[Stml3] [MEX 04.10] Lawtoein - Bolle, sfere e piume

illu 666 illu666 a hotmail.com
Sab 4 Nov 2017 09:12:16 CET


Ottimo ed abbondante!
Grande ingresso nel nostro sommergibile rosa...
A proposito che fine ha fatto quell'ordine di carta igienica?
Perché dato quello che è uscito dalla sfera ne avremo bisogno...

Massimiliano aka illu aka Carelli
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Da: Stml3 <stml3-bounces a gioco.net> per conto di Consigliere Lawtoein <lawtoein a gmail.com>
Inviato: venerdì 3 novembre 2017 09:54:29
A: USS Seatiger
Oggetto: [Stml3] [MEX 04.10] Lawtoein - Bolle, sfere e piume

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Brano: 04-10
Titolo: Bolle, sfere e piume
Autore: Guardiamarina Anena Lawtoein
(aka Martina Tognon)
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USS Indefatigable, Zona di controllo 4T
02/01/2395, Ore 21:44 - D.S. 72005.22
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Tkar prese immediatamente in mano la situazione con la freddezza di chi
era addestrato ad una mentalità militare oltre che dotato di logica.

“Finn si tolga. Il drone si sta riconnettendo alla collettività.”

Il Primo Ufficiale sbuffò rumorosamente.

“Ultimo. Si chiama Ultimo. E no… non si sta riconnettendo. Se si stesse
riconnettendo allora  non mi avrebbe spinto via – lo disse
massaggiandosi il petto dove era stato colpito – evidentemente non vuole
realmente assimilarci. Non crede?”
“Non è questione di credere. È un borg. A quanto pare la regina si è
risvegliata e quindi si sta riconnettendo alla collettività. È un fatto.”
“E allora noi fermiamo la regina e salviamo Ultimo.”


In qualche tempo – In qualche luogo
Contemporaneamente
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“Per cortesia Capitano Kenar. Non sono in una situazione che si possa
definire piacevole, dentro una qualche tipo di cosa borg – e si fidi so
che è borg – con una specie di bestia che onestamente è alquanto brutta.
Oltre che terrificante.”
“Che razza di ufficiale sarebbe lei? Intanto non capisco dove siamo e
perché siamo qui e perché è vestito in quel modo?”

Una mano con qualche brillocco alle dita si alzò a spingere indietro i
capelli mentre l’altra indicò con un ampio gesto il vestito prima di
poggiarsi su un fianco.

“Scusi che ha il mio abbigliamento che non sia consono al ruolo di barman?”

Kenar cominciava a sentire un certo fastidio alle tempie anche in quel
posto… in quel… qualunque cosa fosse.

“Ha appena detto… o forse no… non ha detto di essere un ufficiale?”
“Per la precisione ho detto di essere della Federazione, ma della
Federazione fanno parte anche i civili sa? In ogni caso sì ha
indovinato. Sono un ufficiale – da cosa l’ha capito poi me lo deve
spiegare – ma sono in congedo dopo una avventura durata tanto o niente
nel nexus. Faccio appena in tempo ad uscirne, i ‘capi’ accettano di
lasciarmi a riposo per un po’ e mi trovo sbattuto in una guerra contro i
borg nello spazio terrestre e ora qui… e lì… insomma fuori dalla linearità.”
“Se qualcuno pronuncia ancora la parola linea, o lineare, o linearità o
qualunque altra derivata potrei dimenticarmi di essere un Capitano delle
Flotta Federale… non ho tempo… me la può spiegare in parole un po’ più
semplici.”

Anena alzò un sopracciglio ravvivando contemporaneamente le piume del
suo vestito.

“Più semplice di li…” si fermò di botto “…insomma più semplice di così
non so… aspetti ecco. Pensi al tempo per lei e per il suo simbionte,
scorrono in tempi diversi. Quella che per lei è una vita, per il suo
simbionte è solo una frazione di vita. Avete due linee temporali
diverse, eppure coesistete in quella dell’altro. Ecco qui è la stessa
cosa. Noi siamo in questa realtà e anche nell’altra. Però nello
specifico queste due linee temporali differiscono molto. Una è ‘tutto
insieme e nello stesso momento’ l’altra è… ‘quella cosa che non posso
dire’. Data questa distanza tra le due concezioni temporali la nostra
coscienza…” sbuffò preso dalla foga di descrivere quello che per lui era
chiaro come il sole “… LINEARE, ecco l’ho detto, non sopporta di stare
in due posti insieme. Quindi la nostra coscienza è qui. Il nostro corpo
è li. E qui è ‘tutto insieme e nello stesso momento’. E quelli, mi ci
gioco tutto il mio guardaroba, sono semplicemente profeti… e quindi ora
la domanda è la seguente. Dove sono i nostri corpi esattamente?”

