[Stml3] 1.10 - Anari - Le conseguenze

Luca Bonetti bonneuber a gmail.com
Dom 28 Giu 2015 20:52:36 CEST


Ciao a tutti. Avevo preventivato di dover chiedere una dilazione, invece
alla fine sono riuscito a rimanere nei tempi. Certo, il brano è un po' una
schifezza perchè l'ho dovuto scrivere relativamente di corsa e con
ispirazione zero, ma spero che almeno come pezzo di transizione sia
passabile ... ciao!

PS: Nell'ultimo paragrafo, mi sono accorto di aver reso Finn più
"apparentemente scemo" di quello che volevo ... in realtà la mia intenzione
era di farlo solamente sovraeccitato a causa della situazione ... spero
vada bene comunque ;P

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Uss Seatiger – Plancia - 24/11/2394 Ore 17.06


 “Sullo schermo” ordinò con decisione, mentre con lo sguardo seguiva le
squadre mediche esaminare rapidamente. In realtà era più che altro scena,
il terrore che gli aveva attanagliato le viscere poco prima era ancora lì a
punzecchiarlo e a fargli rizzare i peli sulla schiena. Ma quantomeno era in
grado di dissimulare. Probabilmente in molti non lo vedevano adatto a
ricoprire il ruolo, se avesse dato segni d'inquietudine in questa
situazione l'intera linea di comando sarebbe caduta come un castello di
carte. Forse Anari o qualche altro ufficiale di plancia avrebbe preso il
suo posto. Cercò di non pensarci e di spostare l'attenzione sullo schermo,
dove campeggiava una strana ma minacciosa nave dalla forma tondeggiante,
colorata di un tenebroso viola e di nero. Vista da sopra, poteva apparire
quasi come la sezione a disco di una nave federale, ma la grande torretta
centrale ne rivelava il design a dir poco alieno.

“Tempo all'intercettazione?” domandò, cercando di apparire come il più
navigato dei capitani o dei facente funzione, come in questo caso. Si rese
conto di un leggero tremolio nella sua voce, si ritrovò a sperare che non
inficiasse sulla sua performance, fino ad ora pressoché impeccabile.

“Tre minuti e quarantotto secondi … - replicò prontamente Tkar dalla sua
postazione, attirando l'attenzione di Finn. Il vulcaniano appariva
piuttosto arruffato, segno che nemmeno lui era uscito totalmente indenne da
qualunque cosa fosse appena successa, ma tutto sommato se l'era cavata
meglio di altri - … le nostre armi sono offline e disponiamo solamente del
quaranta per cento della potenza totale degli scudi.”

Il Primo Ufficiale deglutì sonoramente, rendendosi conto della gravità
della situazione. Se quegli alieni si fossero rivelati ostili, avrebbero
trovato nella Seatiger un facile bersaglio e sarebbero stati in grado di
appallottolarla come un foglio di carta in meno di un minuto.

“Detesto essere latrice di ulteriori cattive notize, ma abbiamo un altro
problema. Uno bello grosso.” intervenne Anari dalla propria postazione,
lasciando danzare le dita sulla consolle come se fosse una sorta di
pianista intenta a suonare un complicato pezzo di Beethoven o Mozart.


