[Stml3] [02.05] Carelli - Vuoto
Franco Carretti
dewey_finn a mail.com
Dom 7 Feb 2016 02:12:42 CET
Molto bello il pezzo di Carelli, molto profondo.
Finn in versione Roger rabbit è bellissimo!
Gran pezzo :D
> Sent: Saturday, February 06, 2016 at 9:03 PM
> From: "illu 666" <illu666 a hotmail.com>
> To: "USS Seatiger" <stml3 a gioco.net>
> Subject: [Stml3] [02.05] Carelli - Vuoto
>
> Ecco il pezzo.
> NB: ho dato arbitrariamente il nome della nostra navetta Waverider in "Remora". chiaramente si può cambiare.
> le ho assegnato capacità di curvatura un po' più alta delle Aeroshuttle delle classe intrepid.
> non ci sono dati ufficiali in memory alpha (in teoria potrebbe essere solo un veicolo atmosferico).
>
> Enjoy
> Massimiliano aka illu aka Carelli
>
> ##########################################################################
> [02.05] Carelli - Vuoto
>
> USS Seatiger - Plancia
> 29/11/2394, ore 13:57 – Data Stellare 71911.18
>
> La plancia della nave federale era oppressa da una tensione palpabile.
> La porta si aprì per far entrare un'Anari visibilmente preoccupata.
> " Capitano. Il tenente Carelli ha chiamato? "
> " Sì, tenente. Siamo pronti. Appena quell'hangar si aprirà la recupereremo. Lei e
> T'Kar. "
> " E Finn. "
> " Certo. Anche lui. "
> Anari si affrettò alla consolle scientifica.
> " Preparo una scansione approfondita. Non appena saremo nell'hangar li
> teletrasporteremo. "
> " Signor Rashan, voglio tutte le sale teletrasporto attive, pronte per un
> teletrasporto di massa. Allerti anche il dottor Bruce. Potrebbero esserci dei feriti. "
> Rashan si voltò verso il Arjan.
> " Capitano! Picco di energia dalla porta dell'hangar! "
> Immediatamente sul monitor principale fu visibile un fiotto di detriti sparati
> nello spazio. I portelli non esistevano più.
> * Perché un'esplosione? *
> Si domandò Kenar.
> * Qualcosa deve essere andato storto. *
> Si rivolse ad Anari.
> " Anari. Scansioni i detriti. Potrebbe essere stata trascinata fuori. McAllan.
> Ci porti all'interno. "
> " Non c'è, capitano. "
> Disse Anari
> " Meglio così. Appena ha un aggancio stabile la teletrasporti direttamente in
> infermeria. L'esposizione al vuoto non è uno scherzo. "
> La nave si infilò agilmente nello spazio prima occupato dai detriti.
> " Anari... ce l'ha? "
> La voce dell'ufficiale scientifico era desolata.
> " Non c'è, capitano. Non rilevo Droxine da nessuna parte... "
> Arjan lanciò un'occhiata muta all'ufficiale scientifico.
> " Quanto al salto in curvatura? "
> " Tre minuti e sedici secondi, capitano. "
> " Andiamo avanti con la missione. "
> Anari aprì la bocca per protestare. Poi la richiuse. Capiva le ragioni del capitano.
>
> Nave sconosciuta. Locazione sconosciuta.
> 29/11/2394, ore 13:51 – Data Stellare 71911.17
>
> Finn Scrutava il suo pubblico mentre suonava. Sembravano tutti bloccati.
> * Oh bé... finché non mi saltano addosso è tutto grasso che cola... *
> E così continuò a cantare e suonare. Stava cominciando a prendere la mano con
> quello strano pianoforte. Aveva un bel suono, ricco e con tonalità profonde.
> Con la coda degli occhi vide due alieni che si avvicinavano. Avevano un aspetto
> vagamente ittico. Come dei pesci umanoidi color malva.
> * Aia... *
> Ma non si fermò.