Il Capitano guardò quello strano individuo. Sapeva di cosa stava
parlando. Mentre parlava poi il suo tono di voce si era fatto via via
più sicuro. Quello era chiaramente il suo habitat naturale.
Quell’ufficiale poteva essere molto utile alla Seatiger, sempre se fosse
riuscito ad uscire dal ‘tutto insieme e nello stesso momento’ ed a
salvarlo dalla bestia… che a quanto pareva il Sig. Lawtoein percepiva
come una minaccia.

“Bene. Ho deciso di fidarmi di lei. Di dove sono i nostri corpi
riparleremo in seguito. Ora secondo Lei basta che io voglia uscire di
qui e già che ci sono penso che provvederò a mandarle qualcuno a salvarla.”
“Scusi? Ma le ho appena spiegato…”
“Signor Lawtoein, come Ufficiale più alto in grado le ordino di stare
zitto e ascoltarmi. Ho intenzione di uscire di qui e di mandarle
qualcuno ad aiutarla perché avrò pure dubbi su dove siamo in generale,
ma so per certo dov’è il suo corpo al momento. Del resto parleremo dopo.”

Se mai qualcuno era riuscito a stupire Anena, quello fu il Capitano
Kenar in quel momento. Incrociò le braccia al petto con aria infastidita
e si preparò al peggio.


USS Seatiger, Plancia
02/01/2395, Ore 21:24 - D.S. 72005.18
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Il Capitano Kenar aprì a fatica gli occhi solo per ritrovarsi a fissare
quello che gli sembrava essere un nugolo di volti che lo scrutavano con
lo stupore più palese sul viso.

“Come cavolo è riuscito a tornare in plancia? L’ho appena dichiarata
inidoneo al servizio. Non dovrebbe riuscire ad utilizzare un
teletrasporto essendo stato.”

*Niente mal di testa. Niente fastidi. Niente sintomi strani. Quel
Lawtoein aveva ragione, bastava volerlo… o forse volerlo e capirci
qualcosa anche.*
“Dottor Bruce mi ascolti attentamente perché non c’è tempo per ulteriori
spiegazioni,” qualcosa nella fermezza del tono di voce del Capitano
fermò sul nascere tutte le proteste “se vuole mentre parlo controlli
pure con il suo tricoder e vedrà che sto decisamente meglio. Ho avuto
qualche informazione su cosa sta succedendo, non è importante ora il
come o da chi, ma solo cosa dobbiamo fare ora.”

Osservò per un istante eterno il medico di bordo, che alla fine assentì.

“Computer. Ufficiale Medico Symon Bruce. Dichiaro che il Capitano Kenar
può riprendere servizio immediatamente in quanto pienamente idoneo.”
“Bene. Primo, contattate l’away team, devono raggiungere la sfera borg
presente sulla Infatigable. Secondo la sfera deve essere staccata dalla
Infatigable per permettere… lasciamo perdere sarebbe troppo lungo ora.”

=^= Capitano non è sinceramente il momento… Ultimo ha dei problemini…
pare che qualcuno abbia baciato la bella addormentata... =^=
“Finn mi ascolti, non so cosa stia succedendo esattamente ma raggiungete
la sfera borg. Ora! Preparatevi a combattere contro un qualche tipo di
bestia. Se riuscite ad avere la meglio bene, altrimenti affidatevi a… a
chiunque troviate li.”
=^= Capitano c’è una regina borg che si sta svegliando là dentro. =^=
“Faccia come le ho detto.”


USS Indefatigable, Hangar 2
Contemporaneamente
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*Cosa ho detto per fagli credere che il mio fosse un consiglio?
Un’indicazione su come agire? Io gli ho solo spiegato la situazione.*

Guardò intorno a sé  trovando solo squallore, metallo e squallore.
Chissà come doveva risaltare lui in quel contesto, visto dall’esterno.

