[Stml3] [MEX 04.03]: La sedia

illu 666 illu666 a hotmail.com
Ven 14 Apr 2017 21:52:01 CEST


Buon pezzo, veramente.

scorre bene, punta l'attenzione su diversi membri dell'equipaggio e dà un senso di anticipazione


unica cosa. McAllan non dovrebbe poter spostare la nave senza conferma di Finn.

ma essendoci appunto quest'ultimo al comando una certa informalità ci può stare


Massimiliano aka illu aka Carelli


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Da: Stml3 <stml3-bounces a gioco.net> per conto di Rashan <rashan.tholos a gmail.com>
Inviato: venerdì 14 aprile 2017 18.23
A: USS Seatiger
Oggetto: [Stml3] [MEX 04.03]: La sedia

Ciao,

ecco il mio brano. Scusate ancora per il ritardo.

USS Seatiger, Plancia 02/01/2395, Ore 16:25

Erano spariti nel nulla da pochi istanti ma quell’attesa stava logorando
i nervi di Finn. La poltrona era diventata improvvisamente scomoda e non
c’era verso di trovare una posizione che lo soddisfacesse.Nulla, niente
da fare, non riusciva proprio a mettersi comodo. No! La poltrona non era
cambiata anzi la poltrona del capitano era il sedile più comodo di tutta
la plancia. Era il povero primo ufficiale a non riuscire a starsene
buono in attesa che i suoi ufficiali terminassero le analisi. Aveva
condotto la nave più di una volta in battaglie impossibili ma lì aveva
preso decisioni importanti una dietro l’altra senza aver il tempo di
stabilire se fossero giuste o no. Ora, invece, doveva attendere. Una
cosa che aveva trovato difficile fin dai tempi in cui era una rock star.
Aveva smesso, saggiamente, di guardare Tholos e Anari lavorare per non
mettere loro fretta o pressione ma nemmeno poteva conversare con il
consigliere Cacciatore in quanto non voleva disturbare gli altri
ufficiali di plancia. Per alcuni istanti guardò la nave di classe
Dedalus sullo schermo ma non trovò nulla di interessante nella vista di
quella antica nave stellare federale. Aveva letto di sfuggita qualcosa
in passato su quella classe ma ora non ricordava nulla. Infine decise di
richiamare sul monitor posto nella poltrona del capitano una serie di
informazioni sui sistemi della nave al fine di impiegare il tempo in
maniera costruttiva. Era impegnato ad analizzare un sistema di bordo
chiamato navigatore inerziale quando la voce di Anari lo
richiamò:”Comandante, ho terminato le analisi.”

Finn si alzò di scatto dalla poltrona:”Quindi?” Con un baleno il primo
ufficiale raggiunse la scienziata.

“Ho rilevato negli istanti subito precedenti alla scomparsa dell’away
team in picco gravimetrico con una relativo spostamento di fase.”
Illustrò Anari ma ormai Finn si era perso in quelle parole ed era in
trepidante attesa di capire se gli avevano appena comunicato una buona o
una cattiva notizia.

“Dove sono?”Chiese lui con una certa ansia.

“Sfasati dimensionalmente.” Iniziò a dire Anari, per poi continuare:”E’
come se fossero appena fuori dalla nostra dimensione.”

“Sono qui ma è come se non li vediamo?” Chiese speranzoso l’umano.

“Sì.”

“Come facciamo a riportarli indietr… .” Ma la domanda venne sostituita
da una nuova:” Come facciamo ad evitare che anche noi subiamo lo
sfasamento?”

Quella semplice correzione di priorità fece voltare tutti gli ufficiali
di plancia che guardarono Finn con un aria tra lo sbalordito e il
meravigliato:il mestiere da Primo Ufficiale stava entrando in lui.

Tholos fu il primo a rispondere:”Sto modificando le frequenze degli
scudi per garantirci una protezione… ma non so se sarà sufficiente.”

“Cerco di mettermi a distanza di sicurezza pur rimanendo a distanza di
teletrasporto.” Fu il commento di McAllan.