 Arcadia, plancia 24/11/2394 Ore 17:15
Khayr aprì lentamente gli occhi, trovandosi davanti il volto alieno di
Meeme, che con fare materno teneva la sua testa fra le ginocchia,
cercando di risvegliarlo.
“Capitano! - affermò l'aliena accorgendosi del risveglio del
mezzosangue – Tutto a posto?”
“Ho passato momenti migliori …” affermò Khayr, accorgendosi solo in
quel momento del fatto che si trovavano in mezzo alla plancia. Quasi
completamente al buio. Soli.
“Dannazione!” Gridò, comprendendo la gravità della situazione e cosa
era successo, alzandosi di scatto e allontanandosi in fretta
dall'abbraccio dell'aliena, cercando di raggiungere un ammasso di
vestiti posto in maniera disordinata a terra, poco distante dalla loro
posizione. L'impatto con quell'onda, doveva aver interferito con gli
emettitori olografici e aveva fatto letteralmente scomparire
l'interezza della sua ciurma. Preso dal fervore, aveva una sola
priorità. Doveva vedere, doveva verificare che il suo equipaggio fosse
ancora presente da qualche parte. Non poteva perdere nuovamente il suo
equipaggio.
“Khayr …” affermò flebilmente l'aliena, osservandolo raggiungere il
mucchietto d'abiti e cercare l'emettitore al loro interno con frenesia
a dir poco animalesca.
“Meeme, dobbiamo recuperarli … - affermò, trovando finalmente ciò che
cercava e iniziando ad operare sul piccolo aggeggio - … dobbiamo
riportarli indietro.”L'aliena si alzò dalla prorpia posizione ed
iniziò a dirigersi verso di lui.
“Khayr …” affermò nuovamente, cercando di toccargli una spalla in modo
da fargli sentire la sua presenza. Presenza che il mezzosangue ignorò
bellamente, prima di entrare nel panico.
“No,no … no! - biascicò con voce tremante, lanciando con un moto di
rabbia l'emettitore contro una parete – dannazione!”
“Khayr, maledizione! Ascolta la donna!” la voce decisa del Primo
Ufficiale eruppe dall'emettitore appena scagliato via dal Capitano che
ora sembrava proiettare una versione distorta e dall'aspetto
bidimensionale, quasi come se fosse una vecchia diapositiva proiettata
su un telo.
“Tochiro?” domandò il Capitano mezzosangue, fissando la figura alta
metà dell'originale ma larga il doppio, dai colori che parevano
modificati utilizzando un effetto seppia.
“Aye. Per favore ricomponiti, ora come ora non sei un bello
spettacolo. Senza contare che non ci fai una bella figura con la
signora. - replicò Tochiro in maniera decisamente ironica. - Devi aver
pistolettato bene con quei comandi per ottenere questo risultato.”
“Yuki, Daiba e gli altri?” domandò il Capitano con evidente
apprensione, ignorando le parole del suo Primo Ufficiale.
“Stanno, o meglio, staranno tutti bene. – intervenne la donna aliena,
guadagnandosi finalmente l'attenzione del Capitano – L'onda che ci ha
colpito ha mandato in tilt più della metà dei nostri sistemi, compreso
quello degli emettitori. Prima di essere utilizzati nuovamente
dovranno essere ricalibrati …”
“Dubito che Yuki sarebbe felice ritrovandosi così …” ironizzò Tochiro,
indicando se stesso con il tozzo pollicione della mano destra,
sorridendo.
“Altri danni?” domandò Khayr, preoccupandosi dello stato della nave,
ora che sapeva che il suo equipaggio non era andato perduto.
“Avarie sistematiche su tutta la nave. - replicò nuovamente la donna,
in tono calmo – ci vorrà parecchio tempo per sistemare tutto, ma non
ci dovrebbero essere problemi … “
“E i Federali?”Tochiro e Meeme si scambiarono un occhiata, insicuri su
come continuare. Impossibilitati a dare una risposta.

Uss Seatiger – Infermeria - 24/11/2394 Ore 18:18


 La luce penetrante pugnalò con violenza le pupille di Arjian appena riuscì
a scostare le palpebre che sembravano divenute macigni. Cercò faticosamente
di proteggersi da quel fastidioso attacco, simile ad un centinaio di aghi
intenti a punzecchiargli la retina, portandosi un braccio a coprire gli
occhi, prima di rendersi conto della figura al lato del bioletto che lo
osservava in silenzio.

“Come si sente Capitano?” domandò l'Ufficiale Medico, esaminandolo con il
tricorder medico.

