[Stml3] [01-10]: Le conseguenze (Tkar)
Cmdr. Arjian Kenar
arjiankenar a gmail.com
Mar 21 Lug 2015 10:22:32 CEST
Bravo, bravo, bravo! :-)
Michele
Il giorno 21 luglio 2015 09:35, federico pirazzoli <cmdrtkar a gmail.com> ha
scritto:
> Ok, bella gente...ecco il nuovo pezzo. Quando l'ho scritto mi ero posto
> come obiettivi di:
>
> 1) sistemare l'incongruenza per la quale spariamo in un'altra dimensione
> ma i "cattivi" della storia vengono dal futuro della nostra
> 2) trovare un pianeta o qualcosa da distruggere che possa attaccarci
> addosso la cattiva nomea che dovremo toglierci
> 3) Dare una prima pennellata di colore all'universo in cui ci troveremo
> bloccati
> 4) Portare avanti il concetto della nave fantasma...
>
> ora vil lascio leggere...ci si becca a fine lenzuolo per un paio di
> riflessioni che vorrei fare con voi per definire il futuro della missione...
>
> *******************************************
> *Brano: 01-10*
> *Titolo: Codice 47*
> *Autore: Tenente Comandante Tkar*
> *Brano Precedente: Le conseguenze*
> *******************************************
>
>
> *U.S.S. Seatiger – Plancia - 24/11/2394 Ore 18:37*
>
> “Ma ho il fondato sospetto che la Seatiger non sia più nella sua
> dimensione di appartenenza.”
>
> Le parole di Anari fecero correre un rivolo di sudore freddo lungo la
> schiena del Capitano della Seatiger. La sua non era stata una bella
> giornata e la commozione cerebrale per la quale era stato trattato in
> emergenza non era esattamente una passeggiata. Non c’era perciò da stupirsi
> se la mente del Trill impiegò esattamente undici secondi per metabolizzare
> le parole dell’Ufficiale Scientifico. Ce ne vollero poi altri nove, prima
> che Arjan decidesse che era meglio sedersi sulla propria poltrona, prima di
> ascoltare il resto “E dove saremmo, di grazia?”
>
> “Questo non saprei dirglielo con esattezza…” rispose la Denobulana, mentre
> gli occhi correvano dal Capitano alla propria consolle, dove scorrevano in
> rapida successione sequenze di stelle ed altri fenomeni spaziali “ovvero,
> so dirle dove siamo…nel Settore 507, ai confini tra i Quadranti Gamma e
> Delta, vicini a dove dovrebbe essere il confine nord dello spazio Romulano.”
>
> “Dove dovrebbe essere?” ripeté con tono interrogativo il Capitano Kenar…il
> fatto di essere stati trasportati a mesi di viaggio dal territorio della
> Federazione era già abbastanza preoccupante, ma qualcosa gli diceva che –
> come sostiene il detto - il peggio dovesse ancora arrivare.
>
> “I sistemi stellari dell’Impero Romulano non ci sono…o meglio, ci sono ma
> non sono come dovrebbero essere.” Anari parlava rapidamente, mentre lo
> schermo principale abbandonava la visuale di poppa – dove capeggiava
> lontana la nave aliena che li aveva aggrediti precedentemente – per
> sostituirla ad una mappa galattica, sulla quale venivano riportate in blu
> le ben note composizioni stellari che tutti loro avevano studiato ai corsi
> di Astronomia e Navigazione in Accademia “Eco, vede? Questa è la
> configurazione della nostra Galassia…e questa quella di quella dove ci
> troviamo ora…”
>
> Ad un comando dell’esuberante Denobulana, una serie di nuove stelle rosse
> andò a sovrapporsi all’immagine precedente. In molti casi le stelle
> andavano a sovrapporsi a quelle blu ma, in un numero incalcolabile ad
> occhio di casi, non era così. Interi sistemi solari, ammassi stellari,
> nebulose e anche buchi neri comparvero dal nulla, mentre altri vennero
> semplicemente soppressi.”
>
> “Affascinante…apparentemente si tratta di un’altra dimensione, discordante
> dalla nostra dalle epoche più remote, per aver ottenuto una così ampia
> varianza nella distribuzione dei corpi celesti…” Commentò Tkar, che fino a
> quel momento pareva aver prestato più attenzione all’inseguitore che li
> tallonava che alla spiegazione di Anari.
>
> “Oh sì…” convenne l’Ufficiale Scientifico, accalorandosi a quelle parole e
> dimenticando per un momento la situazione generale “C’è un tasso di
> coincidenza con la nostra dimensione di circa il 37,4%...forse anche meno,
> se le mie proiezioni sulla distribuzione delle Galassie vicine sono esatte.
> Purtroppo i Sensori Astrometrici sono saltati e non ho ancora avuto tempo
> di allinearli, ma già ad occhio nudo direi che il Braccio del Sagittario
> non è lo stesso e…”
>
> “Come diavolo siamo finiti qui?” Chiese allora Kenar, il cui mal di testa
> da post-trauma cranico stava peggiorando esponenzialmente all’aumentare
> della rapidità della parlantina di Anari.
>
> La Denobulana si zittì per diversi secondi, prima di ammettere, con un
> sorriso molto più mesto di prima “Ecco…su questo ci sto ancora lavorando.”
> Poi, dopo un momento di incertezza, aggiunse “Avrei una teoria, ma ho
> bisogno di accedere al nucleo di memoria del Computer, che è attualmente in
> fase di riparazione…”
>
> “Va bene…” disse Kenar, alzandosi in piedi. La Plancia gli stava
> cominciando a girare attorno e voleva evitare di finire stramazzato al
> suolo come Finn, quindi aggiunse “continui a lavorarci, ci riuniremo tra
> due ore per avere il punto della situazione. Io sarò in Sala Tattica se
> avrete bisogno di me…Tkar, a lei la Plancia, veda di scoprire qualcosa su
> quella nave che ci sta inseguendo.”
>
> Quindi si diresse verso il suo ufficio dove, scostando con malagrazia un
> frammento di paratia caduto, si buttò sul divanetto e chiuse gli occhi,
> sperando che gli analgesici che gli erano stati somministrati prima di
> lasciare l’Infermeria facessero rapidamente effetto.
>
>
> *U.S.S. Seatiger – Sala Riunioni - 24/11/2394 Ore 20:45*
>
> Gli Ufficiali Superiori entrarono rapidamente nella sala riunioni della
> Seatiger e, con i visi stanchi, presero posto nelle loro posizioni
> abituali. A parte Kenar e Finn, che avevano riposato un po’, solo Tkar non
> mostrava sul volto segni a testimonianza del lungo turno fino a quel
> momento trascorso e a tutt’ora ben lontano dal terminare.
>
> “Molto bene, signori, iniziamo con la domanda più facile…stato dei
> sistemi?” domandò il Capitano, prendendo la parola e rivolgendosi in
> particolare a Carelli, che si era seduta tra Anari e Tkar, con un gotto di
> caffè in mano. Già il fatto che si trattasse di caffè vero e non di una
> razione di emergenza liofilizzata era una buona cosa, perché significava
> che il sistema dei Replicatori era stato rimesso in funzione.
>
> “Abbiamo ripristinato la maggior parte dei sistemi essenziali…” rispose
> l’Ingegnere Capo, con un sorriso stanco “Propulsione, comunicazioni e
> sistemi tattici. Abbiamo ancora qualche difficoltà con i Sensori a Lungo
> Raggio, ma si tratta più che altro di eccessiva perdita di risoluzione, non
> andremo a sbattere contro un pianeta per sbaglio…” prese una sorsata di
> caffè, quindi aggiunse “Inutile che aggiunga che, invece, i sistemi
> secondari sono ancora un disastro.”
>
> Kenar fece un cenno d’assenso, quindi aggiunse, volgendosi verso
> l’Ufficiale Medico Capo ed il Consigliere “Ottimo, direi che per il momento
> ci possiamo accontentare. Stato dell’equipaggio?”
