genio e lo sai.. tu vedi di riprenderti che ho bisogno di te!”

DS16 Gamma
Zona Spogliatoi Area d’allenamento B
31 ottobre 2398 - ore 12.18
“Psstt”
Jorhom, ancora a torso nudo, con solo un asciugamano a vita, si bloccò di colpo guardandosi attorno: sembrava abbastanza inequivocabilmente un segnale di richiamo.. per quanto debole..
Dopo qualche istante, non vedendo nessuno, riprese ciò che stava facendo
“Psstt”
Quella volta era sicuro, c’era qualcuno che chiamava lui.. anche perché non c’era nessun altro.. che fosse qualche ragazzina curiosa? Sapeva di piacere ad almeno quattro o cinque Romulane di età differenti ed almeno una di queste sarebbe stata disposta a fare carte false pur di averlo, ma addirittura intrufolarsi negli spogliatoi maschili gli sembrava eccessivo.
“Psstt scemo!”
“Jul’eth!! Amore mio! Dove sei?”
Un armadietto doppio si aprì ed uscì la stupenda creatura dai capelli argentati e occhi, dal sorprendente color smeraldo, di cui era profondamente innamorato: corse da lei prendendola in braccio e baciandola teneramente mentre lei avvinghiava attorno al busto di lui le sue gambe.
“Sei matta a venire qua.. ci ammazzano tutti e due!”
“Mio zio credo sia occupato in questo momento e la tua famiglia non ti verrebbe a cercare qua.. non ora almeno”
“Lo sai tesoro mio che la nostra nave è quella esplosa?”
“Volevi fuggire con quella?”
“Sì.. avevo pagato profumatamente un Ferengi, il proprietario di quella nave, per avere un passaggio..”
“Pagato? E con cosa amor mio?”
“Dei cristalli di dilitio grezzi che ho rubato ai miei..”
“Sei proprio matto..”
“Più tardi rintraccio quel Ferengi.. quel diavolo di un Kimmar e pretendo che ci dia un’altra via di fuga o che mi restituisca fino all’ultimo cristallo”
“Bravo.. ora però baciami”
“Sì ma..”
“Nessun ma.. non posso stare qua in eterno e non credere che così mezzo nudo tu non mi faccia un certo effetto.. quindi, non potendo fare altro, per ora baciami.. ai piani di fuga pensiamo fra un poco”
Jorhom sorrise ed il suo sorriso si rispecchiò in quello di lei.
Una decina di minuti di baci appassionati più tardi, decisero che era meglio tagliare la corda.
“Dai, vestiti che dobbiamo andarcene..”
“Sì ma da dove? A proposito tu dove sei passata?”
“Non certo dalla vostra zona allenamento mio caro.. ho i miei segreti.. l’hai voluta una compagna minuta e bassa oltre che velocissima?”
“Dai smettila..”
“Uffa c’è un portello più avanti, dentro una specie di sgabuzzino.. credo un tempo fosse utilizzato per qualche collegamento idrico.. in ogni caso porta esattamente in un altro bugigattolo vicino ad un’area che…”
“Cioè tu sei entrata in uno stanzino a caso e ti sei ficcata dentro ad un tubo senza nemmeno sapere dove andavi?”
“No no.. io lo sapevo..”
“E come?”
“Beh sì ecco.. meglio che tu non lo sappia ok? Ora sbrigati che è meglio che non mi trovino qua!”
“Non ti faccio andare via da sola ficcandoti in qualche tubatura, vengo anche io!”
“Ok, ma muoviti!”