Risolta la situazione Finn si voltò verso Anari:”Come possiamo
riportarli indietro?”
“Difficile da correggere lo sfasamento… sto cercando di ripolarizzare
gli emettitori dei sensori dorsali… ci vorrà tempo.” Ripose la donna
mentre lavorava sulla consolle.

Finn tornò a sedersi alla poltrona de capitano. Ma questa volta non si
sedette scomposto, timorante e pensieroso. Si sedette svaccandosi come
una rock star può fare o come un comandante che ha tutto sotto controllo
può fare: comodamente sprofondato testa appoggiata tutta a desta, gamba
sinistra sul bracciolo penzolante di fuori e sulle labbra un motivetto rock.

“Bene.. riportiamo sul palco le special guest star della squadra di
sbarco.” Il primo ufficiale scrollò la testa:”Non credevo di ridire
ancora una volta queste parole… non sapete che fatica ho fatto più di
una volta per far salire certe prime donne o certi musicisti
inaffidabili.” Alla parola inaffidabili tutti gli ufficiali di plancia
strabuzzarono gli occhi sorpresi che provenisse da Finn.

“Tipo?” Chiese curiosoMcAllan.

“Allora vi racconterò una storia, vi ricordate del chitarrista dei… .”

USS Seatiger, Infermeria 02/01/2395, Ore 16:27

Il capitano Kenar si era nuovamente assopito. Questa volta era un
tranquillo sonno senza sogni, riposante e rinfrescante. Era come
sommerso un vuoto amichevole e rilassante che lo avvolgeva proteggendolo
dall’ambiente esterno. Lui e il suo simbionte. Non c’era nessun’altro.
Erano in perfetta simbiosi. In quella bolla protettiva il capitano
poteva sentire perfettamente i pensieri del simbionte e i due stavano
dialogando come mai prima. D’improvviso percepì qualcosa di solido
attorno a lui. Lentamente portò le mani ai lati e sentì dei braccioli.
Si guardò intorno e si trovò su una poltrona. Era su una poltrona da
capitano, molto simile a sua ma con delle differenze che soltanto un
capitano poteva cogliere.

Il trill si guardò attorno e si ritrovò in plancia. Ma non era la
plancia della sua Seatiger ma bensì la plancia di una classe Intrepid.

Prima che potesse chiedersi dove si trovava vide una donna davanti a lui
con i gradi da capitano.

“Ammiraglio Janeway… .”La riconobbe Kenar.

“Lei ha intrapreso un lungo viaggio, capitano.” Esordì la donna e, prima
che il trill potesse controbattere, aggiunse:”Ma le manca qualcosa.”

“Una rotta.” Intuì Kenar.

“Esattamente.”

“Gliela darò io… .”

Pochi istanti dopo Kenar si svegliò di soprassalto prontamente il dottor
Bruce gli fuvicino per calmarlo.

USS Indefatigable , Zona Cargo 02/01/2395, Ore 16:30

Fu il tenente comandante Barret, questa volta ad inarcare un
sopracciglio:”Seatiger… non ricordo nessuna nave federale con questo
nome.” Breve pausa in cui la donna indicò le uniformi:”E non riconosco
il vostro abbigliamento.”

A queste parole i sopravvissuti reagirono serrando i pugni e stringendo
a sé armi di fortuna. La situazione stava degenerando. TKar capì che si
trovava di fronte delle persone confuse e spaventate che avevano appena
perso molti colleghi e amici con poche probabilità di tornare a casa
vivi e la loro apparizione non aiutava… anzi rischiavano di diventare
dei capri espiatori.

Il capo della sicurezza si giocò tutto con un accurata selezione di
parole:”La Seatiger è una nave scientifica della Flotta Stellare, non
potete conoscerla perché è stata varata 250 anni dopo la vostra
partenza.” Breve pausa:”Veniamo dal futuro.”

Barret accusò il colpo indietreggiando di qualche passo. Il resto
dell’equipaggio si guardò l’un l’altro come per chiedere conferma di
quanto detto. La flemma vulcaniana e la semplicità con cui il comandante
aveva spiegato la situazione aveva colpito.