>
> Gli interpellati si fissarono un secondo, quindi fu il Dottore a
> rispondere “Diversi contusi, un po’ di fratture e qualche ustione, ma nulla
> di veramente grave. L’equipaggio al momento non risente ancora dello shock
> per il trasferimento in un posto così lontano. Lo stato di Allarme Rosso li
> sta tenendo in allerta e l’adrenalina – finche dura – gli impedirà di farsi
> troppe domande. Ma quando avremo un po’ di calma sarà necessario che lei
> faccia un discorso, signore, che spieghi cosa è accaduto e li
> tranquillizzi.”
>
> “Direi che prima dovrei saperlo io, cosa è accaduto…” borbottò il Trill,
> ringraziando comunque il medico per il rapporto e volgendosi quindi verso
> colei che poteva dare una risposta a quella domanda, oppure procurargli un
> ennesimo mal di testa. O forse entrambe le cose…”Anari?”
>
> Come se fosse il tappo di una bottiglia di spumante agitata in un
> agitatore per vernici, la Denobulana iniziò a parlare a raffica,
> gesticolando per aiutarsi in quella complessa spiegazione – o ipotesi di
> spiegazione – che la sua mente geniale aveva elaborato nelle ultime due
> ore.”
>
> “Sì signore…ebbene, ho analizzato la situazione, anche rivedendo le
> letture dei sensori antecedenti il nostro…trasferimento, e sono giunta alla
> conclusione che siamo stati attratti nell’area di risucchio di un’Onda di
> Spostamento Planare.”
>
> Anari si fermò un istante per valutare la reazione del suo “pubblico”.
> L’occhiata confusa che ricevette dagli astanti, comunque, non parve
> deluderla tanto che – dopo appena un istante di empasse – aggiunse “Quella
> dell’Onda di Spostamento Planare è una teoria che è stata avanzata dal
> alcuni teorici della transcurvatura, come il Professor Jonkins del Daystrom
> Institute, o Ru’Af Ma’Kri, delle Global Warp Industries di Alpha Centauri…”
> spiegò “secondo tale teoria, una esplosione estremamente potente e
> concentrata nel Subspazio dovrebbe generare uno strappo direzionale nel
> tessuto dello spazio-tempo. Ciò permetterebbe di creare una sorta di tunnel
> spaziale artificiale della durata di alcuni minuti…o secondi, a seconda
> delle teorie. Ad ogni modo, questa esplosione genererebbe una sorda di onda
> d’urto nello spazio normale, un’onda destinata poi a riassorbirsi nel giro
> di pochi secondi, trascinando con sé nella propria…risacca… tutto ciò che
> si trova nelle vicinanze del punto dove si apre il tunnel spaziale…”
>
> Questa volta ci vollero diversi secondi prima che qualcuno – Carelli,
> nella fattispecie – mostrasse di aver compreso di cosa si stava parlando
> “In pratica sarebbe come gettare un sasso nell’acqua…per un istante si
> forma il vuoto ed un’onda attorno, poi il tutto viene riassorbito tornando
> come prima…”
>
> “Esatto…” confermò Anari “solo che qui l’esplosione si espande in maniera
> lineare verso due direzioni distinte, quindi in realtà il…sasso…genera un
> tunnel spaziale in grado di portare ciò che si trova nei suoi pressi da un
> capo all’altro dello stesso in pochi secondi…”
>
> Prima che qualcun altro potesse parlare, Tholos li fermò sollevando la
> mano e dicendo “Questo, però, non ha senso.”
>
> “Si spieghi, Comandante…” lo invitò Kenar, osservando incuriosito il
> fremere delle antenne blu del Capo Operazioni.
>
> “Credo siamo tutti d’accordo che siano state le Galeteane a cercare di
> catturarci con questa…Onda di Spostamento Planare, giusto?” domandò in
> maniera retorica l’Andoriano. Non che qualcuno pensasse il contrario, data
> la situazione…in fondo erano stati colpiti insieme all’Arcadia, che – da
> quanto avevano appreso – era uno dei pochi nemici riconosciuti di quel
> popolo nel Quadrante Alfa. Dopo un istante, Tholos aggiunse “Il fatto è che
> l’equipaggio dell’Arcadia ci ha detto che le Galeteane vengono dal futuro…”
>
> “L’Onda di Spostamento Planare genera una frattura nello spazio-tempo,
> quindi in teoria permette di spostarsi sia nello spazio che nel tempo…”
> precisò Anari, interrompendo il collega ed aggiungendo subito dopo “Infatti
> genera un tunnel spaziale, anche se della durata di pochi istanti. E – come
> sappiamo – i tunnel spaziali possono avere anche una componente temporale
> anche importante…”
>
> “Ma, se fossero state le Galeteane, ci avrebbero dovuto trasferire nel
> loro futuro, non in un’altra dimensione…” comprese Kenar, intromettendosi a
> sua volta per bloccare la Denobulana prima che virasse l’argomento di
> discussione sulla meccanica dei Tunnel Spaziali, argomento di certo
> affascinante, ma poco rilevante in quel frangente.
>
> Tholos annuì, soddisfatto che il Capitano avesse colto il suo stesso
> dubbio ed aggiunse “Quindi le ipotesi sono due…o la teoria di Anari è
> sbagliata, o le Galeteane avevano un motivo per spedirci qui anziché
> attirarci nel loro futuro.”
>
> “Non avendo conoscenze specifiche di questa teoria non ho modo di valutare
> la consistenza della teoria del Comandante anari…” intervenne Tkar, le mani
> giunte avanti a sé “ma di certo il Signor Tholos ha ragione. Tatticamente
> parlando, se davvero il popolo Galeteano è responsabile del nostro
> trasferimento, la linea di azione più logica sarebbe stata quella di
> trasportare sia noi che l’Arcadia in una zona sotto controllo di loro forze
> navali in numero ingente, così da distruggerci senza esporsi e senza
> consentirci una possibilità di fuga, come è effettivamente successo.”
>
> Il Vulcaniano tacque un secondo, prima di aggiungere “Tuttavia esiste una
> terza ipotesi…” si prese appena un momento, il tempo necessario a Kenar per
> fargli cenno di proseguire, prima di spiegare “durante gli ultimi secondi
> di funzionamento dei sensori, abbiamo rilevato un importante aumento
> energetico da parte dell’Arcadia. Può darsi quindi che il Capitano Khayr ed
> il sue equipaggio si fossero già trovati di fronte a tale insidia ed
> avessero elaborato delle contromisure. Se così fosse, forse l’attivarsi di
> queste contromisure ha modificato il nostro punto di uscita, dirottandoil
> tunnel spaziale artificiale.”
>
> “Addirittura verso un’altra dimensione?” domandò perplessa Carelli,
> dubbiosa circa quella possibilità ma al momento incapace di formularne
> altre più consistenti.
>
> “In effetti è possibile…” convenne Anari, illuminandosi e sorridendo in
> maniera tipicamente Denobulana all'idea che il collega Vulcaniano le aveva
> dato “Se l’Arcadia avesse in qualche modo contrastato l’onda, avrebbe
> potuto sfuggire alla sua presa, prima di essere trasportata fino al punto
> di destinazione…Per quanto concerne noi, è diverso! Trovandoci sottoposti a
> due onde distinte di forza differente, siamo stati strappati dal flusso di
> ritorno principale e diretti verso l’unico vettore disponibile, ossia il
> flusso d’origine!”