DS16 Gamma
Area Attracco B
Locale CH.P1
31 ottobre 2398 - ore 12.18
“Visto? Semplicissimo..” esclamò Jul’eth tutta raggiante
“A me mancava il respiro veramente..”
“Ma come, il mio grande amore ha paura di un tubo?”
“Un tubo? A me pareva un tubetto, per poco non ci passavo.. sai che sono più grosso di te si?”
“Quante storie.. se non ti andava, potevi farla a piedi.. tu potevi”
“No no.. beccarmi quella strega o il mio allenatore pronti a farmi una lavata di capo non rientra fra le mie priorità.. io voglio andare da quel Ferengi..”
“Ed io devo andare a cercare una persona”
“Chi?”
“Zitto un attimo che controllo che non ci sia nessuno”
“Uhm ok.”
“Via libera, andiamo..”
“Allora che dicevi? Chi devi rintracciare?”
“Oh è una lunga storia.. una parente di mamma.. cioè anche mia, ma la Casata era di mamma..”
“Ma tua mamma è stata lasciata morire da tuo zio dodici anni fa..”
Jul’eth si rabbuiò.
“Lo so, grazie tante!”
“Sì ok scusami, intendevo dire che questa parente di tua mamma, potrebbe non sapere nemmeno chi tu sia.. avevi due anni e, da quello che mi hai raccontato, i Kanjis erano stati banditi poco dopo la tua nascita”
“Mmpfh”
“Dai non mettermi il muso.. come fai a presentarti? Vai da questa parente e gli fai ciao sono Jul’eth K’Ploct, figlia di una tua parente, sono immersa fino al collo nella cacca di un enorme Targ, mi aiuti?”
“Mi spiace per mio padre, ma io non mi sento una K’Ploct, non sono mai stata veramente una K’Ploct.. più conosco mio zio e più io mi sento orgogliosa di mia madre.. io sono una KANJIS! CHIARO?”
Jul’eth quasi urlò quella frase un secondo prima di svoltare un angolo del corridoio che stavano percorrendo. 
Un secondo dopo sbatteva contro un’uniforme da Tenente della Sicurezza della stazione spaziale.
A Jul’eth ghiacciò il sangue e chiuse gli occhi: si era distratta ed ora aveva combinato un pasticcio.
A Jorhom mancò il fiato: di fronte a loro avevano una Klingon dai lunghi capello marroni e dagli occhi castani che scrutava entrambi in maniera severa.
Fu dopo qualche interminabile istante di assoluto silenzio che la donna si abbassò verso Jul’eth scuotendola dalle spalle.
La ragazzina aprì gli occhi e li fissò sbarrati in quelli della sua interlocutrice in attesa dell’inevitabile sfuriata.
“Non so chi tu sia, ma io sono Durani e sono anche io estremamente orgogliosa di essere una Kanjis!”
Jul’eth scoppiò a piangere e strinse d’impeto la neo arrivata.