“Siamo nel futuro… .” Esordì Barret.

TKar scosse la testa:”Temo di non poterle rispondere.”

“Prima direttiva temporale?” Chiese lei.

“No.” Tkar avanzò di un passo:”Siamo anche noi spersi nello spazio.”

Ci fu un lunghissimo e interminabile minuto di silenzio in cui ognuno si
perse nei propri pensieri cercando di elaborare mentalmente la
situazione, poi TKar chiese:”Come siete finiti qui? Cosa vi è successo?”

Barret si ridestò scuotendo la testa:”Venga le faccio vedere.” La donna
indicò una porta.

TKar seguì l’ingegnere e, quando lei fu prossima ad aprire la porta, la
sentì dire:”Abbiamo trovato un manufatto… .”

Detto ciò Barret aprì la porta e il volto del vulcaniano fu illuminato
da una forte luce… .

USS Seatiger, Plancia 02/01/2395, Ore 16:30

Malgrado le difficoltà, Anari aveva sfoderato le sue abilità e il lavoro
nel cercare di portare in salvo la squadra di sbarco e eventuali
sopravvissuti stava procedendo.

Finn stava osservando il progredire quando Tholos richiamò la sua
attenzione:” Comandante rilevo qualcosa che non va.”

“Che cosa?” Chiese Finn avvicinandosi alla postazione operativa.

“Uno dei siluri della Infaticable… ha il campo di contenimento
dell’antimateria instabile.” Annunciò Rashan, poi puntando le antenne
verso Finn, aggiunse:”Se dovesse esplodere la Infatigable… .”

“… esploderebbe in una nube di gas… fine molto rock ma che vorrei
evitare.” Rispose Finn intuendo cosa poteva succedere.

“Non riesco a teletrasportarlo… troppo instabile, dovremmo disinnescarlo
manualmente salendo sulla nave.” Aggiunse l’OPS.

Finn fu sul punto di dare l’ordine ma venne fermato da Anari:”Lo
sconsiglio… l’armeria è la zona con la più alta densità di sfasamento…
rischiamo di sparire prima di poter arrivare alla testata.”

“Ma anche sotto sfasamento potremmo agire sul siluro per metterlo in
sicurezza?”Chiese Tholos.

“Difficile a dirlo… c’è una probabilità del 47,8% di non riuscire ad
interfacciarsi in maniera normale con la materia solida.” Rispose Anari.

“Cosa?” Finn si era perso in quel mare di parole.

“Significa che potremmo camminare per la nave e respirare ma potrebbe
impossibileeseguire movimenti complessi con precisioni.” Tradusse Anari
per il primo ufficiale e, dopo alcuni istanti, Tholos aggiunse:”Sarebbe
come operare a cuore aperto bendati e con una scure al posto del bisturi
laser e non è l’approccio migliore per mettere in sicurezza una testata
fotonica.”

Finn tornò a sedersi alla poltrona del capitano. Doveva prendere una
difficile decisione: avrebbe rischiato di teletrasportare una seconda
squadra col rischio di perderla e non riuscire a disinnescare il siluro
o lasciare T’Kar a farcela da solo con poche possibilità di avvertirlo
dell’imminente esplosione?

Eccovi alcuni commento a quanto ho scritto.

Per lo sfasamento ho ipotizzato che i “nostri” siano appena fuori,
invisibili ma che possano interfacciarci con il mondo esterno con
qualche difficoltà. In questo modo possono respirare e camminare senza
problemi. Ho supposto che movimenti complessi a causa dello sfasamento
siano difficili o impossibili.

Per quanto riguarda il sogno di Kenar. Potremmo tenerlo o toglierlo
senza compromettere la storia. Se lo teniamo potrebbe essere come un
semplice sogno di uno stanco capitano e quindi fine a sé stesso oppure
l’anticipazione di un avventura futura da sviluppare in un episodio
successivo. Potrebbe essere la flotta stellare, alieni, entità, ecc.
Fate vobis

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Ciao
Fabrizio

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Tenente Comandante
Rashan Tholos
Capo OPS
USS Redoutable
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