> Gli alieni raccolsero uno strumento a testa ed iniziarono a suonare, cercando di
> seguirlo.
> " Grande ragazzi! Avanti! Ritmo! Ritmo! "
> Gli alieni, anche senza capire le parole sembrarono comprendere il senso e si
> impegnarono di più.
> Alla fine il brano giunse al termine. Il loro pubblico li festeggiarono con una
> specie di frinio.
> * Almeno spero che siano l'equivalente degli applausi. In ogni caso sarebbe peggio
> mi tirassero frutta marcia. *
> I suoi compagni gli si avvicinarono ticchettando nella loro lingua.
> " Siamo andati proprio bene. Dobbiamo lavorare un po' sui bassi, ma per essere la
> prima volta abbiamo spaccato. "
> Gli altri risposero con altri ticchettii.
> " Ehh... potremmo mettere su una band. Poi potremmo mettere un bel tour. Tenacious D
> e la sia crew ticchettante... Nella mia carriera ho fatto di peggio... "
> " tkttkk... tk! Certo che suona quel tkakk proprio da schifo. "
> " Zitta... ti sente! "
> " Ma no... non vedi che non capisce un kak. Il traduttore non funziona. "
> " Ahem... "
> I due si voltarono a guardarlo all'unisono.
> " Einsomma... era la prima volta. Posso migliorare. "
> " I due assunsero un colore malva più scuro. "
> * è bello essere dal lato giusto di una gaffe per una volta. *
> " Tu ci capisci? "
> " Sembra che il mio traduttore universale si sia finalmente svegliato. "
> " Ehm scusa... non volevamo offendere. "
> " Nessuna offesa, tranquilli. A questo punto direi che urgono delle presentazioni.
> Piacere, Dewey Finn. Sono il primo ufficiale della nave spaziale federale USS
> Seatiger. "
> " Io sono K'lakhk'k e la mia compagna T'ktklk. Siamo musicisti nella banda musicale
> della nave. "
> " Mmmm sinceramente non credo di riuscire a pronunciare i vostri nomi. Che ne dite
> se vi chiamo Klak e Tak? "
> I due avrebbero probabilmente replicare ma Finn non gliene diede possibilità.
> " Ma siete musicisti. Allora siamo colleghi! "
> " Non aveva detto di essere un ufficiale? "
> " Certo certo. Anche questo. I migliori ufficiali sono anche buoni musicisti. È
> un requisito nella flotta sapete? E modestia a parte io sono uno dei migliori.
> La mia band... "
> tut-tururuttut-tut-tut...
> un debolissimo rumore appena udibile nel brusio di fondo della folla attirò la sua
> attenzione.
> tut-tururuttut-tut-tut...
> " Ma cos'è questo rumore? "
> I suoi nuovo amici lo guardarono confusi.
> " Io non sento nulla. "
> " Nemmeno io. "
> " Ma sì... è come se qualcuno colpisse qualcosa creando un motivetto. Mi è
> familiare... "
> tut-tururuttut-tut-tut...
> Finn si mosse in direzione di una delle pareti della sala.
> tut-tururuttut-tut-tut...
> " Ma questo è... Non è possibile. Ammazza la vecchia col flit?!? "
> Il rumore veniva da un portello di servizio appena visibile.
> " Si può aprire questo? "
> " Veramente non sappiamo se è il caso... "
> Ma Finn aveva già trovato la maniglia e la stava già tirando.
> Ne emerse subito una testa impolverata fino alle orecchie a punta.
> " Signor T'Kar!? Cosa ci fa qua? "
> Il vulcaniano si spolverò generando una nuvoletta di polvere.
> " Cercavo lei. "
> " Bé mi ha trovato. Ed ora? "
> " Ed ora rimaniamo qui.
> " Perché? Anzi, aspetti un attimo... "
> Finn lanciò un'occhiata di sbieco all'altro.