DS16 Gamma
Area Attracco C
Corridoi verso la Sala d’allenamento 
31 ottobre 2398 - ore 13.12
Tara aveva ricevuto comunicazione urgente da Durani di attenderla in quel corridoio. 
Non le aveva spiegato nulla, tranne la raccomandazione che fosse importante e che dovesse essere sola.
Ora le era comparsa davanti con a fianco una ragazzina Klingon dai capelli argentati e occhi verdi, ma con un modo di camminare simile al suo.
Entrambe stavano ridendo della sua espressione stupita, quindi cercò di darsi un contegno più marziale.
Durani sorrise all’amica e poi parlò alla giovane Klingon
“Vieni ti presento la persona di cui ti parlavo: Tara’VodleH!”
“Oh.. molto piacere tu sei la zia di Mara! Non fa altro che parlarmi di te, di quando diventerai la prima matriarca donna della tua casata.. è eccitatissima a riguardo”
“Beh.. grazie ma io spero sinceramente che mio padre possa essere ancora a lungo la nostra guida.. e tu sei?”
“Jul’eth K.. Jul’eth Kanjis”
Tara sbiancò fissando Durani con aria interrogativa
“Beh veramente si chiama Jul’eth K’Plotc e quel cognome l’ha salvata dalla strage che ha subito la mia famiglia”
“La nostra famiglia!” esclamò la ragazzina
“Sì ok, ma ora stai brava.. capisco che ti sei dovuta tenere dentro questa cosa per anni, ma ora non puoi sbandierarla ai quattro venti.. siamo ancora marchiati dal disonore”
“Colpa del fratello di mio padre e del suo arrivismo”
“Scusate, mi fate capire anche a me?” la voce di Tara appariva stranita
“Mio zio Mlag, sai quello accusato di tramare contro l’Alto Consiglio? Beh aveva una sorella minore.. Jal’ess, ossia la madre di Jul’eth.. era andata sposa ad un brav’uomo, forse troppo.. l’unico sano di mente dei K’Plotc.. sua madre e suo padre si amavano e mio zio Mlag decise di acconsentire a quell’unione per far felice la sorella. Solo in seguito, An’eth K’Ploct, il fratello di suo padre, fece la sua comparsa in scena. Aveva mire ambiziose, chiese, anzi pretese il sostegno dei Kanjis per arrivare in alto.. molto in alto.. mio zio Mlag non era interessato e nemmeno il nostro patriarca Kheldas, ossia il padre di suo padre. Il bisnonno di entrambe noi due.. Non potendo attaccare lui, An’eth decise di colpire più in basso, l’erede designato della Casata.. formulò accuse, fabbricò prove che i Kanjis stavano tramando contro l’Alto Consiglio e contro l’Impero.. cospirò, trafficò ed alla fine, come ben sai, riuscì nell’impresa”
“Sì questa storia me l’avevi raccontata, non conoscevo l’esistenza di questa bellissima fanciulla”
“Beh nemmeno io veramente.. quando tutto questo accadde io avevo dodici anni.. non avevo idea che zia Jal’ess fosse incinta.. An’eth pare l’abbia minacciata costringendola a ripudiare la sua Casata ed imponendo il nome K’Plotc al nascituro.. convinto che nascesse maschio.”
“Invece nacqui io, mia madre mi difese finché potette, ma poi non fu curata e venne a mancare.. distrutto dal dolore mio padre la seguì poco dopo, facendo però giurare a suo fratello di farmi crescere sana ed incolume. Per quanto An’eth sia spregevole, ha un senso dell’onore tutto suo, quindi mantenne la promessa.. ed eccomi qui”
“Non ne bastava una di Kanjis a bordo, no vero? Direi che siete due testone uguali.. che non ho nemmeno bisogno della prova del DNA.. ed ora come la mettiamo?”
“Veramente non abbiamo finito..” disse Durani un po’ imbarazzata
“No?”
“Beh no.. ho beccato la fanciulla qua presente in compagnia del fidanzato..”
“Ma non sei piccola per certe cose?” domandò Tara con espressione fintamente contrita
“Ho quasi quindici anni, quindi no.. e comunque non è successo niente!” esclamò Jul’eth “E anche se fosse.. io lo sposerò!”
“E sta buona un attimo..” fece Durani all’indirizzo della cugina per poi riprendere a parlare con Tara “il problema è che è innamorata persa di un Romulano di nome Jorhom..”
“E lui ricambia?”
“Così pare..”
“Un bel guaio..” 
“Noi ci amiamo e se voi non lo capite, è un problema vostro!!” strepitò Jul’eth ad alta voce
“Zitta un po’!” fece Durani preoccupata che qualcuno le sentisse
“Non ci penso nemmeno.. Jorhom ed io ce ne andremo da qua!”
“E come?” domandò incuriosita Tara
“Ha parlato di un passaggio.. di un Ferengi.. o cavolo forse ho parlato troppo!”
“Kimmar!” esclamarono all’unisono Tara e Durani