>
> Ci fu un momento di esitazione, poi la scienziata – notando che stavolta
> nessuno era riuscito a seguirla nel proprio volo pindarico - aggiunse un
> esempio a mo’ di spiegazione “Immaginate la situazione così: Noi e
> l’Arcadia eravamo sottoposti all'effetto di una sorta di onda, che ci stava
> trasportando verso un punto preciso dello spazio-tempo. Se è come
> ipotizzato da Tkar, il solo modo che l’Arcadia avesse per liberarsi era di
> generare un’onda inversa, attraverso un’emissione di energia controllata
> dal proprio Disco Deflettore. Facendo così, la nave del Capitano Khayr ha
> ottenuto due effetti: quello principale – naturalmente – è quello di
> trovarsi per un momento fuori dall’effetto dell’Onda di Spostamento,
> rientrando quindi nello spazio normale. Ma ha anche generato una seconda
> Onda, che ha colpito noi, deviandoci verso l’unica altra possibile fonte di
> attrazione, ovvero il punto da cui è originato il Tunnel spaziale…”
>
> “Sì, ora capisco…” annuì Tholos, facendosi pensieroso “il punto di origine
> del Tunnel spaziale, ovvero il luogo dove avviene l’esplosione subspaziale,
> è collegato - oltre che ai due punti di uscita del tunnel stesso – anche ad
> un altro punto…quello da dove è stata innescata e direzionata
> l’esplosione…e questo terzo punto può tranquillamente essere diverso dagli
> altri due…”
>
> “E…hem…certo…” si sentì in dovere di dire il Comandante Finn, che in
> realtà in quella riunione aveva fino a quel momento presenziato senza dare
> nessun genere di contributo. In realtà non aveva capito praticamente nulla
> di quanto detto ed avrebbe pagato tonnellate di Lathinum per qualcuno che
> glielo spiegasse in un linguaggio comprensibile “e questo, naturalmente,
> significa che…”
>
> “Che l’azione di disimpegno dell’Arcadia ci ha fortunatamente permesso di
> trovare chi c’è dietro questa storia…ovvero chi sta realmente orchestrando
> la guerra che le Galeteane vogliono scatenare contro la Federazione!”
> esclamò Anari, ancora su di giri per la scoperta.
>
> Finn tirò mentalmente un sospiro di sollievo per essersi salvato dal dover
> chiedere una umiliante spiegazione, ma Kenar lanciò invece un’occhiata
> perplessa alla Denobulana, chiedendo “E mi dica, Comandante…come è giunta
> alla conclusione che ci deve essere una terza…fazione a tirare le fila di
> questa faccenda?”
>
> “Per via dell’Arcadia, ovviamente!” rispose convinta Anari, prima di
> aggiungere “Sappiamo che l’hanno costruita da zero partendo dagli schemi
> tecnici della Hood…e sappiamo che – per i loro standard – è una nave
> abbastanza potente, diciamo non inferiore alla media delle loro. Ora, cosa
> ne consegue? Ovviamente che il loro livello tecnologico non può essere
> troppo diverso dal nosro, giusto?”
>
> Si trattava di una deduzione logica, quindi nessuno la interruppe mentre
> continuava “Ebbene…per la nostra tecnologia – e per traslazione panche per
> la loro, a questo punto – un’Onda di Spostamento Planare è pura
> fantascienza. I nostri migliori teorici della Curvatura l’hanno ipotizzata
> come possibilità, ma non è mai stato avviato neppure uno studio di
> fattibilità…e sappiamo quanti anni sono che è attivo il Progeto
> Transcurvatura…”
>
> “Di conseguenza lei ritiene che una terza fazione, dotata di mezzi
> tecnologici superiori, stia sfruttando Galatea ed i suoi folli piani di
> conquista al fine di indebolire o distruggere la Federazione…” comprese
> Tkar, e nel suo tono si poteva riscontrare approvazione per il processo
> logico che aveva condotto a quella deduzione ”ma chi, e a che scopo?”
>
> “Due domande interessanti…” convenne Kenar, il cui sguardo era ora ancora
> più cupo dell’inizio della riunione, e non per una questione di mal di
> testa “e credo sia ora di trovare ad esse risposte. Comandante Finn, lei sa
> cos'è un Codice 47?”
>
>
> *Nave Stellare Arcadia – Plancia - 24/11/2394 Ore 18:37*
>
> “E i Federali?”
> Tochiro e Meeme si scambiarono un occhiata, insicuri su come continuare.
> Impossibilitati a dare una risposta.
>
> Khayr conosceva bene il suo migliore amico…quando faceva quella faccia
> significava brutte notizie…e brutte, quando già ti trovavi disperso su una
> nave fantasma in avaria, con per sola compagnia un’aliena senza bocca ed un
> ologramma bidimensionale schiacciato, non era una bella cosa…
>
> “Quando l’onda Galeteana ci ha raggiunto, ho fato appena in tempo ad
> attivare la contro-onda…” spiegò nel frattempo l’ologramma, incrociando le
> corte braccia al petto sproporzionatamente largo ed annuendo tra sé, in un
> movimento che avrebbe anche rischiato di fargli cadere gli occhiali
> “ovviamente non avevo il tempo di inviare le specifiche alla Seatiger, ma
> speravo che l’effetto del nostro impulso fosse sufficiente a liberare
> entrambe le navi, visto che eravamo così vicini…”
>
> “E invece?” domandò semplicemente il pirata di nero vestito, mentre con
> un’occhiata al visore cercava di capire dalle stelle visibili dove si
> trovassero.
>
> “Noi siamo sfuggiti all’Onda…” confermò Tochiro, mentre Meeme si rialzava,
> iniziando a trafficare col computer principale dell’Arcadia “siamo usciti
> nello spazio normale a circa 15 anni-luce dal punto in cui ci trovavamo,
> con uno sfasamento temporale di tre giorni nel futuro…della nave federale,
> però, nessuna traccia…”
>
> “Se sono finiti in quell'Inferno, mi auguro riescano a cavarsela meglio di
> noi…” borbottò il pirata spaziale, mentre un velo di tristezza gli
> adombrava il volto guercio, al ricordo dei tristi eventi del passato,
> eventi che lo avevano segnato nel profondo come mai era successo prima.
>
>
> Nave Stellare Arcadia – Sala Mensa – Flashback
>
> C’era festa quella sera sull'Arcadia. La nave pirata aveva appena
> distrutto un convoglio di rifornimenti militari per una base segreta
> Galeteana e – al contempo – si era impadronita di parecchie utili merci e
> diversi tipi di cibi freschi, una rarità molto apprezzata dall'eterogeneo
> equipaggio.
>
> Khayr aveva ordinato che – con quel ben di Dio – si facesse una grande
> festa e nessuno si era tirato indietro. Ora la festa era al suo culmine e
> sembrava che nulla potesse andar male, fin quando l’intero mondo parve
> capovolgersi, mentre la nave veniva prima colpita e poi intrappolata da una
> violenta emissione energetica che fece saltare l’energia principale e la
> maggior parte dei sistemi.
>
> “Rapporto!” Gridò Khayr, colpendo il primo comunicatore che gli capitò a
> tiro e cercando al contempo di rialzarsi in piedi per raggiungere la
> Plancia.
>
> “Prima che qualcuno potesse rispondere, però, la nave venne scossa da una
> esplosione molto più facilmente identificabile, quella di un colpo di arma
> a particelle che raggiunge uno scafo indifeso.
>
> Il Capitano dell’Arcadia impiegò pochissimo a raggiungere la Plancia, ma
> quel tempo fu sufficiente a percepire almeno altri quindici scossoni, segno
> evidente che qualcuno stava giocando al tiro al bersaglio con loro.
>
> “Capitano, meno male che è qui!” gridò Akari, uno dei <vecchi>
> dell’equipaggio, al quale era stato in quel momento affidato il comando
> “non so cosa sia successo, ma siamo circondati da navi Galeteane. Abbiamo
> la propulsione ad impulso e stiamo cercando di evitare di essere bloccati,
> ma abbiamo perso scudi ed armi.
>
> Con una rapida occhiata ai sensori, Khayr comprese che la situazione era
> effettivamente tragica: l’Arcadia aveva subito gravi danni ed era
> circondata da almeno trenta navi nemiche, che a turno le sparavano addosso
> come Cacciatori Matsumoto raccolti attorno ad un grosso buco nel terreno,
> all'interno del quale era intrappolata una pericolosa – ma ormai indifesa –
> Bestia Tamari.
>
> Un nuovo scossone li interruppe, mentre un colpo diretto li fece cadere a
> terra tutti.
>
> “Propulsione ad Impulso fuori uso!” gridò il timoniere, comicamente
> aggrappato alla propria consolle “Una nave nemica ci è quasi addosso!”
>
> Khayr chiuse l’occhio sano, in attesa del colpo di grazia, ma invece
> percepì un tonfo sordo, come quello di metallo che grattava sul metallo.
> Stupito, si guardò intorno per avere una spiegazione e fu Daiba a dargliela
> “Si sono poggiati sulla Sezione a Disco! Stanno cercando di forzare i
> boccaporti di accesso!”