> " 'Ammazza la vecchia col flit'?! T'Kar, lei conosce il motivetto di 'Ammazza la
> vecchia col flit'. Si rende conto? "
> " Dovendo attirare la sua attenzione ho considerato più corretto utilizzare un
> riferimento musicale. Con Anari avrei utilizzato la successione di Fibonacci. O il
> codice Morse. Un un processo comunicativo è vitale prendere in considerazione la
> ricevente ottimizzando l'efficienza del trasporto dati. "
> Si difese il vulcaniano. Ma Finn era implacabile.
> " Certo certo ma... 'ammazza la vecchia col flit', si rende conto? "
> " Vogliamo tornare alla crisi in corso? "
> " E sia... ma non riuscirò più a guardarla come prima. Lei ha scosso le mie
> certezze sui vulcaniani. "
> T'Kar sospirò e raddrizzò la schiena come per darsi un contegno. Finn avrebbe
> potuto giurare che il suo viso avesse una tinta più verde del solito, ma forse
> erano solo le luci.
> " Non riesco a comunicare con Seatiger, ma credo di aver capito il motivo per cui
> la nave è deserta. Devono aver avuto un guasto agli smorzatori inerziali. Capisce
> le implicazioni? "
> Finn rabbrividì.
> " Certamente. "
> Rispose con voce grave.
> T'Kar continuò ad esporre.
> " Dal momento che questa sala è invece occupata è ovvio presumere che qui gli
> smorzatori funzionino correttamente. E poiché questa gente rimane qui nonostante
> la nave sia ferma deduco che abbiano paura che riparta. Probabilmente a causa di
> una rotta programmata ed automatizzata. Quindi... "
> " ...Rimaniamo qua. "
> " Corretto. "
> " Uhm posso presentarle dei miei nuovi amici? Questi sono Klak e Tak. Ragazzi? Vi
> presento il signor T'Kar. Una gran testa. "
> L'ufficiale passò sopra la presentazione dell'altro, improvvisamente interessato.
> " Lei riesce a comunicare con loro? "
> " Sì, il traduttore l'ha sfangata e... "
> Ma T'Kar stava già armeggiando con il tricorder.
> " Database linguistico sincronizzato. Questo ci apre molte opzioni. Ottimo lavoro,
> signore. "
> " Ehm grazie. Ho solo parlato. "
> " Attività nella quale, ho notato, eccelle. "
> " Grazie. Era un complimento, vero? "
>
> Da qualche parte
> 29/11/2394, ore 14:01 – Data Stellare 71911.19
>
> Droxine cercava di contenere la nausea. Era costretta in uno spazio angusto
> completamente al buio che vorticava in modo folle.
> Si puntellò meglio ed accese il tricorder. La debole luce che emanava lo schermo
> era probabilmente l'ultima che avrebbe mai visto.
> =^= Diario personale del capo ingegnere. Registro questo messaggio nell'improbabile
> caso che venga ritrovato. E per distrarmi. =^=
> Droxine deglutì.
> =^= Un delle paure più profonde di chi prende la via dello spazio è morire nel
> vuoto, al freddo. Soffocando lentamente. Tutta la nostra tecnologia ci protegge ma
> la paura è sempre lì. Per quanto tu ami lo spazio quel terrore ti segue sempre.
> Appena un passo dietro di te. Bene... eccomi qua. L'aria è già viziata, la
> temperatura sta crollando e solo pochi centimetri di materiale mi separano da una
> decompressione esplosiva. =^=
> Ansimò. L'aria si stava facendo veramente troppo pesante o era una crisi di panico?
> =^= In tutto questo riesco a pensare solo una cosa. Se sopravvivo uccido il
> comandante Finn! =^=
>
> *** Flashback ***
> Hangar della nave sconosciuta – 4 minuti prima
>
> Droxine si diresse alla consolle di servizio dell'hangar.
> Era proprio vicino ad una specie di sgabuzzino. Avrebbe aperto i portelli di
> attracco e sarebbe schizzata nella stanzetta. Non serviva che fosse completamente
> ermetico. La Seatiger l'avrebbe tratta in salvo in pochi secondi. La decompressione
> avrebbe ripulito a sufficienza l'hangar. Semplice ed elegante.