DS16 Gamma
Area Attracco C
Corridoi verso la Sala d’allenamento 
31 ottobre 2398 - ore 13.27
Congedatasi da Tara, diretta ad incontrare la nipote, approfittando della visita dell’Ambasciatore Dothrak, dopo aver fatto sgattaiolare, indisturbata, Jul’eth all’interno della stiva adibita a campo d’allenamento dei Klingon, Durani se ne stava andando meditabonda.
La presenza della piccola cugina era una cosa da comunicare quanto prima al bisnonno Kheldas: era la prova vivente di quanto fosse subdolo il patriarca dei K’Plotc. 
Occorreva metterla al sicuro, prima che potesse utilizzarla come esca contro di loro.
Non riusciva, infatti, a pensare ad altro che l’unico motivo per cui l’avesse fatta crescere con lui fosse come arma di scambio contro i Kanjis. 
La ragazzina sembrava ribelle, di difficile gestione.. ma non le aveva dato sentore di un’abile attrice: era sincera quando affermava di amare il suo bel Romulano e di odiare lo zio.
Se An’eth avesse voluto usarla come esca o come ostaggio non era dato saperlo, di sicuro non la poteva utilizzare come complice.
Ancora assorta dai suoi pensieri, non si accorse di essere seguita.. fu parecchi metri di corridoio dopo che si avvide di non essere sola: si voltò di colpo e rimase un secondo a bocca aperta, stupita.
Davanti a lei stava un marcantonio di Klingon puro sangue alto quasi due metri, forse poco più che vent’enne, con spalle larghe, ma bacino stretto, cosa abbastanza inusuale nel suo popolo caratterizzato per lo più da fisici grezzi e robusti. 
Gli occhi erano di un particolare blu cobalto e tutto l’aspetto di quel ragazzo risultava per lei inusitatamente attraente.
Ciò nonostante, un piccolo minuscolo campanellino d’allarme iniziò a suonare in testa a Durani, riportandola alla realtà.
Strizzò gli occhi e si avvide che il giovane Klingon era armato con una mek’leth ed un qutluch.
“Non so chi tu sia, ma spero tu ti renda conto che minacciare un ufficiale della Flotta Stellare su una stazione spaziale appartenente alla Federazione, sebbene armato di tutto punto, sia un’enorme sciocchezza”
“Uh.. donna io ho il massimo rispetto per la tua uniforme.. non intendo colpirti come ufficiale, ma come traditrice dell’Impero..”
“E come fai a dire che io sono la persona che tu dici?”
“Tu sei Durani’Kanijs.. inutile negarlo”
“Non lo nego, sarebbe disonorevole”
“Tu hai perso l’onore!!”
“Questo lo affermi tu ragazzino, a proposito hai un nome?”
“Non sono un ragazzino?”
“No? Giusto.. solo un bambinone troppo cresciuto potrebbe accingersi a fare quello che hai in mente te”
“Potrei sgozzarti in un lampo”
“Certo, sono anche disarmata.. uccideresti una traditrice dell’Impero indifesa.. una nobile azione.. un vanto per la tua Casata”
“Tutti i Klingon sono tenuti a colpire coloro che sono sottoposti a naDHa'ghach!”
“Certo, ma la degradazione e la privazione dell’onore devono essere meritati.. non macchinati a tavolino.. ma tu che ne sai?”
“So quello che mi hanno raccontato!”
“Uhm.. sarai un giovane idiota appartenente ai M’untokh”
“Non osare paragonarmi a quella feccia”
“Allora chi sei? Troppo imprudente e troppo avventato per essere un viscido K’Plotc”
“Mi chiamo Koroth’Muzak ed avrò l’onore di combatterti e sconfiggerti”
“Come vuoi..”
Durani estrasse da due tasche nascoste dell’uniforme i suoi due pugnali d'k tahg a lame retrattili.
“A quanto pare, non eri disarmata, traditrice”
“La mia famiglia non ha mai tramato contro l’Impero.. chiunque lo sostenga è un infame bugiardo”
“Non è quello che dice An’eth K’Ploct”
“Appunto” rispose laconica Durani strappando un sorriso non voluto a Koroth
Quella donna gli piaceva, era sinuosa al punto giusto, combattiva, volitiva.. armata di quei due pugnali era anche tremendamente affascinante.. se non fosse marchiata di disonore ci avrebbe fatto volentieri un pensierino.
Koroth tentò un paio di affondi giusto per saggiare le difese dell’avversaria che si dimostrò subito scattante e reattiva.
Si affrontarono a lungo delineando un cerchio quasi perfetto fra loro seguendo uno schema abbastanza similare.. un paio di affondi lui, un paio di finte lei.
Questo per vari minuti.
All’improvviso, Durani partì all’attacco con una subitaneità che stupì il più giovane avversario: facendo affidamento sulla sua maggiore agilità, entrò dentro il muro difensivo del suo rivale ed assestò un quadruplice colpo col manico dei suoi d’k tagh contro punti ben precisi del torace del suo sfidante.
A Koroth mancò il fiato: per i colpi subiti.. per l’onta di essere stato battuto in così poco tempo.. per la consapevolezza che lei lo aveva risparmiato pur potendolo uccidere.. 
Gli mancò il fiato, ma iniziò a battergli forte il cuore: non di paura, non di spavento, non di adrenalina, ma di qualcosa di più profondo e forse mai provato.. che fosse amore? Non l’aveva mai provato.



========================
Tenente Durani della Casata di Kanjis
Ufficiale Tattico Capo
Deep Space 16 Gamma
========================




---
Questa e-mail è stata controllata per individuare virus con Avast antivirus.
https://www.avast.com/antivirus
-------------- parte successiva --------------
Un allegato HTML è stato rimosso...
URL: <http://gioco.net/pipermail/stml21/attachments/20190105/6d3ce35f/attachment-0001.html>


Maggiori informazioni sulla lista Stml21