>
> “A tutto l’equipaggio, armatevi e state pronti a respingere un
> abbordaggio!” gridò allora il Capitano, aprendo la comunicazione con tutti
> i ponti. Quindi, voltandosi verso la consolle di ingegneria, chiese
> “Tochiro…i motori?”
>
> “Ho riallineato il propulsore ad impulso di dritta…” rispose il tarchiato
> ingegnere, la lingua stretta tra i denti e copiose gocce di sudore ad
> imperlargli il faccione “riavrai la Curvatura tra qualche minuto…”
>
> “Potremmo non avere qualche minuto!” gli rispose in tono serio Khayr,
> mettendosi in prima persona al timone e programmando una rotta che lo
> avrebbe portato a passare a poche decine di metri da quella che pareva
> l’ammiraglia Galeteana “Tutta la potenza ai campi di integrità
> strutturale…ora!”
>
> Mentre alle sue spalle qualcuno gridava che il nemico aveva fatto breccia
> in diversi punti della Sezione a Disco e che si stava già combattendo su
> almeno tre Ponti, il Capitano dell’Arcadia accelerò a pieno Impulso,
> cogliendo di sorpresa le navi nemiche e lanciandosi in quello che sembrava
> un attacco suicida contro la loro Ammiraglia.
>
> Quando ormai mancavano poche decine di secondi all'impatto i vascelli
> Galeteani cominciarono a sparare, ma ormai era tardi. Nonostante fosse
> stata colpita in più punti, l’Arcadia passò sotto l’Ammiraglia nemica ad un
> quarto della velocità della luce. L’astronave che era ancorata alla Sezione
> a Disco, invece, si schiantò sulla propria Ammiraglia alla medesima
> velocità, venendo praticamente fatta a pezzi e causando ingenti danni anche
> al vascello più grande.
>
> Nella Plancia dell’Arcadia – come in ogni suo ponte, del resto - tutti
> vennero sballottati dalla forza dell’impatto che strappò dallo scafo
> esterno lunghe fasce di rivestimento. Appena prima di svenire a causa del
> violento urto con una consolle, comunque, Tochiro riuscì a borbottare
> “Pazzo!”, prima di attivare la Curvatura, facendo sfrecciare vi a Curvatura
> 8 la nera nave stellare.
>
>
> *U.S.S. Seatiger – Plancia - 25/11/2394 Ore 02:00*
>
> La Seatiger uscì dalla Curvatura in un lampo di luce bianca e, prima
> ancora che lo scafo candido del piccolo vascello di Classe Nova entrasse in
> contatto con la materia della Nebulosa che occupava quella regione di
> spazio, la Gondola di sinistra cominciò a bruciare.
>
> Mentre il rovente Plasma avvolgeva il metallo affusolato della Gondola, la
> nave parve perdere l’asseto e cominciò a ruotare su sé stessa ed attorno ad
> un punto del proprio asse principale posto circa a metà della Sezione a
> Disco, così che un osservatore esterno avrebbe potuto quasi scambiarla per
> una di quelle vecchie stazioni spaziali che sfruttavano il movimento
> centrifugo per generare una sorta di gravità artificiale sulla superficie
> esterna.
>
> Quando la violacea nave aliena emerse dalla Curvatura, ormai, l’intera
> gondola di Dritta era in fiamme e la maggior parte delle luci di bordo
> erano spente, segno che non c’era più energia in quasi tutta la nave.
>
> Il vascello nemico, un disco grande poco più di un terzo della già non
> imponente Sezione a Disco della Seatiger, girò un paio di volte attorno al
> vascello federale, prima di decidersi ad avvicinarsi a quella che pareva –
> a tutti gli effetti – una nave morente.
>
> Quando il Comandante Finn sentì il rumore di un teletrasporto trovò la
> forza di sollevare lo sguardo dal pavimento dove era disteso ma, attraverso
> la spessa coltre di fumo che riempiva la stanza, non riuscì a distinguere
> che ombre, oltre ad una serie di luci violacee che – rapide come erano
> apparse – scomparvero, lasciando il compito di illuminare quanto restava
> della Plancia all’intermittente luce dell’Allarme Rosso ed ai crepitanti
> fuochi che si alzavano da varie consolle.
>
> L’Umano fece per alzarsi in piedi ma, non appena ebbe trovato con la mano
> destra un appoggio a cui ancorarsi per fare leva, dovette fermarsi, mentre
> i suoi occhi facevano uno sforzo per puntarsi entrambi contro la canna del
> fucile che veniva ora puntato a meno di dieci centimetri dal suo naso.
>
> “Non muoverti, cane Federale!” gli intimò una voce, in una lingua che il
> Tradutore Universale non ebbe difficoltà a comprendere e riportare in
> Standard.
>
> Finn fece come gli veniva detto e – lentamente – ripoggiò entrambe le mani
> a terra. Al contempo, però, sollevò lo sguardo lungo il fucile a particelle
> che lo teneva sotto tiro e riuscì a vedere chi c’era dietro. L’essere si
> sarebbe anche potuto scambiare per un Umano, se non fosse stato per gli
> occhi rossi come le braci e per una piccola cresta ossea, che partiva dalla
> base delle orecchie salendo fin sopra l’arcata sopraccigliare, donandogli
> una fronte alta e spessa ed un aspetto leggermente demoniaco.
>
> “Rapporto!” ordinò calmo il proprietario della voce, guardandosi attorno
> ma senza mai distogliere completamente l’attenzione dal Primo Ufficiale
> della Seatiger.
>
> “La Plancia è sotto controllo…” rispose una seconda voce, altrettanto
> tranquilla, proveniente da un qualche punto vicino alla consolle Operazioni
> “l’equipaggio sembra essere ancora vivo, ma tramortito…”
>
> “Abbiamo l’accesso ai controlli?” chiese l’alieno che teneva sotto tiro
> Finn, che a quanto pare era al comando delle operazioni.
>
> Una terza voce, dalle parti della consolle di Ingegneria, rispose “I
> comandi non sono bloccati, ma non riesco ad accedere a nulla…”
>
> “Forse il Computer principale ha subito danni…” Avanzò una quarta voce,
> dai pressi della consolle tattica.
>
> L’alieno al comando sfiorò un bracciale che aveva al polso sinistro e
> disse “Ruk a squadra due…rapporto dalla Sala Macchine.”
>
> =*=Quaggiù è un macello, signore…deve esserci stata una perdita dal
> reattore.=*= riferì una voce, che attraverso il bracciale comunicatore
> pareva avere un timbro metallico =*=L’intera Sala Macchine è isolata e
> piena di fumi…comunque abbiamo il controllo della sala controllo.=*=
>
> “Umph…avete riscontrato resistenza?” domandò l’alieno, riportando per un
> attimo lo sguardo sull’Ufficiale dal colletto rosso ai suoi piedi.
>
> =*=No, signore…ci sono tre o quattro ufficiali feriti e piuttosto storditi
> che stiamo tenendo sotto tiro, ma la maggior parte dell’equipaggio di Sala
> Macchine doveva trovarsi nella stessa, quando c’è stata la perdita di gas e
> si sono chiuse le paratie di emergenza.=*= riferì tranquilla la voce dal
> timbro metallico, che evidentemente riteneva di non avere problemi.
>
> “Mi raccomando, barricatevi bene all'interno e tenete gli occhi aperti per
> eventuali azioni da parte del resto dell’equipaggio…” ordinò l’alieno,
> prima di chiudere la comunicazione e concentrarsi finalmente sul suo
> prigioniero dicendo “molto bene, Federale…sei il Capitano di questa nave?”
>
> “Sono il Comandante Finn, Primo Ufficial della U.S.S. Seatiger, della
> Federazione Unita dei Pianeti!” rispose l’interpellato, con tutto
> l’orgoglio che la sua posizione prona ed il fucile che gli teneva di mira
> la testa gli permetteva di mettere in quelle parole “ed al momento sono
> l’Ufficiale più alto in grado a bordo.”
>
> “Ottimo, Comandante Finn…” annuì, apparentemente soddisfatto l’alieno,
> facendo un passo indietro senza togliere l’arma dalla traiettoria che
> incrociava la sua fronte “io sono Ruk, dell’Egemonia Midiana, e prendo il
> comando della tua nave. Ora tu ordinerai al tuo equipaggio di arrendersi
> senza opporre resistenza.”