*Per la miseria. In certi casi l’eleganza non paga proprio.*

Il vestito bianco ricco di pailette e piume non poteva sicuramente
essere adatto ad una fuga da quella trappola borg. Fino a quel momento
si era nascosto accuratamente, ma ora che stava pianificando la fuga,
l’abbigliamento diventava davvero fuori luogo.
Soprattutto con quella specie di bestia la davanti tutta presa a
sniffare l’aria, senso al quale aveva chiaramente deciso di affidarsi.
Non voleva certo essere lui a provare se la vista della suddetta bestia
fosse ugualmente buona.
Osservò con un sospiro la sua mise scendendo con lo sguardo dal petto al
ventre alle gambe fasciate dall’abito elegantissimo che aveva indossato
in servizio fino a poco prima. Non c’era altro modo. Fece scendere la
lampo sul fianco e sfilò la tuta restando con il body nero in seta e
pizzo che indossava sotto.
Un brivido gli corse lungo la schiena, ma lo accantonò, non poteva
permettersi distrazioni. Almeno ora non brillava come il faro che in
realtà era.
Prese fiato correndo con la memoria all’addestramento fisico in
Accademia. Non era mai riuscito bene. Sicuramente non era tra i
peggiori, perché nonostante tutto la sua resistenza fisica era più alta
di quella dei Terrestri. Grazie a quel immeritato vantaggio era riuscito
se non altro a galleggiare un po’ sopra le ultime posizioni. Se questo
sarebbe bastato per scappare da quella strana pedina messa in campo
dalla regina borg, non poteva saperlo… l’avrebbe scoperto provandoci.

Un rumore all’esterno catturò la sua attenzione. Forse in fondo quel
Capitano stava cercando davvero di salvargli la pelle.
La bestia voltò lo sguardo improvvisamente verso destra, dal suo punto
di vista poteva osservare il suo dorso tremare… fremere…
nell’anticipazione di qualcosa che lui non poteva comprendere. Quello
poteva essere il suo momento.
Rivolgendo un pensiero agli dei di ogni razza con cui era venuto in
contatto nella sua esistenza, dal basso del suo essere profondamente
ateo, sussurrò tra se qualche parola. Non che fosse stato redento da uno
qualsiasi tra quegli dei, ma tanto per stare sul sicuro…
Scivolò silenziosamente – quanto meno a lui così sembrava – lungo la
parete. La bestia si era allontanata dallo squarcio a sufficienza –
sempre così a lui sembrava – per permettergli la fuga.

*Perché non ho fatto più attenzione alle lezioni di tattica e strategia
militare… Ha detto che mi avrebbe mandato qualcuno? Allora forse questo
è il qualcuno… e come faccio a saperlo?*

Era quasi allo squarcio.
L’unico suo piano era quello di scivolare fuori da qualunque cosa fosse
quella dove stava e darsela a gambe. Non aveva previsto due cose.
La prima: che la cosa fosse una sfera, e quindi non c’era un angolo
dietro il quale nascondersi nelle immediate vicinanze.
La seconda: che lo squarcio fosse non proprio netto, e quindi uno degli
spuntoni metallici gli agganciò il retro del body trattenendolo.
La soluzione alla prima sarebbe stata comunque successiva alla seconda.
Quando optò per tirare non pensò nemmeno per un istante al rumore che
avrebbe fatto la stoffa nel lacerarsi. Ci pensò esattamente un attimo
dopo, quando la bestia voltò il capo possente verso di lui.

“Per tutte le… ”


USS Indefatigable, Hangar 2
Dall’altro lato dell’Hangar
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Tkar entrò cautamente dentro l’hangar, ma certo non si aspettava di
vedere una simile creatura.
Collegò istantaneamente la previsione del Capitano al Cristallo. In
qualche modo i profeti stavano influendo su di lui, o sul Capitano. Il
che spiegava molte cose sicuramente.
Dietro di lui Finn stava trascinando un dolorante Ultimo, che non aveva
voluto abbandonare, utilizzando la giacca dell’uniforme come corda di
traino per non entrare nell’ipotetico raggio di azione del borg. Non gli
serviva voltarsi per sapere che gli ufficiali della Indefatigable
stavano sicuramente osservandolo con perplessità. Un sentimento che, per
quanto fosse a lui comprensibile, era più che giustificato.

La bestia spostò immediatamente il muso verso di loro impedendogli
ulteriori riflessioni.
Cercò di ergersi eretta, ma la sua stessa struttura fisica impediva tale
movimento. Restava impressionante. Mosse un passo facendo stridere gli
artigli sul pavimento dell’hangar. Tkar puntò il phaser preparandosi a
sparare, quando un rumore di stoffa strappata attirò l’attenzione
dell’essere.