> Doveva solo interpretare il pannello di controllo in lingua aliena. Oh bé.
> Quante consolle aliene aveva utilizzato con successo nella sua carriera?
> Infatti individuò subito un'icona promettente. Quello che sembrava una porta con
> una barra sopra. Sì, avrebbe scommesso su quello.
> Misurò la distanza che la separava dalla porta, si mise in posizione per scattare
> e toccò l'icona.
> Un capo di forza lampeggiò lungo le pareti e sigillò tutto l'hangar.
> Droxine si bloccò.
> * Maledizione! *
> Si era messa in trappola da sola.
> Cercò l'icona per premerla di nuovo ma la consolle si era disattivata.
> I suoi pensieri virarono ad imprecazioni più colorite.
> Toccò il suo comunicatore.
> " Carelli a Seatiger. Rispondete. "
> Nulla.
> * Ma cosa... anche un jammer? Tutto questo non può essere un caso. Questa è una
> vera e propria trappola. Ma per chi? *
> Controllò il tricorder. Mancavano 7 minuti alla partenza della nave. La prospettiva
> di diventare bidimensionale non la solleticava.
> * Non so chi abbia architettato questa cosa ma si accorgerà che il capo ingegnere
> della USS Seatiger è un osso duro. *
> Aveva adocchiato da prima i resti di una navetta. Era completamente andata ma uno
> dei propulsori era quasi del tutto a nudo.
> Il fatto era che buona parte dei detriti arano addossati sulla parete in direzione
> di poppa. Lì il capo di forza sfrigolava cercando tagliare attraverso i rottami
> metallici senza molto successo. Gli emettitori erano già sotto sforzo.
> Avrebbe attivato il propulsore a bassa potenza.
> Gli ugelli, che erano opportunamente orientati verso l'emettitore più vicino ai
> portelli (aha! Errore di progettazione!), avrebbero sovraccaricato il campo. E
> booom.
> Il problema era che lei si sarebbe trovata in una stanza piena di detriti volanti
> ad alta velocità e sparata nello spazio. Non aveva simpatia per le decompressioni
> esplosive, quindi si cercò un contenitore in cui rifugiarsi. Lo trovò quasi subito.
> Era poco più di una bara ma era meglio non avere troppo spazio, altrimenti si
> sarebbe frantumata le ossa rimbalzando sulle pareti. Il materiale sembrava solido
> ed abbastanza spesso. Avrebbe a resistito agli urti. L'aria non sarebbe stato un
> problema: la Seatiger l'avrebbe recuperata quasi subito.
> Ecco qua. Missione compiuta anche questa volta.
> Si affrettò a mettere in pratica il suo piano. Appena attivato il propulsore si
> rifugiò nel contenitore.
> * Non è da tutti scegliere la propria bara. *
> Pensò ridacchiando.
> Chiusa al buio sentiva l'ululato del motore che copriva quasi quello degli scudi
> in agonia.
> Poi l'esplosione. Il rombo del vento accompagnato dall'accelerazione frammenti
> piccoli e grandi picchiettavano sulla superficie esterna. Ne sarebbe bastato uno
> più grosso degli altri. O dotato di sufficiente energia cinetica...
> * Avanti... resisti... *
> Il picchiettio rallentò, fino a terminare del tutto.
> * Aventi ragazzi... mi vedete? *
> Accese il tricorder solo per avere un po' di luce.
> Un minuto passò. Poi due. Che velocità aveva? Quanto si era ancora allontanata
> della Seatiger? Avrebbero già dovuto recuperarla.
> Un'idea le attraversò la mente raggelandola. Lanciò un'analisi sulla scatola che la
> conteneva.
> Le si interruppe il respiro quando capì. Il materiale era un ottimo schermo per i
> sensori. Forse serviva per il trasporto di campioni biologici. Più probabilmente
> contrabbando. La Seatiger l'aveva mancata. Era morta.