>
> “Il vostro è un attacco ingiustificato contro un vascello scientifico
> della Federazione!” protestò Finn, recuperando la posizione eretta con
> movimenti lenti e misurati, per non istigare l’alieno a sparargli contro
> “voi…”
>
> “Noi abbiamo i nostri buoni motivi.” Ribatté con un sorriso alquanto cupo
> l’alieno “motivi che non le interessano. Ordini subito al suo equipaggio la
> resa incondizionata.”
>
> Finn si guardò intorno, cercando con lo sguardo i propri ufficiali ed
> accertandosi che stessero bene. Anari era riversa a terra poco nello spazio
> tra la sua consolle e lo schermo visore e pareva svenuta, anche se il fumo
> e la consolle scientifica stessa rendevano difficile capirne le reali
> condizioni. Anche Tkar era a terra, e pareva quasi non respirare. Tholos e
> gli altri membri dell’equipaggio di Plancia, invece, si stavano riprendendo
> e venivano tenuti sotto tiro dagli Alieni.
>
> “Almeno mi garantisce che – se ci arrendiamo – non farete del male ai miei
> uomini?” chiese il Primo Ufficiale, mentre le spalle si piegavano
> leggermente verso il basso come per il peso delle conseguenze della
> decisione che si trovava costretto a prendere.
>
> “Le garantisco che – se non vi arrenderete – la mia nave vi farà saltare
> in mille pezzi seduta stante.” Rispose freddamente Ruk, che ormai aveva
> capito di avere vinto.
>
> “Signore! Non può consegnare la Seatiger!” provò a protestare Tholos,
> facendo per alzarsi in piedi. Il calcio del fucile di uno degli alieni si
> mosse però rapido e l’Andoriano, ancora intontito, non riuscì in alcun modo
> ad evitarlo, cadendo a terra come un sacco di patate, pur senza smettere di
> protestare “Il regolamento parla…”
>
> “Il regolamento afferma che non si deve cedere tecnologia federale
> segretata ad altre razze!” sbottò stizzito Finn, inalberandosi e facendo
> appena un paio di passi verso Tholos, quasi volesse tirargli anche lui un
> calcio “la Seatiger è una nave scientifica, non ha armi o tecnologie
> rilevanti. Nulla che questi signori non potrebbero procurarsi in un
> qualsiasi mercato nero del Quadrante Alfa con un po’ di Lathinum, comunque!”
>
> L’alieno a capo della squadra d’abbordaggio ridacchiò a quella scena,
> quindi disse “Comandante, la prego…deve parlare al suo equipaggio…”
> attirando l’attenzione dell’Umano sulla canna del fucile che ancora gli
> veniva puntata alle costole.
>
> “Oh…giusto…” disse Finn, come se per un istante fosse stato troppo preso
> dal suo sfogo per ricordarsi cosa stava facendo. Quindi si sfiorò il
> comunicatore e disse “A tutto l’equipaggio della Seatiger, qui è il
> Comandante Finn che vi parla. Siamo stati abbordati da forze aliene che
> hanno preso il controllo delle aree chiave della nave e la minacciano con
> le armi. Ci troviamo in una situazione da Codice 47, quindi vi ordino di
> comportarvi di conseguenza e non intraprendere azioni personali che possano
> mettere a rischio tutti. Finn chiudo!”
>
> “Molto bravo, Comandante…” annuì Ruk “adesso…”
>
> L’alieno venne interrotto da un cicalino proveniente dalla consolle
> operazioni, dove sulla schermata quasi nera si accese una lucetta
> intermittente. Incuriosito, si voltò verso questa, come fece anche l’alieno
> che vi si trovava accanto “Di che si tratta?” domandò il comandante della
> squadra d’assalto.
>
> “Oh, quello?” chiese Finn con noncuranza, spostandosi vicino all'alieno e
> guardando da sopra la sua spalla “Nulla di che…è solo la spia che segnala
> una comunicazione in arrivo…”
>
> “Ah, va bene…” assentì Ruk, prima di ricordarsi di un dettaglio “ma, un
> momento! Se i sistemi non funzionano, come…”
>
> “Pesce d’aprile!” disse allora Finn, approfittando della posizione di
> vantaggio sull'alieno per dargli una spinta e cercare di buttarlo a terra,
> mentre diverse cose avvenivano in contemporanea: Tutte le luci della
> Plancia si accesero e, mentre gli alieni si guardavano attorno stupiti,
> vennero rapidamente messi al tappeto dai vari membri dell’equipaggio.
>
> Tholos, agendo con una rapidità insospettabile visto il movimento
> precedente e la posizione parzialmente supina, colpì con un pugno l’addome
> dell’avversario più vicino e - mentre questi si abbassava per il
> contraccolpo – lo afferrò con forza per il collo tirandogli ancora più in
> basso la testa fino a fargliela cozzare contro la consolle Operazioni con
> un tonfo secco.
>
> L’alieno nei pressi della consolle Tattica sollevò il fucile per sparare
> all’Andoriano ma, prima che potesse anche solo pensare di prendere la mira,
> Tkar aprì gli occhi e si sollevò in piedi con uno scatto di reni,
> effettuando la presa al collo Vulcaniana e strappandogli al contempo l’arma
> di mano. Con la stessa, quindi, prese la mira verso il quarto alieno - che
> si era voltato per fronteggiare un Guardiamarina della Sezione Tattica che
> fino a quel momento si era finto un ingegnere tramortito accanto alla
> consolle Ingegneria – e lo colpì alle spalle, mandandolo a schiantarsi
> contro la paratia.
>
> Nel frattempo Finn era a terra, con Ruk chino sopra di lui e le mani
> disperatamente impegnate a tenere la canna del fucile lontana dalla propria
> faccia. L’Umano stava per gridare aiuto senza più ritegno, quando due
> fucili a particelle si posarono sulle tempie dell’alieno.
>
> Tholos, che reggeva una delle due armi, chiese “Serve aiuto, Comandante?”
> mentre Tkar, che teneva saldamente l’altra con una sola mano, strappò senza
> sforzo il fucile dalla presa dei due contendenti.
>
> “Pazzi, avete siglato la vostra condanna a morte!” ringhiò l’alieno,
> allontanandosi di colpo da Finn e cercando di correre verso la Sala
> Tattica, solo per trovarsi imprigionato in uno scintillante campo di forze
> eretto da Anari, che si alzò in piedi mostrando di tenere in mano un
> Tricoder.
>
> “Lei ed i suoi uomini siete in arresto…” gli rispose di rimando Finn,
> rialzandosi in piedi con un sorriso eccitato in volto, come un bambino che
> ha appena fatto un giro su di una giostra particolarmente spaventosa al
> luna park.
>
> “Lo vedremo…” ringhiò l’alieno, toccando il pulsante di richiamo, che
> avrebbe dovuto ritrasferirlo sulla sua nave. Avrebbe dovuto, perché invece
> non accadde nulla. “Ma cosa?”
>
> “Ah…ha presente quella chiamata? Quella che non avremmo dovuto ricevere?”
> domandò candida Anari, sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi da
> Denobulana. Quindi, mentre la voce di Carelli comunicava che avevano finito
> di espellere il gas dalla Sala Macchine e che gli alieni ostili erano
> confinati in una stanza adiacente, aggiunse “Era il Capitano Kenar, che ci
> informava che la nostra squadra d’assalto aveva terminato di prendere il
> controllo della vostra nave…”
>
>
> *Nave Stellare Arcadia – Gondola di Dritta – Flashback (cinque giorni
> dopo)*
>
> Khayr, Tochiro, Meeme il Dottore e altri sette membri dell’equipaggio si
> fissarono in silenzio per un lungo momento, cercando di evitare di guardare
> negli altri le stesse ferite e la stessa stanchezza che sapevano di avere
> addosso.
>
> Erano sfuggiti all'accerchiamento delle navi Galeteane e – grazie alla
> maggiore velocità dell’Arcadia – erano riusciti a seminarle, ma a caro
> prezzo. Durante i momenti antecedenti l’impatto con l’Ammiraglia di
> Galatea, infatti, circa ottocento aliene erano riuscite a penetrare a bordo
> della loro nave, cominciando una terribile battaglia che si era combattuta
> ponte dopo ponte, intersezione per intersezione.