“Come un calzino in lavatrice. - replicò il Trill, cercando di riguadagnare
la posizione eretta, tastandosi la fronte dove era ancora possibile vedere
i residui di una brutta ferita. - Un po' ammaccato ma sto bene. Cos'è
successo?”

L'Ufficiale Medico assunse un espressione pensierosa, grattandosi una
tempia in cerca delle parole giuste.


 Uss Seatiger – Plancia - 24/11/2394 Ore 18:37


 Arjan fece il suo ingresso in plancia con passo deciso, provocando una
reazione fra tutti i presenti, specialmente in Finn, che evidentemente non
vedeva l'ora di passare lo scettro del comando a qualcuno.

“Capitano! - affermò, in tono gioviale, accennando ad un sorriso. - è
tornato …“

Il Trill non rispose verbalmente, producendosi invece in un cenno del capo
e avvicinandosi di qualche passo al suo diretto sottoposto.

La Plancia risultava ancora abbastanza malconcia e alcune consolle erano
rimaste prive di vita, costringendo alcuni Ufficiali all'utilizzo di
ripieghi di fortuna, ma la situazione era molto più rosea rispetto a poco
più che un'ora prima.

“Si. - replicò laconicamente il Trill, appoggiando una mano sulla spalla
del proprio sottoposto in maniera amichevole – Mi hanno detto che ha fatto
un ottimo lavoro ...”

Finn sembrò gonfiare il petto carico d'orgoglio, come una sorta di pesce
palla in uniforme federale.

“Abbiamo incrociato una nave chiaramente ostile. - intervenì il capo della
sicurezza, con il tipico aplombe vulcaniano, venendo immediatamente
interrotto da un esagitato Primo Ufficiale. - … sisi! Appena sono arrivati
a distanza di tiro hanno iniziato a sparare … pew pew pew … badabang! Ma
noi … manovra evasiva e poi wroom! - terminò Finn, mimando con le braccia
un razzo in partenza e accorgendosi solo dopo di avere gli sguardi di tutta
la plancia puntati addosso. Arjian innalzò un sopracciglio, insicuro se
essere indispettito dalla spiegazione a dir poco fanciullesca del suo
sottoposto. Probabilmente, la pressione dovuta all'improvviso peso del
comando aveva gravato in maniera eccessiva sull'equilibrio del Primo
Ufficiale. Fortunatamente non aveva provocato danni, anzi, tutt'altro.
Finalmente, dopo una serie di interminabili istanti, il vulcaniano decise
di riprendere la parola. - Malgrado la maggior parte dei nostri sistemi
fosse offline, il Comandnate Carelli è riuscito ad attivare la curvatura al
momento giusto … “

“Giusto in tempo!” riaffermò il concetto il Primo Ufficiale, ritornando poi
silente pochi attimi dopo.

“Li abbiamo ancora alle costole … - intervenne il Capo Operazioni andoriano
- … ma non appena riusciamo a trovare un porto sicuro … “

Sull'intera Plancia piombò improvvisamente il silenzio. Nessuno sembrava
voler prendere la parola, scambiandosi semplicemente occhiate preoccupate.

“Il dottore mi ha accennato qualcosa. - intervenne Arjian, sedendosi al
proprio posto. - Ma non è entrato nei dettagli. Dove siamo stati
trasportati?”

“Bella domanda … - rispose di getto la denobulana alla postazione
scientifica, accorgendosi poi di aver detto quello che in realtà voleva
solo pensare. Come se normalmente facesse altrimenti. - Non siamo ancora
riusciti a triangolare con esattezza la nostra posizione ma … “

“Ma?” domandò il Capitano ad Anari, che aveva assunto un espressione
contrita, quasi fosse colpa sua.

“Ma ho il fondato sospetto che la Seatiger non sia più nella sua dimensione
di appartenenza.”
-------------- parte successiva --------------
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