“E quello chi cavolo sarebbe??? Da dove esce?”

Con la schiena appoggiata al bordo esterno della sfera borg un giovane
dalla pelle chiara, seminudo, truccato in modo appariscente stava
cercando chiaramente una via di fuga alternativa, dopo essersi precluso
da solo la possibilità di allontanarsi non visto.

“Quello Comandante Finn dev’essere la persona a cui il Capitano ha detto
che ci dobbiamo affidare.”

Tkar ripuntò il phaser e colpì la creatura.

****

Anena osservò il gruppetto dall’altra parte della sala. Vide il
vulcaniano con l’uniforme con il colletto giallo e lo osservò con
curiosità. Aveva sempre avuto un debole per i soldati, i vulcaniani poi
sapevano essere così naturalmente marziali.
Vide chiaramente il momento in cui sparò.
Il sobbalzo della creatura, indecisa su quale obiettivo concentrare la
sua attenzione. Su chi colpire. Su chi fosse il reale pericolo.
Negli occhi brillava un’intelligenza elementare, ma sicura e certa.
Si rese conto che la valutazione che stava ricevendo era, dal punto di
vista dell’essere, estremamente negativa. A riprova un attimo dopo vide
il corpo massiccio piegarsi in avanti, in una postura quasi scimmiesca,
i muscoli tesi e pronti allo scatto.
Ma scattò lui.

Nessuno gli aveva dato, durante gli addestramenti in Accademia, un
motivo per correre così velocemente. Con la motivazione giusta chissà
che risultati avrebbe potuto ottenere nei corsi di ginnastica, arti
marziali e tutte quelle altre cose che facevano sudare senza divertimento.
Passò come un lampo di lato alla creatura, a distanza di sicurezza,
suscitando un sbuffo irato che gli mise in circolo un altro violento
fiotto di adrenalina spingendolo se possibile a correre ancora più veloce.
L’inesperienza lo portò a mal calcolare i tempi di rallentamento, arrivò
chiaramente lungo.

*No no… il nano peloso no…*

  Cercando di schivare l’umano poco distante dal vulcaniano non riuscì a
fare altro che andare a sbattere violentemente contro la parete
dell’hangar.

“Ouch.”
“Per favore non si faccia male, già faccio fatica  a trascinarmi
appresso lui.”

Anena fissò dritto negli occhi quello che nella sua mente aveva
soprannominato ‘nano peloso’ prima di rispondergli piccato.

“Non è che uno si fa male per fare un dispiacere a lei. Un minimo di
empatia sarebbe gradita. Ho perso chissà quanti secoli della mia vita
chiuso in quella gabbia con degli esseri orripilanti a capire quanto
sarebbe passato prima che mi assimilassero alla collettività. Poi mi
trovo sbattuto in una qualche forma di bolla temporale con un tale
Capitano Kenar che non capisce un accidente del concetto del tempo. Ora
lei con quel…” gli si spezzò il fiato “…borg? Ma lei si sta portando a
spasso un drone borg?”

Fu in quel momento che Anena fu investito dalla più violenta forma di
condivisione che gli fosse mai successo di provare.
La sua naturale empatia si stava espandendo, dilatandosi a riempire
tutto lo spazio attorno a lui. Le sue percezioni corporee si zittirono
di colpo, mentre la sfera emotiva si attivò come un sole sul punto di
esplodere.
Crollò in ginocchio di lato al borg e prima che chiunque potesse aver
qualcosa da ridire allungò le mani per afferrargli il viso.

Nello stesso identico istante la bestia che sembrava essere rimasta
praticamente immune al colpo di phaser di Tkar lanciò un verso che fece
rimbombare le pareti dell’hangar di un suono lugubre. I presenti
rivolsero nuovamente la loro attenzione alla creatura, solo per rendersi
conto che stava pesantemente e con fatica spingendo il suo corpo
massiccio dentro lo squarcio, in cerca forse di un rifugio da qualcosa
che evidentemente aveva effetto solo su di lei… e sullo strano giovano
in body di seta nera e pizzi strappato sulla schiena a lasciar
intravedere una cicatrice rosa cupo, non ancora sbiadita dal tempo.


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Guardiamarina Anena Lawtoein
Consigliere
USS Seatiger - NCC 72733
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        Skype: martina_fvg
       Jabber: Lawtoein
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