>
> Quasi tutti i membri dell’equipaggio dell’Arcadia erano morti sotto il
> fuoco delle terribile armi a raggi Galeteane e, anche se avevano portato
> con sé quasi il doppio di nemici, la situazione era rapidamente diventata
> insostenibile.
>
> Khayr aveva guidato la nave in una nebulosa di Classe Mutara e, dopo aver
> bloccato gli accessi al computer principale, aveva predisposto una trappola
> esplosiva in Plancia, dalla quale lui ed i pochi superstiti dell’equipaggio
> si erano salvati all’ultimo secondo, grazie ad un teletrasporto di
> emergenza che li aveva condotti in quella zona schermata della Gondola di
> Dritta, un luogo praticamente inaccessibile dove difficilmente le Galeteane
> li avrebbero cercati.
>
> “Ci sono ancora una sessantina di quelle maledette a bordo…” commentò cupo
> il dottore, stanco di vedere amici e compagni morire “come faremo ad
> affrontarli in undici?”
>
> “Sappiamo che si sono asserragliate in Sala Motori…” commentò uno dei
> membri dell’equipaggio “perché non sfruttiamo i Tubi di Jeffries per
> raggiungerle da vari punti e farle a pezzi con un fuoco incrociato?”
>
> “Perché se colpiamo il Nucleo di Curvatura siamo tutti morti, idiota!” lo
> rimproverò Tochiro “e poi, credi che non terranno sotto controllo tutti gli
> accessi?”
>
> “Forse con un diversivo…” propose Meeme, parlando come sempre senza
> neppure far vibrare la membrana permeabile che aveva nel punto in cui
> Leijani e Matsumoto avevano la bocca.
>
> Khayr, a quelle parole, si fece pensieroso e disse “Sì…faremo così…”
>
>
> *U.S.S. Seatiger – Sala Riunioni - 25/11/2394 Ore 08:00*
>
> Dopo un breve aggiornamento sullo stato delle riparazioni, il Capitano
> Kenar lanciò un’occhiata alla nave dell’Egemonia Midiana, che galleggiava
> placida accanto alla Seatiger e disse “Ebbene, signori…cosa abbiamo
> scoperto sui nostri ospiti?”
>
> Fu Tkar, che aveva assunto il comando delle operazioni mentre i colleghi
> si erano concessi alcune ore di necessario sonno ristoratore, a riferire
> quanto erano riusciti a scoprire i suoi uomini “I nostri ospiti non si sono
> dimostrati particolarmente collaborativi, Capitano...” esordì “ma le loro
> banche dati ed una rapida analisi genetica hanno comunque contribuito a
> dipanare parte del mistero che avvolge la situazione attuale.”
>
> Kenar gli fece cenno di continuare ed il Vulcaniano disse “L’Egemonia
> Midiana non è completamente nuova alla Federazione. Otto punto tre anni fa
> un gruppo di circa 5.000 persone, che si identificavano come i
> sopravvissuti del pianeta Midia, si presentò ai confini della Federazione
> chiedendo asilo. I sopravvissuti affermarono di essere i soli superstiti
> del loro pianeta, distrutto da una incursione Borg, ed il Comitato Federale
> assegnò loro un piccolo mondo agricolo a circa 9.42 Anni Luce da Tellar,
> una colonia che ribattezzarono come Nuova Midia.”
>
> "Un inganno?" domandò perplesso il Capitano della Seatiger, che a quel
> punto non sapeva proprio cosa aspettarsi da questa razza che - se le loro
> ipotesi erano corrette - era stata in grado di manipolare un grande Impero
> del futuro di un'altra dimensione per aizzarlo contro la Federazione.
>
> "Temo di non avere dati sufficienti per confermare o smentire questa
> supposizione, Capitano..." affermò Tkar, mentre richiamava a video la
> posizione del mondo coloniale assegnato ai presunti profughi "all'epoca,
> stanti le nostre conoscenze del modus operandi Borg, non abbiamo avuto
> motivo di dubitare della veridicità delle loro affermazioni e - anche alla
> luce di quanto appreso ora - non è possibile escludere l'ipotesi che si
> tratti di una casualità e che ci troviamo di fronte a due percorsi
> evolutivi diversi per la medesima specie."
>
> "Ma, di fatto, questi Midiani ora occupano un mondo situato nel cuore
> della Federazione..." fece notare Tholos "un mondo che sarebbe una
> incredibile testa di ponte per attacchi verso i nostri mondi
> principali...Tellar, Andoria, Vulcano..."
>
> "Per la precisione, i sopravvissuti Midiani scelsero questo mondo
> desertico e scarsamente ospitale in luogo di molte altre opzioni più
> facilmente sviluppabili. La giustificazione all'epoca adottata - ovvero che
> cercavano un mondo più sicuro anche a costo di sceglierne uno di più
> difficile colonizzazione - era perfettamente in linea con la loro
> condizione e non dettò sospetti." Chiarì il Tattico "ad oggi, però, si
> tratta di una informazione che non può essere ignorata..."
>
> "Questi Midiani sono più infidi dei Romulani!" Esclamò sdegnato il
> Comandante Finn, essendo evidentemente giunto alle proprie conclusioni
> sulla faccenda. Dopo le due esperienze in Plancia, il Primo Ufficiale aveva
> acquistato un po' di sicurezza, che però avvizzì immediatamente
> all'occhiata di Kenar, che lo spinse a rettificare rapidamente "Cioè...se
> davvero hanno messo in piedi una cosa del genere, con tanti anni di
> preparazione, devono odiarci molto...ma noi nemmeno li conosciamo. Che
> possiamo mai avergli fatto di male?"
>
> “Questa è una domanda interessante…Tkar?” chiese Arjan, evidentemente
> girandola all’Ufficiale che aveva analizzato le banche dati recuperate.
>
> “Questa informazione non è tra quelle che siamo riusciti – fino a questo
> momento – a recuperare…” rispose il Vulcaniano senza scomporsi “su mia
> iniziativa ho preferito concentrare le analisi dei dati recuperati
> sull’aspetto tattico della vicenda, al fine di individuare i rischi per la
> nave e nella speranza di trovare conferme alle nostre teorie.”
>
> “E le ha trovate?” domandò di botto Anari che – per i suoi standard – era
> rimasta in silenzio sin troppo a lungo “Ci troviamo di fronte davvero ad
> un’Onda di Spostamento Planare?”
>
> Tkar fissò la Denobulana per un paio di secondi, quasi si aspettasse di
> vederla balzare in piedi per continuare a parlare, quindi disse “Ho trovato
> conferma del fatto che ci siamo trovati sbalzati nelle immediate vicinanze
> di un sistema solare estremamente difeso…come potete vedere,” e modificò le
> immagini dello schermo visore, riportando quello che pareva essere un
> sistema solare composto da una stella supergigante e da una dozzina di
> pianeti gassosi che avrebbero fatto passare Giove per un asteroide o poco
> più.
>
> Prima che qualcuno potesse chiedere, il Vulcaniano avviò un programma e
> all’immagine del sistema si sovrapposero gli schemi delle rotte di
> pattuglia di numerosi vascelli, le orbite di un certo numero di satelliti
> di osservazione e la posizione di quelle che parevano essere stazioni
> spaziali di intercettazione.
>
> “Non scherzava, Comandante…” commentò Carelli, con un fischio sommesso.
> Avvicinarsi a quel sistema sarebbe stato facile quanto lo era stato
> prendere Chin'toka, durante la Guerra del Dominio “quel posto è una dannata
> fortezza…”
>
> Per un momento il Vulcaniano parve combattuto se specificare o meno che
> lui non scherzava mai, ma alla fine decise di soprassedere, rispondendo
> invece “Il sistema è effettivamente molto ben difeso, per quanto le singole
> unità navali impegnate abbiano una potenza di fuoco non molto diversa dalla
> nostra. Ciononostante ritengo che le risposte alle nostre domande siano lì,
> quindi mi sono preso la liberà di far approntare una sonda di Classe IX,
> impostando nei suoi sistemi questa rotta…” e mostrò una nuova traiettoria,
> questa volta evidenziata in blu, che passava parabolicamente al di sopra
> del sistema evitando le stazioni di rilevamento fisse e intersecando le
> traiettorie delle navi di pattuglia ben lontane dalla loro posizione “che
> dovrebbe permetterle di trasmetterci una telemetria accurata dello stesso,
> con rischi relativamente ridotti per la sonda stessa e sostanzialmente
> nulli per noi.”