> * Non è da tutti scegliere la propria bara. *
> Ma questa volta non rise.
>
> Da qualche parte nello spazio
> Ora
>
> * Ed eccoci qua. *
> L'aria che le usciva di bocca faceva nuvolette. Tremava. Faceva fatica a pensare
> ormai. Era intontita. Non aveva paura. Non più. Non aveva abbastanza ossigeno nel
> sangue per alimentarla.
> * Dormi. Droxine. Non sei abbastanza coraggiosa per incontrare la morte da sveglia. *
> Chiuse gli occhi.
>
> ...
>
> Luce. Qualcuno le premeva qualcosa sulla bocca. I suoi polmoni si gonfiarono di
> aria.
> Dolce, deliziosa aria. Non si apprezzano mai le cose necessarie se non quando ti
> vengono tolte.
> Focalizzò a fatica il viso che la fissava dall'alto. Non sembrava contento.
> " Lei è... il nuovo dottore, vero? "
> Mugulò.
> " Symon Bruce. Per servirla. E dico sul serio. Perché a quanto pare sono stato
> rapito per servirla. Dai tempi del ratto delle Sabine questo non promette bene. "
> Brontolò l'altro.
> Droxine non si sentiva in grado di sostenere una conversazione complessa quindi si
> guardò intorno. Riconobbe l'interno.
> " Siamo sulla Remora? "
> Una voce conosciuta venne dalla prua della navicella.
> " Brava! Sembra chele facoltà mentali non siano state intaccate. "
> " Anari! Lo sapevo. Potevi essere solo tu. "
> " Concordo. "
> Sottolineò la voce stizzita del dottore.
> Droxine si alzò dal pavimento dove era sdraiata lottando con le vertigini e si
> affrettò verso la poltrona accanto all'ufficiale scientifico, ignorando un sempre
> più infastidito Symon.
> " 'Grazie, dottore per avermi curata da un serio caso si asfissia e di
> assideramento. Posso alzarmi ora? No? Grazie dottore. Le lo dice lei sono sicura
> che sia la cosa migliore' "
> Le due donne ignorarono bellamente i borbotti dell'uomo.
> " Come hai fatto a trovarmi? Il contenitore era schermato. "
> " Appunto. Ho cercato i contenitori compatibili come dimensioni il cui interno non
> potevo scansionare. "
> " Ma erano tantissimi e dispersi. Inoltre avresti potuto farlo solo a distanza
> ravvicinata. "
> " Bé, non riuscendo a trovarti era ovvio che se non eri nella nave dovevi essere
> fuori. Ho intuito che potessi essere in un contenitore schermato. Quindi ho
> convinto il capitano a farmi fare un tentativo. Poiché la Seatiger era nell'hangar
> non potevo prendere una navetta, quindi ho preso la Remora, dopo aver prelevato il
> dottore... "
> " Mi ha teletrasportato dall'infermeria senza chiedermi niente! Avrei potuto essere
> nel bel mezzo di un'operazione chirurgica! "
> " ...quindi ho creato un algoritmo di scansione ed ho calcolato la rotta con la
> maggior incidenza di detriti della forma e dimensione desiderati. Ed eccoci qua. "
> " Capitano, navetta, rotta, algoritmo... ma quanto tempo è passato? "
> " tre minuti circa. "
> Droxine scosse la testa incredula.
> " Sei incredibile. "
> " Oh non esageriamo. In realtà avevo gli algoritmi pronti. "
> " Ah ecco. Un attimo. Tu hai algoritmi di ricerca di punti ciechi già pronti? "
> " Li faccio come passatempo. Non si sa mai se e quando possano tornare utili. "
> Replicò Anari sulla difensiva.
> " Mia cara... questo è ossessivo-compulsivo, altro che... "
> " Stai forse dicendo che sono pazza? "
> " Se non lo dice lei lo dico io... "
> Interloquì Bruce.
> Anari si voltò verso il dottore con un sorriso.