>
> “Molto bene, Comandante, proceda…” disse kenar, alzandosi per dirigersi in
> Plancia “e vediamo di capirci qualcosa in questa situazione…”
>
>
> *Nave Stellare Arcadia – Infermeria – Flashback (sette giorni dopo)*
>
> Khayr osservava le salme dei suoi uomini, composte sui letti
> dell’Infermeria dove il Medico Olografico di Emergenza le aveva deposte
> dopo averne accertato la morte. I pochi superstiti dell’Arcadia avevano
> infatti dato coraggiosamente la vita in un assalto frontale al Ponte di
> Battaglia, per permettere a lui, Tochiro e alla misteriosa Meeme di
> accedere ad una delle navette dell’hangar, dalla quale avevano usato il
> teletrasporto per in sala macchine e colpire con un’arma a particelle un
> contenitore di gas tossico che – spandendosi rapidamente – aveva ucciso
> quasi tutte le Galateane a bordo.
>
> Era stato Khayr stesso a sparare il colpo letale e – se fosse dipeso da
> lui – sarebbe rimasto lì ad osservare la nube gialla consumare quelle
> dannate piante infestatrici, ma i suoi compagni lo avevano tratto in salvo
> all’ultimo secondo.
>
> Giusto in tempo per sapere che i suoi uomini erano morti tutti… portando
> con loro un impressionante numero di nemici, certo, ma tutti morti.
>
> Anche Tochiro era stato ferito, ma aveva affermato di stare bene e di non
> preoccuparsi, perché aveva un piano geniale in mente.
>
> *Ed ora eccoti qui, amico mio…* si disse il pirata spaziale, fissando il
> corpo basso e tozzo disteso sul lettino davanti a lui. La ferita di Tochiro
> non era una ferita da nulla, ma un dolorosissimo colpo di un qualche tipo
> di arma disgregante ad effetto lento, un’arma che non lasciava scampo e
> concedeva alla vittima molto tempo per gustare l’agonia causata dal lento
> disgregarsi dei propri organi interni.
>
> Ma Tochiro era un duro e – nonostante tutto – era rimasto in piedi a
> lavorare. Insieme avevano portato la malconcia Arcadia in una vecchia base
> segreta del popolo di Meeme, una razza di geniali scienziati portati
> all’estinzione dalla sete di espansionismo Galateana. Qui il suo amico
> aveva compiuto un qualche strano lavoro, integrando il computer della base
> con quello malconcio dell’astronave.
>
> *Ma a cosa ti è servito, Tochiro?* si disse Khayr *Sarebbe stato meglio se
> ti fossi fatto curare…*
>
> Il MOE aveva affermato che – per quel tipo di ferita – non vi era rimedio,
> ma il pirata non gli aveva creduto: per lui Tochiro aveva scelto di
> lavorare fino all’ultimo per quella nave che era diventata per tutti loro
> il simbolo della libertà.
>
> Per un altro lungo momento Khayr si concesse di crogiolarsi in quel dolore
> lacerante che provava per la morte del suo amico e del suo intero
> equipaggio, poi si decise ad alzare lo sguardo verso Meeme, che già da
> alcuni minuti era entrata nella stanza e lo fissava in silenzio, rispettosa.
>
> “Volevi dirmi qualcosa?” chiese, cercando di non far assumere alla voce un
> tono troppo duro.
>
> “Non io…” rispose l’aliena, lasciandolo perplesso. Ormai erano i due soli
> superstiti su quella nave fantasma. E allora, chi? “Lui…”
>
> Il pirata seguì con lo sguardo del suo occhio sano la mano dell’aliena
> senza bocca, voltando la testa verso la porta dell’infermeria. Un istante
> dopo, non poté impedirsi di spalancare la bocca stupito, vedendo il suo
> migliore amico che – con una bottiglia in mano – lo fissava dal basso in
> alto con sguardo divertito.
>
>
> *U.S.S. Seatiger – Plancia - 25/11/2394 Ore 13:52*
>
> “Stiamo ricevendo le prime telemetrie della sonda, Capitano…” annunciò
> Anari mentre, al suo solito, canticchiava un qualche motivetto mentre le
> mani danzavano sulla consolle scientifica in maniera quasi indipendente.
>
> “Sullo schermo…” ordinò Kenar, irrigidendo in maniera impercettibile la
> schiena ed il collo, in attesa di vedere quel sistema solare dove –
> sospettavano – il nemico aveva dislocato il proprio apparato per la
> generazione di Onde di Spostamento Planare.
>
> Dapprima le immagini furono un po’ disturbate, come se il segnale fosse
> debole poi, dopo un rapido intervento di Tholos, divennero più nitide. Una
> grande stella, parecchi pianeti gassosi ed alcune strutture, impercepibili
> ad occhio nudo ma rese evidenti dai sistemi di correzione dell’immagine.
>
> “Curioso…” commentò la scienziata, giocando ancora per qualche secondo con
> la propria strumentazione e continuando a canticchiare un motivetto che –
> Finn sperava – nessuno in Plancia avesse riconosciuto come una strofa
> particolarmente audace di “My Andorian Baby”. Prima che al Capitano
> saltassero i nervi, comunque, la Denobulana aggiunse “Non so spiegare il
> perché, ma le reazioni nucleari di quella stella sono anomale…è come se
> venissero in qualche modo accentuate…”
>
> “Accentuate?” domandò il Primo Ufficiale, smettendo immediatamente di
> tamburellare con le dita sul bracciolo della propria poltrona “In che
> senso?”
>
> “Come dicevo, non so spiegarlo, ma quella stella ha una produzione
> energetica interna molto superiore alla norma per la sua classe stellare.
> Inoltre il consumo di materiale reattivo è molto più rapido del normale…il
> suo ciclo di vita è in qualche modo stato ridotto circa del 15%...” era
> evidente che anche la scienziata stava ancora cercando di raccapezzarsi in
> quella situazione.
>
> “Possiamo avere una visuale ravvicinata sul sole?” domandò Arjan, che era
> stato colto da una intuizione non esattamente felice e sperava ardentemente
> di sbagliarsi.
>
> “Possiamo tentare, ma ciò comporterà un rischio di individuazione della
> somma dell’ordine del 37.4%” rispose Tkar, impostando comunque i comandi da
> remoto per modificare la rotta del piccolo apparato d rilevazione spaziale.
>
> L’immagine zoomò sul sole e, rapidamente, i suoi contorni si fecero più
> definiti sullo sfondo nero dello spazio. I filtri applicati automaticamente
> dal computer definivano sempre di più l’immagine dell’immenso astro
> ribollente di energia nucleare, finché – quando ormai erano piuttosto
> vicini – non fu possibile osservare qualcosa che riuscì a chiudere per
> qualche secondo la bocca di tutti, compresa quella di Anari.
>
> Costruiti attorno al sole, infatti, numerosi anelli metallici formavano
> una fitta intelaiatura di contenimento e – in molti punti – quelli che
> sembravano sottili fili neri (probabilmente strutture cilindriche di decine
> di chilometri di raggio) affondavano letteralmente nella superficie
> ribollente dell’astro.
>
> Dopo qualche minuto, Anari si riprese dallo stupore e – leggendo i
> risultati della propria consolle, sulla quale aveva continuato a lavorare
> quasi in modalità automatica – disse “Capitano, credo di aver appena
> individuato l’apparecchiatura grazie alla quale i Midiani generano l’Onda
> di Spostamento Planare.”
>
> “Mi faccia indovinare…” commentò Kenar “si trova su quell’assurda
> struttura attorno al sole…”
>
> “No, signore…” rispose però la Denobulana, affermando ciò che nessuno di
> loro voleva davvero sentirsi dire “non si trova su quell’assurda struttura
> attorno al sole…è quell’assurda struttura attorno al sole, ed il sole
> parrebbe essere la sua fonte di energia…”
>
>
> *Da qualche parte nello spazio Galateano - Sala del trono – il futuro*
>
> La Regina Daphne fissò quella figura che fluttuava avanti a lei come un
> ologramma poco definito con una ira tale che – se i suoi occhi fossero
> stati armi – l’avrebbe trafitta a morte.
>
> La Regina Galateana non era abituata a ricevere un no come risposta, ma
> quell’essere insulso aveva osato rifiutare la sua giusta richiesta. Fu
> pertanto con furia appena controllata, che affermò “Abbiamo già ottemperato
> alla nostra parte dell’accordo, fornendovi ciò che ci avevate richiesto.
> Ora pretendo che facciate come vi ho ordinato, trasferendo tutta la mia
> Flotta nel passato!”
>
> =*=Regina Daphne…=*= disse infastidita la figura poi, dopo un momento in
> cui parve mordersi la lingua per non dire ciò che gli era passato per la
> testa, aggiunse =*=Regina…noi stiamo onorando la nostra parte dell’accordo
> così come voi state onorando la vostra. L’Egemonia Midiana trasferirà le
> vostre forze, ma non è possibile trasferire la totalità delle vostre truppe
> in una sola volta. Il dispendio di energia…=*=
>
> “Non è affar mio!” ribatté piccata la Regina, mentre il verde della
> clorofilla le colorava le gote per la furia appena repressa “Abbiamo
> seguito i vostri suggerimenti e provato a racimolare con l’inganno una
> posizione di vantaggio sulla Federazione, ma non ha funzionato. Abbiamo
> perso anni e risorse inutilmente. Ora si farà come dico io…trasferirete in
> massa le nostre forze nel cuore della Federazione e noi li distruggeremo
> con la potenza delle nostre armi!”
>
> =*=Quel che chiedete potrebbe distruggere l’apparato di trasferimento…=*=
> affermò frustrato il negoziatore, desiderando ardentemente di essere dove
> si trovava la Regina per il gusto di strangolarla a mani nude e vedere
> quanto fosse incendiabile quel suo corpo di pianta antropomorfa =*inoltre
> l’onda d’urto dello spostamento distruggerebbe quasi certamente sia il
> punto di entrata che il punto di uscita…=*=
>
> Ma, se quella era l’idea del Midiano per far ragionare Daphne, aveva
> sbagliato i conti, perché la Regina rispose seccamente “Non me ne importa
> nulla. Se il tuo signore vuole i codici di attivazione di quanto gli
> abbiamo fornito, farà ciò che ho ordinato.”
>
> E chiuse la conversazione.
>
> Il comandante Heliamphora, che fino a quel momento era rimasta in silenzio
> in un angolo della Sala del Trono, si inchinò ancor di più, quando gli
> occhi furiosi della Regina si puntarono su di lei. Il fallimento
> nell’infiltrazione e quello ancor più recente nel catturare Khayr e la nave
> Federal, infatti, facevano di lei un eccellente bersaglio della furia della
> sua sovrana.
>
> “Sei ancora qui?” domandò infatti stizzita la sovrana, poggiando la mano
> sul proprio scettro. Ma quello non era il momento di punire il suo
> generale. Fu per questo che – prima di perdere il controllo – la Regina
> ordinò “Vai a dare gli ordini alla flotta. Che le nostre forze si
> raggruppino tutte nel settore Lambda 1. Presto ci prenderemo i mondi
> assolati della Federazione!”
>
> *********************************
> *END TRANSMISSION*
> *********************************
>
>
>
> Ok, eccomi qui...
>
> Allora, come vi dicevo, la mia idea è che le Galateane sono in realtà uno
> strumento di quest'altra razza (l'Egemonia Midiana - razza da me
> inventata...spero...il cui nome e descrizione sono ovviamente modificabili
> prima della pubblicazione), che per qualche motivo ce l'ha con la
> Federazione. Sfruttando quell'enorme apparecchiatura attorno alla
> supergigante rossa, i Midiani possono spostare nello spazio, nel tempo e
> tra le dimensioni navi e persone, ma questo esaurisce l'energia della
> stella.
>
> Le Galateane vogliono portare la loro intera flotta nel cuore della
> Federazione ma ciò distruggerebbe il mondo che i Midiani hanno colonizzato
> con l'inganno...d'altra parte, se riusciamo a sabotare la macchina
> (distruggerla mi pare molto difficile) rischiamo di mandare in nova il
> sole, quindi diventando criminali per il nuovo universo.
>
> Quanto al nuovo universo, pensavo potesse essere carina come cosa...è il
> nostro universo, ma ha avuto una evoluzione totalmente diversa (coincidente
> per il 30% a livello di corpi celesti)...chi troveremo e come si sarà
> evoluto?
>
> Parlando col buon Capitano, col quale ho avuto una prima condivisione di
> queste idee per capire se quanto avevo buttato giù fosse più o meno in
> linea con la sua idea dell'avventura della Seatiger, era venuta uori la
> possibilità che l'apparecchiatura "spremistella_come_un_limone (TM)"
> potrebbe essere il lascito di una antica razza che la usava come sistema
> propulsivo o di esplorazione a lungo raggio. Il suo uso (per millenni,
> magari) avrebbe portato numerose stelle al collasso, creando supernovae in
> grado di modificare l'aspetto stesso della galassia come la conosciamo
> grazie al cambio del'assetto gravitazionale...stavo pensando - ma qui si va
> molto oltre quello che volevo fare con questo brano - che una possibile
> spiegazione del fenomeno potrebbe essere associata all'Impero Iconiano. Nel
> "nostro" universo sappiamo che gli Iconiani svilupparono i portali con i
> quali spostarsi tra i loro mondi...e se invece in questo universo, quel
> famoso giorno di tanto tempo fa, la Commissione Iconiana per lo Sviluppo di
> Tecnologia di Trasporto a Lungo Raggio avesse scelto di avviare il progetto
> "Onda di Spostamento Planare", anziché la tecnologia dei Portali?
>
> Ad ogni modo, in questo Universo in più qui abbiamo di certo un nemico
> (l'Egemonia Midiana), che dovremo incontrare per forza perchè a) ha la
> tecnologia per farci tornare a casa b) per salvaguardare la Federazione
> dobbiamo capire perché ci odia...
>
> E poi - in teoria - potrebbero esserci le Galateane. Se le dirottassimo in
> questa realtà sabotando la macchina, avremmo anche la loro intera flotta
> alle calcagna...e poi le Galateane sono piante infestanti, quindi
> probabilmente tenteranno di conquistare questa Galassia e, se le abbiamo
> portate noi qui per salvare la Federazione, sarebbe nostra responsabilità
> porvi rimedio.
>
> Che ne pensate?
>
> Fuori di testa?
>
> Io - intanto - corro a nascondermi in una capsula di salvataggio
>
> F.
>
> *_________________________________________________________________________*
> *Da*: Comandante del sommergibile *Sea Tiger*
> *A*: Ufficio Approvvigionamenti Arsenale di Cavite, Filippine.
> *Tramite*: Comando Forze Subacquee.
> *Oggetto*: Carta igienica.
> *#1*. Il 6 giugno 1941 questa nave ha inoltrato una richiesta di 150
> rotoli di carta igienica. Il 16 dicembre 1941 detta richiesta è stata
> restituita con la stampigliatura: "Materiale sconosciuto. Richiesta
> annullata."
> *#2*. Il Comandante del sommergibile *Sea Tiger* non può fare a meno di
> domandarsi cosa viene usato all'Approvvigionamento di Cavite in
> sostituzione di questo "materiale sconosciuto", un tempo perfettamente noto
> a questo Comando.
> _________________________________________________________________________
>
> _______________________________________________
> Stml3 mailing list
> Stml3 a gioco.net
> http://gioco.net/cgi-bin/mailman/listinfo/stml3
>
>
--
=========================================
OOOO
Capt. Arjan Kenar
Commanding Officer USS Seatiger NCC-72733
ICQ Combadge: 126295405
Private comunicator: arjiankenar a gmail.com
http://starfleetitaly.it/seatiger
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