> " Suvvia, Doc. si rilassi. In fondo abbiamo salvato il nostro capo ingegnere.
> Secondo me dovrebbe fare più sesso. Tra l'altro la prima cosa che Droxine ha visto
> dopo un'esperienza di quasi morte è stato lei. Se si gioca bene le sue carte sono
> sicura che avrebbe una possibilità. "
> " Anari!! "
> Strillò Droxine arrossendo.
> " Non guardare me. Se ti ricordi la mia parte l'ho già fatta... "
> Il dottore aprì e chiuse la bocca un paio di volte e poi fece una ritirata
> strategica verso il retro della navetta. Sapeva quando era in minoranza e la
> battaglia era persa.
> * Ma non la guerra. Prima o poi qualcuno dovrà pur fare una visita ginecologica. Ed
> allora... *
> Ora che erano sole Anari tornò a rivolgersi a Droxine.
> " Allora come ti senti? Dopo un'esperienza come la tua possono anche esserci
> conseguenze psicologiche. Hai un senso di soffocamento? L'impressione che le pareti
> si chiudano su di te? Claustrofobia? "
> Droxine boccheggiò.
> " Fino ad un attimo fa no... grazie eh? "
> Il tono di Anari si fece più serio.
> " Scherzi a parte, Dro, come ti senti? "
> Droxine rimase un po' in silenzio.
> " Sono arrabbiata. Con me stessa. "
> " Perché? "
> " Ho fatto una serie di stupidaggini in quell'hangar. "
> " Bé, ce l'hai fatta no? Hai permesso alla Seatiger di entrare. "
> " Non è quello. Qualche tempo fa, quando ero molto meno sicura di me, non avrei
> commesso quegli errori. "
> " Nessuno è perfetto, non credere che... "
> " No, ascolta. In questi anni abbiamo fatto cose al limite del possibile ed anche
> oltre. Con il tempo ho cominciato a credere che tutto mi sarebbe stato permesso.
> Sono diventata incurante. Troppo sicura di me. Mi manca la paura, capisci? La paura
> ti tiene in riga, concentrata. In quell'hangar ero così stupidamente sicura che ce
> l'avrei fatta che ho tralasciato accorgimenti che un tempo avrei usato. "
> Sospirò.
> " Lo spazio non aspetta altro che questo. Una distrazione e sei morta. Ed io lo
> ero. Sapevo di esserlo e di essermelo meritato. "
> Droxine si accorse di stare piangendo.
> Anari rimase in silenzio un po' mentre l'amica si sfogava. Poi decise di rompere
> piega deprimente che aveva preso la conversazione.
> " E quindi? Appena tornati sulla Seatiger ci aspetta un giro di vite sui controlli
> di sicurezza? Controlli tecnici maniacali a gogo? "
> Droxine fece una risatina asciugandosi le lacrime.
> " Diavolo, sì. Aspettatevi un fottuto regno del terrore! "
> Risero entrambe.
> " Parlando della Seatiger. Quanto manca ad arrivare? "
> " Ecco... a proposito di quello potremmo avere qualche piccolo problema... "
> Droxine la guardò senza capire.
> " La nave aliena è balzata in curvatura portando via la Seatiger con sé. E noi
> siamo su una nave classe Waverider. "
> Droxine comprese.
> " Curvatura massima 4. a che fattore di curvatura viaggiano loro? "
> " Curvatura 6. "
> " Oh bene. "
> " Ma non sarà un problema giusto? "
> " Bé abbiamo uno scienziato geniale ed un ingegnere in grado di fare miracoli qui,
> giusto? "
> " Mi accorgo di aver gettato parole al vento... "
> " Tranquilla, in quell'hangar era da sola. Ora sei insieme a me. Possiamo veramente
> fare tutto! "
> Droxine alzò gli occhi al cielo.
> " E se proprio non se la dovessimo fare e rimanessimo bloccati nello spazio
> profondo possiamo sempre sollazzarci con il dottore... "
> " ... "
>
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